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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 54.1. A fare la spesa con la madre

By 5 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
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Mia sorella Giuseppina 54

Mattino. Dopo aver consumato la colazione, si sono recate con la macchina verso il supermarket. Fra loro è sceso un imbarazzante silenzio. Per romperlo, Giuseppina ha acceso la radio, ma la continua ricerca di una canzone decente ha forse portato più danno che sollievo. La zona era l’area commerciale della città. Le case e i negozi, erano laboratori e magazzini. La madre si guardava tutt’attorno in cerca di un parcheggio e Giuseppina con lei per cercare un buco il più vicino possibile.

Ha osservato la gente entrare e uscire dal negozio e a parte qualcuna cui sembrava una snob, tutte le persone erano vestite in modo normale, come se avessero appena finito di lavorare o che stessero per andarci. Infine c’erano loro, lei e sua madre. Vestite con minigonne vertiginose e top che non lasciavano nulla all’immaginazione.
‘Sembriamo due troie in un convento.’ Si è detta fra se Giuseppina.

Sedute ferme in macchina, la madre resta a fissare pensierosa il cruscotto. Dopo un lamento, Giuseppina ha voltato la testa e ha visto sua madre portarsi le mani sulla faccia. I singhiozzi che sentiva, erano dovuti al pianto sommesso e poco dopo ha sentito le parole dette appena in un sussurro. ‘Oh dio… Non ci posso credere.’

Giuseppina si è avvicinata e le ha messo un braccio sulle spalle e lei le ha risposto abbracciandola a sua volta. Sedute e abbracciate l’una con l’altra, hanno pianto per diversi minuti assieme. Quando finalmente ha iniziato ad avere un certo controllo dei nervi, si è seduta asciugandosi parzialmente le lacrime con il dorso della mano e le ha preso la testa con entrambe le mani, e tirandola verso di lei, l’ha baciata teneramente sulla fronte della sua bambina. Preso un paio di fazzoletti dalla borsetta, si è aggiustata il viso copiata a sua volta dalla figlia.

Si è guardata allo specchietto e si è vista in modo piuttosto normale a parte gli evidenti occhi rossi. Ha guardato sua figlia, la sua bambina e le ha sorriso.
‘Ti chiedo scusa amore mio. Ti ho sempre visto come una bambina e invece ora sei diventata una donna. Certo devo dire che sei cresciuta bene. Devi sapere che non ero preparata alla richiesta che hai fatto. Io e tuo padre, ti abbiamo sempre appoggiato e sostenuto in ogni scelta che hai fatto e ora ti lasciamo scegliere la vita che vuoi fare. Anche se lui ora non è qui, sappi che appoggiamo la vostra richiesta di andare a vivere assieme e ti saremo sempre vicina.’

Giuseppina le ha preso una mano e la stretta fra le sue.
‘Grazie mamma. Ti voglio bene. è solo una prova questa. Ne ho affrontate tante negli ultimi tempi e sono sicura che non sarà l’ultima.- Le ha detto con certo rammarico.- Ricordi quello che ha detto, potrete venirmi a trovare quando vorrete e se la nostra unione non sarà soddisfacente, potrò andare via di casa quando voglio.’

Purtroppo sapeva bene che quello che le aveva detto era chiaramente una bugia. Questo era solo l’inizio di una convivenza che sarebbe durata due anni. Ma come fidarsi di Tonino. La punizione avrebbe dovuto terminare e invece, dovrà sottostare al suo volere per i prossimi anni. ‘Quando tutto questo avrà una fine?’ Si chiede preoccupata.

Non poteva dimenticare le parole dette da Tonino. ‘Questa non è la cosa peggiore che ti potrebbe accadere. Dovrai abituarti ad esso.’ Inoltre, sapendo che Tonino avrebbe potuto mandare qualcuno a controllarla, non poteva certamente fare come voleva.
‘Disobbedire a qualsiasi ordine dato o peggio fatto male, la punizione sarebbe esemplare.’ Aveva ancora nelle orecchie la voce di lui che risuonava.

Ha stretto con più vigore le mani di lei nelle sue. ‘Anche se devo ammettere che ci sono stati un paio di ragazzi negli ultimi due anni e mezzo, mai ho amato tanto come con Tonino. Qualche volta’ Beh… Sai…’ Abbassa lo sguardo e si sente arrossire.

La madre le sorride a sua volta e le accarezza il viso. ‘Sì, lo so. Mi dispiace Giuseppina. Solo che… Non ero pronta dopo tutto.’

‘è okay mamma. Sono… Ti capisco. Davvero.’ ‘Come poterle dire la sua disperazione. Darle un ulteriore dispiacere e confessarle di essere una ladra.’

Si sono aggiustate il trucco aiutatesi con lo specchietto e si scambiano un sorriso complice. Si stavano comportando come due comunissime amiche ed entrambe, sono scese dalla macchina a malincuore.

In piedi nel parcheggio, i primi sguardi che ha incrociato Giuseppina, era come se avesse potuto leggere nei loro pensieri. ‘Vestite come due prostitute!’

Avviatesi verso l’area box dove tenevano i carrelli della spesa, avevano attirato l’attenzione di tutti. Giuseppina non poteva sapere che anche sua madre si sentiva in imbarazzo ad essere osservata in quel modo. ‘Camminare con quel vestito a quell’ora del giorno, non poteva che essere quello il risultato.’ Si dice fra se la procace ed avvenente mamma.

Molte delle persone e non solo di sesso maschile, hanno smesso di fare le loro faccende per osservarle camminare attraverso il parcheggio. Passando vicino ad una coppia intenta ad riporre i sacchetti della spesa nel bagagliaio della propria auto, entrambe hanno potuto sentire come bisbigliavano fra loro mentre in altri casi, di gente più lontana le stavano additando. Per Giuseppina, era come rivivere la passeggiata fatta sotto ai portici. Per lei, ogni volta che veniva fatto una passeggiata come quella, era un momento umiliante. Come poteva il Sig. X pretendere tanto. ‘…Dovrai indossare la mini rossa, il top bianco e le scarpe nere con il tacco. Se incoraggerai la madre ha vestirsi sexi lo gradirò come regalo.’
‘Mail maledette.’ Si dice fra se.

Milu FOTO capitolo 54

Entrati nel negozio Giuseppina ha preso la guida del carrello come sempre e ha incominciato a seguire la madre fra gli scaffali. Doveva prestare molta attenzione a come si muoveva con la minigonna di pelle rossa. Bastava poco per mostrare più di quanto avrebbe voluto. Era consapevole di essere senza intimo e doveva camminare dritta. Ogni tanto si controllava l’orlo della mini per vedere fin dove si era alzata e puntualmente l’abbassava, ma ogni sforzo doveva essere ripetuto quasi dopo ogni pochi metri.

Si stava pentendo di aver ascoltato la figlia.
‘…Dai mamma. Vestiti un po’ più normale. Mica devi andare al lavoro subito.’ Le aveva detto. Si vestiva in quel modo solo con la presenza del marito o per andare a trovare il cognato. Sapeva di attirare lo sguardo di tutti e aveva notato i due ragazzi che le stavano inseguendo da qualche tempo.

Era contenta Giuseppina di non aver incontrato amiche o amici della scuola. Non voleva mettere in imbarazzo la madre più di quanto già non fosse. Già essere lì per acquistare cosa le avrebbe potuto servire nella nuova casa la stava imbarazzando. Oggetti personali come assorbenti, asciugamani, creme. Tutte piccole cose che ha portato via molto tempo e discussioni attente.

Giuseppina si era distratta e volendo dimostrare che anche lei ne sapeva qualcosa, ha partecipato attivamente alla scelta e alla discussione. Di tanto in tanto si aggiustava la mini, ma non spesso come all’inizio quando era entrata. Lasciava passare molto tempo e permetteva involontariamente che gli sguardi fugaci si abbassassero sulle natiche esposte.

Giuseppina non aveva notato i due ragazzi seguirla se non quando erano giunte quasi alla fine delle corsie fra gli scaffali.

Per tutto il tempo le avevano seguite e gradualmente si erano avvicinati navata dopo navata. In un caso, hanno visto la giovane ragazza con la minigonna rossa abbassarsi per depositare all’interno del carrello un flacone di vetro e si sono beati della visione celestiale delle labbra della vulva. Increduli sono rimasti senza fiato, per poi scoppiare in grasse risate che hanno attirato l’attenzione di tutti.

Giuseppina li aveva visti solo dopo che aveva sentito i commenti che avevano fatto fra loro. Sconvolta, ha dato un rapido sguardo ai due ragazzi per poi tornare a ricomporsi e ad aggiustarsi la minigonna. Ha osservato la madre e ha arrossito come lo era lei e non poteva non ascoltare i giudizi volgari fatti con un tono di voce tale da poterli sentire distintamente.

Solo a questo punto Giuseppina li ha notati, ma ha proseguito insieme con la madre per la sua strada. Per quanto hanno cercato di ignorarli, o per quanto hanno cercato di ricomporsi per scoraggiare i loro sguardi, i due ragazzi sono rimasti dietro a loro con sempre più coraggio ed eccitazione. Giunte alle casse e mentre erano intente a porre gli oggetti dal carrello al nastro trasportatore della cassa e viceversa, i due ragazzi sono rimasti estasiati ad osservarle.

Hanno camminato ancora un poco lungo le vetrine del piccolo centro commerciale e poi la madre si è infilata nel bagno mentre Giuseppina è rimasta di guardia al carrello. Fattisi coraggio, i ragazzi ne hanno approfittato per avvicinarsi.

‘Ciao Giuseppina. Non ti avevamo riconosciuta vestita. Fai ancora i pompini nel locale caldaia della scuola?’

Non li aveva riconosciuti. Sapeva che prima o poi la domanda le sarebbe stata rivolta. Era inevitabile che qualcuno gliela avrebbe fatta. ‘Quanti ragazzi sapevano. Quanti ragazzi ha dovuto soddisfare.’
Avvilita, non li ha guardati, ne si è mossa per incoraggiarli.

‘Se ti chiedessimo di farci un pompino c’è lo faresti?’ Ridono eccitati per la domanda e non la perdono di vista un attimo. La forma del seno si intravede perfettamente attraverso il tessuto leggero del top ed erano sempre più eccitati.

Il mondo le è crollato addosso. Non si aspettava una domanda del genere. Stringe i pugni. Ha i nervi scossi e le è sempre più difficile fermare le lacrime.

‘Dai… Se lo chiediamo a quell’altra troia?’ L’amico ribatte rispondendogli.

‘Forse la madre è più brava…’ Entrambi ridono ancora sguaiatamente dandosi pacche l’uno con l’altro sulle spalle.

Giuseppina è rimasta senza fiato per qualche secondo. Non sapeva quanto spesso fossero i muri o la porta dei bagni. Non voleva e ne avrebbe potuto giustificare il comportamento di quei due degenerati.

C’è stata solo una leggera pausa tra la domanda e il tempo che li ha portati a decidere. Poco dopo una mano le si è posata sul sedere ed è scesa fino a raggiungere la forma piena e soda delle chiappe per poi arrivare alla sottostante figa.

Impietrita, non ha fatto nulla per fermare quella mano anzi, ha esposto un poco di più il sedere per agevolare l’esplorazione.

La mano impudica ha masturbato l’ingresso della figa per inserire successivamente la punta di due dita. Ha spinto più a fondo e Giuseppina ha gemuto piegandosi in avanti e appoggiandosi sul carrello per favorire l’introduzione.

Il ragazzo sempre più eccitato e preso dalla foga del momento la masturba con irruenza senza aspettare che l’antro del desiderio sia sufficientemente umido.

‘Piano! C’è posto per un dito… Non per tutte e cinque!’ Ribatte lamentandosi Giuseppina sempre più angosciata e impaurita per la presenza della madre che potrebbe arrivare da un momento all’altro.

I due compagni hanno riso e lui le ha estratte, ma senza perdere il contatto con la calda figa. Ha spinto un poco in avanti la mano e dove pensava ci fosse il clitoride, ha iniziato a muovere le dita in senso circolare.

Per Giuseppina in quel momento non c’era piacere, ma solo fastidio. Il posto, la presenza incombente della madre che avrebbe potuto arrivare in ogni istante, la situazione grottesca. Avrebbe voluto che sparissero e che smettessero, ma non era certa che l’avrebbero ascoltata. In quel momento pensava alla scuola. A quello che era stata costretta a fare e questo forse, l’ha un poco erotizzata.

‘Va meglio così?’ Ha chiesto sorridente il ragazzo.

Ha fatto un respiro profondo e ha risposto senza pensare.
‘Questo è bene.’

Soddisfatto della risposta si è messo con rinnovato impegno a masturbarla. Le dita sono state premute più forte sul clitoride e lei ha allargato ulteriormente le gambe.
Incredulo, l’amico ha sorriso beffardo.
‘Quando me lo raccontavi non ci potevo credere. è propria un gran troia!’

Iniziava a preoccuparsi. Non sapeva quanto tempo era passato e aveva paura che sua madre potesse arrivare da un secondo all’altro. Fattasi coraggio, ha cercato di trovare le parole giuste.
‘Perché mi state facendo questo? Non sarebbe più bello essere soli e in un luogo appartato?’

Un fischio echeggia nell’area. I ragazzi non potevano credere alle loro orecchie. Una bella e sexi ragazza gli stava dicendo di andare in un luogo appartato a scopare. Si guardano negli occhi a vicenda increduli.

‘Che sia dannato se questa non è un invito a nozze!’ Si guardano attorno e l’unico luogo che vedono è il bagno degli uomini. Non sanno che fare e continuano a guardarsi attorno e la mano si discosta dalla figa lasciando la minigonna sollevata e in perfetta vista a chiunque potesse uscire dalle porte dei due bagni.

Recuperata un poco di lucidità, si rimette dritta e si ricompone abbassandosi la mini e lisciandola. Scorge i capezzoli che spingono il tessuto del top e un poco se ne vergogna arrossendo le guance.

In quel momento esce dal bagno la madre e con sguardo severo e preoccupato, osserva i due ragazzi. Nota il comportamento imbarazzato della figlia e gli occhi cadono sulla maglietta e ai capezzoli induriti ed eretti.
‘Avete bisogno di qualcosa ragazzi?’

Preoccupata, Giuseppina cerca di intervenire.
‘Mamma. Ti presento due compagni di scuola. Mi stavano salutando e mi hanno chiesto se avessimo bisogno di aiuto per portare il carrello.’ Li guarda e strizza l’occhio destro, sperando che le tenessero il gioco e che non la mettessero in imbarazzo davanti alla madre.

Con fare galante, i due ragazzi si presentano e preso il carrello lo iniziano a spingere. A nulla sono servite le rimostranze della madre e pur con riluttanza, ha accettato la compagnia dei due compagni di scuola della figlia che ora li chiamava burloni.

Presso un negozio, la madre si ferma a salutare una amica e i due ragazzi ne approfittano per avvicinarsi a Giuseppina.
‘Perchè ti vesti da troia e ti comporti come una puttana?’

La domanda la avvilita. ‘Ecco cosa sono diventata.’ Si dice mortificata e in preda al magone. Non era certa di poter resistere oltre, ma si sentiva gli occhi gonfi dalle lacrime. Effettua alcuni lunghi respiri per cercare di calmarsi e per liberare la mente.
‘è una lunga storia e non c’è tempo.- Osserva la madre salutare l”amica.- Non ho scelta e devo fare ciò che faccio.’

‘Sarà meglio correre ora. Abbiamo degli alimenti congelati che necessitano di essere messi via al più presto!’ Esclama la madre.

Caricata la macchina con i sacchetti della spesa, la madre ha chiesto come si chiamassero e ha consegnato a loro due inviti omaggio per una pizza visto il loro comportamento educato e gentile.

Come la macchina è partita, Giuseppina si è accasciata sul sedile e nell’andare con il bacino un poco in avanti, ha scoperto eccessivamente le gambe. La madre ha dato alcune occhiate di disapprovazione e non sapeva decidere se ciò che vedeva era l’assenza di mutandine o meno.

Giuseppina stava tenendo gli occhi chiusi. Era sollevata per aver scampato il pericolo. Le dita del ragazzo l’avevano eccitata, ma ciò che le girava per la testa era una sola domanda. ‘Sono una puttana?’
Si sentiva frustrata e depressa.

Fermi sotto casa, la madre la guarda. Cerca di sorriderle e come incrocia gli occhi, nota l’espressione da gattino triste. Le tornano le lacrime agli occhi e si lancia in un abbraccio stretto che le toglie il respiro. Restano così a lungo finché si discostano.

‘Giuseppina scusami. Ti ho protetta per tanto tempo e ora non mi sembri così tanto felice di andare via.’

Lei la guarda a sua volta e le dispiace di vederla così triste e preoccupata. ‘Forse l’istinto di madre le ha risvegliato un campanello dall’allarme. Forse è l’occasione di poterle raccontare la verità e scappare dall’orrore che le si prospetta in futuro.’

Le ha afferrato la mano e guardandola negli occhi. ‘Mamma, smettila di preoccuparti così tanto per me. Sono dispiaciuta che questa situazione ti stia rendendo triste. è una mia libera scelta e come hai visto ho molti ragazzi che cercano di scoprire le mie doti migliori. Non sono una facile che al primo appuntamento si da via. Ho molte amiche gelose del mio successo e ti posso assicurare che la generazione di oggi è molto diversa di quelle di una volta. Non credere che sono una fragile che si lascia abbattere dalle prime avversità.’

Incredula la guarda e non poteva credere a quello che stava vedendo. ‘Una figlia, la sua bambina, che stava dando coraggio a lei che fino qualche tempo addietro le aveva insegnato a come allacciarsi le scarpe, a come mettere l’assorbente e ora… Stava per spiccare il volo verso la casa, il nido d’amore con il suo ragazzo. Uomo.’

La parola uomo la fatta inorridire e tremare. Gli occhi le cadono nella scollatura e nota i seni. ‘Donna.’
‘La mia piccola è cresciuta.- Le dice con un sorriso, il meglio che è riuscita a fare.- Spero che non ti offenderai in futuro se ti chiamerò qualche volta bambina.’

Si guardano e sorridono a vicenda.
‘Facciamo un accordo. Tutto quello che dovrai fare e tenermi costantemente informata su quello che stai facendo. Io mi preoccuperò di me e delle mie faccende, ma tu mi terrai costantemente aggiornata su tutto. Siamo intesi?’

‘Si mamma.’

‘Ora Dai. Dobbiamo andare. Sono certa che sarete entrambi impazienti ad andare a vivere assieme.’ Sospira pesantemente dopo quelle parole. Si sente con l’animo a pezzi, ma si deve fare forza.

Nel scendere dalla macchina non scorge il velo di tristezza che si è abbassato sulla faccia di Giuseppina. Nota invece il gesto della figlia nell’aggiustarsi la minigonna e resta allibita e incerta. ‘Quelle erano labbra delle figa?’ Si chiede fra se sconvolta e incredula.

Con le mani occupate dai sacchetti, si dirigono in casa e una volta dentro, passano direttamente in camera. Diligentemente preparano una valigia e mentre la madre piega e ripone gli indumenti, Giuseppina seleziona con cura libri e quaderni. Sa che da li a qualche giorno dovrà affrontare la maturità e non si sente per niente preparata. Negli ultimi 30 giorni non aveva studiato molto e ora si augurava che nella nuova sistemazione avrebbe potuto recuperare le ore di studio perse.

Ora era certa. L’ha fissata per lungo tempo e ha visto chiaramente il taglio del sedere, le chiappe e le labbra della figa. ‘Sua figlia non stava portando nessun tipo di intimo e pensandoci bene, negli ultimi tempi non ne aveva visti da lavare. Dove andremo a finire.’ Si dice fra se con un sospiro profondo. ‘Non si può capire la gioventù d’oggi.’ Sorpresa, sorride fino a farsi scappare una breve risata.

Sorpresa si volta e la guarda.

‘Scusa amore. Stavo pensando alle parole di tua nonna e ora posso dire che aveva perfettamente ragione.’
Maxtaxi
Un bacio speciale a Lisa che sa darmi suggerimenti insperati.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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