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La sporca umiliazione

By 1 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Guarda il monitor e con la lingua si lecca il labbro inferiore. Roteandola da destra a sinistra. Sul fermo-immagine c’&egrave il viso di una ragazza. Occupa l’intero spazio. &egrave un volto giovane. Tolto il trucco e la posa da pornostar, avrà sì e no vent’anni. Il seno rifatto, abbondante, teso dentro la pelle bianco latte, sfiora il pavimento. I capezzoli schiacciati contro il parquet. Con gli occhi da cerbiatta, apparentemente spaventati, guarda verso la telecamera e lecca il pavimento, raccogliendo lo schizzo di sborra. Lecca una, due, tre volte. Poi la mano dell’uomo le afferra i capelli biondi, strattonandola e premendole il volto nuovamente a terra, costringendola così a leccare quel poco che era rimasto. Si forma così un filo di sborra che pende dalle sue labbra. La bionda butta la testa all’indietro, e lo succhia facendolo scomparire nella sua bocca. Con gli occhi sporchi di mascara colato, si lecca e sorride al pubblico come una bimba che ha appena commesso una marachella. Quel pubblico fatto di cazzi eretti e fighe bagnate la fanno sentire viva e desiderabile. Le piace guadagnare la sua paghetta facendo la puttana in rete.

Sono gli ultimi secondi di un porno amatoriale ben riuscito. Fetish quanto basta. Porco senza finzioni. Quel che cerca lei. Ci impiega sempre un po’ prima di trovare il video che le piace. Che le scalda il ventre e scioglie la figa in un bagno tiepido, incollandola al pizzo dello slip. Quando lo desidera scorre le categorie, come un’invasata, perché la sua voglia di pornografia deve essere sfamata subito’

Oggi &egrave bastata l’immagine di quella ragazza bagnata di sborra a scatenarle la voglia di un orgasmo. O forse &egrave stato quel braccio magro e muscoloso mentre spinge la ragazza a fare quel che lei forse non vorrebbe. Quell’atto violento e scorretto.’

La sua mano’scorre allora verso le gambe nude, si ferma sulla figa. Lo slip scivola verso le ginocchia e le dita premono sul clitoride, immerso già in una vasca di umori. Chiude gli occhi e si lascia andare. &egrave il suo momento. Le dita scorrono aumentando il ritmo. Vuole godere e il suo battito accelera, sempre di più, lasciandole sfuggire dalle labbra socchiuse, gemiti che muoiono in gola.

Un trillo la sveglia da quell’estasi rubata a una giornata noiosa. Sbircia il telefono gettato sul divano. &egrave un messaggio di M.

‘Cosa stai facendo?’
Prende il telefono e con le dita sporche di figa digita velocemente, senza nemmeno pensarci.
‘Vieni qui, ho voglia di scopare’


“Arrivo!” solo una parola ed un punto esclamativo, non ha tempo. La risposta di G gli ha procurato una improvvisa erezione che preme’forte per uscire e sfogarsi. G. ha sempre avuto questo potere su di lui, nemmeno riesce a spiegarselo ma &egrave come se ci fosse una connessione diretta tra il cervello perverso di lei ed il suo cazzo.

Mentre aspetta M., G. cerca di mantenere alta la sua eccitazione. Vuole farsi trovare già bagnata. Perché non hanno tempo da perdere e perché in fondo &egrave la prova di quanto l’erotismo tra loro funzioni a meraviglia. Si spoglia, cammina verso l’entrata dell’appartamento nuovo di zecca e apre la porta. Lasciandola socchiusa.’

Fa qualche passo indietro e si inginocchia. Si infila due dita nella figa. E muove il bacino facendo scomparire le dita fino in fondo. Ogni tanto si ferma, respira profondamente, non vuole arrivare all’orgasmo. Non ora. Vuole mantenersi pronta, però, appena lui varcherà la soglia. Pronta e bagnata.

Lui, M. si infila qualcosa veloce e prende la macchina, in 5 minuti’&egrave da lei. Suona al citofono, lei apre senza nemmeno rispondere.’Sale in ascensore, ha 5 piani per poter pensare a cosa succederà oggi…ogni volta &egrave qualcosa di diverso, a’volte nemmeno scopano…stanno lì con un porno in sottofondo a masturbarsi guardando distrattamente l’immagine e fissandosi sempre più intensamente fino all’orgasmo.’Porci.

Le porte dell’ascensore si aprono e lui resta basito di fronte a ciò che vede…la porta dell’appartamento &egrave aperta, spalancata, lei &egrave lì, poco oltre la soglia, in ginocchio, nuda, con le mani dietro la schiena e’lo sguardo basso. Avrebbe potuto vederla chiunque ma, pensa M, probabilmente questa cosa l’avrebbe solo eccitata di più. Lui entra in casa e chiude la porta dentro di sé, con calma…ha capito il suo ruolo, &egrave un ruolo che gli piace, adora esercitare il suo potere su di lei.
“Alza la faccia!” un ordine perentorio che lei esegue prontamente. M si avvicina e appoggia la sua erezione sulla guancia di lei. Non si &egrave messo le mutande e ora benedice quella scelta’

Lei sente’spingere la cappella, che preme pesante sulla sua guancia. Si gira leggermente, apre la bocca e la lascia entrare. Chiude gli occhi per poterla sentire meglio mentre lei, la cappella, si fa strada e si muove abbracciata dai rivoli di saliva e dai balli veloci della lingua, l’odore del cazzo &egrave lì a inondare tutta la stanza, almeno &egrave questa &egrave la sua sensazione. Le ha ormai annebbiato i sensi. Sente solo quello, l’odore del suo cazzo. E come di riflesso, tra le cosce sente scendere gli umori

Lui le afferra il capo, stringe i suoi capelli nel pugno e dirige il movimento. Senza parlare. Lei &egrave solo una bocca che diventa sborratoio quando lui sarà arrivato all’estasi dell’orgasmo. Quando avrà sborrato per l’ennesima volta eccitandosi con lei, al suo servizio.
Ma M. non’vuole questo, semplicemente non vuole perdere l’occasione di poter abusare di lei. Non sa quando potrebbe ricapitare; G sa essere così imprevedibile, lui lo sa e non intende certo sprecare’la chance che lei gli ha fornito.

Di scatto le sottrae il suo giocattolo…lei fa uno scatto con la testa con la speranza di riuscire a riprenderlo nella sua bocca ma lui lesto fa un passo indietro e la lascia lì, con lo sguardo quasi implorante, la guarda dall’alto in basso, il suo’volto’permeato di lussuria, i suoi capezzoli duri e là, dove il suo tesoro resta celato ma che lui sa essere fradicio di voglia…sa quanto troia possa essere G quando &egrave in quelle condizioni.

Le passa dietro in modo che G non possa vederlo. Lei, quasi involontariamente fa per girare la testa per osservarlo almeno di sottecchi ma’la sua voce perentoria le ordina di non muoversi e di non osare alzare lo sguardo da terra. Lei obbedisce e lui la ricambia con una carezza sulla testa’mentre le dice: ‘Ora sei la mia troia e farò di te ciò che voglio! Non muoverti di lì!”.’

Pochi passi ed &egrave in camera; apre il cassetto, dove sa che troverà quelle manette che le aveva regalato quasi per scherzo. Le trova subito, accanto al vibratore che lei ogni tanto usa per darsi piacere da sola. Un’idea perversa gli attraversa la mente e dal cervello parte una scarica dritta che arriva direttamente al suo cazzo. Il ghigno che gli’dipinge il volto ora &egrave diabolico, lei non può vederlo ma se potesse si spaventerebbe.

Torna da lei lentamente, silenziosamente e quando G sente un secco “Alzati!” quasi ha un sussulto. Esegue e prova a girarsi ma lui la blocca subito afferrandola per i capelli: “Ho detto alzati, non girati! Se non esegui alla perfezione i miei ordini sarò costretto a punirti”.’Un brivido di paura’mista ad eccitazione la attraversa ma oramai ha deciso di affidarsi completamente a lui e non intende certo’tornare sui suoi passi. M le afferra i polsi e uno alla volta li chiude nella morsa delle manette e poi, sempre standole dietro, inizia a massaggiarle la fica trovandola allagata.

Senza perdere tempo afferra il vibratore e senza alcuna delicatezza glielo infila tutto nella fica incurante del gemito che le esce dalla bocca…inizia a scoparla con forza e le gambe di lei fanno per cedere. M la sostiene’tenendola per i capelli senza rallentare minimamente il ritmo. Poi lo tira fuori e lo porge alla sua bocca senza parlare. G capisce subito ed inizia a leccarlo’pulendolo dagli umori che sgorgano copiosi dalla sua fica. “Ti piace vero troia?” e lo rificca dentro’tutto lasciandolo lì “Andiamo a fare una passeggiata” le dice. Lei subito si spaventa ma si tranquillizza quando vede che lui la fa camminare lungo il corridoio, la fa entrare nelle stanze. Lei cammina con le gambe strette per trattenere il dildo in lei ed ogni passo &egrave una tortura, lo sente sfregare e la sua fica ormai pulsa. Si chiede cos’abbia in mente, lei vuole solo scopare e godere ma sì &egrave messa in una situazione tale per la quale’ormai nessuna’decisione &egrave in mano sua.

Sono di nuovo nel corridoio, lui davanti a lei che lo segue ma, quando lui apre la porta e fa per uscire sul pianerottolo lei si blocca. Questo no! Non lo aveva preventivato.’M &egrave già fuori, si gira e la guarda lì, bloccata ed impaurita. “Esci!”, ma lei non si muove. Lui spazientito torna dentro, la afferra per un braccio e di peso la costringe ad uscire richiudendo la porta dietro di sé e frapponendosi fra lei e G., che ora &egrave pervasa da autentico terrore.

“Cosa vuole fare M?”, questa l’unica domanda a cui però non riesce né a dar voce né a rispondere. I suoi giochi sono fatti per stuzzicarla e spingerla ai limiti del piacere. Uscire nuda, obbedendo ai suoi ordini sembrava una follia. Era una follia.
Il cuore le scoppiava nel petto per il terrore. La paura di essere scoperta da Vicky e Max, così borghesi e così ordinari nel loro appartamento di fianco, zeppo di antiquariato.
O dal signor Corres, il professore di economia che la guarda sempre spogliandola, mentre &egrave con lei in ascensore.
O Marianna che vive al secondo piano, insieme a un figlio diciottenne a cui una volta ha fatto un pompino, mentre la madre
fuori a cena con il suo ultimo amante, gliel’aveva ‘affidato’.

Lo segue, a testa bassa, e l’adrenalina che pompa nel suo corpo.
Il freddo del pavimento &egrave una scarica.
Salgono nell’ascensore senza fiatare. Lui però continua a ghignare diabolicamente.
Aperta la porta dell’ascensore c’&egrave Max, che la guarda esterrefatto. Senza fiatare.
La testa sempre bassa di lei si posa però sulla sua erezione. Il bastardo borghese si &egrave eccitato.
Porco.’

M la trascina in macchina.’
“Dove mi porti?”
“Non permetterti di fiatare” risponde lui mentre le prende la testa e la tira verso il suo cazzo.
“Succhiamelo per ora, e fallo bene” aggiunge M.

Lei segue gli ordini, tira giù la zip e lo prende in bocca. In fondo era quello che voleva.
Sentirlo gonfio nella sua bocca la faceva sentire potente.
La lingua sulla cappella raccoglie gocce di sborra che escono incontrollate.’
Piccoli segnali di un godimento in atto.
Lei succhia avida, e lui le toglie immediatamente la testa dalla patta

“Non esagerare non voglio venire così. Siamo arrivati. Scendi troia”

Lei scende. Ha freddo. I capezzoli sono duri e ingrossati. Non sa quanto hanno viaggiato.’Scende nuda, cerca di capire dove sono.
Sembra un parcheggio sull’autogrill. Di quelli dove si fermano i camionisti.
Qualche camionista la guarda e si tocca il cazzo, le urlano “Troia. Bitch!’

Scende anche lui, in tempo per sentire quel “Troia” risuonare nel parcheggio non pienissimo. Sicuramente però qualcun altro avrà sentito. Al momento in quell’angolo sono solo lui,’3’camionisti e lei.

M si incammina verso i camionisti’e lei lo segue, quasi nascondendosi, come se i lampioni non la illuminassero, come se’fosse invisibile. M si ferma davanti al camionista che ha parlato e gli dice: “Hai ragione sai? Questa &egrave una troia, solo una lurida troia! Almeno per le prossime ore…la MIA lurida troia!. Ma non &egrave detto che non sia generoso”. Il camionista lo guarda con un’espressione mista tra il sorpreso e l’interdetto e replica: ‘Cosa intendi dire?’

M sorride accendendosi una sigaretta, sbuffa il fumo e aspetta che si diradi prima di parlare: “Intendo che ora,’ lei non &egrave altro che un oggetto di mia proprietà. Posso disporne come e quanto voglio”. Il camionista’osa: “Sei un uomo fortunato allora! Però certe fortune andrebbero condivise”.’I suoi compari sghignazzano e si’danno di gomito.

“Non sono fortunato, sono il suo Padrone. Posso condividerla o posso tenermela per me, la decisione spetta solo a me!”, replica M.
“Beh, se vuoi condividerla noi siamo disponibili. Non chiaviamo da una settimana ed una troia svuotacazzi ci starebbe proprio bene ora”.
M si gira a guardare pensieroso G che tiene lo sguardo basso, ha la pelle increspata dal freddo ma non si muove. Se non la conoscesse gli farebbe pena. Si gira verso il camionista e lo apostrofa secco: ‘Ed io cosa ci guadagno?”.’

– “Di vederla scopare con’3 uomini veri che sanno trattare troie come questa come meritano!”
– “E credi che questo mi basti? Guardala! Guardala bene! Lei non &egrave una troia come le altre! Lei &egrave la donna della porta accanto, la cassiera del supermercato dove tua moglie compra il latte per i vostri bambini…oppure la manager dell’azienda che produce quello che stai trasportando…lei &egrave la donna qualunque che di notte diventa la’regina delle troie! E le piace!” E nel dirlo le passa un dito nello spacco della fica per poi mostrarlo ai 3 completamente bagnato. I camionisti sono sempre più arrapati ed il portavoce cede: “Ok! Quanto vuoi?”
– “Beh, credo che un gioiellino del genere valga almeno 500 euro a testa per bocca e figa!”
-“Sei matto!’Con 500 euro me ne scopo 4 di troie”
– “Nessuna di loro vale tanto quanto la MIA troia! Però posso fare una controproposta! Vi va di fare una gara?”. I 3 si guardano sospettosi ma incuriositi: “Che gara?”

– “Allora, voi mi date i 500 euro a testa…uno alla volta salite sul cassone di uno dei vostri camion…e ve la scopate, bocca e figa, naturalmente con preservativo. Io cronometro le vostre prestazioni e chi dura di più avrà in premio il suo culo, gratis! che ne dite?”
‘I 3 si guardano, la competizione, la voglia di farle il culo…tutto si legge nei loro occhi…M sa già che accetteranno. il solito camionista dice” Io ci sto!” subito seguito dai suoi compari.
– “Ok- dice M-fuori i soldi allora”.
I 3 pagano ed M da loro in cambio un preservativo.
M si gira verso G, lei non ha fiatato, non ha detto nulla. Si sente umiliata, dentro di sé giura che gliela farà pagare, ma dentro di sé sa anche di essere eccitata…ha la fica talmente bagnata che probabilmente si farebbe scopare da tutti e 3 insieme.

M le passa dietro, le toglie le manette e alzando lo sguardo chiede: “Chi comincia?’
– “Io!” risponde il camionista con cui ha trattato.
M porta G da lui ma, prima di lasciarla, le sussurra in un orecchio: “Non farmi fare brutte figure” e la consegna al camionista che la trascina svelta sul cassone di un grosso tir nero.
M si accende un’altra sigaretta, che fuma pensoso nella penombra…lui e la sua erezione.

Il camionista puzza di sudore. &egrave grosso. Peserà 150 chili su un metro e ottanta.
Ha gli occhi luridi del porco da strada. Lei sale, accettando la sfida o meglio, accettando gli ordini del suo padrone.
Mentre entra nel camion lei sente gli occhi di M addosso. Ghiaccio e fuoco insieme, non saprebbe sentire sensazione più assurda. La cede così? Per quattro soldi a questi pezzenti sporchi e porci?
Gode a trattarla così?

Il camionista non fa in tempo a salire e a mettersi comodo che si &egrave tirato fuori il cazzo stretto in un ammasso di peli scuri.
Lei glielo prende in bocca e lo sente indurirsi sotto i colpi di lingua.
Due slinguate e lui sborra con un fiotto che le soffoca la gola.’
Tossisce e si pulisce con la mano.
Quanto ci ha messo a farlo godere? Un minuto?
Resta lì imbambolata e soddisfatta.
Si accorge di essere un lago.’
Si infila un dito nella figa bagnata.’La situazione la eccita più di quanto potesse immaginare.

Nel frattempo sale sul camion, il secondo uomo. &egrave un ragazzo sui 30 anni, calvo, parla con accento dell’est.
Le mette subito una mano sulle tette. Gliele strizza facendola male.
Tira fuori il cazzo. Un signor cazzo. Largo. Lei sorride e allarga le cosce. Lo vuole dentro, nella figa.
Lui glielo mette dentro, senza preservativo. Non rispetta le regole. Ma a lei non gliene importa più di tanto.
Vuole godere e sentirlo bene entrare. Emette un gemito e muove il bacino per seguire i suoi movimenti.
Il ragazzo le urla parole che lei non capisce. Ma la sta facendo godere.
L’estasi sale, cresce di colpo in colpo. La sbatte forte.’
Lei gli afferra il culo e lo fa entrare fino in fondo. Sta per arrivare all’orgasmo.
Ma lui &egrave più veloce e la inonda con un fiotto caldo che le scorre nella figa.
Si stacca e la sborra le cola tra le cosce, sporcandola e l’odore acre le entra nelle narici.
Cazzo pensa lei! Nemmeno un orgasmo.
Ha resistito più dell’altro ma sempre troppo poco.
Il calvo si pulisce il cazzo strisciandoglielo sul seno e sui capelli di lei e esce, non prima di avergliela leccata, contravvenendo ancora una volta agli accordi stabiliti da M.

Il terzo uomo &egrave un vecchio. Quando si tira giù la patta del pantalone usurato tira fuori il cazzo scuro e violaceo. Puzza di alcol, sembra si sia bevuto un’intera cassa di vodka. Le fa schifo, ma la eccita allo stesso tempo. La perversione &egrave in lei più forte di ogni pudore.
Glielo ficca direttamente nella figa e lei si sente una puttana da strada, di quelle da due lire.
Le stringe il collo con le mani come a volerla strozzare ha un bridivo di paura, ma sta godendo.
Pensa a M. a cosa starà facendo là fuori.’
Sente ridere. Sghignazzare. Il vecchio la sbatte ancora, ancora e ancora senza fermarsi un secondo.
Prova a baciarla ma lei gira il volto, e lui la blocca ancora ficcandole la lingua in bocca.
Il vecchio tira fuori il cazzo dalla figa e glielo mette in bocca, la sborra la soffoca, aumentando il grado di schifo e di piacere.
Si sente una troia in ogni centimentro del suo corpo.
Scende dal camion. Umiliata e violata.’E bagnata.
E guarda M. con rabbia, lui il ghigno sul volto e la mano sul cazzo. Quanto l’avrà eccitato sentire godere questi tre bastardi?

Chi avrà vinto? A chi dovrà cedere il culo?’
M la guarda sogghignando: ‘Direi che ha vinto l’ultimo”…si avvicina a G, le passa le mani sulla fica e se le porta al naso. Guarda severo G: ‘Ti sei fatta scopare a pelle?’

Lei non risponde ed abbassa lo sguardo che lui rialza prontamente: ‘Rispondimi! Ti sei fatta scopare senza goldone?”‘
Lei ora lo guarda con sguardo di sfida ed un sì perentorio e sicuro le esce dalla bocca…lui &egrave a pochi centimetri dal suo viso e sente l’abito che sa di sborra…”Ti sei fatta anche sborrare in bocca?’…”Sì” risponde lei. &egrave meno sicura ora, legge la rabbia negli occhi di lui.

M l’afferra e la gira di scatto piegandola sul cofano. Senza dire nulla le infila con un colpo secco il cazzo nel culo. Nel parcheggio risuona un urlo di dolore, ma M incurante la incula con violenza. Le vuole rompere il culo, vuole farla sanguinare, vuole punirla. Lei inizia però ad abituarsi e quelli che erano forti gemiti di dolore diventano flebili gemiti di piacere. M se ne accorge e la cosa lo fa incazzare anche i più e così accelera i colpi fino a quando non sente la sborra salire e le riempie l’intestino. Sudato si risolleva e dalla tasca tira fuori il dildo che le infila tutto nel culo slabbrato e sanguinante’

“Così non mi sporchi la macchina troia! Sali!” Lei sale e lui la segue, accendendo il motore. Il camionista ciccione accenna una protesta: ‘Ehi stronzo! Il nostro premio!”. M si affaccia al finestrino: ‘Niente premio per chi non rispetta le regole” e sgasa via senza dare loro modo di replicare o, peggio, di tentare di fermarli.

Nell’abitacolo un silenzio cupo e pesante interrotto solo da G che con voce rotta gli dice solo: ‘Sei uno stronzo”.’
-“E tu una troia! Quanto hai goduto?”
Lei non dice nulla, sa che non potrebbe mentire.’
In silenzio proseguono il viaggio fino al punto di partenza. Lui si accosta e raccoglie dal cassetto le chiavi di casa di lei che le porge con un secco “Buonanotte”
G: ‘Ma non mi accompagni? Sono nuda!”
M: ‘La prossima volta se obbedirai sarò più cavaliere. Scendi!”
G scende con una lacrima di paura che le solca il viso ed una di eccitazione che le esce dalla fica mista a sborra e si avvia verso il portone.

“G-si sente chiamare ad alta voce nel silenzio della via della Roma bene in cui abita, ‘La prossima volta che non obbedisci ti faccio pisciare addosso da chiunque”. M alza il finestrino e parte alla volta di casa sua lasciandola li interdetta e pensosa'”&egrave proprio uno stronzo! Ma chissà, magari la prossima volta sceglierò di non obbedire’. E sorride, toccandosi tra le gambe sporche di sborra e umori.

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