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Racconti di DominazioneTrio

La sottomissione della maestrina

By 9 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Chiara venne avvicinata dal bidello nell’intervallo: ‘Quando finisci il turno, prima di pranzo, passa dal Preside. Ti vuole parlare.’
Chiara naturalmente lo sapeva. Le era già arrivata una raccomandata dieci giorni prima, quel colloquio riguardava il suo futuro ed in particolare la possibilità di un impiego a tempo pieno nelle scuole elementari della sua città.
Sapeva che l’ago della bilancia era il suo preside, un uomo misterioso che nessuna maestra riusciva ad inquadrare. Pur essendo in quella scuola da più di un anno nessuno poteva dire di aver avuto diverbi con lui. Era pacato, calmo e incuteva sicurezza.
Oltre a ciò il fatto che fosse un uomo alto, brizzolato e in forma nonostante la cinquantina incuteva molto fascino, soprattutto pensando che fosse single.
Chiara si era vestita meglio che poteva, la sua situazione economica non permetteva di avere troppi vizi, ma aveva tirato fuori degli stupendi pantaloni neri ed una camicetta bianca leggera. Al mattino si era alzata presto per farsi bella e ora si guardava rapidamente allo specchio dei bagni.
I pantaloni uniti al leggero tacco nero mettevano in risalto il suo culo perfetto e le sue gambe lunghe, si crucciava di non avere molto seno per metterlo in mostra. Di cosa poi si crucciava? Una donna di 28 anni come lei, tutta casa, chiesa ed oratorio non sarebbe mai stata a suo agio con le tette in mostra. Per lei era già molto, forse troppo svestita così, coperta da una camicetta.
Mentre camminava verso lo studio si disse che da quel colloquio passava gran parte della sua vita. Doveva andare bene, doveva.
Bussò.
-Avanti.
La voce calma del preside la convinse ad aprire la porta, si presentò e si sedette sulla sedia di fronte all’uomo dopo un suo invito.
-Signorina la trovo splendida oggi, come si trova in questa scuola?
Chiara si sentì arrossire per il complimento, era una bellissima ragazza ma sembrava sempre volerlo nascondere con i suoi abiti trasandati.
Rispose che per lei era il luogo ideale dove lavorare, vicino a casa, pieno di amiche come colleghe e con tanta gioia negli alunni. Voleva far bella impressione e il preside non mancò di incoraggiarla.
-Come saprà abbiamo avuto direttive dalla direzione provinciale, &egrave necessaria una variazione del personale sia per quanto riguarda le entrate che le uscite. Come saprà sono necessarie assunzioni a tempo indeterminato ma anche licenziamenti.
Chiara si sentì gelare. Licenziamenti? Lei era convinta di essere lì per un assunzione definitiva.
-Signor Preside, la prego io ho bisogno di questo posto. Sono sposata e copriamo appena l’affitto io e mio marito. Poi sa, abbiamo appena fatto un mutuo per comprare un camion’ Mio marito lavora per la ditta di suo fratello, magari lo conosce’
-Si certo signorina N. ho presente. Tuttavia la situazione non &egrave rose e fiori neanche per quanto riguarda mio fratello.
Chiara era sempre più terrorizzata. Non sono rischiava il posto lei, ma pure il marito. Come avrebbero pagato il mutuo?
-Mi dica Signorina- proseguì con voce suadente l’uomo in giacca e cravatta- cosa sarebbe disposta a fare per salvare la sua vita?
Chiara non capiva cosa volesse dire quell’uomo, ma la sola cosa da dire in quel momento era ‘Qualsiasi cosa’.
Si dipinse un ghigno sul volto del preside Mattei.
-Vede, suo marito ha avuto una grave mancanza sul lavoro. Mio fratello me ne ha parlato tre giorni fa, lei ne sa nulla?
Chiara rispose di no, non le aveva detto nulla, anche se il marito era rimasto molto taciturno negli ultimi giorni.
-Ha causato una perdita da circa duecentomila euro. Mio fratello voleva licenziarlo all’istante ma l’ho convito a prendere tempo visto che avevo un colloquio con lei oggi.
-Ci vuole licenziare entrambi?
Mattei rise.
-Vede &egrave per questo che ho voluto aspettare. Lei ha la possibilità di farsi assumere a tempo indeterminato e di salvare suo marito, oppure di far crollare tutto il vostro mondo.
Chiara aveva la gola secca.
-Cosa devo fare?
Il preside camminava per il suo studio intorno a Chiara. Lasciò passare qualche secondo di silenzio dopo la sua domanda prima di avvicinarsi a lei e posarle una mano sulla spalla.
-Signora N’ posso chiamarla Chiara?
-Certamente, come preferisce dottore.
-Lei &egrave una bellissima donna. L’ho notata da diverso tempo. Questo nonostante lei non faccia poi di tutto per farsi notare.
Mentre parlava accarezzava la spalla della donna con una mano, toccando il collo.
-Vede io la desidero. La desidero da molto tempo e non &egrave un caso che suo marito non sia stato licenziato. Ho dovuto insistere personalmente con mio fratello.
-La ringrazio molto dottore’ ma non capisco proprio cosa voglia da me.
Chiara cominciava ad agitarsi sulla sedia.
-Sarò schietto e sincero mia cara Chiara. Io voglio lei e la voglio oggi. Voglio che lei si conceda a me in questo studio, questa sera.
Chiara sbiancò. Non poteva credere alle sue parole.
-Naturalmente dopo il rapporto lei sarà assunta a tempo indeterminato, anche con un cospicuo aumento’ Lo stesso accadrà con suo marito, mio fratello mi deve un favore e sarà una bazzecola. Voglio solo che lei capisca una cosa: tutta questo rimarrà tra noi due e noi due soli, nessun altro lo saprà mai. Lei e suo marito sarete sistemati per la vita con ottimi stipendi e senza pensieri legati al mutuo.
Chiara rimase in silenzio sconcertata.
-Immagino voglia sapere anche cosa accadrà se lei dovesse rifiutare la mia proposta o spifferare questa conversazione in giro.
Chiara spostò appena la testa verso di lui per fargli capire di proseguire.
-Lei verrà scartata e di conseguenza ricomincerà a fare concorsi in giro per l’Italia. Il tutto mentre suo marito verrà licenziato all’istante. Non ci saranno difficoltà visto cosa ha combinato. Il mutuo rimarrà da pagare e si prenderanno la casa dei suoi genitori, facendo andare anche loro in mezzo ad una strada, dopo una vita di sacrifici.
-So che &egrave una scelta difficile ma vedrà che le basteranno poche ore per decidersi. Oggi lei finisce alle 16′ se verrà in questo studio alle 16:15 saprò che accetta la mia proposta, altrimenti prenderò i provvedimenti necessari.
Chiara aveva le lacrime che le rigavano il volto. Si prese il viso tra le mani mentre crollava davanti all’uomo.
-Perché mi fa questo?? Perché?- chiese disperata.
-Non le mentirò, perché sono abituato ad avere ciò che voglio. E io voglio lei Chiara, la voglio da mesi. L’unica cosa che posso assicurarle &egrave che le farò provare un piacere che lei mai ha immaginato.
Erano le 15:50, Chiara aveva fatto lezione ai bambini per un’ora e mezza dopo pranzo senza rendersi conto di cosa spiegasse’ Si era asciugata le lacrime e sembrava la stessa persona della mattina.
Aveva in testa il dottor Capri. Lo odiava e ogni volta che pensava al suo volto mentre le chiedeva, anzi ordinava, di farsi scopare da lui, una vampata d’odio la incendiava.
A malincuore sentì la campanella suonare.
Attese che tutti i bambini uscissero, poi si diresse verso la sala insegnanti dove tutti fuggivano via come se avessero spaccato pietre tutto il giorno. Si diresse verso il bagno, chiuse a chiave e dirigendosi verso il lavandino si sciacquò il viso.
Davanti allo specchio si fissò. Sapeva cosa avrebbe risposto. Lo sapeva da quando era uscita da quello studio. La sua vita era a scuola, a casa e in chiesa. Avrebbe continuato con l’oratorio e magari fatto qualche penitenza in più. Tutto però passava da un pomeriggio.
Sapeva da subito che avrebbe accettato la sporca proposta del preside. Un pomeriggio per essere sistemata per la vita, la scelta da fare era evidente.
Si aprì un po’ di più la camicetta’ il reggiseno si intravedeva. Decise di toglierselo. Ora con un bottone in meno era davvero sensuale’ era bellissima.
Uscì con la sua borsa in mano, per fortuna non incontrò anima viva. Alle 16:15 in punto era davanti allo studio del preside. Prese una boccata d’aria e bussò.
Il preside Capri sapeva cosa faceva quando proponeva a Chiara di offrirsi a lui. Era vero che la desiderava da tempo, come un leone desidera la gazzella appena la vede correre. Chiara era il tipo di donna che piaceva a lui: timida, fisico magro con un culo da favola e soprattutto santarellina. Sapeva che era nel giro dell’oratorio e che probabilmente nella sua vita era stata solo con suo marito, in un noioso alternarsi di baci e posizione alla missionario. Lui adorava dominare le donne come lei. Soprattutto amava ricattarle.
Seppe che avrebbe accettato non appena Chiara uscì dallo studio. Per cui si adoperò per nascondere tre telecamere. Ci vollero quasi due ore prima che le mascherasse bene tra i libri o dentro una borsa sulla scrivania, ma alla fine il set del suo personale porno era pronto.
Erano le 16:05, così decise di sedersi sulla poltrona ed attendere la giovane donna.
Toc-Toc.
-Avanti.
Chiara entrò con il cuore che le martellava il petto.
-Vedo che ha preso la sua decisione’ si sieda pure Chiara.
Mentre Chiara si sedeva lui si alzò e molto lentamente si diresse alla porta per chiuderla a chiave. Poi le arrivò vicino.
A questo punto la donna si alzò di colpo e si gettò su di lui baciandolo sulla bocca’ Valerio Capri si aspettava qualcosa del genere per cui accettò la sua lingua in bocca approfittandone per posare le sue mani sapienti sul culo di lei’ coperto appena da neri pantaloni aderenti.
Poi la staccò da sé rimanendole vicino.
-Chiara, voglio darti le mie regole e voglio che sia chiaro che le dovrai accettare.
-Punto primo, vorrei continuassi a darmi del Lei.
-Punto secondo, voglio sia chiaro che qualsiasi cosa io ti chieda oggi pomeriggio tu dovrai farla, senza esitazioni.
-Terzo ed ultimo punto: voglio che mi fissi negli occhi e mi dici ‘Sono la tua troia’.
Chiara si aspettava e accettava i primi due punti ben sapendo cosa le toccava, ma rimase basita alla terza richiesta. Mormorò un ‘sono una troia’ piano vicino a lui e sentì dolore quando arrivò un suo sonoro schiaffo sul suo culo seguito da una richiesta a dirlo più forte.
‘Sono la tua troia, ti voglio e voglio che mi scopi’ per un lavoro questo e altro’ Chiara si stupì del volume a cui disse quelle parole e si stupì di averle pronunciate subito. Evidentemente era già alla sua mercé.
Valerio apprezzò molto che la donna avesse rinunciato alle lacrime, l’avrebbe costretta comunque ma le odiava.
La fissò negli occhi e le prese una mano, se la portò sul cazzo duro coperto dai pantaloni e le ordinò di inginocchiarsi.
Chiara non aveva mai fatto un pompino in vita sua, però non oppose resistenza. Scese con le ginocchia fino al pavimento, poi con le mani tolse la cintura all’uomo e con modi delicati abbassò i pantaloni, trovando un cazzo senza mutane ad attenderla.
Lo prese in mano e si trovò a fissarlo stupita. Era completamente depilato e durissimo, a stento riusciva a chiudergli la mano intorno. Sarà che nella sua vita aveva sentito solo il pene di suo marito (peraltro senza mai vederlo con la luce accesa), ma quel cazzo le incuteva timore, curiosità e, come constatò odiandosi, eccitazione.
-Avanti, prendilo in bocca.
Chiara non finse neanche di non aver sentito. Con le ginocchia a terra avvicinò la bocca e fissando quel palo adagiò le labbra su di esso. Non poteva dire che profumasse, ma era un sapore piacevole, soprattutto era liscio a contatto con la sua lingua.
Mosse la testa avanti ed indietro sperando di essere nel giusto, poi però le arrivò la prima critica:
-Scommetto che &egrave la prima pompa che fai in vita tua, devi segarlo con le labbra facendo avanti ed indietro, ma leccalo con quella bella lingua che ti trovi. Poi usa un po’ le mani, le mie palle vogliono essere coccolate.
Chiara memorizzò velocemente i consigli, con la lingua cominciò ad avvolgere il cazzone mentre oltre ad aventi ed indietro se lo portava sulle guance e succhiava. Con le mani massaggiava le palle e si trovò a sentirsi soddisfatta quando di sua iniziativa leccò le palle dell’uomo sentendosi fare i complimenti.
Valerio seppe di aver scelto la donna giusta fin dal primo pompino. Chiara era visibilmente impacciata all’inizio ma adesso stava tirando fuori la sua troiaggine repressa. Il tocco della lingua sulle palle gli aveva causato un brivido e la donna aveva una bocca immacolata di velluto, il pompino si stava rivelando spettacolare, però voleva portarla un po’ all’estremo.
Afferrò la testa di Chiara con entrambe le mani, lei si trascinò con il cazzo in bocca sulle ginocchia per prendere meglio la posizione, credette volesse solo spostarla ma ritornò alla realtà quando sentì che il preside Capri le stava dando un nuovo ritmo.
La teneva per la testa e faceva andare il cazzo fino alla gola della donna. Sentiva i conati di vomito per quel mostro a contatto con le tonsille vergini. Non pago l’uomo aumentò l’andatura, sembrava la volesse scopare in bocca ma lei non resisteva. Cercò di staccarsi ma in cambio l’uomo strinse ancora di più la testa ed aumentò il ritmo. Sentiva il cazzo pulsare sempre più e ingrossarsi nella sua bocca. Lo sentì forzarle la gola nel tentativo di farlo entrare in tutta la sua lunghezza. Una lacrima le rigò il viso ma si rese conto che il peggio doveva arrivare quando sentì i gemiti dell’uomo con il cazzo ancora ben piantato in bocca.
Arrivarono i primi fiotti di sborra bollente a inondarle la gola. Spalancò gli occhi e guardò il suo padrone.
-Ingoia troia.
Le scesero le lacrime a quell’epiteto ma si costrinse a chiudere gli occhi per concentrarsi sullo sperma da ingerire. L’uomo arretrò un po’ con il cazzo per aiutarla ad ingoiare e quando fu sicuro che la bocca fosse libero si scansò da lei.
Immediatamente Chiara aspirò tutta l’aria che poteva, sentì il piacere del respiro. Alzò la testa e disse che lei non era una troia, ma immediatamente si tranquillizzò alla vista del cazzo dell’uomo ancora perfettamente ereto di fronte a lei.
-Voglio che ti metti a 90 sulla scrivania.
-Voglio che si metta un preservativo.
Chiara fece la sua prima richiesta. L’uomo rise.
-Qui le regole le detto io.
-Questa &egrave la mia unica richiesta, altrimenti prendo e me ne vado anche senza lavoro.
Valerio Capri pensò che in fondo poteva divertirsi ancora di più, accettò, ma a patto che lei gli mettesse il preservativo tenendolo sulle labbra.
Chiara non aveva ben chiaro cosa volesse dire ma si stupì che non fosse nulla di particolarmente difficile. Teneva il preservativo tra le labbra, il preside le avrebbe infilato il cazzo nuovamente in bocca e sarebbe entrato nel preservativo. In fondo glielo aveva appena succhiato, poteva essere peggio?
Capri si sedette sulla sedia e attese che la maestrina buttasse la sua bocca dorata sul suo cazzo. La ammirò mentre con le narici sentiva l’odore dello sperma di cui era impregnato il suo cazzo, e sentì come con la lingua cercasse di aggiustarlo bene. Alla fine fu stupito della sua bravura.
Chiara vedendo che il preservativo era ben fissato si mise finalmente a 90 sulla scrivania. Era stato umiliante doversi spogliare completamente di fronte all’uomo che a sua volta era con la sola camicia. Ora aveva le tettine a contatto con il freddo legno della scrivania, e il culo esposto oscenamente come una puttana.
Capri aveva di fronte a sé uno dei più belli culi mai scopati, ne tastò la consistenza con le mani e lo trovò perfetto. Con le dita passò sul suo ano trovandolo pulito e strettissimo, solo a toccarlo la ragazza ebbe un tremito. Poi scese alla figa, e la trovò un lago.
-Vedo che in fondo ancora voi maestrine casa e chiesa amate godere nel farvi sottomettere.
-Per favore’ mi scopi senza aggiungere altro- lo supplicò Chiara, imbarazzatissima.
A questo punto Valerio Capri fece quello che gli veniva meglio: il bastardo.
La maestrina guardava di fronte a sé attendendo il cazzo, allora lui si sfilò velocemente il preservativo buttandoselo dietro e, dopo aver appoggiato il cazzo sulla figa fradicia, la penetrò.
Chiara non notò alcuna differenza presa com’era da quel cazzo enorme dentro la sua figa. Si sentì immediatamente piena e le venne da inclinare la schiena per l’ingombro. Trovò le braccia sapienti di Capri a tenerla schiacciata alla scrivania, per poi passare ai suoi fianchi e afferrarli mentre le imponeva un ritmo forsennato di penetrazione.
Chiara letteralmente si reggeva alla scrivania, con le mani si teneva ferma mentre sentiva quel cazzo enorme e sapiente sconquassarle la figa. Era piena, era fradicia, il pene scorreva come un coltello bollente nel burro, non era mai stata scopata così.
-AAAAAAA.
Si ritrovò in pochi minuti ad esplodere in un urlo liberatorio, per la prima volta in vita sua era venuta e non era più in sé.
Capri continuando a fottersela le afferrò i capelli con una mano e la tirò a sé violentemente, all’orecchio le disse maleficamente ‘Lo sapevo che eri una cagna nata, senti come vieni mentre ti fai scopare per un lavoro, lo sai come si chiamano quelle come te? Si chiamano puttane, e tu sei una gran puttana!’.
Chiara sentiva grondare umori mentre quell’uomo, normalmente così elegante e pacato, la insultava e la scopava senza allentare quel ritmo sfrenato.
La spinse nuovamente a contatto con la scrivania, dava colpi talmente decisi da spostare il mobile in legno e causarle ogni volta che arrivava al fondo un urletto. Alla fine non resse neanche più il casanova Capri, con un urlo liberatorio sentì arrivare lo sperma, proprio mentre sentiva Chiara esplodere in un secondo orgasmo.
La maestra presa com’era dal suo godimento ci mise un attimo più del dovuto a realizzare che la sua vagina stava accogliendo un’ondata di sperma bollente. Quando se ne rese conto, a figa ormai piena, si liberò dalla presa dell’uomo ormai sazio e vide il preservativo buttato a terra.
-Sei un bastardo! Il preservativo! Come cazzo ti sei permesso di venirmi dentro??
-Signorina N. la ricordo che lei deve SEMPRE darmi del Lei, ad ogni modo vedo che ha apprezzato il trattamento.
Chiara si infilò velocemente le mutande e mentre si chinava per raccogliere pantaloni e camicetta con il viso rigato dalle lacrime sentì uno schiaffo sul culo.
-Si consideri assunta a tempo indeterminato, ora se ne vada.
Vestita a caso Chiara uscì e si sbatt&egrave la porta dietro mentre si dirigeva verso i bagni per pulirsi.
Valerio Capri appena uscì la donna si diresse con calma alle telecamere e le spense, poi, ancora nudo, si sedette e compose un numero al cellulare.
-Ciao fratellino, ho appena finito con la ragazza. E’ meglio di quanto pensassi, vedrai che ci divertiremo.
Agganciò e sorrise pensando a come si sarebbero divertiti lui e il fratello. I sadici fratelli Capri.
Chiara cercò di far uscire più sperma che poteva ma non era comunque tranquilla. Arrivata a casa si lavò con calma e cercò di non pensare al godimento che aveva provato. Si vergognava e non sapeva come avrebbe potuto guardare in faccia suo marito.
Alla sera arrivò Carlo, suo marito, e la serata fu di festeggiamenti in quanto oltre a Chiara anche Carlo aveva ricevuto un contratto a tempo indeterminato. Chiara pensò che in fondo il preside Carpi era stato di parola, per cui cercò di essere spensierata e felice quella sera.
Andati a letto il marito le disse che voleva fare l’amore.
-Carlo’ ora che siamo sistemati, che ne diresti di farlo senza protezione?
Chiara in realtà voleva farsi venir dentro per paura di rimanere incinta senza essere stata penetrata dal marito, ma Carlo era troppo emozionato per rendersene conto o farsi domande.
Carlo però non era bello come Valerio, era cicciottello e stempiato nonostante i trent’anni. Sudava mentre le stava sopra a missionario e Chiara non provò alcun piacere né mentre la scopava, né mentre le veniva dentro.
-Amore, &egrave il giorno più bello della mia vita.
Carlo si addormentò di fianco alla moglie dopo averle sussurrato queste parole dolci. Chiara si sentì in colpa. Non tanto per il tradimento, quanto perché il sesso di quella sera era stato ridicolo a confronto di quello fatto nello studio del preside.
Passò qualche settimana, Chiara effettivamente poteva dire che quel pomeriggio le aveva cambiato la vita. Ora che sia lei che il marito erano coperti da un contratto a tempo indeterminato si potevano concedere qualche agio che prima sognavano.
Dal classico televisore nuovo si passò al week-end al mare e Chiara non fu più costretta a pensare al tradimento.
Al lavoro aveva incrociato qualche volta il suo preside ma dopo un primo imbarazzo da parte sua lui l’aveva salutata freddamente con un ‘Buongiorno’ esattamente come faceva prima della scopata. Per lei fu un sollievo questo atteggiamento, aveva paura che un nuovo modo di fare avrebbe dato da parlare alle colleghe pettegole e non avrebbe saputo accettarlo.
Dopo qualche settimana Chiara si ritrovò anche sola in casa per qualche giorno. Il nuovo contratto non cambiava il lavoro di suo marito Carlo che rimaneva un camionista e come tale ogni tanto era costretto a viaggi più lunghi rispetto alle solite consegne in zona.
La sera prima avevano nuovamente fatto l’amore e come tutte le altre volte lei aveva finto di venire per lui. Il rapporto fu più veloce del solito in quanto la mattina dopo lui sarebbe partito presto.
Chiara invece arrivò al lavoro alle 9:45, aveva tre ore di scuola con i bambini poi sarebbe stata libera di rilassarsi a casa o fare un salto ad aiutare in oratorio.
All’ingresso trovò il preside Capri che la salutò come al solito freddamente, ma questa volta non poté evitare di notare un ghigno mentre si allontanava. Si domandò brevemente quale potesse esserne il motivo, ma forse essersi fatta scopare senza protezione da lui non poteva essere un ricordo completamente svanito.
La mattinata passò bene. Era, e lo sapeva bene, una bravissima maestra e poche in quella scuola sapevano tenere a bada quei bambini senza trattarli male come faceva lei.
Arrivata a casa si preparò un pranzo leggero e mentre finiva di asciugare i piatti sentì suonare il campanello.
Aprì e si trovò il corriere con un pacco per lei, chiese da chi arrivasse ma il fattorino molto sgarbatamente le disse che lui consegnava solo e trovava tutte le informazioni, anche per una eventuale restituzione, sull’etichetta del pacco.
Chiara firmò senza ‘seccare’ ulteriormente l’uomo e chiuse la porta. Notò che era indirizzato a lei e la cosa era strana perché non aveva ordinato nulla su Zalando. Ad ogni modo aprì per controllare cosa contenesse.
Era un pacco molto strano, era una scatolina in cartone che conteneva una custodia per CD molto spessa senza alcuna scritta se non un laconico ‘aprire subito’ nero su sfondo bianco. Aprì e dentro vi era un DVD con scritto a pennarello molto elegantemente ‘per Chiara’.
Era davvero una consegna molto inquietante e se ne sentì subito spaventata. Controllò il mittente e si stupì di trovare l’azienda di suo marito. Si rilassò pensando che forse Carlo le aveva voluto preparare una sorpresa ma, impacciato com’era, aveva preparato un pacchetto così anonimo.
Ad ogni modo voleva guardare un po’ di tv dopo pranzo, così inserì il dvd e si sedette sul divano per vederne il contenuto.
Se qualcuno avesse visto Chiara mentre le immagini sullo schermo si susseguivano avrebbe visto un volto inizialmente sorridente e colorito farsi via via più pallido, con labbra tirate ed immobili fino ad assumere l’aspetto di uno scheletro.
Dalle prime inquadrature capì subito che era il filmato della sua tortura. Si vide entrare nello studio e sedersi. Poi alzarsi e amoreggiare con il preside, sentì distintamente una voce, la sua voce, dire che era una troia. Poi il seguito, un pompino che sembrava scaricato da un film porno e il resto. Quando si vide dall’alto mentre si piegava sulla scrivania ed accoglieva un cazzo senza neanche un preservativo spense di colpo il televisore.
Rimase un attimo immobile prima di scoppiare in un pianto a dirotto, come aveva potuto essere così stupida? Come aveva fatto a non pensare che avrebbe potuto essere spiata?
Era accasciata sul divano a disperarsi mentre sentì suonare alla porta. Non le passò neanche per la testa di andare ad aprire ma quello suonava con sempre maggiore insistenza.
Allora presa dalla rabbia si alzò e con gli occhi rossi spalancò la porta trovandosi di fronte il postino.
-Mi scusi ma c’&egrave una raccomandata per lei’ ho visto che casa era aperta e ho pensato che fosse solo impegnata un attimo’- disse vedendo le lacrime che rigavano il volto della giovane donna.
Chiara afferrò la raccomandata e firmò prima di sbattere la porta in faccia al pover uomo senza una parola.
Vide subito che il mittente era lo stesso del pacco, lacerò la raccomandata e lesse il messaggio.
Credo abbia ricevuto il piccolo omaggio da parte di mio fratello e me, devo ammettere che mi ha veramente eccitato che una donna come lei si nascondesse sotto quell’aura di donna casa e chiesa. Stasera le faremo visita molto volentieri, tanto suo marito &egrave in Ucraina per una consegna e Valerio mi dice che lei ha la mattinata libera domani.
Mi sembra inutile ricordarle di vestirsi elegantemente per noi, altrimenti, come ne caso in cui non volesse aprirci o simili, questo video verrà spedito a tutti i suoi vicini, ai suoi parrocchiani e, inutile dirlo a suo marito. Mi sembrava futile da dire, ma lo ricordo lo stesso.
A stasera
Massimo Capri.
Chiara sapeva esattamente cosa la aspettava. E sapeva esattamente che si era messa in una situazione senza via di scampo.

Erano le 8:30. Chiara non aveva mangiato nulla da pranzo, non aveva alcuna fame. Da un’ora era truccata e pettinata come per le grandi occasioni. Aveva indossato un completino intimo viola in pizzo, le vennero le lacrime a pensare che lo aveva comprato per fare una sorpresa a suo marito. Cercò cosa indossare nell’armadio ed optò per un tubino che le fasciava splendidamente i fianchi color nero’ la schiena rimaneva nuda.
Si guardò allo specchio. Era stupenda. Mai avrebbe voluto farsi bella per quei due uomini, ma la lettera parlava chiaro.
Suonò il campanello e alzandosi dal divano con i tacchi neri andò ad aprire senza neanche chiedere chi fosse. Era ovvio.
-Valerio anche questa volta devo farti i complimenti, questa Chiara &egrave davvero una bella figa!
-E il meglio deve ancora venire fratellino, aspetta di gustare il dolce- rispose il preside a suo fratello poggiando una mani sul fianco di Chiara, sfiorandone con le dita il culo.
-Per favore entrate senza parlare forte’ ci sono dei vicini’
-Ahahah tranquilla zoccoletta che i vicini saranno l’ultimo dei tuoi problemi.
Massimo Capri era molto simile al fratello per corporatura, dal bel viso, tonico e forse un po’ più basso ma con più muscoli. Era evidente però che i due fratelli avevano uno stile completamente diverso, tanto elegante nei modi Valerio, quanto rozzo Massimo.
Entrarono e Chiara chiuse dietro la porta.
I due fratelli si sedettero sul divano.
-Allora piaciuto il video?
-Sentite, io faccio appello alla vostra umanità’ non &egrave la mia indole quella di andare con altri uomini, &egrave stato un errore’ non fatemi questo’
-Valerio la tua maestrina si &egrave preparata il discorsetto eh? Ma si rende conto di che video abbiamo tra le mani?
-Vedi Chiara, in un’altra occasione mi sarei fermato, però il sesso con te &egrave stato qualcosa di incredibile. Non ti nascondo poi che non ci saremmo mai più presentati se non fossi venuta anche tu come non avevo mai sentito venire nessuna donna- mentì Valerio Capri.
-Dimmi, hai visto tutto il video oggi?- continuò il preside.
-No’ non ce l’ho fatta.
-Fin dove sei arrivata?
-Fino a quando mi penetri per la prima volta’
-Ahahah allora vedi che a questa troietta il video &egrave piaciuto? Ha visto quasi mezz’ora del suo porno!- s’intromise Massimo.
-Se avessi visto tutto, avresti notato che abbiamo zoommato sulle tue gambe quando venivi’ in entrambe le occasioni avevi i tuoi umori che colavano dalle gambe’
-E’ stato un errore vi ho detto! Cos’altro potevo fare??
-Poteva non piacerti, invece hai voluto goderne. Siamo qui per darti un ultimatum Chiara: o rifiuti di soddisfarci per tutta la notte, e in tal caso manderemo il video a tutti i tuoi conoscenti, o ti concedi a noi ora e, se NON verrai, ti lasceremo per sempre in pace.
Chiara valutò la proposta e la trovò più ragionevole di quanto pensasse. Chiese però come poteva fidarsi, era già stata ingannata una volta.
-Parola d’onore Chiara, questa volta hai la mia parola- promise sinceramente il preside.
Chiara si ritrovò così ad accettare. Era l’unica cosa da fare. Inoltre mentre Valerio Capri era un bellissimo uomo molto elegante e dai modi inizialmente raffinati, suo fratello, per quanto con un corpo bellissimo, era un burino della peggior specie. Solo un’animale avrebbe goduto con lui.
-Allora ci prepari qualcosa da mangiare? Io &egrave da pranzo che non tocco cibo cazzo.
Chiara un po’ stupita di quella richiesta rispose di sì e si diresse verso la cucina. Più stava lontano dai due uomini meglio era per lei.
-Vedi di preparare qualcosa veloce, non vogliamo che tu ti faccia aspettare Chiara’ noi saremo qui sul divano in salone, mentre ci rivediamo il tuo bel video.
Sentì il video partire dalla cucina, sentì la sua voce dire che era una troia e si sentì morire dalla vergogna. ‘Un’ultima sera Chiara, resisti un’ultima sera’ si diceva mentre finiva di preparare dei tramezzini.
Li adagiò su un vassoio insieme ad un po’ d’acqua e aprì una bottiglia di vino. Decise di berne subito un sorsata lunga e si sentì più in forze.
Si diresse verso il salotto con il vassoio e quasi le cadde tutto quando vide i due uomini completamente nudi sul divano. Spalancò gli occhi per la sorpresa e non poté che notare il cazzo enorme di Massimo Capri’ un oggetto enorme e pulsante sotto la sua mano.
Massimo evidentemente se ne accorse perché rise forte e le disse di posare tutto sul tavolino. Poi mentre lei si piegava per appoggiare si avvicinò a lei e prendendole una mano si fece toccare il cazzo. Incredibile quanto fosse grosso.
-Tranquilla bambina, dopo te lo farò sentire ovunque e vedrai che saprò farti cedere- le disse all’orecchio mentre con una mano le toccava il culo sodo e perfettamente disegnato.
-Chiara vieni qui, siediti vicino a me che guardiamo un po’ del tuo film. Però prima togliti quelle mutandine viola, quelle non servono.
Chiara obbedì al suo preside e con un po’ di vergogna si tolse l’intimo. Stando sui tacchi si avvicinò all’uomo e si sedette di fianco a lui accavallando le gambe e cercando di non fissare il cazzo eretto di fianco al suo braccio.
Sentì la mano di Valerio toccarle le gambe nude. Il tocco era come sempre delicato e dolce’ partiva dal ginocchio e saliva via via fino ad arrivare all’interno coscia. Poi sentì una stretta leggera come a tastarne la consistenza ed infine salì ancora.
Chiara si ritrovò a tremare per quel solo tocco e si sentì avvampare quando le dita si adagiarono finalmente sulla sua vagina. D’un tratto si ritrovò a pensare che forse non aveva avuto una grande idea ad accettare quel patto.
Inaspettatamente il preside si inginocchiò di fronte a lei e delicatamente le alzò il vestito elegante fino a lasciarle scoperte tutte le gambe e le sue intimità. Le allargò le gambe e cominciò ad esplorare con la lingua le sua figa depilata.
Chiara chiuse gli occhi. Sentiva che se si fosse lasciata andare avrebbe sicuramente provato un orgasmo per cui si sforzò di pensare ad altro. Venne ridestata da Massimo che le fece aprire gli occhi con un maestoso cazzo di fronte ai suoi occhi.
-Coraggio, questo cazzo non si succhierà da solo!
E così dicendo infilò in un colpo tutta la sua cappella tra le labbra della donna. Chiara sentiva l’apertura della bocca spalancata e con la lingua riusciva appena a stimolare quell’enorme cazzo dentro di sé. Era enorme e faticava a succhiarlo, così si mise a fare su e giù con la bocca velocemente per stimolarlo.
Massimo sembrò approvare perché afferrandole una manciata di capelli la aiutava nel movimento insultandola: ‘questa maestrina ha davvero una bocca di velluto, scommetto che in sala insegnanti lavora sotto il tavolo’.
Chiara sentiva il tanfo del pene di Massimo Capri di fronte a sé. L’uomo non si era lavato dopo il lavoro e questo pensava che l’avrebbe aiutata.
Tuttavia sentiva crescere sempre più un calore dentro di sé. Valerio sicuramente era bravissimo e la stava portando a bagnarsi sempre più, ma in cuor suo capì che la realtà era che Chiara si stava eccitando ad essere usata così come una puttana da una persona educata e fine come il suo preside, ma soprattutto da quel cafone del fratello.
-Ehi Massimo, dobbiamo far attenzione che questa rischia di venire prima ancora che ce la siamo scopata.
-Ahaha sei proprio una puttana, ti piace il trattamento eh? Beh non sognarti di venire così in fretta.
Improvvisamente Chiara si rese conto che i ruoli si erano capovolti. I due erano certi che lei avrebbe goduto, anche ripetutamente, quando avevano fatto il patto.
Sentì Valerio alzarsi ed afferrarla per i fianchi. Immediatamente Massimo le sfilò di bocca il suo gigantesco uccello e si ritrovò tenuta su dal suo preside che la posò sdraiata su un tappeto al centro della stanza.
Chiara si sentì umiliata quando vide che i due uomini facevano a ‘Pari o Dispari’ per scegliere chi se la sarebbe scopata per prima in figa. Vinse Massimo. E Chiara temette per la sua vagina.
L’uomo con un ghigno le si mise sopra e appoggiò il suo cazzo sulla figa della maestrina.
‘Ora puoi trattenerti fin che vuoi, tanto ti faccio godere come mai nella tua vita’ le sussurrò nell’orecchio prima di entrare dentro di lei con un colpo deciso.
Chiara sentì la sua vagina dilatarsi oltremodo ed emise un urlo. Massimo era entrato appena con la metà del cazzo e lei si sentiva già esplodere. L’uomo fece su e giù fino a farlo finalmente entrare tutto, poi si mise inginocchiato e si mise, tenendo la donna per i fianchi, a scoparla mentre lei rimaneva con la schiena a terra e un cazzo enorme piantato nella figa come un’asta.
In tutto questo Valerio si avvicinò nuovamente a lei e le mise il cazzo di fianco alla testa. Chiara si girò pronta a succhiarlo ma lui le disse di pensare al palo che aveva nella figa. Valerio si prese il cazzo con una mano e, afferrando dei capelli con la stessa mano, cominciò a segarsi con i capelli della donna di fronte al suo viso.
Chiara era umiliata ma non poté ragionare troppo perché sentiva che Massimo aveva ragione: stava trattenendo un orgasmo incredibile e non era sicura di riuscire a resistere molto.
Massimo evidentemente era dello stesso avviso perché pian piano sentiva che il suo ritmo aumentava, sentiva che le pareti strette della donna lo eccitavano oltremodo e godeva nel vederla alla loro mercé. D’un tratto tuttavia gli parse di sentire le pareti più umide: la troia stava cedendo.
Allora la afferrò salda per i fianchi e iniziò una scopata forsennata. Andava su e giù come un assatanato battendole il fondo della figa al punto che nella stanza si sentiva lo sbattito delle palle sul culo di Chiara. Lei non poté trattenersi dall’urlare e non riuscì più a pensare alle proprie azioni quando esplose nel più grande orgasmo della sua vita, inondando il cazzo di Massimo di umori.
-Ce l’abbiamo fatta Valerio! Questa troia &egrave nostra!
Chiara sfiancata dall’orgasmo sentì le parole di Massimo e sentì il suo sperma colarle dentro la figa mentre veniva. Inoltre fu scossa dalla sborrata di Valerio sul suo viso e sui suoi capelli. Ormai, si rese conto, era una puttana.
Massimo si alzò da lei con il cazzo finalmente moscio.
-Ora puoi passare tu preside- gli disse il fratello superdotato.
-Non aspettavo altro- Valerio non era pago della sega, allora girò Chiara e la mise a 4 zampe sul divano.
Chiara naturalmente si trovò ancora il cazzo di Massimo da pulire di fronte e non fece storie quando se lo ritrovò ancora in bocca. Emise invece opposizione quando sentì una cremina fresca spalmata il prossimità del suo ano. Non ci mise molto a capire che il suo preside voleva prendersi il solo buco rimasto.
Cercò di staccarsi il cazzo di Massimo dalla bocca per protestare ma fu tutto inutile perché lui le teneva la testa apposta. Sentì un dito entrarle nel culo. Sentì fastidio. Poi dopo un avanti indietro sentì che le dita erano due con molto lubrificante. Le facevano già male.
-Valerio che dici, &egrave il caso che gliela lascio libera la bocca?
-Meglio di sì, questo culo &egrave vergine e dovrà respirare mentre glielo spacco per la prima volta.
-Vergine??- chiese Massimo guardando Chiara negli occhi ‘lo sapevo che dovevo lasciare a te la figa cazzo!
-Eheh, fratellino bisogna saper scegliere, ci sarà tempo tranquillo.
Chiara prese aria dalla bocca finalmente e provò ad implorare i due uomini. Le due dita le avevano già fatto malissimo, per favore, avrebbe fatto altro’
Le suo preghiere non fecero che eccitare i due uomini, fino a che si rese conto che doveva solo cercare di rilassarsi, tanto nel culo l’avrebbe preso comunque.
Sentì la cappella dura e lubrificata puntare sul suo culetto stretto e bellissimo. Con una pressione elevata il preside fece entrare la cappella in un sol colpo. Chiara dovette stringere i denti e trattenere le lacrime dal dolore. Poi Valerio sapientemente fece un leggero avanti ed indietro per far adattare pian piano la donna. Dentro di sé Chiara non poté che ringraziare che a sverginarle l’ano fosse lui e non il fratello, ben più portato e dai modi più violenti.
Dopo diversi minuti di adattamento Chiara finalmente aveva tutto il cazzo duro dentro il suo culo. Pensò che il più era fatto ma spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi quando Valerio lo tirò quasi tutto fuori per la prima volta prima di iniziare a pomparla. Iniziò finalmente la vera scopata. Chiara era stravolta dal senso di vuoto lasciato dal cazzo ogni volta che si ritirava e dal pale di carne che sentiva dentro sé ogni volta che rientrava dentro.
In un attimo esplose in un secondo orgasmo facilitato dalla stimolazione del clitoride da parte delle mani di Massimo. Sentì che i suoi umori le colavano sulla gambe da quanto godeva e i suoi versi non erano più di disperazione per lo sverginamento del culo, ma di puro godimento.
Valerio fresco della prima sborrata sul suo viso continuò a scoparla per un tempo che a lei parse infinto. Si ritrovò a godere ancora una volta lei prima che finalmente, con dei colpi di reni sempre più forti, il suo preside fece esplodere una cascata di sperma nel suo intestino.
Si sentì svuotare mentre le toglieva il cazzo dal culo e ne usciva fuori colando lo sperma bollente. Era a occhi chiusi quando Massimo, che da qualche minuto si segava di fronte al suo viso, le scaricò in volto fiotti di sperma denso.
Si ritrovò sdraiata a terra mentre i due uomini si congratulavano tra loro per la ottima troia trovata. Sentì che le promettevano altre scopate così e le dicevano cose come che si sarebbero fatti sentire loro, Chiara era troppo stravolta per prestare attenzione.
I due si vestirono e dopo averla salutata si chiusero la porta di casa alle spalle. Chiara dopo due ore, all’alba, si risvegliò e si ritrovò ricoperta di sperma e sporca. Spense la tv su cui ancora andavano le sue immagini e si buttò sotto la doccia.
Ripensò sotto la doccia a in che razza di situazione si era cacciata. Con la spugna si toccò il culo e le fece malissimo il buco. Dentro di sé si disse che doveva farci l’abitudine.
Il culo le aveva fatto male per giorni. Per fortuna suo marito tornando a casa non aveva notato nulla e non aveva dovuto umiliarsi inventando stupide scuse. In realtà Carlo a malapena sapeva come era fatta la sua vagina’ nudi lo erano sempre solo al buio, pure in bagno non si osava entrare.
Quella mattina a scuola aveva due ore buche. Aveva già programmato la lettura dell’ultimo libro di Ken Follett ma improvvisamente il bidello Claudio la venne a chiamare per voce del preside Capri.
Dentro di sé non poté che ripensare che era di nuovo ora di vendersi a lui. In realtà la stupiva il fatto che da quella notte a casa sua né lui né quel burino del fratello si fossero fatti risentire’ probabilmente sapevano che se le avessero ancora usato il buchino posteriore sarebbe dovuta andare all’ospedale.
Gli disse che andava subito ma che prima aveva bisogno di passare dal bagno.
Chiara si adagiò sulla tavoletta e fece pipì. Automaticamente dopo andò sulla sua vagina per asciugarsi e non poté fare a meno di trovarla tutta depilata. Sentiva che andava fatto’ non sapeva perché ma doveva tenersela depilata. Con un dito andò anche sul suo ano’ era chiuso normalmente ora e non le faceva più male. In cuor suo però aveva paura del trattamento che avrebbe potuto ricevere.
Bussò e dopo pochi secondi la sua voce suadente gli disse ‘Avanti’.
-Desiderava vedermi?
Valerio Capri sorrise.
-Vedo che ti ricordi che devi darmi sempre del Lei, ottimo.
Si alzò e, lasciandola in piedi, si premunì di metterle una mano sul suo bel culetto per tastarne la consistenza.
-Questo purtroppo oggi non posso prendermelo- e glielo schiaffeggiò forte umiliandola ‘ma ho comunque un lavoretto per te.
Le indicò la scrivania e le disse di nascondersi sotto di essa. La scrivania era molto larga e di classe’ tutta in legno e completamente chiusa. Si poteva scorgere chi ci fosse sotto solamente dal lato del preside.
-Cosa devo fare?
-Ahaha, tranquilla, lo capirai facilmente.
Chiara si accucciò e stette in attesa. Dopo poco il preside si sedette, lo spazio era tanto e stava tranquillamente accucciata con le gambe dell’uomo davanti.
D’impulso le venne da avvicinarsi alle gambe dell’uomo e nel tentare di tirargli fuori il cazzo ma un suo movimento della gamba la fece desistere.
Mentre si interrogava sentì però bussare alla porta.
-Avanti.
-Buongiorno dottore, scusi se l’ho fatta attendere.
-Nessun problema Balci, si accomodi.
Vide Capri alzarsi appena per stringere al mano ad Anna Balci, una collega di Chiara che lei odiava.
Anna Balci era un’odiosa ultracinquantenne che pretendeva di dare lezioni a tutti le colleghe. Molto grassa e occhialuta, era odiata da tutte e spesso subivano la sua ira se sbagliavano qualcosa.
I due cominciarono con i convenevoli ma pian piano venne fuori il vero argomento dell’incontro.
-Vorrei sapere perché all’improvviso non abbiamo assunto mia nipote per il posto vacante a tempo indeterminato di maestra ma quell’incapace di Chiara N.
A quel punto allora Capri, abilmente coperto interamente dalla scrivania dalle costole in giù, si tirò giù la zip dei pantaloni e con una gamba mosse Chiara.
-Vede Anna, abbiamo dovuto fare delle scelte’
Chiara a quel punto si inginocchiò meglio e, senza fare rumore, riuscì a tirar fuori un cazzo eretto dai pantaloni ancora senza mutande.
-E la scelta sarebbe assumere quella troia santarellina di Chiara N? Andiamo quella va bene solo per leggere in chiesa!
-Le garantisco che &egrave un’ottima insegnante e sa fare il suo dovere.
A quel punto Chiara aveva nella sua bocca il cazzo del preside a sapeva benissimo perché era lì. Cominciò a succhiarlo alternando sapienti leccate (silenziose) e facendo di tutto per soddisfare il suo capo.
-Immagino cosa avrà fatto quella troietta per ottenere il posto.
-Non le permetto di insinuare nulla di simile!
Chiara era eccitatissima della situazione, faceva la troia con il suo capo a un metro da una stronza che la insultava’ e Capri la difendeva.
-E per mia nipote allora??
Chiara era la sola che Capri volesse’ Chiara era la sua troia’
-Vedremo di trovarle qualche supplenza.
Con una mano andò ai suoi pantaloni e aprì qualche bottone, in un attimo si stava masturbando con una mano mentre con la bocca giocava con la cappella dell’uomo…
-Seh, magari domani arriva qualche altra troia e non fa neanche più quello’
-Se ne vada per favore! Non accetto che si dica questo a colleghe nella mia scuola!
Chiara notò che nelle parole di Valerio Capri c’era qualcosa di strano, mentiva certo, ma forse era super-eccitato anche lui. Allentò così il ritmo della pompata.
I due discussero ancora qualche minuto ma ormai Capri aveva fatto valere le sue ragioni e la Balci si limitava a lamentarsi. Chiara da sotto sentiva di avere il preside in suo potere e giocava con la lingua facendolo fremere’ Stava per sborrare e Chiara in breve tempo era diventata una pompinara professionista degna del miglior bordello.
Anna Balci finalmente si alzò e si sbatté la porta alle spalle mentre usciva. A quel punto allora Chiara decise di far venire l’uomo ma non fu abbastanza veloce.
Valerio Capri le afferrò la nuca e si alzò in piedi facendola inginocchiare a forza. Il suo cazzo pulsante era a contatto con la sua gola e non la faceva respirare.
La prese per i capelli e le impose un ritmo forsennato scopandole la bocca che fino a qualche settimana prima non aveva mai assaporato il gusto acre di un cazzo.
Ci mise poco a venirle in bocca scaricandole una dose impressionante di sperma. Chiara lacrimava dagli occhi per il dolore di quella forza sulla sua gola e per lo sperma che voleva uscire da lei.
Pian piano ingoiò tutto sentendo dentro la bocca il cazzo diminuire di volume.
Valerio Capri aveva un respirava affannosamente come non l’aveva mai sentito respirare. Per la prima volta Chiara si rese conto di averlo soddisfatto appieno.
-Sei stata davvero brava, non avrei mai pensato che potessi migliorare così tanto con la bocca.
Chiara a questo punto era tornata ad essere la solita imbarazzata. Arrossiva a sentire quei ‘complimenti’ e non sapeva come comportarsi, decise di attendere istruzioni in silenzio.
Capri cominciò a richiudersi la zip e allora lei si alzò. A quel punto sentì la mano del preside sul mento che le faceva alzare lo sguardo per incrociare i suoi occhi. Capri la guardò con passione e lei avrebbe potuto anche baciarlo come la miglior innamorata del monto. Però lui avvicinò un dito alle sue labbra ma solo per farle ingoiare un rivolo di sperma bianco che le era scivolato fuori.
-Vai pure Chiara, sei stata sensazionale, chiamo subito mio fratello e gli dico che deve assolutamente mandare in viaggio tuo marito.
Chiara allora uscì mentre sentiva Valerio salutare Massimo al telefono. Corse in bagno e subito si sedette sul water.
Con due dita cominciò a masturbarsi forsennatamente e in un attimo venne lì nei bagni. Ci volle qualche secondo per riprendersi da quell’orgasmo ritardato, poi si alzò e si lavò bene la faccio avendo cura di sciacquasti bene la bocca.
Ormai sapeva benissimo che quell’uomo la possedeva in tutto e per tutto, oltretutto temeva per suo fratello, quella chiamata non sarebbe stata senza conseguenza per molto.
Chiara arrivò a casa dal lavoro verso le 16:20. Quella giornata era stata particolarmente pesante, a scuola era venuto un allenatore di Judo e aveva accompagnato i bambini nella palestra scolastica per fare qualche dimostrazione in modo da attirare nuovi iscritti.
Odiava queste cose, non era particolarmente sportiva pur essendo magra e con un bel fisico, in queste occasioni c’era sempre da rincorrere bambini e sgridare chi non ascoltava. Per lei era estremamente stressante.
Inoltre l’istruttore, un trentenne basso ma muscoloso come un dio, non mancava di complimentarsi con lei e sbirciare il suo culo tonico e le gambe coperte solo da collant quel giorno in cui vestiva una gonna’ Fino a qualche settimana prima l’avrebbe fulminato con lo sguardo alla prima battuta, ma le ‘avventure’ con i fratelli Capri le avevano fatto scoprire una sessualità che ignorava di possedere.
Ciò non riuscì a togliersi di dosso l’imbarazzo terribile che provava ogni volta che ripensava a cosa stava vivendo’ Persino l’istruttore di judo avrà pensato che fosse una verginella per come abbassava lo sguardo ogni volta che le faceva un complimento velato. E’ che in sé Chiara si sentiva ancora la brava mogliettina casa e chiesa, lo era fino a quando non veniva presa come un oggetto’ poi la sua libidine veniva fuori.
Si sistemò ed optò per un bagno caldo nella sua vasca. Adorava rilassarsi così e quel giorno doveva prendersi cura di sé.
Pensò a quando aveva accompagnato l’istruttore a prendere dei materassini’ lui le stava dietro mentre si piegava ed era certa che quando le avesse urtato le natiche con il suo pube non ci fosse nulla di casuale.
Si spogliò e non poté fare a meno di fissare il suo corpo nudo allo specchio. Era davvero sexy con solo un braccio a coprirsi le piccole tette’ con una mano si prese i lunghi capelli corvini e se li sistemò in modo da avere il collo libero e i capezzoli non disturbati dai capelli’ l’occhio dallo specchio le cadde sulla sua vagina curata e depilata, con una mano andò a toccarsi e si trovò morbida e calda’
Sì ridestò dai suoi pensieri peccaminosi e arrossì prima di buttarsi nella vasca. Il calore dell’acqua però non l’aiutò e così finì ancora con una mano a toccarsi la vagina mentre l’altra istintivamente andò ai capezzoli.
Sapeva cosa stava facendo e dentro di sé se ne vergognava. Provò a immaginarsi suo marito Carlo che la penetrava, ma sapeva benissimo che non era stato lui e provocarle quei pensieri’ Le ritornò alla mente l’occhio dell’istruttore di judo, come le guardava le gambe’ si chiese se il suo cazzo fosse stato duro e nodoso come il resto del suo corpo’ nel frattempo la mano roteava e le dita entravano nella sua fessura, era eccitata e si pizzicava i capezzoli durissimi.
Immaginò l’istruttore che la prendeva e la montava sopra di sé, la faceva godere e la baciava’ le sue dita erano un cazzo voglioso che non aspettava altro che la sua vagina stretta per svuotarsi del piacere’ poteva persino immaginarne l’odore, la forma’ poi, come un flash, l’immagine di Valerio Capri che la impalava a pecora sulla scrivania del suo ufficio, la sbatteva senza dolcezza e la dava della troia. A quel punto esplose in un urlo liberatorio mentre veniva in un orgasmo provocato unicamente dalla sua lussuria.

Dopo qualche ora Chiara era in piedi in cucina in una tuta comoda, stava preparando cena aspettando suo marito Carlo. Alle 7:30 entrò in casa e venne a salutarla amorevolmente. Arrivò dietro di lei e abbracciandola la baciò sulla guancia, dicendole che la amava.
Cenarono e guardarono qualche stupido telefilm prima di coricarsi a letto. Come tutte le sere Chiara andò per prima in bagno e aspettò il marito a letto nella sua camicia da notte.
Quando Carlo arrivò si sdraiò di fianco a lei e cominciò a sfiorarle le braccia mentre si avvicinava al suo orecchio:
-Amore’ che ne diresti di fare l’amore stasera?
-Non lo so Carlo’ domani lavoriamo.
-Lo so amore ma dovrò star via tre giorni con il camion’ &egrave da una settimana che rimandiamo.
Chiara sapeva esattamente che quella sera Carlo aveva voglia di lei, lo sapeva perché tutte le volte che la abbracciava e la baciava appena arrivato a casa era perché la voleva. Monotono e abitudinario come sempre.
-Va bene amore’ vieni qui.
Chiara si mise sopra di lui e iniziarono a baciarsi’ lui si sfilò velocemente le mutande e Chiara rimase a baciarlo tenendogli le mani sui (pochi) capelli. Sentiva la forma del cazzo del marito sotto di sé ma il suo ruolo di mogliettina casa-chiesa la frenava dal toccarlo o dall’indirizzare le sue voglia. A quel punto allora lui la spinse dolcemente sul letto e la adagiò con la schiena sul materasso.
Le tolse la camicia da notte dolcemente e si buttò a leccare e succhiare le sue belle tettine. Chiara sentì la pancia prominente del marito strusciarsi sul suo bacino perfetto mentre lui cercava di avvicinare il suo cazzetto eretto alla sua figa.
Quando Chiara sentì la cappella a contatto cercò di pensare al godimento del pomeriggio per eccitarsi, a come avrebbe voluto farsi prendere nella vasca’ al cazzo dei fratelli Capri’
Riuscì così ad eccitarsi un po’ e quando la cappella entrò non ci fu bisogno di lubrificarsi.
A quel punto veniva la parte peggiore del sesso con suo marito. Lui preso dal godimento della sua fighetta stretta smetteva di baciarle il seno e cominciava ad ansimare. Chiara sentì il primo colpo, poi il secondo e poi ancora il terzo. Non provava godimento alcuno anche se fingeva di avere il respiro affannato. Carlo era un pessimo amatore e si preoccupava unicamente del suo godimento’ Conosceva suo marito e sapeva che il rapporto medio si componeva di 12-14 dentro-fuori del suo cazzo. Così al decimo colpo aumentò il ritmo lei fingendo di stare per venire e anzi cercava di gemergli forte dentro l’orecchio. A quel punto Carlo si eccitava come non mai e nel giro di pochi secondi si scaricava completamente dentro di lei.
Sentì la sborrata sempre abbondante del marito che la riempiva e si faceva spazio dentro di lei’ quello era l’unico momento in cui lei provava un barlume di eccitazione, nel sentire quel liquido dentro di sé che la possedeva e la inondava’ poi suo marito tolse il pene da dentro di lei cosicché Chiara dovette stringere le sue pareti per trattenerlo ancora qualche secondo prima di andarsi a pulire.
-Amore &egrave stato bellissimo’ non sai quanto ti amo.
-Carlo sei il mio amore’ non mi avevi mai fatto godere così.
-Effettivamente oggi ti ho desiderata tutto il giorno’ anche tu mi sembrava eccitata, l’ho notato già quando sono arrivato a casa.
A qual punto i due si scambiarono un dolce bacio augurandosi la buonanotte, Carlo si girò di lato e in pochi secondi già russava.
Chiara si rimise la camicia da notte e andò il bagno a sciacquarsi. Si guardò allo specchio e si vergognò di se stessa. Non era il fingere di aver goduto con suo marito che la torturava, era il fatto che ormai godeva costantemente con i suoi amanti o con le sue dita, ma con Carlo non provava alcun piacere’ pur amandolo come uomo.
‘Ore 20 nel mio ufficio in azienda. Mettiti qualcosa di comodo, tanto te lo dovrai togliere subito’.
Chiara lesse il messaggio nell’intervallo di metà mattina. Il mittente era Massimo Capri e francamente si stupiva che quell’uomo fosse riuscito ad aspettare tanto prima di scriverle. Sapeva che qualcosa doveva accadere perché Carlo era fuori con il camion da un paio di giorni e sarebbe tornato solo il giorno successivo, oltretutto a metà pomeriggio in teoria.
‘Qualcosa di comodo’, Massimo Capri era diverso dal fratello preside in tutto. Mai Valerio le avrebbe potuto scrivere di vestirsi comoda, lui adorava vederla elegante e sottometterla così’
Passò la giornata a cercare di immaginare cosa la aspettava. Naturalmente sapeva che al loro ultimo incontro Massimo aveva detto di volerle aprire il culo con il suo cazzo’ La cosa la spaventava a morte, era enorme e l’avrebbe fatta soffrire enormemente, persino l’eccitazione, che da qualche tempo accompagnava i suoi ricordi sul sesso, svaniva.
Arrivata a casa evitò di cenare ma andò a farsi un bagno caldo’ prima cerco di pulirsi meglio che poté l’ano’ Cercò anche di infilare un dito per fare su e giù ma era del tutto inabituata a quella pratica.
Alle 19:55 entrò dal cancello della ditta. Qualche volta era venuta ad accompagnare suo marito e la conosceva. Andò così a parcheggiare in un posteggio nascosto al fondo di una via secondaria per non far notare la sua presenza. Indossava una semplice tuta da ginnastica con sotto una maglietta. Aveva evitato di indossare intimo per non farselo strappare un’altra volta.
Alle 20:00 bussò alla porta dell’ufficio, a quell’ora erano già tutti via e fu molto contenta di non aver incontrato nessuno.
-Avanti.
Chiara entrò e vide Massimo Capri seduto alla sua scrivania che leggeva attentamente un giornale locale.
-Buonasera signor Capri’ desiderava vedermi?
Massimo alzò appena lo sguardo e squadrò il suo abbigliamento. Aveva preso alla lettera i termini ‘vestiti comodi’.
-Per prima cosa levati quella merda che ti sei messa indosso e rimani completamente nuda, mi fai rimpicciolire il cazzo da quanto sei trasandata vestita così.
Chiara abbassò lo sguardo e si vergognò per come veniva trattata. Si girò verso la porta e la chiuse, poi cercò la chiave ma non la trovò.
-Ti ho detto di spogliarti troia! Non certo di chiudere a chiave!
Chiara preferì non andare oltre nella conversazione, Massimo urlava contro di lei come se la odiasse e la spaventava che fosse così aggressivo. Si spogliò velocemente e rimase completamente nuda dentro l’ufficio.
A quel punto Massimo finalmente mise da parte il giornale e rimanendo seduto le disse di andare da lui. Chiara si avvicinò piano mentre l suo corpo completamente nudo sentiva brividi di freddo’ i capelli lunghi e neri le cadevano sulla schiena solleticandola.
Sentì la mano rude dell’uomo andare sulle sue natiche e stringerne una. Poi scese con la mano sulle sue cosce ed infine si alzò annusandole il collo e sfiorando con le mani il suo seno.
-Mi piace che tu ti sia profumata bene’ Mi ecciti da morire con questo corpo tonico e fresco.
Poi le ordinò di spogliarlo da cima a fondo e allora Chiara iniziò tirandogli via la camicia e lasciando così nuda la sua prominente pancia pelosa. Andò poi alla patta e, dopo aver aperto la cintura, fece scendere i pantaloni lasciandolo così completamente nudo come lei. Ad un osservatore esterno la scena si sarebbe presentata come l’inizio di un rapporto tra una bellissima ragazza mora, magra e con due gambe perfette ed un uomo sudato, grassottello con un fisico sporco e peloso.
-Devo finire di sfogliare il giornale, adesso io mi siedo mentre tu mi pulisci bene il cazzo con la tua bocca.
Tornò a sedersi sulla poltroncina in pelle e aprì il giornale mentre Chiara, da puttana ubbidiente, si inginocchiava sotto la scrivania e prendeva in mano il cazzo puzzolente dell’uomo. Non era ancora eretto e se ne stupì rimanendo inaspettatamente delusa. La prese come una sfida e, nonostante il ribrezzo, indirizzò la cappella verso le sue labbra.
Al primo contatto lo trovò con un gusto acre e le vennero i conati del vomito, non era nella condizione di protestare però, così continuò a leccarlo e pulirlo rendendolo così anche più accettabile per lei.
Se non fosse stato per il cazzo che diveniva eretto, Massimo Capri si sarebbe detto uno spettatore non interessato. Leggeva il suo giornale tranquillamente e solo di tanto in tanto dava ordini come quello di leccare meglio le palle o ingoiare di più il cazzo. Come Chiara sentiva dentro la sua bocca però, il cazzo era tornato alle sue massime dimensioni. Come si ricordava bene, era enorme.
-Molto bene puttanella- disse Capri alzandosi e facendo così uscire il cazzo dalla bocca della maestrina ‘come avrai notato la mia scrivania &egrave molto particolare.
Chiara guardò meglio e notò che era una scrivania nera totalmente chiusa da tre lati come quella del fratello, ma a metà scrivania si inclinava di 45 gradi dove c’era quello che sembrava un buco apribile. Non prometteva nulla di buono.
Massimo schiacciò un tasto e il buco si aprì. Fece alzare Chiara e la mise a 90 sulla scrivania come in passato aveva fatto suo fratello in un altro ufficio. Come notò la donna nella nuova apertura entrava comodamente la sua testa e entrando notò che vedeva semplicemente il fondo del pavimento sotto la scrivania. Mentre si chiedeva il senso di quell’aggeggio sentì che l’uomo premeva un altro tasto e l’apertura cominciava a chiudersi.
-No la prego! Non mi faccia del male! Ho paura!
-Calmati maestrina, non lo chiuderò del tutto, non sono del tutto malato di testa, lo chiuderò solo in modo da non farti uscire. Prova a muovere il collo, non dovresti sentire grossi fastidi.
Effettivamente Chiara non sentiva il buco chiudersi sul suo collo, poteva muoversi leggermente senza però poter far uscire la testa.
-Perché??? Avrei fatto tutto comunque!
Massimo le schiaffeggiò violentemente il culo facendole sgorgare definitivamente la prime lacrime di paura.
-Dovresti ancora ringraziarmi puttana! Sei venuta a farti sbattere dove lavora tuo marito e se cerco un modo per non farti riconoscere da chi entra qui dentro non fai altro che lamentarti! Avrei dovuto sbatterti in officina!
E un’altra sberla sul culo.
Chiara sentì l’uomo insultarla mentre la sua lingua si avvicinava alle sue natiche. Presto si sentì stimolare sulla sua apertura anale e provò un primo brivido di dolore quando l’uomo infilò rudemente un dito dentro.
Al secondo dito nel suo culo Chiara dovette urlare una prima volta. Massimo invece di smettere le disse che doveva ringraziarlo, se l’avesse inculata con il suo tronco a secco l’avrebbe mandata all’ospedale. Non poteva che aver ragione e in cuor suo Chiara cominciava a provare eccitazione, se ne accorse l’uomo quando con tre dita iniziò a penetrarle la figa.
-Adesso ti faccio urlare come la peggior puttana ahahahaha!
Capri si alzò e afferrò i fianchi bianchi di Chiara. La teneva salda e aveva davanti a sé uno dei migliori culi che avesse mai visto. Avvicinò la cappella e la puntò sull’ano leggermente aperto.
Chiara tremava dalla paura ma anche dal terrore da quella postazione. Cercò di rilassarsi e pensare ad altro, ripensò al maestro di judo cercando di eccitarsi il più possibile, ma ben presto non poté che focalizzare i suoi pensieri soltanto su una cosa. Infatti Massimo aveva deciso che era giunta l’ora di sadomizzarla e le strinse forse i fianchi indirizzandoli verso di sé mentre spingeva con tutto se stesso il cazzo nel suo ano stretto.
Chiara emise un urlo atroce, si sentiva distruggere da quel cazzo maestoso e sotto la scrivania cadevano le sue lacrime mentre si sentiva aprire. Massimo dal canto suo faticava con il suo cazzo ed era appena a metà pene mentre continuava a sputare sul proprio cazzo per lubrificare la sua troia. Il culo di Chiara era così stretto che persino lui sentiva dolore sul cazzo per lo sfregamento.
Pian piano però la metà del suo cazzo cominciò a entrare ed uscire regolarmente facendogli provare un godimento enorme. Dal canto suo Chiara, pur continuando a soffrire e far cadere qualche lacrima, si abituava e cercava di mantenersi rilassata mentre dalla sua vagina arrivava un calore immenso di godimento.
Massimo però non era ancora pago e allora si lasciò cadere sulla schiena bianca e linda della donna prima di dare un altro colpo deciso per far entrare finalmente tutto il cazzo.
Chiara a quel punto non resisteva più e sbatté la testa contro il legno della scrivania-trappola mentre godeva spruzzando i suoi umori per terra, mentre lanciava un ultimo grido di dolore.
A quel punto Chiara sperava che il trattamento finisse al più presto perché nonostante gli orgasmi multipli continuava a provare dolore e la sua sottomissione era totale. Avrebbe accettato qualsiasi cosa piuttosto che ripetere un’inculata del genere’ Proprio mentre pensava questo sentì bussare alla porta.
-Avanti!- sbraitò Massimo Capri mentre si ridestava continuando ad inculare la donna ma questa volta stando dritto.
-Ah &egrave lei capo! Sentivo delle urla bestiali e avevo paura ci stesse scappando il morto eheh.
Chiara riconobbe la voce dell’uomo. Era Alfredo, il testimone di nozze di suo marito che lavorava lì come magazziniere. Si sentì raggelare al pensiero che potesse scoprirla.
-Tranquillo Alfredo, stavo giusto finendo di fottermi la mia nuova troia personale, hai qualcosa per me?
-Sì capo, dovrebbe firmare due fogli così poi me ne vado e domani hanno gli ordini pronti quelli che partono.
-Tranquillo.. entra pure- e così dicendo continuava a sbattersi il culo di Chiara che ormai accompagnava più docilmente il cazzo duro dell’uomo.
Massimo tratteneva ormai da troppo tempo il suo sperma, così, complici anche quelle due firme da fare, tirò fuori il cazzo e sborrò copiosamente sulla schiena pulita e immacolata della maestrina Chiara, sempre intrappolata nella scrivania.
Chiara emise un urlo soffocato mentre sentiva il palo uscire da sé, era come se ormai si fosse abituata ad averlo e si sentì bruciare quando uscì da lei.
-Complimenti capo! Se l’&egrave sbattuta da talmente tanto che rimane aperto’ gran bel culo sta donna!
-Ehehe, &egrave una troia selezionata come piace a me, davvero una puttana santarellina, sentissi come &egrave stretta.
Chiara aveva la fronte imperlata di sudore, sentiva gli occhi di Alfredo sul suo corpo e sperò che non intercettasse alcun particolare che potesse ricordarle lei.
-Sa ho un’amica che ha il fisico così, la classica casa e chiesa. Però sapesse che noia a letto! Il marito mi dice che non sa neanche di che colore abbia la figa perché lo fanno sempre al buio’ Che spreco! Io avessi mai sposato una con un corpo così le sborrerei tutte le ore in figa!
-Ahahahaahahah- Massimo rideva di gusto, come Chiara aveva intuito sapeva che Alfredo si riferiva proprio alla moglie del suo amico Carlo che assolutamente non aveva riconosciuto.
-Alfré ma allora perché non ne approfitti? Io firmo queste carte ma tu nel frattempo dai due colpi a questa bella troietta. Il culo &egrave mia proprietà privata, ma fattela in figa.
Chiara non riusciva a credere alle sue parole. Già sentire cosa pensava un suo caro amico di lei l’aveva fatta vergognare, in più il suo padrone la offriva come fosse stata una merce!
Non pensava che Alfredo fosse un porco così e si sentì stupita quando realizzò che l’uomo si era abbassato i pantaloni ed era pronto a scoparla. Poté accogliere facilmente il suo cazzo di buone dimensioni (nulla in confronto a Massimo Capri) nella sua figa’ era eccitata come un lago a causa dell’amplesso appena avuto con Capri e il pene di Alfredo entrò in lei come un coltello nel burro’ Ben presto l’intero cazzo fu dentro di lei.
Le mani di Alfredo raggiunsero le sue tettine e strinsero i capezzoli mentre iniziava a sbattersela di gusto. Non doveva essere abituato a scopare (era separato da un anno) e i suoi colpi erano veloci e rudi’ non era interessato a far godere la donna ma unicamente a procurarsi piacere.
Dopo aver sentito da Massimo che poteva (anzi doveva) venire dentro di lei, Chiara sentì i fiotti di sperma abbondanti sbatterle dentro la vagina e riempirla. Non poté lamentarsi o godere perché aveva paura di farsi riconoscere’ si sentì però eccitata quando Alfredo disse che questa sborrata era per Chiara N. che l’aveva fatto eccitare una marea di volte.
A questo punto si rivestì e ringraziò il suo capo. Subito Capri riprese il suo cazzo in mano e l’avvicinò ancora al culo di Chiara che evidentemente meritava un secondo trattamento.
Mentre Alfredo si chiudeva la porta alle spella ripresero i rumorosi godimenti della donna e non poté che sorridere per i gusti impeccabili del suo capo. Tutti in azienda sapevano che era un porco ma pochissimi venivano ammessi come lui a partecipare alle suo orge.
Nel frattempo arrivò di fronte ad Alfré il suo amico Carlo, marito di Chiara.
-Ciao Carlo! Ma tu non dovevi arrivare domani?
-Ciao Alfré, in realtà sì ma sono riuscito ad anticipare i tempi, adesso lascio il camion qui e corro a casa a fare una sorpresa a mia moglie’ stasera spero sia calda per il mio arrivo.
-Ma lascia perdere la tua mogliettina Ca! Vai dalle tendine del capo e guarda come si incula la sua troia! Un vero porco.
Come se fosse la cosa più normale del mondo i due andarono dalle tendine dell’ufficio di Capri e scostandola videro la scena di lui che si sbatteva una donna.
Alfredo se ne andò subito perché aveva già scaricato tutta l’eccitazione, Carlo invece rimase qualche minuto a fissare quella scena. Capri inculava la donna in maniera feroce facendola godere come mai aveva sentito godere una donna’ Ripensò a sua moglie e al fatto che mai avrebbe goduto così. Lei era a casa ad aspettarlo, magari già sotto le coperte con un pigiamone anti-sesso. Carlo infatti non aveva minimamente riconosciuto sua moglie.
Ben presto gli balenò l’idea di evitare di tornare a casa. Alfredo gli aveva dato 200 euro per la consegna anticipata e pensò che forse poteva concedersi uno svago.
Sarebbe ritornato a casa dalla sua mogliettina il giorno successivo come pattuito, quella sera si sarebbe concesso il lusso di una puttana.
Salì sulla sua auto e giudò per un’oretta, preferiva essere lontano da casa. Ben presto su una strada secondaria trovò in fila alcune puttane e si mise a passarle in rassegna dall’auto.
Ben presto trovò quella che faceva per lui: era mediamente alta, mora con un fisico abbondante ma magro’ di quelle con le cosce morbide ma non grasse. Si fermò e abbassò il finestrino.
-Quanto?
-Quanto per cosa?- chiese lei con un accento siciliano.
-Quanto per tutta la notte.
-250 euro.
-Facciamo 220.
La donna acconsentì sottomessa, lo sguardo era un po’ scavato e a Carlo diede subito l’idea di essere molto sottomessa, come se quello non fosse il luogo adatto a lei ma ci fosse finita per necessità.
Giudò alcuni minuti alla ricerca di un posto tranquillo, alla fine si fermò vicino ad un campo di mais in un posteggi nascosto da due piante.
Fermò la macchina e guardò la donna. Aveva lunghi capelli neri che incorniciavano un viso pulito e bianco. Quello che le era piaciuto di lei era che sembrava una casalinga e non una troia, con un trucco appena accennato e un vestitino di fantasia con colori sul rosso. Le gambe era nude e le scarpe con il tacco appena accentuato.
Le posò la mano sulla coscia e iniziò a palparla mentre dentro i boxer il cazzo aumentava la sua erezione.
La puttana andò con la mano sulla sua eccitazione e accarezzò il suo cazzo da sopra i pantaloni’ sembrava imbarazzata ed era chiaro che fosse da poco che praticasse quel mestiere.
-Tiralo fuori e inizia a succhiare.
La siciliana si abbassò e lavorò con la cintura prima che Carlo si sollevò leggermente per far abbassare boxer e pantaloni. A questo punto sentì la lingua della donna giocare con il suo pene. Adorava farsi fare pompini e ogni volta che andava in trasferta con il camion cercava qualche puttana che gli concedesse quello che la sua pudica moglie gli negava. La bocca della donna avvolse finalmente il cazzo dell’uomo avvolgendolo dentro il calore della sua saliva’ La puttana era nuova al mestiere ma aveva sempre fatto i pompini al suo maritino’ maritino che ora l’aveva dovuta far battere per pagare l’affitto.
Iniziò un lento su e giù con Carlo che ormai teneva una mano sulla testa della puttana pronto a far aumentare il ritmo. La donna era brava e stimolava ogni centimetro della sua cappella con la lingua. Ben presto Carlo dovette spingerle la testa sul cazzo per farle arrivare più in profondità la copiosa sborrata’ Da brava puttana ingoiò tutto, anche questa non era un novità per lei.
-Continua a succhiare e leccalo bene.
A Carlo piaceva dare ordini precisi e usare parole che a casa sua sarebbero state vietate. Chiara lo eccitava tantissimo ma, secondo lui, mai avrebbe potuto farlo sentire così.
Ben presto il cazzo fu di nuovo duro e allora Carlo disse alla donna quello per cui era andato a puttane quella sera: emulare il suo capo Massimo Capri.
Scesero entrambi dalla macchina denudandosi completamente. La donna si teneva una mano davanti al seno per pudicizia e si guardava intorno preoccupata. Ben presto Carlo abbassò entrambi i sedili posteriori e poggiò una coperta consunta, aveva creato lo spazio in macchina per un piccolo lettino dove poter scopare tutta la notte.
-Entra troia.
La puttana lo aspettava a gambe aperte con un preservativo in mano, pronta a farlo indossare all’uomo.
-Niente preservativo, girati che mi prendo il tuo culo.
La donna provò a protestare ma Carlo aveva voglia di sfogare le sue voglie, così le saltò sopra e la girò, poi sputò sul suo ano e infilò un dito nel culo vergine. Era strettissimo ma il cazzo di Carlo era di modeste dimensioni, così lo appoggiò e spinse mentre la donna tentava di dimenarsi.
Fece entrare la cappella e la siciliana iniziò a gemere di dolore mentre se ne stava sottomessa sotto l’uomo. Riuscì ben presto a infilare tutto il cazzo dentro di lei e a montarla. Pensava a Chiara e a come le sarebbe piaciuto scopare il culo stretto e bello della sua dolce mogliettina, pensava e come era accogliente e calda quella puttana. Si sdraiò sopra di lei e la inculava mentre con le meni toccava il corpo morbido e le tette sode della donna.
Come Chiara ben presto sapeva Carlo non era un re del sesso, e se la puttana avesse contato i colpi che faceva sarebbe a malapena arrivata a 10 prima di sentire lo sperma arrivarle all’intestino.
Carlo a questo punto era esausto e i due rimasero nudi nell’auto fino all’alba.
Chiara era rimasta provata dall’ultima esperienza con Massimo Capri. Il suo cazzo enorme aveva finalmente violato il suo sfintere anale e il giorno dopo ancora ne portava i segni’ il buco sembrava dolesse rimanere aperto a oltranza e neanche il bagno accurato fatto appena tornata a casa era riuscita a placare il dolore.
Ma non era solo quello ad averla tenuta nel dormiveglia tutta la notte. Ripensava ad Alfredo. Non aveva esitato a scoparla nonostante non avesse idea di chi fosse, era entrato nell’ufficio di Capri come se fosse normale che una donna nuda fosse incastrata in quella scrivania infernale.
Chiara non aveva mai avuto l’impressione che quell’azienda fosse un posto per donne, ma pensare che fosse già capitato le metteva in testa sempre lo stesso pensiero: anche Carlo aveva avuto l’opportunità di scopare sconosciute mentre passava a ritirare lo stipendio?
Per non parlare di cosa Alfredo aveva detto di lei’ durante la scopata si era eccitata al pensiero che lui la desiderasse, ma che arrivasse persino a immaginare di scoparsela come un Capri qualunque la lasciava basita. Proprio lui, il testimone di nozze di suo marito.
Si diede una lavata veloce e si vestì per andare al lavoro, quel giorno aveva dalle 10 fino alle 16, turno in mensa compreso. Mentre usciva di casa incrociò Carlo che rientrava.
-Amore! Sei già tornato?
Dopo averle dato un veloce bacio Carlo le disse che era riuscito ad anticipare la consegna e viaggiando di notte era arrivato con una decina di ore di anticipo. Dopo un secondo bacio Chiara lo salutò e gli disse che ci si vedeva a cena che finiva tardi. In cuor suo Chiara ringraziò che il marito non avesse finito ancora prima, altrimenti avrebbe dovuto spiegare la sua assenza e lo stato in cui era tornata a casa la notte prima’
Dal canto suo invece Carlo era sorridente, la scopata con la puttana gli aveva permesso di scaricarsi. Non sentiva neanche più il bisogno di andare a letto con la sua dolce mogliettina’ era sempre bella, ma una missionaria fatta al buio non aveva più fascino dopo anni di matrimonio.

Chiara entrò dall’ingresso sul retro della scuola, Franco il bidello aveva appena finito di scopare per terra e la salutò come gli altri giorni.
-Ah signora Chiara, il preside Capri chiede se appena può riesce a passare nell’ufficio che deve firmare una circolare.
Chiara guardò l’ora e vide che era tardi per passare subito, ma dubitava si trattasse di una circolare. Rifletté che se avesse voluto prenderla sarebbe stato troppo stretto nei tempi se fosse passata subito, così decise di fare un salto veloce in modo da essere tranquilla su quel fronte.

Bussò e appena sentì il permesso per entrare Capri le sorrise e le disse di chiudere la porta.
-Buongiorno Chiara! Hai lezione alle 10 vero? Tranquilla &egrave una cosa veloce, stamattina mio fratello mi ha telefonato euforico, dice che finalmente ti ha aperto quel bellissimo culo! Era giorni che gli dicevo di provarlo!
Chiara si vergognava non solo del fatto che Valerio Capri sapesse della sera prima, ma pure che ne parlasse con lei così. Annuì senza sapere che dire.
-Avanti abbassati i pantaloni e piegati sulla scrivania che voglio vedere se sei ancora aperta.
-Ma signor preside la prego’ tra dieci minuti ho la prima lezione e non posso tardare con i bambini in classe’
Capri la freddò con lo sguardo.
-Signorina Chiara le devo proprio ricordare ogni volta che la sua opinione non conta un cazzo? A 90, subito.
Chiara abbassando lo sguardo posò la borsa contro la scrivania e iniziò a slacciarsi i jeans mentre Capri girava attorno alla scrivania e chiudeva a chiave la porta. Vide che Chiara si stava aprendo anche la camicetta ma le disse che bastava mettesse a nudo il culo, era pur sempre il preside e non poteva far tardare una sua maestra.
Chiara abbassò allora il jeans e le mutandine di pizzo rosa, poi si piegò sulla scrivania massiccia. Messa in questa posizione sentiva il suo ano dilatarsi ancora di più e se ne vergognava.
Sentì Capri fare un suono di assenso e avvicinarsi a lei posando una sua mano sul suo gluteo destro’
-Mio fratello non sa proprio contenersi, ci potrei infilare un dito senza toccare le pareti del tuo ano da quanto sei aperta. Ti ha fatto male?
Non sentendo una risposta dalla maestrina le schiaffeggiò con un colpo secco il culo.
-S-sì molto male’
-E hai goduto?
Vergognandosi tantissimo Chiara gli disse che aveva avuto più orgasmi. Capri sembrò molto soddisfatto della cosa e, inaspettatamente per Chiara, si inginocchiò dietro di lei e iniziò a leccarle la rosellina dilatata con colpi lenti e via via più profondi.
Chiara senza volerlo iniziò ad eccitarsi’ quell’atto per lei osceno si stava rivelando un lampo di brividi, le mani di Valerio Capri che le massaggiavano le cosce e i glutei facevano il resto’
Chiara era già ad occhi chiusi con il respiro affannato quando Capri si staccò da lei e le disse di vestirsi.
Rossa in volto e quasi dispiaciuta si alzò in piedi e iniziò a ricomporsi. Quando ebbe finito di rimettersi in ordine Capri le andò vicino e le disse:
-Ora non c’&egrave tempo, ma alle 4 voglio che torni in ufficio da me – afferrandole una mano e posandola sui pantaloni dove il cazzo premeva continuò ‘ questo cazzo non sarà grande come quello di Massimo, ma io a differenza sua so come va fatta godere una cagnetta timida come te.
Chiara tremava e pendeva dalle sue labbra’ Valerio Capri aveva ragione, lei rimaneva ipnotizzata ad ogni sua parola. Quando lui si staccò ancora dovette fare due respiri forti per raffreddare il proprio corpo, poi afferrò la borsa ed uscì.

La giornata era stata difficile. Sembrava che i bambini captassero subito quando una maestra era disattenta, l’avevano fatta impazzire da subito sbraitando e correndo per tutta la classe. Chiara inoltre era dolorante per colpa della recente inculata e faticava a rincorrerli per la scuola. Pure a mensa aveva avuto difficoltà a parlare con le colleghe per colpa della voglia che la spingeva ad attendere con ansia l’incontro in presidenza’
Per sua fortuna la campanella delle 16 arrivò. Si sentì scossa e ben presto l’ansia, la paura e l’eccitazione che le veniva ogni volta che era a pochi minuti dall’incontro con i due Capri la colse.
Non ci fu bisogno di bussare, la porta della presidenza era aperta’ ben sapendo come sarebbe evoluto il pomeriggio la chiuse direttamente a chiave lei.
-Ben fatto cagna’ ogni giorno dimostri quanto impari in fretta.
Capri da dietro la scrivania alzò gli occhi da un giornale appena sentì Chiara entrare e decise che voleva sottometterla da subito.
-Adesso togliti quegli stracci e posali lì sull’attaccapanni’ ecco così, girati e fammi vedere le tue gambe e il tuo culo sodo’ sempre bellissimo, faresti molti più soldi come troia in tangenziale che come maestra, dovresti prendere in considerazione il mestiere.
Chiara tratteneva le lacrime, ogni volta che si sentiva dire cose così l’umiliazione la copriva, poi però la vergogna aumentava non appena sentiva l’eccitazione scaldarle l’interno coscia come a comando’
-Adesso mettiti a 4 zampe e vieni qui da me.
Chiara come un automa ubbidì. Iniziò lentamente e quando fu vicino alla sedia imbottita di Capri alzò la testa. Lui le sorrise e alzandosi le disse di continuare a gattonare per la stanza.
Il preside iniziò a spogliarsi lentamente mentre Chiara gattonava lentamente allungando i maniera sempre più sensuale le gambe’ poteva sentire lo sfregare delle pareti della sua vagina mentre si muoveva in quella posizione scomoda.
Ad un certo punto sentì Capri schiaffeggiarle una natica, lei si voltò spostando i lunghi capelli neri di lato e fissandolo spaventata e desiderosa di nuove istruzioni.
-Oggi lascio da parte il tuo culo, ce l’hai ancora distrutto e se ti prendo lì ti devo portare all’ospedale. Sdraiati sul pavimento e spalanca le gambe.
Chiara obbedì.
-Molto bene’ ora inizia a masturbarti per me, voglio vederti godere ma bada bene che non voglio che chiudi gli occhi, devi fissarmi.
Chiara obbedì anche questa volta. Non fu difficile né toccarsi (ormai sentiva la vagina premere di voglia) né fissare il corpo nudo del suo superiore’ quel corpo così tonico e forte’ con quel cazzo già duro che stava dritto come una leva pronta ad essere afferrata.
Capri si godette la sua maestra che se la toccava, vide il corpo di lei farsi più umido per la sudorazione e toccò quelle gambe perfettamente lisce come a volersi pregustare quel corpo.
Poi decise di mettersi sopra lei, ma appoggiando gli avambracci ai fianchi del viso di Chiara. Era sopra di lei ma manteneva un certo distacco. Chiara si domandò il perché, Capri sembrava più intenzionato a fissarla che a prenderla. Le domande aumentarono quando sentì il suo pene appoggiare la punta alla sua vagina sfiorandola’ Si sentiva impazzire così, con il cazzo a sfiorarla e il respiro dell’uomo sul suo volto.
-Continua a masturbarti ma sfregandoti contro il mio cazzo signorina Chiara.
Chiara l’avrebbe fatto anche senza che le fosse stato detto. Gli occhi di Capri e il suo cazzo così attaccato a lei la stavano facendo morire.
-Sa una cosa signorina Chiara? Mio fratello Massimo mi ha raccontato di ieri sera. Pare che lei si sia fatta scopare dal testimone di nozze di suo marito. Davvero un comportamento da gran puttana. Soprattutto considerando che &egrave pure venuto dentro.
Chiara all’improvviso capì il senso di quella posizione. Capri voleva godere nel vedere il suo volto vergognarsi e al contempo la sua figa bagnarsi.
-Mio fratello mi ha detto tutto. Sa il quell’azienda c’&egrave molta sintonia tra i dipendenti’ si dicono tutto. Ad esempio lei lo sapeva che suo marito &egrave tornato ieri sera?
Chiara si bloccò di colpo e sbiancò.
-Stia tranquilla, pare che abbia visto una che si faceva inculare nell’ufficio ma non si sia neanche reso conto che era la sua mogliettina. In ogni caso non ti ho detto di fermarti, continua cagna.
Chiara allora ricominciò a strofinare la sua vagina sul pene dell’uomo già zuppo di umori, ma dentro di sé sentiva il cuore martellare e pregava che l’uomo continuasse.
-Da Alfredo, Massimo ha saputo che ieri però il buon Carlo, vale a dire tuo marito, non &egrave rincasato subito. Pare che abbia deciso di andare a puttane’ E dimmi, tu lo sapevi che il tuo maritino aveva bisogno della puttane per godere?
Chiara si sentì umiliata. Sapeva benissimo che Capri non aveva alcun interesse a mentire. Suo marito l’aveva lasciata a casa per una puttana qualsiasi. Proprio dopo quello che lei aveva fatto per entrambi.
Si sentì usata e iniziò a provare un forte odio. Capri sopra di lei la fissava sorridendo. Sapeva di aver fatto centro. Chiara si trovava eccitatissima e con puro odio nelle vene. Decise che era il momento di appoggiare di più il cazzo alla vagina di Chiara.
In quel momento però pure il freddo e calcolatore preside Capri rimase sorpreso. Con una forza che non pensava potesse appartenere a Chiara si sentì spostare di lato sul pavimento freddo. Prima di rendersi conto di cosa fosse accaduto Chiara si mise a cavalcioni su di lui e afferrando il cazzo duro come il marmo si impalò sull’uomo.
Afferrando le mani dell’uomo si piegò su di lui e iniziò una cavalcata furiosa, con quel culo perfetto si muoveva frenetica su Capri che con le braccia bloccate vedeva quel seno tonico davanti a sé sbattere ad ogni cavalcata di Chiara. Quella trasformazione lo fece andare in visibilio, voleva dominare Chiara e invece l’aveva fatta impazzire con quelle dichiarazioni.
-Sì troia! Quel deficiente di tuo marito oltre a non saper fare un cazzo va pure a puttane! Con una come te a casa, ma che razza di deficiente non ti tromberebbe tutta la notte eh??
Chiara con quelle parole aumentava sempre più l’andatura, si sentiva la figa stringere ad ogni respiro e il cuore esplodere ad ogni battito. Stata impazzendo probabilmente, ma quell’eccitazione non la faceva respirare, non poteva fermarsi.
Il corpo era diventato lucente a causa del sudore che la imperava, i weekend al mare l’avevano resa ancora più bella con quel corpo abbronzato e liscio’ Capri sbavava e si eccitava a sentire che Chiara gli bloccava le mani impedendogli di toccarla in ogni centimetro. Sentiva il cazzo che voleva esplodere dentro quel vulcano che era diventata la vagina della donna. La sentiva contrarsi e gemere sempre più rumorosamente con versi trattenuti dall’odio’
Chiara ad un certo punto non riuscì più a trattenersi: mollando le mani di Capri si impalò definitivamente sul cazzo dell’uomo emettendo un urlo di godimento estremo.
Capri era anche lui al limite, ma decise di infierire su quella figa dilaniata dal suo cazzo. Si alzò leggermente per afferrare Chiara per i glutei, poi muovendo le mani e i fianchi come un assatanato iniziò a pomparla ancora più forte fino a crollare pure lui eruttando tutto il suo piacere dentro la sua figa bollente di umori’
Rimasero a terra nudi e senza parlare per qualche minuto, solo con i respiri affannati a interrompere il silenzio.
Poi Capri si alzò e sollevò Chiara avvicinandole i vestiti. Lui stesso era stupito di quella scopata, era stata diversa e più coinvolgente delle altre volte. Lui, in genere sempre così freddo e calcolatore, si era sentito finalmente sorpreso e appagato.

Si rivestirono senza una parola, quando Capri aprì la porta avvicinò Chiara solo per dirle che avrebbe presto avuto sue notizie. Appoggiando ancora la mano sul culo della maestrina la salutò.
Chiara aveva la testa piena, era confusa. Pensava a Capri, ma pensava anche alle sue rivelazioni su Carlo’ era talmente nei sui pensieri che neanche si accorse che Franco, il bidello, era in un corridoio vicino alla presidenza, e dal suo ghigno si capiva che aveva molto apprezzato i gemiti animaleschi che erano arrivati da quella stanza’

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