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Racconti di Dominazione

La mia amante è la mia schiava

By 24 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 Le piaceva succhiare il cazzo avidamente, averlo tutto intero nella bocca, fino alla gola. Le piaceva essere sottomessa, essere scopata senza alcun ritegno, sodomizzata in ogni buco. Le piaceva quando la chiamavo porca, schiava, quando la obbligavo a masturbarsi con il vibratore mentre mi scopavo la sua amica davanti ai suoi occhi. Le piaceva ricevere ordini, leccare il mio buco del culo infilando la lingua, facendosi spingere la testa fino a restare senza fiato. Le piaceva essere bloccata mentre con la mano la masturbavo, la strusciavo su tutta la sua figa calda e bagnata e gliela leccavo, sditalinavo e le succhiavo il clitoride anche mordendolo fino a mandarla all’orgasmo.

Quella sera eravamo nella sua casa, io seduto sulla poltrona e lei in ginocchio, a succhiarlo sulla mia punta, mentre io fumavo e ciccavo sopra di lei, guardando il vibratore infilato nel suo sedere. A un certo punto le spingo la testa giù, fino a farle ingoiare tutto il mio cazzo, trattenendo con la mano, e bruciando la sigaretta sulla sua schiena sentendo i suoi lamenti soffocati .

–          Cosa c’è? Ti brucia? Dai non è poi un dolore cosi atroce – dissi , alzandomi dalla poltrona e con lei ancora attaccata al mio cazzo. Presi a scoparle la bocca con violenza, facendo colare saliva dalla sua bocca. Ogni volta che si toglieva dal mio pene, io la schiaffeggiavo, finché non decisi di portarla in bagno facendola camminare come i bambini. Arrivati, aprii la tazza, obbligandola a infilarci la testa dentro; lei non voleva, le faceva schifo perché prima ero andato in bagno e non avevo tirato la catena e le veniva di rigettare.

–          Forza puttana! Metti la testa dentro! – le ordinai. Lei fece no con la testa coprendosi la bocca con la mano. Andai nello sgabuzzino, ci doveva pur essere qualcosa, e trovai del nastro isolante. Tornai in bagno, aprendo la porta in precedenza chiusa a chiave per non far uscire la mia schiava. Entrai e la bloccai facendola appoggiare sulle mie gambe, legandole le braccia e prendendola per i capelli infilandole la testa lì dentro. Lei supplicava di togliere perché si stava sentendo male. Non le diedi importanza e chiusi la sua testa mandandole la tavoletta e il copri water sopra la sua testa e infilandole nella figa tutto il mio cazzo,bello duro come piace a lei. Cominciai a scoparla in quel modo senza pietà e compassione mentre lei emetteva strani rumori. Decisi di spingere lo scarico, facendole andare tutta l’acqua, bagnandola mentre continuavo a penetrarla a fondo, facendo emettere rumori anche dalla sua fighetta ormai bella dilatata. Anche se lei fa storie, so che le piace essere trattata cosi, so che le piace essere umiliata in questo modo, ma non l’ammetterà mai. Dopo aver scaricato, tolsi il copri water e alzai al sua testa prendendola per i capelli, era tutta fradicia,capelli bagnati che gocciolavano e fiato quasi inesistente che faceva respirare a fatica con occhi grandi come sconvolta. Io l’asciugai con il suo asciugamano e mi girai porgendole il mio buco. Lei iniziò a leccarlo, gustarlo come fa sempre, segandomi il cazzo con l’altra mano. Le spinsi la testa con la mano, facendola mugugnare e con l’altra mano mi aggrappavo al lavandino. Dopo qualche minuto le tolsi la testa e le porsi il cazzo davanti agli occhi. Nemmeno feci in tempo a mostrarlo che già si fiondò con foga, d’altronde alla puttana piaceva succhiarlo, e si aggrappò con tutte e due le mani reggendolo, come un flauto.

–          Brava, vedo che ti piace, ingoialo tutto, tutto bella bocca! – le imposi, avendo una sua reazione positiva, infatti, arrivò fino alla radice molto velocemente.

La presi per i capelli e la portai in cucina, mi misi sulla sedia, e la feci mettere con la pancia sulle mie ginocchia,cominciandola a sculacciare con la cucchiarella di legno, mentre lei gridava dal dolore, era terribile ma non smisi, il suo culo era diventato rosso, con i lividi violacei. Mentre lei piangeva e urlava per  il dolore, si mordeva le labbra. La feci scendere e la feci allungare a gambe larghe sopra il tavolo. Gliele presi, e dopo aver leccato di gusto la figa bagnata e zuppa, infilai il mio cazzo, facendogli sentire le palle sbattere ripetutamente e velocemente. Ansimava come una cagna in calore, velocemente e spronandomi a continuare. Le alzai le gambe come a formare con tutto il corpo una elle mettendo in mostra i lividi di prima. Continuai cosi per almeno quindici minuti, girandola in varie posizioni, e scopandola sempre con lo stesso ritmo, stessa forza. Quando stavo per venire, tolsi il cazzo, lo feci succhiare prendendolo dalle palle e lo piazzai nella bocca larga e spalancata, pronta a riceverlo. Le sborrai nella sua gola, e lei ingoiò di gusto e prese a leccarlo, succhiarlo, mentre mi massaggiava le palle.

 Le ordinai di mettersi sul tavolo e masturbarsi con una zucchina, e con il vibratore. Infilò il vibratore nella figa e l’ortaggio nel culo,mentre lo si masturbava a pecorina sul tavolo. Io intanto giocavo con il suo clitoride, e mi menavo il cazzo per farlo tornare su. Quando divenne di nuovo il palo che lei adorava, infilai più a fondo la zucchina e tolsi il vibra dalla sua figa, e la penetrai, poggiandole l’oggetto sul clitoride. Eravamo sopra il tavolo, a scopare come due matti. Lei mi lodava, lodava il mo cazzo, e il fatto di dominarla senza pietà.

 Quando dovetti venire, riempi di sperma dentro, e con il resto che gocciolava, glielo feci mangiare, dopo aver tolto la zucchina e fatta sporcare d tutta la mia liberazione. La mangiò dove era sporca, e in attesa della terza scopata si fece una doccia.

Quella notte, scopammo per cinque volte, e la mattina dopo fummo scoperti dal suo fidanzato.

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