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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

La vacanza di Elisabetta e Fabio

By 1 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

L’albergo, nel piccolo paese croato, è piccolo, ma molto confortevole. E’ si affaccia su una bellissima spiaggia. Io so che non la frequenteremo molto. Infatti, sul vicino pontile privato, il piccolo motoscafo che ho noleggiato con tanto di marinaio ci attende. Io e mia moglie abbiamo bisogno di tranquillità, relax e, soprattutto, privacy.
Eleonora non è passata inosservata nel piccolo albergo. E’ troppo bella la biondissima signora italiana. Tutte le persone di sesso maschile dell’albergo l’hanno notata. Saputo poi anche che è una hostess… Stranamente la maggioranza del personale è composto da uomini. Dal direttore ai camerieri, dai cuochi agli addetti alle pulizie. E sono tutti galanti, molto galanti. Con lei. Ciò, a me, non dà fastidio. Anzi, mi diverte moltissimo vedere le attenzioni che i tutti i maschi dell’albergo prestano alla mia bella mogliettina. E’ evidente. Se la scoperebbero tutti. Per non parlare del resto!
A lei, invece, tutto questo piace un po’ meno. Brontola. E’ infastidita. Si sente sempre osservata, spiata. No, non le piace. Proprio no! ‘Uffa, questi croati ‘ mi ha detto prima ‘ non mi mollano un attimo! E mi guardano sempre in un modo… Con quei sorrisetti… Ma cosa vogliono! Dove sono le loro morosette? Mi mettono in imbarazzo! Ma non solo loro… Anche gli uomini! Il vecchio direttore, quello con il pancione! E il caposala, poi, sempre così sudato e servizievole… Troppo! Insomma, amore,… un po’ tutti! Sono anche un po’ preoccupata! Anche perché siamo al mare, fa caldo… Vorrei rilassarmi, senza badare troppo a come mi muovo, mi vesto e… parlo. Con te. Mi capisci, vero? Non oso pensare a cosa mi farebbero… se potessero! E sono proprio dei maschiacci, questi croati. Hai visto? Hanno tutti un fisico… Soprattutto i giovani, i camerieri della sala e quello in camera, gli uomini delle pulizie… Amore, ti prego, non lasciarmi mai sola.! Mai! Ho il sospetto che, se mi prendono da sola ed io allento solo di un po’ la guardia…’
Io ho riso, ma le sue parole mi hanno fatto venire certi pensieri… E anche lei, un secondo dopo, ha capito. ‘Fabio ‘ mi ha subito richiamato lanciandomi uno sguardo di fuoco – . Ti prego, comportati bene!’
Siamo a cena. Sul terrazzino dell’albergo, in riva al mare. Siamo solo noi, questa sera. Eleonora è bellissima. Una leggerissima brezza le muove appena i lunghissimi capelli biondi. Si è truccata questa sera e i suoi occhi azzurri risplendono. Le labbra, ricoperte dal rossetto rosa, la rendono sensuale, molto sensuale… Ed è profumata. Come piace a me. E infatti… Sì, ho già il cazzo duro, che urla negli slip e preme. La patta dei leggerissimi calzoni non riescono a nasconderlo. Neanche a lei che, naturalmente, ha già visto. Ma ha fatto finta di non vedere.
Eleonora, inevitabilmente, ha già mandato in confusione il cameriere che ci serve al tavolo. L’uomo l’ha già notata e non ha retto. Ele non è infatti molto… coperta! Anzi. Ma siamo al mare, avrà pensato sicuramente lei! E lei è praticamente nuda! Indossa infatti un leggerissimo e cortissimo vestitino. Naturalmente bianco. Esalta le sue spalle nude sulle quali si adagiano i suoi lunghissimi e biondissimi capelli biondi. Ed è bianco, candido e… molto trasparente! Ed è molto generosa la visione che l’abitino offre del piccolo ma rotondissimo seno della femmina che lo indossa. Il mini top incollato al corpo di mia moglie è praticamente aggrappato ai due seni e le ampie aperture laterali fanno il resto. Basta un leggerissimo movimento in avanti di lei e, da dietro, si intravedono per bene i suoi seni. Piccoli, ma rotondi e gonfi. Non c’è infatti il reggiseno, dimenticato. Dal collo scendono e si vedono benissimo, bianchissime, le due striscioline del reggiseno del costume da bagno che mia moglie, fino a poco prima, ha indossato sulla spiaggetta privata dell’albergo. E anche il candore di quella parte del suo seno protetto dai raggi del sole dal mini bikini. I piccoli capezzoli pungono il leggerissimo tessuto. Anche le grandi areole, appena appena coperte, si possono intravvedere. Come il loro tenue color rosa. Basta guardare sotto le trasparenze. Come il pizzo del perizoma bianchissimo. Unico indumento intimo indossato da mia moglie… Volutamente, naturalmente.
‘Sei bellissima, Eleonora! – le sussurro accarezzandole le dita della mano ‘ Io… mi fai impazzire, così! Sei praticamente nuda… Tutta da guardare, sbirciare, spiare…’ ‘Buono, Fabio, buono! Ho visto… Dai, ho già visto quello che stai combinando… Là, là sotto… Uffa, ti prego… Stai calmino… Faceva caldo.. e mi sono fatta bella. Per te! Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere. E poi, siamo praticamente soli…’ ‘No, tesoro, non siamo soli! – la interrompo io ‘ Ci sono altre persone. Anzi, ci sono altri uomini…’ ‘Beh ‘ fa lei, fingendo di non essersene accorta ‘ io non li vedo… Non li vedo proprio… Ci sei solo tu, qui. Unico uomo. Anzi, unico maschio! E, per mia fortuna, sei mio marito! Se voglio… Quando voglio! O no?’ E ride, molto, molto maliziosa. ‘Ah sì, bene, bene… ‘ faccio io – . Sono felice, molto felice di questo!’ ‘Non ti capisco… – mi fa lei sorridendo e muovendo mollemente sulla sua spalla nuda il bel viso cercando una carezza che naturalmente arriva subito ‘ Cosa vuoi dirmi?’ Non rispondo e lei mi lancia uno sguardo dolcissimo. E interrogativo. La gattina mi fa le fusa…
‘Ciao ragazzo, parli italiano? ‘ chiedo al giovane cameriere, mentre ci sta servendo un aperitivo-bomba ‘ . Spero proprio di sì…’ ‘Oh sì, sì ‘ fa lui, arrossendo prima ancora di rispondere e non distogliendo per un attimo lo sguardo dalle tettine di mia moglie – . Non parlo molto ma capisco tutto…’ ‘Bene! Come ti chiami? Sei del posto? E quanti anni hai?’ ‘Sono Dejan ‘ risponde lui subito – . No, non sono croato. Sono serbo. Ho diciotto anni. Sono universitario, a Belgrado. Qui lavoro, d’estate…’ Parla con me ma continua a fissare e a scrutare mia moglie. Lei, sentendosi spogliata dallo sguardo del giovane, ha abbassato lo sguardo, imbarazzata. E’ arrossita, mi sbircia e mi chiede con lo sguardo aiuto.
Ricevuta l’ordinazione, lui si allontana. ‘Visto? Te l’avevo detto! Visto come mi guardava! Mi ha spogliata! Mi sono sentita nuda! – si lamenta subito – ‘ ‘Beh, a dire il vero non sei molto vestita…’ ‘Fabio, ma cosa dici… E tu, poi, fai finta di nulla? Non gli dici nulla? Non mi proteggi? Sono tua moglie…’ ‘Amore, sei bellissima. E, lo sai, te l’ho anche detto, sei quasi nuda… – la rimprovero fingendomi arrabbiato ‘ Con quel vestitino…’ ‘Ma, amore! Hai visto, è un ragazzino… – mi interrompe fingendo di non capire il mio finto rimprovero ‘ Avrà al massimo diciotto anni…’ ‘Appunto, Ele! E’ un giovane maschietto! Fresco, fresco. Ma molto carino, mi pare. E’ uno studentello. E chissà da quanto tempo non vede la sua morosetta… E la sua fighetta! Ti immagini…’ ‘Immagino cosa? ‘ mi fa lei molto agitata – Cosa dovrei immaginare…’ ‘Beh, insomma ‘ cerco di calmarla – chissà da quanto tempo non scopa! E ti puoi immaginare, beh, insomma, ti puoi immaginare… Ha diciotto anni, appunto! Sarà pieno… Sì, sì, sarà proprio pieno… ‘ Mia moglie mi guarda esterrefatta. ‘Sarà proprio pieno… pieno ‘ ripete lei, ansiosa ‘ Ma pieno di cosa…’ ‘Ma amore, di desiderio, di voglia… E poi, arrivi tu… Così…’ ‘Così come? – mi chiede ancora lei, ancora più in ansia – Oh, Fabio. Penso di aver capito… Ora! Ti prego! Uffa, non parlarmi così. Non sono una puttanella, io…. E sono qui con te! Mio marito. E con te voglio farlo. Sempre. Ma con te… Solo con te…’ ‘Appunto! – la guardo negli occhi, sempre più spalancati ‘ Con me, lo farai con me… Certo, certo, con me!’
La sua reazione mi ha fatto infatti balenare un’idea. Molto, molto… audace. Anzi hard, come piace a me. Un po’ meno a lei. Ma si sta abituando… Continuo a fissarla, mia moglie, e penso, penso… Lei intuisce che sto tramando qualcosa e sospira. Poi mi sussurra. ‘Fabio, amore, ti prego, mi raccomando… Non incominciare! Comportati bene! E soprattutto non adesso, non qui, eh…’
La cena continua. Cerco e riesco un po’ alla volta a stemperare la tensione. Mia moglie inizia a rilassarsi e la sua agitazione si trasforma in allegria. La faccio bere. Un po’ più del solito. Lei, non se ne preoccupa eccessivamente. Si fida di me, suo marito. E allora sorseggia, degusta. Apprezza i vini bianchi che ben si sposano con l’ottimo pesce. E’ diventata ciarliera. E’ anche allegra. Un po’ più del solito, forse.
Non bada più agli sguardi sempre più vogliosi del giovane serbo. O non vuole accorgersene. E’ sempre più accaldata. Il suo leggerissimo e cortissimo vestitino ha iniziato a salire ulteriormente e lascia sempre più scoperte le sue splendide gambe. Abbronzatissime, risaltano non più coperte dalla bianchissima minigonna. Poi pensa bene di accavallarle. E’ un attimo. Lei è tutta presa dalla conversazione. Non se ne accorge, o non ci bada! Il gonnellino sale, sale. E Dejan, come me, riesce a vedere. Per un attimo e solo un po’. Ma basta così e il tutto è estremamente eccitante. Il pizzo, il bianchissimo pizzo delle mutandine di mia moglie. Lui mi guarda e con lo sguardo mi interroga. Teme che me ne sia accorto. Vorrebbe scusarsi, forse, di aver guardato… Di aver spiato mia moglie Capisce subito che io mi sono accorto che lui ha guardato e ha visto. Sì, ha visto lo slippino di mia moglie. Naturalmente è turbato. E molto agitato. Anzi, è molto, molto eccitato. Come me. ‘Povera Eleonora – penso io ‘ non vede quello che sta succedendo e soprattutto non sa quello che sto pensando’. Guardo lui e gli sorrido mentre mia moglie continua a parlare. A gesticolare… Non si è proprio accorta che anche Dejan, come suo marito, comincia ad avere dei grossi problemi… Là, la sotto, come dice lei. I suoi leggerissimi bermuda non lo nasconde più… E il ragazzino deve essere molto ben dotato…
‘Un digestivo? Gradiscono un digestivo? – chiede il cameriere, dopo che tutto il pesce è stato ben gustato ‘ ‘. Vuole forse congedarci. Ha voglia di scappare nella sua cameretta. E di farsi tranquillamente un gran segone pensando alle tettine di mia moglie che ha intravisto e soprattutto ai suoi slippini di pizzo bianco. E poi abbiamo indubbiamente tirato tardi e siamo rimasti soli, sulla terrazza. ‘Ne abbiamo alcuni molto buoni, anche se un po’, come dire… fortini… – aggiunge – . Non sono molto adatti alle signore. Se la signora preferisce invece qualcosa di più leggero, e dolce… Un Batida?’ ‘Oh, ancora mi fate bere ‘ si lamenta Ele ‘ Ho già bevuto un po’ troppo, forse… Non sono mica abituata, io, a bere… a bere in questo modo, poi!’ E mi guarda, ridacchiando. E in modo provocante facendomi intendere di aver finalmente ben capito quanto il ragazzino sia eccitato. Capisco che è indubbiamente allegra. E anche Dejan lo intuisce. ‘Oh sì, grazie ‘ faccio io – . E anche mia moglie berrà, berrà, con me! Magari un po’ anche del mio… Le piacerà sicuramente… Fa sempre un po’ la ritrosetta, prima. Ma poi, le piace… E tanto. E poi, chissà, forse berrà anche un po’ del suo… Dolce… Come un Batida, forse?’
Elisabetta diventa rossa rossa. Ha capito benissimo tutti i miei doppisensi ed è imbarazzatissima, evidentemente a disagio. Mi guarda, furtivamente. ‘Fabio! ‘ mi bisbiglia ‘ Ma cosa dici… Non vedi come è eccitato! Non posso non vedere! E’ proprio in tiro. E ce lo deve avere molto grosso, oltre che lungo… Mmm, ehm, mica si farà delle strane idee…’ E’ un gemito. E’ infastidita.
Penso che sia giunto il momento di fare anche delle domande a Dejan. In presenza di mia moglie, naturalmente. Siamo soli. Noi tre.
‘Scusami, Dejan…’ Lo richiamo mentre sta già andando a prendere i nostri digestivi. Ritorna sui suoi passi e quando arriva al tavolo vede che ho catturato teneramente la mano di mia moglie. E gliela stringo. Lei, non capendo, ha lasciato fare. Volentieri… ‘Un mio amico mi ha raccontato di una bellissima spiaggia, qui vicino… No, non quella privata dell’albergo dove abbiamo preso il sole questo pomeriggio. Un’altra…’ Lui impiega un secondo per capire. Mia moglie anche. Ma ridiventa seria di colpo poco dopo e non riesce a nascondere un sorrisetto molto malizioso. Ha capito benissimo dove voglio arrivare.
‘Sì, sì… ‘ fa lui, rimanendo però in silenzio – La spiaggia…’ Capisco che lo imbarazzo. Anzi, soprattutto lo imbarazza la presenza di mia moglie. ‘E dimmi ‘ insisto io – . Raccontami. Non preoccuparti della presenza della mia signora. Lei è molto comprensiva… E’ tutto vero quello che raccontano?’ Lui continua a non rispondere. Farfuglia qualche parola, incomprensibile. Decido di aiutarlo. A modo mio. Come avevo pensato di fare. Prima. Con l’aiuto di Eleonora, naturalmente. Tiro leggermente indietro la sedia di mia moglie. Proprio mentre lei riabbassa la sua gamba affusolata che aveva accavallato in precedenza. Ma il gonnellino non ridiscende. Anzi, rimane ancora più su di prima… Il bianco perizoma è ora proprio ben visibile. E Dejan, prima, lo sbircia di nuovo, per bene. Poi, si sofferma, a guardarlo. Senza alcun ritegno. Ha ricevuto il mio permesso, prima! Quindi… Gli sembra di vedere, sotto, anche un po’ del pelo biondissimo di mia moglie… Sì, sì, è proprio biondissimo… ‘La signora italiana ha la fica bionda’ pensa lui! Probabilmente…
‘Fabio ‘ mi dice solamente lei, sorpresa dal mio movimento a tradimento ‘ Cosa fai?’ Io non le rispondo. Con decisione avvicino la mia sedia alla sua. Le prendo la mano che tenevo stretta e la porta sulla patta dei miei calzoni. Mi guarda, confusa e incredula. E arrossisce. Subito, guardando Dejan. Non mi fermo. Con l’altra mano mi slaccio la cintura e mi abbasso la cernierina dei leggerissimi calzoni. Appaiono i miei slippini azzurri. Come gli occhioni spalancati di Eleonora. ‘Fabio! – mi sgrida lei ‘ Cosa fai!’ ‘Dai, amore, datti da fare – le impongo con fare deciso che non accetta repliche -. Mostra cosa sai fare e soprattuto come sai far godere il tuo uomo!’ ‘ Ma, amore… ‘ protesta lei stizzita ‘ Adesso, qui, e davanti a lui. No, non voglio. Mi vergogno. Non voglio che lui mi veda con il tuo uccello in mano! No, proprio no! Ti prego… Amore, no…’
Dejan guarda. E’ sorpreso. E soprattutto è curioso di vedere cosa farà mia moglie. Se cederà e mi farà una sega. Io insisto. ‘Allora, Dejan, è tutto vero quello che si dice?’ ‘Sì, sì…’, mormora il ragazzo piano piano mentre sta osservando le prime peripezie di mia moglie. Ele è rassegnata a masturbarmi. Una sega. Davanti a lui, a Dejan. ‘La chiamano la ‘spiaggia dell’amore libero’ o del ‘sesso libero’… – continua il giovanotto che evidentemente conosce bene il luogo – . Vanno al mare lì, le coppiette. Ma non solo. Anche uomini soli… Di giorno. E tutti fanno quello che vogliono. Tutto. Tutti fanno, guardano. Tutti lasciano fare tutto. Libertà. Chi va là sa tutto. Sa cosa trova e lascia fare tutto… Anche agli altri… Tu capisci?’ Io capisco bene. Lo sapevo. Mia moglie no. Non lo sapeva e ascolta tutto, attentamente. Proprio mentre con due dita mi fa fuoriuscire il cazzo dagli slip. Naturalmente è ritto, duro, leggermente arcuato. Lo libera, e l’uccello scatta fuori, con il cappellone già rosso che guarda il cielo. ‘Accidenti ‘ si fa scappare lei – Ce l’hai enorme, oggi! Ti piace, eh… Così, poi! Uffa! Ed io cosa dovrei fare, adesso? Davanti a lui, anche! No, non mi va! Non voglio mostrargli come lo faccio… Come faccio una sega a mio marito! Non mi va. Ti prego, amore!’
Ele prende repentinamente con l’altra mano l’estremità della tovaglia e mi copre l’uccello stretto tra le sue dita. Non vuole proprio che il ragazzo veda quello che sta per fare. Infatti solo dopo questo buffo tentativo di coprire la sua mano inizia a farmi la sega. Va su è giù, con violenza. Con il pollice invece mi tortura il glande e in particolare il buchino da dove verranno fuori i miei fiotti di sperma. Lo sa bene. E vuole fare presto. Evidentemente! Così facendo guarda intensamente negli occhi il ragazzino. ‘Ti piacerebbe vedere, eh? – gli dice mia moglie soddisfatta del dispetto che gli sta facendo ‘ E invece no! Sono cose mie… E del mio uomo, del mio maschio…’
La lascio fare, per il momento. E continuo a interrogare il ragazzino. ‘E tu, ci sei mai stato? Da solo o con la tua fidanzata?’ ‘Perché me lo chiedi? Non voglio dirtelo… – mi risponde lui un po’ infastidito da mia moglie che non si fa vedere – Tua moglie… tua moglie è molto bella! Però, non mostra…’ Io sorrido e con un velocissimo movimento delle dita di una mano faccio saltare fuori una tettina dal top dell’abitino di mia moglie. ‘Ehi ‘ fa lei subito, stizzita ‘ E allora? Non voglio!’ Ma la tettina è ormai completamente uscita ed appare in tutta la sua bellezza. Ele ha le mani impegnate e non è riuscita ad evitarlo. La tettina è proprio bella, rotonda, gonfia. Il capezzolo è ritto, turgido. Tenere il mio uccello in mano l’ha eccitata. E ancor di più farmi la sega in quel modo! E poi l’areola, enorme, rosa!
‘Sì, ci sono stato con la mia fidanzata – confessa Dejan evidentemente soddisfatto dalla visione del seno di mia moglie che prima aveva solo potuto intravedere – . L’altra estate. Ma a Sonia non è piaciuto. Soprattutto non sono piaciute certe cose…’
‘Mmm, capisco ‘ lo interrompo e lo incoraggio a proseguire – . E tu, da solo?’
‘Sì… Una volta. Ci sono stato anche da solo – confessa imbarazzandosi un po’ – . E ho fatto quello che facevano tutti… E che loro avevano fatto anche quando io ero stato lì con Sonia…’
‘Ah ‘ mi fingo sorpreso . Non l’avrei immaginato. Così giovane…’
Lui fa una smorfia. Ma voglio ringraziarlo per l’informazione che mi ha dato. E per la sincerità… Sposto il lembo della tovaglia. Eleonora, subito, sbuffa. Mia moglie non vuole farsi vedere con il mio uccello in mano. Poi desiste. Ed è costretta a mostrare a Dejan come mi fa la sega. ‘Uffa ‘ bofonchia ‘ anche al ragazzino! Anche al ragazzino devo mostrare come lo faccio…’ Aumenta il ritmo. Vuole finire l’esibizione. La tettina, libera, ballonzola. E’ bellissimo! Vedere mia moglie impegnatissima a farmi la sega è veramente bello. Dejan è eccitato. Non ne può più. Si accarezza i bermuda. L’uccello, sotto, urla. ‘Ehi tu, stai calmino ‘ lo rimprovera severamente mia moglie – . Guardare ma non toccare. E soprattutto, insomma… ragazzino! Non voglio dirtelo io! Hai capito, vero? Non voglio vedere cose strane… Insomma! Le cosine tue… Vai al bagno, se proprio devi, se proprio non puoi farne a meno… Pensa alla tua morosa…’
Ma dopo, Ele, non può più parlare e prendere in giro il ragazzino. ‘Ele! ‘ la rimprovero ‘ Non essere cattiva con il giovanotto!’ E con decisione, come piace tanto a lei, le raccolgo i capelli e la spingo giù. ‘Ehi, cosa mi vuoi far fare! – strilla opponendo solo per un istante resistenza – . Anche questo vuoi far vedere al ragazzino?’ Ma subito l’idea comincia a piacerle. E me lo prende in bocca. Per un attimo. Poi, con la lingua, lecca tutta la mia asta, dura, lunga e piena di desiderio. E’ tutta lucida. Il glande invece è violaceo. A questo lei si attacca, voracemente. E lo succhia. Inizia un bellissimo pompino. Prima lentissimo. Poi forsennato. Dejan vede tutto. Non aveva mai visto una donna fare così. E’ turbato, ed inizia a gemere e a lamentarsi. Vedere infatti la bellissima italiana fare un pompino a sua marito è veramente bello. Di più. Vorrebbe chiaramente anche lui, qualcosa… Ma sa che non può. E allora guarda. Sperando di vedere tutto. Proprio tutto. Lo accontenterò.
‘Ele, sei bravissima. Continua, continua così ‘ la incito ‘ Fra poco, fra poco… Posso… posso, vero, fartela in bocca…’ ‘Mmm ‘ fa lei con una smorfia ma subito dopo con la testolina annuisce – ‘. Non aspettavo altro. I primi sborroni invadono la sua bocca. La sua espressione del volto mostra, come sempre, tutto il suo disgusto per lo sperma e la rabbia per l’ingoio che per lei è sempre una umiliazione. Davanti al ragazzino, poi! Lei, istintivamente, si ritrae anche un po’ e strizza gli occhi. No, non le piace proprio lo sperma! Neanche la mia! Ma non scappa. Butta giù. Quello che può. Poi la mia sborra, filamentosa, inizia ad uscirle dalle labbra. E cola. Ho finito. Lei lentamente si risolleva. E si fa vedere. Mostra tutto, indispettita ma sfrontatamente. A Dejan. Anche a lui! La sua bocca, le sue labbra ricoperte dallo sperma di suo marito. Che cola, scende, fino a sporcarle la tettina. ‘Ti è piaciuto, signorino? ‘ gli chiede provocatoria – E’ bello vedere una bella moglie fare un pompino al proprio uomo, vero? E bere il suo seme. Tutto!’ Lo guarda, là. Proprio là. Vede l’uccellone del ragazzino a stento contenuto dagli strettissimi bermuda. E sorride, molto molto maliziosa. ‘Ehm, mi sembra proprio che ti sia piaciuto tanto lo spettacolino che ti ho offerto. Io non volevo farlo, però… Mio marito, invece, ha voluto così… E ha voluto che ti mostrassi proprio tutto… tutto… – aggiunge lei ironica ‘ ‘ E continua, provocandolo mentre si ripulisce le labbra dalla mia sborra. ‘ Mmm, sei proprio… Come dire… Sì, come dice lui, mio marito…. Sei proprio pieno, pieno! Guarda, Fabio, guarda là… Oh, mi dispiace! Poverino… Ma non posso farci nulla! Proprio nulla… L’ha voluto il mio maritino, così! Dejan, vai di là, al bagno. Pensa che ci sia la tua fidanzatina, con te… Insomma, mi capisci, vero? E non sporcare tutto, mi raccomando…’
Si risistema il vestitino e si ricopre il seno. Con il tovagliolo che Dejan dopo dovrà raccogliere finisce di ripulirsi la bocca. ‘Ci porti allora il digestivo? – chiede ancora lei ‘ Qualcosa di forte… ti prego. E che non assomigli alla Batida! Mmm… Non ne posso più… Anche se il Batida non è acido, e neppure caldissimo. E’ però denso, vischioso, attaccaticcio…’.
‘Ele, ora basta ‘ la rimprovero baciandola sulla bocca ancora un po’ sporca del mio sperma ‘ Non infierire così su Dejan! L’ho voluto io, dopotutto… E tu, non ti sei rifiutata, mi pare…’ ‘Sì ‘ mi risponde subito lei fingendosi arrabbiata ‘ ma lui ha voluto guardare. Te l’ha anche chiesto! E’ si è anche ben divertito… Moltissimo… mi pare. Fin troppo! Guarda! Se potesse! Scoppierebbe…’
‘Eleonora, sei cattiva. Dovrei punirti per questo…’ ‘Punirmi? ‘ mi sorride maliziosamente lei vittima forse ancora un po’ dei fumi dell’alcol ‘ Punirmi di cosa? La tua mogliettina non è stata brava? Ho anche bevuto tutto! Come vuoi tu…’
‘Ele! – la interrompo facendola alzare ‘ Mi è venuto una bellissima idea. Fa tanto caldo e mi è venuta voglia di andare a fare un bel bagno in mare. E tu viene con me, naturalmente… Dejan, vedi laggiù, dietro a quella siepe altissima di oleandri… C’è una piccola spiaggetta. Protetta. Oggi c’è anche luna piena… Mia moglie ed io andiamo lì a fare il bagno. Portaci lì i due digestivi. Fra mezz’ora, non prima… Mi raccomando!’
Prendo mia moglie per mano e abbandoniamo la terrazza. La spiaggia è vicinissima. Poi la abbraccio e lei si stringe forte a me. Sento che è percorsa da leggerissimi fremiti. Non di freddo. Ha sicuramente voglia di fare l’amore. E’ eccitata. I suoi capezzolini, li ho visti, sono appuntiti e ora li sento quasi pungere sul mio petto. Lei si è eccitata a farmi il pompino. Quella sborrata. Tutti quei fiotti. E poi – forse lo ricorda bene – lui, Dejan, che la guarda… E quel suo uccellone, così giovane, pieno, prepotente… Spingeva, urlava, prigioniero nei suoi calzonzini… Se avesse potuto liberarsi… ‘Amore ‘ mi sussurra e mi confessa, piano piano ‘ ho tanta voglia…’
Siamo arrivati. Io mi spoglio. Subito e completamente. Le mostro l’uccello. E’ di nuovo pieno di desiderio. E’ di nuovo duro, fremente, lucido. Sembra un gancio, un enorme gancio. Nonostante il suo pompino di pochi minuti prima. Mia moglie lo guarda e sospira. ‘Di nuovo, ce l’hai di nuovo duro! – esclama lei fingendosi preoccupata ‘ E scommetto che vuoi anche scopare tua moglie… Ma tu non volevi fare il bagno? Ed io, accidenti, non ho il costume…’
Rido e non rispondo. Lei capisce che, questa volta, farà il bagno nuda. Per la prima volta. Le tenebre che la proteggono, la solitudine del luogo che la incoraggia e la voglia di lei che il suo uomo le mostra la convincono. Si leva le scarpe aperte a tacco alto. Fa scendere l’abitino. Rimane il perizoma. Glielo levo io. Piano. Ecco, è rimasta nuda. Lei si guarda attorno. Sembra voler sincerarsi che nessuno la veda. Vuole esserne sicura… L’albergo è vicino… Poi mi abbraccia. Stretta stretta. E si aggrappa, con una mano, sul mio uccello. E’ una piccola mazza di carne. Calda e pulsante. La stringe, prima. Poi la accarezza per tutta la sua lunghezza. Le piace, le piace tanto sentir fremere l’uccello del suo uomo nella sua mano.
Con dolcezza mi stacco. ‘Vai, amore, – la invito – . Entra nel mare. Io ti guardo, poi ti raggiungo.’ Arretro di un metro. E l’ammiro. Anzi la contemplo. E’ bellissima, così. Eleonora è nuda. Non può fare a meno di non far notare sulla sua pelle le due striscioline sottilissime e bianche che dal collo le scendono fino al seno. E anche i due bianchissimi cerchietti attorno alle grandi areole rosa. E’ colpa del reggiseno del costume che indossa sempre al mare e che la protegge dal sole e, come dice lei, dagli sguardi indiscreti di altri uomini. E, ancora, il triangolino, piccolo piccolo, ma bianco candido che fa da cornice alla sua foltissima chiarissima peluria, bionda. Solo quella. Solo quella il mini slippino del suo costume protegge dal sole e dagli occhi degli altri maschietti. Lei si accorge di quanto mi piaccia vederla così. Ride. Ha capito di essere ancora più provocante, inebriante. ‘Ma dai, Fabio! ‘ mi rimprovera sorridente fingendo invece di non capire ‘ Come mi guardi! Sembrerebbe che tu non mia abbia mai vista nuda!’ ‘No, Ele ‘ le confesso – così, come adesso, non ti ho mai vista!’ ‘Lo so, lo so, ho capito sai! – mi rimprovera lei – Ti eccito, così. Con quei segnacci che il costume mi lascia… Sul mio corpo. Ti piace, ti piace vedere quello che è sempre nascosto… agli altri! Sei proprio un… guardone! Di tua moglie!’ E così facendo sorride, si gira e corre verso il mare. E mi mostra, così, anche quel piccolissimo triangolino bianco stampato sulla pelle del suo culetto abbronzatissimo. Il tanghino che mia moglie usa al mare copre poco, quasi nulla. E’ bello il suo culetto!
L’ho raggiunta dentro il mare. Abbiamo giocato. Ci siamo abbracciati e baciati, come due ragazzini. Poi lei me l’ha preso in mano. Voleva farmi sborrare così. In acqua. L’aveva già fatto, altre volte. ‘Lo vuoi, amore? – mi ha anche chiesto . Dai, ti faccio sborrare di nuovo, qui, in acqua, tra le mie dita…’ ‘No, amore ‘ l’ho interrotta -. Dopo. Mi farai sborrare dopo. Vieni, usciamo…’
Mi sono sdraiato. A gambe larghe. Al massimo. L’uccello è duro, sembra di pietra. Guarda le stelle. E’ lucido, con tutte le vene ben in evidenza. Il glande è addirittura violaceo. ‘Amore, inginocchiati. Sì, tra le ginocchia. E poi, ti prego, un altro… sì, fammi un altro pompino!’
‘Di nuovo? Amore di nuovo vuoi quella cosa! Uffi… E tutto in bocca, di nuovo… Quella roba! Non mi piace…’ Lei si lamenta. Ma solo un po’. Poi, con le dita di tutte e due le mani mi accarezza il petto. Dolcemente. Con cura. Contemporaneamente mi cattura con le labbra il glande. Enorme. Già lucido e pronto a regalarle tutto il mio caldissimo seme. Lo ingoia tutto. Tutto l’uccello sparisce nella sua piccola ma capiente bocca. Inizia un frenetico su è giù. Le tettine le ballonzolano. I capelli le scendono, davanti, sugli occhi. Stizzosamente cerca di liberarsene. Le piace vedere. Le è sempre piaciuto vedermi mentre schizzo. E così non ci riesce. E’ infastidita. Con una mano allora abbandona le dolcissime carezze sul mio ventre e si raccoglie i capelli dietro la nuca. Poi geme e sospira. Come me, che so che fra poco le regalerò di nuovo tutta la mia sborra. Non ne posso più! Sarà uno sborrone… Sì, sarà proprio uno sborrone…
‘Signori, il digestivo… Il signore mi ha detto di portarlo qui, non prima di mezzora…’ E Dejan, il cameriere serbo. Eleonora si gira di scatto. Lo vede. E’ fermo, impalato. Dietro di lei. Non l’abbiamo sentito arrivare. Ha ubbidito al mio ordine di prima. ‘Oh no, Fabio! – quasi urla mia moglie inviperita ‘ Proprio adesso! E uffa! E tu, ragazzino, non vedi? Non mi vedi ‘ continua sempre più furente – Sono tutta nuda! E sto facendo… insomma, vedi cosa sto facendo a mio marito! E tu, Fabio, vuoi che lui veda tua moglie così… Ti prego… Non voglio… Non così! Non mi piace! Mi vergogno. Non voglio che mi veda fare certe cose. Non voglio che mi veda con il tuo uccellaccio in bocca. Sono anche nuda… – aggiunge sempre più rassegnata – No, non voglio che mi veda così! Mentre ti succhio l’uccello…’
Dejan è in silenzio. Guarda. Vedere mia moglie nuda mentre mi spompina deve essere un gran bello spettacolo. Non l’aveva mai vista nuda. Completamente nuda. Il suo culetto, la sua fica biondissima… E il suo uccello di nuovo ha ripreso a lamentarsi. ‘Signori, io non volevo… Lei, lei signore mi ha detto di venire qui ‘ si giustifica lui ‘ . Io ho ubbidito, non sapevo…’
‘Ele, amore… Non è colpa sua! – dico a mia moglie che goffamente si è parzialmente rialzata e tenta di proteggersi con le braccia e le mani il seno e la fica dagli sguardi famelici del ragazzino ‘ Anzi, tu adesso devi chiedergli scusa…’
‘Scusaaa? A chi dovrei chiedere scusa ‘ quasi urla lei, muovendosi in direzione del suo perizoma e del suo abitino che giacciono a terra là vicino ‘ Al ragazzino, al ragazzino io dovrei chiedere scusa… Ma scusa di cosa, poi?’ ‘Prima ti sei comportata male con lui. Molto male! Gli ha detto cose terribili. E poi lo hai anche provocato. E lui ne ha sofferto tanto… L’hai notato anche tu, mi pare…’ Dejan in silenzio fa cenno di capire e di condividere le mie parole. Ovviamente.
‘Ma io non ho fatto nulla! Hai fatto tutto tu! – continua lei, rabbiosamente – Tu hai voluto… Io ero anche un po’ allegra, forse… Ora non lo sono più… Quindi! Tu mi hai fatto fare certe cose, tu! E lui ha voluto guardare… Non è colpa mia, se poi, insomma…’
‘Ele… ‘ la guardo con uno sguardo languido di preghiera ‘ Non mi sembra molto carino che tu… Insomma, che tu sia così poco gentile con il nostro amico… Lui non ha colpe! Tu sei così bella! E noi, lui ed io, vogliamo… Sì, insomma, hai capito! Lo sai, mi piace. E anche a lui piacerà tanto. Tantissimo. Lo so. Dai, amore, ti prego, fallo!’
Mia moglie mi guarda. Per qualche istante non mi replica. E’ sconvolta ed infuriata. Ritorna tra le mie gambe. Si inginocchia, nuda. Di nuovo. Lei, femmina, sembra cercare protezione nel suo maschio. Ma il mio uccello è lì, gonfio, in piena erezione. E vuole venire. E lei lo sa bene come. Ma lei, contemporaneamente, si sta anche coprendo in modo buffo con le mani il sesso e il seno. C’è infatti un altro uomo, anzi un altro maschio, che è lì, vicino a lei, e che vorrebbe… Beh, se l’immagina bene cosa vorrebbe. E anche Fabio, suo marito, la prega di fare qualcosa… Per lui, per il ragazzino. Che è pieno, pieno di… desiderio! Pieno di voglia, per lei. E’ vero. E lei lo vede! Lui ha un uccellaccio, sotto i bermuda, che urla e che promette un’autentica tempesta di sperma. Tutta per lei. Ha infatti solo diciotto anni, il maschietto. E se lo immagina per bene cosa sarebbe capace di combinarle: schizzi, sborroni, zampilli, fiotti e colate…
‘Allora, Eleonora… ‘ insisto ‘ Mi avevi detto… Ricordi?’
‘Sì, sì… Lo so. Lo so benissimo cosa ti ho detto. E te l’ho anche promesso… Ma ogni volta… Faccio fatica. Tanta!’ Si fa scendere lungo il corpo le braccia. Non si copre più. Mostra al giovane serbo tutta se stessa. Le sue tettine, la sua bellissima figa. Si abbassa e riprende a succhiarmi l’uccello. Poi con la lingua me lo lecca dalle palle fin su, fino al glande. Rumorosamente. Si sofferma con la punta della lingua, irrigidita, sul buchino. Poi ingoia i testicoli. Mordicchia l’asta. Mostra, al ragazzo, tutta la sua bravura nel fare un pompino. E’ ben evidente. Si esibisce per lui. Vuole far vedere a Dejan come lei è brava a fare un pompino a suo marito, a un maschio. Prima gli ha mostrato come fa fare una sega. Ora un pompino.
Dejan sospira e ansima. Ha appoggiato i nostri digestivi là vicino, su una roccia. E poi si blocca. In attesa.
Sento che sto per venire e allora la invito, di nuovo. ‘Ele, amore, sto aspettando… – le sussurro ansimando ‘ Non farmi venire così. Voglio schizzare con lui, insieme a lui… Sì, sì, hai sentito bene. Con lui…’ Lei, con un appena appena percettibile movimento del capo mi fa intendere che sì, ha capito…
Avvicina la mano ai calzoncini dello slavo. Con un gesto piuttosto brusco, senza guardare, glieli abbassa. Fino ai piedi. Lui se li sfila completamente e li scalcia, lontano. Lei, per un attimo, lo sbircia e scopre che lui indossa ancora un paio di slippini, neri. Sono la prigione di un immenso uccello. Eleonora l’ha notato, subito. Ce l’ha grande, il ragazzino! Molto, molto grande! E’ proprio un gran bel cazzone! Risale piano la gamba con la mano. Sembra quasi una lunga, lenta, eterna carezza. Poi, da sotto, gli infila le dita sotto gli slip. Incontra subito, e ne fa la piacevolissima conoscenza, i coglioni del ragazzino. Si blocca. Le dimensioni e la consistenza l’hanno per un attimo paralizzata. Il ragazzino ha due palle… Sono grandi, dure e piene. Sembrano due sassi. Ma caldi. Anche le palle di suo marito che le stanno ballonzolando sul mento in quel momento sono belle, grandi, gonfie… Ma non così!
E’ preoccupata. Risale negli slip, gli accarezza la canna che sembra non finire più. E’ dura, come il marmo. E’ sorpresa anche da quanto sia grosso. Non riesce a tenerlo tutto tra le dita di una mano. ‘Mmm ‘ le scappa di emettere e tradisce così il piacere che prova nel toccare l’uccello di Dejan ‘ Ce l’hai proprio molto bello, ragazzino. Un gran bell’uccello! Proprio bello… No, non ho mai toccato uno così… E non l’ho mai preso in mano, non l’ho mai accarezzato… No, proprio no, non così… Ma sei così giovane! Sento la tua pelle… E’ vellutata…’ E’ sorpresa. E’ risalita lungo tutto il bastone di carne del maschietto ed ha scoperto che lui, il ragazzino, è circonciso. E’ arrivata infatti al glande. E’ già attaccaticcio. Come naturalmente le dita di mia moglie che si sono subito impiastricciate con il suo sperma. ‘Uffa! ‘ fa lei, indispettita che ne sente già anche l’odore acre non proprio piacevole ‘ Ma come, sei già venuto? Un pochino, vero’? ‘ ‘No, signora, no… – sembra quasi scusarsi lui ‘ Ma mi è piaciuto però tanto sentire la sua mano, le sue dita,… Là, sul mio uccello! E le sue parole, mentre me lo guardava… E io ho fatto due gocce… Solamente due gocce… Per davvero! Non sono venuto! Non ho… non ho sborrato!’
Eleonora sorride. E’ vero. Non è venuto ma lui non è riuscito a trattenersi. Due piccole gocce soltanto, le prime. Di sborra. Liquidissima. Quelle che anticipano la tempesta. Eleonora le conosce benissimo. Anche il suo Fabio le fa. Sempre, poco prima. Poco prima di venire, di spruzzare tutto il suo sperma…
La mia mogliettina pensa a tutto questo. Sorride ancora e ‘ Sì, mi guarda e inizia a segarlo. Lui. Così senza abbassargli gli slip. Sa che verrà subito. Vorrebbe farlo venire negli slip. E un po’ anche, perché no, nella sua mano. Aumenta il ritmo. Diventa frenetico. Il ragazzino inizia ad ansimare, sempre più rumorosamente. Anche il suo Fabio è vicino all’orgasmo. L’uccello del suo uomo ha infatti iniziato a pulsare. E ha già sentito, in bocca, il suo glande inumidirsi. Dejan ulula e a sorpresa, velocissimo, si libera. Si sfila e si abbassa da solo gli slip. L’uccello del ragazzino scatta fuori come una molla troppo tempo rimasta prigioniera e appare in tutta la sua enormità. Eleonora disapprova la voglia di lui di esibirlo. Anzi, di mostrare a lei tutto il suo uccello. E allora gli fa sentire, con un borbottio, tutto il fastidio. Ma anche il suo apprezzamento, per le sue dimensioni quasi da giovane cavallino. Dopo, infatti, con un gran sospiro, quasi si appende al bastone stranamente un po’ storto e già molto nodoso del giovane serbo. E continua, continua a fargli la sega. Proprio mentre vede i suoi addominali contrarsi, irrigidirsi. Sta per sborrare. Anche lui! Come Fabio, il suo uomo. Anzi, il primo spruzzo, in bocca, è proprio di suo marito. Non ha però il tempo di percepirne il sapore. Il frenetico segone che sta facendo al ragazzino provoca il primo grande sborrone del giovane maschietto. Lo spruzzo fuoriesce violento la sorprende. Non ha il tempo di scappare e di trovar riparo. Gli schizzi di sborra del giovane le sporcano le dita della mano e poi si adagiano, tutti, tra i capelli biondissimi. E’ una sborrata enorme, bollente, pesante. Come le successive che pure si infrangono tra i suoi capelli. ‘Oh no ‘ si lamenta lei mentre l’uccello di suo marito le riversa invece tutto il suo sperma in gola ‘ No, tra i capelli no!’ Dalla sua bocca le esce però solo un lamentoso borbottio, irato. Ma incomprensibile. E tanti, tanti rivoli di sperma.
Dejan si diverte a continuare a far fare la doccia alla signora italiana che è sempre li, sottomessa, e impegnata a fargli una grande, indimenticabile sega. Ma la femmina anche succhia, e tanto, l’uccello di suo marito. Lei sente tutto lo sperma che Dejan le ha spruzzato addosso scendere tra i suoi capelli. E da lì scendere ancora e inondare e bagnare la sua schiena. E continua, continua a colare… Ecco, è arrivato anche sul suo culetto…
Dejan è una fontana di sperma. Sta colando addosso a mia moglie. Dalla schiena i rigoli di sperma hanno raggiunto il suo culetto. Si infilano tra i due bellissimi glutei. Anche quelli, anche quelli riesce a riempire. Non si ferma più. Eleonora, infastidita, si dimena. Non le piace sentirsi addosso tutta quella sborra di Dejan e sentirla poi scendere giù, fin nella sua più profonda intimità. Sente infatti distintamente il caldissimo e attaccaticcio sperma del ragazzo scendere giù e bagnare, dopo il culetto, da dietro, anche la sua vulva. Quanto, quanto ne ha fatto! E ne sta facendo… Non lo immaginava… Non gli avrebbe permesso… Non tutto questo… Si sente una cavallina ricoperta dal suo stalloncino!
I due maschi, finalmente, si fermano. Hanno finito. Si sono sfogati, per bene. Tutti e due. Ed Eleonora si sente addosso, dappertutto, lo sperma dei due uomini. ‘Avete finito? ‘ chiede ansimando e deglutendo l’ultimo schizzo di sperma di suo marito – Mi avete riempita… e ricoperta, tutta… Sì, voi due… Proprio voi due. Tutti e due! Eguali! Siete stati proprio due maialini. Anzi no, due mascalzoni. Non vi sembra di aver esagerato? Guardatemi… Sono tutta impiastricciata, sporca, ricoperta… di sperma! Della vostra! Sì, Dejan, anche il tuo… Guarda, guarda quanto me ne hai fatto e fin dove è arrivato, anche… Mi hai fatto fare una vera doccia! Davvero, una doccia di sborra! Tua, solo tua! Tu Fabio invece, me l’hai fatta bere, tutta! Come sempre! Mmm… E tu lo sai bene che io, insomma… Se posso… Non mi piace, neanche la tua… Oggi poi, era così… amara! E densa… E quell’odore! Sì, avete proprio esagerato… Quanta, quanta sborra… Dappertutto… Voglio bere, adesso! Il digestivo… Sì, quello vero. E spero non sia il Batida…’
Sorride, si alza e corre verso il mare. Riesco ancora a vedere, per un secondo, lo scempio commesso dal ragazzino serbo sul corpo della mia mogliettina. Lei ha i capelli biondi bagnati, sporchi, pieni delle sborrate di lui. Sono state le prime, e le scendono ancora, filamentose. La schiena e il culetto sono ricoperti invece dagli enormi sborroni di Dejan che l’hanno devastata quando lei si è piegata, quando ha protetto il suo volto, i suoi capelli… Si sono ormai asciugati, appiccicati alla sua pelle vellutata. E sono stati tanti, tanti… Infine, goccioline più liquide le scendono ancora più giù, fin giù… Ha fatto proprio una doccia… Ele ha proprio fatto una bella doccia con lo sperma di Dejan… Tanto, tantissimo. L’ha detto anche lei…
Quella notte, dopo, Eleonora è stata insaziabile. A letto ha voluto tutto. Da me. Il ragazzino serbo l’aveva eccitata. Tantissimo. Vedere il suo uccello, essere obbligata a fargli una gran sega, essere costretta a vederlo, mentre lo eccitava, nel momento in cui lui ha iniziato a zampillare tutto il suo liquido seminale e, alla fine, sentirsi dominata e, anche, completamente ricoperta dal suo sperma… Sì, le era rimasta una grande voglia. Di maschio. Era bagnata. Fradicia. ‘E adesso scopami, amore. Ho voglia, tanta voglia di te ‘ mi ha quasi supplicato appena rientrati nella nostra camera – . Lo voglio. Lo voglio tutto dentro di me. Lo voglio sentire. Adesso. Il tuo uccello… Il tuo… Solo il tuo… Anzi, aspetta, prima… ‘ Si è spogliata. Con frenesia. Tutta. E ha voluto prima che la prendessi da dietro. Nel culetto. Si, proprio così. Ha voluto che la inculassi. Prima. Si è adagiato sul lettone. Alla pecorina. E ha cercato di allargare, dietro, il suo secondo forellino. Mi ha fatto così capire. ‘Sì, anche lì… Ho voglia! Lo voglio dappertutto! Anche là! Ma non farmi male, amore… Fallo piano… Sì, così, fammelo sentire… Sì, proprio così, là… Tu solo, tu solo puoi…’ L’ha preteso e, come sempre, le ho fatto male. L’ho squarciata. Sotto il mio peso si è accasciata, dolorante, sul letto. Sempre con il mio bastone conficcato, nel suo buchino.
‘Amore, mi fai male… – ha sbuffato mordendo il cuscino – . Tanto male! Fai piano, un po’ più piano… Mi stai sfondando… E stai attento, ti prego… Non venire, non ora! Non sborrarmi… là. Non voglio.’ Ha desiderato, infatti, che la scopassi. Anzi, lei mi ha scopato. Si è sfilata l’uccello dal buchino del suo culetto sempre più dolorante e si è girata. Mi ha fatto distendere. Ha guardato con compiacimento il mio bastone di carne. Era bello, ritto. Di nuovo pieno di desiderio per lei. Mi è venuta sopra ed ha iniziato a cavalcarmi, con violenza, con gli occhi socchiusi volti al cielo. E le piccole tettine ballonzolanti… ‘Sì, uomo, stai buono. Ti voglio io scopare, questa volta…Oh sì, fatti scopare… Così!’. Alla fine ha voluto farmi sborrare, dentro di lei. ‘Vieni, amore, ora vieni… Puoi farlo! Fammi sentire quanto ti è piaciuto. Vieni, sì, sborrami dentro! Dentro!’ Ha voluto sentire tutto il mio cazzo, pulsante, dentro di sé. E poi il mio orgasmo, la mia schizzata, dentro la sua figa già fradicia dei suoi umori. E lo sperma che, spruzzato, l’ha inondata dentro ed è poi risalito, fin su. E anche lei, allora, ha iniziato a spruzzare ancor di più il suo nettare. Tutto il suo piacere. Si è accasciata, ansimante, sul mio petto. Impalata, sempre. Poi, alla fine, un bacio. ‘Grazie ‘ mi ha detto – . Sono stata un po’ puttana, vero? E per oggi basta così, vero?’
Sono già le otto. Sono sveglio da un pezzo. Lei, invece, dorme. Vicino a me. Un po’ rannicchiata, con il pancino in giù. E’ nuda, con la testolina sotto il cuscino e con il culetto un po’ sollevato. Dorme sempre così. Con le bellissime gambe leggermente piegate ed allargate. Lo cerco e lo vedo, bene, il suo sesso. Da dietro. E la corta ma foltissima peluria, biondissima, che lo incornicia. E’ troppo bella, così. Ho il cazzo già duro. Ho di nuovo voglia. Mi accarezzo. Ho voglia di sborrare, anzi ho bisogno di sborrare. Di più, ho voglia di riversarglielo addosso. Tutto il mio sperma. Inizio a farmi una sega. Piano, non voglio svegliarla. Farò tutto da solo… questa volta. Mi giro solo un po’ verso di lei. Voglio anch’io, come stanotte ha fatto lui, il ragazzo… Sì, voglio anch’io schizzarle tutto addosso, sulla schiena, sul culetto. Si arrabbierà, forse, un po’… Sì, lo so, non le piace tanto, farsi ricoprire così… Non le va a genio essere sporcata… e basta!
Bussano alla porta. Non ho il tempo di coprirmi e di chiedere. E’ il cameriere da camera. Entra. ‘La colazione. E’ stata ordinata in camera… – dice in uno stentatissimo italiano il ragazzino ‘ L’avete richiesta voi, così… in camera…’ Vede. Me e, soprattutto, mia moglie. Lei dorme ancora ma… La vede per bene! La fissa. E’ proprio nuda! La sua figa… ‘Chiedo scusa… Non sapevo… Vostra moglie è… Mi dispiace…’ Rimane paralizzato. Fissa il corpo nudo della mia mogliettina, il suo culetto, la sua fighetta, da dietro… Non sa cosa dire e fare. ‘Mi scusi, mi scusi, ma io… – dice pianissimo, imbarazzatissimo, per non svegliarla – . Non volevo… Non sapevo… Appoggio tutto là e vado via, subito! Mi scusi tanto, lei. E non lo dica alla signora… Non dica che l’ho vista… Così! Si arrabbierebbe! Tantissimo…’
Per un attimo provo fastidio. Ha visto mia moglie nuda ed anche io che mi segavo guardandola! Ma è questione di un attimo. Poi, il suo turbamento e il suo sincero pentimento mi fanno venire certe fantasie… Di nuovo. Lo scuso e, anzi, mi viene immediatamente l’idea. Lui è molto giovane. Più giovane di Dejan. Ha capelli lunghi, biondissimi. Magro e piuttosto alto. Non ha più di sedici anni…
‘Stai buono ‘ lo zittisco ‘ E soprattutto non gridare. Così la svegli…’. Lo guardo. Lui abbassa lo gli occhi e con lo sguardo mi sembra interrogare. ‘Stai buono! Aspetta un attimo, fermati! – gli ripeto, piano ‘ E stai tranquillo. Non è successo nulla…’ ‘Grazie, ma mi scusi, mi scusi…’ continua a ripetere sempre però fissando mia moglie tra le gambe. Lei, nel sonno, le ha leggermente allargate. Di più. Lui così può ora ammirare la sua figa ancora meglio. Le sue grandi labbra. E il suo sesso, spalancato. ‘Oh… che bella che ce l’ha! Bionda… sua moglie… mmm ‘ fa lui approfittando della nuova visione che Ele involontariamente gli offre della sua figa ormai quasi completamente svelata – . Non volevo, adesso vado via ‘ dice ancora, piano piano, rimanendo però ben fermo, impalato, a guardare, a scrutare ‘ Non so cosa fare.. Per scusarmi….’ E continua, continua a fissarla. Là. Gli piace proprio da impazzire la figa bionda di mia moglie.
Gli sorrido. ‘Ti piace, vero? Mia moglie ti piace veramente tanto… Così, poi, nuda…’ ‘Sua moglie… sì, sua moglie è molto bella. Me l’hanno già detto…! La bellissima italiana, bionda…’ I suoi calzoncini cortissimi non riescono a nascondere il suo uccellaccio che preme. ‘Come ti chiami e quanti anni hai ‘ gli chiedo sempre parlando piano, quasi bisbigliando ‘ E se vuoi puoi avvicinarti un po’… Non essere timido’ ‘Milos, mi chiamo Milos… Ho solo sedici anni… Ma sono già grande. Sono già diventato… uomo, maschio…’
‘Oh lo vedo, lo vedo.. ‘ gli rispondo sorridendo per tranquillizzarlo – Vedere mia moglie nuda ti piace assai! O sbaglio? Quell’uccellaccio, poi, che urla sotto i calzoncini… Vorresti tanto farglielo sentire, vero? Magari scopartela, e sboraccharle dentro, nella fighetta bionda…’ ‘Oh, sì, sì… Tua moglie è bellissima. Tanto. Ma io non dovrei neanche guardare… Lei è nuda… Ed io… adesso, beh… insomma… Tu hai visto… E adesso come faccio!’ ‘Appunto, ho visto ‘ gli sorrido ancora ‘ Su, dai, non puoi andare in giro in quelle condizioni… Tu hai visto poi cosa stavo facendo anch’io? O no? Anche a me piace tanto mia moglie. Soprattutto così, nuda! E siamo tutti e due uomini…’ ‘Non capisco ‘ dice lui fingendo di non capire, ma toccandosi il cazzo che sta per sfondare il suo calzoncino ‘ E’ vero, siamo uomini, ma… Lei è la tua moglie! Io non dovrei…’ Non rispondo. E riprendo a farmi la sega. Sono convinto che capirà. ‘Anch’io? – mi chiede sospirando ‘ Posso veramente anch’io?’ ‘Certo ‘ lo incoraggio – . Lo devi fare. Abbassati i calzoni. Tira fuori l’uccello, guardala e fatti una sega. Anzi, un segone. Sì, sì, sono sicuro che sarà un segone. Muoviti. Vieni qui. Subito. Avvicinati un po’. Ehi, mi raccomando! Non toccarla, però. E quando si sveglierà, non preoccuparti. Lei protesterà. Si vergognerà di esser nuda davanti a te e non vorrà vedere te mentre… Ma tu continua ad accarezzartelo. Ci sono qua io, ti proteggerò io dalle sue lamentele… E poi, e poi ti verrà di schizzare. Fallo! Non preoccuparti. Anche se lei brontolerà ancora di più… Sicuramente! Sai ad Eleonora non le piace la sborra… Soprattutto quella dei ragazzini come te. Tu sei molto giovane, troppo giovane per lei. E poi tu ne fai sicuramente tanta, troppa… Si vede, sei proprio una bestiolina in calore. Giovane e forte come sei!’
Non ha atteso che finissi. Lo tira fuori. Ce l’ha anche lui molto bello. E molto grande. E’ già duro. Ritto. Un’unica vena, ben in evidenza, lo percorre in tutta la sua lunghezza. La cappella, già viola, assomiglia a una pallina da biliardo. E’ lucida. I coglioni, poi… Sono belli gonfi, bianchissimi, candidi. Ha sedici anni! Non oso pensare a mia moglie quando li vedrà!
Inizia a segarsi, con tutte e due le mani, e piegandosi leggermente sulle ginocchia. Lo faccio anch’io e penso a quando mia moglie aprirà i suoi bellissimi occhi azzurri. Il pensiero mi fa quasi sborrare. Subito. Ma non devo, ancora. I sospiri e i gemiti del ragazzino sveglieranno Eleonora molto presto…
‘Fabio! Fabio! Oh no! Cosa fai? E quello? Chi è? Chi è questo ragazzino? E cosa sta facendo! Ehm, insomma! Uffa, vedo benissimo cosa sta facendo! Fabio, ti prego! Fallo smettere! Fermalo, non voglio… Non voglio vederlo! E anche tu, poi! Anche tu, cosa fai! Dai, non voglio. Tutti e due! Insieme. Ma lui è un ragazzino! Fermatevi. Fermalo. Almeno lui… Non voglio, non voglio… Mi vergogno… Sono tua moglie! E sono nuda! Davanti a lui. Un ragazzino…’
Si è svegliata. I gemiti del ragazzino l’hanno fatta riaprire gli occhioni. E lei si è ritrovata davanti due uomini che si menavano gli uccellacci. Suo marito e… un bel ragazzino. Appunto, un ragazzino. Sbuffa. Si gira di scatto. Cerca il lenzuolo. Lo trova. Si copre. Quanto può. I due seni rimangono scoperti. Se li copre, goffamente. ‘E allora? – chiede ancora con tono di sfida ‘ E adesso? Vi sembra bello quello che state facendo? Tutti e due! Davanti a una signora! Fabio, amore… Ma insomma! E’ quasi un bambino…’
‘Amore, sì, è molto giovane. Però… insomma, mi sembra che non gli manchi proprio nulla. Ha un gran bell’uccello! E guarda, guarda quanto è grosso, grande, lungo…’ ‘Ma Fabio ‘ fa lei, indispettita – . Vedo. Vedo benissimo. Ma… ma io non voglio. E’ troppo giovane… Sì, sì, ho capito… E’ un autentico… stallone! Giovanissimo… E poi, si vede, ha una voglia addosso… Non posso pensare a quello che combinerebbe…’ ‘E tu non pensare ‘ la blocco io – . Fatti vedere per bene. E lasciaci giocare. Quel lenzuolo, dai… Levalo! Sei bellissima, Eleonora! Lo sai che nuda sei bellissima!’
Mi sollevo un po’ e mi avvicino. Mi inginocchio vicino a lei. Di lato. E continuando a segarmi. Il mio cazzo le sfiora il volto. Lei ne sente ormai anche l’odore. Spalanca ancor di più gli occhi. Poi manda il suo sguardo azzurro al cielo. E il ragazzino si avvicina anche lui, di più.
Eleonora ha capito perfettamente cosa vogliamo fare. Soffia, sbuffa, sospira e getta via il lenzuolo. Si mostra di nuovo. Allarga piano piano le gambe. Più possibile. ‘Fate presto, almeno… – implora lei ‘ Uffa, uffa… Siete proprio due maiali! E tu, amore, guarda cosa mi fai fare! Davanti al ragazzino… E poi non mi piace guardare. Soprattutto quando… Sì, perché posso immaginare come finirà! Puah, non mi piace e mi dà fastidio… Lo sai! E poi perché… Perché devo anche vedere come sborra il ragazzino e magari prendermi addosso tutti i suoi schizzoni? Guardalo, guardalo come si sta segando! Ce l’ha proprio grosso! E fra poco… annaffierà. Chissà quanto! Posso immaginare quanta roba farà e anche dove pretenderà naturalmente di farla… Addosso, sono sicura! Vorrà tutta farmela addosso… Uffa… Che schifo!’
Milos infatti sta ansimando e ormai è pronto a schizzare tutto il suo piacere. Senza più alcun timore sale sul letto e si inginocchia davanti a mia moglie che nel frattempo, rassegnata, ha allargato oscenamente le sue gambe per accoglierlo.
Non sa più dove guardare. E’ preoccupata. Sa che sta per essere investita di nuovo da una tempesta di sborra. Dovrà sorbirsi tutti i miei sborroni e, soprattutto, tutto lo sperma del ragazzino. Lui, Milos, si distende sul corpo di mia moglie. Si solleva sopra di lei appena appena, appoggiandosi su un solo braccio, teso. I suoi occhi si conficcano in quelli di mia moglie. Le alita quasi in bocca. Ansima. Con l’altra mano continua a segarsi. Il ragazzino ha un fisico eccezionale. E’ tutto tirato, teso. Tutti i suoi i muscoli, in quella posizione, sono allungati nello sforzo. Anche il cazzo. Il suo cazzo è proprio lì, sulla figa di mia moglie. La sua cappella le accarezza i peli biondisssimi. Eleonora è infastidita. ‘Ehi, ragazzino, stai attento… Guarda che no, non puoi… – sento che gli bisbiglia – Stai, fuori… Capito? Non puoi entrare! Non mi faccio scopare da un ragazzino!’ Ma è impietosita dalla fatica che il ragazzino sta facendo nel reggersi su un braccio solo. ‘Aspetta, cucciolotto. Non ce la puoi fare, così… – gli sospira borbottando ‘ Lascia! Faccio io, dai… Stai buono, adesso… Lascia fare a me… Sì, faccio io, faccio io… Ehi, quanto ti piace, così… Mmm, proprio tanto, tanto…Vero?… Lo vedo, lo vedo…’ Eleonora, per un istante, mi guarda. Cerca il mio consenso, forse. Io le sorrido, naturalmente. E lei glielo prende in mano. Il suo uccello. E inizia lei a fargli la sega. ‘Dai, piccolo uomo, coraggio… Forza! Ora ti aiuto io. Fammi vedere… Mmm…’ Lui apprezza, geme, sospira. E, finalmente, si tende su tutte e due le braccia. E’ teso. Tutti i suoi muscoli, ormai lucidi, sono tirati. Eleonora non regge il suo sguardo. Si gira e si trova davanti la mia cappella. E’ in fiamme. ‘Uffa… – si lamenta ‘ Anche tu… aspetta. Un attimo… Ti prego, non voglio… Lascia che… prima lui… Oh, no… Mmm, Fabio… mmm….’. Lancia un gemito, lunghissimo. Sì, ho iniziato a sborrare e la investo con i miei schizzi. Con la mano la blocco. Non può più scappare. Il primo schizzo la colpisce sulle labbra socchiuse. Poi alzo il tiro. Uno sborrone le finisce nel naso. ‘Ma no ‘ sbuffa lei ‘ Stai attento… Almeno un po’…’ Non la sento e continuo a flagellarla con i miei schizzi. Negli occhi, tra i capelli. E’ ricoperta. E’ piena della mia sborra che inizia a colarle, tra i capelli, sul volto.
‘Basta, amore, basta… Non ne posso più ‘ si lamenta cercando di ripulirsi gli occhi ‘ Guarda cosa mi hai fatto…’ Le sue parole fanno impazzire anche Milos che ha visto tutto in uno splendido primo piano la mia esplosione di liquido seminale sul visino di mia moglie. Ed Eleonora è costretta a sentire prima il suo ansimare e, poi, il suo gemito che accompagna il primo enorme schizzone di sperma. Eccolo… Sì, sta sborrando anche lui. Lei, prima, sente il caldissimo sperma del maschio tra le sue dita. Non si ferma, però. E continua nella sua splendida, lentissima sega. Le piace sentirlo pulsare nella sua mano mentre zampilla. I fiotti bianchi le riempiono la mano. Poi indirizza il glande di Milos vicino alla sua fighetta spalancata. Poi sul ventre. Ma lui non finisce mai. Con la cappella sporca di sperma del giovane uomo lei gioca con i peli biondi del suo sesso sempre più spalancato e bagnato. Le colate di sperma di Milos la inondano. La sua strisciolina biondissima di peli è ricoperta dalle sborrate del giovane uomo. Eleonora si guarda. Fa una smorfia. ‘Ehi, ragazzino, ne fai tanta, eh…’ ‘Sei bella, bellissima… – risponde lui con voce roca – . Adesso, la bocca…’
‘Non se parla nemmeno… – strepita mia moglie ‘ Fabio, amore, ti prego, diglielo anche tu… Digli che non voglio. Non voglio! Non voglio prenderglielo in bocca! E’ ancora pieno di sborra. E’ tutto sporco.’ Io rido. E Milos capisce che può. Si trascina su. Quasi si siede sulle tettine di mia moglie. Le prende la nuca da dietro con le mani e le solleva il viso. E’ sporca, Eleonora, è ancora piena del mio sperma. Ha gli occhi socchiusi ma vede bene lo spettacolo dell’uccellone del ragazzino davanti ai suoi occhi. Il ragazzino appoggia la cappella sulle sue labbra serrate. ‘No, no ‘ ansima lei ‘ non voglio…’ Ma così facendo lascia socchiusa, per un attimo la piccola bocca. E’ sufficiente. Lui, con violenza, le infila subito tutto il cazzo in bocca. Ancora duro e gonfio. E spinge. E le entra dentro. Tutto. Fino in gola. Lei emette un lungo, lungo sospiro… Ce l’ha fatta, pensa lei, il ragazzino ce l’ha fatta anche a metterle l’uccello in bocca. Prepotente! Non voleva, lei non voleva…
Ad ogni spinta mia moglie lancia un gemito. Sospira, rumoreggia, si lamenta. Cerca di divincolarsi. Ma non ci riesce. Milos al contrario aumenta il ritmo. Sempre di più. Diventa frenetico. Ancora un po’, la mia mogliettina si dimena ancora un po’. Poi, improvvisamente, lancia un lungo sospiro e… Piano piano. E comincia. Sì, Milos non la stantuffa più. Non è più necessario. E lei che ora lo vuole. Eleonora, mia moglie, inizia a spompinarlo. Sì, inizia a regalare a Milos un favoloso pompino. Sofferto, forse, ma tanto, tanto bello. Come solo lei sa fare. Ed io la guardo.
Sì, è bellissimo vedere Ele, mia moglie con in bocca l’enorme uccello di una altro maschio. Un giovane maschio. Lei ha gli occhi socchiusi. Sa che la sto guardando. Sta indubbiamente provando piacere. Anche lei! Tanto, adesso le piace tanto avere dentro di sé, fino in gola, l’uccello del ragazzino. La sua bocca ne è piena. Piena del sesso del giovane uomo. E’ troppo grande. Fa una smorfia. Si sforma per contenerlo tutto. Milos intuisce il piacere di mia moglie e spalanca gli occhi e si piega. In avanti, di lato. Lei lo lecca, lo succhia e anche lo mordicchia. Con la bocca. Solo con la bocca. Poi con i denti. E’, per lui, un dolore piacevolissimo… Ele lo ingoia di nuovo. Tutto. Quel cazzone le piace proprio. Tanto. E’ grosso, lungo e la riempie tutta. La bocca è piena di lui. E anche la gola… Sì, è proprio un gran bell’uccello. E’ giovane, forte, pieno… Geme e ansima mia moglie, ripetutamente. Gli fa una sega con la bocca. Poi un sospiro, un lungo lamento. ‘Ohh… ‘ sento uscire ripetutamente dalla bocca di mia moglie ‘ Ohh… Mmm…’ Seguono dei lamenti più strozzati, rimasti in gola. Capisco. Lui non ha retto. Ha sborrato di nuovo. Subito. Presto. Lei non se lo aspettava. Non ancora… Senza alcun ritegno. E le ha sborrato in bocca, senza alcuna pietà. Lei però la sborra non la vorrebbe. Ma non può fuggire. Lui la stringe. Eleonora ha un fremito e si scrolla tutta quando i primi fiotti di sborra dopo averle riempito la bocca iniziano a scenderle in gola. No, non le piace proprio la sborra di Milos. E si vede! Ma è costretta a prendersela tutta in bocca e a berla. Tutta. Fino all’ultima goccia.. Si rassegna. Non si lamenta più. Riprende a segarlo con le labbra. E lui continua a schizzarle in bocca. Tanta, tanta sborra. Ele spalanca, disperata, gli occhi azzurri e fissa il suo giovane maschio. Cerca un po’ di clemenza, forse… Lui, invece, sospira e risospinge con forza l’uccello nella bocca spalancata di mia moglie. Sente, forte, di nuovo… Ancora! Ha un altro sussulto. Ecco, un altro fiotto, cui segue uno schizzo enorme, pesante, torrido… ‘Mmm… mmm… ‘ si fa scappare di nuovo mia moglie, con una smorfia di disgusto e strizzando gli occhi – ‘ E beve, beve di nuovo… L’ultima sborrata di Milos!
‘Grazie, signora. Lei è una donna fantastica… E grazie anche a te, signore…!’ Il ragazzino si riveste precipitosamente e scappa.
Eleonora gli risponde con un sorriso. A me rivolge invece un grugnito. E’ riversa sul letto. E’ stato, per lei, un risveglio particolare, molto particolare. Non pensava proprio quella mattina, appena sveglia, di doversi sorbire tutto quello sperma. E ritrovarsi ora così, in quelle condizioni… Tanto, tanto sperma. E non solo quello di suo marito… No, proprio no, non solo quello del suo maritino. Tossisce. Ha gli occhi socchiusi. Non ci vede. E’ stato il primo sborrone, quello del suo uomo. Il più caldo, il più violento, il più pesante. Un rivolo di sborra le fuoriesce ancora dalle labbra. E’ quella di Milos, invece. ‘Uffa ‘ si lamenta ‘ il ragazzino ce l’ha amarissima. Proprio amara’ Insopportabile. E poi puzza. Puzza ancora di più di quella di… insomma, dell’altro… Sì, proprio così, puzza ancora di più dello sperma di Dejan. Tanto, tanto di più! E la tua, poi… Non ne parliamo!’ E scappa, sotto la doccia .’La fate tutti cattivissima… – urla ancora quando è sotto la doccia ‘ E siete prepotenti… Tutti!’.
‘Amore, dove vuoi che andiamo, oggi? – le chiedo appena lei è uscita dalla doccia ‘ Usciamo con la barca o preferisci la spiaggia?’ ‘Dove vuoi tu, amore ‘ risponde lei ancora turbata dal risveglio – . A me basta prendere il sole… Il sole…’
‘Ok, Ele. Andiamo alla spiaggia. Quella vicina all’albergo, dietro l’insenatura.’ ‘Quale spiaggia?’ fa lei, incuriosita dalla mia scelta ‘ Perché non la spiaggia privata dell’albergo?’ ‘No, amore, c’è anche un’altra spiaggia. Più bella. Molto più bella…’ Eleonora mi guarda. E sorride. Ha capito. ‘Ho capito, ho capito ‘ riduzza lei – . Oggi vuoi prendere il sole nudo. Viva l’abbronzatura integrale. Il mio amore vuole prendere il sole anche sul cazzone. O vuole piuttosto mostrare l’uccellone alle turiste tedesche? Ce ne sono però anche delle italiane niente male in giro, mi sembra… Per me… Fai quello che vuoi! Va bene… Insomma, tu puoi farlo, se vuoi. Tanto ti ho già usato e svuotato per bene, oggi… – aggiunge provocatoriamente per nascondere un po’ la sua gelosia – . Però, solo tu! Io no, oggi. Non mi metto nuda. Non ne ho voglia…’ ‘Oh dai, amore. Non dirmi che ti vergogni a prendere il sole nuda! – la rimprovero amorevolmente ‘ Non sei mica sola e circondata da uomini selvaggi in calore… Ci sono anch’io. Vicino a te!’ ‘Lo so, lo so… – mi interrompe lei ‘ Appunto per questo… Ti conosco…’ ‘Mi conosci? ‘ insisto – Cosa vuoi dire?’ ‘Proprio perché ti conosco è meglio che mi tenga addosso qualcosa. Qualcosina… E che non mi metta tutta nuda vicino a te… A te basta vedermi senza nulla addosso…’ ‘Ma Ele… – fingo di essere offeso ‘ Siamo in vacanza…’ ‘Lo so, e proprio per questo ti permetto di portarmi in questa spiaggia. Una spiaggia tanto, tanto bella… Vero? Non ho alcun dubbio. Per te, indubbiamente! Per me un po’ meno. Soprattutto dopo quello che ci ha raccontato ieri sera Dejan… Non l’ho mica dimenticato, sai. E ho anche capito che è una spiaggia molto, molto particolare… Farei meglio, forse, a non venirci… Io… E lasciarti andare da solo…’
‘Insomma, Fabio… – continua lei tutta infervorata- . Mi sembra che anche ieri sera e poco fa ti ho lasciato fare… Tutto quello che hai voluto! Te l’avevo promesso… Siamo in vacanza… Però, mi hai fatto fare certe cose… Insomma! Non avrei mai pensato tu fossi capace di farmele fare! Ho dovuto mostrarmi nuda a tutti i ragazzini dell’albergo! E non solo quello! E poi mi hai fatto fare anche quelle cose…’
‘Non ti è piaciuto, forse? ‘ la interrompo – Non mi sembra, dopo tutto… Alla fine ti sei anche divertita! Ti ho vista, sai… Ti è piaciuto, tanto, farci venire… Ripeto, farci venire! E non solo tuo marito…’ ‘Oh, Fabio, ti prego… – mi risponde lei fissandomi – . Non parlarmi così! Mi fai vergognare! E poi… E poi non ho detto questo. Non ho detto che… Insomma, non ho detto che non mi sia piaciuto. Alla fine… Sono sempre una donna. Anzi, lo sai benissimo, una femmina. E per una femmina vedere il proprio maschio godere e liberare per lei il proprio seme è sempre bello! Però… insomma! Erano due ragazzini… loro. Carini, indubbiamente già maschietti fatti, è vero… Ma vederli così… Si sono proprio divertiti tanto, loro! Hanno tutti e due voluto esibirsi davanti a me e mostrarmelo per bene, prima… Sì, i loro cosi… i loro uccelli… A me, all’italiana, alla bella e biondissima italiana… Uno me l’ha anche sussurrato, nell’orecchio, senza che tu te ne accorgessi. Proprio poco prima di… insomma! Sì, poco prima di schizzarmi addosso tutta la sua robaccia puzzolente. E, credimi, tutti e due lo avevano durissimo, come una mazza, e… pieno di desiderio! Come solo due cazzi giovani e freschi di due maschi adolescenti possono essere! Hanno voluto farmeli ben sentire, tutti e due, te lo assicuro! Non come il tuo, bellissimo, ma…’ Ride, ride e continua. Ha capito che mi piace da impazzire sentirla raccontare.
‘Ed erano pronti! Per me! E me lo hanno fatto capire per bene tutti e due cosa volevano… Sì, volevano godere, venire, sborrare… E sopra… O dentro di me! E dovevo io… Io dovevo, per forza… E davanti a te! Era ancora più bello, per loro, così! Davanti a te, davanti al marito della biondina… E tu glielo hai permesso, mi hai fatto fare quelle cose… E tu lo sai, anche, che a me certe cose non piacciono… Proprio no, proprio non mi piacciono!’ ‘Cosa non ti piace? – le chiedo fingendomi sorpreso e curioso ‘ Non dirmi che hai provato vergogna!’ ‘Uffa… E me lo chiedi anche! ‘ stizzita, alza lei il tono della voce ‘ Non mi piace che altri uomini mi vedano… Che mi possano vedere nuda… E soprattutto quando faccio certe cose… Sono tua moglie. E poi, lo sai benissimo, certe robe vostre non le sopporto… Neanche in vacanza… Sì, lo so, te l’ho promesso! Ma, non mi piace… Anche se… ho mantenuto la promessa!’ ‘Cosa, cosa non ti piace? – insisto godendo del suo imbarazzo ‘ Dimmelo, non vergognarti…’ ‘Insomma… – cerca di troncare il discorso lei – Lo sai benissimo cosa voglio dire! E non mi piace dirle, certe cose, certe parole… Uffa… e ancora uffa! Tra ieri sera e stamane ho dovuto… Insomma… Hai visto bene anche tu, mi sembra! Pur sapendo che non mi piace… Ma tu, invece, di tutto ciò, hai addirittura goduto. Sì, hai… sborrato! Ecco, l’ho detto… Hai addirittura sborrato anche tu guardandomi… Vedendomi impegnata con i loro uccelli. Sì dei due ragazzini…’ ‘Cosa ‘ insisto ridendo – . Cosa non ti piace?’ ‘Uffa! Ancora? Ancora vuoi sentirtelo dire? Quella roba là ‘ quasi grida Ele – . Quella roba che fate voi. Milos, Deja, tu… Tutti e tre me l’avete fatta… E, anzi, io ho dovuto farvela fare. E vedere, e guardare per bene quando lo facevate. E non solo. Mi avete tormentata. Qualcuno ha voluto solo sborrare e sbrodolare, ma qualcuno ha voluto anche bagnarmi, sporcarmi. E, temerario, ha voluto poi anche farmela bere, la sua brodaglia. Hai visto bene, no? Hai visto anche questo, mi sembra… E anche la sua era calda, vischiosa e puzzolente. Come la tua! E attaccaticcia. Più della tua… Insomma, amore, mi hai fatto far sborrare tre uomini. E ho dovuto gustarmi tre tipi di sperma. Tre sborroni diversi. Tre tipi di sborra! Ma te ne rendi conto? Non solo la tua… Ed io che pensavo che solo la tua fosse così amara, acida, puzzolente e… schifosa! Mi hai capito, adesso… O devo continuare?’
Non la faccio continuare. La guardo. E’ bellissima, anche se imbronciata. E soprattutto anche con il mini bikini che ha appena indossato. Molto mini, bianco, quasi trasparente… E’ di nuovo nuda, praticamente. Lei lo sa. Mi guarda. Sorride. Mi legge nel pensiero. Si avvicina. Mi mette le braccia al collo. Mi faccio catturare. La bacio. Avidamente. Il tessuto del suo reggiseno è troppo sottile per nascondere il piacere che prova. I suoi capezzolini, turgidi, mi pungono. ‘Oh, amore ‘ fa lei ‘ scusami… Questo costumino è forse troppo piccolo…’ Mi guarda. Ho il cazzo di nuovo in piena erezione e sbatte contro il suo pancino e sul suo sesso poco protetto dai mini slippini. Lo sente. ‘Dai, amore ‘ mi sussurra ‘ Di nuovo…’ ‘Sei troppo bella, Ele ‘ le parlo sommessamente, accarezzandole il seno e facendole uscire un capezzolo dal reggiseno – . E poi, le tue parole, quello che mi hai raccontato…’ ‘Fabio… ‘ sospira lei mentre le lecco la tettina e le succhio il capezzolo ‘ Ti prego, no, adesso… Di nuovo?’ ‘Ele… – gli sospiro nell’orecchio ‘ Fai quello che vuoi…’
Siamo in piedi. Incollati. Il mio glande è schiacciato sul suo ventre. La mia asta di carne urla. ‘Mmm, ho capito, ho capito ‘ mi dice sorridendomi con dolcezza ‘ . Il mio uomo ha ancora voglia… Aspetta, ecco… Basta così, vero?’ Mi ha preso l’uccello in mano. Me lo accarezza. Con due dita me lo scappella. Giocherella con l’unghia con il frenulo. Io gemo. E’ brava. Bravissima, come sempre. Mi guarda, quasi divertita. ‘Ehi, uomo ‘ mi fa ‘ ti piace proprio tanto, eh!’ E con due dita inizia ad andare su e giù. Sì mi fa una sega con due dita. Pollice e indice. Sublime. Molto lentamente e dolcemente. L’uccello è diventato enorme. ‘Mmm ‘ commenta lei – . Aspetta, aspetta… Un attimo… Un attimo di pazienza. Adesso…’ Si contorce un po’ e con l’altra mano si abbassa un po’ lo slip. Solo la vulva rimane coperta dall’indumento intimo. Appaiono i suoi peluzzi biondissimi. Li sento. Morbidi. E là che Eli appoggia il mio glande. ‘Ecco. Adesso. Sì, amore, ti faccio venire. Là. Ti piace tanto così, vero? Lo vuoi fare là? Sul mio pelo…’ Non rispondo e continuo a gemere. Ha aumentato, leggermente, il dolcissimo movimento delle sue dita. Non ce la faccio più. Ho il primo sussulto. Spruzzo. ‘Oh, amore ‘ mi sussurra nell’orecchio ‘ E’ calda! E’ bellissimo, così! Sì, mi piace tantissimo sentirti quando mi vieni così, addosso…’ Lei continua nella lentissima carezza del mio uccello che pulsa e lancia i suoi zampilli sui suoi peli. Dove voleva. Ma anche le sue dita vengono tutte sporcate dalla mia sborra. Non se ne preoccupa. E’ la sborra del suo uomo!
Ecco ho finito. Lei mi bacia sul collo, sul petto. Mi succhia e mi lecca. Solleva al cielo la sua mano piena del mio sperma. La guarda. E’ il suo piccolo trofeo. Mi sorride, soddisfatta. Mi ha fatto sborrare in dieci secondi. ‘Soddisfatto? – mi chiede ironica ‘ Mi sembra proprio di sì… Hai fatto prestino…’ Si risistema il reggiseno sulle tettine e lo slippino. La mia sborrata resta là, sul suo pelo, sotto il suo mini slippino. Mi lancia, ancora, una provocazione. ‘Andiamo, ora possiamo andare in spiaggia. Io vengo così… Tu prendi pure il sole nudo. Io no, non ne ho voglia. E poi, così ridotta… Non posso farlo… Non posso mostrare mica a tutti quello che mi hai combinato adesso… In particolare alle signore… Potrebbero imbarazzarsi… Oppure, chissà… eccitarsi! No, l’importante è che tu lo sappia. Solo tu. Io ti sarò vicina, con il costumino addosso ma, sotto, ancora sporca di te… Con la tua roba addosso! E il suo odore… Sì, sotto, sarò ancora sporca di sperma. La tua! Possiamo andare, ora?’
Non rispondo. La prendo per mano ed usciamo.
1 – Continua

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it Il piccolo motoscafo si stacca lentamente dal moletto. I motori sono al minimo e prendiamo subito il largo. L’imbarcazione che ho noleggiato per le nostre piccole escursioni è molto graziosa. E’ un piccolo cabinato. Due posti. E’ una piccola alcova. Adatto a una coppia che cerca l’intimità, che vuole divertirsi e scopare, dopo aver preso per bene il sole. Il resto dell’imbarcazione è infatti tutto aperto, con tanto di solarium fornito di materassoni. La prua, larga e piatta è fatta proprio per farsi inondare tutta dal sole. E per far godere i suoi ospiti sotto il sole cocente. Per i patiti dell’abbronzatura. Come me. Anzi, proprio come volevamo, Eleonora ed io. E per visitare le mille piccolissime baiette che circondano il piccolo paese. Tutte bellissime, appartate, silenziose. Soprattutto molto, molto riparate. Tutte da scoprire, però. Per questo l’agenzia ci ha fornito, insieme all’imbarcazione, un provetto marinaio del luogo. Ex comandante della marina locale ci avrebbe dovuto svelare tutti segreti dei piccoli paradisi terrestri della zona.
Mia moglie, lo so, non lo avrebbe voluto. Avrebbe preferito rimanere a bordo da sola, con suo marito. Non ha commentato, ma avrebbe infatti gradito la mia esclusiva presenza ed evitare così gli sguardi indiscreti di sconosciuti. Ma l’addetto dell’agenzia di affitto del motoscafo era stato categorico.
‘E’ il più bravo, Bosko. Conosce tutte le insenature della zona e tutti i suoi fondali che, per chi non li conosce, possono anche essere pericolosi. La costa inoltre non ha segreti, per lui. Sì, è un uomo un po’ particolare, ma molto, molto affidabile. E’ un po’ anziano ma è di grande esperienza… – ci aveva poi rassicurato l’agente dell’agenzia ‘ Vedrete, non vi pentirete… Anche se forse preferireste prendere il largo da soli!’ Così dicendo aveva guardato mia moglie. Gli era scappato un piccolo sorrisetto. Molto malizioso. ‘Sa essere anche assai discreto… Non preoccupatevi troppo della vostra… come dire… intimità! Anzi, si dice privacy, vero? Ebbene, qui tutti devono sentirsi liberi, sempre completamente a proprio agio. E fare quello che vogliono. E lui, ve lo assicuro, è abituato… E nessuno si è mai lamentato. Neppure le signore…’
Bosko, quindi, lo avevamo quindi trovato a bordo. Ci aspettava. Aveva preparato l’imbarcazione e soprattutto tutto il necessario per la minicrociera. Avevo infatti espresso il desiderio di rimanere fuori per tutta la giornata e, forse, anche quella successiva. Insomma volevo trascorrere al largo anche la notte e allungare la navigazione.
E subito avevamo avuto la prima sorpresa. Non bella per mia moglie. ‘Signori, voi non avete problemi, vero? Il responsabile dell’agenzia mi ha detto che tu volevi rimanere fuori forse per due giorni. Io allora ho pensato di farmi aiutare. Ma non preoccupatevi. Lui è Mitja, mio nipote. E’ molto giovane, è vero, ma è molto bravo… Soprattutto nella pesca subacquea. Ci potrà procurare del buon pesce appena pescato… Non darà disturbo, ve lo assicuro. Come me. Anche lui sarà, come dire, trasparente… La sua casa sarà la prua. E mi aiuterà, tantissimo… Sì dovrò insegnarli un po’ tutto, perché per lui è la prima volta che mi accompagna fuori, in una piccola crociera… Ha solo sedici anni…’
L’uomo ha colto di sorpresa anche me. Bosko è piuttosto piccolo, tarchiato, ma molto massiccio. Presumo sia smisuratamente muscoloso. Capelli cortissimi, per lo più grigi e bianchi, mostra effettivamente di essere piuttosto avanti con gli anni. Ha il volto scavato dalle rughe. Il sole e il mare hanno avuto questo effetto sul suo viso abbronzatissimo da vecchio marinaio. La barba, grigia e incolta, gli dà l’immagine di vecchio lupo di mare. Fuma, e noto che mastica tabacco. Una bottiglia del tipico liquore locale appoggiato sulla paratia del piccolo ponte mi fa intendere che non disdegna le buone bevute. Ci sorride e noto il colore azzurro intenso dei suoi occhi. Li socchiude per un attimo e ci indica con un sorriso conciliante il ragazzone, suo nipote.
Mitja è ben diverso dal nonno. E’ alto, un autentico lungagnone. Magro, filiforme ha una carnagione scurissima. Sembra un uomo di colore. Porta i capelli lunghi, neri. Gli arrivano sulle spalle ma noto che sta armeggiando con un elastichino. Si fa il codino e noto l’orecchino. Un piccolo diamante. Ha gli occhi scuri, enormi e penetranti. Ha però i lineamenti del volto molto sottili anche se ben marcati. Il naso alla greca e la carnagione denotano le sue origini indubbiamente mediterranee. Sì, indubbiamente è un bellissimo ragazzino. Un po’ acerbo, forse… Non noto nessuna peluria. E’ proprio il contrario del nonno…
Eleonora mi guarda. Anche lei è molto sorpresa dalla presenza del secondo uomo di equipaggio. Fa una piccola smorfia e con lo sguardo mi interroga. E’ evidentemente stupida dall’ulteriore e inaspettata presenza maschile sulla piccola imbarcazione. E non gradisce. Continua a fissarmi e vorrebbe probabilmente che in qualche modo mi opponessi all’imbarco del secondo uomo. Per di più molto giovane, tanto da imbarazzarla ulteriormente. Con quel ragazzino a bordo non avrebbe certo potuto prendersi alcune piccole libertà… Con Bosko avrebbe potuto invece farlo. Sembrava piuttosto avanti con gli anni… Gli sembrava innocuo, insomma! O almeno se lo augurava. Mitja invece non lo era proprio… Era un adolescente! E probabilmente in piena tempesta ormonale! Insomma, di nuovo unica femmina con tre maschi attorno. E che maschi!
‘Il responsabile dell’agenzia non mi ha informato… – spiego a Bosko ‘ Mi ha parlato di un solo uomo di equipaggio, molto esperto e… discreto!’ ‘Oh, sì, è vero ‘ replica subito lui ‘ Ma ho pensato che Mitja non avrebbe disturbato e soprattutto mi avrebbe potuto aiutare… No? C’è qualche problema? Se lui vi dà fastidio lo rimando a terra…’
Non me la sento di vietare l’imbarco del suo nipotino. Sa anche pescare, penso. Potrà procurarci del buon pesce… ‘Va bene, va bene… Se ti sarà utile per la navigazione e per tutto il resto…’
Vedo mia moglie fare un smorfia. E si allontana velocemente entrando nella piccola cabina.
La rincorro. ‘Potevi anche evitartelo. – mi rimprovera subito ‘ Non bastava la presenza di un uomo d’equipaggio? Già la presenza a bordo di uno sconosciuto mi dava fastidio. Per due giorni, poi! E una notte! Adesso anche il nipotino! Uffa… Io volevo stare sola! Sola, con te… Noi due!’
‘Dai, Ele, sarà bello. Anche così, vedrai!’ Lei mi guarda e mi lancia un’occhiataccia.
Siamo al largo. La costa si vede appena. Lontana. Bosko ferma i motori. Evidentemente ha deciso che ci fermeremo lì. Mi sta bene. Siamo soli. Solo in lontananza si intravedono delle imbarcazioni. Anche quelle, evidentemente, alla ricerca di pace e di tranquillità. Come me, anzi come noi.
Inizio a spogliarmi per prendere finalmente il sole. Ricordo bene le parole dell’agente che mi ha noleggiato l’imbarcazione. ‘Massima libertà a bordo …’ mi ha detto – ‘. E massima libertà sia, penso, mentre mi sfilo i bermuda. Rimasto nudo esibisco per la prima volta l’uccello all’equipaggio. Bosko rimane impassibile. Mitja invece si gira e accelera velocemente la vestizione della muta da sub. Per un attimo scruta mia moglie per studiare la sua eventuale reazione alla vista dell’uccello del marito. Lei, sentendosi osservata da Mitja arrossisce. Solo un po’. E cerca subito di allentare la tensione del momento. ‘Amore, vado a mettermi il costume ‘ informa tutti cadenzando per bene le parole – . Mi prepari il materassone per prendere il sole?’
Quando ritorna il ragazzino si è già immerso e il comandante è indaffarato in cucina. Si distende e si concede al sole. Che brucia. ‘Amore, mi spalmi l’abbronzante? E mi raccomando… ‘ aggiunge subito ‘ Cerca di essere serio! Almeno una volta…’ Obbedisco. Lei si gira, a pancino in giù. Inizio il mio lavoro che ben presto si trasforma in un massaggio. Le slaccio subito il reggiseno. ‘Beh… ‘ fa lei ‘ Era proprio necessario, questo? ‘ ‘Oh sì, amore ‘ le bisbiglio – quei segnacci del costume… ‘ ‘Capisco, capisco… ‘ mi prende in giro lei ‘ I segnacci… Ed immagino che fra poco ti preoccuperai anche per l’abbronzatura del mio culetto… Via lo slippino, vero? Per una bella abbronzatura integrale… Come piace a te! Ma io no! Stai buono. Lascia stare lo slip! Ti proibisco di levarmelo. Uffa! Te l’avevo detto! Se fossimo stati soli, forse… Ma con tutti questi uomini attorno… E poi, adesso, abbiamo anche l’adolescente!’ Si solleva un po’ per sfilarsi il reggiseno che depone li vicino. Con il braccio, vista la presenza di Bosko nei paraggi, si copre le tettine. Poi si riadagia. E si rilassa, finalmente.
Abbandona il suo corpo tra le mie mani, tra le mie dita. Inizio il mio lavoro. Prima le spalle, poi la schiena che già brucia. Passo leggermente alle gambe che Eleonora, con un sospiro, allarga lentamente. Sempre di più. Risalgo. Piano piano arrivo con le dita allo slippino. Infilo la punta delle dita sotto. Lei ha un sussulto. ‘Fabio, amore, ti prego… stai buono. Non voglio!’ Il mio assalto le piace, però. E tanto. Le va di essere così, in balia del suo uomo. Intuisce che lui vuole farla godere… Così, subito! Sente il dito del suo uomo intrufolarsi sotto il suo costume. Lui vuole masturbarla, vuole farle un ditalino. Mmm, le piacciono i ditalini di Fabio… Tantissimo! La fa godere sempre, tanto…
Con gli occhi socchiusi solleva leggermente il volto. Va alla ricerca degli uomini. Cerca Bosko. Lei non lo vede. Invece io lo vedo, seminascosto dietro la piccola vetrata della cabina. Ci sta guardando. Anzi, ci sta spiando. Con un velocissimo movimento mi siedo sulla schiena di Eleonora e fingo di voler continuare così il massaggio. ‘Fabio, no… – riesce solo a dire lei ‘ E se qualcuno ti vede?’ Non le rispondo e senza alcun preavviso le infilo un dito dentro. Fino in fondo. Violentemente. Lei si irrigidisce. Lancia un gemito e poi un sospiro. Poi rimane senza fiato. Le è piaciuto, così. La penetrazione diventa frenetica e lei, sicura di non essere vista da nessuno, la accompagna con un lento movimento del pancino. Vuole sentirlo tutto dentro, per bene. Con l’altra mano inizio a farmi una sega. Violenta, mentre sono sopra di lei. Lei, dai miei sospiri e dai miei movimenti si accorge di quello che sto tentando di fare. Ma la masturbazione alla quale la sottopongo inizia a darle il piacere. Tanto. Si bagna. Cola. Geme e sospira. ‘Amore no, ti prego ‘ mi sussurra già godendo abbondantemente nella mia mano ‘ Non venire così. No, non sulla schiena, sui capelli… Se ti vede il vecchio… Che vergogna. Mentre mi spruzzi addosso… Ti prego, no…’ Ma poi ammutolisce e continua ad assecondare la mia penetrazione con lenti movimenti del pancino.
Bosko, nascosto alla vista di mia moglie, si sta godendo tutta la scena. Il suo e il mio sguardo si incrociano, per un momento. Lo fisso e non dico nulla. Praticamente lo autorizzo così a guardare. E a tutto il resto, naturalmente. All’insaputa di mia moglie. Lo vedo ciondolare il capo. Si sta facendo anche lui una sega.
Eleonora continua a gemere e a lamentarsi. E’ un lago. Con i suoi umori ha macchiato il materassino. La paura di essere vista, di essere scoperta dagli uomini dell’equipaggio mentre gode la fa impazzire dal piacere. Continua a sussultare. Si scuote tutta. Tante volte. E sono altrettanti orgasmi. Poi, con gli occhi socchiusi, si gira verso di me. ‘Basta, amore, non ne posso più. Mi hai fatto godere come una cagna in calore. Così, davanti a tutti! Lascia, lascia almeno che ti finisca io… Lascia che te lo prenda in mano. Sì, dammelo… Voglio sentirti quando sborri tra le mie dita. E anche quando mi inonderai tutta, sulla schiena, sui capelli’. Si ridistende, si contorce e tende un braccio all’indietro. Mi cattura tra le mani l’uccello. E’ già pronto a schizzare. ‘Mmm ‘ apprezza lei ‘ E’ già duro. E caldo. Sei già pronto, vero? Si sta gonfiando, ancora…’ Lo sfiora in tutta la sua lunghezza. Poi inizia a farmela. La sega. Lentamente, ma con dolcezza, tanto dolcezza… Bosko, dietro la vetrata della cabina sobbalza. Lo vedo spostarsi. Non capisco. Immagino. Sì, ha già iniziato a sborrare. E cerca di dirigere lo schizzo fuori della cabina, attraverso la porticina aperta. Sa di dover fare probabilmente uno sborrone… Guarda infatti sempre Eleonora mentre lei finisce di farmi il segone. Vedo gli spruzzi di sperma dell’uomo volare fuori della cabina e infrangersi sul legno del pavimento. Mia moglie non sa di aver fatto godere il vecchio. Ma sente prima il mio sperma tra le sue dita e poi i caldi fiotti di sborra che le riempiono la schiena. E i capelli. ‘Oh, amore ‘ dice ‘ è bello, bellissimo… Il tuo sperma… Su di me… Dappertutto’
I zampilli e le colate finiscono. Lei rimane immobile per un po’. Sospira. Le piace starsene così, sentirsi sottomessa e ricoperta dalla mia sborra. Poi, improvvisamente, si risveglia dall’oblio del piacere. ‘Amore, ti prego. Lasciami. Devo andare a ripulirmi. Non vorrei proprio che qualcuno mi vedesse così conciata’. Non fa in tempo. Mi sollevo e la lascio scappare proprio nel momento in cui Mitja emerge dal bordo della nave che aveva faticosamente risalito. Mia moglie lo vede. ‘Oh no ‘ si lamenta ‘ Anche lui, proprio adesso…’ Si copre il seno con un braccio e corre a piedi nudi verso il bagno. Ma è troppa la sborra che cola dai suoi capelli e che si adagia sulla sua schiena nuda. Mitja non può non vederla. E il ragazzino infatti vede. Capisce tutto. E’ bello vedere correre mia moglie verso il bagno. Soprattutto se indossa solo uno slippino ed è ricoperta dietro dalla mia bianchissima sborra. E corre, non riuscendo ad evitare di mettere i piedini su quella roba bianca, calda e attaccaticcia che sta per terra… Si ferma, per un istante, a guardarla. E’ incuriosita. Ma non capisce. E non capisce neppure perché anche il capitano la guarda in quel modo. Poi nel bagno, mentre si ripulisce, le viene il dubbio. Non sarà mica quella roba là? Sì, le era sembrata proprio sperma! E poteva essere solo del vecchio maschiaccio! Un lago… un lago di sborra di Bosko! Ma quando, quando l’aveva fatto?
Mia moglie è ritornata. E’ visibilmente imbarazzata. Si è rimessa persino il reggiseno. E così riprende a prendere il sole. Ma solo per qualche minuto.
‘Fabio ‘ mi sussurra infatti poco dopo ‘ ti è piaciuto tanto, vero?’ ‘Sì, tantissimo. E a te? – la incalzo ‘ Mi sembra proprio di sì….’ ‘Mmm, amore! Mi sembra che anche tu te ne sia accorto ‘ mi rimprovera – . Mi hai fatto proprio perdere la testa… E ho fatto delle cose…’ Ma lei vuole sapere anche qualcosa d’altro. E insiste. ‘Amore, ti conosco bene. Quando tu vieni in una certa maniera vuol dire che stai provando un’emozione forte, molto forte, diversa…’ ‘Vuoi sapere perché ho goduto così tanto? Non lo immagini?’ ‘Lo immagino, purtroppo – sospira lei – Comincio proprio ad immaginarmelo. Ma, ti prego, dimmelo tu…’ ‘Sì amore, Bosko ha visto tutto. Ha apprezzato moltissimo, spiandoti si è fatto una sega ed è anche venuto. Tantissimo!’ Mia moglie rimane ammutolita. Poi, dopo un po’, si riprende. ‘Amore, ti prego, dimmi. Cosa ha visto? Tutto? Ha visto proprio tutto?’ ‘Naturalmente. Tutti i tuoi orgasmi. E ha sentito anche tutte le tue parole – infierisco – . Quando volevi prendermelo in mano. Quando volevi farmi venire tra le tue dita… Quando…’ ‘Basta! – mi interrompe bruscamente ‘ Non voglio sentire altro!’ ‘Ma Eleonora, sei stata fantastica ‘ insisto io ‘ Mi hai fatto una sega indimenticabile! E vedessi come ha schizzato lui quando ha visto come mi hai fatto sborrare… Non gli ho visto il cazzo, ma tutto il resto… Incredibile!’ ‘Me lo immagino. Anzi, me ne sono accorta. Ha fatto un lago con i suoi schizzi! Un lago di sborra sul pavimento. Ed io ci ho anche immerso i miei piedi! Non me ne ero accorta, quando sono corsa al bagno per ripulirmi. Che schifo! Uffa! Basta! Lasciami prendere il sole…’
Il ragazzino ci aveva saputo proprio fare. Una pescata quasi miracolosa. Il nonno, poi, maestro nel cucinare il pesce, si è esaltato nel prepararci il pranzo. Con la complicità di un ottimo vino bianco sono riuscito anche a far tornare il buon umore alla mia mogliettina. La quale, un po’ brilla, ma soprattutto per le emozioni forti che la mattinata le aveva riservato, ha sentito la necessità di andare a riposare. Sotto il sole. ‘Hum, quanto ho mangiato. E soprattutto bevuto ‘ ha confessato mia moglie – . Non sono abituata, io! E mi avete fatto bere tanto. Tanto di quel buon vino… E adesso sono anche un po’… ubriaca! Vado un po’ a riposare e a… rosolarmi…’ Si è appropriata di un lettone sul ponte-solarium e si è subito addormentata. Noi uomini siamo rimasti li, a chiacchierare.
Il vecchio ha mandato via il nipote. ‘C’è da pulire la barca, Mitja ‘ ha ordinato secco il vecchio ‘ Stasera ceniamo all’aperto…’. Il ragazzino ha ubbidito e ci ha lasciati soli. Era quello che Bosko voleva. E, infatti, ha attaccato subito. Di mia moglie, naturalmente!
‘Tua moglie è molto bella ‘ esordisce subito Bosko ‘ Bella e anche molto, molto brava…’ ‘Lo so ‘ sorrido fissandolo negli occhi e incoraggiandolo con lo sguardo a parlare – . E’ una femmina eccezionale!’ ‘Ho visto. E ho capito anche che a te piace mostrarla. Agli altri uomini. Mentre… mentre ti ama… Vero?’ ‘Vero! Mi sembra di avertelo mostrato ‘ gli rispondo abbassando la voce e gli occhi – . Ho lasciato che tu te la guardassi per bene, prima… E poi anche… il resto!’ ‘Sì, sì, ho visto… – mi interrompe senza tradire alcuna emozione ‘ Anche tu, come gli altri…’ ‘Gli altri? ‘ gli chiedo subito – Che altri?’ ‘Altri! – mi zittisce ‘ Altri come te. Anche il tedesco che ho imbarcato alcune settimane fa. Ursula, si chiamava così la sua mogliettina… Lei non voleva, prima. Poi si è rassegnata’. ‘Rassegnata? – insisto incuriosito dalle sue parole ‘ Rassegnata a cosa?’ ‘Lui, Manfred, mi ha anche pagato. Dovevo scopargli la moglie. Davanti a lui. Dovevo praticamente violentarla, perché lui sapeva benissimo che a lei non sarebbe piaciuto… In Germania però l’aveva già fatto e lui aveva goduto come un… cavallo!’ ‘E tu, cosa hai fatto? – insisto ‘ Hai accettato?’ ‘No, non l’ho scopata. Lei scopava già con suo marito… Sempre! Le donne degli altri mi piace prenderle in un altro modo! E poi far fare loro quello che so non amano fare. Almeno la maggioranza… Insomma, costringerle a subire quello che non permettono di fare mai ai loro amati maritini. O solo qualche volta, se proprio devono…’ ‘Ah! ‘ rido pensando alla mia bella mogliettina che sta dormicchiando la vicino ‘ Penso di intuire cosa tu voglia dire…’ ‘Sicuro? E poi, dimmi, anche tu vorresti? – mi interrompe lui questa volta tradendo un certa curiosità mescolata a una buona dose di trepidazione ‘ Lasceresti che tua moglie… insomma… hai capito!’
Lo guardo. L’uomo adesso è agitato. Oltre che eccitato. ‘Ho capito, ho capito benissimo ‘ gli rispondo con estrema tranquillità e pacatezza ‘ . Sì, mia moglie ha un culetto stupendo. Anche lei lo sa e lo protegge. Più possibile. Anche da me. Per quanto riguarda la bocca, beh… E’ proprio un’artista! Mi fa impazzire. Ma, purtroppo, spesso è anche ritrosetta. Soprattutto alla fine… Sì, insomma, hai capito quello che voglio dire! Sì, insomma, la sborra… Dice, forse mentendo, che le piace solo la mia… Quella degli altri, invece, proprio no! E se può, infatti, la evita! Ma poi, alla fine, dipende dall’uomo, dal maschio che ha di fronte… Ti confesso che io l’ho già vista! Sì, l’ho già vista bere lo sperma di un altro. Brontolando un po’, ma ha bevuto tutto. Proprio tutto. E con la lingua, dopo, ha anche ripulito per bene l’uccellone del fortunato! Chiaro?’ ‘Chiarissimo ‘ fa lui visibilmente alterato – . Devi sapere però anche che… insomma… io… io sono un po’ particolare!’ ‘Particolare? – mi fingo sorpreso ‘ Beh, ho visto quello che sei stato capace di fare prima! Effettivamente… Per tutto il resto, però, non sono affari miei! Mia moglie è una gran femmina… Saprà lei, eventualmente, come fare, come trattarti… Ti va?’ ‘Certo! ‘ risponde subito lui ‘ Quando? E non mi dovrai pagare…’ ‘ Pagare? ‘ faccio il finto offeso – . Tu dovresti pagare per quello che ti offro. La mia mogliettina è bellissima e bravissima. E, sopratutto, tanto puttana, se lo desidera essere. Stanotte? Cercherò di convincerla. Ti aspetteremo, insieme, in cabina. E se ci riesco, lei sarà già pronta… Sarà un po’ agitata, nervosa… Ma come vuoi tu… Sì, con il suo culetto… Pronto!’
Tanto sole, tanto mare. Tante carezze e tanti baci. Un bellissimo pomeriggio. Eleonora si è avvinghiata al mio corpo nudo. Per tutto il pomeriggio. Si è divertita a vedermi in difficoltà. ‘Guarda, guarda! L’ometto. Ma cosa succede?’ Non sono riuscito infatti a nascondere tutte le erezioni che lei mi ha provocato. Sempre duro, l’uccello è stato torturato dalla mia mogliettina. Non vista, lei me lo ha anche accarezzato. Si è divertita poi, lentamente, ad abbassarmi tutto il prepuzio. Mi ha scappellato tutto, e il color viola del glande dimostrava quanto mi era piaciuto il tutto. La sua pelle e il suo profumo hanno fatto il resto. Ma lei non ha voluto. ‘Stanotte, in cabina, ci vediamo… – mi ha detto provocatoria ‘ Mantieni tutte le tue forze. Ti farò impazzire. Sarò la tua puttana. Loro non ci sentiranno, vero? Dormiranno fuori, sul ponte…’ E si era levata il reggiseno. Non soddisfatta si era sdraiata sopra di me. Le tettine sul mio petto. I capezzolini, appuntiti, mi facevano sentire tutto il suo piacere. L’uccello duro e schiacciato su di lei, sul suo piattissimo ventre, invece, rendeva inutile il sottilissimo tessuto dei suoi slippini. Sentivo infatti pulsare la sua figa. Probabilmente era anche già bagnata… Un po’, si era anche strusciata, ancheggiando. Si era arrestata però quando aveva sentito il suo slip bagnarsi. Due gocce, due gocce soltanto del mio piacere. Le avevo deposte sul suo costume. ‘No, non voglio adesso! – mi aveva rimproverato ‘ Dopo, stanotte…’
A cena è regnata l’allegria. Noi uomini eravamo tutti molto euforici. Lei ci guardava un po’ perplessa perché non capiva tutta quell’eccitazione. Mia e di Bosko in particolare. Ma non se ne era preoccupata eccessivamente. Neanche delle abbondanti libagioni cui la costringevo continuamente. ‘Ehi, Fabio. Basta farmi bere. E’ buono il vino di Bosko. Mi piace. Ma io non lo reggo molto. Potrei ubriacarmi. E devi stare attento, molto attento, allora.’ Seguivano sorrisetti e ammiccamenti. Sempre più dichiarati nel corso della cena. Quando sorseggiammo i digestivi mia moglie era allegra. Molto allegra.
Decido che, vista anche l’ora tarda, sia giunto il momento di accomiatarci. ‘Amore, è tardissimo. Rientriamo in cabina ‘ la invito con molta dolcezza – Sono molto stanco. Bosko e Mitja mi sembra che vogliano poi fare anche il bagno, prima di dormire qui, sul ponte’ ‘Nudi? Scommetto che faranno il bagno nudi! – provoca lei ridendo un po’ troppo ‘ Beh, possono farlo anche davanti a me! Ho già visto qualche uomo nudo…’ ‘Amore ‘ insisto abbracciandola ‘ vieni. E’ tardi!’ ‘ E va bene, Fabio. Non vuoi che veda i due maschietti senza il costume ‘ insiste lei vittima evidentemente dei fumi dell’alcool – . Hai ragione. Mitja è così giovane.. . Rientriamo. Ho voglia anch’io. Ragazzi, mi raccomando. Voi dormite qui. Nudi. Tutti i maschi dell’imbarcazione devono dormire nudi. E io sono l’unica femminuccia in mezzo a tutti questi maschiacchi. Ma io sono protetta, Da mio marito…’
Non le ho lasciato dire altro. Si è aggrappata a me e siamo scesi nella piccola cabina.
Mi spoglio completamente. E comincio a spogliare anche lei. Tutta. La voglia nuda. Sarà tutto più facile, dopo. ‘Amore, perché? – mi chiede lei ‘ Perchè mi spogli tutta. Non voglio dormire nuda’. ‘Ma amore ‘ cerco di convincerla – . Fa tanto caldo.’ ‘Oh sì, è vero. Però ‘ aggiunge lei con l’ultimo barlume di sobrietà in suo possesso ‘ non siamo soli! Sopra, vicino, ci sono altri due uomini. Non mi piace…’ Non sento e le abbasso gli slippini. Lei non si oppone. Poi la sollevo e la depongo sul letto, con il pancino in giù. Lei emette un sospiro e allarga più possibile le splendide gambe abbronzatissime. Ma così facendo mi mostra tutta la figa. Da dietro. Spalancata e già umida. ‘Amore, mi accarezzi? ‘ mi bisbiglia ‘ Anzi, mi fai… mi fai godere? Dai, me lo fai? Come stamattina. E’ stato bellissimo. Ho goduto come una cagna in calore. Sì, il tuo dito. Amore, fammelo, ti prego. Fammi un ditalino. Adesso, così. Dopo ti faccio quello che vuoi. Sì, anche un pompino. E ti faccio schizzare dove vuoi… Dove vuoi tu… Sì, lo so già, come sempre vorrai in bocca!’
‘No, amore, non adesso ‘ le sussurro accarezzandole i capelli – . Ora devi riposare un po’. Fra un’ora ti risveglio. Come vuoi tu! Sì, ti sveglierò facendoti un ditalino. Te le prometto’. ‘Va bene, amore ‘ mi bisbiglia ancora lei rassegnata – . Hai ragione. Devo riposare un po’. Tutto quel vino! Però ti aspetto, tra un’ora… Lo voglio!’ Si addormenta. Immediatamente.
E’ quasi passata la mezzanotte. Eleonora dorme quasi da un’ora. L’ho guardata dormire. Bella, come sempre. E’ anche agitata, nel sonno. Se sapesse cosa sta per succedere.
Esco dalla cabina e salgo sul ponte. Bosko è appoggiato sulla paratia. Beve e fuma. Indossa solamente gli slip. Più in là vedo invece Mitja. Dorme. Il ragazzino ha ubbidito agli ordini di mia moglie. E’ nudo. Ciò che vedo mi impressiona. ‘Visto che roba? ‘ ridacchia Bosko – Te la immaginavi una roba del genere?’ ‘No, proprio no ‘ esclamo ‘ Ce l’ha enorme, enorme… Il ragazzino!’
Nella penombra lo vedo benissimo. Il cazzo di Mitja. E’ rilassato, ma già grande, smisurato e soprattutto lunghissimo. Un po’ arcuato. E’ un autentico bastone di carne. Scuro. Come tutta la sua pelle da uomo mediterraneo. Non una vena sporgente, non una ruga. E’ liscio, vellutato. E, sotto, i due coglioni. Sono due bocce. Gonfissime, smisurate. E probabilmente dure e… piene! Non posso non pensare ad Eleonora che sta dormendo, nuda, a pochi metri. Chissà come reagirebbe dinanzi a uno spettacolo del genere. Una proboscide di trenta centimetri, forse. Adesso. E se lei, con la lingua, lo leccasse tutto? E se lo prendesse in bocca? Il pensiero di vederla mentre spompina l’uccellaccio di Mitja mi fa impazzire dal piacere. Ce la farebbe a succhiarglielo? Anche per lei sarebbe la prima volta! Chissà come farebbe! E poi, alla fine… L’esplosione, certamente una vera e proprio eruzione. Mitja potrebbe farla affogare nel suo sperma! Mi dispiace, Ele. Ma voglio anche questo. Voglio vedere anche questo. Dopo. Dopo la prepotenza di Bosko.
Rientro in cabina. Accendo la luce. Eleonora è rimasta immobile. E’ splendidamente nuda. Mi avvicino. Le gambe sono divaricate. Mi regala, da dietro, la splendida visione della sua figa. Le allargo le grandi labbra. Poi quelle piccole. Deve fare un sogno agitato. E’ già umida. Senza esitazioni le infilo il dito. Con forza. Lei emette un gemito e un sospiro. L’ha sentito, eccome. Comincio il lento su e giù. Con il pollice cerco il suo bottoncino dell’amore. Eccolo. L’ho trovato. Pulsa. Lo catturo e lo torturo. Lei mi fa felice. Si bagna subito, abbondantemente, e aumenta i sospiri e i gemiti. Non li conto più. Si sta svegliando, probabilmente. ‘Amore ‘ fa infatti appena in tempo a dire – ‘. Poi mi spruzza tra le dita. Non mi fermo. E lei continua, senza fermarsi. Stringe il cuscino. ‘Amore, cosa mi fai… Mi fai impazzire, così’. Alterna gemiti a sospiri. Poi si lamenta. Non riesce più a controllarsi. I suoi orgasmi si ripetono. Veloci, violenti. Sussulta, cerca di divincolarsi. Prova forse un po’ di vergogna a mostrarmi come gode. E’ mortificata. E soprattutto è a disagio, per gli spruzzi che continua a lanciare e che io raccolgo tra le mie dita. E allora, per regalarle ancora piacere, decido di baciarla. Là. Sente la mia lingua. Sobbalza. Ha dei nuovi sussulti. E subito dopo mi deposita sulla lingua tantissimo suo umore. Non è buono ma lo succhio e butto giù. Come fa lei con la mia sborra. ‘Oh amore, cosa fai… Mi fai morire così! – urla ‘ Oh, bevi, sì, bevi… Sono tua. Tutta tua… Sì, ti schizzo tutto! In bocca, anch’io, si! Sono tutta tua… Tutta roba mia. E tua! Bevila! E’ mia!’
Poi si accascia. Improvvisamente. Si ferma. ‘Amore, ti prego, basta ‘ mi supplica, flebile flebile ‘ Non ce la faccio più! Ho goduto tanto…’
Mi stacco dal suo sesso. Mi sposto e mi siedo a gambe spalancate davanti a lei. La faccio rialzare e poi inginocchiare di fronte a me, tra le mie gambe. Poi la faccio piegare in avanti e contemporaneamente la obbligo ad allargare più possibile le ginocchia. Perde l’equilibrio. La sua bocca va ad appoggiarsi sul mio ventre e contemporaneamente, dietro, solleva per bene il culetto. Era quello che volevo. E come una cagnetta che sta per essere montata. Da un bel mastino. Appunto.
Lei pensa che, in quella posizione, debba farmi il solito pompino. Con l’ingoio, dopo tutto quello che mi ha fatto bere! Si prepara. Io, invece, le raccolgo i capelli con una mano e le sollevo con l’altra il volto. Voglio vederla mentre le parlo. Lei mi guarda, stupita.
‘Amore ‘ inizio ‘ ho tanta voglia’. ‘Anch’io ‘ mi interrompe lei – . Ho tanto voglia. Ho tanta voglia di te. Del tuo sperma! Mi hai fatto morire, prima…’
‘Sì amore ‘ colgo l’attimo ‘ avrai anche il mio sperma. Anzi, il primo sarà il mio!’ ‘Il primo? – mi chiede capendo subito che voglio chiederle anche qualcosa d’altro ‘ Perché, ce ne sono degli altri? Quanti sono questa volta, amore? Cosa vuoi farmi fare? Fabio, amore mio, ti prego…’
Non le rispondo. Ma la prendo, con forza, dietro la nuca e la spingo giù verso il mio cazzo. Lei se lo aspettava. Non oppone resistenza. ‘Mmm, sei proprio un porcellino ‘ fa appena in tempo a dire ‘ . Uffa, non siamo nemmeno soli! Di là ci sono quegli altri due… E vorrebbero certo guardarmi mentre ti faccio godere!’ ‘Mi raccomando, stai attento! Non fare come stamattina ‘ mi implora – . Non voglio! Non voglio che mi vedano… Mentre te lo succhio… E tutto il resto, poi… alla fine!’ Poi spalanca la bocca e inizia lentamente a spompinarmi. Il mio uccello la riempie. Tutto dentro, tutto fuori, catturato dai suoi denti. Poi lo sputa e con la lingua lo percorre bagnandomelo con la sua salita. Si sofferma sul glande. Sul prepuzio, che abbassa e alza con le labbra. Mi fa una sega con la bocca. E mi tortura, con la lingua, il frenulo. Vuole farmi impazzire. Come l’ho fatta impazzire io, prima.
‘Entra, entra pure Bosko! E vieni, vieni qui…’ Lui è apparso sull’uscio della porticina della cabina. E si gode la visione di mia moglie, da dietro, completamente nuda. Il suo culetto, inarcato, verso il cielo. E il suo sesso, pulsante e ben allargato. E già umido, tanto umido. E soprattutto, quel piccolo, piccolo buchino… Lo so, me l’ha fatto capire bene prima. E’ proprio quello che vuole.
Ubbidisce volentieri al mio ordine. Si china, si avvicina al letto e guarda Eleonora che mi sta spompinando. Lei ha gli occhi socchiusi ma si accorge della nuova presenza. Si irrigidisce, per un attimo. ‘Oh no! – protesta, bloccandosi – Cosa ti avevo detto? Non volevo… Non voglio!’ ‘Ma dai Ele! – insisto invece io – . Mostra a Bosko come fai un pompino… Come lo succhi bene! Come sai far sborrare il tuo maschio! Ele, sei bellissima…così! Con il mio cazzo in bocca. Sto già venendo, quasi… E gli mostrerai anche questo, vero? Come ti fai spruzzare in bocca gli sborroni da tuo marito! Sì, il mio seme, il mia sperma. E lo berrai, anche… Tutto!’ ‘Amore! Ti prego! Come mi parli! Mi vergogno ‘ continua a supplicarmi tutta arruffata e rossa rossa in viso ‘ . Ancora, ancora vuoi umiliarmi… Farmi vedere, nuda! E, poi, anche mentre… Insomma! Uffa!’ Ma si rassegna subito, e me lo prende in bocca. Ancora più voracemente. Con rabbia. Riprende un velocissimo su e giù. Vuole farmi venire. Presto. Subito. Io cerco di resistere un po’. Bosko guarda. Il suo bermuda inizia a mostrare un preoccupante gonfiore. Anche lui è eccitato.
Tanto. ‘Spoglialo! Levagli il costume e prendiglielo in mano! – le urlo ‘ E poi, poi…’ Lei, scuote la testa. Non vuole. Non vuole prendere in mano l’uccello del vecchio marinaio. ‘Ele ‘ insisto con un tono che non le permette più di rifiutarsi ‘ Accarezzalo!’
Lei soffia. Emette un sospiro. E mantenendo gli occhi socchiusi, con difficoltà, inizia a sfilare le mutande dell’uomo. Non guarda… Lui, ancheggiando leggermente, l’aiuta. Ecco, scendono. Appare l’uccello dell’uomo. E’ un uccellaccio. Lei non lo vuole vedere. ‘Prendiglielo in mano! – le ordino di nuovo ‘ E accarezzalo!’ Eleonora brontola, protesta. Ma, dopo avergli accarezzato i peli grigi del ventre e sfiorati i due coglioni che sente rugosi e pelosissimi, quasi si aggrappa all’uccello. Ma, non ce la fa… No, non ci riesce. Non riesce ad avvolgerlo e stringerlo tutto con le dita di una mano. Non capisce… ‘Mmm ‘ emette con sorpresa e preoccupazione – . Mmm ‘ continua e borbotta parole incomprensibili – .’ Poi, troppo curiosa, spalanca gli occhioni e lo fissa. L’uccellaccio dell’uomo. Non riesce a nascondere la sua sorpresa. E preoccupazione. Si blocca di nuovo. Smette di succhiarmelo. ‘Oh no… – borbotta piagnucolando ‘ Non posso… Non posso crederci…’ La smorfia che fa mostra tutta la sua preoccupazione. E paura, anche.
Bosko non ce l’ha lungo. Ma spaventosamente grosso, voluminoso. E’ tozzo, gonfio. Il glande, viola e lucido, è come una palla da biliardo. Il maschio è circonciso. Il glande è completamente scoperto con il prepuzio completamente abbassato. Quella cappella così prepotentemente esibita ha sconvolto mia moglie. Anche i coglioni pur voluminosi, grigi e pelosi, scompaiono al suo confronto. Eleonora è preoccupata. Chiude gli occhi e si rimette in bocca il mio cazzo. Si prodiga. Vuol farmi venire. E’ evidentemente in ansia per quello che le spetta. Dopo. Riapre gli occhioni azzurri. Mi fissa, quasi supplichevole. Poi con una mano mi accarezza i coglioni. Mi fa sentire le sue unghie. Mi graffia, piano. Non reggo più. Sborro. E’ uno schizzo violentissimo, il mio. Che le finisce tutto in bocca, in gola. Come gli sborroni, poi. Tutti caldi, pesanti, densi. Lo capisco dalla smorfia di disgusto che lei non riesce a trattenere. ‘Mmm… mmm ‘ geme a ripetizione e sussulta lei – .’ Ha un piccolo conato di vomito che trattiene a fatica. Devo averla fatta particolarmente insopportabile, oggi… Prima sbarra gli occhioni poi li serra, con forza. Ha la bocca piena, Eleonora. Non riesce a buttarla giù. Non ce la fa proprio. L’accarezzo. Mia moglie è in difficoltà. Ha la bocca piena di sperma. La mia. E in mano ha un uccellaccio. Quello di lui…
Abbassa il capo. Deglutisce. ‘Amore… ‘ mi sussurra, poi, piano piano ‘ Ancora? Ne hai ancora? Quanta, quanto me ne hai fatta! Di nuovo! E davanti a un altro uomo! Guardalo, è tutto eccitato! Anche lui. E adesso? Cosa dovrei fare? A lui? Non ci riesco. Ce l’ha troppo grosso. E’ enorme! Non ce la faccio! Non posso! Mi rompe… Mi spacca… ‘
‘Prendiglielo in bocca e succhiaglielo ‘ le ordino ‘ Voglio vedere come lo fai! Con la lingua, poi, leccalo, bagnalo. Tutto.’ ‘Leccarlo? Bagnarlo? Ma amore ‘ resiste lei ‘ perché? E poi, no, non posso! Ce l’ha troppo grande. Mi farebbe troppo male. Ho la bocca troppo piccola, io, per quella roba…’
Non le rispondo. E’ lui che prende l’iniziativa. Mi sposta e prende il mio posto. Con le mani cattura i seni di mia moglie. Li palpa, li accarezza. Poi, con prepotenza, li imprigiona e li stringe. Mia moglie ammutolisce. Trattiene il respiro, sorpresa e infastidita dalla brutalità dell’uomo. E lui continua con la tortura. Imprigiona i suoi piccoli, appuntiti capezzolini, Sono ritti, turgidi. Lui li attorciglia. Le fa male. ‘Ehi! ‘ grida lei ‘ Cosa fai? Mi fai male. Fabio…’ Non fa in tempo a continuare. Lui si inginocchia davanti a lei. La fa abbassare e le spinge il suo bastone di carne verso le labbra. Lei resiste qualche secondo. Poi la pressione del glande sulle sue labbra si fa insopportabile. Ele socchiude la bocca. Poi, costretta dall’ulteriore pressione, apre la bocca. Lui sfonda e la costringe a spalancare la bocca. Più possibile.
Mia moglie si lamenta. La bocca, ormai quasi completamente riempita dal sesso dell’uomo, lascia uscire solo rumori gutturali e incomprensibili.
Si contorce, Eleonora. La sua bocca si deforma. E’ troppo grande quell’uccello. Troppo. Le fa male. Diventa irriconoscibile. Ha gli occhi sbarrati. Geme. Poi un sospiro. Lungo, interminabile. Il glande di Bosko è infatti penetrato, tutto, nella sua bocca. Lo sente, tutto, dentro di sé. Sente il suo odore, acre. No, non è un ragazzino, Bosko. E deve sopportare anche il fetido sapore di quelle gocce di liquido seminale che il maschio ha già iniziato a far uscire.
Le sente, Eleonora. Nella sua bocca, sulla sua lingua intrappolata. E fra poco arriveranno anche gli schizzi. Lui ce l’ha già duro. Tanto duro. Ed è pronto. La sua lingua e le sue labbra lo hanno imprigionato. Eleonora rimane così, immobile. Adesso tocca a lui scoparla, pensa lei. In bocca. E schizzare. Come e dove lui preferisce. Non pensava proprio che fosse costretta a fare anche questo. Pensava fosse vecchio… Nota i suoi peli grigi. E invece…. Sì, dovrà bere anche la sua sborra. Si prepara, rassegnata… Chissà come sarà il suo sperma. Non ha mai provato quello di un uomo come Bosko. No, non è giovane. E l’odore che sente le crea già la nausea. Ha paura di vomitare. Non vuole. Si sentirebbe umiliata. Costretta a vomitare sperma! E’ arrabbiata, Tanto arrabbiata. Adesso, dopo la sborra di suo marito, anche quella di Bosko, il vecchio marinaio. Ed è a suo marito che lancia uno sguardo. Con gli occhi sbarrati. Ma il suo uomo rimane impassibile. Anzi, le impartisce ordini. Altri ordini.
‘Leccalo. Leccalo tutto. E poi bacialo, con la lingua. E con la tua saliva, poi… riempilo, ricoprilo tutto con la tua saliva’. Bosko ha estratto dalla bocca dolorante di Eleonora il suo uccello. Lei è sorpresa, si aspettava i suoi schizzi. Non capisce ma ubbidisce a Fabio. Inizia a sospettare qualcosa quando lui si sposta con l’uccello completamente ricoperto della sua saliva. Va dietro, dietro di lei. Sente le sue mani accarezzarle i fianchi. Prima. Poi il culetto. ‘Nooo!’, urla quando sente, distintamente, appoggiarsi il glande dell’uomo sul suo buchino. Il più piccolo. ‘Fabio! No! Digli di no! Non voglio ‘ grida dimenandosi e tentando di liberarsi dalla stretta di Bosko che si è fatta ferrea ‘ Fabio, ti prego… Lui vuole… Non vedi? Vuole mettermelo dietro, nel culo. No, mi farebbe troppo male. Ce l’ha enorme. E’ troppo grosso. Mi sfonda! Amore, ti prego, Digli di no! Proibisciglielo!’ E ancora, disperata, promette. ‘Fabio, se vuole lo faccio venire, subito. Come preferisce! Anche in bocca… se vuole! Vuole farmi bere lo sperma? Va bene… Ma nel culo, no! Ti prego, no. Ti prego, ce l’ha enorme… Mi rompe, mi spacca… Sono tua moglie…’
Io non rispondo e Bosko ha già deciso. Eleonora ha capito che quel bastone di carne entrerà fra poco dentro di lei. E le farà tanto male. Ha paura. Teme di soffrire, troppo. Ma poi si rassegna. Si gira verso il vecchio marinaio che non nasconde la sua impazienza. Si sta freneticamente masturbando per mantenere la sua erezione animalesca. ‘Fai piano. Sono stretta… là! Entra piano. Piano. Mi sfonderai, sicuramente! Ti prego. Non farmi troppo male…’
Lui ride. ‘Non avere paura. So bene come si incula una femmina come te… E poi, non sei mica vergine! Tuo marito, qualche volta, te lo ha già fatto sentire per bene anche là. Non hai fatto tante storie…’ ‘Sei uno stronzo ‘ gli risponde furente la mia mogliettina, tutta fremente – . Tu non sei mio marito! Non ti permetto di parlarmi così!’ Si agita. Cerca di svincolarsi. ‘Stai buona ‘ la blocca lui e la immobilizza ‘ , Non fare la cavallina imbizzarrita. Domarti, per lo stallone, è ancora più bello. Più eccitante. Se non vuoi sentire dolore cerca invece di rilassarti. Tutta. Allargati. Da sola. E sciogli tutto, sì, in particolare il buchino. Non opporre resistenza. Fatti trovare pronta, rilassata… Accoglilo bene l’uccello, anche quando sentirai la cappella spingere e, poi, penetrarti… Anche se ti farà un po’ male, forse…’ ‘Basta, smettila! – strepita ancora lei – ‘. Ma poi si placa. ‘Io… io, non farmi male! – sussurra lei – Fai piano…’
‘Oh! – è il primo gemito di Eleonora quando sente il glande dell’uomo spingere sul suo sfintere ‘ Piano, piano! Fai piano…’ Ma Bosko sembra non sentire più i lamenti della donna. Non si ferma e continua la pressione. Sempre più intensa. Lei resiste. E’ troppo rigida. Si oppone alla violazione. Rimane stretta e il glande fatica a sfondare. Allora la femmina cerca di lenire il dolore con il piacere. A sorpresa inizia ad accarezzarsi. A sgrillettarsi. Lui vede e apprezza. ‘Sì, sì, toccati, masturbati mentre io ti inculo… Ti piacerà di più!’
Ma lui è impaziente. Spinge con veemenza. Stringe i fianchi di lei, la blocca e poi con un potente colpo di reni infierisce e scivola con tutta la cappella dentro il culetto della femmina. Ecco, è entrato. Il glande è tutto dentro il culetto della bella Eleonora. ‘Ah, mi hai fatto male! Mi fai troppo male ‘ borbotta lei mentre il ditalino ha iniziato a darle il piacere che cercava – . Basta, ora fermati… Almeno un po’.. Fammi respirare. Ti prego…’
Bosko non è soddisfatto. Vuole tutto. Vede le prime gocce di rugiada scendere tra le cosce di Eleonora. La donna sta godendo. E lui riprende a spingere. Piano, piano. Il suo uccello ha ormai superato tutte le resistenze della donna e la penetra sempre di più. Tutto. Tutto dentro. Poi arretra. E ripenetra. Ecco, ora la sta inculando. Con forza, dentro e fuori. Lei non si oppone più. E’ stata squarciata. E’ doloroso per lei. Le fa male sentirlo così, tutto, mentre invade il suo intestino. Ma ormai è stata sfondata e, spalancata, si offre al piacere dell’uomo. Sa infatti quello che dovrà ancora subire. Fra poco.
E infatti Bosko la umilia. ‘Brava, signora. Si è comportata bene. E allora voglio regalarle.come premio, un bel clisterino. Caldissimo. Bollente. Si, bella signora. Di sborra, naturalmente. A tutte le mie ospiti, alla fine, è sempre piaciuto tantissimo… sempre! Sì, sì, proprio così. A tutte è sempre piaciuto sentire per bene il mio sperma risalire il loro intestino e raggiungere quasi il pancino!’. ‘A me no ‘ risponde flebilmente Eleonora ‘ . A me, proprio no…’. Sente lui che continua senza soste a stantuffare dentro di lei. Per lei, improvvisamente arriva l’ennesimo orgasmo. Lei smania, sussulta e non trattiene gli schizzi del suo orgasmo. Si accascia allora sul cuscino e attende. La sborrata del maschio. Il clisterino che lui le ha promesso.
Bosko non si fa attendere. Vede la donna sottomessa costretta a grondare di piacere. La sente finalmente docile e rassegnata a ricevere il suo sborrone nel suo intestino. Eleonora sente l’uccello dell’uomo gonfiarsi ancora di più. Poi dei sussulti. Il maschio si scuote. Ancora due, tre violenti colpi inferti sul martoriato buchino del culetto della donna. Poi affonda ancora una volta come una lama rovente tutta l’asta nella carne della donna. E poi… eccolo, il caldo, bollente fiume di sperma che scorre nel suo intestino. Lo invade. Bosko ulula e schizza. ‘Mmm ‘ commenta solamente lei ‘ ‘ E si fa riempire. Lo sperma le cola. Dappertutto. Fuoriesce, anche, e dopo aver bagnato la sua figa scendo lungo le cosce ben divaricate.
‘Brava, sei stata molto brava ‘ la prende in giro Bosko ‘ Non ricordo un’altra italiana che si è fatta inculare come te. Tra quelle che non volevano… Ti ho fatto molto male?’
Eleonora non risponde. Ci guarda, entrambi. Poi, dopo un po’ si alza. Si accorge di colare sperma e si vergogna. E’ imbarazzata di mostrarsi così. Tra due uomini, poi.. Cerca di sdrammatizzare. ‘Oh ‘ sorride – . Visto cosa avete combinato, voi due. Mi avete costretta. Ero sola, io. Una donna sola in mezzo a dei maschiacci. E prepotenti! Tanto prepotenti… Se penso che uno dei due è mio marito… E che ha voluto vedere come la sua mogliettina si fa inculare da un altro… E tutto il resto, poi…’ Sbuffa e raccoglie infastidita in una mano lo sperma che sta ancora colando fuori dal suo buchino.
La prendiamo per mano. ‘Andiamo Ele ‘ la invito con estrema dolcezza – . Facciamo il bagno. E’ una notte stupenda. E calda. Usciamo’. Lei mi guarda. ‘Ok, ok, bagno di mezzanotte… Tutti nudi, naturalmente… Oramai, come posso rifiutarmi?’
Ci tuffiamo. La notte è bella. Il mare calmissimo. In acqua l’abbraccio e la bacio. Bosko, là vicino, ci guarda. Le accarezzo i seni. I capezzoli sono di nuovo turgidi. La eccita sentire il mio uccello di nuovo ritto appoggiato al suo pube. ‘Ma amore ‘ mi rimprovera ‘ ce l’hai sempre duro, tu… Ti ho fatto spruzzare poco fa… E sei di nuovo pronto! Pronto a… insomma, pronto a sborrare di nuovo!’ ‘Amore ‘ mi giustifico ‘ con quello che mi fai vedere… E il pensiero di quello che potresti ancora fare…’ ‘Fare ancora? ‘ mi interrompe lei incuriosita ‘ Ma io mi sono dedicata a tutti gli uomini che ci sono a bordo! Di più non potrei…’ ‘Sicura? – la provoco ‘ Sei proprio sicuro che a bordo non ci siano più maschi?’ Bosko ride divertito. Lei mi guarda con sguardo sinceramente incuriosita. ‘Vieni, amore, risaliamo. Torniamo a bordo ‘ la invito improvvisamente – . Non vorrei che tu prendessi freddo.’
Saliamo la scaletta. Sempre per mano la porto a poppa. In un angolo, profondamente addormentato, c’è Mitja. Ci avviciniamo. ‘No, Fabio ‘ mi ferma lei, presagendo subito quello che volevo fare – non voglio venire a vedere il ragazzino… Non mi va. E’ meglio di no… Magari è anche nudo! Non voglio’ E’ Bosko che la prende per mano e la fa avvicinare ulteriormente al maschietto. Lei lo vede. E’ nudo. Completamente nudo. Lei non può fare a meno di guardarlo. Rimane silenziosa. Sospira. La vedo turbata. Sì, il ragazzino le piace. Moltissimo. E’ la prima volta che la vedo eccitarsi guardando un altro uomo Non riesce a nasconderlo. E questo la mette in imbarazzo. ‘Avevi detto che a bordo non c’erano altri uomini ‘ la sfotto – . E questo cos’è?’ Lei, come sempre quando è in grande imbarazzo, tenta di essere spiritosa, per allentare la tensione. ‘Splendido soggetto di superdotato di sesso maschile. Lo riconosco, indubbiamente! – mi precisa lei, freddamente, con uno studiato distacco – . Presenta però una caratteristica particolare. Giovanissima età. Probabilmente vergine. Nessun rapporto sessuale completo con rappresentanti dell’altro sesso. Si presume dedito all’autoerotismo ‘ continua imperterrita mandandomi occhiatacce – . Occasionali masturbazioni solo con coetanee. Capito, amore?’.
‘Ecco, amore ‘ cerco di sfruttare la sua vena ironica ‘ avrei tanta voglia che tu lo verificassi.’ ‘Cosa? ‘ mi replica la mia mogliettina sempre più agitata ‘ Cosa dovrei verificare?’ ‘Ma, amore, non lo hai ancora capito? ‘ provo a provocarla ‘ Hai fatto una diagnosi così precisa, rigorosa… Mitja è vergine? Ne sei proprio certa? E se lo fosse, non ti piacerebbe sverginarlo?’ ‘Ma Fabio! – sospira lei ‘ Io scherzavo. Potrei essere sua madre!’ E aggiunge, poi, poco convinta. ‘E’ poco più di un bambino. Sì, però, indubbiamente, è veramente molto bello… E già uomo! Anzi, un gran bel maschio. Fabio, amore, cosa mi fai dire… Uffa! Sei un vigliacco… Non devi farmi vedere certe cose…’
Le sorrido. Mi fermo e la bacio. Freme. Ha le tettine che sembrano sollevarsi. I capezzoli ritti, appuntiti. E’ eccitata. Ma non per il mio bacio. Quel corpo nudo, là… La sospingo verso di lui. Eleonora, allora, abbandona la mia mano. Piano, ancheggiando, si dirige verso il giovane uomo. Le guardo ancora il culetto. Bellissimo anche perché so che è stato appena violato. Da un altro. Sospiro e mi accarezzo.
Piano, silenziosamente, lei si avvicina al ragazzo che ancora dorme. Si inginocchia. Mi guarda, di nuovo. Sembra chiedermi di nuovo il permesso. La vedo accarezzarsi. Prima i seni, poi il sesso. Si vuole eccitare. Ancora di più. Si vergogna però di farlo davanti a noi. Noto il suo rossore. Ben visibile, nonostante le tenebre. Mi piace vederla così imbarazzata. Anche Bosko la guarda sorridendo… Questo la mette ancor più a disagio e la infastidisce. Lei, mia moglie, la bella Eleonora, sta mostrando a un altro uomo come si tocca, come si accarezza… Lei non vorrebbe… Ma quel corpo, così giovane, bello, perfetto e così… pronto! Pronto ad offrire tutto se stesso a lei! E per la prima volta, forse!
Si adagia al fianco del piccolo uomo. Si struscia e poi gli si accoccola vicina, quasi sfiorandolo. Lo accarezza. Tutto. Il viso, abbronzatissimo e dai bellissimi lineamenti. Il petto senza peli ma già muscoloso, da uomo fatto. Lo lecca e gli cattura i capezzolini. Con i denti li mordicchia. E li succhia. Come fa il suo uomo con lei! Poi, con la lingua appuntita, scende. Le piace, le piace la pella di Mitja! E’ vellutata e il suo odore di giovane maschio la inebria. No, non lo ha mai fatto così. Ma le piace, le piace troppo quel corpo. Tantissimo. Tira fuori tutta la sua lingua. Lo lecca, lo ricopre tutto della sua saliva. E scende, scende… Con le dita è già arrivata sui primi peli di lui. Quelli del pube. Nerissimi e ricci. Ci gioca e vi affonda le dita, le unghie. Li liscia e poi li prende in bocca. Li bagna, li inumidisce. Li insaliva, tutti. Sbava e li abbandona così, fradici della sua saliva. Incorniciano l’enorme, scurissimo uccello del ragazzo. Lo strumento del piacere del maschio che è lì, a sua completa disposizione. Ma è smisurato, equino, da stallone! Lei non è però una cavallina da riempire e da fecondare… No, proprio no! Ma si sente femmina. E forse, per la prima volta, una cavalla. In calore!
Guarda Mitja, sospirando Lui è sveglio, ma tiene gli occhi chiusi. Lascia fare. Gli sembra un sogno. Solo allora, finalmente, Eleonora inizia ad accarezzare il suo totem di carne. Appena lo tocca il cazzo di Mitja inizia improvvisamente a pulsare e tra le sue dita si gonfia, si riempie, si alza. Eccolo, si erge. E’ diventato duro, durissimo. Un paletto di carne, caldissimo, che profuma di maschio. Ma è anche un uccello prepotente, che urla e che la reclama. ‘Oh ‘ non riesce Eleonora a nascondere la sua sorpresa ‘ Tesoro!’ Lei lo guarda sorpresa ma è visibilmente compiaciuta. Non gli era mai successo di vedere un uccello diventare duro tra le sue mani in quella maniera! E’ troppo grande, però. E’ lungo, slanciato e leggermente arcuato.
E poi, sotto, vede anche lo scroto. Si impaurisce. Ma si incuriosisce. Non ha mai visto un maschio così! Abbandona l’asta pulsante e lo tocca. Lo accoglie e lo avvolge, con cura. Con tutte e due le mani. E’ liscio, con la pelle vellutata. Non è peloso. Non ci sono rughe. Non pende e anzi sembra quasi sollevarsi accompagnando l’erezione che lei ha appena provocato al maschio con le sue carezze. Come è diverso lo scroto di Mitja da quello di Fabio! E da quelli degli altri uomini che ha dovuto prendere in mano in quei giorni. Tutti rugosi, pelosi, grigi. Sì, erano coglioni di uomini maturi! Non erano adolescenti! Lui, Mitja, ha uno scroto diverso. Tanto diverso! E le piace. Anche se scuro. Scuro, come l’uccellone che le offre. Scurissimo. Come la sua pelle. La impressiona, quel sesso. Sembra quello di un uomo di colore. E lei non li ama, quelli, per quelle dicerie… Le fanno un po’ paura!
Ma Eleonora non se ne preoccupa e immagina, dentro lo scroto, i coglioni che si agitano, pesanti, pieni. Ne è attratta. E fa una cosa che non fa spesso. Con le dita torna ad aggrapparsi al glande. Lo trova già bagnato. ‘Mmm…- fa lei, piano piano, per non fargli aprire gli occhioni ‘. Aspetta, uomo. Aspetta… Non adesso!’ E’ già umido, lui! Gli è scappato. Qualcosa gli è scappato! Mitja ha sentito le sue mani, il suo profumo da donna…
‘No, cucciolo, non venire ‘ gli ripete sussurrando lei ‘ Non ancora… ‘ Lui fa una smorfia. Fatica ma resiste. E allora, la mia mogliettina, si abbassa. Subito. Con la bocca si appoggia allo scroto. Lo bacia e lo lecca. Con la lingua sembra quasi volerlo ripulire tutto. Lo ricopre e lo bagna tutto… Con la sua saliva. Poi spalanca la bocca e cerca di catturare con i denti i due coglioni che dentro le sembra stiano impazzendo. Riprende a leccare, succhiare, bagnare. Poi si ferma. Spalanca gli occhioni e rimane così, in adorazione. Del sesso di Mitja. E con i suoi coglioni in bocca.
E ora, con le dita, lo percorre piano piano per tutta la sua lunghezza. Arrivata in cima, con dolcezza, con due dita, gli abbassa il prepuzio. Lo scappella. Lo sbuccia. Mette a nudo il glande violaceo del ragazzino. Vuole vederlo per bene il suo glande, gli sfiora il frenulo e con l’unghia si avvicina al buchino. E’ ancora umido. Un’altra gocciolina lo bagna. Lo massaggia, proprio là, con il dito. Vuole farsi sentire, Ele. Lui tiene ancora gli occhi chiusi. E’ già sveglio. Ma vuole continuare a sognare. Sì, è la mano di una donna quella che sente. E non può essere che quella della bellissima Eleonora!
Ora basta. Ha deciso. Inizia a masturbarlo. Come lei sa ben fare. E’ inginocchiata. Tra le sue gambe. Ha la bocca piena. Riempita completamente dai suoi coglioni. Gli occhi spalancati. Lo guarda mentre gli accarezza l’uccello e con due dita corre su e giù. Lo scappella ogni volta e poi tira giù tutto. Il cazzo ha raggiunto dimensioni equine. Eleonora lo apprezza ma non riesce a nascondere un po’ di preoccupazione. Continua con le carezze con tutte e due le mani spalancate. E scende anche giù. Fin giù. Sotto dove i coglioni sono imprigionati tra le sue labbra. E sempre più pieni. Le sembra di sentire tutto lo sperma che lui sta a fatica tenendo ancora dentro.
Ecco. Eleonora cambia di nuovo. Si solleva, lentamente. Socchiude gli occhi. Vuole baciare il ragazzino. Lo fa. Mia moglie non aveva mai baciato nessuno. Prima. Ora lo fa. Con lui, il ragazzino. Inizia leccandogli le labbra sottili. Le succhia e le mordicchia. Sente il suo alito, caldo. Poi, con la sua lingua gli fa intendere che vuole entrare, dentro di lui. Dentro la sua bocca. Lui non oppone resistenza e si fa penetrare. Ele spalanca la bocca. E gli fa spalancare la sua. E’ un bacio caldo, violento. Lo lascia senza fiato. Dà la caccia alla sua lingua. La trova. La imprigiona e la fa sua. Mia moglie sa baciare molto bene. Soprattutto quando è eccitata. E adesso lo è.
Lo riempie con la sua saliva. Le piace il giochino. Le piace farlo subire. La vedo sbavare e buttare la sua lingua dentro la bocca di lui. Poi la rotea.. Quando Mitja ha la bocca piena della sua saliva lei si ritrae. Esce dalla bocca di lui che serra subito le labbra. Ma lei non è soddisfatta. Lo ripulisce, con la lingua. Le labbra e tutto quello che fuoriesce dalla sua bocca… Finalmente appagata abbandona la bocca martoriata del ragazzino. Scende e gli bacia i capezzolini, poi lecca tutto e arriva fino al pube. E arriva anche al glande. Non si ferma più e senza alcuna esitazione lo prende subito tutto in bocca. Spalanca la bocca e con la lingua inizia a fare giri vorticosi attorno alla cappellaccia del ragazzino sempre più viola. Mitja emette un rumoroso sospiro. Aveva tanto atteso quel momento. L’aveva sognato. La bella signora italiana… E lei l’ha preso in bocca… Lo sta succhiando! ‘Oh, è bellissimo! – quasi urla lui e ansima rumorosamente – ‘ ‘Mmm ‘ emette ancora sbarrando gli occhi ‘ Signora! Brava!’ Non sa parlare, il ragazzino. Ma dà soddisfazione alla donna. Lui nota che la donna patisce le dimensioni enormi del suo cazzo. Lei fa fatica. E infatti si agita e scuote la folta chioma bionda. L’uccello gli si è ingrossato. Ancora di più. Non ne può più! La mia mogliettina non ne può proprio più!
Mitja la guarda. E vede. Quello sguardo… Quegli occhi azzurri spalancati che lo fissano e che ora sembrano voler impietosirlo e chiedergli pietà. Poi si socchiudono e lei geme. Subito dopo si spalancano di nuovo e ruotano verso il cielo. Il piacere nella femmina si è trasformato in orgasmo. Sì, improvvisamene, mia moglie ha raggiunto l’orgasmo. Eleonora gode. Intravedo, da dietro, la sua vulva bagnarsi. Delle goccioline del suo nettare fuoriescono dal suo sesso, iniziano a scendere lentamente e colano all’interno delle sue cosce ben allargate. Ele non è riuscita a trattenersi. Le è piaciuto troppo succhiare il cazzo del ragazzino
Bosko, non visto, appoggiato sul lettone ha visto tutto. Sghignazza. E si gode, da dietro, la visione della vulva spalancata e grondante di mia moglie. Lei non se accorge.
Per un attimo Eleonora, ansimante e vinta dalla stanchezza, sputa rumorosamente il glande di Mitja. Lentamente, con gli occhi socchiusi, gira la testa e mi cerca. Vuole vedere se la sto guardando, mentre sta facendo quella roba! Mente sta facendo impazzire dal piacere un altro uomo. Vorrebbe, forse, che la portassi via. Sa bene che sta per perdere la testa… Completamente! Non vorrebbe, forse, crollare, cedere…. E mettersi tutta nelle mani di un ragazzino! Lei, trentenne, usata dal cazzone di un sedicenne!
Ma io non parlo. Ma le sorrido. Mi avvicino un po’ ed inizio a masturbarmi. La guardo. ‘Oh no ‘ piagnucola la mia mogliettina ‘ Fabio! Devo anche vederti mentre ti fai il segone guardandomi?’ Io non rispondo, mi scappello ed aumento la velocità della sega.
Si volta di nuovo. L’uccello di Mitja è sempre là. Sempre enorme, gonfio, pieno. E’ un bastone di trenta centrimetri. No. Lei non lo regge più. In bocca non lo vuole più. Si stacca e glielo prende in mano. Gli si accovaccia sopra e, piano piano, scende, si fa penetrare nella figa. Si fa impalare. ‘Scopami, ragazzo, scopami! ‘ gli urla Eleonora in estasi ‘ Lo hai mai fatto? Dai, fammi vedere cosa sei capace di fare. Tu!’.
Il ragazzino non si fa pregare. Si inarca e spinge, spinge. Spinge il suo bastone infuocato fin su. Fa rimanere Eleonora senza fiato. A bocca aperta. Si sente riempita. E impalata. Mai così, prima. Lui continua, con quei colpi, con quelle spinte! Si sente spaccata. Ma gode. Tanto. Sta spruzzando i suoi umori. Non si ferma più. Schizza, sbrodola. ‘Tesoro, tesoro, cosa mi fai fare… – lo rimprovera ‘ Non ne posso più! Sono un lago! Scusami…’ Ma Mitja non sente. Imperterrito continua a penetrare e a spalancare la figa di Eleonora che inizia ad accompagnare le penetrazione del cazzo con ritmici sobbalzi del bacino. Si fa scopare per bene la mia mogliettina! Ma Mitja vuole adesso venire. E tanto. ‘Signora, io fare sborra, adesso! Posso dentro, in sua figa?’ Mia moglie trasale. ‘No! No, Mitja. Vieni fuori. Non sborrarmi dentro. Non voglio. Ho paura… Falla fuori. Dove vuoi… Ma mi raccomando… Comportati bene… Non esagerare…’ E si solleva.
Adesso arriveranno gli schizzi del ragazzo. Eleonora si volta ancora una volta verso suo marito. Lo cerca. ‘Amore, guardami – sente distintamente la voce di lui ‘ Adesso, guardami! Sto venendo. Oh si, guarda, guarda come sto sborrando!’ Fabio sta zampillando la sua bianchissima sborra. Eleonora è costretta a guardare e vede suo marito che spruzza. I suoi fiotti si infrangono sul vetro della cabina. Non le piace vedere così suo marito. Mentre spruzza il suo seme in piedi, come un cavallo. ‘Anche lui, adesso, anche lui… – gli urla suo marito – . Guardalo, guardalo come schizzerà. Ti schizzerà tutto! Addosso!’
Eleonora si volta di scatto. Sì, è vero, anche lui, Mitja. Sta per venire. E, Mitja, vuole esagerare. Ele lo sa benissimo. Lei si è alzata di scatto per non farsi riempire dallo sperma di lui. Ha paura, Non vuole rischiare. Non vuole farsi fecondare come una cavallina in calore. Farsi ingravidare da uno stallone di sedici anni! Oh no! Proprio no.
Ma, ora, le piace l’idea di subire. Lei è li, nuda, completamente a disposizione del ragazzino. Superdotato. Che ha tanta voglia. Tanta voglia di sborrare. Di scaricare su di lei tutto il suo desiderio. Lei lo ha fatto impazzire. Con i baci, con le carezze. Lui ha sopportato tutto, ha sofferto ed ha atteso. Non ha potuto sborrare nella sua figa. Ma adesso..
Il ragazzo si alza, ritto, in piedi. Il cazzo, duro, punta al cielo. Trenta centimetri di carne bollente, Lui con una mano, se lo liscia. Lo mostra e lo esibisce ad Ele. Con l’altra mano solleva la giovane donna che lo lascia fare. Non capisce cosa vuole farle fare ma ormai è totalmente in balia del ragazzino e delle sue voglie. Mitja la fa inginocchiare davanti a sé e le raccoglie i lunghissimi capelli biondi.
‘Tesoro – gli sussurra Eleonora ‘ Hai tanta voglia, vero? Devi sborrare, devi schizzare. Lo so! Lo vedo.’ Mitja non risponde e si avvicina. Giunge quasi a sfiorare con l’uccello il volto della donna. Lei ne sente l’odore. ‘Devo farti venire io, vero? Cosa vuoi che faccia? – continua lei – Come vuoi che ti faccia sborrare?’
E’ un attimo. Lei non capisce ancora e lo guarda, con gli occhi sbarrati. E’ preoccupata. Ma è anche eccitata ed ansima. Lui si avvicina ancor di più e le punta la cappella violacea proprio davanti agli occhi. ‘Oh no ‘ fa lei cominciando a intuire ‘ proprio così? Vuoi così? Non mi piace… Non mi piace così… Mi tratti come una puttana!’
Mitja non replica e la blocca in una presa ferrea. ‘Mai visto Internet signora? – le chiede Mitja ‘ A me piace facial. Conosci?’ ‘Mmm… Sì, sì. – confessa lei a bassa voce – Con mia marito, qualche volta… E mi ha fatto vedere anche quelle cose lì. Il facial? Sì, anche quello roba là… Una volta l’ho visto fare. Tutto, proprio tutto. Sì, insomma, lo conosco! Il maschio la fa tutta, ma proprio tutta, sul viso della femmina. Insomma, lei si fa ricoprire completamente il viso dallo sperma di lui. Anche gli occhi, la bocca, i capelli. Tutto. Non è facile, sai, sopportarlo… Mio marito avrebbe voluto una volta farmelo fare. Me l’ha chiesto. Voleva vedere come mi comportavo mentre ero costretta a farlo. Voleva vedermi soffrire, sopportare. Ma a me non piaceva proprio. Proprio no. E allora non glielo permesso di fare. Non avrei sopportato di essere sporcata, di essere completamene ricoperta di sperma. Dappertutto, sul viso. Tra gli occhi, nel naso, tra i capelli, sulla bocca, sulle labbra. No, non volevo! E glielo ho proibito. Non me lo sono fatto fare! No!’
Mitja ha iniziato a segarsi con forza. ‘Mitja ‘ insiste lei ‘ Ti prego, no. Neanche mio marito me l’ha mai fatto… Te l’ho detto… No… Oh no! Non così, noooo!’
Eleonora lo ha visto sussultare e trattenere il respiro. E poi eccolo! Un primo sborrone la colpisce, impietoso, nell’occhio. E il secondo le ricopre l’altro. La donna non vede più, ma sente altri caldi fiotti di sborra entrarle nel naso, appoggiarsi sulle labbra, spargersi tra i capelli da lui inutilmente raccolti. E’ bollente, caldissima e densa la sborra di Mitja. Subito inizia a colare mentre altri schizzi ancora devastano il suo volto. Il suo bel viso è ridotto a una maschera. Una maschera di sperma. Sperma di una ragazzino di sedici anni!
Tanta, ancora tanta sborra. Il ragazzo è stato un vulcano. La sua sborrara è stata un’autentica eruzione. Un’esplosione di sperma. Tutta finita sul bel volto di Eleonora. Ora, finito il diluvio di sperma, Eleonora si alza. Barcolla. E accecata. .’Fabio, Fabio, dove sei? Guarda, guarda come mi ha ridotto il ragazzino! Amore, Non ci vedo! Sono piena, tutta piena… Di lui, della sua sborra. Ma quanto ne ha fatta! Aiutami. Ti prego, aiutami. Non ci vedo. E puzza! Questa roba puzza! Tantissimo! Più della tua…’
Si sente presa alle spalle. Due braccia, forti, la stringono e la mettono a sedere. Non è Fabio. Non è il suo odore. No, quella cappella puntata sulle sue labbra non è quella di Fabio. E’ troppo grande. Riconosce il pessimo odore. E’ quella di Bosko. ‘Signora ‘ sghignazza l’uomo ‘ assaggi anche la mia. E’ buona. Prima non l’ha assaggiata. Coraggio, apra solo un po’ quella bella bocca…’ Ele, rassegnata, si arrende subito. L’apre, la spalanca. Lui ne approfitta subito e vi infila il glande. Lei rimane immobile. Non vuole spompinare anche lui, adesso. Non ne ha voglia. Ma lui vuole venire. Sente che l’uomo inizia a farsi la sega. Vuole venire. Le prende una mano. La costringe a toccargli i coglioni. ‘Accarezzali, accarezzali! – le ordina ‘ Sei bravissima a farlo! Ho visto come ha fatto con lui, il ragazzino!’ Eleonora in silenzio inizia a sfiorare le palle dell’uomo. Le sente rugose. Non vuole vedere. Bastano pochi secondi ed è costretta a conoscere ed assaporare anche lo sperma del vecchio Bosko. Disgustoso, puzzolente, nauseabondo. Cerca di buttare giù tutto subito, prima possibile. Non ce la fa. Le resta, appiccicato, tantissimo sulle labbra e sul palato. Un odore tremendo. E un sapore stomachevole, vomitevole. E infatti, vomita. E’ costretta a vomitare sperma di uomo. Non le era mai successo.
Si sente umiliata. Tutti e tre gli uomini la guardano. In ginocchio, ricoperta di sperma di un uomo, sta vomitando la sborra di un altro. E suo marito guarda, compiaciuto. Poi si avvicina. La prende tra le braccia. ‘Amore, lasciami ‘ si lamenta lei ‘ devo andare a ripulirmi… Sono piena di sperma. La loro sperma… Dappertutto! E non ce l’ho fatta, non ce l’ho fatta prorpio a berla. Tutta…’ ‘Oh, Ele. Non preoccuparti. Andiamo a letto. Ti ripulirò io, con i miei baci…’
Appena rientrati in cabina la faccio distendere. ‘Fabio, quanto ti è piaciuto? – sospira lei ‘ A me non tanto…’ Io non le rispondo ma mi distendo sopra di lei. La copro con il mio corpo nudo e la bacio. No, non mi dà fastidio sentire sulle sue labbra lo sperma di altri maschi. Lei li ha bevuti per regalare a me il piacere. Strofino il mio uccello sul suo pube, sul suo sesso. Cerco e trovo subito la sua figa. E’ ancora umida. Anzi, fradicia. ‘Oh, Fabio… – bisbiglia lei ‘ Anche tu, adesso, così!’ La penetro, spingo. Fino in fondo. Stantutto. Pochi secondi. Vengo. Io sì, dentro di lei, dentro la sua bella e bollente figa. Il mio sperma la riempie tutta. E lei gode mentre si sente piena, gonfia di sborra. La mia. Gode e cola. I suoi e i miei umori. Poi si addormenta, sfinita.
‘Buongiorno, Ele!’ Non risponde. Si nasconde sotto il cuscino. Si copre. E’ ancora nuda. Ed è bellissima. Si vergogna. Probabilmente pensa a tutto quello che Bosko, Mitja ed io le abbiamo combinato stanotte. ‘Siete stati dei porci’ – la sento bisbigliare da sotto il cuscino ‘ Cosa mi avete fatto fare… Mi vergogno! E cosa avete fatto voi, poi! Avete approfittato! Di me. Unica femminuccia con tre maschiacci! E che maschiacci! Uffa! Me li avete messi dappertutto, i vostri uccellacci! E quante sborrate. Tutti e tre! E me le avete fatte dappertutto! Quanto, quanto sperma! Sto ancora colando… Non dovevi permetterglielo! Io sono tua moglie… E stanotte mi hai fatto bere tre sborre diverse. Contento?’
Non dico nulla. La lascio sfogare. E’ stata una notte molto, molto difficile per lei. Con emozioni forti. ‘Sono distrutta… Sono stanca, ho sonno e voglio prendere il sole. Oggi, non ci sono per nessuno. Capito?’
Si alza, prende il cuscino ed esce. E punta al materassone. E’ ancora confusa. Si dimentica persino di mettersi il costume. E’ nuda, coperta solamente dal cuscino. E nuda si mette a prendere il sole, nonostante la presenza dei due uomini ai quali abbozza un buffo piccolo inchino.
Bosko e Mitja la guardano e sorridono. Hanno inteso che la signora oggi non vuole proprio essere disturbata. E non la disturbano. Si limitano ad ammirarla così, senza nulla addosso, sotto il sole. E’ sempre bello vedere Eleonora nuda. Quelle tettine, piccoline ma rotondissime. I capezzoloni rosa, enormi. E quella figa, bionda, anzi, biondissima. Ma, soprattutto, Bosko vede fra le tettine della bella signora italiana tantissime macchioline, asciutte, di un liquido bianchissimo, denso. Riconosce la sua sborra. E sorride, soddisfatto, pensando che lei ce l’ha ancora addosso.
Mitja, invece, tra la biondissima e arruffata chioma della giovane donna, nota un sacco di ciocche di capelli incollati tra loro. Più scuri. Eh sì, pensa ridacchiando, ne ha fatto proprio tanta di sperma, stanotte… Il suo sguardo si incrocia un attimo con quello di Ele. La donna si è accorta di quello che lui ha visto e cerca di raccogliere i capelli imbrattati dietro la nuca. Lui nota però il suo rossore. Lei sbuffa e gli mostra la lingua. E si gira dall’altra parte.
Vede allora, in lontananza, il solito enorme yacht biancoazzurro dei tre vitelloni italiani. E’ proprio enorme. Distingue i due piani dell’imbarcazione. Ma è sufficientemente lontana, pensa. Con un cannocchiale, però, forse… Ma no, non ci vuole proprio pensare. E’ troppo stanca… Si addormenta.
continua
Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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