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Lamia mutazione da donna a …..

By 8 Agosto 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Inizio
Ciao, mi chiamo Samantha, quello che sto per raccontare è la mia storia, in parte vera ed in parte di fantasia, a voi immaginare dove finisce la realtà e dove è frutto di fantasia, o desiderio.
Racconto di come mi sono trasformata da normale donna di casa qual’ero a quello che sono oggi e di cui inizialmente mi vergognavo terribilmente ma ora devo dire mi piace, ho imparato a conoscere i miei desideri inconsci e ci volevano solo le persone giuste che me li tirassero fuori e mettessero me davanti allo specchio dove era riflessa la mia immagine ma la donna era un altra.
Il tutto ebbe inizio la scorsa estate durante le ferie, che come da qualche anno a questa parte trascorrevamo in compagnia di una coppia di nostri vicini, lui, Augusto, era collega di mio marito, un uomo non particolarmente attraente ma aveva un fascino dell’uomo forte e sicuro di se, lei Francesca, una bella donna nel fiore degli anni, un fisico sodo con un seno bello prosperoso, entrambi amanti dello sport come mio marito Luciano soprattutto delle camminate in montagna e della bicicletta, a volte in quella casa di montagna di proprietà dei nostri vicini ci raggiungeva anche il loro figlio, Max, un ragazzo molto affascinante, di vent’anni, un po’ vanitoso ma a ragione, attirava l’attenzione di tutte le sue coetanee, anche lui amante dello sport più che altro sport pericolosi od estremi come motociclismo e sci discesa o alpinismo.
Io sono una donna di quarant’anni, non bella però credo piacente, un po’ prosperosa ma non grassa, di certo non sono mai stata una di quelle per strada cattura l’attenzione di tutti gli uomini questo anche per il mio abbigliamento e comportamento abbastanza pudico ma non da bacchettona.
Non so perché ma con mio marito il rapporto è sempre stato di amore ma non di passione sfrenata, non ci siamo mai liberati completamente delle nostre inibizioni e quindi i rapporti erano frequenti ma non passionali e con il tempo anche la frequenza è venuta meno, era da parecchio tempo che non mi sentivo più desiderata da lui, ma non per questo io cercavo avventure o rapporti al di fuori dell’ambito familiare.
La scorsa estate dunque partimmo per un tre settimane di ferie in questa località delle Dolomiti, le giornate trascorrevano tranquille, Luciano con i nostri vicini si avventuravano in camminate a volte anche molto lunghe, io invece partecipavo solo a quelle più brevi, non sono mai stata particolarmente amante della montagna, trascorrevo le giornate in riva al lago ad abbronzarmi, a volte come dicevo ci raggiungeva Max in moto, anche lui come tutti i ragazzi della sua età non adorava fare attività con i suoi genitori, quindi passavamo le giornate insieme al lago od in giro per le montagne in moto, devo rivelare che non ero mai andata in moto ma i giri con lui mi mettevano molta adrenalina in corpo.
Max era un ragazzo molto piacente che avevo sempre guardato come potesse essere mio figlio, ma in quei giorni mi riempiva di attenzioni e complimenti ed io mi sentivo molto lusingata dopo tanto tempo.
Un giorno arrivò direttamente al lago dove io ero distesa sola come al solito e si mise vicino a me, approfittai della solita scusa della crema abbronzante per vedere la sua reazione, sentivo le sue mani sulla mia schiena scivolare dolcemente, mi slacciai il reggiseno rimanendo distesa sul lettino,le sue mani continuavano a scendere sempre, più fino all’inizio del mio fondoschiena ed io lo lasciavo fare, anche quando abbassò leggermente il mio costume scoprendo senza dubbio il solco, poco dopo aprii gli occhi e vidi che mi stava guardando, io gli sorrisi, senza dire nulla risollevai il costume e mi voltai tenendo il reggiseno con le mani
‘Mi spalmi la crema anche davanti, mi piace sentire le tue mani massaggiarmi la pelle’
Lui non se lo fece ripetere, spalmava e massaggiava le spalle e scendeva fin quasi al seno poi prese a massaggiarmi la pancia e le sue mani salendo mi sollevavano il seno ma mai si azzardò a togliermi il reggiseno che era li slacciato, allora presi l’iniziativa e mentre le sue mani scorrevano sulla mia pelle, guardandolo negli occhi lo sollevai
‘spalmami un po’ di crema anche qui per favore’
Le sue mani si riempirono delle mie tette ed i miei capezzoli divennero duri dall’eccitazione che provavo in quel momento, fu allora che lui perse ogni remora avvicinò la sua bocca alla mia e mi baciò appassionatamente sentivo le sue labbra sulle mie, provavo qualcosa che da molto credevo di aver perso, mi lasciai trasportare e rimanemmo sulla spiaggia a baciarci, vicino a noi non c’era nessuno ma poi mi resi conto che anche la gente che passava sul ponte li vicino poteva vederci e quelle persone in quel paesino le conoscevamo tutte ma anche loro ci conoscevamo, pensai che avrebbero potuto parlare con mio marito, allora mi rivestii, lo presi per mano
‘Forza andiamo a farci un giro in moto’ buttammo le nostre cose nella mia macchina e poi partimmo in moto, gli dissi di fermarsi appena vidi una zona lungo il torrente non esposta ad occhi indiscreti come scesi gli misi le braccia al collo e ripresi da dove avevamo interrotto, ma sentivo il mio corpo fremere e sentivo la sua eccitazione, io una donna di quarant’anni mi sentivo una ragazzina tra le braccia del suo primo amore, solo perché quel giovane mi aveva fatto sentire ancora desiderata.
Non avevamo nulla con noi, mi misi sopra di lui e mi strofinavo sentendo il suo pene crescere dentro i pantaloni gli sollevai la maglia massaggiandogli i pettorali baciavo il suo petto ancora glabro scendendo sempre più, mordevo il suo pene da sopra i pantaloni, lo sentivo sempre più grosso, era grande, molto più di quello di mio marito, ero curiosa di vederlo, glielo estrassi e leccai l’asta dal basso verso l’alto, osservandolo, era magnifico, grande e duro ed era li per me, lo presi in bocca, era veramente grande, mi sentivo soffocare, ma lui lo spingeva forte dentro la mia bocca, lui mi prese per i cappelli mentre lo stavo succhiando, mi guardava dritta negli occhi con uno sguardo profondo e duro
‘succhiamelo, si succhialo troia che ora te lo faccio sentire tutto’
avevo su il pareo, non ci misi molto a spostare il costume e mettermi sopra di lui e sentire la sua carne contro le mie grandi labbra, sentivo la mia figa un lago, il desiderio imperversava in me
‘Prendimi, ti voglio, fammi tua’
Sentii entrare il suo cazzo dentro di me, mi muovevo lentamente, avrei voluto che durasse un eternità, lui mi lasciava fare, venni una volta poi un’altra, lui era resistente, l’amante perfetto, poi mi prese di forza, mi sollevò e mi fece girare carponi
‘adesso è il mio turno di godere’
Mi penetrò da dietro dapprima lentamente e poi sempre con maggior vigore, urlavo dal piacere, sentivo le sue mani stringermi le tette
‘Sii’. Continua non ti fermare fammi godere’
Lui continuava con un ritmo stravolgente, estraeva la sua asta di carne dalla mia figa e la rimetteva faccendoni sussultare ogni volta, mi scopava lentamente e dolcemente, poi all’improvviso accelerava e mi dava dei colpi violenti lo sentivo penetrarmi fino in fondo ed ogni volta a quei copi urlavo di piacere senza pensare che eravamo all’aperto e ci avrebbero anche potuto sentire ma ero estraniata dall’ambiente circostante pensavo solo a lui ed al suo cazzo che mi stava aprendo come mai mio marito era riuscito a fare.
‘urla cagna’..godi, fammi sentire quanto sei troia’ mi ripeteva, ebbi l’ennesimo orgasmo e lui finalmente si scaricò dentro, lo sentivo pulsare mentre i fiotti del suo seme mi inondavano l’utero, tenne il suo uccello ben piantato dentro di me mentre io godevo per l’ennesima volta.
Rimanemmo stesi in quel lembo d’erba lungo il torrente, lo abbracciavo
‘Grazie per avermi fatto sentire ancora una donna desiderata’ gli dissi
‘Non so cosa mi ha preso, non ho mai tradito mio marito, non pensare che io sia una poco di buono’
‘Perché no in fondo a me è piaciuto così e mi piace sentirti godere, vedrai che ci divertiremmo molto in futuro se tu lo vorrai’
Stetti un po’ in silenzio a pensare alle sue parole ed alle mie azioni, per la prima volta quel giorno pensai che avevo tradito mio marito ed ero pervasa da un senso di colpa, pensavo a cosa avrei fatto quando mi fossi ritrovata davanti a lui.
Dopo una buona mezzora di riflessioni, prendemmo la moto tornammo in riva al lago dove avevo la macchina e rientrammo in casa, mio marito ed i genitori da Max dovevano ancora rientrare, andai in doccia direttamente, mi sentivo sporca per aver tradito mio marito, stetti li mezz’ora a lavarmi e rilavarmi, poi quando uscii mi trovai disteso sul letto della nostra camera Max, era bello, muscoloso ed il suo uccello si notava meraviglioso anche moscio sotto gli slip unico indumento che aveva addosso
Gli dissi timidamente
‘Che fai qui? Dai esci che potrebbero rientrare da un momento all’altro’
‘Dobbiamo scordarci quello che è successo, sono una donna sposata,ho sbagliato ma non possiamo continuare’
Lui sentiva che le mie parole non erano convinte, in effetti il desiderio in me era forte ma volevo chiudere la storia subito dovevo stare in ferie ancora dieci giorni con mio marito i nostri amici e lui nella stessa casa.
Lui si alzò e si avvicinò a me, mi mise una mano sulla nuca e mi attirò a lui baciandomi appassionatamente, cercai di tenere la bocca chiusa ma lui spingeva con la sua lingua ed io non riuscivo a dirgli di no, accettai il suo bacio aprii la bocca e ricambiai, mi sentivo invadere dalla sua lingua, poi si staccò e mi guardò tenendomi per i cappelli, mi fece cadere l’accappatoio
‘E’ così che mi dici di no? Non mi sembra che ti dispiaccia? Perché vuoi chiudere, non ti sei divertita prima? A me sembrava che ti piacesse molto sentire il mio cazzo, ti sentivo urlare, era vero piacere, quante volte hai goduto? Sei riuscita a contarle?’
Tirandomi per i cappelli mi face abbassare davanti a lui, ero nuda in ginocchio con il suo pene giusto davanti ai miei occhi, nel frattempo si era ingrossato, si vedeva bene maestoso dentro le sue mutande
‘Se lo vuoi non devi fare altro che tirarlo fuori, se non lo vuoi rialzati ed io me ne esco e finiamo così’
Volevo veramente chiudere?
Alzai le mani, glielo accarezzai da sopra gli slip e poi lo feci scivolare fuori.
‘Apri la bocca’ mi disse
Aprii, lo infilò dentro, molto in dentro, mi venivano dei conati di vomito ma lui continuava, muoveva la mia testa sul suo cazzo con violenza, mi stava scopando in bocca ed io succhiavo, sentivo che stava per venire cercai di spostarmi ma lui mi teneva la testa ben piantata sul cazzo finché mi riempì la bocca del suo sperma, non era la prima ma ancora ne aveva una gran quantità.
Si risollevò gli slip
‘Bene sono contento che non vuoi veramente chiudere perché mi piace fare sesso con te, sei una donna da scoprire, sotto sotto sei una vera troia ma ancora non lo sai’
Usci dalla camera lasciandomi li in ginocchio sul pavimento che stavo ancora pensando alle mie azioni ed alle conseguenze con mio marito se le avesse scoperte.
Mio marito ed i nostri amici rientrarono dopo mezz’ora sfiniti dalla lunga passeggiata, io ero tornata sotto la doccia
‘Cara, dove sei?’ lo sentii chiamare
Uscii mentre lui si stava spogliando per entrare a sua volta in doccia, cercai di abbracciarlo e baciarlo per cercare un po’ di consolazione al mio senso di colpa, ma lui come da diversi anni a questa parte era abbastanza freddo, in realtà fu quell’atteggiamento a farmi sentire meno in colpa, d’altronde avevo si tradito mio marito ma la colpa era anche sua che sembrava non mi desiderasse più, era per quello che i complimenti di Max aveva avuto il loro effetto ed io mi ero lasciata andare, e mi era piaciuto un casino, allora perché dover rinunciare alle sue carezze e a quella magnifica asta tanto desiderabile? Si era giusto continuare fu la mia convinzione.
Per un paio di giorni Max non si fece più vedere, io andavo al lago sperando che tornasse ma di lui non avevo notizie, chiesi anche a sua madre cercando di non far trapelare il mio desiderio, pensai che forse aveva cambiato idea e che non ne volesse più sapere, e forse sarebbe stato meglio così, mentre con mio marito le cose non cambiavano, lui non mi cercava intento solo alle sue escursioni ed io non sentivo desiderio di lui ma pensavo solo a Max.
Avevamo ancora pochi giorni di ferie, una sera rientrai dal lago, era già tardi, appena aprii la porta me lo trovai di fronte
‘Ciao, ti stavo aspettando’
rimasi immobile di fronte a lui
‘Non mi dici nulla’
Ero turbata dalla sua presenza, anch’io lo aspettavo ma ora che ce lo avevo di fronte non sapevo cosa fare.
Si avvicinò e mi bacio con foga, io rimasi immobile lasciandolo fare, mi fece scivolare il pareo, mi slacciò il reggiseno del costume e mi sollevò, gli misi le braccia al collo e sentivo sotto di me il suo uccello ingrossarsi, mi portò di peso sul letto e mi si stese sopra
‘Anch’io ti aspettavo’ riuscii a dirgli
‘Ti desidero’.. Ti voglio’ gli dissi
‘Si lo sento che lo vuoi, stai fremendo come una cagna in calore’
Così dicendo fece scivolare la sua mano in mezzo alle mie cosce facendomele aprire, scostò il mio costume e mi penetrò prima con un dito, poi con due e poi ci infilò anche il terzo mentre io apro sempre di più le gambe per permettegli di penetrarmi sempre più.
‘Sei bagnata come una troia’ mi dice, poi
‘dimmi in questi giorni hai scopato con il cornuto di tuo marito’
‘No..no non abbiamo fatto l’amore’
‘Non ti ho chiesto se hai fatto l’amore ma se ti sei scopata tuo marito, le zoccole scopano non fanno l’amore e tu sei una zoccola’
‘No non ho scopato con mio marito, ti prego scopami tu’
‘perché devo scoparti?’
‘Perché ho voglia’
‘di cosa hai voglia?’
‘Di cazzo, del tuo cazzo, voglio sentirti dentro’
Lo sento forzare sempre più con le sue dita, mi obbliga ad aprire sempre di più le gambe, si stese con il suo poderoso cazzo sopra la mia faccia e me lo infila in bocca mentre sento la sua lingua scendere tra le mie gambe da dove aveva estratto le due dita, io succhio avidamente il suo uccello lo sento sempre più grosso tra le mie labbra, lecco l’asta carnosa, lo scappello passando la mia lingau attorno al suo rosso glande mentre mi sento penetrare dalla sua lingua, ogni tanto alza la sua testa e ci infila dentro le sue dita muovendole con energia, sono in estasi ho un primo orgasmo e poi un altro sotto i colpi della sua lingua ma non sono ancora soddisfatta
‘Voglio il tuo cazzo ti prego dammelo’ gli dico
Lui mi prende e mi mette a carponi sul letto viene dietro di me ed appoggia la sua grossa tra le mie grandi labbra poi spinge la sua poderosa mazza dentro ed io urlo dal piacere, lo sento muoversi dentro e fuori di me con colpi vigorosi, accelera, poi rallenta, mi lascia riprendere, sapientemente ritarda il suo orgasmo, poi ricomincia a pomparmi.
Sento le sue mani prendere le mie chiappe ed aprirmele mentre mi scopa, avvicina i sui pollici al mio ano e spinge dolcemente, cerco di divincolarmi ma lui mi tiene e con le dita prima le bagna con gli umori della mia fica e poi forza sul mio buchetto, sento il suo dito penetrare leggermente e docilmente, ma io cerco di allontanarlo
‘Ora ti voglio inculare troia’ mi dice
‘No li no, ti prego scopami’
‘No, ora voglio il tuo culo’ estrae il suo cazzo e lo appoggia sul buchetto
‘ti prego non lo ho mai preso li, lasciami, mi fai male’ ma lui mi tiene sollevata e contemporaneamente spinge la sua mazza, mi sento forzare, lo sento entrare piano piano, poi all’improvviso con un colpo di reni penetra, io urlo dal dolore ma lui insiste e spinge con forza e dopo la cappella spinge dentro tutta la mazza lentamente
‘Ahh’..Fai piano per favore mi fai male’
‘troia ti apro il culo’ e con queste parole comincia a pompare con sempre maggior vigore, io urlavo e lo imploravo di smettere ma lui non ne voleva sapere, si muoveva prima lentamente aumentando man mano il ritmo e poi velocemente, il culo mi faceva un male da morire, mi doleva ma mi piaceva, mi piaceva quella nuova sensazione di essere dominata, l’uomo sopra di me che mi sottometteva e mi umiliava, mi insultava
‘Ti rompo il culo puttana, senti come si può godere anche di culo, godi troia’
‘Sei la mia troia, da oggi sei mia, tu fa come ti dico ed io ti farò godere come hai sempre sognato’
finché sentii alcuni colpi violenti e poi il suo cazzo pulsare e svuotarsi dentro di me, estrasse il suo uccello da me e si stese al mio fianco anch’io mi stesi potendo finalmente rilassare il mio ano sfiancato dai colpi del mio amante.
Ci alzammo ed andammo insieme sotto la doccia, lui mi insaponava dolcemente, mi baciava sul collo accarezzandomi il seno mentre le sue dita si insinuavano ancora tra le mie gambe davanti e dietro
‘dimmi, ti è piaciuto?’
‘Si, ti ho desiderato tanto in questi giorni’
‘Ma hai scopato con tuo marito o no?’
‘No pensavo sempre a te, ti desidero continuamente, ti voglio sempre’
‘Da oggi non devi più fare sesso con tuo marito, ci penserò io a soddisfarti ma tu devi essere solo mia’
‘Non posso, come faccio con lui?’
‘Se vuoi continuare con me devi fare come ti dico’
mi sollevo e mi scopò ancora dolcemente sotto la doccia.
Quando uscimmo stavo cercando nei cassetti mutandine e reggiseno, lui si avvicinò da dietro guardando dentro i miei cassetti, andò sul sicuro, alzò alcuni indumenti e tirò fuori un perizoma nero lo sollevo spiegandolo davanti i miei occhi
‘metti questo!’
Era minuscolo e copriva a malapena la mia intimità, il reggiseno ad esso accoppiato era un balconcino che metteva ben in evidenza le mie grazie lasciando scoperti i capezzoli
‘Ma è troppo osè non posso indossare questo con i tuoi genitori in giro’
‘Se lo hai portato vuoi metterti in mostra come fanno le zoccole così questa sera che dobbiamo uscire a cena tutti assieme metti queste’
‘Ma come facevi a sapere che erano li?’
Mi guardò senza rispondere, era ovvio avesse messo le mani nelle mie cose più intime, mi fece sentire violentata più questo che non i rapporti avuti in precedenza
‘come ti permetti di mettere le mani nelle mie cose’
‘Io metto le mani dove voglio nei tuoi cassetti o sul tuo corpo per me non hai segreti e se non ti va bene così me ne vado anche subito’
Poi andò verso l’armadio estrasse un abitino rosso, molto corto che terminava appena sotto i glutei e con una scollatura che abbinato al reggiseno nero orlato di prima avrebbe messo in bella vista i miei seni
‘ma tu sei pazzo non vorrai che lo metta questa stasera per uscire con mio marito ed i tuoi?’
‘Tu lo farai perché ti piace!’E se ne usci
Rimasi con il vestito in mano guardandolo e pensando che non avrei lo avrei indossato quella sera, non avrei potuto.
Alla sera mi stavo preparando, mio marito in camera vide il vestito sul letto
‘Cara,ma vuoi indossare questo?’
‘Si perché c’è qualcosa che non va?’ gli chiesi, indispettita da quella frase quando lui da tempo non mi guardava più come una donna ma solo come una donna di casa
‘Non volevo dire questo ma non ti sembra un po’ troppo spinto per una cena con gli amici’
Uscii dal bagno ed indossai il vestito sopra all’intimo che Max mi aveva intimato di mettere, il vestitino arrivava appena sotto alle cosce, bastava mi piegassi leggermente che si sarebbe visto il perizoma e quel po’ di peluria che da esso fuoriusciva perché un po’ troppo estremo, sotto quella scollatura e quelle trasparenze, in controluce si potevano anche scorgere i miei capezzoli.
‘Non ti piaccio abbastanza’ dissi a mio marito
‘No no, sei molto bella ma pensavo se non fosse un po’ osè, ma se a te va bene sei molto eccitante così, gli uomini sbaveranno vedendoti’
‘Solo gli uomini o” riferendomi a lui, ma lui fece altro che darmi un bel bacio sulla guancia, ‘Tutti gli uomini, vorrei proprio vedere cosa ti farebbero’.
Così pronti uscimmo, quando ci presentammo davanti a Francesca ed Augusto mi guardarono, anzi lui mi osservò ben bene, era evidente l’effetto che facevo su di lui.
Mentre stavo scendendo dalle scale con Francesca mi sentii chiamare da Max
‘Samantha, mi sembra che sia tuo il cellulare sul tavolo’ controllai la borsa e vidi che mancava, mentre risalivo mi incrociai con lui sulle scale che mi guardava con un sorriso beffardo.
‘Vedi , lo sapevo che ti piace essere una troia.’
‘Bastardo’ gli dissi mentre continuavo le scale, ai sentii avvampare per quella frase in un misto di umiliazione ed eccitazione, salii di corsa arrivai in cucina, vidi sul tavolo il cellulare, lo presi, vidi un messaggio, lo guardai era una foto di una donna nuda alla pecorina mentre veniva inculata, non si vedeva bene chi fosse, ma io mi riconobbi in quella foto, feci per cancellarla ma poi la salvai e raggiunsi gli altri.
Arrivati al ristorante entrammo, Max, che ci aveva anticipati in moto, era seduto al banco del bar che chiacchierava con il cameriere un suo amico, al mio passaggio vidi che mi stava osservando e rideva parlando sottovoce a Max, mi sentivo a disagio pensavo a quello che poteva avergli raccontato o mi misi in testa che era solo la mia paranoia a parlare, ci sedemmo al tavolo e Max si sedette al mio fianco mentre dall’altra parte a capotavola c’era mio marito ed i genitori di Max erano dall’altra parte.
Cominciammo con un brindisi alle vacanze quasi terminate, l’alcool scorreva abbondante, vidi che Luciano non si tirava indietro ad alcun brindisi e come lui i nostri cari amici, Max era l’unico che si tratteneva, i discorsi si facevano sempre più audaci, soprattutto da parte di Augusto che non perdeva occasione, anche di fronte a sua moglie, per farmi i complimenti per il mio abbigliamento, o forse per quello che mettevo in mostra, la cena proseguì senza intoppi, anche Max era stranamente tranquillo, con quella cena finirono le nostre vacanze ma non il mio rapporto con quel bel ragazzo ventenne che mi aveva fatto sentire ringiovanita ed apprezzata come un tempo, ma anche stranamente eccitata da lui e dai suoi atteggiamenti al contempo dolci e dominanti.

Al rientro dalle ferie il rapporto con mio marito continuava come al solito, lui mi trascurava esattamente come prima, non affettivamente ma piuttosto dal punto di vista sessuale, fortunatamente avevo trovato Max, con il quale riuscivo a disinibirmi più di quanto non avessi mai fatto con mio marito, mi trovavo con lui molto di frequente approfittando di ogni momento in cui mio marito era al lavoro od usciva per le sue partite di calcetto con gli amici o ancora per le sue uscite in Mountain bike, e nonostante questo quando non ero con lui sempre lo pensavo, lo desideravo di continuo e lui se ne era accorto e ne approfittava minacciandomi sempre di lasciarmi se non avessi fatto come voleva lui, così io mi offrivo a lui completamente lo lasciavo fare di me quello che voleva, non che mi dispiacesse, avevo scoperto una nuova dimensione nel sesso, ero completamente soggiogata da lui come una diciottenne con il suo primo amore anche se si trattava più di desiderio sessuale che di reale amore.
Un giorno facendo le pulizie di casa trovai un biglietto di mio marito in cui aveva scritto un indirizzo mail di cui non ero a conoscenza e vi era anche la password per accedervi, così incuriosita da fatto che me lo avesse tenuto nascosto accesi il computer ed entrai nella sua posta, rimasi interdetta vedendo gli argomenti trattati da Luciano in quel sito, erano tutte mail di iscrizione a siti di incontri di tutti i tipi, con annunci che aveva pubblicato e mail con persone che si erano messe in contatto con lui, ma quello che mi sconvolse più di tutto era ciò di cui era alla ricerca.
A mia insaputa aveva pubblicato annunci in cui voleva incontrare altri uomini che volessero scopare con me! Per fortuna non aveva pubblicato mie foto ma l’annuncio era chiaro voleva vedermi scopare con altri uomini ma non riusciva a chiedermelo espressamente e chiedeva suggerimenti su come potermi convincere o farmi incontrare quelle persone a mia insaputa che mi avrebbero conteggiato e convinto a scopare con loro e poi avrebbero reso partecipe pure lui ai nostri incontri, in più voleva pure lui provare ad essere scopato dal mio stesso amante.
Era forse diventato gay? No, dalle lettere che lessi non lo era o non aveva ancora provato, ma desiderava provare dei rapporti bisessuali.
Vidi i siti che frequentava di solito dove si era iscritto, siti di cuckold e bisessuali, donne che utilizzavano degli strap on per sodomizzare gli uomini, uomini inculati mentre le mogli venivano scopate da altri, gang bang con uomini di colore, trans e molto altro.
Rimasi letteralmente sconvolta da quello che lessi, quello che più mi dava fastidio era che mi offrisse ad altri ed a mia insaputa, non ero una bigotta ma non potevo accettare di essere trattata come un oggetto, non sapevo se dovevo lasciarlo, sputtanandolo per tutto il paese, di certo non avrei mai accettato di condividere il mio corpo con altri uomini assieme a mio marito, alla fine decisi non dire nulla e lasciarlo fare per vedere se realmente fosse andato avanti, d’altra parte non poteva mettermi in mezzo avevo la possibilità di sapere in anticipo tutte le sue mosse, al momento opportuno avrei agito.
I miei rapporti con Max si facevano sempre più intensi, mi sentivo autorizzata a tradire mio marito anche da quanto ero venuta a scoprire, anche se per il quieto vivere non potevo di certo permettere che lo venisse a sapere.
Una domenica, ero a casa da sola, alla mattina presto chiamai Max e gli chiesi di andare a fare un giro in moto, ci incontrammo come al solito lontano da casa, salii in moto con lui ed andammo al paese dove aveva l’appartamento in montagna, ci fermammo al bar e decisi di raccontargli quello che avevo scoperto di mio marito, sentivo la necessità di confidarmi con qualcuno.
Rimase stupito e comincio a deridere mio marito
‘lo sapevo che quel cornuto di tuo marito non era capace a scoparti ed ora si spiega perché, gli piace sentirlo nel culo più che metterlo al frocetto’
‘Ma dai cosa dici, è pur sempre mio marito, finiscila’ gli risposi
‘Ma se sei così incazzata con lui perché non ti vendichi, perché non gli dai corda ti fai scopare davanti a lui e lo fai inculare e tu vivi la tua vita liberamente’
‘Non posso fare una cosa del genere, e poi non voglio andare con un estraneo’
‘E allora scrivi tu ai suoi contatti e gli dici che lo sodomizzino senza per questo offrire il tuo corpo, dimmi ma a te piacerebbe provare con più uomini?’
‘Ma no, cosa dici, mi fa schifo e non sopporto l’idea che mi offra ad altri così’
‘Dimmi la verità li vorresti più cazzi solo per te? Lo so che sei una troia affamata?’
‘Smettila’ mi risentii per quelle frasi, mi alzai ed uscii dal bar lasciandolo seduto, lui fini la sua birra guardandomi e ridendo, si alzò con tutta calma pagò il conto e mi raggiunse.
‘Ti sei arrabbiata? Vuoi che ti porti a casa?’
‘Si sono arrabiata, ma non voglio andare a casa, andiamo da te!’
Salimmo in moto ed andammo all’appartamento, appena entrati gli saltai al collo, lo abbracciai lo bacia, gli tolsi il giubbotto di pelle, sbottonai la camicia, era bello come sempre, mi piaceva accarezzargli e baciargli i pettorali poi come voleva lui scendevo con la mia bocca fino al suo basso ventre gli tiravo fuori l’uccello, bello, maestoso, duro, lo presi in mano accarezzandolo, scoprendogli il glande rosso e grosso, sentivo sotto le mie narici quell’odore acre ma piacevole di sesso, lo leccavo, salivo dalle sue palle prendendole in bocca su su lungo tutta l’asta di carne per poi prenderlo in bocca e continuare con un magnifico pompino, mi prese per i cappelli forzandomi a guardarlo negli occhi
‘Succhi proprio bene, sei una troia nata’
Mi prese e mi sollevò facendomi sedere sul tavolo della cucina, mi strappo tolse di dosso i pantaloni con una foga incredibile e poi mi strappò letteralmente le mutandine si abbassò tra le mie cosce e cominciò a leccarmi il clito accarezzandomelo con le dita, allargo sempre di più le gambe per facilitargli l’opera, sento la sua lingua insinuarsi tra le labbra, un senso di piacere inusuale mi fa spingere il pube verso di lui, cercare la sua testa per premerla contro di me, si allontana da me gioca con il mio sesso, ne apre le labbra, continua a stuzzicarlo e mi penetra con un dito, lo pizzica, le dita diventano due, si muovono dentro di me in circolo, mi strappano dei gemiti di piacere, all’improvviso si allontana, si alza appoggia il cazzo alle labbra e lo muove solleticandomi senza penetrarmi, poi all’improvviso spinge con forza ed entra in profondità facendomi urlare dal piacere, steso sopra di me mi bacia, sento il sapore della mia figa sulla sua bocca, mi guarda
‘sei bagnata come una troia, ti piace sentirti chiamare puttana? Ti piace esserlo’
Sto godendo sotto i sui colpi violenti ma lenti, le sue parole mi stimolano ancor più,mi lascio andare,gli rispondo
‘Siii, sii mi piace, ti prego continua’
‘Dimmi quanto troia sei e quanto lo vuoi diventare’
‘Si sono molto troia, sono la tua troia, scopami non ti fermare”
Lui insisteva ad insultarmi
‘Puttana tu devi godere solo se lo dico io’
Si fermo estrasse il suo cazzo e mi lascio ansimante ad aspettare di essere impalata nuovamente, con una mano continuava a stuzzicarmi il rosso e duro clitoride ma lentamente facendomi rilassare, mentre con l’altra mi penetra piano piano in profondità, sto scoppiando, voglio godere ma lui non vuole si ferma e riprende.
‘Ti prego scopami, voglio godere’
‘Vuoi godere?’ così dicendo mi infila di nuovo la sua dolce asta nella mia figa in fiamme, la sento dentro in fondo fino a toccarmi punti che mi facevano sobbalzare ad ogni pressione
‘Godi puttana, ti rompo la figa, ti apro tutta, ti sfondooo!’
‘Urlalo ciò che vuoi!’
Mi misi ad urlare
‘Siiii fammi godere, scopami, riempimi tutta, ho voglia di cazzo’ e continuai con frasi che non mi ero mai sentita dire
‘Pensa a quel cornuto di tuo marito come godrebbe a vederti scopare con altri uomini, dimmi la verità quanti ne vuoi?’
‘tanti ne voglio tanti, uno per ogni buco, si sono una puttana’
‘Lo faresti per me, ti faresti sbattere anche da altri’
Ero in estasi pensavo solo a voler godere risposi d’istinto
‘Siiii, siiiii. , per te lo farei, se tu lo vuoi fammi scopare da molti cazzi li voglio tuttiiii’
E con quelle parole sentii il suo cazzo pulsare dentro di me venendo inondata dal suo seme, rimasi esausta distesa sul tavolo della cucina con lui sopra di me, che mi guardava
Continuammo a fare sesso fino a sera fino a che venne l’ora del rientro.
, di certo Luciano era già rientrato, mi rivestii in fretta, guardai le mutandine che Max mi aveva strappato, le misi in borsa e mi infilai i fuseax e partimmo verso casa, ci fermammo al parcheggio, Max baciandomi mi guardò negli occhi e mi disse
‘Sei una donna eccezionale, sempre piena di desiderio, vedrai che con me tirerai fuori tutta la zoccola che c’è in te’
rimasi stupefatta di quelle parole in un momento così dolce e delicato dopo una giornata passata a fare sesso ma non mi soffermai a pesarle salii in macchina e rientrai.
Arrivata a casa Luciano mi stava aspettando
‘Ma dove sei stata? Io sono arrivato già da un paio d’ore’
‘Sono uscita a cercare nuovi amici visto che tu pensi sono allo sport e non si fa più niente’
Alle mie parole lo vidi rimanerci di sasso, poi si avvicinò e mi abbracciò
‘Scusami amore, hai ragione è da molto che ti trascuro’
Mi bacio e mi strinse tra le sue braccia, abbassò le mani sui miei glutei accarezzandomi, mi abbassò i fuseaux, mi guardò
‘ma dove vai in giro senza le mutandine’
Non sapevo cosa rispondere ma non lo lasciai continuare, gli tolsi la maglietta e gli abbassai i pantaloni, ero esausta ma non potevo tirarmi indietro dopo quello che gli avevo detto, e per come mi aveva trovato.
Lo presi in bocca come feci poco prima a Max, lo leccai come avevo fatto poco prima a Max, ma non era Max, non sentivo le stesse sensazioni, gli volevo bene, ma lo amavo ancora?
Andammo sul letto, avevo ancora il sesso in fiamme per come mi aveva scopato poche ore prima Max, non si lubrificava più, succhiavo il suo uccello, era piccolo non come quello di Max, ci mettemmo in un sessantanove, lui mi leccava, e mi dava un po’ di sollievo in attesa di prenderlo nuovamente dentro, mentre gli succhiavo l’uccello vedevo le sue palle, vedevo appena sopra il suo culo, mi vennero in mente le sue mail, gli accarezzai le chiappe, spostai le mie dita sempre più vicino al solco, lo stuzzicai proprio li dove c’erano i sui segreti più intimi, lo sentivo fremere, smise di leccarmi ma rimaneva fermo sopra di me.
Mi bagnai le dita e lo solleticai di più spinsi le mie dita forzando sul suo buchetto come Max faceva con me, piano piano forzavo il dito e lui si apriva, lo sentivo gemere, il dito entrò, ebbe un sussulto poi si mise con la faccia sul letto ed il culo in aria, stava aspettando solo quello, voleva essere inculato
‘Mi fai impazzire amore’ mi disse
Comincia a muovere il mio dito dentro di lui avanti e indietro, poi lo estrassi e lo rimisi subito dentro, mi piazzai dietro di lui per andare meglio e lui si prese l’uccello in mano, si stava segando lentamente, io mi eccitavo a vederlo così esposto
‘si caro ti inculo, dimmi che ti piace sentirlo dentro, dimmi cosa vuoi porco’
‘Si amore inculami, voglio essere inculato da te sono il tuo schiavo puoi fare di me quello che vuoi’
Mi rispose in modo così sottomesso che più parlava più mi eccitavo ad averlo in mio potere ed io eccitata da quella nuova strana sensazione spingevo sempre più forte e la sua mano si muoveva sempre più veloce sul suo cazzetto, mi venivano in mente le parole di Max che lo chiamava frocetto
‘godi frocetto, godi, senti come ti apro questo bel culetto’
‘sborrò tutto il suo seme sulle lenzuola’, e poi si stese sfilandosi dal mio dito, si voltò verso di me guardandomi, era rosso in volto, si vedeva chiaramente che si vergognava di quello che aveva subito, non parlava, mi avvicinai al suo viso e lo baciai dolcemente
‘ti è piaciuto così amore?’ gli chiesi
‘No’Si.. non so cosa mi è preso, scusa’ era senza parole
‘Non ti preoccupare amore’ mentre gli accarezzavo il sedere ‘hai un bel culetto profondo’
Mi alzai, non avevo goduto ma non mi interessava, ero già abbondantemente soddisfatta quel giorno dai colpi infertimi dal mio amante ed avevo provato nuove sensazioni nel vedere un uomo nelle mie mani, mangiammo in silenzio ed andammo a letto presto.
Il giorno dopo pensai a quanto accaduto ed alle parole di Max così lo chiamai e gli chiesi di aiutarmi a contattare qualcuno di loro.
La sera stessa subito dopo cena mi vestii, indossai esattamente quello che mi fece indossare Max l’ultimo giorno delle ferie, avevo tutte le mie forme ben esposte e lo feci senza che nessuno mi dicesse nulla, non so per quale motivo, uscii in salotto dove Luciano stava guardando la Tv, mi vide
‘Ma dove vai cara, e poi vestita così’
Mi avvicinai a lui e lo bacia dolcemente sulle labbra
‘vado fuori con delle amiche, andremmo al pub e poi forse in disco, non ti dispiace vero culetto d’oro?’
‘No ma pensavo rimanessi a casa’
‘Ho voglia di uscire un po’ ma quando ritorno se vuoi ti sveglio..’
Non disse altro e mi guardò uscire
Mi incontrai con Max al solito parcheggio, lui salì in macchina mia,mi guardò e mi baciò
‘Vedo che allora ti piace metterti in mostra, lo dicevo io che sei proprio una gran troia’
Gli misi le braccia al collo e guardandolo
‘Si amore sono una gran troia come tu mi vuoi’
‘Aiutami voglio contattare i suoi contatti ma non so come fare, allora Max estrasse il suo Tab si collego alla mail di Luciano, prese l’indirizzo di un suo contatto e poi dalla mia gli mandammo una mail chiedendogli di non dire nulla a mio marito e di contattarmi per vedere se la cosa potesse andare avanti perché io ero stata coinvolta a mia insaputa e volevo vedere fino a che punto volesse arrivare mio marito, spegnemmo tutto e partimmo verso una discoteca in un paese vicino, non potevo farmi vedere con lui da persone che mi conoscevano.
Entrai abbracciata a lui e tutti gli uomini mi guardavano per lo spettacolo che davo di me, ed io mi sentivo entusiasta degli sguardi che ricevevo, mentre le donne mi guardavano invidiose del mio accompagnatore e chissà cosa altro potessero pensare di una quarantenne vestita con quel micro perizoma ed il reggiseno a balconcino ma soprattutto quel vestitino leggero che con le luci strobo della disco faceva vedere tutto quello che c’era sotto, mi vergognavo ma anche mi eccitavo di quella situazione, avevo i capezzoli duri e risaltavano sul mio vestitino, sentivo i commenti delle altre donne, la più gentile mi apostrofava come una troia, e ne ero orgogliosa.
Al banco Max si mise a parlare con il barman, un suo amico, nella confusione non sentivo i loro discorsi, riuscivo a captare solo qualche parola, quando mi presentò sentii Max dirgli in un orecchio
‘questa è la troia di cui ti avevo parlato’, rimasi di stucco a sapere che aveva raccontato di me ai suoi amici, ero una donna sposata non doveva uscire parola del nostro rapporto e poi chissà cosa gli aveva detto, cercai di non pensarci e di trascorrere una bella serata dopo anni che non andavo più in discoteca, bevemmo un paio di drink, non ero abituata agli alcolici ed il loro effetto si fece subito sentire, andammo in pista, i nostri corpi complice anche l’alcool si scaldarono, ci baciammo e strusciammo come due ventenni, lui lo era ma per me era un ritorno al passato, ballammo piuttosto avvinghiati e lui ne approfittava per far salire il vestitino che già era corto e salendo metteva in mostra agli occhi dei ragazzi vicini i miei glutei e quel filo del perizoma tra le mie chiappe, andammo poi a sederci.
‘Sei proprio eccitante vestita così, i ragazzi ti stanno tutti sbavando dietro, guarda come ti osservano, ti spogliano con gli occhi, se neanche ce ne fosse bisogno, dai fa un po’ di spettacolo, vai a ballare sul cubo io ti guardo da qui’
‘Ma dai non posso salire la sopra si vedrebbe tutto’
‘E allora perché ti sei vestita così? Per mettere in mostra? Dai fallo per me che mi ecciti’
Avevo perso le mie inibizioni e non me lo feci ripetere due volte, mi alzai, stavo per andare, Max mi fermò per un braccio, mi tirò a se, mi baciò ‘Prima togliti le mutandine’
‘Ma dai stai scherzando???’
‘Su queste cose non scherzo mai’ mi disse guardandomi in modo eccitato ed autoritario
Rimasi ferma, fissa nei suoi occhi, ancora bloccata dal suo braccio, con l’altra mano mi abbassai il perizoma e lo tolsi buttandoglielo sul viso, mi mollo ed io mi alza girandomi verso il cubo, in quel momento vidi quattro ragazzi che mi stavano osservando, mi bloccai arrossendo e vergognandomi da morire, avevano di certo assistito alla scena, volevo ritornare a sedermi, poi Max mi guardò
‘Vai’
Complice l’alcool mi feci convincere e salii sul cubo, attorno a me si era formato un capanello di giovani che mi guardavano, vidi anche il barman suo amico, mi urlavano commenti volgari, io invece di scendere ed andarmene mi sentivo sempre più eccitata
‘Si dai muoviti che ci fai eccitare’
‘Hai una fighetta sfondata troia’
Erano questi i commenti più sobri, d’altra parte così esposta non potevo aspettarmi altro, mi volta nella penombra vidi l’amico di Max seduto vicino a lui che mi guardavano e parlavano tra loro, ad un certo punto un ragazzo salì sul cubo e mi prese per i fianchi stringendomi a lui, ma finalmente vidi Max alzarsi avvicinarsi a me prendermi per un braccio e portarmi via, ne ero veramente felice.
Uscimmo salimmo in macchina ed andammo verso casa, ma presto Max mi fece girare per una stradina di campagna che dava accesso ai campi.
‘Fermati qua, ti voglio subito’ fermai la macchina in una rientranza sul bordo della strada
Mi fermai e lui cominciò ad allungare le sue mani sul mio corpo, forzare le mie gambe fino ad arrivare alla mia fica
‘Sei tutta bagnata come una vacca in calore, ti piaceva esibirti così davanti a tutta quella gente vero?’
‘No’ Si, Non so, era l’alcool e lo facevo solo perché me lo avevi chiesto tu, non lo avevo mai fatto, perdonami non pensare male di me’
Spingendo dentro le sue dita e muovendole roteandole mi guardava fissa negli occhi
‘Io non penso male, ho capito che razza di donna sei e cosa vuoi’, ‘ti piace godere sentirti possedere dagli uomini, hai perso troppo tempo con tuo marito ed ora vuoi rifarti, ed io vedrò di accontentarti’
Mi prese per un braccio e mi fece scendere in quella strada di campagna isolata mi spinse con la faccia sul cofano della macchina mi sfila le tette dal vestito mentre mi piazza una mano dietro frugando in mezzo alle mie cosce e mi penetrò con le sue dita, gemevo di piacere, ancora una volta essere posseduta in modo autoritario mi faceva godere forse più dell’atto stesso, tolse le sue mani dalla mia figa e si tirò fuori l’uccello tenendomi con l’altra mano la faccia schiacciata sul cofano, io ero piegata a novanta poi appoggio la punta tra le mie labbrine e mi penetrò con un sol colpo
‘Senti quanto troia sei, sei così bagnata che entra senza neanche forzare’ e cominciò a pomparmi con foga, ‘Ho visto quanto ti piaceva esibirti, mi piaci quando fai la puttana, urla quanto cazzo vuoi’
‘Siii scopami, voglio sentirlo tutto dentro di me’, in quel momento vidi dei fari, sentii anche il rumore di un auto avvicinarsi lentamente alle mie spalle, lui continuava come se niente fosse, spingeva la mia faccia contro il cofano, con l’altra mano mi strizzava le tette penzolanti sotto di me ed intanto mi pompava e mi insultava
‘Ti apro la figa puttana, te la rompo, così quel cornuto di tuo marito con quel cazzetto che si ritrova ci naviga dentro’, la macchina si avvicinava
‘Smettila che sta arrivando una macchina’
vidi i fari che ci stavano illuminando ma lui non si fermava continuava a tenermi bloccata contro l’auto, la macchina oramai era appena dietro a noi, no al nostro fianco, puntarono un faro contro di noi, ‘oddio i carabinieri pensa’ proseguì puntando il faro su di me
‘Brava troione godi, prendilo tutto slabbrata come sei’ mi sentii urlare dietro, erano dei ragazzi che ci avevano visti voltare per la stradina, avevo paura ma lui no e continuava a scoparmi, l’auto prosegui e poco più avanti si volto e tornò indietro non avevano vie d’uscita dall’altra parte, li vidi avvicinarsi, io ero ancora li schiacciata contro il cofano con la faccia rivolta verso di loro con il cazzo di Max ben piantato nella figa e le mie belle ed abbondanti tette a penzoloni, li rividi avvicinarsi lentamente continuando ad urlarmi insulti
‘Su dai scopala, sfondagliela per bene’
Stavo sprofondando dalla vergogna esposta in quel modo mentre mi facevo scopare, guardai dentro l’auto, ne riconobbi uno, Claudio il barman della discoteca, le lacrime cominciarono a scendere sul mio viso, per fortuna proseguirono e se ne andarono mentre Max si svuotava dentro di me, poi usci da me si sistemò, io mi alzai mi girai verso di lui e comincia a colpirlo sul petto con i pugni, piangevo e gli urlavo contro
‘Sei un bastardo, volevi vantarti con i tuoi amici e mi hai scopato sotto i loro occhi, sei una carogna’ mi bloccò le mani mi abbracciò
‘Ti ho sempre detto che mi piaci e mi piace fare sesso con te, e che ti voglio troia come poche donne sanno essere e tu c’e l’hai dentro l’essere puttana’
Salimmo in macchina in silenzio e rientrammo, lo scaricai al parcheggio
‘Beh se vuoi sai dove trovarmi, ma se non te la senti di continuare la scelta sta a te puoi sempre accontentarti di quel frocetto di tuo marito’ mi disse, mi baciò ancora,ero però arrabbiata con lui in quel momento e senza pensarci rientrai in casa dove mio marito stava dormendo e decisi di non svegliarlo.
Passarono alcuni giorni in cui ero agitata, gli ultimi periodi erano stati per me molto tormentati, avevo avuto piacevoli momenti ma anche degli attimi di turbamento, mi ero resa conto che mio marito non mi desiderava poi molto, avevo trovato un amante, avevo scoperto che mio marito avrebbe voluto vedermi posseduta da altri uomini, che lui stesso avrebbe voluto essere posseduto dagli stessi uomini, mentre il mio giovane amante che mi aveva fatto sentire ancora giovane, piacente, desiderata come donna, in realtà era ancora un giovane a cui piaceva vantarsi con gli amici delle sue conquiste ed esibirle ai loro occhi.
Erano diversi giorni che non incontravo più Max, a volte lo incrociavo ma cercavo di evitare il suo sguardo anche se in realtà lo desideravo ancora, d’altra parte dal punto di vista sessuale era eccezionale, resistente e sapeva come comportarsi, era una cosa strana per un giovane ventenne, invece lui sapeva il fatto suo e mi aveva fatto godere in quel mese più di quanto ci fosse riuscito mio marito in 15anni, in più sebbene si usi dire che non contano, anche le misure hanno la loro importanza.
In quei giorni cercai di riprendere le normali attività sessuali con mio marito, cercavo il suo sesso tutte le sere, scopavamo ed evitavo certe pratiche che avevo visto piacergli, ma non era come fare sesso con Max,con lui l’attività era molto più entusiasmante.
Un giorno, a casa da sola, entrai nella posta che avevo creato apposta per contattare chi aveva scritto a Luciano, mi aveva risposto quel tizio, si chiamava Nico, all’inizio mi chiese solo chi ero e cosa volevo, anche la mia mail era stata molto concisa, gli dissi che io ero all’insaputa di quello che stava tramando mio marito, ed ero venuta a saperlo per caso e che ora stavo pensando ad un modo per vendicarmi, instaurai con questo sconosciuto una fitta corrispondenza, andai a confessargli anche la mia relazione segreta, pensavo che tanto se lui non mi conosce poteva essere per me solo una valvola di sfogo,gli scrissi quindi anche di Max e di quanto mi fossi trovata bene ad essere la sua amante ed essere da lui posseduta anche in pratiche a cui prima non ero abituata, era difficile confessare certe cose ma attraverso le mail tutto sembrava semplice ed innocuo, gli raccontai anche che avevo violato il buchetto di Luciano con il mio dito e quanto a lui era piaciuto, nonché che ero insoddisfatta dei miei rapporti con lui e che avevo un estremo desiderio di fare sesso ma non era facile che potesse essere lui la soluzione perché non eravamo vicini e non era facile per me abbandonarmi con una persona che neanche conoscevo e doveva essere mio marito a decidere, se lui riusciva a convincerlo forse, ma solo forse, si poteva fare.
In questa fitta corrispondenza gli dissi che volevo vedere fino a che punto mio marito si sarebbe esposto, quindi gli chiesi di scrivergli e cercare di convincerlo senza però far sapere che io ne ero a conoscenza.
E lui così fece,cominciò a scrivergli cose sconce per convincerlo, gli chiese foto mie, ed io per assecondarlo, durante i rapporti con lui mi facevo fotografare, per fortuna mio marito face di tutto per nascondere la nostra identità, almeno aveva avuto questa prudenza, controllavo la posta di mio marito e vedevo le foto che inviava, mi vedevo a gambe aperte, mentre la sua cappella entrava in me, o mentre mi masturbavo apposta, mentre gli succhiavo l’uccello, per fortuna nessuno poteva riconoscermi se mai fossero uscite quelle foto dalla nostra mail.
Queste foto mi eccitavano, sapere che qualcuno mi vedeva fare quegli atti mi metteva addosso una strana sensazione, un desiderio perverso, stavo pensando che avrei anche potuto realizzare le fantasie di mio marito ma lui non aveva il coraggio di affrontare il discorso.
Durante i nostri rapporti sempre più frequenti anche se per me non completamente soddisfacenti lui insisteva nel dirmi che voleva vedermi scopare con altri uomini ma il tutto si fermava li, una volta avuto l’amplesso i bollenti animi si calmavano e non se ne parlava più.
Ripresi anche quelle pratiche che a lui piacevano molto, mi ero procurata del lubrificante e sempre più di frequente gli stimolavo il culetto finche una sera a letto gli stavo massaggiando l’uccello e con le mani scesi tra le sue chiappe massaggiandogli il bucchetto, mi vide fermarmi ed aprire il cassetto tirare fuori il flacone e mettermi della crema sulle mani
‘Che stai facendo cara’
‘Niente non ti preoccupare ti faccio un servizio che non dimenticherai’
Gli spalmai il gel sul solco tra le chiappe, il suo ano si stava sciogliendo, con un dito forzai, entro facilmente, lui steso sulla schiena con le gambe raggruppate alzò il bacino così io potevo stimolarlo meglio, provai ad inserire il secondo dito, entrò anche questo facilmente, lui fremeva e gemeva, mugolava di piacere
‘ti piace caro?, ti piace sentire che ti apro il culo?’
‘Si amore mi piace, continua’
Forzai con il terzo dito, entrò anche questo senza tanta fatica, non era aperto però il gel faceva la sua azione, spinsi con forza e lui ansimava, spinsi più forte e lui arretrò il bacino perché le sentiva le mie tre dita.
‘Ti piace troia’ gli dissi, per la prima volta usai la parola troia con lui
‘si hai capito bene, tu sei una troia che gli piace prenderlo in culo vero?’
‘si amore si sono la tua troia, fai di me quello che vuoi’
Di nuovo sentivo l’eccitazione di quella prima volta in cui lo avevo sottomesso alla mia volontà, io donna lo stavo inculando, spingevo sempre più forte dentro di lui roteavo le dita e lui si contorceva
‘sei una troia che gode con il culo, dai prenditi in mano quel cazzetto, menatelo’
Mi ubbidì e comincio a segarsi, durò poco, in breve venne spargendo la sborra sulla sua pancia
La raccolsi con la mia mano e gliela appoggiai sulla bocca
‘leccala, senti il tuo gusto troai!’
Ancora ubbidì senza repliche, stava leccando il suo stesso seme dalla mia mano succhiando le mie dita, lo baciai dolcemente tra la mia insoddisfazione come donna e l’affetto che ancora provavo per lui e la sua totale sottomissione.
Il giorno successivo uscii per andare a fare compere all’ipermercato, stavo guardando le vetrine, in quel momento vidi Max, ebbi un tuffo al cuore, erano trascorsi quindici giorni da quella sera, lui non mi vide, girai per il supermercato cercando la scusa per trovarmelo davanti, ancora lo desideravo, all’improvviso me lo trovai alle spalle.
‘Ciao, come va, mi stavi cercando’
‘Ciao, bene, si’no, veramente è che volevo sapere come stavi è un po’ che non ti fai sentire’
‘Ma io ti ho detto che se vuoi continuare basta che ti faccia sentire, come va con quel cornuto di tuo marito, riesce a farti sentire donna o cerchi sempre altro’
‘Sei un porco’
‘Lo so, ma a te piaccio così, e tu lo sai, ho saputo tirare fuori quello che c’è in te, guardati fino a due mesi fa mai ti saresti sognata di andare al supermercato vestita, pardon svestita a questo modo, ti si vede il culo e le tue tette così belle sollevate in mostra per tutti, guarda quell’uomo ti sta mangiando con gli occhi, se potesse ti scoperebbe qui, e tuo marito ti lascia uscire così?’
Aveva ragione, mi piaceva questa nuova dimensione di donna, non ero particolarmente bella ma ero appariscente, ed attiravo gli sguardi di tutti ma non potevo fare a meno di controbattere.
‘Si forse hai ragione, mi piace essere appariscente e che gli uomini mi guardino, mi fa sentire donna,sotto sotto sono come mi dici tu una troia, ma lo sono nell’intimità, quello che hai fatto non te lo posso perdonare’
Mi prese per un braccio e mi invitò ad uscire da li, lo seguii, come un automa, mi resi conto che continuavo a desiderarlo, appena fuori in una zona appartata lo abbracciai
‘Ti voglio, ti desidero tanto’
Mi fece salire in moto ed andammo a casa sua, i suoi erano fuori, entrammo
Mi buttò sul letto
‘ora decidi cosa vuoi fare, o ti alzi e te ne vai oppure ti spogli’ era deciso, lo guardai
Mi alzai e feci scivolare il vestito lungo i fianchi rimanendo in reggiseno e mutandine,ero in piedi davanti a lui che lo aspettavo
‘E questo è spogliarti? Togliti tutto’
Tolsi il reggiseno, ero agitata non riuscivo a sganciarlo, lo girai e lo feci scendere, le mie tette saltarono fuori, lo tolsi, mi abbassai le mutandine, ero nuda di fronte a lui, soggiogata da lui e dal mio desiderio di lui
‘Io ti voglio troia, voglio vederti comportare come una vacca in calore che vuole solo godere delle gioie della vita, voglio che tu faccia quello che ti dico senza avere esitazioni, girati mostrati a me’
Mi girai lentamente, quando mi ritrovai di fronte a lui lo vidi con la telecamera in mano, mi coprii subito con le mani
‘non hai capito molto bene, se non vuoi puoi vestirti ed uscire, ma se veramente mi vuoi togli quelle mani da li!’
Pensai un attimo, volevo scappare, ma lo desideravo troppo, tolsi le mani
‘Brava, prenditi le tette sollevale e leccatele’
Lo feci le presi e le sollevai portandole vicino alle mie labbra, tirai fuori la lingua le leccai, passai la lingua attorno ai capezzoli oramai duri dall’eccitazione
‘Vedo che cominci a capire, apriti le gambe e masturbati’
Non opponevo più la minima resistenza, troppo era il desiderio speravo la smettesse e finalmente mi possedesse, con una mano continuavo a tenere le tette sulla mia bocca, l’altra la posi tra le labbra del mio sesso e mi massaggiavo il clitoride, era la prima volta che lo facevo in piedi di fronte e di fronte ad un uomo, per me la masturbazione era un atto privato, neanche mio marito mi aveva mai vista mentre mi masturbavo
‘Su avanti continua, apri bene quelle gambe, ed apriti la fica, dai non dirmi che non sai masturbarti, lasciati andare fa come se io non ci fossi’
Continuavo a massaggiami, non era facile farlo in piedi,mi sedetti sul letto
‘no in piedi, devi farlo in piedi’
Mi rialzai, per potermi penetrare meglio con le dita mi vidi costretta a piegare leggermente le ginocchia e divaricarle
Appoggiò la telecamera sul comò e usci dicendomi di continuare, quando ritornò mi disse di avere una sorpresa per me, mela mostro
‘Tieni, usalo!’
Era un fallo di lattice, sembrava vero, ne avevo visti solo in internet mai ne avevo avuto uno in mano, ed era grande, ben più anche del suo uccello
‘Ma è enorme che ci devo fare’
‘Ma cosa vuoi farci con un cazzo di plastica, infilatelo’
‘Ma è troppo grande mi romperà’
‘Non ti preoccupare usa questo gel, se mia madre se lo fa sparire in mezzo alle gambe vedrai che ci riuscirai anche tu’
Era di sua madre, e lui l’aveva spiata e l’aveva vista usarlo
Lo presi in mano e ci spalmai il gel, lo passai in mezzo alle mie gambe massaggiandomi, lo appoggiai in mezzo alle labbrine e spinsi leggermente, poi alleggerii la spinta per poi riprendere spingendo sempre più forte sempre più a fondo, la mia fica si stava allargando un po’ alla volta, sentivo la cappella di quel grosso uccello penetrare lentamente e sempre più, stavo dando uno spettacolo osceno di me di fronte a quel dolce ed al contempo duro ed intransigente amante, godeva nel vedermi sottomessa, pensai come io mi ritrovai a godere mentre sottomettevo mio marito, godeva nell’umiliarmi, ma non mi importava faceva parte del gioco tra noi, finché eravamo io e lui solamente questo mi eccitava ancora di più ed accettavo di subire questo pur di poter godere di lui dopo.
Continuavo e sentivo il fallo entrare sempre più, la mia figa si era aperta, oramai entrava tutto e sempre più in profondità, mi ero dovuta accucciare ancora di più per poterlo far entrare, mi esponevo al suo sguardo lussurioso, sentivo il mio corpo vibrare
‘Dai puttana spingilo che mi piace vederti, sei aperta come una vacca’
Si piazzò davanti a me praticamente seduta su quel cazzo enorme mentre mi impalavo e mi mise il suo di cazzo in bocca prendendomi la testa e spingendolo dentro tutto con violenza, mi vennero dei conati di vomito, persi l’equilibrio e mi trovai realmente a terra con tutto quell’uccello di plastica nelle viscere, urlai dal dolore ma anche dal piacere di quella penetrazione violenta e lui continuava a pomparmi in bocca, finalmente si decise mi buttò sul letto e sostituì quel cazzo fittizio con il suo, era dolce sentire una mazza di carne vera che mi penetrava, lo abbracciavo tirandolo a me e lasciandomi penetrare come lui sapeva, prima piano e poi forte, alternando il ritmo in continuazione, la mia figa era aperta ma la sua mazza la sentivo ancora, era piacevole, gli cinsi le gambe attorno alla vita per tirarlo verso di me e sentirmi penetrare di più
‘Urlavo, siii ancora ancora di più voglio il tuo cazzo, sono una troia affamata, voglio godere, spaccami’.’
‘Senti come entra bene ora, hai una figa accogliente, bagnata e calda, si mi piace quando ti vedo godere e mi piace godere di te’
Pompò a lungo venni varie volte sotto i suoi colpi, finalmente scaricò dentro di me una quantità enorme di sborra che sentivo colare dalle mie gambe, ero esausta rimasi stesa a rilassarmi finchè vidi sulla sveglia l’ora, mio marito era di sicuro già rientrato ed a breve ed a breve sarebbero rientrati anche i suoi, dovevo lavarmi, mi alzai ed andai verso la doccia ma lui mi fermò
‘Dove vai?’
‘vado a lavarmi devo andare via prima che rientrino i tuoi’
‘Non lavarti, vestiti e vai a casa così, tanto hai due passi da fare solamente, e fai l’amore con tuo marito e gli fai leccare la tua fighetta piena della mia sborra!’
‘Ma dai cosa dici, sono sudata e lurida, se ne accorgerà’
‘può essere, ma non è il suo desiderio che tu scopi con altri uomini’..
Mi vestii, feci per infilarmi le mutandine
‘non lasciale qui’
Finii di vestirmi ed uscii di corsa andando verso casa, appena entrai vidi mio marito lo salutai ma corsi in bagno, mi venne dietro, stavo per sciacquarmi
‘dove sei stata?’
‘Ero fuori al supermercato, poi ho trovato delle amiche ed il tempo è passato senza accorgermene’
Eravamo li una di fronte all’altro, gli presi la testa, lo avvicinai a me e lo baciai con foga con passione, lo feci abbassare appoggiandomi al lavandino gli spinsi la testa in mezzo alle mie gambe sollevandomi il vestitino, sentii la sua lingua tra le mie cosce, pensavo a quello che avevo appena fatto e che lui stava leccando dove Max si era scaricato, leccava la sborra di un altro uomo direttamente dalla mia figa, mi chiedevo se poteva sentire la differenza, un sapore diverso dal solito, beh era impossibile che non se ne accorgesse, mi aveva trovato senza le mutandine, avevo goduto come una cagna, ero sporca dei miei umori e del seme di un altro uomo come poteva lui leccare e non dire nulla od era uno stupido oppure”.
Mi feci leccare aprendo sempre di più le gambe e aprendomi le labbra, mi stavo eccitando nuovamente, volevo godere ancora, andammo in salotto lo spinsi sul divano e lo spogliai, il suo cazzetto era duro ma non era enorme, mi ci misi sopra impalandomi, ma non era quello di Max, si lo sentivo ma dovevo dimenarmi molto per arrivare a stimolare le zone più sensibili, lo sentii venire rapidamente ed io ebbi un orgasmo ma non era abbastanza avrei voluto scopare ancora.
In quelle settimane mi ero ritrovata, da donna che faceva l’amore solo con il marito e neanche di frequente, ad una donna che aveva sempre più bisogno di fare sesso, lo volevo, si volevo sempre scopare avere un cazzo in mezzo alle gambe, ogni situazione mi eccitava ma mio marito non riusciva a soddisfarmi.
Passarono diversi giorni in cui queste pratiche si ripetevano, avevo ricominciato a vedermi frequentemente con Max, per fortuna sembrava che gli fosse passata la voglia di mostrarmi ai suoi amici, era tornato dolce e sensuale, quando ero con lui provavo una strana sensazione, era duro ed autoritario, mi umiliava ma mi faceva sentire donna, godevo di lui, godevo nell’essere penetrata ma anche sottomessa, mi obbligava a far uso di quel fallo ma poi mi scopava e così mi sentivo soddisfatta, usava sapientemente il bastone e la carota per questo anche se a volte maltrattata io continuavo a desiderarlo anche perché mio marito oramai quasi non mi scopava, sembrava preferire essere da me inculato o leccarmi quando rientravo ancora sporca di Max, e non riuscivo a capire se sospettasse qualcosa, probabilmente non di lui ma che ci fosse qualcuno, ero abbastanza attenta a non farmi vedere in paese con lui, a volte andavo a trovarlo anche a casa ma con la scusa di andare a trovare i suoi, oppure uscivo in moto per brevi giri il più delle volte ci incontravamo al solito parcheggio e da li partivamo per paesi limitrofi.
Continuavo a controllare la posta di mio marito, vidi che aveva intensificato le mail con Gianpaolo, vidi che,visto che non aveva il coraggio di confessarmi il suo desiderio, gli aveva chiesto se era disponibile anche ad un incontro tra loro soli perché voleva provare a farsi aprire, mentre l’altro era titubante perché voleva che io fossi partecipe, fu a quel punto che scrissi io dicendogli che avrei voluto che provasse ad andare fino in fondo e poi mi mandasse le foto del culo rotto di Luciano, ero piuttosto arrabbiata che avesse deciso di andare avanti ed ora anche da solo.
Gianpaolo gli scrisse che prima voleva vedere delle foto sue, ma non gli interessavano integrali, voleva vedere se era vero che io gli aprivo il culo con le dita, anzi gli scrisse , quando lessi questo mi eccitai e mi ritornarono in mente le immagini viste nei siti che Luciano era solito frequentare, oramai me lo stavo immaginando e in quei brevi rapporti che avevamo speravo sempre che me lo tirasse fuori all’improvviso così da poter realizzare quella fantasia, inculare veramente mio marito con un cazzo non solo con le dita, mi immaginavo io donna con un cazzo al posto della mia passera ed usarlo su mio marito, fu così che trasportata da queste sensazioni ne parlai anche con Max che mi fece una proposta, andare noi in un sexy shop a prenderlo e sbatterglielo in faccia, ovviamente accettai,mi stavo trasformando sempre più in una assatanata di sesso, non di amore, ma di pratiche sessuali anche un po’ strane.
Ci incontrammo un sabato, ed andammo in un negozio ad una ventina di chilometri da casa, c’e n’era un di più vicino ma ero troppo esposta agli sguardi dei miei paesani e recarmi in un negozio di quel tipo con una persona che non conoscevo sarebbe stata una confessione, arrivati non volevo più entrare, l’entrata era abbastanza squallida ma non era quello,mi vergognavo troppo, ma lui mi convinse, ‘dai tanto non ti riconosce nessuno qui’.
Entrammo, c’era una giovane ragazza al banco, salutò Max, si conoscevano già, lo guardai
‘ma sei un cliente fisso?’ gli chiesi
‘No, ma lei è una mia amica e qualche volta vengo anche a trovarla qui al negozio’
‘Chissà quante cose ancora non so di te’
‘Non ti preoccupare piano pian le verrai a conoscere, non c’è fretta’
Guardammo tra le vetrine, c’erano cose che non avevo mai visto, abbigliamento per donne, uomini e gay, nonché tutta una serie di toys delle misure più disparate, ne vidi uno era veramente enorme, quello che mi faceva usare Max a volte era la metà e per me era già grande
‘Ma chi usa una cosa del genere’
‘Mah qualcuna riuscirà ad infilarselo, vorresti provarlo?’
‘ma no stai scherzando’
Max chiese aiuto alla ragazza
‘Stiamo cercando uno strap on’
‘certo ce ne sono di diverse misure e materiali’ e ce ne mostro alcuni descrivendoli
‘Non mi dire che è per te Max?’
‘Non scherzare Giulia, sai cosa piace a me, è per suo marito ha certi desideri repressi che lei vorrebbe soddisfare, che misura vorresti fargli provare cara?’
Ero indecisa, ne vedevo diversi, ne presi in mano uno piccolino, più o meno delle dimensioni di quello di Luciano, Max invece ne prese uno ben più grande ‘penso che dovresti prenderne uno così, quello sembra il suo con questo invece tuo marito proverà quello che senti tu con il mio’, stava deridendo mio marito davanti ad una sconosciuta, probabilmente lavorando in quell’ambiente ne aveva viste e sentite di tutti i colori ma così rivelava la verità di quanto fosse sprovvisto mio marito e delle sue inclinazioni ma faceva passare anche me per una troia, arrossii dalla vergogna anche Giulia ora sapeva che mi facevo scopare da lui, anzi me lo facevo mettere nel culo, lei mi guardò
‘Allora sei tu la fortunata che se lo scopa, non sai quanto ti invidio, alla tua età trovare uno come lui’.’ mi disse
‘ eh si sono molto fortunata,’ dissi abbassando lo sguardo mi aveva dato anche della vecchia
Scegliemmo quello, io volevo uscire ma lui volle guardare in giro, guarda quanta bella roba c’è, ti piacerebbe indossare questo indicando un vestitino in latex nero
‘No dai usciamo’
‘dai per favore provalo’
Andai nel camerino ad indossarlo, mi guardai nello specchio, non volevo uscire era cortissimo si vedeva il perizoma che indossavo anche senza che mi abbassassi le tette venivano spinte in su tanto che sembravano scoppiare in più avevo un paio di calze nere autoreggenti e dei tacchi a spillo altissimi,il tutto mi faceva veramente sembrare un battona da strada
‘Dai esci che voglio vederti’
Uscii al suo fianco che lo teneva per un braccio c’era Giulia
‘E’ bellissimo, le dona, la rende veramente eccitante’
Si avvicinò a me e prese il vestito tirandolo più in sue toccandomi le tette
‘E queste due belle mammelle sono eccezionali sono ancora molto sode per la sua età, hai fatto proprio un bell’affare’
Lo aveva già acquistato?
No mi resi conto che lei parlava di me non del vestito
‘Va bene prendo anche questo, facci un buon sconto’
‘Si tranquillo, tanto poi ricarico qualcosa sul conto di tua madre, tanto lei non se ne accorge, quella è più pervertita di te.’
Prendemmo le nostre cose ed uscimmo
‘Potevi anche dirmi che conoscevi la commessa’
‘ma dai cosa c’è che non va’
‘Mi ha preso per una vecchia sgualdrina, ed ora tu le hai detto anche che mio marito non è dotato, è cornuto ed è pure finocchio, non ti sembra di aver esagerato e poi mi ha anche messo le mani addosso’
‘Dovevo dirle che lo strap-on era per me? Dovevo dare una spiegazione altrimenti cosa avrebbe potuto dire ai miei amici, e poi ti ha solo toccato quelle belle tettone, ma dimmi piuttosto ti è piaciuto?’
‘No non mi è piaciuto sentirmi toccare da una donna, e quel vestito non penserai che lo metta?’
‘Beh magari la prossima volta troviamo suo fratello, il vestito? Lo metterai per me in privato e magari anche no”’
‘Dai amore andiamo a casa mia abbiamo un paio d’ore prima che rientri mio marito, voglio ancora essere tua’
Quel giro al sexy shop mi aveva messo comunque una strana eccitazione addosso, c’era abbastanza tempo per spegnere i miei bollenti spiriti.
Appena entrati gli saltai letteralmente addosso, ‘Sei un porco,ti piace umiliarmi davanti alle tue amichette vero?’
‘Si mi piace far sapere a tutti con che razza di vacca io mi accoppio, perché questo sei, un animale da sesso vero”
‘Si, sono una troia affamata’ cominciò a frugare tra le mie cosce ‘senti che lago hai in mezzo alle gambe senza che neanche ti abbia toccato, ti piaceva farti vedere al negozio vero, sentire le mani di Giulia sulle tue belle tette’, tirò fuori lo strap-on che avevamo acquistato per Luciano, e me lo infilò in bocca,
‘su dai leccalo, succhialo come se fosse un cazzo vero, bagnalo sputaci sopra’
Lo presi in bocca e cominciai a pompare come fosse un cazzo vero
‘sai che Giulia lo sa che ora ti sto facendo questo, glielo ho detto che te lo avrei fatto provare’
poi passò a strofinarmelo sulla figa bollente, lo sentivo scorrere sul clitoride già turgido e dritto in mezzo alle mie labbra gonfie, poi spinse quel fallo dentro la mia figa grondante di umori, penetrò facilmente, non era grosso come quello che mi aveva fatto provare a casa sua ma lo usava sapientemente, mi penetrava con esso e con l’altra mano mi pizzicava il clito unendo dolore al godimento che stavo provando, gemevo ed urlavo, pensavo a Giulia e pensavo che aveva ragione ero una puttana vogliosa di cazzo, e dovevo ringraziare Max per farmi quello che mi stava facendolo, ‘Grazie amore, grazie per farmi questo’..ti prego continua’ a quelle parole fece entrare il fallo in profondità nelle mie viscere, lo sentii, emisi un urlo dal piacere
‘Siii ancora siii più a fondo’.’
Spinse, spinse con forza, a fondo, feci in balzo indietro con il bacino mi stava spaccando, l’altra mano si spostò tra le mie chiappe, sentivo il suo dito premere, si era spalmato la mano del lubrificante che avevamo preso con lo strap-on, mi ritrovai con la figa piena di quel adorabile oggetto e due dita che mi frugavano il culo, estrasse le dita e si stese sul letto con la mazza che si ergeva tra le sue gambe era un oggetto mistico, lo volevo ma lui mi disse di salire sopra di lui ed impalarmi con il culo su quel cazzo, lo feci, lo puntai sul mio buchetto
‘Girati, guardami negli occhi mentre ti impali, voglio vederti in faccia mentre hai il mio cazzo piantato nel tuo culo e devi urlarmi quanto ti piace farti inculare’
Mi voltai e piano piano scesi facendo entrare il cazzo nel buchetto
‘avanti muoviti fammi venire, voglio riempirti il culo di sborra’
Mi muovevo su e giù impalata su quella magnifica asta di carne, finalmente venne e mi riempi li buco, ero esausta mi stesi sul letto, mi facevano male entrambi i buchi, ma lui non ne voleva sapere di smettere, riprese lo strap-on, lo lubrificò per bene ancora e poi mi fece mettere a pecorina sul letto, me lo spinse ancora in figa prendendomi da dietro ma non era soddisfatto, sentii un liquido fresco scorrere tra le chiappe, mi stava spalmando il gel e mi massaggio l’ano ancora
‘Per favore basta non ne posso più’
‘Sei una troia e ti scopo fino a quando io sono stanco’
Sentii il suo uccello piantarsi tra le mie chiappe e lui spingere dolcemente, entrò si muoveva dentro di me, in figa avevo il fallo
‘Muovilo su, muovilo avanti e indietro scopati con quel cazzo finto’
Lo feci lo muovevo sentivo le due mazze toccarsi tra loro separate dalle sottili pareti del mio corpo.
‘Anche questo ho detto a Giulia, che ti avrei inculato mentre lo prendevi in figa, lei lo sa quanto sei troia’
Queste parole mi fecero male, vergognare che altri sapessero quanto troia fossi, ma allo stesso tempo eccitata nel sapere che altri sapessero, fin dove sarebbe arrivato Max, non lo sapevo ma non potevo più fare a meno di lui, adoravo quanto mi faceva, adoravo sentirmi umiliata da lui.
All’improvviso tirò fuori il cazzo dal mio culo e lo piazzo davanti ai miei occhi sborrandomi in faccia, il seme colava sul mio viso tirai fuori la lingua e mi leccai tutto attorno alla bocca guardando fisso negli occhi Max, non mi riconoscevo proprio, in pochi mesi ero diventata un’altra persona.
Ci rivestimmo a breve sarebbe arrivato Luciano, mi pulii la faccia con un fazzoletto e rimisi lo strap-on nella scatola rapidamente nascondendolo perché sentii la sua auto fermarsi.
Max prese la borsa con il vestito acquistato al sexi shop e si trovava sulla porta quando Luciano aprì
‘Ciao Max, come mai da queste parti’
‘Ah nulla mia madre mi aveva mandato a prendere questo vestito da Samantha, lo sa che ha una moglie bellissima che fa impazzire gli uomini’
‘ah si grazie, si si lo so’ disse entrando
‘Dai bacialo, con passione, voglio vederlo baciare dove ho appena sborrato’ mi sussurrò in un orecchio
Presi Luciano per un braccio e lo baciai dolcemente mentre dava le spalle a Max, lo guardai negli occhi, capii che voleva qualcosa di più, allora lo baciai con passione mettendo la mia lingua che sapeva si sperma nella sua bocca e lui ricambiò mentre Max mi guardava orgoglioso e vanitoso.
‘Beh io vi saluto avrete altro da fare’ E se ne usci.

Quella sera stessa dopo cena mi presentai in salotto di fronte a Luciano vestita con una magliettina leggera scollata e senza reggiseno ed un gonnellino molto corto e ampio, gli presi la testa e lo baciai a lungo poi gliela abbassai sulle mie tette, le tirai fuori e gliele feci leccare e bacciare, sentivo la sua lingua sui capezzoli, mi sentivo eccitare, anche lui si eccitava, gli presi la testa girandola verso di me e lo guardai negli occhi,
‘Ti piace quando ti scopo nel culo, amore?’
‘Si, mi piace da morire’
‘Dimmelo tu cosa ti piace’
‘Mi piace che mi inculi cara’
‘Ho una sorpresina per te’
Gli presi la testa e gliela premetti in mezzo alle gambe
‘Ma cos’hai’
Sollevail il gonnellino e dalle mutandine spuntava lo strap-on
‘Lo vedi, è tutto per te, prendilo e tiralo fuori, voglio vedere come lo succhi’
Mi guardò negli occhi in modo stupefatto ma senza dire nulla lo estrasse lo prese in mano e se lo infilò in bocca cominciando a succhiarlo come fosse un cazzo vero
‘Bravo, dai leccalo bene inumidiscilo’
Leccava proprio bene
‘bene ora abbassati i pantaloni e girati’
Non diceva nulla ubbidiva sommessamente, d’altra parte stavo esaudendo il suo desiderio segreto, presi il gel lo spalmai sul fallo ed anche sul suo culo massaggiandolo e penetrandolo con le mie dita per stimolarlo,
‘dimmi troia cosa vuoi che ti faccia’
‘mettimelo dentro’
‘dimmi forte che vuoi essere inculata’ volutamente avevo usato il femminile, era davanti a me piegato sul divano con il culo sollevato, sembrava proprio una troia in attesa di prenderlo,ma era proprio ciò che desiderava? Mi sembrava impossibile che un uomo potesse voler provare certe sensazioni, ma era chiaro che aspettava solo che lo penetrassi come lo avrebbe fatto realmente un uomo
‘Inculami amore si inculami, lo voglio’
Quelle parole scatenarono in me uno stato di eccitazione che non ci pensai su ulteriormente, glielo appoggiai sull’ano spingendo pian piano, lo sentivo allargarsi per poterlo ricevere, spingevo e poi lo tiravo indietro per poi improntarlo nuovamente tra le sue chiappe e spingere sempre più a fondo, proprio come aveva fatto Max con me, lui gemeva dal dolore o dal piacere non sapevo, finché vidi lo strap-on penetrare, tutta la cappella era dentro
‘Ti piace puttana’
‘siiii, siii mi piace spingilo dentro ancora più dentro’
‘Ora ti rompo il culo, vedrai che servizi etto ti faccio’..puttana’
Spinsi, urlò, questa volta dal dolore si sentiva, io pian piano insistevo, lo muovevo avanti e indietro, il suo ano si stava abituando,
‘prenditi quel cazzetto dai, menatelo, segati’
Lo vedevo sotto di me mentre lo sodomizzavo e lui si segava l’uccello, gli presi in mano la sua mano e lo feci accelerare, non durò molto d’altra parte la resistenza non è mai stata una sua dote, mi sborrò sulla mano, smisi di pomparlo,anche lui una volta venuto si era disteso, evidentemente una volta avuto l’orgasmo provava dolore al culo e non più piacere, gli misi la mano impiastricciata sulla bocca spingendo le mie dita dentro la sua bocca che lui leccò pulendo per bene.
Una volta terminato andai a lavare per bene lo strap-on e poi tornai da lui, ero ancora eccitata, io non avevo ancora goduto ed avevo bisogno della mia dose di cazzo,
‘adesso tocca a te soddisfarli’ gli dissi
ero distesa, aspettavo, si mise sopra di me sentivo il suo cazzetto moscio tra le mie gambe, lo guardai dritto negli occhi ‘no, non con quello, con questo.. ‘ gli piazzai lo strap on in faccia,
‘Ma..ma’cosa”
‘forza indossalo e scopami, cosa vorresti farmi con quel cazzetto che ti ritrovi, usa questo..’
Lo indossò e dopo averlo lubrificato me lo infilò dentro, si finalmente sentivo qualcosa anche con mio marito, mi girai senza neanche farlo uscire e mi feci prendere alla pecorina mentre lui pompava io gemevo dal piacere, mentre mi pizzicavo e stimolavo il clitoride, mi voltai guardandolo, era chiaramente deluso, deluso che stessi godendo con un cazzo di plastica e non con il suo, lo feci andare avanti per un bel po’,molto più di un normale rapporto con lui ebbi diversi orgasmi fino a che esausta mi stesi sul divano e lui rimase alle mie spalle con quel grande fallo di fianco al suo e questo lo faceva sembrare ancora più piccolo
Lo guardai e sorrisi, ‘cosa stai pensando amore’, ‘beh stavo pensando che ti ci vuole proprio un altro cazzo per farmi godere’. E risi’, si sentì umiliato,
‘Cara non puoi dirmi questo, io ti amo’
‘Si mi ami ed anch’io ti voglio molto bene, ma sembra che tu preferisca prenderlo in culo”
‘Ma cara anche a te piaceva farmi questo’
‘lo ho fatto per te e per il nostro matrimonio perché tutto sommato non voglio perderti e non voglio che la gente sparli di noi’
Il giorno dopo aver sodomizzato mio marito, mi incontrai con Max e gli raccontai come era andata
‘Però sei stata molto brava, mi sembra che sia stato più facile di quanto pensavamo, ha rivelato la sua vera natura’
‘Si la penso come te, ha proprio in indole da finocchio,ed io che lo ho sposato e fino ad oggi non me ne ero accorta’
Non ero felice e lo si vedeva, pensavo alla mia vita, scoprire che mio marito desiderava condividermi con altri uomini e poi che provava più piacere a farselo mettere che non a scopare la propria moglie non era una cosa che rendeva una donna realizzata, per fortuna che c’era Max.
Passarono diversi giorni da quella sera in cui avevo ‘scopato’ mio marito e con lui i rapporti erano sempre tesi anche se lui trovava godimento quando glielo mettevo mentre io negli incontri con Max, alla fine eravamo felici entrambi e potevamo continuare a convivere per salvare le apparenze di fronte alla gente.
All’improvviso i rapporti con Max però divennero più radi, era sempre più difficile incontrarsi, sempre più spesso passavo da casa sua con la scusa di andare a trovare Francesca, ma lui salutava velocemente e se ne andava, oppure si soffermava lanciando frecciatine anche di fronte a sua madre.
Un giorno arrivai a casa sua, salutai Francesca, lui era li lo guardai, lui mi guardò acido e se ne andò, sua madre mi guardò
‘Senti, scusa se te lo chiedo, ma Max ti ha fatto qualcosa, vedo uno strano atteggiamento, c’è qualcosa’.che devi dirmi?
‘No no niente” lasciammo morire il discorso li ma forse lei stava sospettando qualcosa
Anche se nei giorni successivi non lesinava battute sui giovani ventenni o sulle signore di una certa età che cercavano i piaceri con i giovanotti visto che il mercato dei gigolò era sempre più florido, cose a cui rispondevo sempre in modo ambiguo.
Un giovedì andai a casa sua, lui era in garage che sistemava la sua moto mentre i suoi erano fuori,
‘Max, dimmi cosa c’è perché non vuoi più incontrarmi, ho sbagliato a fare qualcosa’
‘No non hai sbagliato nulla ma forse è meglio che smettiamo qui’
‘No non puoi dirmi questo dopo che ho rovinato anche il rapporto con mio marito, e poi tu lo sai quanto ti desidero, farei di tutto per te!’
‘Si anch’io ti desidero,adoro fare sesso con te e ti vorrei troia come non mai, ma tu saresti disposta’
‘Certo che lo sono,se tu lo vuoi sarò troia, puttana, ti farò tutto quello che desideri’
‘Va bene, vuoi continuare? Allora, va a casa prepara una borsa veloce e di a tuo marito che domani partirai per la montagna con delle amiche fino a domenica sera, domani mattina ci incontreremmo al solito posto ed andremmo su, per due notti sarai mia’.e farai la troia come vorrò io’.Ti va bene? O così o meglio smettere’
‘no, no mi va bene,’.. vado subito a dirglielo, ti prego, dammi una assaggio di quello che mi aspetta, ho tanta voglia’, li nel suo garage gli saltai addosso, lo baciavo ovunque, seduta sul tavolo da lavoro lo tirai verso di me, gli misi le gambe attorno al corpo per stringerlo a me, così avvinghiati scopammo, sentivo il suo duro membro dentro di me, si lo volevo,erano giorni che lo desideravo, quell’attesa era stata lunga ma ne era valsa la pena.
Uscii da lui baciandolo ancora, mi guardò
‘Mi raccomando, non mi deludere questo week end’
‘No no, sarò tua, qualunque cosa vorrai di me’
‘Vedremo’
Felice per aver ripreso in mano quel rapporto me ne andai a casa, quando arrivò Luciano, lo guardai e glielo dissi
‘Caro, ho bisogno di evadere un po’ da qui,voglio andare in montagna con Elisa’ lei era una mia amica fin dai tempi di scuola, ma anche lei era all’oscuro di quel rapporto, sapeva che frequentavo un’altra persona ma non potevo confidarmi nemmeno con lei fino in fondo, comunque mi avrebbe coperto anche se stava notando dei cambiamenti pesanti in me e continuamente mi metteva in guardia, ma ero troppo su di giri, non potevo smettere.
Mio marito mi guardò e mi chiese se c’era altro che dovevo dirgli
‘Cara, ultimamente stai cambiando, c’è qualcosa che mi nascondi’
‘ma non caro, è che tu stai cambiando ed io ho bisogno di riflettere’
‘Amore non voglio perderti, io ti amo sempre’
‘Anch’io caro ma voglio un po’ di libertà voglio sfogarmi un pochino’
Quella sera preparai la borsa, alla mattina salutai Luciano che doveva recarsi al lavoro, poi il pomeriggio come d’accordo passai a prendere Max al solito posto, lasciò la moto da un amico che abitava poco lontano e partimmo.
Arrivammo su la sera, ci sistemammo nel suo appartamento, mi spogliai e mi stesi sul letto, mi guardò ma non fece nulla, allora presi l’iniziativa e lo tirai sul letto sopra di me, mi baciò
‘E’ ancora presto, riposati per questa notte’ prese un sacchetto dalla sua borsa
‘Questa notte andiamo a ballare, indossa questo’
Lo aprii, rimasi allibita
‘Ma stai scherzando? Non vorrai che metta questo per andare in discoteca’
Era il vestito acquistato al sexy-shop
‘Ma dai non è una disco è un club per pochi amici’
‘qualsiasi cosa sia non posso venire con questo’
‘Perché no, sarai splendida, e poi cosa mi hai detto ieri? , è ora’
Usci dalla camera lasciandomi con quel abitino sconcio
Mi dissi tra me che non lo avrei mai messo e rimasi a letto a pensare e ripensare, le lacrime mi rigavano il viso, dopo una buona mezz’ora entrai in bagno e lo indossai, mi guardai allo specchio, offrivo di me un immagine indecente, uscii in salotto dove c’era anche Max, mi osservò dalla testa ai piedi
L’abitino, un pezzo unico, era fatto da un paio di pantaloncini e sopra era completamente aperto nel mezzo, le tette mi venivano schiacciate verso l’alto, sembravano esplodere, era come avere un reggiseno di due taglie inferiori, sbordavano da tutte le parti, i due fianchi erano tenuti insieme da dei fili intrecciati e nella parte posteriore la schiena era completamente scoperta fino a mostrare l’inizio del solco tra i glutei, i pantaloncini anch’essi tiratissimi sembravano segarmi in due il sesso, si vedevano le due grandi labbra rigonfie ed anche le due chiappe erano ben divise dalla cucitura che si insinuava tra di esse facendole risaltare, le calze autoreggenti nere a rete davano un tocco perverso alla mia persona.
‘Wow, sei magnifica, sei proprio troia come piace a me’
Erano già le undici, andammo in questo localino, per entrare ci chiesero i documenti, ero rossa dalla vergogna anche se ancora vestita del mio soprabito, ma sapevo che avrei dovuto toglierlo.
Era un piccolo club riservato, era carino, poltroncine disposti tutt’attorno alla sala,in un area c’erano dei divanetti dietro a delle tende rosse e nere, in centro una piccola pista da ballo, vari cubi su cui ballare alcuni con dei tubi al centro per delle esibizioni tipo balli da lap dance, non c’era molta gente ma tutti vestiti in modo sexi e provocante, varie ragazze giovani e meno che mettevano in mostra le loro grazie ed i ragazzi anche loro con un età media piuttosto bassa vestiti con abbigliamento generalmente in pelle aderente, non capivo che posto fosse,
‘dove siamo?’ chiesi a Max
‘E’ un disco privè in cui ci si può liberare delle proprie inibizioni ballare, mettersi in mostra, sfogare le proprie voglie liberamente, vedrai che ti divertirai qui in compagnia, ma non è un locale pubblico in cui chiunque può entrare, qui siamo tutti amici e conoscenti, infatti non è nemmeno pubblicizzato, niente insegne, è ricavato all’interno della villa di un amico che ha un po’ di soldi’
Ero ancora davanti al guardaroba quando vidi avvicinarsi una ragazza, abbracciò e baciò Max poi si avvicinò a me, la vidi bene in faccia, era Giulia, la commessa del sexy shop, anche lei vestita con un abitino che metteva in mostra le sue tette, due belle bombe, su un corpo esile ma non proprio magro, era realmente una gran bella ragazza e molto eccitante.
Mi abbracciò e mi bacio sulle labbra, rimasi di stucco al contatto di quelle labbra, mi aprì il soprabito
‘Vedo che lo hai indossato questo abitino, sei proprio una gran bella donna, farai morire di voglia i ragazzi qua dentro ed anche le ragazze, non vedo l’ora di vederti muovere in pista magari troveremmo il modo di divertirci insieme’
Mi aiutò a togliere completamente il soprabito e lo consegnò all’addetta al guardaroba.
poi rivolgendosi a Max
‘Hai trovato un gran pezzo di donna, si vede che dentro di se ha una carica sensuale non comune, mi piacerebbe partecipare, ora vi lascio ci vediamo dopo’
‘Partecipare a cosa?’
‘Bah nulla non ci pensare pensa solo a divertirti’
Entrammo, Max mi trascinò letteralmente al bar,
Udii il barman salutare Max come due vecchi amici, e poi lo sentii chiedere cosa volevamo bere:
‘Un Pampero’ dissi girandomi, rimasi scioccata quando lo vidi, era Claudio l’amico di Max che lavorava nell’altra disco, mi venne in mente quando lo vidi insultarmi mentre Max mi stava scopando schiacciata contro il cofano dell’auto,
‘Ciao bella ti si rivede, ma che magnifica visione, sei stupenda anche vestita così non solo come l’ultima volta appoggiata all’auto’
Arrossii dalla vergogna pensando che mi aveva vista in quella condizione, presi il drink e feci per allontanarmi ma Max mi trattenne,
‘Ci vediamo più tardi per la festa” gli disse lasciando in sospeso la frase
‘Ma quale festa, amore?’
‘Ma la tua cara, sei l’ospite.’
‘Forza dai andiamo in pista a ballare’ mi trascinò
‘No non voglio entrare in pista in queste condizioni’
‘Dai avanti fallo per me, mettiti in mostra, guarda gli occhi dei ragazzi ti stanno mangiando con gli occhi’
‘Certo, sembrano tutti degli assatanati, non è il posto per me’
‘Si che lo è, è un posto per gente affamata di sesso e tu lo sei, ed adesso in pista, hai detto che farai tutto per me giusto? Bene ora voglio che tu balli’
Entrai in pista e comincia a muovermi, sentivo gli occhi della gente su di me, all’inizio ero ferma vergognandomi di me stessa, una donna di quarant’anni in mezzo a tanti giovani di cui potevo essere la madre, agghindata in quella maniera scabrosa, dopo alcuni drink ai quali non sono per niente abituata mi sentivo sempre più libera dalle mie inibizioni e comincia a muovermi molto più animosamente, Max se ne era andato al banco e chiacchierava con Claudio il barman mentre mi guardava circondata da molti giovani che mi si avvicinavano e mi prendevano per i fianchi, le sentivo appoggiarsi dietro di me, forse in preda ai fumi dell’alcool non capivo più nulla, ero in uno stato di estasi, ballavo e mi dimenavo, si avvicinò anche Giulia che si mise a ballare di fronte a me, mi sbatteva le sue grandi tette sotto ai miei occhi, mentre da dietro sentivo le mani di un ragazzo cingermi e attirarmi verso di lui, sentivo tra i miei glutei il suo membro duro mentre Giulia da davanti faceva scorrere le mani sul mio corpo dal mio seno giù fino alle cosce risalendo per l’interno e sfiorandomi il sesso fino a tornare alle mie tette, vidi il suo viso avvicinarsi al mio, sentii le sue labbra sulle mie e poi la sua lingua scorrermi sul viso, mi sentivo stranamente eccitata, non avevo mai provato il bacio di una donna e soprattutto un bacio così passionale, mi vidi circondata da varie persone che plaudivano a quella esibizione, sentii un fremito e reagii muovendomi in quella danza passionale ancora più audacemente, inarcavo la mia schiena per sentire meglio il membro del ragazzo dietro di me e ricambiavo il bacio di Giulia con la mia lingua, alzando le mani ed esponendo il mio corpo al suo tocco sensuale, dal vestito si vedevano spuntare i capezzoli duri come due chiodi piantati nel mio petto mentre il sesso mi sembrava scoppiare, sentivo la mano di Giulia accarezzarmelo, si avvicino leccandomi il viso al mio orecchio
‘Lo sapevo che sei una troia ma non credevo così, sei bagnata come una cagna in calore hai tutto il vestito zuppo dei tuoi umori’ abbassai il mio sguardo in mezzo alle gambe vedevo una macchia scura mentre le sue mani spostavano le due fasce laterali del vestito facendo fuoriuscire le mie tette ed io in quello stato confusionale la lasciavo fare mentre tutti mi osservavano finché finalmente Max arrivò e mi portò fuori dalla pista
‘Non è ancora ora’
Uscii felice che lui mi avesse sottratto a quelle mani, anche se la situazione mi stava appunto eccitando da morire e non so se sarei riuscita a fermarmi da sola.
Mi portò sui divanetti
‘Sei proprio una troia, ti piaceva ballare e farti toccare..’ ma lo disse con un tono quasi sprezzante
‘No non è vero, forse è quello che ho bevuto, scusami ma non sono così, tu lo sai’
‘Tu sei anche peggio di così, questa è la verità basta solo che ti lasci andare, ti sfiorano e sei già un lago, guardati hai tutto il vestito umido in mezzo alle gambe e non è sudore, dimmi cos’è”
‘No non è vero, non sono come dici tu..’
‘Si lo sei ed a me piaci per questo, è così che ti voglio, ti voglio puttana, puttana per me.’
Rimanemmo nel locale ancora un po’ ma mi tranquillizzai, smaltii l’effetto degli alcolici bevuti e lui mi tenne fuori dalla confusione a dalle avances degli altri e di quelle di Giulia che si avvicinò a più riprese a me allungando le mani e poi a Max sussurrandogli qualcosa nell’orecchio ed infine sedendosi sulle sue gambe baciandolo ed accarezzandolo, cosa che mi turbò parecchio, per la prima volta provavo un sentimento di gelosia nei suoi confronti, durante queste effusioni Max mi guardava dritta negli occhi, di sicuro notò il mio stato, salutò Giulia e poi mi prese per un braccio, ‘Andiamo a continuare la tua festa a casa’
Presi il mio soprabito al guardaroba ed uscimmo,appena entrati a casa, ero ancora in uno stato di eccitazione per la serata trascorsa gli saltai subito addosso ancora in salotto, togliendomi quel ridicolo vestito, rimasi con le sole calze, lo spogliai lentamente accarezzandolo e baciandolo su tutto il corpo scendendo fino al suo pene, leccandolo, era li maestoso di fronte a me, lo volevo, lo desideravo, dovevo dare sfogo alla mia eccitazione, mentre leccavo la sua asta mi prese per i capelli facendomi sollevare la testa e guardandomi negli occhi
‘Sei mia?’
Lo guardavo ‘Si lo sono, sono tua’
‘Faresti realmente tutto per me?’
‘Dimmi cosa vuoi che faccia, sono qui per te, a tua completa disposizione’
Mi stavo dichiarando completamente sottomessa a lui,ed era così, lui per me era diventata una droga a cui non potevo più rinunciare, ero nelle sue mani.
All’improvviso sentii suonare il campanello, pensai a chi poteva essere ad interrompere quel momento magnifico, lui senza neanche indossare gli slip andò ad aprire.
‘Per favore liberatene velocemente’
‘Aspettami qui faccio in un attimo’
Sentii aprire la porta e salutarsi, dopo pochi secondi vidi apparire sulla soglia del salotto Max ed alle sue spalle riconobbi Claudio il barman ed un altro ragazzo, quello che mi cingeva i fianchi sulla pista da ballo, si chiamava Andrea, nel momento che li vidi raccolsi il soprabito per coprirmi e corsi immediatamente in camera urlando insulti contro Max mentre gli altri due mi guardavano e ridevano e urlavano apprezzamenti non proprio di classe
‘Gran bella gnocca, forza troia fatti vedere, torna qui che cominciamo la festa’
Max gli fece chiudere la bocca e mi venne dietro in camera, io gli aprii, entrò
‘Sei un bastardo, perché hai fatto entrare quei due’
‘Cara, te lo ho detto, a me piace vederti godere e so che a te piace, lo si vedeva anche prima al club, quindi sono qui per fare una festa tutti assieme, ma solo se tu lo vorrai, io non ti obbligherò’
‘E allora mandali via non li voglio vedere’
‘Ok, ti do tutto il tempo che vuoi, ti lascio riflettere, quando avrai deciso uscirai, se ti vedrò uscire vestita capirò che non vuoi e ti riaccompagnerò a casa’
‘Cosa vuoi dire? Mandi via me e non loro? Mi vuoi lasciare?’
‘Non ti voglio lasciare, ma lo sai come ti voglio, ti voglio puttana, puttana per me, se non ti posso avere così è meglio che chiudiamo qui, non sei fatta per questo tipo di vita’
‘Non puoi volere veramente questo’
‘Si, decidi tu se uscirai da qui vestita andiamo a casa, se uscirai nuda dovrai dire che sei nostra e che possiamo fare di te quello che vogliamo, pregarci di scoparti come una troia’
Detto questo se ne usci e raggiunse i sui amici sedendosi a bere, rimasi interdetta a pensare alla mia situazione, una donna di quarant’anni che ha scoperto che il marito avrebbe voluto condividerla con altri uomini, desiderosa del suo amante ventenne che poteva essere suo figlio ed anche quest’ultimo ora voleva dividerla con i suoi amici, ma era veramente il mio destino, non poteva essere non lo potevo accettare, dopo una buona mezz’ora passata a riflettere con le lacrime che mi rigavano il viso presi la mia decisione, indossai il soprabito mi avvicinai alla porta e la aprii lentamente, uscii e li vidi li seduti sul divano intenti a chiacchierare e bere, si voltarono e mi guardarono,Max si alzò si avvicinò
‘Ok, se vuoi così non ci sono problemi, puoi prendere le tue cose e rientriamo questa sera stessa’ si voltò verso i suoi amici
‘Fermati, è questo che vuoi?’ gli dissi
Si voltò
Aprii il soprabito e lo feci scivolare a terra, rimasi nuda con le sole autoreggenti sotto lo sguardo dei tre, con le mani come per coprire le mie nudità.
‘Wow, bene brava’ mi urlarono, mi fischiarono e mi applaudirono sia Claudio che Andrea mentre Max
‘Fermi, silenzio’
Si avvicinò a me, si mise dietro, mise le mani sulle mie braccia, mi sussurrava all’orecchio
‘Toglile’
Le tolsi mettendo le braccia lungo i fianchi mostrandomi completamente
‘Manca ancora una cosa, ”.le paroline’
‘Non puoi chiedermi di umiliarmi così’
‘Le paroline altrimenti non se ne fa nulla ti rivesti e ce ne andiamo’
Con voce tremolante e lacrimante
‘Sono vostra, potete fare di me quello che volete, vi prego scopatemi come una troia’
‘non ho sentito bene alza la voce’
Con la voce rotta dalla vergogna dell’umiliazione ma quasi gridando per la rabbia ripetei
‘Sono vostra, potete fare di me quello che volete, vi prego scopatemi come una troia’
I due fischiarono ed applaudirono, si avvicinarono a me mentre Max era sempre dietro di me con le mani lungo le mie braccia, comincia a sentire le mani dei due scorrere sul mio corpo, le loro bocche sul mio viso, sui miei seni, le lingue scorrere sulla mia pelle, io continuavo a singhiozzare, le loro mani mi palpeggiavano ovunque, le sentivo all’interno delle cosce avvicinarsi al mio sesso, le dita mi sfioravano il clitoride, penetravano dolcemente ma con forza, cominciavo a cedere all’eccitazione, le mie gambe si schiudevano leggermente e lentamente perché non volevo essere violata da quelle mani ma al contempo lo desideravo
‘Sentila la troia è già tutta bagnata, lo vuole, si è questo che desidera, senti come si sta aprendo’
Max sempre dietro di me sussurrando
‘Brava, sei eccezionale, è così che ti voglio, puttana, ti piace? Dimmelo’
‘Siii, si mi piace”
‘Ti piace godere? Ti piace essere scopata da noi? Lo vuoi?’
Le dita si intrufolavano tra le mie cosce, si insinuavano dentro di me, le sentivo muoversi avanti e indietro, dentro e fuori, stuzzicarmi il clito, mi eccitavo sempre più, ansimavo provavo un sentimento contrastante, non volevo essere posseduta da tre uomini, solo Max, ero solo sua non degli altri, al contempo però il mio desiderio era quello di godere non mi interessava chi mi faceva godere, anche tutti e tre assieme, l’importante era godere e già venni la prima volta, i miei umori uscivano, scorrevano sulle dita dei due, scorrevano sulle mie gambe, cercai la bocca di Max, mi inarcai con la testa indietro per trovarla mentre gemevo, gli presi la testa e lo bacia, infilai la mia lingua dentro la sua bocca, gli leccai il viso, non mi riconoscevo più ero diventata una puttana, mi presero in due uno per gamba e mi riportarono in camera gettandomi letteralmente sul letto, erano a fianco di me e Max di fronte, cercavo i loro cazzi, presi in mano quelli di Claudio e Andrea, li muovevo, mi piaceva sentire tra le mie mani quelle due belle mazze di carne, le stringevo forte, di fronte avevo quella di Max, aprii la bocca tirai fuori la lingua e la leccai cominciando dalle palle su su fino al glande per poi inserirla tutta dentro e succhiare mentre sentivo mani e bocche su tutto il mio corpo, Max salì sopra di me mettendomi ancora il suo membro in bocca e pompandomi con violenza mentre Claudio sollevandomi le gambe infilò la sua testa tra le mie cosce cominciando una leccata eccezionale, sentivo la sua lingua infilarsi tra le labbra della mia figa mentre le sue dita si inserivano dentro e continuavano a stuzzicarmi, le sentivo girare dentro di me, io gemevo ed ansimavo sempre più nonostante Max mi stesse letteralmente scopando intanto continuavo a menare l’uccello di Andrea,
‘Brava cara sei proprio una troia come piaci a me vedrai come ti faremmo godere, dimmi ti piace’
Avevo il suo cazzo in bocca non potevo risponde ma mugolavo di piacere, cercavo di muovere la testa per rispondere di si, la sensazione di piacere che stavo provando aveva il sopravvento sul mio senso di disgusto nell’essere posseduta da più uomini ed essere umiliata a quel modo, all’improvviso Max venne nella mia bocca, ma quantità di sborra che riversò in me non era normale, lo stato di eccitazione provata prima alla disco e poi in quel menage probabilmente lo aveva stimolato molto più del normale, mi sentii soffocare mentre lui però teneva il cazzo ben piantato nella mia bocca facendomi deglutire quasi tutto ma buona parte fuoriusciva colandomi sulle guance
‘Brava troia bevi, bevi tutto’
‘Dai dicci se ti piace ora, dicci cosa vuoi’
‘Siiii, Si mi piace, vi prego fatemi godere’
Loro continuavano a solleticarmi il clitoride, a penetrarmi con le dita a turno, mi ritrovai Claudio ed Andrea che mi sbattevano i loro uccelli in faccia, li presi entrambi con le mani e me li portai entrambi alla bocca succhiando prima uno e poi l’altro mentre Max mi stava massaggiando in mezzo alle cosce, non resistevo altro, ero li distesa con tre cazzi per me ma nessuno mi penetrava,
‘scopatemi per favore non ne posso più’
‘No ci devi implorare di scoparti, lo devi urlare che vuoi essere scopata come una cagna’
‘Siii, siii vi prego scopatemi, scopatemi tutti e tre non ne posso più, fatemi godere’ urlai dall’eccitazione che avevo addosso, Max si bagno le mani con del gel poi ricomincio a penetrarmi con le dita, sentivo un dito entrare spingere ed uscire di nuovo, poi erano due, poi tre, la figa mi stava esplodendo dal desiderio
‘Ora ti apro la figa’ continuò un altro dito entrò e spingeva sempre più forte
Urlavo dal piacere ma anche dal dolore, sentivo anche il pollice premere tra le mie gambe, spingere sempre più forte finché anche quello penetrò ma Max non si fermo e continuava a premere con tutta la mano e roteare destra e sinistra mentre la mia figa si dilatava sempre più e finché sentii tutta la sua mano dentro di me che pompava
‘Sei proprio una cagna aperta senti come entra bene la mia mano puttana’
‘Nooo, ti prego no fermati voglio sentire il cazzo, ti imploro mettimelo dentro’
Continuavo a sentire la sua mano penetrarmi ed aprirmi, cercavo di chiudere le gambe ma lui insisteva forzando
‘Forza apri le gambe che ti voglio rompere la figa, sei affamata di cazzi? Bene te ne faremmo avere tanti, ti apriremo come una vacca’ mi sentii dire con tono imperativo, lentamente le aprii e mi lasciai scopare con la mano, spingeva forte sempre più a fondo, avevo il suo pugno dentro di me che ogni tanto estraeva e poi rimetteva dentro improvvisamente facendomi urlare dal dolore ma anche dal piacere, finalmente dopo alcuni minuti di quella pratica la estrasse, mi bruciava, la sentivo aperta anche dopo averla tolta ma non mi lascio tempo, ‘sei proprio una brava troia, ora vediamo come fai sparire il cazzo di Claudio nel tuo culo’
‘Vi prego lasciatemi stare ora, fatemi riposare un po’, dopo farò di nuovo tutto quello che tu vorrai’
‘Avanti non perdere tempo che vogliamo scoparti tutti quanti, muoviti infilati quel cazzo nel culo’
Claudio era sdraiato al mio fianco, salii sopra e presi in mano la sua asta di carne avvicinandola al mio ano, facevo qualsiasi cosa mi chiedessero, anche se mi sentivo spossata dalle quelle pratiche, ma ero in preda ad uno stato di eccitazione incontrollabile, volevo essere penetrata ovunque, lo appoggiai al buchetto e poi piano piano mi abbassai sentendo la sua cappella premere sempre di più, spinsi per farlo penetrare meglio, entrò un po’ alla volta, non era la prima volta ma non ero neanche un abitudinaria dei rapporti anali, provavo dolore, ma il gel facilitò la penetrazione finché lo sentii tutto dentro a quel punto Max mi si piazzò davanti ed appoggiò il suo uccello tra le labbra della fica
‘Ora ti riempiamo dappertutto, avrai la tua dose di cazzi’
Lo spinse dentro, lo senti entrare in contatto con quello di Claudio, separati solo da quelle sottili pareti interne, godevo, finalmente godevo perché prima mi lasciavano sempre a metà, sentivo le loro mani sul mio petto, mi premevano le tette,mi strizzavano i capezzoli fino a farmi male ma io godevo, si godevo anche di quel dolore.
‘Siii dai spingi, scopami, ti prego scopami, fammi godere’ non riuscivo a trattenere le mie urla, per fortuna eravamo in bassa stagione e negli appartamenti vicini non c’era quasi nessuno.
‘Facci godere troia, ti vogliamo sfondare, ti faremo diventare una puttana che non aspetta altro che cazzi per godere’
Intanto Andrea avvicinò alla mia bocca il suo cazzo, in preda al delirio per la doppia penetrazione, avevo due belle mazze dentro di me ed un’altra vicino alle mie labbra che accolsi rapidamente aprendole ed avvolgendolo e pompandolo con vigore, si alternarono nelle varie posizioni a più riprese facendomi venire varie volte ma fermandosi in modo da non venire loro, proseguì quella piacevole tortura per parecchio, ero esausta non ne potevo veramente più
‘vi prego basta’ li imploravo ‘non ce la faccio più’, anche la mia vagina era secca non lubrificava più ma per fortuna loro continuavano a lubrificarsi le mazze
‘Diremo noi quando basta, continua a godere troia’
Finalmente dopo poco vennero riempiendomi in tutti i miei buchi mentre Max mi sborrò in faccia tutta la sua sborra e poi prendendola con le dita me la infilò in bocca
‘Su lecca troia, pulisci’
Leccai felice perché finalmente mi avrebbero lasciato in pace, ma durò ben poco perché subito riprese la tortura, mi fecero mettere carponi sul letto con il culo in aria e con le dita ripresero a solleticarmi
‘Vi prego non ce la faccio proprio più sono sfinita’
‘Diremmo noi quando basta, tu dovrai solo godere ed intanto leccaci’
Leccavo i cazzi degli altri due mentre Max continuava a muovere le sue dita dentro e fuori di me e solleticandomi il clitoride, i cazzi erano mosci ma loro premevano la mia testa o mi tiravano per i capelli contro il loro inguine a turno, mi spingevano verso il basso, verso le palle e sempre più in giù
‘Dai muovi quella lingua, leccami il culo puttana’
‘Nooo mi fa schifo’
‘Troia fa subito come ti ho detto e finiscila di rompere i coglioni, per due giorni sei nostra quindi fa quello che ti ho detto e stai zitta’
Era la prima volta che Claudio si rivolgeva a me a quel modo così duro, cercai di voltarmi per cercare lo sguardo di Max ma Claudio mi tirò per i capelli spingendo la mia testa tra le sue chiappe, urlai per questo ma poi mi ritrovai il suo ano davanti ai miei occhi, tirai fuori la lingua e pur schifata leccai lentamente
‘Datti da fare con quella lingua, voglio sentirla sul mio buco del culo, leccamelo puttana’
Feci come detto, leccai spingendo la mia lingua sul suo buco e spingendola fin quasi dentro mentre Claudio continuava ad insultarmi e Max continuava ad infilarmi le dita nella figa e nel culo, ed Andrea invece si menava l’uccello ancora moscio di fronte ai miei occhi, ma ben resto vidi di nuovo i loro tre uccelli ridiventare duri ed allora ricominciarono a scoparmi nuovamente, come prima avevo ancora tre cazzi dentro di me che si muovevano all’unisono ma io ero esausta e li pregavo continuamente di smettere ma le loro risposte furono sempre le stesse,per due giorni ero nelle loro mani ed oramai non mi potevo più sottrarre a quella supplizia.
Continuarono fino a mattina inoltrata poi finalmente mi lasciarono in pace a riposare, li avevo già fatti venire tutti e tre più volte mentre io ero sfinita, avevo goduto come una forsennata era stata una esperienza sconvolgente, nelle mani di tre ragazzi che avevano abusato di me in tutte le maniere e mi avevano fatto avere una serie di orgasmi continui e prolungati fino addirittura a perdere coscienza per qualche attimo, fu proprio quello che li spinse a fermarsi e lasciarmi riposare, ma la nostra permanenza in quell’appartamento non era ancora finita.

Riposai distesa sul letto in mezzo a quei ragazzi, ebbi un sonno inquieto ripensando continuamente a quello che era accaduto ed a quanto ero caduta in basso, dopo qualche ora però sentii nuovamente le mani scorrermi lungo il corpo e sulle gambe fino all’inguine dove forzavano per entrare nel mio sesso, ero in uno stato di dormiveglia, ma quelle mani mi procurarono un nuovo stato di eccitazione, mi dimenavo aprendo le gambe dolcemente perché mi piaceva quel tocco leggero
‘Guardala, dorme ed apre le gambe, dorme e già si bagna, è proprio una gran troia, con lei ci divertiremmo alla grande’ sentivo che si dicevano tra loro, aprii appena gli occhi e vidi Andrea che sollevate le mie gambe e messe sopra le sue spalle si era insinuato con la testa tra le mie cosce cominciando a leccarmi la passera, mentre Claudio mi appoggiò le sue palle alla mia bocca sedendosi quasi sopra di me mentre Max mi accarezzava i capelli e mi guardava negli occhi
‘Brava la mia troia, si leccale, leccagli anche il culo, mi scostai più in basso per raggiungerlo con la mia lingua guardando sempre Max negli occhi, ero completamente soggiogata da lui, ero una donna senza una propria volontà nelle loro mani, ed ancora scopammo o meglio abusarono del mio corpo ancora a lungo.
Non avevamo nulla da mangiare, allora ordinammo qualcosa al ristorante li vicino e ce lo facemmo portare, quando suonarono mi mandarono ad aprire, mi stavo rivestendo quando Claudio mi tolse dalle mani i vestiti e mi disse di andare così, nuda, alla porta
‘Non posso andare così’ devo aprire e ritirare il pranzo, non posso farlo attraverso la porta socchiusa’
‘Non me ne frega nulla,vai così e fallo entrare che devi anche pagare’
Guardai Max per vedere cosa mi diceva lui
‘Dai forza vai altrimenti si raffredda’
Mi avvicinai alla porta e guardai di nuovo verso la camera e li vidi fermi a guardarmi, aprii tenendo la porta socchiusa e nascondendomi dietro, era Marco il proprietario del locale dove spesso avevamo cenato anche l’estate prima, un uomo sulla quarantina amico della famiglia di Max ovviamente erano anni che si recavano li per le vacanze, nulla di eccezionale, aveva un bel fisico, un bel posteriore e simpatico ma non aveva mai attirato particolarmente la mia attenzione tranne per le occhiate che mi mollava quando arrivavo al ristorante, si vedeva che era attratto da me ma non mi fece mai delle avances, a volte pochi complimenti e nulla più, presi i vassoi
‘Ora le prendo i soldi’ gli dissi
‘Ora te li portiamo noi, intanto fallo accomodare’ mi disse Claudio
Guardai nella loro direzione, ma soprattutto Max, come per dirgli che non potevo farlo entrare ero completamente nuda
‘Dai non fare la maleducata, muoviti fallo entrare offrigli un bicchiere di vino in cucina’ mi ripeté Max facendomi segno di procedere
‘Prego si accomodi, scusi ma ci ha preso alla sprovvista è arrivato prima del tempo, ora vado a mettermi qualcosa’
Gli dissi per giustificarmi di farmi trovare in quelle condizioni, feci per uscire
‘Non si preoccupi, è una splendida visione direi’
Mentre cercai di ritornare in camera per indossare qualcosa arrivarono tutti prendendomi per le braccia e riaccompagnandomi dentro, loro si erano almeno messi le mutande mentre io ero ancora, completamente nuda sotto gli occhi di Marco, non faceva parte del loro gruppo ed avevo paura che potesse raccontare qualcosa, ma i tre non se ne interessavano gli piaceva umiliarmi mostrandomi nuda e per di più in compagnia di tre ragazzi, ero rossa di vergogna per quello che sicuramente stava pensando di me quell’uomo che pochi mesi prima mi serviva al suo ristorante.
‘Ciao Max, come va,?^
‘Ciao Marco, direi molto bene non ti sembra?’
‘Direi proprio di si, non è la signora che era qua in ferie con suo marito ed i tuoi la scorsa estate?’
‘Si è lei, Sammy, che te ne pare?’
‘Ciao Sammy, è proprio una gran bella donna e così sta ancora meglio’
Claudio: ‘Che ne dici Marco vuoi partecipare, credo non abbia nulla in contrario’
Claudio ed Andrea uno per lato mi presero con un braccio dietro la schiena e l’altro sotto le gambe sollevandomi e facendomi sedere sul tavolo tenendo le mie gambe ben spalancate e mostrando la mia intimità a Marco che già si pregustava ciò lo attendeva.
‘Max, ti prego non anche questo..’
Max stette a guardarmi, mi baciò e sottovoce ‘lo so che in fondo ti piace’
Claudio ‘Fa silenzio zoccola ed apri bene queste gambe, ricordati che fino a domani tu sei nostra e dopo continuerai ad esserla perché ti piace, questa è la tua natura’
Lentamente aprii di più le gambe, Claudio infilo le sue dita spalancandomi il sesso, vidi Marco che oramai si era slacciato i pantaloni e se li era calati mostrare un cazzo già duro e pronto.
‘Dai bella fammi vedere che è dalla scorsa estate che sognavo di scoparti, sapevo che eri una troia ma non pensavo così’
Mentre Claudio continuava con le sue dita a penetrarmi e stuzzicarmi il clito, Marco avvicinò la sua asta di carne alla mia figa spalancata, appoggiò la cappella tra le mie labbra e poi spinse, lo sentii entrare prima dolcemente ma poi subito con forza spinse facendomi sobbalzare sul tavolo
Claudio: ‘Questa è proprio una troia è già tutta bagnata anche dopo che la abbiamo scopata tutta la notte, guarda come sta colando sta figa’
Sentivo il cazzo che entrava ed usciva facendo dei rumori osceni sbattendo contro le pareti grondanti di umori della mia figa, dal dispiacere di essere ceduta a quel modo ad una persona in fondo per me sconosciuta passai ad uno stato di profondo godimento.
Claudio: ‘Forza sbattiglielo dentro, sfondala questa troia’
‘Dimmi, ti piace essere scopata così? Come una troia, diccelo dai cosa sei e cosa ti piace’
‘Sii sono una troia con tanta voglia di cazzo, voglio essere scopata, siii mi piace prenderli, siii così sbattimi’
Claudio ‘Povero maritino è proprio un cornuto, questa si fa sbattere da tutti, gliela apriamo proprio per bene che poi lei non lo sente più entrare il suo cazzetto, vero cara?’
‘Sii apritemi, sfondatemi tutta’
Claudio ‘Sai Max hai trovato proprio una gran zoccola, che ne dici di scoparla davanti al maritino’
Max ‘Si credo proprio che lo farò voglio vedere la sua faccia’
Mentre godo sotto i colpi di Marco gemendo mi volto a guardare Max che pronunci quelle parole, lo vedo con il mio telefono in mano e mi guarda
Max: ‘Adesso chiamo tuo marito, dagli un salutino ma cerca di contenerti che non è ancora ora di fargli sapere quanto sei puttana’
Mi avvicina il telefono all’orecchio, dopo qualche squillo sento rispondere
‘Pronto, ciao amore’
Marco continua a pomparmi, non riesco a trattenermi, gemo sottovoce per non farmi sentire da mio marito
‘Pronto amore, mi senti? Cosa c’è? Ti senti male?’
‘No, nooo, ciao amore’ riesco a dire ma non con il mio solito tono, stavo godendo, guardai Max come per dirgli di mettere giù, non potevo fare come se niente fosse era più forte di me
‘Cosa c’è ti sento strana?’
Marco mi pompa sempre più forte, sento le mani degli altri sulle mie tette me le stringono fino a farmi male, mi pizzicano i capezzoli, me li succhiano, stringo i denti per non gridare e non gemere
‘Ni’ente amore volevo solo sal’utarti, rientro domani sera’
‘Si ok, ti aspetto cara ma cos’hai’
Claudio mi infila brutalmente un dito all’interno dell’ano, mi fa sussultare
‘Ni..niente sono un po’ stanca, ho dormito male, ci vediamo domani’
Marco spinge e Claudio muovo il dito nel mio culo, mi mordo le labbra,
‘Dove sei cara?’
Marco gode, viene dentro di me, mi riempie, godo anch’io ma cerco di farlo in silenzio ma i miei gemiti si odono, di sicuro anche mio marito deve aver sentito qualcosa
‘In montagna, dai caro ci vediamo presto, scusa devo mettere giù’
‘Ma cosa stai facendo’
‘Nientee caro, niente è che ho fatto le scale di corsa ed ho il fiatone, ciao ciao a presto’ non poteva crederci veramente, non avevo solo ansimato ma erano veri e propri gemiti a labbra chiuse
Max riattaccò
Claudio ‘Chissà se sei riuscita a contenerti abbastanza oppure se avrà capito qualcosa, ma non preoccuparti che presto ci prenderemo cura anche del cornuto, tanto è questo che vuole, o no?’
Claudio in quei giorni aveva preso le redini del gioco, era diventato il capo del branco, ero soggiogata da Max e per lui avrei fatto qualsiasi cosa ma Claudio era ora un aguzzino, mi stava umiliando e Max sembrava pilotato da lui.
Marco nel frattempo si era rivestito mentre io ero ancora seduta sul tavolo a testa bassa e gambe accavallate per nascondere la mia intimità, e le braccia incrociate, non che ce ne fosse bisogno davanti a quei ragazzi che dalla notte precedente avevano abusato del mio corpo in tutti i modi
Claudio ‘Ci lasci Marco?’
Marco ‘Si mi dispiace perché meriterebbe molto di più’ disse guardandomi fissa negli occhi e mirandomi dall’alto in basso, ‘Purtroppo devo andare ma se avete bisogno di un altro pranzetto in caso ve lo porto ancora io domani, ti va Sammy?’
Claudio ‘Che fai non rispondi? Ti andrebbe di essere sbattuta ancora dal nostro amico?’
”No, ‘non so” risposi
Claudio ‘Devi essere più decisa e sicura, diglielo che vuoi essere scopata ancora, pregalo di ritornare a montarti’
‘Si si ok, ti prego torna a scoparmi’.’ Risposi solo perché forzata a rispondere, in realtà ero oramai esausta ed avrei semplicemente voluto tornarmene a casa e dimenticare tutto
Marco ‘Bene ci vediamo questa sera, intanto buon divertimento, non sciupatela troppo però’
Lui se ne andò mentre io rimasi ancora nelle mani dei miei aguzzini, mangiammo, non avevo molta fame stavo ripensando a quanto mi stava accadendo ed a quanto ero caduta in basso ad aver accettato tutto quello ed ora non potevo più tirarmi indietro.
Claudio ad un certo punto si alzò e si mise alle mie spalle massaggiandomi, sentivo le sue mani, erano diventate delicate, scendevano lungo le mie cervicali, era rilassante, poi le fece passare davanti sul mio petto scendendo a massaggiarmi le tette.
‘Finora sei stata brava, ti sei comportata bene’, intanto le sue mani continuavano a massaggiarmi le tette e strizzarmi i capezzoli.
Io ‘Per favore lasciatemi stare, finiamola qui, vi siete divertiti abbastanza’
Strizzandomi ancora di più i capezzoli facendomi urlare dal dolore Claudio mi rispose ‘Ci siamo divertiti abbastanza? No mi spiace per te ma con una zoccola come te ne abbiamo ancora da divertirsi, vedrai quanto, e quanto ti divertirai anche tu, qui lo diciamo noi quando basta, hai accettato le condizioni ed ora devi rispettarle’
Max rimase li a guardare ed ascoltare
Io ‘Max non dici nulla? Io sono qui per te, solo per te ho accettato tutto questo’
Max ‘Ti ho sempre detto come la pensavo cara, tu mi piaci, mi piace fare sesso con te perché sei puttana e mi piace vederti scopata ed aperta, ma ho visto che anche a te piace altrimenti non avresti mai accettato, non ti ho obbligato ed ora non puoi più tirarti indietro’
Claudio ‘Infatti ora non ti puoi più tirare indietro se non vuoi che tutti sappiano quanto troia sei, una donna di quant’anni che si fa sbattere da tre ragazzini, chissà cosa direbbero in paese, quando vai al supermercato e tutti ti guardano’
Detto questo Claudio mi prese sotto le braccia e mi sollevò buttandomi letteralmente sul tavolino del salotto ed ordinando ad Andrea di prendermi per le braccia, vidi Max prendere delle manette e mettermele ai polsi agganciandomi le braccia alle gambe del tavolo, mi dimenavo per liberami dalla loro presa ma era impossibile, tre ragazzi che mi tenevano schiacciata contro il tavolo ed immobilizzata, le lacrime mi scendevano lungo il viso, mi avevano umiliata abbastanza ma non erano ancora soddisfatti, Max prese altre due manette e me le mise alle caviglie bloccandomele contro le altre due gambe del tavolo, ero ammanettata stesa con la pancia sul tavolo, braccia e gambe bloccate aperte, cosa volevano ancora farmi?
‘Vi prego liberatemi, vi ho promesso che avrei fatto quello che volevate, non serve questo..’
‘Fai silenzio, ora ti facciamo vedere noi cosa vuol dire cercare di tirarsi indietro, dovevi stare zitta ed accettare’
Sentii Claudio dietro di me che accarezzava il mio culo, le sue dita erano fredde ed umide, se le era cosparse di gel e mi stava lubrificando l’ano, infilò dentro un dito muovendolo avanti ed indietro penetrandomi con decisione, continuò con un altro dito muovendolo avanti ed indietro mentre le lacrime continuavano a rigare il mio viso, Andrea eccitato nuovamente da quella situazione mi prese per i capelli facendomi voltare verso di lui e piazzando il suo cazzo duro davanti alla mia bocca
‘Forza apri la bocca e succhiamelo puttana’, guadai in direzione di Max che lo aiutava a spingere la mia testa verso quel cazzo maestoso, ‘Dai, dai fagli un bel pompino’
Mentre sentivo il cazzo di Andrea entrare ed uscire dalla mia bocca pompare con energia tra le mie labbra, sentii Claudio appoggiare la sua cappella sul mio ano e spingerlo dentro con violenza, aprii di più la bocca per urlare da quanto era dolorosa quell’inculata per la violenza con cui era entrato e così Andrea spinse il suo uccello ben dentro la mia bocca fino a procurarmi dei violenti conati di vomito.
I due si disinteressarono delle mie condizioni e continuarono a muoversi inculandomi e scopandomi in bocca, nell’ultimo periodo avevo avuto molti rapporti anali e quindi mi ero anche abituata il dolore solitamente durava solo nel primo momento della penetrazione e poi lasciava spazio ad un perverso godimento, ma la violenza usata quella volta mi fece soffrire per tutto il tempo fino a quando Claudio si svuotò dentro di me lasciandomi poi bloccata sul tavolo come un animale a gambe aperte con il suo sperma che fuoriusciva da me e mi colava lungo le gambe, nel frattempo anche Andrea aveva goduto nella mia bocca riempiendomela ed il suo seme colava dalle mie labbra e non potevo nemmeno ripulirmi la bocca, i tre si misero ad osservarmi e apostrofarmi con insulti ed aggettivi di tutti i tipi, mi chiamavano vacca da monta, scrofa, per non parlare dei più comuni ed oramai usuali puttana o troia, insultavano anche mio marito definendolo cornuto, finocchio ed impotente.
Mi lasciarono li, legata al tavolo, Max provò a liberarmi ma Claudio lo fermò, era oramai sera e avevo davanti ancora ventiquattr’ore, ero esausta e non ne potevo più di quei soprusi ma oramai ero completamente nelle loro mani, mi ero offerta corpo ed anima a Max, mi piaceva anche essere posseduta e dominata da lui e non mi interessava anche di essere umiliata, ma lui mi aveva condiviso con i suoi amici e non solo e questo non mi andava bene, ripensai a quanto stupida ero stata a fidarmi ma anche ad aver perso la testa per un ragazzino e che una volta finito avrei chiuso ogni rapporto, erano li che guardavano la televisione ed ogni tanto venivano a stuzzicarmi su tutto il corpo, li supplicai di liberami
‘dai ragazzi liberatemi ne ho abbastanza di questa posizione, dove volete che vada, vi ho obbedito, ho accettato tutto, mi avete scopata in tutti i modi ma ora liberatemi e continuiamo, vi prometto che continuerò a fare tutto quello che volete’
Claudio ‘Certo che continuerai a fare quello che vogliamo, ma solo perché ti piace farti sbattere da noi’
Max si avvicinò e mi liberò mi disse di andare a lavarmi e riposarmi, lo guardai negli occhi e lo ringraziai in silenzio, finalmente mi potei riposare, mi lasciarono sola in camera, li sentivo parlare e ridere in salotto, Claudio era il più perverso, continuava a ripetere che con me c’era da divertirsi non so cosa potesse ancora volere da me più di quanto mi avevano fatto.
Mi addormentai qualche ora poi mi svegliai sentendo le mani che scorrevano sul mio corpo, era notte fonda, si erano rinfrancati e gli era tornato il desiderio, fortunatamente anch’io mi ero ripresa, e loro si erano calmati, quell’aspetto duro e violento che avevo visto in Claudio prima si era affievolito, furono più dolci e subii molto più rasserenata i vari rapporti con loro godendo del piacere che mi davano.
Quando venne la domenica pomeriggio Andrea e Claudio ci lasciarono, rimasi sola con Max, discutemmo di quella situazione, poi arrabbiata con lui salii in macchina e partimmo per casa, quasi non ci parlammo, una volta arrivati prima di scendere mi disse che se volevo finire la quella storia non avrebbe insistito ed avrebbe provato a far dimenticare quella storia anche a Claudio ed Andrea.
Lo guardai negli occhi quasi piangendo, non so se per quello che era successo o per il fatto di voler chiudere definitivamente quella storia, lo bacia dolcemente sulla bocca e me ne andai.
Una volta rientrata a casa Luciano era li ad aspettarmi,mi guardò negli occhi ma non osò dirmi o chiedermi nulla, forse aspettava che fossi io a dirgli qualcosa, immagino che già in quel momento sospettasse qualcosa, era impossibile non farlo, lo abbracciai e baciai, era difficile mantenere la calma dopo quello che mi era successo, non tanto per quanto mi avevano fatto ma piuttosto per essermi comportata in quel modo, averlo accettato ma aver anche provato piacere di quello che passivamente subivo.
Mi lavai, rimasi mezz’ora sotto la doccia come per lavare le mie colpe, uscii e me ne andai a dormire, mio marito mi raggiunse in silenzio.
Passò del tempo da quel weekend, spesso mi trovavo in casa da sola a ripensare a quanto era accaduto, a come avevo potuto cadere così in basso, mi ero offerta corpo ed anima ai soprusi di quei giovani, avevo accettato tutto solo per Max, ma non ne ero innamorata, lo desideravo sessualmente come amante, con lui avevo trovato ciò che con mio marito non era possibile ottenere.
Avevo deciso di chiudere con quella storia e ci provavo in tutti i modi, ma quando ero sola, mi trovavo a ripensare a quegli attimi, ma con mio stupore non ci pensavo da persona amareggiata a causa di quanto avevo subito, bensì ero eccitata, mi mancava quella situazione, pensavo a loro tre ed ai loro membri, immaginavo di averli ancora davanti ai miei occhi, ripensavo a quando mi avevano penetrata tutti assieme e mi ritrovavo a toccarmi in mezzo alle gambe, a masturbarmi e non riuscivo a fermarmi fino a che non raggiungevo l’orgasmo,erano diventati per me come una droga.
Uscendo di casa mi capitava spesso di passare davanti a casa di Max o davanti al bar dove si ritrovavano, cercavo di sfuggire ai loro sguardi e far finta di nulla, ma poi mi accorgevo che in realtà il mio sguardo era sempre rivolto verso quei luoghi con la speranza di rivederli.
Più di una volta li vidi fuori del bar, magari mentre ero ferma al semaforo e loro mi guardavano e ridevano, qualche volta mi invitavano a bere qualcosa ma sempre cercavo di evitarli, per fortuna, o per sfortuna non so, però loro non calcavano la mano almeno non in pubblico.
Un giorno dovetti passare a piedi davanti al bar, era sera e poca gente in giro, c’era Claudio con Andrea, mi fermarono e prima mi invitarono a bere poi invece si fecero più perversi cominciarono a stuzzicarmi a parole, a dirmi quanto si erano divertiti con me e che avrebbero voluto riprovare quell’esperienza, gli dissi di lasciarmi in pace ma Claudio mi riprese
‘Non puoi parlare così, se ti lasciamo in pace è solo perché vogliamo noi, abbiamo visto come ti piaceva essere scopata, trovarti con tutti quei cazzi solo per te, e se noi volessimo ci basterebbe prenderti qui in piazza e scoparti davanti a tutti, tanto se dici qualcosa potremmo dire che eri tu a volere e ci basterebbe mostrare le tue foto perché tutti credano a noi e non a te’
Tacqui e cercai di allontanarmi ma Claudio mi prese per un braccio
‘dove vai puttana,fammi sentire se hai su le mutandine’
Allungò una mano tra le mie gambe cercai di andarmene ma lui mi tirò a se e continuò a toccarmi
‘Stai ferma e fatti toccare se non vuoi che faccia vedere le tue foto in giro’
Non ero mai stata minacciata a quel modo, ebbi paura di ciò che sarebbe potuto accadere se mio marito avesse saputo, anche se i rapporti con lui erano cambiati non volevo che mi lasciasse anche per quello che la gente del paese avrebbe potuto dire, dovevo mantenere almeno mantenere le apparenze.
Lo lasciai fare sperando che si limitasse a quello
‘Wow, Andrea, senti anche tu come è bagnata sta troia, è sempre in calore’
Andrea, ‘Si mi ricordo di come era affamata di cazzo, gli piaceva veramente e da come guarda tutte le volte che passa, credo che ne vorrebbe ancora, che ne dici gliene diamo una dose’
Claudio ‘No sai che Max non vuole, ma vedrai sarà lei a tornare a caccia, tanto più ora che il suo caro maritino ha trovato altri hobby’
Con queste parole mi lasciò andare
‘Cosa intendi dire’
‘Perché ancora non lo sai? Beh chiedilo a Max’
‘Cosa mi nascondete?’
‘Vuoi saperlo? Se vuoi chiamo il tuo caro Max e te lo dice lui’
Prese il telefono e lo chiamò, non ci mise molto ad arrivare intanto mi fermai a bere al bar, avevo timore di cosa potesse comportare ma mi avevano incuriosita.
Quando Max arrivò ci salutammo un po’ freddamente, andai subito al punto
‘Cosa che mi dovresti far vedere?’
Mi prese per un braccio e mi portò nella saletta del biliardo per stare in disparte, Claudio e Andrea ci seguirono.
‘Che fretta hai, è un mese che non ti fai sentire e vedere ed ora pretendi? Non è così che si fa, abbiamo rispettato il tuo desiderio di chiudere, avremmo potuto approfittare di te ma non lo abbiamo fatto e adesso arrivi qui così, comunque se vuoi veramente saperlo stiamo presto’
Accese il tablet ed entrò nella sua posta, vidi molte mail, ma fu un nome ad attirare la mia attenzione, Nico, era lo stesso del tipo che aveva intrapreso la corrispondenza con Luciano, no era proprio lui, le mail scambiate erano molte, non avevo più letto la sua posta nell’ultimo periodo perché aveva cambiato la password.
Max aprì una delle prime, erano l’inoltro di un’altra, quella scambiata con Luciano, poi ne aprì un’altra ed un’altra ancora, in sostanza Nico voleva come dall’annuncio di mio marito conoscerci e scoparmi davanti ai suoi occhi e poi avrebbe scopato anche lui, ma Luciano non sapendo come fare a convincermi gli chiedeva prima di incontrarsi e discuterne, e quella sera Nico aveva accettato di soddisfare il suo desiderio di provare un rapporto bisex.
‘Come fai ad avere queste mail? Chi è Nico?’
‘Nico è un nostro caro amico, con evidenti tendenze bisex, e quando mi avevi spiegato del tuo maritino gli ho chiesto di mettersi in contatto e di farmi sapere come andava’
Max continuò ad aprire le mail, Nico continuava a chiedere a Luciano di presentarmi a lui e gli proponeva di lascialo in casa solo con me, ma mio marito non se la sentiva e prendeva tempo, ma nel prosieguo delle mail Nico aveva cominciato a minacciarlo di farmi sapere tutto e come prova aveva allegato alcune foto di mio marito mentre gli faceva un pompino, Claudio ed Andrea a quelle foto si misero a deridere sia lui che me
‘Però che bel maritino, ha una bella bocca, guarda come lo ingoia, è bravo quanto la sua signora’
‘Quasi Quasi me lo faccio anch’io’ continuavano
Le foto proseguivano, vidi Luciano appoggiato al tavolo mentre veniva inculato da Nico, od ancora mio marito appoggiato a terra con il culo per aria e Nico che lo penetrava.
‘Se non ti basta abbiamo anche altro, vuoi vedere qualche video? Hai proprio un finocchio per marito, vedessi come Nico se lo è aperto per bene, ci vorrà solo del tempo e poi Nico scoperà anche te’
Mi misi a piangere per come era caduto in basso, ma poi ripensai a quello che avevo fatto io, non ero stata poi meglio di lui, .
Era tardi, Ludovico, il proprietario del bar, stava chiudendo le saracinesche ma non disse di uscire, mi alzai e feci per uscire senza parole per quanto avevo visto, Max mi si piazzò davanti
‘Ora non vorrai andartene da qui così lasciandoci all’asciutto dopo che abbiamo soddisfatto la tua curiosità’
‘Cosa volete adesso, non vi è bastato quello che avete fatto finora?’
‘Beh diciamo che ci devi ricompensare in qualche maniera, abbiamo anche fatto perdere tempo a Ludo, bisogna ripagarlo in qualche modo’
‘Scordatevelo’ e cercai di scavalcare Max, ma Ludovico aveva già chiuso le saracinesche
‘Per favore aprimi’
Ludovico ‘Certo cara, ti accontento subito’
Claudio mi prese e sdraiò di peso sul biliardo ‘Dai avanti fai la brava in onore ai bei tempi, anche perché se non lo fai forse dovresti cambiare città, pensa a cosa potrebbe dire la gente, ma guarda che bella famigliola, lei puttana ed il marito finocchio e cornuto, non potresti più farti vedere in giro’
Ludovico ‘dai cara, loro hanno avuto la loro parte che ne dici di darmi la mia, me lo hanno fatto rizzare a farmi vedere quanto sei stata troia’
Si era già spogliato mentre mi tenevano giù sul biliardo, si avvicino, mi tolse le mini ed anche le mutandine, mettendosi in mezzo alle mie gambe e strofinando il suo cazzo sul mio sesso, mi stavo eccitando
‘Avete ragione ragazzi, questa è già bella e pronta, sta già colando’
‘vi prego lasciatemi andare, mi avete già umiliato abbastanza’
‘No cara mia con te non è mai abbastanza, ne abbiamo ancora sorprese per te’
Con quello Ludovico mi penetrò senza pietà, entrò di forza ed all’improvviso facendomi emettere un leggero grido di dolore ma anche di soddisfazione, era tempo che non entrava nessuno in me con quella foga.
‘Guardate diceva di lasciarla stare ma mi sembra che invece non aspettasse altro, vedete come si muove’
In effetti una volta penetrata non pensai ad altro che a farmi scopare e mi muovevo ritmicamente con Ludovico, volevo sentirlo dentro si dentro fino in fondo, ancora una volta il piacere mostro il mio lato nascosto, quello di una donna a cui piaceva essere posseduta.
I quattro si diedero il cambio più volte ed in più posizioni ed io facevo di tutto per facilitargli l’operazione, mi fecero appoggiare con la pancia al tavolo del biliardo e mi scoparono prendendomi da dietro, sentivo le loro mazze a turno riempirmi ed io godevo di questo, godevo immensamente e li imploravo di continuare
‘Sii continuate non fermatevi, fatemi godere’
‘Si troia ci pensiamo noi a farti godere al posto del finocchio di tuo marito, dicci cos’è il tuo maritino, diccelo tu’
‘Si è un frocio, ha il culo rotto’
‘Brava, vuoi punirlo?’
‘Si si aiutatemi a fargliela pagare, deve soffrire’
Queste sproloquio mi faceva godere ancora di più, Claudio appoggiò un dito al mio ano e lo spinse lentamente dentro scopandomi ed inculandomi con un dito prima e poi due mentre Andrea mi teneva le chiappe aperte e mi sputava sul culo e mentre avidamente succhiavo i cazzi degli altri a turno, Claudio estrasse il suo uccello dalla mia figa, dove prese posto l’uccello di Max, mentre quello di Claudio me lo ritrovai appoggiato tra le chiappe, dove poi lui spinse dolcemente sprofondando dentro di me e stantuffandomi alla grande, fu con grande piacere che lo sentii entrare e mi muovevo a ritmo con i due per godere e far godere come da mia nature.
‘Siiiii’ sii sfondami anche il culo, sono vostra apritemi, riempitemi’ a queste parole vennero quasi tutti all’unisono Claudio riempendomi il culo, Max nella figa e gli altri due mi riempirono la faccia dove la loro sborra mi impiastricciava i capelli e colava lungo il viso.
Ero veramente una troia che godeva nel sentirsi in quella maniera.
Mi passarono dei fazzoletti per ripulirmi, poi si presero le mutandine ed il reggiseno
‘Ora vai a casa così ed appena arrivata ti fai ripulire dal maritino, vedi che ti lecchi bene culo e figa che deve sentire il gusto del nostro sperma, questo è solo l’inizio di quello che lo aspetta’
‘Non posso andare a casa così, datemi le mutandine ed il reggiseno, se arrivo così cosa può pensare’
‘Lascialo immaginare, tanto non è quello che vuoi vendicarti?’
‘Si ma cosa gli racconto’
‘Digli che è un frocio cornuto’ e si misero a ridere
Mi lasciarono andare, salii in macchina e mi diressi a casa dove trovai ad aspettarmi Luciano, era fuori nel terrazzo, lo guardai negli occhi, non sapevo se essere incazzata o triste per quello che aveva fatto, aspettavo che mi dicesse qualcosa
‘Ciao caro, hai qualcosa da raccontarmi’
‘No tutto a posto, una giornata un po’ pesante ma nient’altro’
lo spinsi dentro casa e lo feci sdraiare sul divano e gli salii sopra, mi strofinavo su di lui, sentivo il suo cazzetto indurirsi ma niente in confronto a quelli che avevo appena preso, salii sul suo corpo fino a mettergli la mia figa sulla sua bocca
‘Leccamela avanti leccala tutta, fammi sentire la tua lingua fin dentro’
Così fece, sentivo la sua lingua lappare tra le mie gambe e pensavo se potesse riconoscere il sapore dello sperma degli altri uomini, già sapeva anche lui che sapore aveva quello di Nico, mi muovevo sulla sua faccia facendo scorrere il bacino fino a fargli trovare sopra la lingua il mio culetto aperto,
‘sii leccami anche li, senti il sapore che ha, lo riconosci?’
Mi fece godere ancora con la lingua ed i miei umori scesero lungo la sua faccia, dentro la sua bocca
Lui continuava a leccare, gli tirai fuori l’uccello e glielo menai fino a farlo venire, avevo le mani piene del suo seme, presi un dito e mentre lo guardavo me lo leccai, poi appoggiai la mano alla sua bocca
‘Forza lecca anche questo porco’
Vidi la sua lingua muoversi tra le mie dita e ripulirle completamente.
Andammo a dormire, pensavo a cosa potessero avere ancora in serbo i miei amanti per lui ma anche per me la storia non era affatto finita, era ricominciata alla grande.

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