Skip to main content
OrgiaRacconti di DominazioneTrio

La professoressa schiavizzata

By 24 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Un giorno come tanti altri nella terribile classe; Alfonsa aveva le ultime due ore e questo significava che i ragazzi avevano un po’ di tempo per poterla usare, un brivido le percorse la schiena. Entro in classe, sperando che gli alunni oggi fossero tranquilli. Appena aperta la porta vide Cinzia seduta alla scrivania, al posto del professore ‘finalmente sei arrivata troia’ disse maligna’perché ci hai masso tanto tempo?’. Cinzia aveva i capelli neri e lunghi, un naso grosso come una patata ed occhi piccoli e neri.
‘Scusi maestra'(Cinzia aveva insistito perché fosse chiamata così)’avevo lezione in terza C che come sa è al piano terra e qui siamo al terzo.’
‘Niente scuse vacca, in ginocchio e vieni qui a prenderti la punizione’. Alfonsa abbassò lo sguardo, inutile dire che appena suonata la campanella si era precipitata verso la loro classe, la 5’C, e che salendo le scale a causa della fretta, del tacco dodici e della minigonna stretta che le ragazze la costringevano ad indossare, aveva rischiato di cadere e ruzzolare giù per le scale. Alfonsa sapeva sulla propria pelle che le giustificazioni anche se vere non erano ammesse ed una qualsiasi mancanza veniva punita immediatamente e severamente. Se avessero usato questa disciplina anche per fare i compiti, penso la professoressa, quella classe sarebbe stata la migliore del liceo. Dunque senza perder tempo si inginocchio e si avviò muovendosi gattoni, come faceva ogni giorno, verso la cattedra dove l’aspettava la sua padrona per la giusta punizione.
Alfonsa aveva capelli biodi e lisci, lunghi fino alle spalle, aveva occhi grandi e celesti, un delicato nasino e labbra fini e rosee. Quand’era più giovane aveva sfilato per stilisti prima locali e poi nazionali, ed aveva partecipato a vari concorsi di bellezza ottenendo sempre ottimi piazzamenti quando non arrivava al primo posto. Al liceo aveva sempre avuto successo coi ragazzi ed era stata la reginetta del ballo di fine anno. Avrebbe potuto scegliere la moda e lo spettacolo dopo il liceo avendo ricevuto vari proposte anche molto interessanti da agenti seri e professionali di modelle e showgirls. Rifiutò tuttavia queste proposte mantenendo però i contatti, infatti aveva continuato le sfilate anche dopo l’iscrizione all’università alternando gli esami alle passerelle. Aveva quindi un fisico longilineo e proporzionato, era alta con una quarta di seno che faceva sempre impazzire i giurati durante i concorsi di bellezza, lei lo sapeva e sceglieva sempre top e vestiti che mettessero in risalto il suo decolté. Il sedere era sodo ed alto e sempre al primo posto quando i giudici dei concorsi dovevano elencare le qualità della modella.
Alfonsa era una ragazza giovane pensando che era già professoressa, aveva 27 anni e quello era il suo primo incarico; era la docente di italiano dell’istituto ed aveva cinque classi. La sera antecedente il primo giorno di lavoro era andata a divertirsi in un pub molto ben frequentato; per accettare il lavoro che le era stato offerto nella pubblica amministrazione si era dovuta trasferire e ora voleva conoscere nuova gente.
In quel locale aveva conosciuto un bel ragazzo, questo le aveva strappato un bacio e poi aveva scoperto che era un alunno della classe 5’C, una delle classi in cui doveva insegnare. Quando poi il ragazzo dopo appena una settimana dall’inizio delle lezioni le presento il video girato di nascosto da un suo amico, sbiancò letteralmente: il video era di ottima qualità, certo girato con una videocamera di alto livello ed in alta definizione, e si vedeva perfettamente il suo viso e quello del ragazzo che si baciavano. In realtà era stato lui a baciare lei visto che lei non si metteva certo a baciare gli sconosciuti ma a causa dell’angolatura di ripresa del video sembrava che fossero entrambi consensienti.

‘Questo finisce su internet’disse il ragazzo’con tanto di invio al direttore del liceo ed al ministero della pubblica istruzione; che vergogna, una professoressa che bacia uno studente di 15 anni più giovane’. Alfonsa sbiancò, sarebbe stata derisa da tutti, umiliata nei tg nazionali, avrebbe perso il lavoro e la possibilità di trovarne un altro, le avrebbero tolto l’abilitazione all’insegnamento a vita, forse sarebbe anche stata denunciata, sarebbe finita in galera e ‘no penso Alfonsa, devo trovare una soluzione; se il ragazzo è venuto da me c’è un motivo, probabilmente vuole qualcosa. Si calmo per non farsi vedere tutta agitata.
‘Sai che io non ti ho baciato inoltre quando è successo ancora non ti conoscevo e non ero ancora la tua insegnante’
‘Vallo a dire alla commissione disciplinare’rispose il ragazzo’io testimonierò che già eri venuta in classe e che il bacio era consensuale e che oltre a quello ce ne sono stati molti altri; i miei amici che erano con me alla festa sono pronti a testimoniare e mi appoggiano in pieno’. Si i suoi amici, tutti compagni di classe, penso la professoressa.
‘Cosa vuoi?’ disse a quel punto Alfonsa sperando di spiazzare il ragazzo con una domanda diretta, ma il ricattatore aveva già la lista di ciò che la sfortunata professoressa doveva fare.
‘hou…’un calcio raggiunse la professoressa sulla guancia destra, il colpo fu violento ed inaspettato e la testa andò a sbattere contro la cattedra. A colpire Alfonsa era stata Cinzia, la giovane aveva aspettato che la professoressa arrivasse carponi a tiro di piede e poi le diede il benservito ‘Più veloce stronza, non posso mica aspettarti tutto il giorno’ ‘Scusi maestra’ disse Alfonsa mentre sentiva il labbro gonfiarsi’zitta troia’disse Cinzia incattivita e poi le diede un altro calcio con la suola della scarpa in pieno volto. La professoressa cadde all’indietro, distesa sul pavimento e vide che le altre ragazze si erano alzate e la circondavano. Oh no penso non di nuovo, ma subito le ragazze iniziarono a tempestarla di calci e pugni, Alfonsa si copri il viso sapendo che una ragazza particolarmente brutta di nome Erica, si divertiva a gonfiarglielo e infatti, appena un attimo dopo sentì i pugni che le si abbattevano sulle braccia; la ragazza parve contrariata dall’essere stata anticipata così passò ai calci, calci potenti che avrebbero lasciato delle ecchimosi mostruose. Intanto le altre si divertivano a saltarle addosso, tirargli pizzicotti, prenderla a calci.
Una ragazza, piatta come una tavola, inizio a prenderle a calci i seni, come fossero palloni. La professoressa aveva una quarta abbondante e come le era stato ordinato non portava il reggiseno. Aveva un fisico snello e longilineo e quando era più giovane aveva sfilato come modella. All’ennesimo calcione sul seno non resistette più e usò un braccio per coprirselo, questo offri alla ragazza che si occupava della sua testa l’occasione che aspettava e giù coi pugni ogni volta che c’era un punto scoperto. La testa inizio a rimbombargli a causa dei pugni e delle percosse quando senti una voce maschile e le ragazze smisero; un ultimo calcio sulla coscia, poi un altro sulla tetta destra, cattivo. Quest’ultimo fu così violento che Alfonsa penso che la tetta si sarebbe staccata come un pallone che si stacca dal suolo dopo un forte tiro, ma dopo il balzo iniziale e il probabile strappo di parte dei tessuti visto la violenza del calcio ed il dolore provato dalla professoressa, rimase a ballonzolare attaccata al resto del corpo. La professoressa si sentiva come se le fosse passato addosso un camion, aveva dolori dappertutto e nonostante fosse sdraiata le girava la testa. Senti in lontananza le risate delle ragazze che la insultavano ma vide nuove ombre che si avvicinavano e le coprirono il corpo: erano i ragazzi della classe che l’avevano circondata e volevano la loro parte.

Per commenti o altro: nikcoluc@gmai.com Alfonsa si era spesso domandata se era meglio il pestaggio o lo stupro di gruppo; se il pestaggio si fosse fermato ai primi dieci minuti avrebbe scelto quest’ultimo ma sapeva che non sarebbe andata così, una volta che i ragazzi finivano di usarla riceveva un altro saluto dalle ragazze.

‘Avanti stronza più veloce’ disse il ragazzo accompagnando l’affermazione con un calcio tra le costole; infatti la poveretta si era alzata carponi conoscendo i suoi doveri e iniziando a spogliarsi. Si tolse la felpa aderente rimanendo col top color rosso attillato; sapeva che adesso le si vedevano chiaramente i capezzoli. Speriamo che non siano infoiati come al solito penso Alfonsa preoccupata mentre si toglieva anche il top mostrando dei seni pieni e sodi, i capezzoli erano rosei come l’aureola che gli girava intorno, piccoli ed invitanti. ‘Avanti avanti’ nella voce dei ragazzi c’era la fretta di chi non può più aspettare. Alfonsa alzò lo sguardo e vide le patte dei ragazzi gonfiarsi delineando il membro in erezione ‘ieri sono stata tre ore e mi hanno letteralmente riempita di sperma’ pensò Alfonsa, ‘ Possibile che abbiano già recuperato? Mi fa ancora male il culo, ieri ho dovuto anche cenare in piedi perché non riuscivo a sedermi.’ Intanto si era tolta la minigonna comprata per l’occasione poi senti un qualcosa di caldo contro la guancia, si giro e vide un pene eretto che le si muoveva contro ‘mettilo in bocca’ disse il ragazzo che Alfonsa non riusciva a vedere e contemporaneamente le spinse il membro contro le labbra fini e seducenti.

Alfonsa aprì la bocca sapendo che non aveva alternative, facendo un respiro profondo come aveva imparato da tempo, e iniziando subito a succhiarlo sperando che il ragazzo non glielo ficcasse in gola. Dopo un attimo di esitazione, il pene le si fermo in bocca, Alfonsa grata inizio a usare la lingua come le era stato insegnato. Poi all’improvviso il ragazzo diede un colpo di reni ed il membro entro nella gola della professoressa con prepotenza e decisione. La poverina fu presa alla sprovvista ma non cerco di liberarsi sapendo che non avrebbero approvato. Intanto gli altri ragazzi le avevano tolto le calze a rete ed il tanga minuscolo che gli veniva imposto di indossare. Intanto veniva tastata sul resto del corpo, più mani le stringevano i seni e le tiravano i capezzoli, le toccavano le cosce ed il culo, penetravano nella vagina e strizzavano il clitoride; il ragazzo iniziò a scoparle la gola.

La professoressa veniva trattata come una bambola ripiena di gommapiuma, tastata e trattata a piacimento. Alfonsa mentre aveva la gola occupata senti altri due peni eretti contro il viso, sapeva che si stavano prenotando appena il buco si fosse liberato. Intanto ai suoi lati 2 ragazzi le avevano preso le mani ed appoggiate sui loro membri eretti, la poverina iniziò a smenarglielo, contemporaneamente Alfonsa si senti tirare dal culo e si ritrovò china a 4 zampe sempre col pene nella gola. Alfonsa che ormai era in debito di ossigeno fece per togliersi quell’affare dalla gola ma trovo l’opposizione di una mano che le teneva ferma la testa; la poverina fu presa dal panico: sapeva che quando erano arrapati non connettevano più e lei rischiava ogni volta di soffocare. Inizio cosi a spingere col collo visto che le mani erano occupate, inizio a mugulare per quanto possibile, provo ad alzare lo sguardo ma vide solo una foresta di peli neri e ritti.
Le vene del collo si gonfiarono, le pupille si dilatarono, il volto divenne blu quando senti un liquido caldo nella gola, prima una piccola quantità ma che aumentava ogni secondo. Sentì il liquido colare lentamente ma inesorabilmente nell’esofago, fortunatamente il ragazzo era venuto prima dell’inevitabile. Alfonsa inizio a tossire e ad ansimare cercando di riprendere fiato, sempre coi ragazzi che non si spostavano dalle loro postazioni privilegiate. Cercava ancora di recuperar fiato quando subito senti un pene che le si voleva intrufolare in bocca; Alfonsa scosto gentilmente la testa cercando di respirare il più possibile, ora era in ginocchio e notò che sotto di lei c’era un ragazzo tutto concentrato. Da una sensazione al basso ventre Alfonsa capi che il ragazzo le stava scopando la vagina (quando c’era entrato?) e dal dolore che provava la stava letteralmente sfondando (non poteva fare più piano? tanto non poteva certo scappare).

Approfittando di quel momento il ragazzo che le rincorreva la bocca le blocco la testa e spinse violentemente il cazzo enorme direttamente in gola alla professoressa.

Un dolore acuto e improvviso fece letteralmente sobbalzare la professoressa: le avevano penetrato l’ano. Alfonsa si stava iniziando a chiedere quando avrebbero iniziato, la doppia penetrazione era diventata ormai un’abitudine ed anche lei si era rassegnata: c’era troppi ragazzi e come tutti i ragazzi volevano tutto e subito quindi era costretta a servire più persone nello stesso momento utilizzando tutti i buchi che aveva.

Ora la scena giornaliera era completa, la professoressa totalmente sottomessa, circondata da ragazzi che attendevano che un buco si liberasse e Alfonsa che faceva godere 5 persone contemporaneamente.

Durante i primi incontri, mentre la poverina cercava di non soffocare e cercava di resistere agli assalti al culo ed alla vagina, venne ripresa in quelle posizioni assurde che venivano mantenuta per tutta la durata della lezione. Inoltre avevano approfittato della momentanea mancanza di mobilità della professoressa totalmente bloccata e circondata dai ragazzi che volevano scoparsela, per frugare nella sua borsa e scoprire cosi il luogo di residenza per poter poi eventualmente fare una visita a domicilio e controllare meglio la loro nuova preda. Adesso le ragazze(erano loro che filmavano) non si prendevano più neanche la briga di accendere la videocamera tante e tante erano le ore che già possedevano, tonnellate di filmati e foto che ritraevano chiaramente la poveretta mentre era intenta a rapporti orali, vaginali ed anali con un numero imprecisato di ragazzi.

Quel giorno però la calciatrice(come l’aveva soprannominata Alfonsa perché le prendeva sempre a calci le tette finché non penzolavano sfatte e viola come i fioroni lasciati a marcire sull’albero) era particolarmente arrabbiata perché l’interrogazione di latino dell’ora precedente non era andata come si aspettava. Si allontano dalle compagne che in cerchio commentavano il nuovo taglio di capelli di Orlando Bloom e prendendo la videocamera si avvicinò al luogo dell’orgia dove l’unica che sembrava non divertirsi era la professoressa .

I ragazzi vedendo la video camera la fecero passare: era da un po’ che non si faceva un nuovo video. La calciatrice inquadro e schiacciò rec: la poveretta in ginocchio teneva un cazzo in gola, così affondato che le palle del ragazzo le sbattevano contro il mento, aveva il collo gonfio e cercava di liberarsi come se volesse respirare ma nessuno vi faceva caso; sotto la poverina c’era un altro ragazzo che muoveva i fianchi come un ossesso e urlo la sua goduria quando inondo la vagina della professoressa. Quando usci il pene una quantità enorme di sperma usci dalla vagina, sicuramente era il prodotto di tantissimi orgasmi di più persone.

La calciatrice riprese tutto chiedendosi in quanti fossero venuti dentro la professoressa per produrre una simile cascata che colò sul pavimento. C’era già un altro ragazzo pronto ma aspetto un po’ per far riprendere quello spettacolo, poi incapace di resistere oltre si infilo sotto la poverina e ficco con un sol colpo il pene iniziando da subito a scoparla selvaggiamente. Intanto anche il culo riceveva la sua parte di colpi e sperma e appena il pene fu tolto, veloce come il vento, un altro molto prestante prese il suo posto iniziando subito a sfondare quel culo alto e sodo. Questo era uno dei peni più grossi di quelli presenti nell’aula e la ragazza inquadro per bene la potenza dei colpi e sorrise tra se pensando al dolore che provocavano alla professoressa e a quello che avrebbero provocato quando fosse tornata a casa, non si sarebbe potuta sedere fino a cena e c’erano ancora un sacco di pretendenti.

nikcoluc@gmail.com La calciatrice indugio ancora sul culo della professoressa, si avvicino e fece un bel primo piano dell’ano: la pelle era totalmente tirata, forse anche più di quanto fosse possibile, a causa dell’enorme pene che glielo dilatava totalmente; inoltre i colpi potenti e vigorosi aumentavano la tensione di quella parte delicata della pelle. La ragazza si domando ancora una volta, sorridendo tra se, che cosa stesse succedendo all’interno del culo della professoressa, quel pene era enorme e la stava letteralmente spaccando. Sarebbe stata almeno in grado di trascinarsi fino alla macchina quando avessero finito con lei? La calciatrice pensava di no.
La ragazza fece una ripresa a tutto tondo: una bellissima donna scossa dai colpi di ragazzi che la montavano senza ritegno; poteva benissimo sembrare una bambola visto che non si muoveva di sua volontà ma era sbattuta dai colpi degli uomini che la scuotevano. Sembrava una scena surreale e impossibile che accadesse. Nessuna donna si sarebbe fatta trattare così, rischiando di soffocare e rompersi irrimediabilmente l’ano e la vagina. Proprio sulla gola si concentrò la regista: c’era nuovamente un pene che impediva alla professoressa di respirare, le vene del collo erano gonfie e il viso blu. La ragazza continuo a riprendere preoccupata il viso della professoressa che era immobile se non fosse per gli scossoni provocati dai colpi del ragazzo che le scopava la gola e dai contraccolpi che provenivano dal fottio che avveniva negli altri buchi. Dovevano lasciarla respirare, letteralmente, pensò la regista, quella stronza aveva raggiunto il limite e rischiava seriamente di lasciarci la pelle; non voleva perdere il giocattolo così presto, aveva ancora tanti giochi da fare e poi non era ancora soddisfatta delle sue prestazioni: voleva staccare una tetta alla professoressa con un calcio, o almeno allungarle la tetta in modo che sembrasse che con un calcio il seno volasse via. Per questo aveva iniziato a tirare il seno della prof., in modo che il seno fosse più lungo e quindi fosse più divertente prenderlo a calci. Certo doveva dire che la prof. aveva una bella resistenza: le tirava e tirava le tette anche se quella gridava come una pazza, pero finalmente il risultato si iniziava a vedere, il seno era effettivamente sceso. Pero poi il giorno dopo si ripresentavano nella posizione originale così doveva ricominciare; tuttavia sapeva che alla lunga il seno avrebbe ceduto, inoltre da quel giorno in poi si sarebbe concentrata su una tetta sola e certo questo avrebbe portato a un disequilibrio delle due mozzarelle ma sarebbe stato divertente vedere la professoressa con un seno alto e dritto e un altro tutto afflosciato e all’altezza dell’ombelico. No, l’avrebbe mandato ancora più giù, all’altezza della fica.

Intanto i ragazzi continuavano a sostituirsi nei buchi sfatti e stracolmi di sperma della professoressa, tranne quello in gola dove c’era sempre lo stesso pene; possibile che non si accorgevano del pericolo? Perché nessuno diceva niente? Il viso della stronza era ormai violaceo e calde lacrime le rigavano le guance, perdendosi tra il mare di sborra che le ricopriva la faccia. Alla fine il ragazzo venne ma per la professoressa era troppo tardi, la poverina aveva un colore innaturale e gli occhi si erano rivoltati all’indietro. Quando il ragazzo le si tolse dalla bocca la professoressa cadde in avanti finendo sul giovane che le stava sotto e le scopava la figa. ‘cazzo’disse il giovane visto tutto lo sperma che la poverina aveva addosso, tuttavia continuò a scoparsela anzi aumento il ritmo. Il corpo della professoressa restò immobile ad eccezione dei contraccolpi che riceveva a causa dell’uso dei buchi. ‘L’avete ammazzata’ urlo la ragazza ‘siete degli” ma un ragazzo la zitti’ non preoccuparti, è un trucco che la schifosa usa per cercare di fregarci ma noi non ci caschiamo’ un ragazzo prese una siringa ed una fiala, riempi la prima col liquido contenuto nella seconda e lo inserì nel braccio della professoressa, questa si sveglio di botto, come chi fosse stato tanto tempo sott’acqua e finalmente riesce a riemergere.

‘visto?’ disse il ragazzo con l’aria di chi è abituato a quelle scene ‘tutta una montatura per cercare di riposarsi ma noi le iniettiamo un bello stimolante ed eccitante, regalo di un compagno che ha il papà farmacista, e quella torna in carreggiata pronta di nuovo a mettere a disposizione la sua gola.’
‘Che stronza’ disse la ragazza ‘le studia tutte pur di non lavorare’ intanto riprendeva il viso paonazzo e sbiancato della donna, il cuore che martellava, gli occhi aperti all’inverosimile come se volessero schizzare fuori dalle orbite, ebbe un tremore incontrollato mentre i ragazzi la trattenevano e le usciva bava dalla bocca. ‘fa tutte queste mosse per commuoverci’ disse il figlio del farmacista che intanto si era avvicinato col cazzo bello dritto pronto per il suo turno: ‘La medicina somministratale serve a dare un colpo al cuore affinché riprenda a battere ed è quindi pericolosa, ma la professoressa è ancora giovane ed in salute e non gli ha ancora fatto niente. I danni di questo farmaco sono più che altro a lunga scadenza’
‘perfetto tanto questo cesso non durerà a lungo’ disse la ragazza ‘giusto il tempo per staccargli una tetta’ penso maligna.
Alfonsa chiaramente non sapeva di ricevere il farmaco visto che glielo davano da svenuta e quando si svegliava pensava di essersi salvata perché il cuore aveva ripreso da solo a battere; chiaramente la siringa e tutto spariva e nessuno le diceva niente. Anche se avesse saputo del farmaco però avrebbe potuto fare ben poco, non aveva molto potere, anzi, le sue intenzioni non valevano un cazzo.
Dopo che la poverina si ricompose mentre i suoi buchi del basso ventre continuavano ininterrottamente ad essere usati, un nuovo membro le si presento alla bocca, Alfonsa ci mise tutto il suo impegno per farlo godere con la lingua ma alla fine anche questo le penetrò in gola togliendole il respiro: sarebbe svenuta di nuovo?

Chiaramente la professoressa non si era accorgeva di essere ripresa; inoltre le avevano mostrato solo i primi video giusto per avere una migliore presa sul loro nuovo giocattolo, ma un’intera collezione di Gigabyte restava pronta e disponibile per qualsiasi uso poteva venire in mente agli alunni. Inoltre se anche avesse visto che la riprendevano comunque non sarebbe cambiato niente. Un’idea baleno improvvisa: le avrebbero fatto girare un film porno, perché no? Gli attori maschili non mancavano e lei ormai era totalmente aperta alle scene di sesso; se avesse avuto qualcosa da ridire le avrebbero mostrato i video, altro che film porno, un solo fotogramma sparso su internet e sarebbe stata rovinata per sempre.
I ragazzi continuarono così finché non si svuotarono completamente le palle, tutti erano venuti almeno due volte ma la maggior parte aveva deciso di fare un terzo giro con la professoressa; ora che l’eccitazione iniziale era venuta meno nessuno usava più le mani della professoressa che dovette quindi prendersi tutti quei cazzi duri come rocce nei suoi buchi. Vennero così tanto che la poverina era totalmente ricoperta di sperma così come il pavimento. Un via vai di ragazzi che dopo essersi scaricati dovevano andare a pisciare si susseguiva sulla porta mentre la poverina continuava a ricevere le attenzioni dei restanti. Le posizioni che era costretta ad assumere non avevano fine: ora era stesa sul banco degli alunni, supina, e mentre un ragazzo la soffocava in gola un altro le veniva nella vagina; poi eccola stesa sulla cattedra con il culo martoriato da un ragazzo che evidentemente aveva aspettato troppo e ora si sfogava con una scopata selvaggia; poi ancora per terra, a 4 zampe come una cagna ed altro ancora. La poverina non poteva esimersi dall’assumere tutte le posizioni che le imponevano, dal mostrare la fica dilatata a tutta la classe a doversi addirittura masturbare davanti a tutti e sotto l’occhio vigile ed onnipresente della telecamera.

Dopo un’ora e mezza di sesso non stop finalmente avevano finito, un ultimo le stava giusto dando gli ultimi colpi prima di venirle nel culo. La professoressa cadde dalla scrivania su cui era stata poggiata, era ridotta da far pietà: il volto sfatto e ricoperto di sperma, i capelli tutti scarmigliati e a ciuffi che le stavano ritti sui capelli a causa dello sperma che si era seccato. Il collo e il seno erano ricoperti da sperma fresco e sotto quest’ultimo c’erano vari strati di seme seccato; il ventre era nelle stesse condizioni, così come le mani dove pero c’era solo sperma secco. La gola era gonfia e arrossata. Peggio di tutti stavano però i buchi inferiori: erano letteralmente ricoperti di sperma ed ora che non c’erano più peni a ostruirne l’uscita fiotti e fiotti di sperma presero ad uscire da entrambi i buchi creando una pozza sempre più grande vicino al sedere. Una ragazza si avvicino a quel mucchi di carne sfatta e con una pezza ripulì i 2 buchi: per un attimo furono visibili, totalmente aperti e sfatti, avevano perso tutta la loro elasticità, la pelle intorno ai buchi era di un rosso accesso, poi l’immagine scomparve perché nuovi fiotti uscivano dall’interno. La scena fu ripresa chiaramente con la video camera tra le risate generali. La pezza tutta sporca fu ficcata in bocca alla professoressa che sembrava impossibilitata a muoversi; una ragazza iniziò a pungolarla col bastone della scopa non volendo sporcarsi ‘avanti muoviti troia ti sei divertita abbastanza’ Cinzia inizio a darle piccoli colpetti alla testa col piede per vedere se era svenuta. Un piccolo movimento della testa le fece capire che la serva era sveglia, intontita, dolorante e distrutta dalla fatica, ma sveglia. Cinzia sogghignò e inizio ad aumentare la potenza dei calci ‘avanti sveglia pigrona è il momento di tornare al lavoro, ti dovrai pur guadagnare lo stipendio no?’ e tutte si misero a ridere, infatti meta dello stipendio la professoressa era costretta a darlo ai ragazzi non appena lo riceveva e buona parte di ciò che restava le veniva sottratto o tramite richieste dirette sotto minaccia di divulgare foto o sottratto direttamente dal portafoglio mentre i maschi la stupravano. Se poi non portava soldi o ne portava troppo pochi veniva pestata violentemente e costretta ad andare in bagno e ficcare la testa nel cesso mentre le ragazze tiravano lo sciacquone. I ragazzi dopo che avevano usato i buchi a loro piacimento non si interessavano più della professoressa che veniva invece presa di mira dalle ragazze della classe.

Seguendo l’esempio di Cinzia anche le altre ragazze iniziarono a prenderla a calci per farla alzare e darsi una ripulita, la calciatrice consegnò la telecamera ad un’altra ragazza non resistendo più ‘avanti stronza che ci stai facendo sporcare tutte le scarpe. Guarda che poi te le facciamo ripulire per bene con la lingua. Devono tornare come nuove’ e prese a calpestare con la suola il seno della professoressa cosi violentemente che spruzzi di sperma si sparsero per il suolo; lo fece con tutte e due le scarpe così la merdosa le avrebbe dovuto pulire entrambe le suole, glielo avrebbero dato come compito a casa: pulire le suole delle loro scarpe(si portavano il cambio per occasioni come quelle) naturalmente la professoressa si sarebbe dovuta filmare per provare che effettivamente aveva leccato e pulito le suole: prima doveva fare il primo piano delle suole facendo vedere il lerciume che c’era e poi si poteva dedicare a pulirle con la lingua.
Vista l’insistenza delle ragazze la poverina si accuccio a quattro zampe sempre aiutata dai calci delle giovani, si tolse la pezza dalla bocca dopo averla succhiata per bene come le era stato insegnato: senti un sapore di sporco , probabilmente avevano usato quella pezza per pulire le loro camere prima di portarla da lei. Succhio la pezza per bene fino all’ultima goccia togliendo con la lingua o con i denti pezzi di sporco non ben identificati se questi erano troppo attaccati. Poi con la pezza stessa inizio a pulirsi: inizio dai piedi, poi i polpacci le gambe e cosi via: dopo aver raccolto per bene lo sperma con la pezza se la metteva in bocca e succhiava oppure leccava il liquido dalla pezza e continuava cosi tra le risate delle ragazze. La parte più disgustosa per la professoressa (e già quello che faceva era disgustoso di per se) era quando doveva raccogliere lo sperma che aveva in corpo cioè dalla vagina e dal culo. Finita la pulizia infatti le ragazze controllavano che i due buchi fossero interamente ed internamente puliti per bene e cosi facendo li dilatavano e tiravano ancora di più divertendosi come se fossero fatti di gomma. Con una torcia poi esaminavano l’interno della vagina e dell’ano sputandoci dentro e se c’era traccia di sperma la professoressa veniva di filato mandata nel cesso stavolta a ingoiare direttamente l’acqua sporca della tazza dove avevano pisciato i ragazzi precedentemente e dove chiaramente non avevano tirato lo scarico. Il puzzo era infatti infernale e l’acqua di un giallo denso e scuro. Per evitarlo quindi la poveretta doveva ravanare per bene all’interno e doveva andare in profondità visto che tutti avevano un pene bello lungo e le venivano direttamente sul collo dell’utero. La poveretta per prendere lo sperma in profondità doveva quindi infilarci spesso tutta la mano assumendo una posizione grottesca e incredibile: la professoressa curva sulla fica con la mano che ci spariva dentro fino al polso: poi l’usciva e se la ficcava in bocca.
Un po’ più difficile era per il culo a causa della posizione più scomoda tuttavia Alfonsa non si abbatteva e riusciva in qualche modo a infilarci la mano e prendere il liquido interno. Nel culo era più difficile perché lo sperma era ancora più in profondità visto che i peni non erano bloccati dall’utero e potevano così infilarsi per tutta la loro lunghezza e li c’erano dei peni veramente enormi e lunghi: Alfonsa era stata proprio sfortunata: una simile quantità di peni da concorrere con quegli degli attori porno era incredibile. La professoressa controllava sempre due volte nei buchi interni per essere sicura che non ci fosse più niente visto che dopo un’ora e mezza di scopate la sensibilità anale e vaginale erano quasi sparite. Controllava bene perché le sue alunne erano molto esigenti e severe ed una piccola macchia biancastra nei buchi le faceva vincere l’acqua del cesso condita col piscio di tutti i ragazzi dell’aula.

Per gli strati che ormai si erano seccati doveva invece strofinare forte e poi raccogliere anche i pezzettini che finivano sul pavimento. Quando finiva col suo corpo doveva passare al pavimento, e le bidelle si domandavano perché il suolo dell’aula 5C fosse sempre lustro e lindo. In realtà quando aveva due o le terribili tre ore nell’aula la professoressa si presentava a scuola appena aprivano i cancelli e correva a pulire il pavimento della 5’C prima che arrivassero gli alunni visto che finiva sempre che poi doveva pulirlo con la lingua. Non che cambiasse molto visto che poi arrivavano gli alunni con le scarpe eccetera ma le sembrava che cosi almeno facesse qualcosa per limitare i danni.
Quando c’era un’ora invece i ragazzi diligentemente le venivano dentro ordinatamente in fila sapendo che poi c’era poco tempo per pulire; subito poi si vedeva la professoressa a ravanare gli interni per l’ispezione e poi qualche leccata con la lingua per terra qua e la dove era colato un po’ di sperma aiutata dai calci e pizzicotti delle sue allieve. Inutile dire che in quest’ultimo caso la quantità di sperma nei tubi era incredibile, quando poteva finalmente alzarsi dalla posizione in cui la scopavano metteva la mano a coppa sotto il tubo interessato e vedeva riempirsi la mano immediatamente. Lei bloccava il flusso con l’altra e succhiava dalla mano a coppa e poi riprendeva l’operazione. Anche queste scene erano state registrate fino alla nausea e ce n’erano un fottio: la professoressa che ingoiava i litri di sperma che le uscivano dal culo e dalla vagina.
Finito di pulire e passata l’ispezione le ragazze si sfogavano sulla professoressa per i loro problemi amorosi, i disagi fisici, le liti coi genitori o guai scolastici tramite insulti, botte e umiliazioni. Nella sua materia avevano tutti otto, l’avevano ottenuto lavorando indefessamente sul corpo della professoressa che chiedeva almeno qualche sette ai più ciucci per salvare la faccia, ma le ragazze avevano continuato a martoriarla e pestarla fino a farle cambiare idea. Gli alunni erano d’accordo che ce ne sarebbe stato un altro per avere tutti 10. . I voti sul registro li decidevano loro ed erano sempre loro che li scrivevano sul registro.
La professoressa ebbe venti minuti per pulire se stessa e poi il pavimento, però visto che era l’ultim’ora aveva qualche minuto in più. Non che fosse un vantaggio perché le ragazze le tenevano compagnia fino all’ultimo secondo inoltre proprio perché era l’ultim’ora non si curavano se risultava più pestata e arruffata del solito, anzi non l’avrebbero fatta uscire sporca così com’era (ma un giorno l’avrebbero fatto) solo che volevano vederla ingozzarsi di tutto quello sperma.
La poveretta poteva poi sgattaiolare fuori dall’aula nascosta nel giubbotto e dal cappello, sperando di non essere vista, e uscire correndo dalla porta di servizio per fiondarsi in macchina parcheggiata prudentemente dalla professoressa affianco alla detta porta.

Quel giorno però un paio di ragazzi si avvicinarono alla professoressa che china sulle ginocchia si affannava a raccogliere lo sperma dal pavimento con la lingua visto che il tempo stringeva mentre circondata dalle ragazze veniva derisa. La posizione carponi favoriva soprattutto la calciatrice che vedendo le tette appese e ciondolanti le prendeva a calci con insistenza.
L’accordo tra i due gruppi sessuali era che le ragazze avevano il primo tempo (breve), poi era il turno dei ragazzi che potevano usarla fino a svuotarsi e poi di nuovo le ragazze per aiutarla a pulire tutto lo schifo che aveva lasciato. Tuttavia i 2 ragazzi furono fatti passare senza commenti per 2 ragioni: la prima era che avrebbero recato un maggior danno alla professoressa e la seconda era che giocavano a calcio, erano alti, atletici coi capelli lunghi e facevano strage di cuori anche tra le alunne della 5C, anzi alcune invidiavano la professoressa che riceveva quei cazzi e non capivano cosa aveva da lamentarsi, glielo avrebbero dato loro poi un motivo per farlo.
I due quindi si fecero avanti sorridendo alla professoressa che scoccava occhiate frettolose all’orologio e non si era accorta dei nuovi venuti. Prima che i ragazzi la prendessero intervenne Cinzia in qualità di capogruppo delle ragazze ‘Che ci fate qui? Avete avuto la vostra parte.’
‘Dai Cinzia’ dissero sorridendo ‘il cazzo tira e vogliamo un’ultima galoppata prima della fine delle lezioni. Se ci lasci fare ti procuriamo per te e le tue amiche i biglietti per la prossima partita’ A Cinzia non gli importava della partita in se, ma vedere cosce muscolose e sudate con la possibilità di una sortita nello spogliatoio era un’altra cosa.
‘Va bene’ disse con una punta d’invidia

I due sorridendo si avviarono verso la professoressa che era tutta concentrata a leccare lo sperma dal pavimento. La poveretta vide le scarpe dei ragazzi che si avvicinavano ma continuò a lavorare visto che il tempo stringeva e se non avesse finito entro la campanella oltre al rischio di essere scoperta(visto che poteva vestirsi solo dopo aver pulito tutto) veniva accompagnata al cesso dove doveva bere l’acqua del water che intanto si era fatta ancora più gialla e puzzolente.

Alfonsa si domandava se non prendessero qualcosa anche per accrescere le dimensioni dei peni tanto erano larghi e prestanti.
Manuel e Jose erano calciatori ed assidui frequentatori di palestre. Prendevano steroidi ed anabolizzanti per pomparsi che però gli causavano disturbi sessuali come una eccessiva eccitazione, necessità di una maggiore e più lunga stimolazione ed una eiaculazione incredibilmente abbondante e calda. Chiaramente era la povera professoressa che doveva sorbirsi tutti questi disturbi ed anzi a Jose e Manuel andava anche bene come al resto della classe che si divertiva a vedere la professoressa che letteralmente li implorava, mentre la montavano, perché le venissero finalmente dentro. Addirittura durante quei momenti oltre alle implorazioni chiedeva se potesse fare qualcosa per farli venire prima. I ragazzi ridevano e la montavano con maggior ferocia ‘Che gran cagna’ pensavano le ragazze ‘cercare di sedurre i nostri compagni vecchia com’è; ma le insegno io la buona educazione’ e giù a pensare a nuove umiliazioni e punizioni.

Uno dei ragazzi si sposto per prenderla da dietro seguito con la coda dell’occhio dalla professoressa che iniziava a preoccuparsi. Il ragazzo di nome Manuel aveva un bel cazzone largo che faceva disperare la professoressa ogni volta che lo usava. Quel giorno il ragazzo era già venuto 3 volte ed ora avrebbe usato il culo di Alfonsa per un quarto gol. Appena appoggio la punta del pene sull’ano rosso e martoriato che iniziava appena a richiudersi, la poverina alzò la testa ‘non vale, il turno di voi ragazzi è finito’ e subito giù una valanga di fischi e calci da parte delle ragazze. Intanto Jose, l’altro ragazzo ancora più alto e con un pene ancora più abbondante, le prese la testa sotto la scarpa e la spiaccicò severamente contro il pavimento ancora lordo di sperma ‘zitta troia, a me e Manuel ci è venuta voglia e tu te lo prendi e zitta altrimenti lo sai come ti riduciamo’ intanto le ragazze si erano avvicinate e le davano pugni sulla schiena nuda insultandola ‘troia, sei una troia, come osi parlare così a Manuel e Jose? Dovresti essere grata solo che ti pensano, altro che il privilegio di essere usata come anfora per contenere il loro sperma. Ti è piaciuto farti scopare prima? E ora te li pigli di nuovo in culo e guai a te se fiati, maiala’; la calciatrice che era rimasta dietro si inginocchiò dietro al muro di ragazze che circondavano la professoressa ed infilò una mano tra le gambe della compagna che le stava davanti e dava pugni sulla schiena della professoressa. Arrivo fino al seno di Alfonsa, poi intercettò il capezzolo che ballonzolava e lo strinse forte tra pollice e indice. La professoressa sobbalzo e mando un urlo cercando di contenersi visto che l’aula non era insonorizzata. La calciatrice soddisfatta diede un altro pizzicotto e tiro forte tenendo la tetta solo per il capezzolo. Soddisfatta dell’urlo di dolore della professoressa si alzo come avevano fatto le altre sue compagne, ora c’era solo Jose che con un piede le schiacciava il volto sul pavimento sporco e con una mano le teneva ferme le mani dietro la schiena. Intanto Manuel aveva iniziato a montarla da dietro indifferente a quello spettacolo. La schiena della professoressa era tutta rossa e martoriata, si vedevano i segni dei pizzichi e delle manate che aveva ricevuto ma Manuel aumento il ritmo spaccando il culo della povera professoressa che gemette tutta rigida per il dolore. Le tette balzavano avanti e indietro al ritmo dei colpi secchi di Manuel viste con rabbia e invidia dalla calciatrice. Tuttavia quest’ultima si consolava e sorrideva nel vedere le chiare macchie viola sui seni che sembrava formassero un’unica macchia tante erano poche le zone di pelle chiara. C’era un netto contrasto tra i seni quasi totalmente di un viola scuro con il resto del corpo che era si rosso e violaceo ma c’erano molte zone più chiare, inoltre l’intensità del colore era totalmente diversa, quella del seno era molto più scura. Anche un capezzolo aveva iniziato a scurirsi.
Dopo una serie di colpi selvaggi Alfonsa sentì un liquido caldo nelle profondità del culo, Manuel aveva finito. Jose la lascio conscio che non si sarebbe mossa e le si posizionò dietro.
Come detto Manuel e Jose prendevano steroidi ed anabolizzanti che gli causavano disturbi sessuali come la necessita di una più prolungata e più lunga stimolazione per avere una eiaculazione per questo scopavano i buchi della professoressa per un periodo di molto superiore agli altri ragazzi, avevano infatti bisogno di scopare piu a lungo e con maggior frequenza ripetto agli altri, per loro l’arrivo della professoressa era stata una vera manna dal cielo; per la professoressa invece la presenza di Manuel e Jose nella classe era un vero e proprio incubo con cui doveva convivere ogni giorno, il tutto ovviamente ripreso dalla telecamera dei ragazzi.

Con un colpo improvviso Jose le fu dentro, strappandole un gemito di dolore, e poi iniziò a muoverlo dentro la professoressa per tutta la sua lunghezza: lo usciva fino alla cappella e poi lo reinseriva violentemente dentro ignorando le proteste del corpo della professoressa dinanzi a tale ferocia e dimensione. Intanto la professoressa aveva iniziato a lacrimare per il dolore profondo, Il pene era davvero lungo e grosso e le sembrava la stesse scopando dentro tutta la metà inferiore della schiena. Per cercare di resistere inizio a pensare ad altro, vide lo sperma sul pavimento e riprese a leccarlo e succhiarlo quasi con avidità, inoltre il tempo per pulire il pavimento stava per scadere. ‘Ehi che gli è preso alla cagna? Gli è venuta sete all’improvviso?’ e giù tutte a ridere. Jose indifferente di ciò che faceva la professoressa con la lingua continuò a montarla alternando ficcate lente e violente, ad altre rapide e veloci. Intanto le ragazze aveva uscito i telefonini ed insieme alla videocamera riprendevano il comportamento sconcertante della professoressa ridendo ed insultandola.
Il dolore nel culo di Alfonsa aumentò ancora e la professoressa cerco di dimenticarlo riempendosi la bocca dello sperma sporco del pavimento.
Le si avvicinarono al volto che si trovava a 2 cm dal pavimento le scarpe di una ragazza che calpestarono il seme che era davanti al naso della professoressa. Quest’ultima non sapendo che fare iniziò a baciarle i piedi affinché le lasciasse finire il lavoro di pulire il pavimento già così faticoso. disse la ragazza alzando la scarpa. La professoressa meccanicamente alzò il volto all’altezza della suola e la inizio a leccare: lo sperma che prendeva era ora condito di piccoli granuli di sporcizia non identificata. Poi fu il turno deii’altra scarpa. Quando abbassò lo sguardo la professoressa vide che anche 4-5 ragazze avevano iniziato a pestare lo sperma rimasto: una pozza circolare di circa mezzo metro di diametro. Ora però lo sperma era di un colore grigiastro con punti neri. Le altre avevano anche iniziato a sputarci sopra. Un conato di vomito arrivo alla professoressa, lo stomaco le si ribaltava ma resistette.. SE AVESSE VOMITATO SAREBBE STATA LA FINE. Un dolore acuto le ricordo la presenza di Jose: aveva aumentato la velocita, segno che stava per venire. Il dolore era fortissimo e per un attimo la professoressa non riuscì a muoversi; sembrava le stesse andando a fuoco il culo. Non c’era più tempo, si chino mentre Jose le sfondava il culo e iniziò a leccare e succhiare lo schifo che c’era sul pavimento, con un calcio in faccia le ragazze le ricordarono che prima c’erano le loro suole: erano in 5 quindi Alfonsa pulì 10 suole che grondavano di robaccia grigia e schifezze varie. C’era anche una gomma attaccata alla suola, era tosta e dura, doveva essere attaccata li da parecchio ‘tirala via e ingoiala’ disse Cinzia che aveva notato la scena.
Alfonsa, disgustata, stacco coi denti la gomma che ormai era un pezzo piatto nero e duro, lo spezzo coi denti per non soffocare ma rischiando di vomitare, penso all’ora che stava per finire e resistette, riprese con le suole, fortunatamente non ci furono altre gomme. Finite le suole riprese col pavimento, sentì un fiume caldo e denso nel culo, in profondità, finalmente Jose era venuto ‘cazzo avevi deciso di spaccarmi?’ penso la professoressa senza fermarsi, mancava un minuto. Applico la bocca a ventosa sul pavimento e iniziò a succhiare e cosi per tutta la pozza che era diventata piccolissima. La campanella squillò esattamente nello stesso istante in cui la professoressa staccò la bocca dal pavimento, c’è l’aveva fatta.
‘E brava la nostra maialina’ disse Cinzia ‘hai pulito il pavimento che sembra lustro al limone’
‘grazie maestra’ rispose Alfonsa ansando e cercando di evitare un conato di vomito. Almeno aveva evitato di bersi l’acqua del cesso. ‘posso alzarmi?’ chiese la serva
‘certo prima però voglio controllare bene l’interno, non vorrei fosse rimasto qualcosa’
Alfonsa sbianco e per un po non seppe che dire, le ragazze si avvicinarono sentendo odore di divertimento e umiliazioni.
‘ma’ma..’
‘che fai troia, non mi hai sentito? Sulla cattedra e apri le cosce che voglio controllarti dentro’
‘padrona, il controllo l’avete già fatto’
‘che fai maiala discuti? Tanto piacere che già è stato fatto ora lo rifacciamo.’
‘Padrona per pietà ho fatto tutto quello ce mi era stato detto, sono distrutta’ dicendo questo Alfonsa si chino piangendo sui piedi di Cinzia baciandoglieli.
‘zitta maiala’ disse Cinzia dandole un calcio tra le risate generali ‘lo sai che devi essere linda e pinta quando suona la campanella e la regola vale anche per i tuoi buchi. Ora sali sulla cattedra e spalanca le gambe che ti faccio un bel controllo e poi ti punisco perché non hai seguito subito l’ordine’
Alfonsa abbassò lo sguardo sconfitta ‘si padrona’
Si sedette sulla cattedra spalancando le cosce come le era stato ordinato ‘brava maiala, dopo ti meno per il ritardo’ disse Cinzia dandole una manata sulla fica, Alfonsa gemette ‘oh, ma cosa abbiamo qui?’ disse la calciatrice spalancando l’ano della professoressa ‘sembra un liquido biancastro, sperma’ affermo una ragazza ridendo ‘prendilo e sbattiglielo in faccia a questa puttana’ aggiunse un’altra, ‘io le mani li non ce le metto, cazzo fa impressione tutto rosso e pulsante, ma che cazzo.’ Le ragazze risero vedendo le condizioni delle interiora della professoressa.
‘Cos’hai dentro troia?’
‘è sperma maestra’
‘brutta vacca, quindi lo ammetti. Possibile che non riesci a tenerti pulita per cinque minuti? Comunque vedrai che ora te lo facciamo capire noi che succede a disubbidirci. Manuel, Jose, dobbiamo punire la serva, potete venire con noi?’.
Per non aver rispettato gli ordini rivevuti Cinzia(la capogruppo delle ragazze) decise di punire la serva ed aveva chiesto aiuto a Manuel ed Jose, due prestanti ragazzi della classe “Manuel, Jose, dobbiamo punire la serva, potete venire con noi?’
‘certo’ risposero i ragazzi che conoscendo la punizione che aspettava la professoressa per non essersi pulita nell’ora stabilita la portarono nel bagno degli uomini e nello specifico nel cesso dove avevano pisciato per tutta la giornata senza tirare lo scarico. La campanella era suonata quindi gli studenti erano già tutti fuori, avevano una quindicina di minuti prima che passassero i bidelli. La professoressa fu trascinata fuori nuda da Manuel e Jose circondati dalle ragazze; qualche ragazzo li seguì per assistere all’ennesima umiliazione della professoressa. Entrarono nei bagni e poi nel cesso fetido, c’era una puzza incredibile, l’acqua del cesso era scura scura, color del rame ‘cazzo che schifo’ disse Cinzia poi si rivolse sorridendo alla professoressa che stava in ginocchio ai suoi piedi ‘sei fortunata, un bel po’ di fanta tutta per te, forza inizia’ ringhio.
Alfonsa fu cosi costretta a bersi l’acqua gialla del cesso; quando aveva un attimo di esitazione Cinzia le gridava nelle orecchie:’troia che aspetti afferra il bicchiere e ingoia’.
Dopo un po i ragazzi e le ragazze se ne andarono stufi di vedere la veccha ubriacona che si scolava bicchieri di piscio, tutti risero e la salutarono dicendo ‘a domani, a domani’ così Alfonsa rimase sola ed inebetita con la testa nel cesso, sapeva che doveva andarsene in fretta ma non riusciva a muoversi, il corpo era come bloccato, non riusciva neanche ad alzare la testa ed uscirla dal water, fece per alzarsi ma le giro la testa e cadde di nuovo con la testa nella tazza andando a battere nuovamente contro la dura ceramica. Senti dei passi nei corridoi, erano i bidelli che dovevano controllare i bagni: trattene tutto nel suo stomaco, tiro lo scarico(aveva recuperato le forze) si mise il cappotto lungo sulla pelle nuda fece un fagotto coi suoi abiti si mise il cappello e usci velocemente urtando contro i bidelli che stavano entrando. Corse alla macchina e fortunatamente non incontro nessuno lungo il tragitto. Entro velocemente in macchina e accese il motore, si fermo un attimo con il cuore che le batteva a mille, appena seduta una fitta ai buchi inferiori la colpi come se l’avessero impalata su una sequoia gigante, eppure senti un brivido di piacere lungo tutto il corpo. Sconcertata Alfonsa ingrano la prima e partì, domani aveva altre 2 ore.

Alfonsa sapeva di essere stata molto sfortunata entrando in quella classe, non solo i maschi erano dei bastardi sempre arrapati ma avevano anche degli attrezzi da attori porno, potevano partecipare ai campionati dei peni se mai esistessero; per non parlare delle ragazze che erano sadiche e violente.
Tra i ragazzi Manuel e Jose erano certamente tra i più prestanti ma incredibile a dirsi non erano al primo posto né come ampiezza che come lunghezza. Tuttavia si piazzavano a pari merito al terzo posto(anche se quello di Jose era leggermente più lungo ed ampio di quello di Manuel.) Anche se Jose era di pelle scura, color del cioccolato, non era il più dotato della classe.
Al secondo posto c’era Rio, bello e impossibile, era la mente del gruppo maschile ed aveva una forte influenza soprattutto su Cinzia e Sonia, influenza che usava per monopolizzare la professoressa almeno finché i ragazzi non avessero finito con lei. Alto e bello, aveva capelli lunghi e neri, ampie spalle ed un fisico muscoloso anche se non pompato come quello dii Jose e Manuel. Giocava a calcio insieme a Manuel e Jose ma si diceva che avesse già un contratto per l’anno prossimo con una squadra in serie C che aveva ottime possibilità di salire in B. Si diceva che avesse chiesto di essere seguito dai suoi amici e la squadra lo voleva così tanto da accontentarlo. Il pene come avrete immaginato era enorme, ed era l’incubo della professoressa. Ogni volta che Rio lo piazzava nella professoressa, questa strillava come una matta e solo la spugna sporca in bocca e l’essere tenuta ferma dagli altri ragazzi le impediva di urlare ed agitarsi. Col passare del tempo e delle scopate la professoressa si era poi abituata alle dimensioni massicce e solo un lieve tremito del corpo, il tendersi dei muscoli ed un dolore atroce che traspariva dal viso erano il segnale che Rio si era infilato nel buco della culona. Alfonsa per nonostante la maggior dimensione del pene, preferiva Rio a Manuel e Jose in quanto quest’ultimi, come detto, avevano particolarita che le distruggevano i buchi.
Al primo posto nella classifica dei peni giganti c’era Taino, un ragazzone tutto ciccia e brufoli, col faccione tondo, gli occhiali ed i capelli sempre sporchi ed appiccicati al viso. Prima dell’arrivo della professoressa (quindi fino all’inizio del quinto anno) era considerato lo sfigato della classe e preso in giro per il corpo tondo, flaccido e sempre sudato. Le ragazze poi gli stavano alla larga, a parte insultarlo e ridergli alle spalle a causa del fisico. Alla prima orgia era stato fatto attendere per ultimo e solo dopo che gli altri avevano fatto minimo 2 giri a testa gli fu permesso di avvicinarsi alla professoressa, ma quando si spoglio mise in campo un mostro enorme, era di gran lunga il più lungo e grosso.
Da allora Tanio fu ben considerato dai ragazzi ed anche dalle ragazze, soprattutto perché faceva urlare come una pazza la loro professoressa che implorava Tanio di non metterglielo in culo; anzi, iniziò addirittura a essere lei a chiedergli di metterglielo in bocca tanto aveva paura del pene di Tanio; ogni volta che il pene di Tanio le si avvicinava, lo guardava con terrore e angoscia.
Tanio era un tipo che non si formalizzava se sfondava l’ano o la bocca, gli interessava solo un buco da scopare e poi la professoressa era la prima ragazza che lo trattava gentilmente quindi la accontentava quasi sempre. O meglio l’avrebbe accontentata se non si fossero intromesse le ragazze che con moine varie incitavano Tanio a metterlo in culo alla professoressa. Tanio totalmente rincoglionito ed arrapato da tutte quelle femmine che gli si strusciavano addosso non capiva più niente e prendeva a scopare selvaggiamente il primo buco che aveva davanti che guarda caso era il culo della professoressa, sapientemente piazzato lì dalle ragazze.
Fortunatamente per Alfonsa Taino l’aveva talmente grande che le apriva completamente il culo e tanto era sfatto che gli altri si lamentavano della mancata aderenza cosi a Taino veniva lasciata la bocca; però quando tutti avevano finito col culo della professoressa a Tanio glielo ripresentavano per l’ultima scopata del giorno. Così il culo diventava sfatto e rotto almeno per il resto della giornata, quindi se qualcuno voleva ancora divertirsi con la maiala doveva usare la vagina e la gola.

3
4

Leave a Reply