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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

la nuova azienda – quinta parte

By 22 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Le nostre compagne, dopo dei timidi approcci, sembravano aver preso gusto
nell’assaporare quel nuovo tipo di carezze e attenzioni.
Era la dimostrazione che le novità, seppure imposte, possono risultare
piacevoli o quantomeno interessanti.
Vedere le agili dita di Marina addentrarsi tra i peli della figa di Simonetta,
era una cosa che mai mi sarei aspettato, così come ero certo che Renato
non si aspettasse di vedere una lingua diversa dalla propria leccare i bei
capezzoli della moglie.
Simonetta reagiva con dei movimenti sinuosi che predisponevano i presenti a
desiderare di possederla: pareva che facesse quasi una danza del ventre.
Infatti chi più chi meno dei maschi presenti era così concentrato e attratto dalla
scena, da non accorgersi delle reazioni visibili del proprio corpo, ovvero
un’erezione.
Pensavo che era un peccato non poter partecipare: in cuor avevo deciso che
avrei fatto in modo di poter possedere Simonetta e ,se non avevo capito male
Renato aveva già offerto la propria disponibilità nei confronti di mia moglie
Marina.
Le due donne ora erano distese sul letto e potevo ammirare il deretano di
Simonetta ,dato che questa era curva su Marina che ,a cosce aperte ,
accoglieva l’abile lingua di Simonetta.
Le mani di Marina torturavano piacevolmente i capezzoli di Simonetta, che
erano belli diritti: mia moglie ,ogni tanto, si divertiva a fare altrettanto con i
miei, ma vederla interagire con una persona che non ero io, per me aveva
un significato particolare.
Voleva dire che ci sapeva fare, che anche in altre persone suscitava interesse,
che anche ad altri poteva procurare piacere: così come la lingua e gli stimoli
di Simonetta dimostravano che anche altri potevano far godere mia moglie.
Finora, quando erano state possedute da Enrico e dagli altri uomini, avevano
appunto dovuto accettare e subire penetrazioni e attenzioni , mentre ora mi
pareva che partecipassero con desiderio.
I gemiti di Marina e i piccoli ah ah , appena percettibili emessi da una
Simonetta impegnata a slinguare la figa rasata di mia moglie, erano una
conferma alle mie impressioni.
Dopo circa una decina di minuti in cui le nostri mogli si erano “scaldate”,
Michela si avvicinò al culone di Simonetta :la moglie di Alex mentre le due
donne si stavano scaldando, si era toccata la figa e aveva lubrificato a dovere
il fallo di lattice.
Marina vedendo che Michela si era legata per bene il fallo ne capì le intenzioni
e allargò i grossi glutei di Simonetta :quando quest’ultima si rese conto di ciò
che l’aspettava, cercò di muoversi e sottrarsi alle mani di mia moglie che però
la tenne ferma attirandola verso di s&egrave.
Michela strizzò l’occhio e appoggiò i fallo di lattice che, essendo di buone
dimensioni e ben lubrificato si fece strada con prepotenza tra quei due globi
carnosi.
Simonetta: “ahahh ahahha lasciami nooooooo! maledette ahahhah”
Michela: ” continua a leccare la figa della tua amica e non fare storie”
e prese a sculacciarle le chiappe .
Dopo che ebbe piantato quei 25 cm di fallo nel pertugio brunito di Simonetta,
si slacciò le cinghie e andò a sdraiarsi al posto di Marina.
Michela: “Avanti, ora lecca la mia figa, cicciona!E tu, falsa magra, vai e muovi
quel fallo nel suo culo”
Simonetta con le lacrime agli occhi si adoperò come meglio poteva: si vedeva
che soffriva e Renato pareva che volesse intervenire per fermare le cose,
mentre a me vedere la scena mi fece quasi venire.
I grossi glutei così aperti, arrossati dalle scualacciate, erano per noi mariti
delle piacevoli novità, viste forse solo nei filmini porno.
Ma Michela aveva ancora delle sorprese in serbo per noi e cominciò a martoriare
il seno di Simonetta che, a quanto pareva era il suo bersaglio preferito.
Michela, mentre torceva i capezzoli di Simonetta, disse:” ah ah ah brava così, sì
continua ”
Mentre tra una leccata e l’altra Simonetta si lamentava degli assalti delle dita della
donna , Marina ricevette l’ordine di frustare la sua “amica”.
Marina stava per rifiutarsi quando Alex intervenne e le disse: “Vuoi forse prendere
il suo posto?”
Al che Marina prese il frustino e iniziò a colpire l’amica: le chiapppe erano tenute
ben distanti dal grosso fallo che era piantato per tutta la lunghezza nell’ano.
Era una strana visione e vedere mia moglie nei panni di un’aguzzina, seppure
costretta, mi faceva uno strano effetto.
Marina colpiva debolmente l’amica e a questo punto Alex le prese il frustino e
la colpì.
Marina cacciò un grido e Alex disse” E’ così che devi fare! Sennò prendi il suo
posto e sarò io a frustarti”.
Mia moglie si diede da fare e i lamenti di Simonetta significavano che entrambe
avevano capito il proprio ruolo e lo interpretavano al meglio.
Michela allungò una mano e Alex le porse due mollettine che lei provvide a
mettere nei capezzoli già allungati dalle precedenti manipolazioni.
Le frustate cessarono per decisione di Michela che si “liberò” del pesante corpo
di Simonetta per far distendere questa di schiena e potersi dedicare alla figa di lei.
Si fece consegnare il frustino e fece curvare Marina sulla figa di Simonetta e disse:
“Leccala per bene ”
Simonetta era ben aperta dietro, si poteva vedere il fallo di lattice ancora piantato
nel culo, il grosso seno arrossato , le lacrime che avevano portato via il trucco e
che come dei rivoli colorati scendevano nelle sue guance.
Marina fu colpita dal frustino all’improvviso e inaspettatamente, e gridò sorpresa
da questa mossa che fu la prima di una ventina di frustate che la colpirono nel
culone e nella schiena e lateralmente nel seno .
Il suono dei suoi lamenti era attutito dalla sua posizione e dalla dedizione che
metteva nel leccare il nido del piacere di Simonetta.
Dalla candela accesa che Alex porse alla moglie fu fatta colare della cera :prima
sui glutei di Marina che si rizzò in piedi gridando e poi nella figa aperta di
Simonetta.
Le due donne si lamentavano gridando e furono fermate da me e Renato.
Michela guardò con soddisfazione Alex e Luigi e poi le due donne e disse:
“Per oggi può bastare! Spero che abbiano capito cose le aspetterà le prossime
settimane”.
Si rivestì mentre vidi che sia Luigi che Alex, si sistemavano i loro arnesi .
Ma Michela era un demonio e aggiunse : “Ma perch&egrave no? Venite qui voi due”
Disse rivolte alle nostri mogli : ” Ora tirate fuori il cazzo a mio marito e a Luigi
e così, brave, in ginocchio e con le mani dietro la schienafate un bel lavoretto
o vi faccio riassaggiare il frustino”.
E così le nostre compagne furono ulteriormente umiliate.
Le vedevamo lì, inginocchiate, con i grossi seni cascanti, e potei vedere che
Michela aveva preso altre due mollette che fissò al seno di Marina i cui occhi
lacrimarono per il dolore.
I grossi cazzi dei due uomini, forse per l’eccitazione mai interrotta, esplosero
il loro piacere nelle gole delle nostre mogli.
E finalmente il terzetto diabolico se ne andò, lasciando le due donne ancora
inginocchiate e con rivoli di sperma che uscivano dalle bocche semiaperte.
Renato ed io ci guardammo e con una certa sorpesa scoprimmo che eravamo
venuti anche noi.

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