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Racconti di Dominazione

L’albero

By 30 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 1 – A disposizione

La settimana programmata da tempo era finalmente arrivata, l’inverno mite e senza neve ci aveva dato la possibilità di passare un po’ di tempo in montagna, e quella sera di vento caldo rendeva l’aria frizzante e piacevole.
La luna piena illuminava a giorno le montagne e i prati mentre la nostra auto si arrampicava
sullo sterrato per ragiungere quelle quattro baite di cui t’avevo sempre parlato.
L’ultimo scollinamento e davanti a noi si apre un’enorme prato da cui si vede l’intera valle,
alla nostra sinistra le quattro costruzioni a destra l’inizio del bosco.
Mi fermo e guardiamo il panorama poi ci guardiamo l’un l’altra ed un sorriso compare sul tuo volto, ricambio.
I fari dell’auto illuminano l’iniziare del bosco e parte del prato,torno a guidare e procedendo lentamente sul prato
porto l’auto fino al limitare del bosco e mi fermo nuovamente.
I fari illuminano gli alberi e si perdono all’interno del bosco.
Scendo.
Apro il bagagliaio, recupero i dieci metri di corda in canapa e arrivo alla tua portiera.
Il tuo viso &egrave stupito ma non sorpreso.
Apro la portiera e t’afferro per un braccio.
Non opponi resistenza, sei in balia delle mie mani che ti tirano via i vestiti quasi strappandoli.
Ora sei nuda davanti a me.
Ti dò una spinta e la tua schiena va a sbattere contro la ruvida corteccia del primo albero che delimita il bosco.
Ti scappa un “auch” quasi sottovoce.
Rimani lì contro quell’albero, con i fari che t’abbagliano, il vento che ti sfiora la pelle e rende i tuoi splendidi capezzoli turgidi.
Prendo la corda e vado dietro l’albero.
Lentamente la faccio passare sulla tua pelle, dei brivi di percorrono per tutto il corpo, ogni volta
che quella corda scorre sulla la tua pelle prima di passare nuovamente dietro l’albero.
Parto dai piedi e salgo, schiacciandoti sempre di più contro la corteccia. Le caviglie immobili, le ginocchia, il bacino… e poi salendo di nuovo sotto e sopra il seno. Senti la ruvidità della corteccia sempre più pressante sul tuo culo e sulla tua schiena.
Poi il collo e la testa, non puoi più muoverti.
Le mie mani afferrano le tue e le fanno passare dietro l’albero.
Lego stretti i tuoi polsi, e senti la corda stringere sempre di più.
Passo davanti a te, sono in controluce e non vedi più il mio viso, i fari ti accecano.
Mi chino davanti a te.
Senti la mia mano che sale fra le tue gambe e si ferma sulla tua figa. Inizia a piacerti.
Le mie dita ad aprirti le labbra e poi…
poi la corda ruvida che passa sul tuo clitoride in maniera fastidiosa e poi si ferma
lasciandoti aperta e allo stesso tempo penetrandoti.
Puoi fare solo qualche minimo movimento, ma ogni volta che ci provi la corteccia segna di più la tua schiena, e la corda entra sempre di più tra le tue labbra.
Mi rialzo, ti bacio sulle labbra, e ti infilo un fazzoletto in bocca.
Ti guardo, i tuoi occchi spalancati, avrei voglia di fotterti duramente, ma non ora, non adesso.
Salgo in macchina e faccio retromarcia, i tuoi occhi mi seguono.
La luce dei fari s’allontana sempre più, il rumore del motore anche,
fino a quando non spariscono del tutto dietro lo scollinamento.
Tu rimani lì, sola, immobilizzata ad un albero e nuda, a guardare il panorama illuminato dalla luna, a sentire i fruscii di un bosco mosso dal vento.
Immagini la scena vista da lontano, te nuda legata ad un albero con una corda che ti apre la figa, senti la voglia crescere, sei a disposizione di chiunque passi di lì.
Guardi le baite sembrano disabitate, ma ad un certo punto una finestra s’illumina….

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