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Racconti di Dominazione

La mia schiavetta 3

By 13 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Come tutti i lunedì ho dato a Sandra gli ordini per la settiamana e lei da brava schiaveta ha eseguito, andando anche oltre quello che le avevo ordinato e mi ha riferito con le seguenti mail:
Padron Gladius
La notte scorsa. ho dormito malissimo, continuavo a girarmi nel letto cercando una posizione comoda, ma tutte mi risultavano spiacevoli.Mi sarò addormentata verso mezzanotte, per poi risvegliarmi alle 3:24.’Cazzo, ma ti sembra l’ora di svegliarti,?’ ho mormorato a me stessa.Mi sono stiracchiata, ho preso la bottiglietta dell’acqua e, involontariamente, ho sfiorato i pantaloni del pigiama all’altezza dell’inguine. Si sentiva che ero bagnata anche attraverso i pantaloni!
Avrò fatto qualche sogno iper-erotico, non lo so, fatto sta che ero un lago.
L’oggetto di forma vagamente fallica più vicino a me era un tubetto di colla. “Tubetto fortunato”.
Ha lavorato bene la fighetta, e ha sistemato anche il culetto.
Prima di venire sono andata in bagno, “mica che sporco le lenzuola” pensai, e sono venuta sul pavimento.
Stamattina mia mamma mi ha chiesto perché mi fossi alzata.
‘Non mi sentivo tanto bene…’ ho risposto.
A scuola tutto tranquillo, a parte una palpata semi-involontaria di un mio compagno di banco.
Appena arrivata a casa mi sono precipitata in bagno, ho preso lo spazzolino vibrante e mi sono masturbata fino a venire (orgasmo n’2).
Mentre lo spazzolino era nella figa, nel culetto ci ho messo un altro spazzolino abbastanza grosso.
Purtroppo il culo non è ancora elastico come speravo.
Ho pranzato tranquillamente, con la passera al vento perché non avevo voglia di rimettermi i pantaloni, e tra un boccone di pasta e l’altro la mia mano cadeva sempre sulla fighetta.
Ora della fine del pranzo tre dita erano dentro la vagina, risucchiate in un vortice di piacere.
Ieri sera ho cercato degli oggetti che potessero essere dei bei giochini per masturbarmi.
Ho trovato due palline attaccate da uno spago, non so come si chiami, so che si devono far rimbalzare insieme velocemente… Bah.
Non mi interessava quello.
Volevo vedere come reagisce la mia vagina all’inserimento di oggetti circolari.
Ero già molto bagnata e la prima pallina non ha avuto problemi ad entrare. Con le dita l’ho spinta il più a fondo possibile e poi ho infilato l’altra.
L’effetto era all’incirca lo stesso del rossetto, solo che le palline sono molto più grosse e le avevo spinte molto più a fondo.
Dopo un’oretta circa passata con le palline nella figa mentre studiavo [Dante mi ha fatto dimenticare anche di avercele nella passera!], sono andata in bagno per provare a farle uscire con la sola spinta dei muscoli vaginali, senza tirare il filo.
La prima pallina, la seconda ad essere stata infilata, è uscita facilmente, ma l’altra era molto a fondo e ho dovuto spingere parecchio.
Questo sforzo mi ha eccitata parecchio.
Allora ho preso il cellulare, l’ho messo nella figa già allargata dalle palline e mi sono chiamata.
“Vodafone, servizio di segreteria telefonica: il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di richiamare più tardi”
Coome??? Ho la vagina anti-segnale telefonico? Da quando?
Ho cambiato cellulare, ho usato il mio vecchio Nokia 3200, e questo ha funzionato.
Purtroppo ero così presa dalla vagina che non ho messo niente dietro.
è grave?
Comunque, sono venuta sulle mie mani, così ho potuto leccare bene.
Dopo cena, poco fa, ho rimesso le palline nella vagina e sono andata a vedere un film con mia sorella, che ha 11 anni.
Finito il film, sono salita a scriverti questa mail.
Sono bagnatissima, forse riesco ad arrivare al quarto orgasmo.
Padron Gladius,
scusami se non ho scritto ieri, ma non ero in casa.
Ieri pomeriggio sono andata da Filippo.
Indossavo una mini nera e una maglietta molto scollata grigia. Il push-up mi alzava tantissimo il seno.
Nella mia borsa avevo la bottiglia e una candela, nella figa erano già sistemate le palline.
Arrivata a casa sua, ci siamo seduti sul divano.
La sua mano cercava di insinuarsi tra le mie cosce, ma prima che facesse qualsiasi cosa mi sono alzata e ho preso una sedia.
Ho tolto le palline dalla figa (niente mutande! come hai ordinato) sotto il suo sguardo sbalordito.
Ho preso la candela, l’ho fatta bagnare dei miei umori e me la sono messa nel culo.
‘Spogliati e masturbati davanti a me. Sborrami in faccia.’ gli ho ordinato.
Ha eseguito subito.
Con la candela nel culo, ho tolto il resto dei miei indumenti.
Ho messo la bottiglia sulla sedia e mi sono calata, masturbandomi come tu mi hai insegnato. Una mano muoveva la candela nel culo e l’altra stringeva un capezzolo.
Il cazzo di Filippo era duro già prima che iniziasse a masturbarsi, non ci ha messo molto a venire.
Mi ha sborrato in faccia. Parte è finita il bocca. L’ho ingoiata. Molta sborra è rimasta sul mio volto e tra i miei capelli.
‘Qui pulisci tu.’ ho ordinato a Filippo.
Mentre leccava ho preso in mano la bottiglia e mi sono masturbata “normalmente” (non il tuo giochino). Sono venuta.
Gli ho fatto leccare i miei liquidi e l’ho fatto sdraiare.
Abbiamo fatto una splendida 69. Lui leccava e penetrava con le dita, non capivo più un cazzo.
Anzi, vedevo solo un cazzo. Il suo.
Lo leccavo, segavo, succhiavo…
Stavo succhiando mentre è venuto. Questo non era previsto. Ho dovuto ingoiare tutta la sua buonissima sborra.
Poco dopo sono venuta anche io nella sua bocca. Beata vendetta.
Ci siamo alzati in piedi e gli ho chiesto di mettere il suo cazzo fra le mie chiappette, senza entrare nel buchetto.
Credo di avergli fatto una cosa simile a una sega col culo mentre mi stringeva le tette e i capezzoli, mi baciava il collo o mordicchiava le orecchie.
Dopo questa “sega”, mi sono voltata e gli ho fatto un pompino. è venuto quasi subito sulle mie tette.
Dopodichè mi sono messa a gambe larghe e lui ha fatto il suo dovere, mettendomi dita nel culo e nella figa e leccando.
Sono venuta e ho sporcato tutte le mie gambe.

‘Andiamo ai giardinetti…’ ho proposto senza nemmeno sciacquarmi.
‘Cosa? Così conciata?’
‘Perchè no?’
‘MI spiace ma io non vado in giro con una che sembra una puttana.’
E così ai giardinetti mi sono avviata tutta sola, con la sua sborra sulle tette e i miei umori sulle gambe, semi-nuda e senza mutande.
Ho trovato l’uomo adatto quasi subito.
Più sui settanta che sugli ottanta, capello grigio con tocchi neri, alto, era stato un bell’uomo.
Mi sono seduta accanto a lui, su una panchina molto isolata dei giardinetti. Ho tirato su la gonna mentre mi sedevo e abbassato la maglietta.
‘Buongiorno, signorina.’
‘Buongiorno.’
Ho allargato leggermente le gambe.
Stavo giocherellando con un elastico per capelli che avevo in mano, che ho fatto partire lontano qualche metro.
Sono andata a prenderlo e mi sono abbassata senza piegare le gambe, per mostrare la mia fighetta al signore.
‘Ehm, signorina, le andrebbe un the a casa mia?’
‘Volentieri.’ risposi.
Abita a pochi passi dai giardinetti, in un trilocale.
è vedovo. Faceva l’architetto.
Mentre aspettavo che il the fosse pronto mi sono seduta sul tavolo a gambe larghe.
‘Signorina, ho notato che lei è tutta sporca. Ha dello sperma sul seno e dei liquidi vaginali sulle gambe. Sempre che non sia anche quello sperma. Vuole farsi una doccia?’
‘Mmm… Magari dopo…’ ho detto, portando un dito nella figa.
Gli occhi dell’uomo si sono illuminati. Aveva in mente qualcosa.
‘E così sei un’aspirante puttanella? Fammi vedere quanto sei brava.’
Dopo aver detto questo si è slacciato i pantaloni, ha abbassato essi e le mutande ed ha estratto un cazzo in tiro lungo circa 20cm e piuttosto largo.
‘Leccamelo.’
Mi sono inginocchiata davanti a lui e ho leccato quel cazzo durissimo.
‘Mi piacerebbe contribuire alla sborrata sulle tue tette…’ ha detto tra gli AAH e i mugolii di piacere.
Mi ha insultata in tutti i modi, ma questo non faceva che eccitarmi di più. Mi diceva che ero una puttana bravissima, che mi avrebbe magari anche pagato alla fine.
‘Sìì, sta arrivando… Prepara le tette, piccola troietta..’ ha detto poco prima di venire sul mio seno già ricoperto dalla sborra di Filippo.
Il suo cazzo perse spessore.
‘Signore, potrebbe dedicarsi, per piacere, alla mia passerina?’ chiesi facendo gli occhi dolci. ‘In fin dei conti lei ha goduto, perchè io no?’
L’uomo mi ha fatta alzare ed appoggiare i gomiti al tavolo, così da mostrargli il culo e la figa bollente.
Ha messo due dita nella figa e le ha rigirate.
‘Molto bagnata. Mi piace.’
Si è chinato e ha iniziato a leccare con molta esperienza.
La sua lingua si soffermava sul clitoride e poi mi penetrava, dandomi brividi di piacere.
Venni una volta, ma non si fermò.
Gli unici suoni che emettevo erano dei mugolii e degli AAH accompagnati da brividi.
Senza alcun preavviso puntò il suo cazzo, che era tornato in tiro, sulla mia figa.
‘No, per favore, non fatelo.’ riuscii a dire debolmente.
Non ha ascoltato la mia preghiera.
Ha spinto tutto il suo cazzo nella mia figa in due colpi e ha iniziato a scoparmi violentemente.
“Vecchietto arzillo” pensavo.
Godevo come una troia, forse mi sarei fatta pagare, visto che anche lui mi trattava come tale.
Non sono riuscita a contare gli orgasmi. L’uomo mi scopava senza sosta e pastrugnava le mie tette, mi mordeva sul collo e lo leccava.
‘Signorina, si prepari a una sborrata nella fica.’
Come? Cosa? Non può farlo, non…
Troppo tardi. Ormai è venuto dentro di me.
Sento il suo cazzo perdere consistenza ancora dentro la mia vagina.
Lo estrae e mi fa voltare per leccarlo.
‘A meno che non debba fare ancora la troia, le consiglierei una doccia.’
Mi sono lavata, indirizzando il getto d’acqua sulla vagina per cercare di togliere lo sperma del signore.
Ho comunque preso una pillola dal cofanetto dei medicinali di mia madre.
Uscita dalla doccia, mi sono rivestita e ho asciugato i capelli.
‘Signorina, lunedì pomeriggio è libera dopo le cinque?’
‘Sì, credo di sì.’
‘Le andrebbe di venire al circolo a giocare a bocce?’
‘Volentieri.’ ho risposto sorridendo.

Una leccata.
La tua schiava
Sandra
Se qualche altra lettrice vuole unirsi a Sandra e alle altre mie affezionate schivette contatti gladius44@libero.it

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