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Racconti di Dominazione

La ricevitoria 7

By 24 Agosto 2022No Comments

per commenti e critiche: cavaradossim@hotmail.com

Capitolo 7

Passarono una decina di giorni. Giulia arriva un po’ in ritardo, si toglie il reggiseno e lo consegna a Carlo.
-Padrone, oggi posso consegnarti solo il reggiseno- dice un po’ dispiaciuta.
Carlo le sorride, l’abbraccia e la coccola un po’. -La mia schiavetta… non ti preoccupare-, e carezzandole il seno, -per qualche giorno va bene anche solo le tettine…-
A Giulia piace molto essere coccolata dal suo Padrone, si sente apprezzata e compresa.
-Porti sempre il plug nel culetto?- le chiede poi Carlo.
-Certo Padrone- risponde lei, -Spero che presto la mia rosellina sia pronta ad accogliere la tua verga-
Già da qualche giorno Carlo aveva imposto alla ragazza di tenere sempre inserito nel retto un plug anale. Voleva allargare il suo pertugio in modo d’agevolare il suo primo rapporto anale.

-Ho un regalo per te, schiava- le aveva detto Carlo.
Giulia emozionata aveva scartato quel pacchettino scoprendovi quel piccolo oggetto nero di gomma con su un gioiello rosa.
Non aveva capito subito bene cosa fosse, poi Carlo le aveva spiegato: – è un plug anale, dovrai tenerlo sempre inserito nel culetto. Serve ad allargare un po’ l’ano-
La ragazza era un po’ perplessa. -Tranquilla, una volta inserito non scivolerà via- l’aveva rassicurata Carlo, -All’inizio ti darà un po’ fastidio, ma poi ti ci abituerai-
Poi lui le aveva mostrato come fare. -Solleva la gonna e allarga le chiappe-
Carlo intanto aveva spalmato un po’ di gel lubrificante sul plug. Poi, messo un po’ di gel sulle dita, aveva preso a massaggiare l’ano di Giulia.
Lei sembrava spaventata. -Non aver paura, non farà tanto male- la rassicurava Carlo.
Poi aveva cominciato a spingere il plug dentro. -Fa male, Padrone- piagnucolava Giulia.
-Su rilassa i muscoli… è quasi entrato-
Una volta dentro Giulia aveva provato una sensazione strana. Si chiedeva come avrebbe fatto a sopportare quella specie di tappo nel suo culetto.
-Tranquilla, presto t’accorgerai appena d’averlo- le aveva spiegato Carlo, -E comunque questo plug è un segno d’appartenenza a me che sono il tuo Padrone-
In effetti col passare dei giorni il fastidio iniziale era superato. Mentre camminava o era seduta Giulia sentiva comunque il plug nel suo culetto però quella sensazione le dava anche un sottile piacere ricordandole la sua sottomissione a Carlo.

Passati diversi giorni Giulia riprende a consegnare mutandine e reggiseno al suo Padrone appena arriva in ricevitoria. A parte qualche pompino che il Padrone le ordina ogni tanto e che lei esegue con dovizia, Giulia sa che presto dovrà ricevere il suo cazzo nel culetto. È un po’ in ansia per questo, però è anche contenta di potergli donare quella sua verginità.
Una mattina Carlo, in un momento che non c’erano clienti, le ordina: -Calati i pantaloni-
Lei esegue, poi lui la fa piegare sul bancone. -Allarga le chiappe-
Poi comincia a muovere il plug, -Vediamo a che punto siamo-
Nota che il plug vien via senza troppa difficoltà, -Direi che sei pronta per essere inculata-
-Sono la tua troietta, Padrone, puoi farmi tutto ciò che vuoi-
-Brava schiavetta- le dice lui dandole uno schiaffo sul culo.
Poi le rimette il plug, -Spogliati tutta-
Giulia ormai è abituata ad affidarsi totalmente al suo Padrone, perciò si denuda immediatamente incurante del fatto che potrebbe entrare qualcuno.
Carlo apprezza il fatto che la sua schiava non abbia esitazioni, le accarezza il viso e le dice: -Passerai la giornata accucciata sotto al bancone-
-Come vuoi tu Padrone- risponde Giulia e si inginocchia.

Passan le ore e la ragazza se ne sta lì sotto cercando di non far rumore. Nel frattempo quando s’accorge che non ci sono clienti nel locale, si avvicina al Padrone e gli bacia le scarpe, oppure gli accarezza le gambe arrivando a strusciare il viso sulla sua patta.
-Lo so che sei in calore- le dice Carlo, -ma devi aspettare-
Lei mugola. Poi sollevandosi un po’ fa in modo di strusciare la micina sulla gamba del ragazzo.
-Sei proprio una cagnetta- le dice Carlo accarezzandole la testa.
Allora lei muove il culetto come se scodinzolasse.
-Bisognerà provvedere a prendere una coda al posto di quel plug- nota Carlo.
Giulia sorride poi chiede: -Posso venire Padrone ?-
-Va bene, puoi- le concede lui.
Lei allora continua a strusciarsi contro il corpo del Padrone che intanto ha allungato una mano per carezzarle il piccolo seno.
Poi Giulia fa scivolare due dita nella sua micina e, guardando il suo Padrone, raggiunge il piacere.

Arrivato l’orario di chiusura Carlo va a chiudere la porta del locale poi dice alla ragazza: -Va in bagno, togliti il plug e datti una ripulita. Poi vieni di qua-
Giulia si dirige in bagno, intanto lui si spoglia e va a sedersi sul divanetto.
Dopo un po’ Giulia ritorna, sempre camminando a quattro zampe, e va a mettersi ai piedi del suo Padrone. Glieli bacia, poi carezza le sue gambe salendo via via più su. La vista del cazzo moscio del ragazzo le fa tenerezza. Lo bacia e lecca un po’ le palle, poi lo scappella e lo avvolge con le sue labbra. Gioca un po’ con la lingua attorno alla cappella e intanto lo sente crescere nella sua bocca.
-Calma schiavetta, non ti ho chiesto un pompino- le dice Carlo.
Allora Giulia si stacca da lui e resta in attesa dei suoi ordini. Carlo l’accarezza lungo la schiena poi fa scivolare la mano fra le sue chiappe. E brandendo con l’altro mano il suo cazzo ormai in erezione le chiede: -Che dici, lo facciamo entrare qui dentro ?-
-Si Padrone- risponde Giulia, -desidero tanto accogliere il tuo bel cazzo nel mio culetto-
Carlo sorride e le accarezza la fighetta, -Sei già fradicia-. Poi con un po’ di gel lubrificante le massaggia l’ano. Sente che la ragazza è molto tesa, -Non aver paura, farò piano-.
Giulia cerca di rilassarsi, ha fiducia del suo Padrone.
Carlo si alza e va a posizionarsi in ginocchio dietro di lei, -Allarga le chiappe, schiava-
Lei inarca la schiena e con le mani si apre il culetto.
Carlo poggia la cappella sulla sua rosellina e comincia a spingere.
Giulia ha un sussulto e fa per allontanarsi.
-Sta ferma- le ordina Carlo. Poi struscia un po’ il cazzo sul solco della sua fica.
Giulia si sente fremere nel basso ventre ma sa che stavolta non sarà la sua micina a ricevere il cazzo del Padrone. Intanto lui ha ripreso a spingere il cazzo nel suo culetto.
-Ahi- si lamenta Giulia.
Carlo le dà un paio di schiaffi sul culo, -Se fai resistenza è peggio-
Giulia, con le lacrime agli occhi, cerca di rilassare i muscoli dell’ano. Poi sente una fitta di dolore, finalmente la cappella è entrata.
-Sta ferma così un momento- le dice Carlo che vuol dare il tempo all’ano d’adattarsi alla circonferenza del suo cazzo.
-Mi fa male, Padrone- piagnucola lei tutta sudata.
-Su, tra un po’ il dolore finisce- la rassicura lui carezzandole la schiena.
L’uso del plug ha reso l’ano abbastanza elastico, infatti dopo poco il dolore va a scemare. Giulia ha smesso di ansimare, perciò Carlo va ad affondare tutto il cazzo nel suo culo.
Giulia si sente venir meno ma Carlo si china su di lei per stringerle i capezzoli. Lei geme forte intanto lui continua a tenerle il cazzo ben piantato in culo.
Aspetta ancora un po’ poi comincia a muoversi. Giulia comincia ad apprezzare quella sensazione di pressione nel suo culetto. Allora Carlo accelera i suoi colpi e lei si dimena sempre più.
-Ti sta piacendo eh?- le chiede lui.
-Si Padrone- risponde Giulia, -sodomizza la tua schiavetta-
Carlo sferza colpi sempre più a fondo, sente sbattere le sue palle contro il culo della ragazza. Per Giulia ormai il piacere ha sopraffatto il dolore. Ormai è lei stessa ad accompagnare gli affondi del Padrone, finché lui le scarica nel culetto una copiosa sborrata. Quella sensazione di riempimento nel suo culetto le dà un forte orgasmo, così si accascia sul pavimento.
Carlo tira fuori il cazzo dal sul culo, si porta davanti a lei e, sollevandole la testa per i capelli, le ordina: -Puliscilo-
Giulia, ormai stremata, imbocca il cazzo del Padrone e lo lecca con calma. Intanto sente colare la sborra fuori dal suo culetto giù lungo le cosce.
-Adesso sei la mia schiavetta rottinculo- le dice Carlo.
Giulia n’è fiera.

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