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Racconti di Dominazione

L’università LA punizione continua

By 18 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Claudio si avvicinava a me con una calma estenuante, potevo osservare chiaramente gli altri ragazzi che si stavano eccitando pensando quello che di lì a poco sarebbe successo mentre Claudio, ormai dietro di me incominciò a schiaffeggiarmi i glutei e a strapazzarmeli in maniera violenta e dolorosa.

I ragazzi incominciarono il conto alla rovescia

10, 9, 8, 7, 6., 5, 4, 3, 2, 1””””””’..

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Claudio mi ha messo tutto d’un colpo il suo bastone nel culo
La mia vista si è appannata, il dolore è insopportabile, cercavo di gridare con tutte le mie forze ma quella stramaledetta pallina da tennis in bocca non me lo permetteva.
Il dolore era ormai tale che non riuscivo a far altro che piangere mentre vedevo mio fratello e i suoi amici che incominciavano a masturbarsi furiosamente; Claudio pompava senza ritegno nel mio culo sfondato insultandomi, tirandomi i capelli e schiaffeggiandomi il culo:

– Godi puttana!! Così impari a non fare quello che ti ordino!

Mio fratello prese la telecamera e venne più vicino per riprendere meglio tutto ciò che avveniva, zumando su particolari per lui eccitantissimi tipo le palle di Claudio e sbattevano sui miei glutei, o il mio seno che ad ogni colpo di Claudio ne dava un altro di contraccolpo

Claudio continuava a stantuffare come un indemoniato facendomi addirittura svenire dal dolore per poi riprendere subito dopo sotto i suoi colpi incessanti e sempre più violenti.
Vedendomi ormai inerme mi fece liberare dagli altri ragazzi e mi fece stendere con la schiena sul tavolo portandosi le gambe sulle spalle e andando nuovamente a martoriare il mio povero buchetto ormai violato e slabbrato all’invero simile.

Non vedevo l’ora che questa tortura finisse anche se Claudio non dava alcun segnale di cedimento ma anzi i suoi colpi erano ormai sempre più regolari e decisi, fino a quando, dopo almeno un quarto d’ora, sentii Claudio smettere di spingere, uscire da me, e scaricarmi una dose impressionante di sperma addossi, coprendomi la faccia, i capelli, il seno.+

Si stese su di me prendendomi i capelli

– E brava la mia troietta!! Ora che abbiamo anche un video dove si vedono bene le tue performance dalla prossima volta vedremo di trovare qualcosa di più divertente per i miei amici
Claudio si alzò e lo vidi andare in cucina seguito da tutti i suoi amici, mio fratello si avvicinò, mi tolse il mio bavaglio su cui erano rimasti i segni dei miei morsi dovuti al dolore precedente e mi disse

– Ora puoi rivestirti e sparire! Ah salutami la nostra nuova coinquilina e chissà che prima o poi””’

Quella frase lasciata a metà continuò a rimbombarmi per ore nella testa cercando di capire dove volesse arrivare mentre che percorrevo la strada del ritorno sentendo ancora addosso, l’odore e il dolore della perversione di quelli che, in quel momento, non potevo che definire degli animali.

Arrivata a casa corsi a svestirmi per mettermi sotto la doccia cercando di rilassarmi e tranquillizzarmi il più possibile perché di lì a poco sarebbe arrivata Chiara, alla quale non avevo ancora rivelato nulla di tutto quello di cui ero ‘vittima’ e alla quale non sapevo se dirlo.

Mi resi presto conto che ormai per Chiara non provavo più una semplice attrazione sessuale ma era qualcosa di più.Forse era amore?

Non mi era ancora chiaro cosa provassi realmente, o forse il mio subconscio non mi permetteva ancora di credere che si potesse amare una donna, ma credo che mi stava proprio succedendo quello e che questo mi portava a pensare da un lato che sarebbe stato giusto rivelarle tutto per non tradire la sua fiducia e per aprirmi liberamente a lei, ma dall’altra parte non volevo rivelarle nulla per proteggerla ed evitare così che anche a lei potessero fare ciò che facevano a me.

E’ giunta sera e Chiara ed io ci sediamo a tavola per cenare chiacchierando del più e del meno e lei mi racconta della giornata appena trascorsa.

Una volta riassettata la cucina decidiamo di andare a letto e, mentre sono nuda che mi sto cambiando, vedo Chiara che si avvicina con fare interrogativo e incomincia a guardarmi la schiena con maggior attenzione

– Ehi e questi segni come te li sei fatta?

– Quali?

– Quelli che hai sui glutei e sulla schiena

– Bè ”..ecco””io

– Ehi tesoro cosa ti prende?

Non so perché ma mi misi a piangere a dirotto coprendomi la faccia quasi come se mi vergognassi davanti a lei.
Chiara, con tutta la sua dolcezza, mi abbracciò teneramente senza dire una parola, aspettando solamente che mi calmassi in modo da poterle spiegare tutto.In quel momento mi sentii protetta e confortata tra le braccia di quella meravigliosa persona che ormai avevo capito di amare, e decisi quindi di raccontarle tutto l’accaduto partendo dalle foto iniziali che ci fece mio fratello fino a spiegarle i motivi di quei segni.
Chiara , dopo lo stupore e il disdegno iniziale, mi riprese tra le sue braccia confortandomi e dicendomi di non preoccuparmi che le cose si sarebbero presto sistemate e proprio in quel momento mi squillò il cellulare

Piero: Ciao sorellina come stai?

Io: Cosa vuoi ancora?Perché non mi lasci in pace?Non ti sei divertito abbastanza?
P: Ehi come siamo nervose!!Vedo con piacere che hai chi ti consola!Sai che siete meravigliose con quei due perizomi??

Io e Chiara infatti eravamo solo con gli slip perché stavamo preparandoci per andare a dormire

Io: E tu coma cazzo fai a saperlo??Dove sei?
P: Ehi calma sorellina!! In questo momento sono a casa si Claudio davanti al pc che vi guardiamo. Sai ci siamo eccitati molto al pensiero di cosa facevate in camera da sole che abbiamo deciso di mettere delle piccole telecamere in camera per spiarvi
Io Brutto st””..

(Senza farmi finire la frase)

P: Ascolta sorellina senza stare ad incazzarti troppo io e Claudio abbiamo pensato una cosa:sarebbe davvero carino se invitassi la tua amica ad unirsi ad uno dei nostri piacevoli incontri, non trovi?
Io: Non ci pensare neanche, lei non c’entra nulla e dovete lasciarla in pace
P:Non credo che tu sia nella posizione di poter decidere, quindi siate pronte ed attendete la nostra chiamata
Io: No, non s””””

Tu tu tu tu tu tu tu

Moi fratello aveva messo giù e, scoppiando nuovamente a piangeere, spiegai tutto a Chiara che mi disse di non preoccuparmi che poi vedevamo cosa fare

Decidemmo di metterci a letto e affrontare la cosa il mattino seguente dove tutte e due eravamo più riposate, ma per ovvi motivi chiudemmo la porta d’ingresso a chiave e ci spostammo a dormire nella camera di mio fratello dove sicuramente non c’erano telecamere

Mandatemi commenti a: gennu@libero.it

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