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Racconti di Dominazione

La Professoressa – Cap3 – La scuola

By 19 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavolta &egrave la sveglia a far alzare Alessia. Vorrebbe rimanere a letto a poltrire, ma deve andare a scuola. Oggi ha 5 ore di lezioni, in 4 classi diverse.
L’ano le brucia. Il sedere &egrave tutto sporco di sangue. Anche il letto &egrave sporco. Evidentemente la sodomizzazione artificiale della notte appena trascorsa deve averle provocato delle ferite interne.
Alessia decide di farsi un bidet, anche se non &egrave facile con quella cintura addosso.
Suonano alla porta. ‘Un secondo’ urla.
Non ha alcun vestito per coprirsi. Luca le ha buttato tutto. Anche gli accappatoi e gli asciugamani più grandi. Una scelta un po’ troppo estrema.
Afferra due asciugamani da bidet. Con uno si copre malamente la zona intima, con l’altro prova a coprirsi il seno, ma con scarsi risultati.
La sua quarta di reggiseno &egrave troppo grande per essere coperta da uno striminzito asciugamano da 20 centimetri di lato.
Morendo di vergogna va alla porta. Il corriere espresso la guarda sconvolto ed eccitato.
‘Pacco ‘. per la ‘ signora ‘ Alessia Rossi’ balbetta. E’ in piena erezione.
‘Lo poggi lì. Non ho mani libere’
‘Vedo, vedo.’
Il corriere poggia il pacco.
‘Dovrebbe mettere una firma qui’
A mostrare ulteriormente la sua vulva Alessia non ci pensa proprio per cui rimuove la mano che copre il seno per afferrare la penna.
Il corriere spalanca gli occhi. Alessia firma e lui, deluso, va via.
Alessia apre la scatola. Dentro c’&egrave una decina di vestiti. Su ognuno c’&egrave un etichetta con il giorno della settimana. Prende quello del lunedì.
E’ rosso. E’ Cortissimo. E’ super aderente. Lo indossa e scopre suo malgrado che non copre proprio nulla. Il vestito le va dai capezzoli fino alla vagina. Quello che in gergo viene detto ‘a pelo di fica’.
Tutta la metà superiore del seno &egrave esposta. Gli ultimi 5 centimetri del sedere sono esposti. E se si siede, beh, si vede tutto.
Il colore rosso acceso del vestito non aiuta certo a farla passare inosservata.
Alessia lo indossa. E’ molto stretto. Oltre che indecente &egrave anche scomodo. Alessia sa che dovrà fare movimenti minimi per evitare di ritrovarsi praticamente nuda.
Dopo 10 minuti &egrave sull’autobus. Affollato come ogni mattina. Di solito gli altri passeggeri ignorano la sua esistenza, ma non oggi. Oggi la guardano tutti, parlano a bassa voce indicandola. Intuisce non stiano dicendo nulla di buono.
Salgono altre persone e l’autobus &egrave veramente colmo. Alessia, schiacciata come una sottiletta, sente una mano sfiorarle il sedere. All’inizio spera si tratti di un contatto fortuito, ma quando la mano si fa più insistente &egrave certa del fatto che qualcuno la sta palpando. Poi sente una seconda mano, sull’altra natica. Proviene da una direzione diversa.
‘Bene, due uomini stanno facendo i loro porci comodi sulle mie chiappe’ pensa tra sé e sé.
Alessia non sa che fare. Non ha alcuna voglia di fare una scenata in pubblico. La scena &egrave già abbastanza degradante.
Scansa le mani dei due maniaci sperando che basti. Ma quelli le rimettono senza alcuna remora. E le sollevano il vestito. Adesso il suo sedere &egrave completamente esposto. Più di 50 persone si stanno godendo una vista mozzafiato del suo sedere con un vibratore dentro. Perlomeno &egrave spento.
Quando la sua fermata arriva Alessia scappa via più veloce che può. Si risistema il vestito ed entra in classe.
Appena entrata tutti i suoi alunni rimangono ammutoliti. La conoscono da due anni e non la hanno mai vista così.
Sa che stanno pensando. Le alunne le staranno lanciando tutti i possibili epiteti di questo mondo. Gli alunni &egrave già tanto se riescono a trattenere la bava.
Un buongiorno strozzato &egrave l’unica cosa che riesce a dire. Si avvicina alla lavagna. Alza un braccio per afferrare il gessetto posto sopra.
La tetta destra esce completamente fuori dal vestito. Adesso metà della classe ha una vistosa erezione. E l’altra metà &egrave pronta a gridare allo scandalo.
Il volto di Alessia diventa rosso come il suo vestito. Lascia cadere il gessetto per coprirsi il seno. Ora però ha il problema di raccoglierlo.
Sa di non potersi chinare in avanti, se lo facesse mostrerebbe il suo dietro a l’intera classe. Si piega di gambe. Un’errore fatale.
Quando si rialza il vestito si solleva mostrando completamente la sua vulva depilata. Istintivamente si abbassa il vestito, ma così facendo fa uscire entrambe le tette. Prova a coprirle con le braccia ma fuoriescono.
E’ paralizzata dal panico. Rimane imbambolata, in quella posizione, seminuda, sperando in un aiuto che non arriva.
‘Qualcuno mi da una mano?’ chiede debolmente.
Un alunno si alza. E’ vistosamente eccitato. La aiuta a sistemarsi il vestito, approfittando della situazione per toccarle il seno mentre la riveste. Dopodiché torna al posto.
Alessia inizia a spiegare, sapendo di avere tutti gli occhi puntati su di lei.
Alle 9:30 cambia classe. Anche qui al suo ingresso la classe rimane ammutolita.
E’ molto cauta stavolta nell’afferrare il gessetto. Inizia a spiegare. Le cose sembrano andare per il meglio quando accade ciò di peggio che le poteva accadere. Il vibratore nella sua vagina si accende. Non &egrave alla massima velocità come quello nell’ano la notte appena trascorsa. E’ lento. Apposta per farla eccitare. Alessia pensa di poter gestire la situazione e continua la lezione. Ma dopo un po’ sta sudando ed &egrave tutta bagnata.
Non sa se c’&egrave qualche correlazione, ma il vibratore passa ad un livello di velocità successivo. Inizia a contorcersi per evitare di godere. Gli alunni la guardano esterrefatti. Adesso il rumore del vibratore si sente distintamente anche all’ultima fila.
La velocità aumenta ancora. E ancora. Alessia non può evitare di gemere. Qualcuno accende la telecamera del telefono per filmarla mentre gode.
I suoi mugugni sono degni di un’attrice porno. Alessia si contorce dal piacere. E contorcendosi il vestito si sposta. Adesso solo la pancia &egrave rimasta coperta. Alessia prova un misto di sentimenti contrapposti. Vergogna, imbarazzo, umiliazione ma anche piacere, estasi, libidine.
Per aumentare il piacere si tocca il clitoride. Quello stesso clitoride dove il giorno prima era stata frustata senza pietà dal sui padrone.
Adesso contribuisce al suo piacere. Quando l’orgasmo arriva &egrave dirompente. Il più forte che lei abbia mai provato in tutta la sua vita.
Un getto di endorfine le attraversa il cervello. Se esiste un Paradiso, lei adesso &egrave temporaneamente lì.
Alessia urla. Urla come mai nessuna donna ha mai urlato. Il sui grido attraversa i muri e viene sentito anche nelle classi vicine.
Quando il piacere finisce, il vibratore si spegne. Alessia torna alla consapevolezza. E si rende conto di essere nuda. Il vestito si &egrave arrotolato sulla pancia e lei ha appena goduto davanti ad una classe di sconvolti 14enni.
Alessia si sistema come meglio può il vestito e scappa via. Come esce dalla classe, suona la ricreazione. L’intera scuola si riversa nel corridoio.
Inizia a correre schivando gli alunni che la intralciano. A metà strada incrocia Luca. Indossa il suo stesso vestito. Non arriva nemmeno a coprirgli i testicoli che infatti pendono allo sguardo di tutti.
Raggiunta la classe della terza ora spera di essere in salvo. Consegna i fogli del compito in classe, quando passa davanti al banco di Giovanni lui le da un pizzicotto su una chiappa.
‘Si ricordi il video prof’ dice con sguardo beffardo.
Stranamente Giovanni &egrave seduto in prima fila.
Alessia si siede in cattedra. Spera che così non incorrerà in altri incidenti.
Gli altri alunni iniziano a scrivere e sono chini sui fogli. Giovanni &egrave certo che nessuno lo stia guardando. Finge di andare a recuperare una penna da sotto la cattedra della professoressa. Ma quando si trova lì le sue intenzioni sono diverse. Spalanca le gambe della prof e ci infila la sua testa in mezzo. Sa di non poterla penetrare ulteriormente ma ciò che vuole fare &egrave decisamente più diabolico.
Con incisivi e canini le afferra una delle due grandi labbra. E morde. Stringe i denti come una tenaglia stringerebbero il ferro.
Alessia urla. E’ un urlo disumano. E’ un urlo di dolore, ma anche una richiesta di pietà. Si aggrappa con le unghie al legno della scrivania, ma il dolore che sta provando non può essere smorzato.
‘Vi prego, qualcuno faccia qualcosa’. Prova a chiedere aiuto.
Ma i compagni di classe di Giovanni lo temono. E’ un bullo troppo forte. Nessuno la può aiutare.
Per cui rimangono lì a fissarla. Qualcuno si masturba senza farsi vedere dagli altri. Qualcun altro fa finta di non vedere.
Giovanni continua a morderle le labbra della vagina. Quando si &egrave stancato decide di mordere il clitoride. E il dolore &egrave cento volte maggiore
‘Vi prego’ urla in lacrime ‘Qualcuno mi aiuti’.
Solo con la fine dell’ora finisce anche il supplizio.
Alessia &egrave distrutta. Si muove come uno zombie. Non sa nemmeno più se vuole continuare a vivere. Si trascina senza forze fino alla classe della quarta e quinta ora.
I ragazzi sono tutti in piedi. E nudi. Delle ragazze nemmeno l’ombra.
‘Abbiamo mandato via le ragazze prof’ dice uno ‘non volevano assistere ad un bukkake’
‘A cosa?’
‘Bukkake. E’ giapponese prof. Vuol dire che adesso lei fa una pompa a tutti noi. E noi le sborriamo sulla faccia. Quando ha finito raccoglie la sborra e se la beve tutta’
Alessia cade per terra.
‘Sì, da seduta starà più comoda. Inizi con il mio cazzo e si sbrighi. Ha solo due ore che poi dobbiamo tornare a casa’.
Il pene del suo alunno puzza. Puzza di urina, ormoni e sudore.
Alessia vorrebbe opporsi, vorrebbe dire qualcosa, magari semplicemente ‘no, brutto figlio di puttana. Rimetti quel coso a posto prima che te lo taglio’
Ma non lo dice. Non dice proprio nulla. Era questo che voleva? Essere stuprata dai suoi alunni? Essere trattata peggio di una prostituta di strada? Alessia non lo sa. Alessia non sa nemmeno più chi &egrave. E’ come se la sua volontà fosse stata uccisa il giorno prima e seppellita oggi.
Alessia sa una sola cosa. Si deve sbrigare se vuole far venire 18 ragazzi in meno di 2 ore. Sono circa 6 minuti a testa.
Alessia scopre che tutti i lori peni puzzano. E che lo sperma non ha sempre lo stesso sapore, cambia da persona a persona. Ma le fa schifo in ogni caso.
Alle 13:20 tutti i ragazzi sono venuti. Alessia raccoglie lo sperma dal viso e lo fa confluire in un bicchiere. Un bicchiere pieno di sperma di 18 persone diverse.
Dovrebbe chiedersi se ha senso ciò che sta per fare. Se non sta andando incontro a chissà quanti malattie venere.
Alessia lo beve e basta. Le viene da vomitare ma lo trattiene.
Dopodiché, si alza in piedi. Non dice una parola. E si avvia lentamente verso casa.

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