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Racconti di Dominazione

La storia di Monica – cap 4.8 – Patrizio e Alberto

By 5 Dicembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Marisa mi chiamò domenica poco prima di mezzogiorno, tenendomi al telefono quasi un quarto d’ora, durante il quale mi raccontò nei minimi particolari, la serata col suo capo che l’aveva portata in un club di scambisti, dove aveva partecipato anche ad una piccola orgia.
“Ti ho mai detto che il cornuto ha un amico ancor più perverso di lui.” mi chiese quasi all’improvviso.
“No ma che tipo &egrave ?” le domandai con una certa curiosità.
“Si chiama Alberto ed &egrave di fatto un masochista convinto, il bello &egrave che non &egrave uno sfigato come Patrizio, ma solo uno a cui piace essere sottomesso a qualsiasi livello.”
Mi feci passare il marito per avere altre informazioni sul suo amico, quindi gli ordinai di venire con Alberto la sera seguente per farmelo conoscere. Subito dopo chiamai Thomas, lo stallone che aveva iniziato la coppia ai rapporti cuckold, e gli chiesi se era disposto a venire da me per un’altra serata a base di sesso e umiliazioni.
“Si ormai Patrizio &egrave quasi un amico, quanto all’altro renderà il tutto più divertente.” mi rispose entusiasta.
“Va bene però loro arriveranno alle nove nella mia alcova, e tu dovresti esser un po’ prima in modo da fargli una sorpresa.”
“Non c’&egrave problema, anzi uno c’&egrave, non devo saltarti addosso prima che arrivino quei due.” concluse ridendo.
Thomas arrivò con un quarto d’ora d’anticipo sulla strana coppia, che aspettammo parlando principalmente di lui, e di come fosse stato difficile integrarsi. In tutta sincerità io ero molto distratta dalla sua notevole fisicità, essendo a tutti gli effetti, un gran bel pezzo di maschio, e facevo fatica a seguire i suoi discorsi.
Per fortuna Alberto e Patrizio arrivarono puntali, così non mi rimase che nascondere Thomas in bagno, prima di far entrare i mie futuri schiavi. Li accolsi con estrema freddezza, prima di ordinar loro di denudarsi per indossare quello che avevo preso loro nel pomeriggio.
“Mettete reggiseno imbottito, perizoma e autoreggenti a rete, oltre a questa parrucche bionde, così sembrerete ancor di più due troie.” dissi loro lanciandogli un sacchetto “Tanto per capirci d’ora in poi voi siete solo due merde, e dovrete rivolgermi a me chiamandomi signora o padrona, sono stata chiara ?”
“Si signora.” mi risposero quasi all’unisono.
I due si dimostrano dei veri imbranati nell’indossare l’intimo femminile, tanto da farmi ringraziare il cielo di non aver preso qualcosa di più complesso. Ebbero però l’intelligenza d’aiutarsi a vicenda, mentre io notai che Marisa aveva mandato il marito con indosso la cintura di castità, mentre Alberto mostrava un pene di media dimensione, anche se ancora floscio.
Quando finirono di trasformarsi in due esseri ridicoli, mi sfilai il vestito rimanendo solo con un body molto sgambato, per andarmi poi a sedermi in poltrona ed iniziare a sottometterli.
“Inginocchiatevi e baciatemi i piedi stronzi.” ordinai loro con tono repentino. “E ricordate se non vi do nessun ordine, voi dovrete sempre farmi sentire le vostre schifose lingue sui miei piedini, o giuro vi butto fuori di casa così come siete. Questo non perché sia una grande feticista dei piedi ,ma perché due mezzi uomini come voi non possono che stare a quel livello.”
Alberto e Patrizio obbedirono facendo quasi a gara a chi adorava le mie estremità con maggior ardore, ma ben presto mi stancai di quel gioco così semplice. M’alzai per prendere due falli molto realistici anche se di notevoli dimensioni, per riprendere subito dopo la mia posizione.
“Fatemi vedere come fate un bel pompino troiette.” dissi mettendo davanti ad ognuno di loro un fallo.
Patrizio si dimostrò molto più bravo di Alberto, ma del resto Marisa m’aveva detto più volte che spesso l’obbligava a pulire i suoi amanti dopo che questi avevano avuto l’orgasmo.
“Siete proprio due puttanelle in calore, scommetto che non vedete l’ora di prenderlo nel culo e sborrarvi nelle mutandine. Intanto mettevi a pecora che vi voglio preparare per bene prima di rompervi il culo.”
I due obbedirono mentre mi alzavo nuovamente per prendere questa volta due plug non troppo grandi, che lubrificai molto poco prima di metterglieli nell’ano.
“In piedi stronzi, voglio vedere quanto siete eccitati.”
Non appena s’alzarono non potei non notare la notevole erezione di Alberto, il cui pene usciva leggermente dal piccolo perizoma che gli avevo fatto mettere.
“Ma guarda com’&egrave cresciuto il cazzo a questa merda !” esclamai dandogli una manata abbastanza forte proprio sul pene “Chissà come ti si gonfia quando t’inculerò con un bel cazzone come quello che hai appena succhiato.”
Vedere quei due omuncoli mal travestiti mi fece quasi ridere, ma poi pensai dovevano essermi grati per usarli come schiavetti, e passai alla fase successiva.
“Adesso vi faccio vedere com’&egrave un vero uomo. Thomas vieni pure qui almeno mi rifaccio gli occhi.”
Lo stallone arrivò già completamente nudo, per mettersi in mezzo ai due schiavi e far così risaltare ancor di più le dimensioni della sua mazza.
“Questo si che &egrave un cazzo !” esclami prendendo in mano tanta grazia “Non solo &egrave bello grande, ma non dura pochi secondi come i vostri moncherini. L’unica cosa che potete fare &egrave tornare a leccarmi i piedi, quindi voglio sentire le vostre lingue adesso !”
Mentre Alberto a Patrizio s’inginocchiavano per poi leccarmi accuratamente i piedi, io m’avvinghiai a Thomas dandogli dei lunghi baci in bocca, senza mai togliere la mano dal suo pene. Continuammo così sino a quando Thomas non scivolò dietro di me per togliermi il body, e farmi sentire così sia le sue mani lungo il mio corpo, ma soprattutto la mazza fra le chiappe. Compresi che m’importava ben poco dei due schiavetti, e che in realtà non aspettavo altro che farmi scopare dal mio nuovo stallone.
“Alberto mettiti il mio body e tu Patrizio leccami la fica.” ordinai agli schiavetti sempre più eccitata.
I due obbedirono senza fiatare, dimostrandomi così la loro totale sottomissione, ed Alberto divenne a dir poco ridicolo, anche perch&egrave il pene ormai era quasi del tutto fuori dal perizoma, contenuto solo dal body, che al contempo gli esaltava le forme sode del culo.
“Ora sdraiatevi davanti a me, ho in mente un nuovo giochetto per voi troie.” dissi loro mentre mi sedevo il poltrona, seguita dal colored che però rimase in piedi.
Non appena i due sottomessi furono per terra, inizia a succhiare la mazza di Thomas, per poi far cadere un po’ di saliva alternativamente nelle loro bocche.
“So che preferite bere sborra.” dissi loro con disprezzo “Ma per quella dovete aspettare quindi prendetevi l’antipasto.”
L’avere però quel bastone fra le labbra, e sicuramente anche il vedere umiliati gli altri due uomini, mi fece eccitare tanto che non potei più resistere all’averlo completamente. Scivolai così un po’ in basso sulla poltrona, invitando Thomas a prendermi senza dirgli però nulla, ma solo allargando le gambe.
Lui comprese il mio volere e mi fece sua con pochi e profondi affondi, che mi fecero quasi raggiungere l’orgasmo, tanto erano forti le mie voglie.
“Stronzi cosa fate li fermi.” urlai contro i due schiavi che erano rimasti immobili “E’ già tanto che vi faccio vedere come gode una donna, quindi tornate a leccatemi i piedi, anche perch&egrave non potete fare altro.”
Il piacere puramente fisico che mi dava Thomas, era ampliato da quello mentale che mi donavo i due sottomessi, e ogni volta che il primo cambiava posizione, loro due trovavano subito il modo per riprendere il loro lavoro. Senza che dicessi loro nulla i due iniziarono anche a leccarmi il culo quando ciò era possibile, o la parte più esterna della passera, anche a costo di dover passare la lingua vicino alla mazza dello stallone.
Per godere ancora di più, feci sdraiare Alberto per poi mettermi carponi sopra di lui, che non perse un attimo per farmi sentire la sua lingua lungo lo spacco. Thomas da parte sua m’afferrò per i fianchi, e mi penetrò completamente quasi con un sol colpo tanto ero ormai bagnata. I suoi affondi divennero man mano sempre più veloci, arrivando ad essere quasi furibondi, ma mai tanto violenti da farmi in alcun modo male. Godevo di un piacere quasi puro, come avvolta da un susseguirsi d’orgasmi senza fine, o almeno sino a quando non fu Thomas a venirmi sopra il sedere.
Non appena lui si tirò indietro, Alberto e Patrizio fecero quasi a gara per pulirmi dal suo seme, giungendo così all’apice della sottomissione.
“Bene credo che sia giunto il momento di dividerci.” dissi all’insolito terzetto “Patrizio tu ti metterai i tuoi abiti sopra quello che hai, poi tornerai a casa con Thomas che dopo aver mostrato a tua moglie come sei conciato, la scoperà come meglio crede. Però prima chiamala e dille di farsi trovare on un bel plug nel culo così d’averlo già pronto per farselo sfondare, non pensi sia un’idea fantastica ?”
“Si mia signora.” mi rispose quasi sconsolato rimettendosi i pantaloni.
“Tu invece spogliati, voglio vedere quanto ti piace prenderlo nel culo.”
Prima di farli uscire baciai Thomas promettendogli che ci saremmo rivisti da soli, per poi prendere un grosso strap-on che mi fissai velocemente alla vita.
“Dimmi un po’ ma sei proprio frocio o sei solo un malato di mente.” domandai ad Alberto dopo essermi accomodata in poltrona.
“In realtà gli uomini non mi piacciono, sono stato con un paio di trans ma non &egrave che sia stato il massimo. Insomma preferisco le donne, ma solo se mi usano come se fossi una di loro.”
“Bene allora inizia a succhiare questo cazzo.”
Senza dire una sola parola lui s’inginocchiò fra le mie gambe, ed iniziò a succhiare il fallo, dandomi dimostrazione, casomai ce ne fosse stato ancora il caso, d’esser poco avvezzo a quella pratica.
Mentre lo guardavo non sapevo a cosa pensare di quell’uomo, che mi sembrava a dir poco strano. Patrizio era chiaramente incapace di dare piacere ad una donna, e quindi per lui era quasi un obbligo esser sottomesso. Alberto invece era dotato di un pene più che normale, non era gay, ma nonostante ciò voleva fare la femmina con qualsiasi donna in grado di dominarlo.
“Sdraiati voglio darti un premio.” gli dissi anche per vedere quanto fosse più o meno maschio.
Non appena si sdraiò mi sistemai sopra di lui, mettendogli il fallo davanti alla faccia, ma soprattutto allungandomi sino ad avere i suoi genitali a portata di bocca, Gli passai un paio di volte la lingua alla base dei testicoli prima d’arrivare al suo buchetto, e non feci quasi in tempo a giraci una volta intorno, che il suo pene si drizzò anche se di poco. Continuai a stimolargli l’ano pensando a quando l’avrei sodomizzato, perch&egrave era inevitabile arrivare a quel punto, ma non ebbi alcuna fretta, anzi mi muovevo con estrema lentezza, sentendo salire sempre di più la sua eccitazione.
“Scommetto che non vedi l’ora che t’inculi come una cagna, non &egrave vero frocio ?” gli domandai ben sapendo la risposta.
“Si signora, ma lei questo già lo sa.”
“Allora mettiti come deve stare una troia del tuo calibro.” conclusi alzandomi anche per prendere un bel plug che avevo intenzione d’usare prima dello strap-on.
Non appena fu in posizione l’infilai il cuneo nell’ano senza usare alcuna lubrificazione, ma del resto il suo buchetto era ben umido delle mia saliva. A lui scappò un piccolo gemito di dolore, al quale risposi dandogli due sonori ceffoni sulle natiche, prima d’iniziare a scoparlo col plug.
“Non voglio sentire un sospiro, ma soprattutto guai a te se vieni senza permesso.”
Mi ricordai che Marisa m’aveva detto che Alberto era masochista nel vero senso del termine, così iniziai a sculacciarlo per accorgermi quasi subito che di fatto gli stavo facendo quasi il solletico. Così presi i suoi pantaloni e sfilai la cinghia, per poi colpirlo sulle chiappe facendolo sussultare per il dolore, ma allo stesso tempo facendogli avere una vistosa erezione.
“Mio Dio ma allora davvero ti piace il dolore ?” gli dissi quasi incredula per quello che stavo vedendo.
“Si e ti prego continua.” mi rispose “Colpiscimi come meglio credi mia signora.”
Lo presi a cinghiate sino a fargli diventare il culo bello rosso, scoprendo però che non provavo alcun piacere in tutto quel sadismo. Effettivamente mi eccitava solo vedere un uomo godere nel venir sodomizzato, così lasciai cadere a terra la cinghia e gli tolsi il plug, per poggiare la punta dello strap-on sul suo ano. Feci entrare metà del fallo quasi senza spingere, poi l’afferrai per i fianchi come poco prima aveva fatto Thomas con me, e lo penetrai sino in fondo. A quel punto fu fin troppo facile scoparlo come se fosse davvero una donna, anche perch&egrave nonostante il mio ordine, gemeva senza ritegno.
Presi ad insultarlo per il suo esser poco maschio e molto troia, godendo allo stesso tempo del mio dominio nei suoi confronti. Il mio non era più in alcun modo sadismo, e del resto non ero neanche in grado di provocare dolore se non in modo blando, ma un vero e proprio possesso fisico di quell’uomo. Ciò nonostante per fargli più male poggiai due dita alla base del fallo, in modo da sodomizzarlo anche con quelle. Lo scopai a lungo facendolo girare per guardarlo in faccia mentre godeva, ma anche per potergli stringere il pene ritardando così il suo orgasmo.
“Fatti una sega e sborrati in mano.” gli dissi quando ero ormai esausta della cavalcata.
Alberto impiegò pochi secondi per arrivare all’orgasmo, ma del resto era davvero tanto che aspettava quel momento, come una liberazione.
“Scrivimi il tuo numero perch&egrave prima o poi voglio incontrarti, magari senza altri, poi rivestiti e vattene senza dire una parola.”
Alberto ubbidì lasciandomi quindi sola coi miei pensieri.
Avevo trovato un nuovo schiavo anche se non sapevo bene che farne, che non aspettava altro che una mia chiamata, e ciò mi dava uno strano senso di felicità.
Mi feci una doccia prima di tornare a casa mia, cercando di pensare solo al lavoro, ma ben presto la mia mente arrivò da Thomas.
“Un giorno di questi lo chiamo e mi faccio una bella scopata, alla faccia di chi non sa usare il cazzo.” pensai aprendo il portone.

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