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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 21

By 29 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Nota:
mi scuso se sono un poco prolisso ma spezzare il racconto non mi sembrava che desse un senso logico e di piacere. Anche perché la fine non si aggancerebbe con il capitolo successivo’
Domanda, cosa pensate dei rapporti con gli animali? Con i cani nella fattispecie?
Buona lettura
maxtaxi

Mia sorella Giuseppina Cap. 21

Come ogni mattina di sabato od ogni qual volta che i ragazzi non hanno scuola, in casa c’è il rito della colazione di famiglia.

‘Sveglia pigrone!’ Urla sua madre.

Si gira nel letto, sentendo come la testa sia pesante sul cuscino. Si sta godendo il tepore delle coperte e timidamente apre un occhio. Guarda l’orologio sul comodino segnare le 9,00. Controvoglia si mette seduto e si accarezza il cazzo in completa erezione. Con fatica si alza e pieno d’orgoglio si riveste. Slip, maglietta e pantaloncini. Muovere i primi passi sono una vera impresa. Ha tutti i muscoli delle gambe doloranti e anche i glutei gli fanno male. Camminando come uno zombi entra in bagno e sciacquatosi la faccia svuota la vescica.

Arrivato in cucina, si abbandona stancamente sulla sedia, guardando sua madre ai fornelli a cucinare.
‘Sempre in ritardo.- Urla il padre intento a fare zapping alla tv nervosamente.- Lei dov’è?’

‘Ieri sera hanno vinto la partita contro la prima in classifica e sono passate in testa, quindi hanno festeggiato fino a tardi. Possiamo lasciarla dormire ancora per qualche minuto.’

Lui alza le sopracciglia stupito. Lei si immobilizza mentre i pensieri scorrono nelle loro menti. All’unisono, sia la madre che il padre pensano la stessa cosa.
‘Suo figlio difende la sorella? Un evento raro!’ -Dicono fra sé.-
Un grugnito di disapprovazione chiude i pensieri e lui torna a dedicarsi a cercare un qualche programma alla televisione.

Bevuto un sorso di spremuta: ‘Adesso vado io a vedere.’

La porta della camera era già aperta e la vede distesa ancora sotto alle coperte a dormire placidamente. Con un solo colpo, lenzuola e coperte volano via lasciandola completamente nuda.
‘Svegliati dormigliona. I vecchi ci aspettano da 30 minuti per fare colazione.’

Stancamente si gira cercandosi di coprire senza trovare le lenzuola ma resta raggomitolata e immobile.

Una tetta era esposta ed invitante. La palpa prendendola tutta in mano e fra le dita il capezzolo duro. La mano ancora libera, le accarezza il fianco e la natica fino ad arrivare al taglio della figa.

Mugola infastidita nel sentire le dita di lui stuzzicare il piccolo buco del sedere.

I polpastrelli scorrono lungo il taglio della figa fino ad incunearsi fra le carni calde.

Stringe i muscoli vaginali e si allunga bloccando al contempo la mano e le dita dentro di lei.
Michele china la testa e si inumidisce il pollice. Lascia cadere una goccia di saliva nel solco delle natiche e poi vi inserisce il pollice.

Anche stringendo più forte i muscoli e gemendo disapprovando la sua azione, il dito entra nel piccolo condotto anale.

Messasi supina si alza sui gomiti e con tutti i capelli sulla faccia, l’osserva nella nebbia mattutina in cerca delle forze per dirgli qualcosa.

‘Se lasci andare, riesco a togliere la mano o vuoi che resti lì finche non vengono i vecchi?’

Poco convinta distende i muscoli. Immancabilmente lui inserisce più profondamente le dita per poi estrarle.

Si alza e si massaggia il cazzo barzotto.
‘In due minuti ti conviene uscire se non vuoi che venga Pà o Mà. Mettiti la sola giacca del pigiama, hai capito?’

Stancamente riesce a mettersi seduta sul letto cercando di alzarsi senza riuscirci. Le gambe non la sorreggono. Le guarda incredula e le vengono in mente le ondate di piacere che ha provato la sera prima. Sul pube e fra le gambe, grumi bianchi secchi sono l’evidenza di quanto è rimasto e di quello che hanno fatto.

Si mette le mani sulla faccia al pensiero di quello che è accaduto la sera prima. Le viene da piangere per la crudeltà e la degradazione a cui è stata sottoposta. Potrebbe sentire ancora i loro corpi pesanti sopra di lei. Sentire le loro bocche ansimare e gemere dentro alle sue orecchie. Percepire chiaramente i loro cazzi duri e pulsanti entrare nella vagina e sentire sulla pelle il calore dei loro corpi muoversi sopra al suo.

Ricorda le sensazioni provate in quel momento e tutto il corpo freme a quei ricordi. Ha l’impressione che l’anima incominci a volare nuovamente, il cuore battere velocemente, il fiato corto e accelerato. Sentire come tutto il corpo risponderebbe ai loro stimoli muovendosi ritmicamente con loro. Sentire il caldo e bruciante del loro seme schizzando in lei, inondando il suo utero.
‘OH! Mio dio!’ Esclama sconcertata.
Potrebbe dimenticarlo mai? Il timore di incrociare il suo sguardo e quello che avrebbe potuto pensare la faceva vergognare.

Si accarezza la figa delicatamente e freme sentendola così calda.
‘Quanti orgasmi ho avuto ieri sera?’ Allarga le gambe e si controlla meglio. All’interno delle piccole labbra non vede nulla. Arrossate, irritate e gonfie, ma nulla di strano. In cuor suo spera che entrambi abbiano messo il preservativo.

Ha pensare a suo fratello e agli orgasmi che ha provato con lui, le guance le si infiammano. Controlla ancora e non vede nulla. Neppure i primi segni del tanto sperato mese.
‘Quanti giorni di ritardo oramai?’ Non riesce a ricordarsi e neppure a concentrare la mente. Cerca di alzarsi e ci riesce ma le duole sia la spalla che le gambe. Si guarda languidamente allo specchio e nota come le piccole labbra risaltino nel loro rossore. I grumi bianchi sui peli del pube spiccano chiaramente. Indossa infine la giacca del pigiama e scalza, si avvia verso la cucina. Si presenta barcollando malferma sulle ginocchia come fosse in preda ai postumi di una sbornia.

Suo padre la nota e non dice nulla anche se grugnisce pensando fra sé che sua figlia forse ha bevuto troppo.

Assonnata e distrutta, si accascia sulla sedia pesantemente.
Sbadigliando.- ‘Buon giorno.’ -Pone il mento sulla mano cercando di sostenere la testa e osserva i genitori tenendo gli occhi semi chiusi.
Non si era accorta di aver abbottonato male la giacca. Camminando aveva lasciato in bella vista l’inguine, e le piccole labbra pendevano rosse fra la pelle bronzea.
La madre finisce di apparecchiare la tavola e mangiano in apparente allegria e cordialità.

Il fratello nota che fra i lembi della giacca si intravedono le tette e i capezzoli duri. Seduta scomposta come al suo modo, con una gamba piegata sotto al sedere, le piccole labbra della figa sono perfettamente visibili. Pensa e ne è quasi certo per via del comportamento del padre, che sia turbato dalla visione che i suoi occhi stanno vedendo.

Ogni qual volta che suo fratello vuole qualcosa basta un gesto del mento e Giuseppina esegue anche se svogliatamente. Inconsapevolmente, allungandosi sul tavolo, mette in evidenzia a suo padre seduto di fianco, un seno e l’inguine.
Anche lo sparecchiare la tavola, rito dei ragazzi o meglio di Michele, visto che ‘la signorina perfezione doveva parlare sempre di lei o dei suoi programmi,’ lui non si è minimamente mosso dalla sedia. Più di una volta ha accarezzato le nude natiche di lei come le è passata accanto sempre osservando il comportamento stranamente agitato e in evidente imbarazzo del padre o padrino per meglio dire.

Anche a lei, il modo stranamente taciturno di suo padre e l’agitazione che ne scaturiva da come muoveva le dita, non era passato inosservato. Mentre puliva la tavola sperava che i lembi della giacca non si alzassero troppo o che la scollatura non lasciasse vedere troppo seno. Si sentiva in imbarazzo a stare vestita in quel modo e non riusciva ad incrociare lo sguardo con suo fratello e di suo padre. Il solo vedere i suoi occhi o il sentire la sua mano sulle cosce la faceva arrossire di vergogna.

Michele ha visto chiaramente come ogni volta che si chinava in avanti le chiappe apparivano nella loro tonicità e dal colorito bronzeo mentre camminando, dallo spacco della giacca il pube e i peli radi e ricci si vedevano chiaramente.

Come ha finito in cucina è tornata in camera e sospirando in segno di sollievo, ha acceso il computer. Era intenta ad aprire la posta elettronica quando è entrato suo fratello in camera.
‘Brava sorellina. Vedi di schiodare il tuo culo dalla sedia e di cambiarmi le lenzuola. Muoviti che ti aspetto.’

Apre il messaggio del signor X, lo salva e poi assolve hai suoi doveri controvoglia.
Come entra in camera lo trova nudo e sdraiato sul letto. Sulla porta della camera rimane atterrita per la sua indecenza. Sperando che non voglia e non le chieda altro, entra e cercando nell’armadio trova le lenzuola per rifargli il letto. Come si avvicina lo guarda in segno di attesa e di sfida ma le tornano in mente le sensazioni della sera prima e si sente bruciare la faccia turbata per i pensieri che le turbinano in testa e nell’animo.

Lui incrocia il suo sguardo e l’osserva.
‘Posa quella roba e spogliati’.

Impaurita rimane bloccata.
‘Ma’ Ma ci sono Mà e Pà in cucina.’

‘Sul comodino c’è un cd che papà troverebbe molto interessante.’

Arrabbiata lascia cadere a terra le lenzuola. Lo guarda e lentamente sbottona i tre bottoni della camicia del pigiama. Caduta la giacca a terra, è completamente nuda e spera che i suoi genitori non entrino visto che in casa non ci sono chiavi per chiudere le porte.

‘So che sei una gran troia. Mettiti un piede sulla sedia e apri le gambe. Voglio vederti masturbare.’

Mortificata e delusa esegue. Il clitoride sensibile e irritato dalla sera prima la porta in breve ad essere eccitata. Nota le dita umide degli umori vaginali e i capezzoli dritti.

‘Sulla scrivania c’è un evidenziatore. Voglio che ti masturbi con quello. Prima godi e prima potrai andartene.’

Con il cuore e l’animo in subbuglio esegue. Si dedica con frenesia ma più passa il tempo e più l’orgasmo stenta a venire. Passati alcuni minuti che le sembrano un’eternità, si sente al limite ma la paura che da un momento all’altro i suoi possano entrare la blocca.

Ha il cazzo duro e si masturba lentamente mentre l’osserva compiaciuto.

Non riesce a godere pur dedicandosi con accanimento con entrambe le mani. Si sente in ansia e una lacrima le scende sulla guancia.

‘Sei uno strazio.’
Si alza e le palpa le tette. Le succhia i capezzoli facendola sussultare e rabbrividire.
‘Muoviti a fare il letto. Ti aspetto in bagno. Ti ricordo che è il tuo compito lavarlo.’

Lasciata sola, si estrae l’oggetto fradicio di umori e lo lancia a terra arrabbiata. Si riveste velocemente e pur avendo i sensi in subbuglio, si concentra a rifargli il letto.
Quando arriva in bagno suo fratello aveva appena finito di farsi la barba e la prima cosa che ha notato è il cazzo negli slip tornato di dimensioni normali anche se era ancora evidente la sua consistenza.

Muovendosi senza reggiseno, i capezzoli duri fregano contro il tessuto della giacca facendola sussultare e fremere ogni volta. Si è stupita a pensare al cazzo di suo fratello. Non aveva mai pensato di confrontarlo con altri precedentemente e ora desiderava poter avere sia il suo che quello di Tonino in tiro per poterli osservare. Questi pensieri la fanno arrossire e vergognare. Lui la squadra per un secondo e turbata per i pensieri che sta facendo abbassa lo sguardo.

‘Senza trucco sei stupenda sorellina. A cosa pensi?’

Si sente avvampare il collo e il viso. Con lo sguardo abbassato nota l’evidente bozzo nelle mutande e il calore le si spande per tutto il corpo.

‘Non ti abbottonare come fossi una suora, lascia questo libero e anche questo.’ Mentre la sbottona.

La giacca del pigiama si apre lasciando vedere completamente fra il taglio delle tette e parte delle aureole dei capezzoli. Anche l’ultimo viene slacciato e i lembi liberi lasciano intravedere il rado cespuglio del pube. Solo i bottoni al disotto dell’intaccatura del seno e sull’ombelico sono ancora allacciati.

‘Sorellina’ Sei eccitante.’
Le palpa dal principio i seni attraverso il tessuto leggero poi le accarezza i fianchi e una mano si incunea fra le gambe ancora aperte. Il calore che emana è intenso.

Freme al contatto dei polpastrelli di lui sul suo corpo ma rimane immobile.

Si inginocchia e scostata la giacca avvicina il naso.
‘Mmmmhhh che buon odore.’
Il dito medio sale il canale vaginale e si ferma quando le nocche della mano gli impediscono di continuare. Muove il dito avanti e indietro per qualche secondo poi lo solleva e glielo porge alla bocca.

Lei lo succhia assaporando i suoi umori, eccitata.

Stupendosi della sua voglia. Lascia cadere a terra il fagotto di lenzuola e con entrambe le mani gli abbassa gli slip.
Ancorato al cespuglio di peli castani, il cazzo barzotto le dondola fra le mani libero. Impressionata vede come si allunga e si alza irrigidendosi. Sulla pallida pelle, esaltavano le striature delle vene. La cappella completamente esposta e di color rosa intenso da cui sulla punta, dalla piccola fessura, fuoriuscivano perle di liquido seminale.

Pensava di essere diventata pazza nell’aver fatto questo e con stupore desidera ardentemente di stringere la mano attorno al cazzo di suo fratello. Continua ad osservare e anche se non molto bene, scorge il sacco in cui ci sono i testicoli. Sapeva di averlo studiato a biologia e ora questo fratello antipatico lo stava vedendo sotto una luce diversa. Il cazzo svettava quasi completamente rigido e si stupisce di pensare che solo poche ore prima quello era dentro di lei.

Si rialza e lo vede. Con un ghigno beffardo la sta osservando mentre lei respira con affanno, rossa in volto.

‘Porcellina, vedi di pulire il bagno.’

Le accarezza il volto con la mano calda e la bacia dolcemente fra la guancia e il collo.
A quel contatto, un formicolio le proviene da dentro la vagina lasciandola stordita. Lui si allontana e solo all’arrivo di suo padre in bagno lei torna alla realtà.

Velocemente si abbottona la giacca, si china e prese le lenzuola le mette dentro la lavatrice. In tutto questo suo lavorare, piegata com’è in avanti, suo padre nota chiaramente il taglio della figa di sua figlia e parte del sedere. Turbato, discosta lo sguardo e si fissa pensieroso allo specchio per poi come se nulla fosse accaduto lavarsi i denti e fasi la barba. La voglia è tanta e torna ad osservare l’immagine riflessa di sua figlia senza distogliere più gli occhi per un solo attimo. Ha potuto in questo modo notare chiaramente come fosse cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista chiaramente nella stessa posizione e come nella sua impudicizia normalità, non portasse nulla sotto alla giacca del pigiama.

Giuseppina passa la mattinata a pulire tutta la casa. Suo fratello è sempre in camera che studia anche quando lei gli passa l’aspirapolvere fra i piedi. A parte qualche carezza al sedere, la lascia sufficientemente tranquilla accontentandosi di osservarla.

I genitori escono dopo aver salutato affettuosamente come sempre i loro bambini. Giuseppina termina col passare lo straccio a terra in cucina e finalmente può ritenersi soddisfatta del lavoro svolto. Prosegue lungo il corridoio e si rifugia nella propria stanza. Accaldata si sbottona la giacca del pigiama e la lancia a terra per portarla successivamente nel cestone della biancheria.

Si guarda allo specchio soddisfatta e nota che il reggiseno proprio non le serve. Non grossi certamente ma neppure piccoli si dice fra se soddisfatta. Una bella seconda abbondante a coppa B.

Il nuoto e la squadra l’hanno modellata bene. Solo la catenina al collo era l’unico indumento indossato in quel momento e vedendosi completamente nuda le guance si arrossano nuovamente.

‘Giuseppina sei cresciuta parecchio in questo inverno.’ Rivolgendosi alla sua immagine riflessa.
Si continua ad osservare e guarda la figura abbronzata completamente. Osserva la pancia e si chiede quando le arriverà il periodo. Era sempre stata regolare e solo un piccolo fastidio le annunciava il periodo. I peli del pube erano radi anche se erano ricresciuti e non nascondevano le piccole labbra rosee sottostanti. Si passa le mani accarezzando le anche e i fianchi stretti osservando come le gambe siano dritte, con i piedi affusolati.

Ha riaperto la porta della camera da letto e si è avventurata timidamente fuori. Sapeva di non essere sola in casa ma in quel momento suo fratello era intento a studiare e si accorge come il tocco dell’aria le fa irrigidire i capezzoli. Cammina lungo il corridoio sentendo il morbido tappeto sotto i piedi. Avvicinatasi di profilo alla finestra, si è chiesta nervosamente se dall’esterno si potesse vedere in casa. Le è venuto in mente quando rimane nuda sugli scogli vicino al mare a prendere il sole e come potrebbero vederla quando gode con Tonino. A quei pensieri gli spasmi ai muscoli vaginali si sono fatti sentire.

Il pavimento della cucina era freddo e quando ha aperto il frigorifero per prendere uno spuntino ha sentito l’aria fredda turbinarle attorno alle gambe. Il sole che attraversa la finestra era caldo e colpiva il sedere e le gambe. Si è girata in modo da sentire il calore del sole anche sui seni.
Tornata nel salotto, ha osservato la gente camminare lungo il marciapiede e non ha visto apparentemente nessuno intento ad alzare la testa a guardare dalla sua parte. Si sentiva emozionata ad essere nuda. Pensava alla sensibilità che provava quando rimaneva nuda sotto ai vestiti.

Si è spaventata nel pensare che se tornassero i genitori, la troverebbero nuda e chissà cosa penserebbero. L’aria la stava toccando in posti che solitamente non ha toccato mai e si è resa conto della sensibilità che stava percependo.

Ritorna nella propria stanza e si siede alla scrivania. Sente il freddo della sedia al contatto del sedere e si dedica a studiare godendo nella sensibilità di fare qualcosa di normale pur rimando nuda.

Pensa ai ragazzi che l’hanno vista nuda e sente le guance infiammarsi. Si vergogna per quello che ha fatto ma l’eccitazione provata e i pensieri ludici la fanno fremere. La mente corre ai giorni precedenti e chiaramente si sente bagnare fra le cosce. La mano si insinua fra le gambe e solletica il clitoride fremente.
‘Figa! Figa! Figa!’ Bisbiglia ad occhi chiusi.

Un dito scivola lungo le labbra interne e ritraendo stimola ancor di più il clitoride. Scende nuovamente fra le ninfe umide e ha premuto il dito contro l’osso pubico sentendo come le onde di piacere la sconvolgono. Si solleva e si guarda allo specchio. Osserva come la mano catturi un seno palpandolo e preso fra le dita il capezzolo, lo stuzzichi facendola gemere.
Mai aveva fatto qualcosa del genere prima di allora.

Continuando ad osservarsi, ha visto riflesso l’immagine di Tonino. Il dito contro il piccolo clitoride si muove in circolo e incomincia a spingerlo in avanti e indietro andando dentro fra le sue carni.
‘FICA! FICA! FICA!’ Dice ad occhi chiusi.

All’improvviso si sente accaldata. Le onde di piacere si spargono per tutto il corpo. I muscoli vaginali stavano pulsando mentre cercava di stringerli fra le dita. Ad uno spasmo più forte serra le gambe e si appoggia in avanti allo specchio. Un’immagine si è fatta largo nella sua mente. Michele che si stava masturbando con il cazzo duro e le sorrideva.

In quel momento l’orgasmo è esploso. Il piacere tanto agognato è finalmente arrivato e le dita continuavano il loro lavoro con maestria facendola gemere. Ha continuato a lungo senza fermarsi anche dopo che è stata costretta a cadere in ginocchio con il fiato corto e senza forze.

Ripresasi a sufficienza, si è seduta alla scrivania provando a concentrarsi nello studio. Ancora agitata e con i sensi in subbuglio, occasionalmente si accarezzava fra le cosce sentendo come era umida e sensibile.

Non poteva togliersi dalla mente Tonino e di quanto fosse comodo starsene nuda. Era anche obbligata da suo fratello ma le immagini vagavano a Tonino. Si rialza nervosa e incapace a stare ferma e davanti allo specchio si soppesa entrambi i seni. Si domanda come potrebbe essere averle come quelle di sua madre. Forse potrebbe fare una operazione se riuscisse a convincere suo padre a darle dei soldi. Sorride all’idea di avere due tette enormi e accarezzando i capezzoli mugola di piacere.
‘Quando cadranno’ Forse.’ Si risponde alla sua immagine riflessa pensando alle tette prominenti e pesanti di sua madre.

Si è accarezzata i fianchi e ha fatto scorrere le dita arruffando i piccoli peli ricci del pube. Pensava che se questo fine settimana sarebbero andati al mare avrebbe dovuto radersi. La ricrescita non è stata tale ma dovendo indossare quel mini bikini si sarebbero visti. Mai prima di incontrare Tonino si era rasa il pube. Li aveva avuti sempre radi e solo un piccolo triangolino. Quando le era occorso aveva fatto una piccola sforbiciata ai lati e nulla più.

Ha pensato di tirare la tenda e chiudere la finestra, ma gradiva che il sole entrasse nella stanza e torna a sedersi alla scrivania. Una luce intermittente la colpisce nell’angolo dell’occhio attirando l’attenzione.

Si è resa conto con una scossa che dalla finestra di fronte qualcuno la stava osservando. Per un secondo ha provato a proteggersi i seni con le mani, rendendosi conto di quanto stupido fosse. Ha provato a tornare a studiare mentre teneva sotto controllo i movimenti dalla finestra di fronte. Ha visto chiaramente la figura di un ragazzo sollevare un binocolo sugli occhi. Se l’avesse vista qualche minuto prima sicuramente non sarebbe ancora lì a spiarla ma in bagno a svuotare le palle. Ride fra se per i pensieri che ha fatto. Da quella posizione e da quell’angolo, sicuramente non ha potuto vedere troppo.

Suonano alla porta. Il cuore perde un battito.

‘Vai e muoviti!’ Urla suo fratello.

Con coraggio si alza e osserva il suo ammiratore guardone. ‘Ora sì che ha potuto vedere tutto e bene’. Si dice fra se.
Nuda si avvicina alla porta e con mano tremante la apre.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it anche msg nelle poche volte che sono collegato.

Ultima correzione 18-08.-07

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