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OrgiaRacconti di Dominazione

La Svolta di Susy

By 6 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La Svolta di Susy
Susy si guardò allo specchio, come spesso faceva la mattina, dopo una buona doccia.
I seni turgidi ed il fisico asciutto ben proporzionato erano un piacere per gli occhi, lasciava che lo sguardo le scendesse sotto gli addominali tonici e cadesse lascivo sul pube dove la micina completamente depilata, appena schiusa da una leggera apertura delle cosce, era in bella mostra. Le gambe toniche e forti, affusolate ad accompagnare la vista verso due piedini da mordicchiare la resero orgogliosa di se, poteva turbare tranquillamente il sonno degli ometti che ostinatamente la squadravano per strada.
Scacciò il desiderio di cacciarsi due dita dentro, la nottata era stata piuttosto intesta, passata a succhiare una buona quantità di carne e a farsi penetrare ripetutamente da quegli uomini mai sazi, che la ricoprivano di insulti e la prendevano senza sosta.
Non si lamentava certo, le piaceva passare da un cazzo all’altro, sentirsi costantemente riempita da membri gonfi ed era golosa di sentirli scaricare dentro di se tutta la sborra che accumulavano in quegli eccitanti momenti.
Ripercorse brevemente la nottata, a casa del suo uomo ed in compagnia dei suoi amici, dopo cena seduti mollemente sul divano avevano preso a parlottare del più e del meno, il suo cortissimo vestito faceva risaltare i seni generosi e le gambe muscolose, gli sguardi degli uomini si facevano sempre più voraci.
Ad un certo punto il suo uomo prese a baciarla con insistenza, mentre con la mano le schiudeva le calde cosce, in meno di un respiro sentì su di se molte altre mani che trafficavano con il suo vestitino: in breve tempo si era trovata in piedi, la mano di uno di quegli uomini stretta sul suo collo mentre gli altri le levavano reggiseno e mutandine, lasciandole addosso solo le calze color carne da cui risaltavano i polpacci ed i sandali ai piedi.
‘Troietta, è tutta la sera che ce la fai annusare, ora ce la prendiamo’ gli disse l’omone che le bloccava il collo’
Il suo uomo mollemente seduto sul divano la guardava placido, non sembrava avere nessuna intenzione di intervenire.

Uno degli uomini che le stava intorno prese le mutandine e le annusò voracemente, pareva soddisfatto
‘Secondo me’ disse ‘Questa troietta non vedeva l’ora di farsi impalare, ha le mutandine fradice senti qua che roba’ se le riannusò ‘Ma non ti preoccupare, siamo qua per soddisfarti.
Appallottolò le mutandine, le strinse la mandibola e la obbligò ad aprire la bocca, quindi gliele cacciò in gola
‘Lo senti quanto sei troia? Te le toglierò dalla bocca quando avrai asciugato tutto il succo di fregna che contengono, non voglio più sentire il tuo odore di cagna quando le toglierò’
Sentì una goccia di sudore freddo dietro la schiena, cosa volevano farle? Sembrava che li avesse fatti eccitare parecchio, possibile che il suo uomo non l’aiutasse?
Se non ricordava male, l’alcol assunto durante la serata non l’aiutava, nella stanza c’erano almeno otto uomini.
La fecero inginocchiare sul divano e le legarono le caviglie ai piedi del divano, l’addome era appoggiato allo schienale e le generose tette adagiate sopra, le braccia erano ancora libere, uno degli uomini gliele fece alzare e, tese, gli legò i polsi ad uno scaffale alto della libreria appoggiata al muro.
Era bloccata, le caviglie erano legate in modo che la sua fregna depilata fosse già schiusa e sicuramente il suo buchino era in bella mostra. Quattro di loro le si misero intorno, uno aveva uno scacciamosche e con quello cominciò a darle sonori schiaffoni sulle chiappe sode, erano sberle secche che la fecero mugugnare, probabilmente aveva strabuzzato gli occhi visto che un altro le si parò davanti
‘Guarda che faccia e siamo solo all’inizio, chissà cosa ci diresti se non avessi la boccuccia occupata a succhiarti i succhi della fregna. Probabilmente che vorresti essere usata come una bestia, o sbaglio?’
Lo guardò con occhi imploranti e per tutta risposta ricevette una sonora sberla sulle guance
‘Cosa credi che avremo pena di te?’ mi assestò un’altra sberla ‘Preparati a obbedire ad ogni nostro capriccio, voglio vedere gratitudine nei tuoi occhi’
Le braccia tese cominciavano a darle un leggero fastidio e le continue sberle sulle chiappe erano dolorose, sperava smettessero ed invece in quel preciso momento un altro di quegli uomini le soppesò le tette con le due mani, strizzandole per bene e quando ne fu soddisfatto attaccò ai capezzoli ormai turgidi due mollette spesse, il male fu immediato.
L’uomo prese comunque a tirarle verso l’esterno, entrambe, lei cominciò a lacrimare. Le arrivò all’istante sul viso l’ennesima sberla.
‘Ti avevo detto che devi provare gratitudine, o preferisci che il mio amico te li torca ancora di più i tuoi insulsi capezzoli? Ti conviene fare la gattina con noi o la serata sarà infinita’
Cercò di trattenere le lacrime, l’uomo continuava a tirare le mollette, i suoi capezzoli erano ormai viola e le corde stavano già lasciando segni sui polsi.
‘Ehi ragazzi venite un po’ a vedere qui’ Disse l’uomo che mi sculacciava ‘Sta cagna è un lago, ha le cosce fradice di broda, sta bagnando il divano, lo sapevo che questa cagna non vedeva l’ora di essere usata per bene’

Gli uomini si avvicinarono e presero ad intingere le dita nella mia fregna le ritrassero fradice, ridevano tra loro e la chiamavano puttana, lei era effettivamente fradicia, quella situazione la stava stranamente eccitando
‘Che vogliamo fare la lasciamo all’asciutto?’
‘Ora le diamo una buona dose si cazzo ma prima prepariamole il culetto per il servizietto che le dedicheremo’
Senza tanti complimenti uno di loro le infilò una banana nel culo, spingendola dentro finché poté, ricominciò a lacrimare ed a contorcersi, ricevette un’altra bella sberla sul viso, che ormai doveva essere paonazzo, non ci fu bisogno di spiegarle perché, smise di muoversi e ricacciò dentro le lacrime.
A quel punto cominciò a sentire il pisello del primo uomo che si faceva largo nella sua fregna, la penetrò tutto di un colpo, tanto era così fradicia che avrebbe potuto prendere quello di un vitello, le scavò per bene la micina, si divertiva come un porco lo sentiva grugnire dietro le sue spalle, le afferrava le tette per tenersi per bene, i colpi che le dava le tiravano sulle braccia indolenzite per le corde che le vincolavano.
Se la scopò per bene e quando lei percepii i suoi coglioni pieni lo sentì smettere, aveva dato il cambio ad un altro che prese come un pazzo a scoparmle il buchetto, lui invece le si parò davanti
‘Ora ti levo le mutandine di bocca, se fai anche solo un fiato le riempio di aceto e te le ricaccio dentro’
Le tolse e lei stette zitta, le infilò l’asta fradicia in gola, le tappò il naso e la pompò per un minuto buono, stava per soffocare era paonazza ma lui non sembrava interessato alla cosa, continuò il suo giochino e finalmente le scaricò in gola una secchiata di liquido caldo, lei non riuscivo a respirare, sentiva rigirarsi lo stomaco per lo sforzo. In quel momento le liberò il naso, le levò il pisello dalla bocca e contemporaneamente ci cacciò nuovamente dentro le mutandine.
‘Ormai ti trovi a tuo agio con queste no? Divertiti’
Dietro di lei l’altro uomo la stava stantuffando con prepotenza, ogni tanto si intervallava con gli altri due che gli stavano vicino, sentiva distintamente i diversi membri che la scavavano con voracità, per quanto sarebbe durato questo trattamento?
Sperava di sentirmi ad un certo punto la fighetta inondata di broda, segno che avrebbe avuto un attimo di tregua, quando le sembrava fosse giunto il momento sentì i tre parlottare: se la scoparono ancora un po’ a turno e poi si scaricarono abbondantemente sulle sue gambe!
Sentivo quel liquido viscoso scorrere lungo le cosce ed i polpacci, arrivare giù fino ai piedi ed imbrattarle i sandali da troietta a cui teneva tanto. Doveva sembrare una vera porca con una banana nel culo, le mutande in fondo ad una gola colma di sperma, il viso rosso dalle sberle, le braccia alte legate alla libreria e la figa sventrata da quegli animali.
Capì in quel momento che si stava eccitando, ed il trattamento era ben lungi dall’essere terminato’

Continua’.
Stava ancora gocciolando dai piedini il succo che quegli uomini che avevano deciso di far di lei quello che volevano, era convinta avrebbe avuto un attimo di tregua ma quando riaprì gli occhi dal forte orgasmo, che comunque aveva avuto sentendosi scaldare le gambe da tutto quel liquido, vide davanti a se altri 4 uomini, era l’ora del cambio
‘Ci siamo goduti lo spettacolo’ Disse uno di quegli uomini ‘Sappiamo che hai ancora molto da offrire, non vediamo l’ora di cominciare a goderci noi la tua carne.’
Lei riusciva a malapena a mugugnare con le mutandine in gola e quella posizione unita alle fastidiose corde era diventata veramente insopportabile.
Le sfilarono la banana dal sedere, li sentii quasi sbavare davanti al suo buchetto che doveva essere a quel punto molto provocante così schiuso davanti ai loro occhi, ci misero poco a liberarsi degli indumenti ed a puntare a turno il membro pulsante al suo ingresso.
Il primo uomo si fece strada nel suo intestino con facilità, sentì ogni centimetro di quella carne vogliosa prendere possesso dello stretto canale, il ritmo aumentò all’istante, si sentiva riempita e squassata dai colpi.
Vide con la coda dell’occhio un altro uomo avvicinarsi, aveva in mano un frustino con il quale prese a vergarle la schiena, erano scudisciate piuttosto blande, che all’inizio ebbero il solo effetto di bagnarle nuovamente la passerina, provava quasi piacere ad essere sodomizzata e frustata, i colpi quindi aumentarono e sentì un po’ di dolore.
Quando cominciò soffocatamente a mugugnare, uno di loro le si infilò sotto e la obbligò a prendere nella micina il grosso membro, ora aveva i due buchini pieni, le vergate non diminuivano mentre il quarto uomo le riattaccò ai capezzoli le due mollette e riprese a torturarglieli.
Non aveva mai provato nulla di simile, non aveva mai concesso contemporaneamente i sui più preziosi buchini e le sevizie ai capezzoli ed alla schiena si mischiavano con le penetrazioni facendola tremare dal dubbio per la strana situazione e dal piacere.
Gli uomini se ne accorsero subito:
‘Brava cagnetta lasciati andare, ti stai bagnando come una troietta, se fai la brava ti scopiamo così tutta la notte’ Le disse l’uomo sotto di lei che prese, vista la posizione favorevole, a morderle le ascelle, provocandole nuove particolari sensazioni.
‘Io di certo non mi fermo finché non sei piena del mio sperma, perciò preparati ad un lungo servizio’ Gli fece eco l’uomo che la sodomizzava

Andarono avanti così per un bel po’, si scambiarono i posti e si si divertirono ad infilarle in bocca i membri dopo averli con attenzione intinti nel sui intestino, godevano nel vedere le sue espressioni incredule, lei non poteva fare a meno che sentire il loro piacere crescere sempre di più.
Decisero di farle un bel regalino, i due uomini che le scopavano il culo e la fighetta aumentarono ritmo e potenza della pompata, tanto da riuscire a venire insieme, le scaricarono nelle carni una quantità di caldo latte che la fece sobbalzare, mentre gli altri due uomini si menarono il pene davanti al suo viso, le avevano tolto le mutandine di bocca e la obbligavano a puntare i suoi occhioni caldi sui loro visi.
Quando furono soddisfatti di quel visino quasi implorante, le scaricarono addosso altro sperma, che andò ad imbrattarle la boccuccia, gli occhi ed il nasino, era ridotta una maschera di crema.
Gli uomini la circondarono, mentre lei esausta ormai si appoggiava alle dolorose corde che la sorreggevano
‘Ehi biondina, dovresti vederti, sei un sogno, il visino pieno di sperma ed i buchini ancora pulsanti’
Senza dire altro slegarono le corde che la vincolavano, lei si accasciò sul divano, appena poggiò le rosee chiappe su di esso ricevette una sonora sberla
Provò a protestare, ma in cambio riebbe le mutande infilate in gola
‘Te l’avevo detto prima, devi provare solo gratitudine, noi vogliamo divertirci con te ancora per tanto tempo’
Le attaccarono al collo un collare, sembrava nuovo, ci attaccarono un guinzaglio e la obbligarono a mettersi a carponi, doveva camminare come un cane. Uno di loro la guidò per casa ad un certo punto lei riuscì a fargli capire che doveva andare in bagno a fare pipì.
Gli uomini parvero benevoli e decisero di soddisfarla, sempre tenendola attaccata al guinzaglio la accompagnarono fuori nel giardinetto della casa del suo uomo, nuda com era, fortunatamente c’erano poche case nei dintorni, le tolsero il guinzaglio
‘Ora, da cagnetta quale sei ti fai un giretto qui intorno annusando e quando hai trovato il tuo posto fai pipì qua davanti a tutti noi’

Non poteva credere volessero guardarla, si vergognava, ma non aveva scelta se la stava facendo sotto! Fece quindi due rapidi giri del giardinetto, ovviamente sempre a carponi, piegò un po’ le chiappe e si preparò finalmente a svuotarsi.
In quel momento si trovò tutti gli uomini intorno, la circondavano completamente, i membri rilassati nelle mani, quando lei liberò il primo fiotto di pipì, vide che contemporaneamente anche gli uomini si liberarono, cominciarono a scaricarle addosso una quantità di urina che la fece sobbalzare!
I fiotti di urina le cadevano in testa infradiciandole i morbidi capelli, puntavano al suo candido visino togliendole via le macchie di sperma, si concentravano sulla sinuosa schiena per poi scendere alla micina ed al culetto, che ne provarono quasi refrigerio, fino alle cosce ed ai piedini.
Tutto questo mentre lei stessa faceva pipì, stava di nuovo provando un mix di emozioni strane e del tutto nuove: venne copiosamente, sotto quei getti insistenti e caldi che la riempivano da ogni direzione.
Quando quel trattamento finì, lei era ancora a gattoni, completamente fradicia e gocciolante:
‘Ora, non penserai di restare così vero? ‘gli disse uno di loro ‘Puzzi di piscio da fare schifo, sembri un cesso e noi non abbiamo nessuna intenzione di continuare a goderci i tuoi buchi mentre sei ridotta in quello stato.
Muoviti, vai a farti una doccia e spicciati, abbiamo ancora fame di te’
Si rialzò dolorante, non la fecero rimettere a carponi, evidentemente volevano si muovesse.
Quanto sarebbe durata ancora quella serata, cosa le ancora avrebbero fatto?

Continua’
LA SERATA Continua
Si infilò in doccia e lasciò che l’acqua tiepida le rilassasse i muscoli affaticati, tenere a bada 8 uomini non era certo semplice, soprattutto se avevano deciso di far di lei quello che volevano.
Si tolse di dosso urina e sperma, con il sapone massaggiò la micina indolenzita e constatò che nel suo buchetto posteriore era ancora possibile farci entrare due dita grazie al lavoretto che aveva prima ricevuto.
Uscita dalla doccia ebbe giusto il tempo di frizionarsi i capelli quando vide entrare nel bagno alcuni degli uomini di prima, evidentemente non chiudersi dentro a chiave non era stata una buona idea.

‘Tutta bagnata sei ancora più eccitante troietta, non resistevamo più la sotto, siamo venuti a prenderti.’
Due di loro la presero per le braccia e la tirarono, lei fece una debole resistenza, volva asciugarsi i capelli!
‘Ancora non capisci vedo’ disse il più forte dei due ‘Forse mi è venuta in mente qualcosa che potrebbe convincerti a non ribellarti più’
Fece un rapido gesto all’amico, la afferrarono per il busto e la girarono sotto sopra. Lei si ritrovò con la testa all’ingiù, sollevata per aria, si spaventò pensando che presto avrebbe scoperto cosa avevano in mente i due bruti.
La portarono sopra il cesso, alzarono l’asse e la calarono con la testa fino a toccare l’acqua, lei provò un intenso fastidio a sentire i sui bei capelli curati immersi nel liquido torbido del cesso. I due la tenevano in equilibrio lì sopra, con le braccia lei cercò di sollevarsi leggermente.
Intanto i due uomini le avevano aperto le gambe
‘Guarda che sogno che è questa fighetta profumata’ disse uno prendendo a leccarla
‘Io mi dedico al suo forellino posteriore’ disse l’altro.
Presero a dedicarsi ai due forellini, trovarono presto dei tubetti di creme e si dilettarono a possederla con quelli, nella fighetta riuscirono a farne entrare ben due mentre decisero di possederle il culo con gli spazzolini che trovarono lì vicino: ‘Così il sapore del tuo sfintere ti ricorderà quanto sei troia’.

Quando si furono divertiti a sufficienza ordinarono ad altri due di sollevarla, tenendola sempre a testa in giù, si piazzarono davanti al suo visino e cominciarono a smanettarsi. Le infilarono quindi i membri gonfi in gola, lei era paonazza sia per la posizione innaturale che per i falli che le soffocavano il respiro.
‘Ora vediamo troietta se riesci ad inghiottire la sborra anche a testa in giù, stai attenta a non sprecarne neanche una goccia, altrimenti dovremmo continuare con questo trattamento finché non rigetterai anche la colazione di stamattina!’.
Il primo prese a pomparla come un forsennato in gola, la teneva per le orecchie, lamentandosi per quanto i suoi capelli puzzassero ora di cesso, l’altro intanto, aspettando il suo momento di liberarsi le palle le dava sonori schiaffi sulle natiche sode, lo faceva in modo crudele, aspettando gli affondi più profondi dell’amico prima di assestare la sberla, in modo che il viso stralunato di lei fosse ancora più sconvolto dal bruciante servizietto.
L’uomo nella sua bocca intanto l’aveva afferrata per la nuca e l’aveva attaccata ai coglioni ‘Questa schizzata te la trovi direttamente nello stomaco’ le disse, il pene si gonfiò e le liberò in gola un buon numero di getti caldi, lei trattenne un attimo in bocca i primi ma il liquido stava aumentando a dismisura e non voleva correre il rischio di fare arrabbiare quegli uomini e quindi continuare per ore quel trattamento.
Cominciò quindi a deglutire, ma a testa in giù era un’operazione molto difficile, inoltre l’uomo di ostinava a tenerle ben cacciato in gola quel saporito tappo di carne rendendo la cosa ancora più tortuosa.
Sentì ancora alcuni tremori dell’uomo, che, assestandole uno schiaffetto sul viso, a quel punto si levò dalle calde fauci della donna, pulendosi il lucente fallo sulle labbra madide di lei.
Lei ebbe tempo di dare un soffocato colpo di tosse quando si sentì invasa dal secondo membro, di nuovo ben piazzato in bocca.
‘Non sai quanto mi hai fatto eccitare troia, sono sicuro che non apprezzerai il servizio che sto per dedicarti ma non ti agitare, se mi rovini il momento te la farò pagare’

Ordinò ai due uomini di appoggiarla al muro, un altro le legò le mani insieme, dietro la nuca, la corda per tenere mani e testa insieme le passava intorno al collo: la posizione scomoda più la corda in torno al collo le fecero venire i brividi freddi.
Così appoggiata al muro era evidentemente più stabile, l’uomo si sistemò per bene dentro la sua bocca,si puntellò alle sue ascelle e la spinse in modo che testa e mani appoggiassero al muro, quindi prese a chiavarla con una forza inumana.
Sebbene fosse puntellata al muro, lei si sentiva comunque sbattere contro il duro materiale, temeva che l’uomo avrebbe dato sempre maggiore forza ai suoi colpi e che si sarebbe rotta qualcosa.
L’uomo intanto aveva appoggiato una gamba sul cesso, in quel modo sembrava che avesse ancora più forza e precisione.
A quel punto sui prese a leccarle la micia, le infilava con maestria la lingua dentro, mentre il massiccio membro la soffocava, stava per venire in un potente orgasmo e l’uomo se ne accorse:
‘Che cagna che sei, ridotta in questo stato stai per venire, ti rendi conto che potremmo farti questa cosa ogni giorno? Ti conviene non fartela piacere, potresti soffocare un giorno di questi, ti faccio un favore ora’
Smise di leccarle la passera e le diede un morso forte al clito, lei sentì un dolore lancinante che le ricacciò dentro l’orgasmo, provò anche a lanciare un urlo ma il pene dell’uomo le permise solo un soffocato rantolo.
Quella situazione doveva aver dato il colpo di grazia al tizio che la seviziava perché mentre lei rantolava si trovò in gola il risultato di una lunga serie di schizzi caldi.

‘Che puttana che sei, stavi godendo scopata in gola a testa in giù, non è normale che tu abbia un orgasmo in questa situazione, che razza di bestia sei? Fortunatamente sono riuscito ad impedirtelo. Giratela ora, prima che vomiti nel cesso tutta la sborra che la cagna si è bevuta.

Ebbe un capogiro, da quanto tempo la stavano possedendo sotto sopra? Si accasciò a terra, conscia che la pace sarebbe durata poco’

Continua…

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