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Racconti di Dominazione

La punizione aziendale

By 1 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

L’invito era giunto improvviso. L’ingegner Rossi, l’amministratore delegato dell’azienda, aveva invitato nella sua villa Roberto e Maurizio, i due giovani responsabili della contabilità, con le rispettive mogli. Le due coppie erano ben conosciute da tutto il personale. Giovani, vivaci e belle non nascondevano la loro esuberanza sotto tutti i punti di vista. Anche il direttore tecnico Marini era stato convocato a questa riunione molto privata.
‘Non capisco la necessità di convocarci nella sua villa con le nostre rispettive mogli ‘ disse preoccupato Roberto a Maurizio, il suo collega della contabilità – . Mia moglie Raffaella è una donna molto introversa e non vuole avere intrusioni nella sua vita privata da parte di persone del mio lavoro. Dovrò convincerla.’. Effettivamente Raffaella, che Maurizio conosceva appena, era una bellissima donna. Bionda, con un corpicino da sballo, era una ex modella. Aveva deciso di abbandonare il mondo della moda per diventare esclusivamente la moglie di Roberto.
Anche Francesca, la moglie di Maurizio, era una bellissima femmina. I lunghi capelli neri facevano da cornice a un bellissimo volto dove gli occhi azzurri, grandi ed espressivi, le davano un fascino da cerbiattina. Anche il corpo era da sballo: gambe lunghe e affusolate, due seni slanciati verso il cielo e un culetto da sogno. Insomma una gran figa. E anche lei era indispettita dal dover partecipare a quella che riteneva sarebbe stata una noiosissima cena di lavoro con il panciuto amministratore delegato e il viscido direttore tecnico. In più detestava Rossi. ‘Ogni volta che mi vede ‘ disse al marito – mi mette a disagio: si nota subito che mi spoglia con gli occhi e non riesce neppure a nascondere una squallidissima eccitazione. Non escluderei la possibilità che ogni volta, dopo avermi vista, cavalchi con la fantasia e si faccia una sega pensando al mio corpo e a tutto il resto’.
Lo stesso trattamento l’amministratore, insieme a Marini, lo riservava anche a Raffaella, che proprio per questo motivo si rifiutava di partecipare alla strana riunione.
‘Non riesco a convincerla ‘ disse Roberto a Maurizio ‘ teme di non riuscire a nascondere la sua insofferenza nei confronti dei due direttori e quindi teme di intralciare la mia carriera. Stasera spero di convincerla’.
Alla fine, in cambio della promessa di uno splendido weekend in montagna, Roberto era riuscito a convincere la moglie a partecipare alla serata.
Anche Francesca, che aveva avuto degli strani presentimenti, aveva cercato di convincere Maurizio a non portarla alla cena. Ed aveva elencato al marito una serie di scuse da presentare al boss. Alla fine, però, anche lei aveva desistito e aveva accettato.
‘Amore, come pensi dovrei vestirmi stasera?’ ‘ chiese Francesca a Maurizio. ‘Amore, lo sai che qualsiasi abbigliamento tu scelga sarai bellissima.’ ‘Va bene. Mi vestirò, però, soprattutto pensando al dopocena con te’… Maurizio capì il messaggio e si eccitò.
Appena arrivati nella villa si accorsero subito che si stava preparando qualcosa di strano. Mancava la servitù e il tavolo imbandito era stato preparato da due servitori negri. Raffaella era già arrivata in compagnia di Roberto e, bellissima e imbronciata, era seduta in un angolo della enorme sala. Era splendida e indossava un cortissimo vestito bianco che esaltava le sue forme che si intravedevano assai bene. Roberto cercava di nascondere il nervosismo della moglie chiacchierando con noncuranza con il direttore tecnico. Francesca era anche lei nervosissima: il suo completino nero faceva fatica a nascondere, per le sue trasparenze, le sue splendide fattezze.
La cena ebbe inizio e subito i due direttori esternarono pesanti apprezzamenti sulle due ospiti. Raffaella e Francesca manifestarono subito dei chiari segni di insofferenza ai quali fecero riscontro commenti ancora più pesanti da parte dei due uomini. E intanto aumentava la quantità di vino e altro che le signore dovevano continuamente ingurgitare per compiacere agli insistenti inviti dei due dirigenti.
Il primo segnale di cambiamento del clima della serata si ebbe quando, con enorme imbarazzo delle due giovani donne, i due inservienti negri si presentarono con le solite bottiglie di champagne indossando solamente piccolissimi tanga che a fatica nascondevano membri dalle dimensioni veramente notevoli. Francesca, e soprattutto Raffaella, sulle quali gli effetti dell’alcol cominciavano a fare effetto, non riuscivano a nascondere un grande imbarazzo mescolato a turbamento.
Fu a questo punto che Rossi, in un silenzio glaciale, iniziò a spiegare il motivo per cui le due giovani coppie erano state invitate a quella splendida serata.
‘Mi risulta, o meglio ho fatto risultare, dei notevoli ammanchi di cassa e numerosi mancati pagamenti. Fatture regolarmente pagate dall’ufficio contabilità non sembrerebbero invece essere da voi due effettivamente registrate. Ovvia la complicità dei fornitori che testimonierebbero in qualsiasi momento la vostra disonestà nei confronti dell’azienda. Ora quindi voi due rischiate il licenziamento, la denuncia e la sicura condanna. Non penso che le due vostre graziose mogliettine sarebbero molto contente di vedervi entrambi per un lungo periodo segregati in qualche carcere del nostro Meridione. Tutto ciò potrebbe però essere evitato” Si interruppe in attesa di qualche nostra domanda. E Roberto, infatti, dopo aver appena sussurrato un ingenuo ‘Non capisco” chiese: ‘Cosa c’entrano le nostre mogli?’
Fu il viscido direttore tecnico a dare la risposta che i due contabili temevano. ‘L’amministratore delegato ed io siamo convinti che le vostre due belle mogliettine non potrebbero non aiutarvi in questo difficile momento. Come? Semplice, accettando di farci trascorrere una splendida serata: sono due splendide donne e ancor più due femmine eccezionali. Insomma, devono accettare, senza limiti, di soddisfare alcune nostre voglie un po’, diciamo, particolari’. Solo così eviterebbero ai loro maritini di ritrovarsi in carcere per qualche anno. Vi è tutto chiaro?’
Francesca era ammutolita. Raffaella, invece, non riuscì a trattenere un ‘Maledetti bastardi’. Fu l’amministratore che subito la censurò. ‘No, signora Raffaella, allora non ha ancora capito’ Non deve fare così’ Anzi, per iniziare il gioco che faremo, per prima cosa sarà proprio lei a levarsi una cosa: voglio essere generoso, all’inizio. Si tolga quelle splendide scarpette a spillo. So che a lei, ex modella, ciò costerà un po”
‘Amore, andiamo via, ti prego. Se ubbidisco ho paura che dopo non ci sarà per me più scampo’. Roberto era frastornato. Gli sembrava di vivere un incubo. Fu capace solo di sussurrare alla moglie disperata un flebile ‘Amore, ti prego, cerca di capire” Raffaella, rabbiosamente, di scatto si levò le due scarpette bianche con il tacco a spillo e rimase, così, scalza. Sarebbe stato per lei, questo, l’inizio di un incubo.
Francesca, nel frattempo, era rimasta silenziosamente a guardare. Sapeva che presto sarebbe toccato anche a lei.
Fu a questo punto che Rossi iniziò a svelare i suoi turpi pensieri. ‘So che voi tutti avete frequentato l’università. Siamo certi che voi due in particolare, da studentesse universitarie, avrete partecipato a quelle belle feste dove i maschietti si inventavano i più strani giochetti per mettere a nudo, in tutti sensi, le belle compagne di facoltà. A me piace in particolare lo strip-poker’ ‘. Federica e Francesca capirono e trasalirono. Ricordavano benissimo i pesantissimi pegni che avevano dovuto subire a quelle feste dove chissà perché loro perdevano sempre e alla fine non si contavano i pompini che avevano dovuto fare e le sborrate che, volenti o nolenti, avevano dovuto sorbirsi. La goliardia non aveva allora limiti e per le belle matricole era una consuetudine, almeno per una volta, sottostare alle voglie più peccaminose degli anziani della facoltà. Altri tempi però e, soprattutto altri uomini
‘No, direttore, ma questa volta lo strip non lo farò’ esclamò Francesca, furente. E Federica, stizzita, aggiunse: ‘ Non vedrà nemmeno un centimetro del mio corpo, non si masturberà su di me’. ‘Vedremo, vedremo” replicò l’amministratore. Ed estrasse dal cassetto un nuovo fiammante mazzo di carte. ‘Chi vince la mano ha il diritto di scegliere la vittima che dovrà levarsi un indumento. In caso di bluff scoperto la pena sarà doppia. Tutto chiaro?’
Federica, come risposta sussurrò al marito: ‘Ti prego, portami mia” Ma per la prima volta mostrava una certa rassegnazione. Francesca, invece, rimase silenziosa, ma la sua ira era evidente.
‘Tris d’assi – annunciò il direttore tecnico ‘ e ho il sospetto che nessuno mi batterà’ Vero Federica?’ Era lei infatti la prima vittima. ‘No, non posso, vi prego”, sussurrò flebile la giovane donna. ‘Le regole sono chiare – tagliò corto Rossi – . Quindi, signora, a sua scelta’. Questa, a dire il vero, non era molto vasta. E così si scoprì che la bella moglie di Roberto usava delle bellissime calze autoreggenti bianche. Se le sfilò contorcendosi tutta, sforzandosi il più possibile di non mostrare nulla di quello che si intravedeva sotto il bellissimo ma anche cortissimo abitino bianco. A questo punto tutti notarono un crescente nervosismo da parte di Francesca. Si capì più tardi il motivo.
‘Rilancia? Non le credo carissima signora, e la vedo.’ Francesca sapeva di essere lei la successiva vittima e aveva tentato un velleitario bluff miseramente scoperto dal sempre più eccitato Rossi. ‘Doppia pena, Francesca, mi dispiace’ ‘ sogghignò l’uomo esibendo un tris di re che cancellava la misera doppia copia della moglie di Maurizio. La quale, purtroppo, non proponeva un abbigliamento adatto a quel tipo di serata. Anzi a quel tipo di gioco. Se infatti non fu fastidioso, come lo era stato per Federica, levarsi le bellissime scarpe nere a tacco a spillo vertiginoso, ben più imbarazzante era fare a meno del secondo indumento che, per il bluff scoperto, doveva essere sacrificato.
Un violento rossore comparve sul suo volto quando fu costretta a sfilarsi il bellissimo vestitino nero che con le sue trasparenze tanto aveva fatto arrappare sia l’amministratore che il direttore tecnico. E si capì anche il perché del nervosismo che già prima Francesca aveva mostrato. Come aveva anticipato nel pomeriggio al marito, la donna aveva optato nell’abbigliamento intimo per qualcosa che lui solo dopo la cena avrebbe potuto gustare. Il completino nero di biancheria intima che proponeva era semplicemente da urlo. Il reggiseno consisteva in una strettissima fascetta nera completamente trasparente che a stento nascondeva i due grandi e turgidi capezzoli. Le mutandine, inoltre, praticamente non esistevano: erano uno strano connubio tra perizoma e tanga abbinato a una trasparenza totale nera, eguale a quella del reggiseno. Francesca era praticamente nuda e, rabbiosamente, sapeva di esserlo. L’imbarazzo era notevole: il violento rossore delle guance e il tentativo goffo di nascondere qualcosa con le mani eccitava ancor più i due uomini dell’azienda che fissavano lo splendido seno di Francesca. Le due rosee e ben disegnate aureole esaltavano i seni che orgogliosamente si slanciavano verso il cielo. Per non parlare poi del ciuffetto nerissimo che si intravedeva sotto le microscopiche mutandine. A Maurizio stava montando una rabbia che a fatica controllava.
La stessa ira che ancor più assalì Roberto quando la mano dopo toccò a sua moglie subire un doppio pegno non avendo portato a sua volta a buon fine un bluff che sapeva tanto di disperazione.
Federica non parlava più, teneva la testa bassa nascondendo un volto che passava dal rossore più violento a un preoccupante pallore. Doveva rinunciare a due dei tre indumenti che indossava. Almeno tutti pensavano che tanti fossero. Roberto non potè trattenere un’imprecazione quando sua moglie, levandosi il bellissimo e cortissimo abitino bianco mostrò che, sotto, indossava solo un minuscolo e candido perizoma. ‘Vi prego,,,’ sussurrò la splendida Federica prima di contorcersi tutta nel tentativo di proteggere le sue intimità. Ma anche l’ultimo mini indumento dovette cadere. Rimasta nuda con una mano disperatamente allargata tentava di nascondere il piccolo ma bellissimo seno; con l’altra copriva appena il suo bocciolo che trionfava per la curata depilazione che tutti potevano notare e apprezzare. Roberto, vedendo sua moglie in quella situazione di umiliazione e sudditanza non potè non inveire nei confronti dei due uomini che gli stavano di fronte. L’indifferenza dei due lo frustrava ulteriormente.
La stessa umiliazione la provò Francesca quando la mano successiva perse la mano. Il suo tris di re era stata una mera illusione di fronte al full di Rossi. Il mancato bluff costava a Francesca assai caro. Reggiseno e mutandine finirono nelle mani del direttore tecnico che rimase per parecchi secondi in contemplazione dei seni nudi della moglie di Maurizio. Ma soprattutto si eccitò, e lo si vide, osservando con bramosia il pelo nerissimo che la donna offrì quando caddero le mutandine. Dopo appena quattro mani, per sfortuna e imperizia, le due donne si ritrovavano completamente nude di fronte a due uomini che da quel momento in poi avrebbero fatto di tutto per umiliarle e per costringerle a piegarsi alle loro voglie più turpi.
La mano dopo Federica, ormai in stato confusionale, perse di nuovo malamente facendosi vedere un altro bluff. Doppio pegno. Il primo consisteva, secondo le parole del direttore, nel mostrarsi, senza alcuna inibizione e da ottima fotomodella quale era stata, davanti a una macchina fotografica. Invitata a salire su un tavolo, Federica viene costretta ad esibirsi’ e partono le foto. Con le lunghe gambe allargate, alla pecorina, di schiena con la gambe allargate. Foto rigorosamente pornografiche. Ma ancora più pesante risultò il secondo pegno da pagare.
‘Carissima Federica ‘ disse l’amministratore ‘ ora chiamerò qui il mio servo negro Abdus. Come lei ha già osservato prima, il negro è dotato di un cazzo dalle dimensioni notevoli. E soprattutto è un grosso produttore di sperma. Proprio così. Ha la particolarità di produrre, a ogni orgasmo, una quantità notevolissima di sborra. Ebbene, lei dovrà, nella maniera che preferisce, farlo godere. Sarà uno spettacolo che lei sicuramente apprezzerà. Come pure, sono certo, lei sarà capace di farlo sborrare in tempi brevissimi e nel migliore dei modi.’
Difficile descrivere il volto di Federica. ‘No, non posso!’ urlò. ‘Abdus vieni, c’è una bellissima donna che vuole assaggiarti’ rispose Rossi. Il negro comparve. Le dimensioni del cazzo, liberato dal mini perizoma fino ad allora indossato, erano enormi. Era già eccitato alla vista delle due donne nude. ‘Avanti Federica, si dia da fare!’ La donna decise di usare la mano, sdegnosamente, senza neppure guardare il grosso pene che le stava di fronte. E iniziò la lenta masturbazione. La giovane donna era in difficoltà a causa delle dimensioni del cazzo. Ben presto fu costretta a usare tutte e due le mani. Così facendo però esponeva il suo bellissimo volto a quella che in qualsiasi momento poteva rivelarsi una autentica eruzione di sperma. ‘Coraggio, Federica, vede quanto il cazzo di Abdus si sia ulteriormente ingrossato. ‘ le urlò il direttore tecnico – . La sborra sta salendo’ Forza!’ ‘Che tu sia maledetto’ tentò di rispondere Federica. Non ci riuscì perché fu interrotta dal primo abnorme spruzzo di sperma che la colpì sulla bocca. La serrò immediatamente ma non riuscì a evitare che il suo viso fosse inondato dal liquido seminale del negro. Abdus schizzò effettivamente almeno dieci volte il suo liquido sul volto della giovane donna: il suo viso era diventato una maschera di sperma. La quantità di sborra che il negro aveva riversato sulla moglie di Roberto era veramente impressionante e al marito non rimase altro che iniziare a ripulire il volto della moglie con il suo maglione diventato un improvvisato asciugamano.
Francesca era pietrificata. Era terrorizzata. Dopo aver visto quello che era successo a Federica non riusciva a immaginare quale potesse essere il suo supplizio. Completamente nuda, e impotente davanti ai due uomini, temeva che il peggio dovesse ancora arrivare.
Poco dopo toccò a lei. Puntuale infatti arrivò un poker di Rossi. Francesca tentò successivamente un bluff riparatore. Fallito. Era finita. Sconfortata sussurrò ‘Maledetti! Abbiate pietà. Fatemi fare quello che volete, ma fate presto!’
Dolce musica queste parole per il dottor Marini che non tardò di accontentare Francesca. ‘Il dottor Rossi ed io abbiamo deciso di unire i tre pegni che lei deve pagare in un’unica prestazione diciamo un po” spinta’. Visto il supplizio patito da Federica, questa premessa agitò ancor più Francesca. ‘E’ nostra intenzione esaltare al massimo tutta la sua femminilità e sfruttare tutte le sue doti’. Cosa intendessero i due uomini per ‘le sue doti’ la bella Francesca lo scoprì poco dopo. Mentre spiegava il giochetto l’amministratore si toglieva tutto gli indumenti con eccezione della mutande. Mise così in evidenza un mostruoso ventre. Impressionante e schifosa era l’adipe. Anche il direttore tecnico fece altrettanto. Anche lui rimase in mutande. ‘Anche per lei chiederemo l’aiuto dei nostri servi, in particolare di Malcolm.’ Francesca che aveva visto la performance di Abdus trasalì pensando a una replica di egual tenore di Malcolm. ‘Poiché non vorremmo essere disturbati durante il gioco, ritengo sia utile legarla, senza farle male, su un apposito attrezzo che abbiamo già preparato. Ah, dimenticavo. Prima dovrà espletare una piccola operazione che dà sia al dottor Rossi che a me un gran piacere. Dovrai semplicemente levarci le mutande’. ‘Non lo farò mai! Avvicinarmi come una serva ai vostri cazzi mi fa schifo” ‘Signora, la prego, si moderi e soprattutto non ci faccia ripetere la situazione spiacevole in cui si è cacciato suo marito’. Era un’altra grande umiliazione che Francesca non potè evitare. Fu costretta quindi ad avvicinarsi ai due uomini, inginocchiarsi e sfilare ad entrambi le mutande. Era ovvio che i due volevano creare ulteriore imbarazzo alla bella donna.
A questo punto, senza dare a Francesca altro tempo per ribellarsi, il direttore diede l’ordine a Malcolm di prelevare di peso Francesca e legarla a una grossa tavola quadrata che fece la comparsa in quel momento. ‘Vi prego, cosa volete farmi’ Non fatemi del male’ Godete, porci, ma non la violenza”’Non si preoccupi, signora, nessuno le farà del male. E’ solo questione di comodità” La tavola era sollevata in posizione verticale e la donna fu fissata con delle robuste corde ai quattro angoli della stessa. Così legata la donna era costretta a spalancare il suo sesso ed esibire tutta la sua sessualità: il suo bel pelo nero non nascondeva né le rosee delicate piccole labbra né le gonfie grandi labbra. Ed era lì che Malcolm doveva puntare le sue attenzioni. ‘Il negro ha il compito solo di penetrarti il più possibile. Noi faremo altro. Viste le dimensioni del cazzo del nostro negro ti consiglio di rilassarti il più possibile e di accoglierlo nel migliore dei modi dentro di te’ ‘ concluse Rossi.
La moglie di Maurizio era ormai rassegnata. Ciononostante non potè non sussurrare un flebile ‘No, vi prego’ quando Malcolm esibì il suo cazzo. ‘Non posso, non riuscirò mai sopportarlo. Mi rompe.’ Furono proprio queste parole che eccitarono a dismisura il negro che senza alcuna esitazione infilzò violentemente la donna. Fu un autentico sfondamento. A nulla valsero tutti i tentativi fatti da Francesca di proteggersi dalla penetrazione. Una volta affondato il colpo Malcolm iniziò a stantuffare freneticamente e ad ogni spinta seguiva un sospiro della donna. ‘Basta, non ne posso più, fermati’ urlava Francesca. Ma solo dopo un numero infinito di violentissime penetrazioni l’uomo si fermò. Senza però eiaculare. ‘La sborrata di Malcolm fa parte della seconda parte del gioco’ disse il direttore tecnico. A Francesca, abusata e umiliata, non rimaneva che attendere.
E intanto veniva modificata la sua posizione. La tavola fu sollevata e posta parallelamente al tappeto: sospesa a un’altezza di circa un metro e agganciata con una grossa corda al soffitto ben avrebbe sopportato il peso di Francesca. La donna fu poi costretta questa volta a farsi legare supinamente con un voluminoso cuscino sotto il ventre. La visione offerta dal suo sesso a causa della posizione assunta a gambe smisuratamente allargate era particolarmente eccitante. Il suo bel culetto, nudo e indifeso, era, a causa del cuscino, rialzato. Dimenandosi, Francesca lo sollevava ulteriormente. E proprio questo avrebbe subito il successivo affronto.
Il direttore tecnico, infatti, premurandosi di mostrare alla donna ancora una volta le dimensioni elefantiache del proprio sesso, la informò che era sua intenzione umiliarla con una inculata. ‘Ti farò un po’ male, ma dopo la festa per te sarà quasi finita. Dico quasi perché contemporaneamente il dottor Rossi, per sua espressa volontà, vorrà la tua bocca. Se avrai qualche problema sono sicuro che sarai capace di superarlo grazie alla tua grande capacità di pompinara. E, alla fine, sappi che ci saranno i fuochi d’artificio. Tutti e tre, il dottor Rossi, Malcolm e naturalmente io avremo l’onore di sborrarti tutti in bocca. E tu, a differenza di Federica, non potrai sgaiattolare ed evitare il salutare ingoio. Ti abbiamo legata in tale modo proprio per impedirti scappatoie. Quindi, coraggio, e datti da fare.’
Francesca inizialmente sussurrò un tenero ‘Non potete farmi questo! Perché?’ Poi iniziò a sospirare, ma vedendo che la sua resistenza, in quella posizione, aumentava il piacere dei tre uomini preferì ammutolirsi e accettare passivamente le angherie.
E queste iniziarono subito. Mentre Malcolm a braccia conserte si metteva in primo piano a gustarsi la scena sia dell’inculata che del mega pompino, l’amministratore per primo si avvicinò al viso di Francesca. Esibì in tal modo l’enorme pancia cadente e pelosa che copriva tutto il suo basso ventre. Francesca riusciva a stento a vedere e ad annusare i coglioni nero-grigiastri del boss. Il piccolo membro, rugoso e nero, era appena visibile. Era una visione senza dubbio disgustosa. ‘Mi fai schifo ‘ disse Francesca ‘ ‘. ‘Lo so ed è per questo che godo all’idea di quanta fatica farai a baciarlo, leccarlo e succhiarlo. E pensa che alla fine, dopo tanto fatica, potrai goderne il frutto. Perché, prima o poi, volente o nolente, dovrai farmi sborrare e quindi bere tutto quello che riuscirò a produrre. Mi dicono che ultimamente, vista forse l’età, non è proprio come bere un aperitivo. Anzi ha un sapore molto acido, nauseabondo e di pessimo odore. Potrai consolarti forse con le sborrate che avrai l’onore di assaporare dopo. Malcolm è una certezza per la quantità e, inoltre, è sempre sborra di negro. Quella del direttore tecnico sarà pure molto gustosa perché, come hai ormai già capito, il suo cazzo avrà appena finito di sfondare il bel buchino del tuo favoloso culetto’
La moglie di Maurizio spalancò ancor più gli splendidi occhi azzurri e silenziosamente, per non eccitare ulteriormente i tre uomini, optò per una totale remissività.
Con il volto iniziò quindi a intrufolarsi tra le grasse cosce e tra le lardose pieghe del sottoventre dell’amministratore. Non potendo usare le mani, con la bocca alla fine riuscì a catturare il piccolo e maleodorante pene. Con un’espressione di disgusto iniziò un lento pompino. Sperava di portare a termine quel supplizio prima possibile. Non riuscendovi pensò di iniziare a leccagli anche i grigi testicoli. E fu in quel momento che, con dispetto, sentì invadere il proprio culetto dall’abnorme membro del direttore. Non potè trattenere un’imprecazione, alla quale seguirono miagolii mentre sentiva la cappella del cazzo dell’uomo risalire il suo corpo. E il fastidio aumentò quando iniziarono le spinte. Passarono i minuti. Nonostante l’impegno di Francesca i due uomini continuavano a riempirla senza venire.
Fu l’amministratore a crollare per primo. Senza raggiungere una vera e proprio erezione riempì la bocca di Francesca del suo liquido biancastro. L’odore nauseabondo dello sperma si propagò per la stanza. Francesca aveva tentato di evitare l’ingoio ma non era riuscita, legata come era, a svincolarsi dal membro del boss. E per Francesca fu quello l’inizio dell’oltraggio finale. Senza dar tregua alle stanche labbra della donna, anche Malcolm violentemente spinse il suo membro asinino nella bocca di Francesca. Era eccitato. Il veloce dentro e fuori nella bocca della donna ancora imbrattata dallo sperma di Rossi lo fece raggiungere in pochi secondi l’orgasmo. E la sua sborra riempì di nuovo la bocca di Francesca. Per la seconda volta in pochi minuti la donna dovette ingoiare una quantità abnorme di sperma. E non era finita. Dopo l’eterna inculata anche il direttore volle abusare della bocca di Francesca. Sfilato il pene dal buco del culetto lo spinse subito dopo nella gocciolante bocca della vittima. Per assicurarsi che Francesca non perdesse neanche una goccia del suo liquido pensò bene di bloccare ulteriormente il volto della donna stringendo con forza i suoi orecchini. Ma la donna era ormai esausta e completamente rassegnata: spalancata la bocca si preparò al terzo ingoio. E dopo lo schifoso sperma del vecchio amministratore, la tanta sborra del negro era ora la volta di quella del cazzo asinino del dottor Marini. Questi infatti spinse tutto il suo enorme membro nella bocca della donna che costretta a ingoiarlo tutto non riusciva più a respirare. E pensò di soffocare quando sentì colare la calda sperma nella gola. E colava in continuazione, tanta. La donna tentò inutilmente di svincolarsi dalla ferrea presa che l’uomo effettuava sui suoi orecchini. Evidentemente l’uomo stava schizzando una quantità impressionante di sborra. Troppa. Ma Francesca fu costretta a berla tutta.
La serata si era conclusa. Francesca fu liberata e con Federica potè rivestirsi. Ma l’amministratore delegato, che non volle restituire alle due donne i loro indumenti intimi, concluse la serata con un imprevisto annuncio ai suoi due contabili: ‘Voi due non sarete denunciati, ma siete licenziati’. Era la beffa finale.
Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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