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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 54.2

By 3 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
https://raccontimilu.com/viewuser.php?uid=843

Un consiglio, leggete prima il capitolo precedente.

https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=15813

Mia sorella Giuseppina 54.2

Lunedì ora di pranzo primo giorno senza scuola. Tonino guida in mezzo al traffico per raggiungere la casa di Giuseppina. Sorride e continua a farlo da quando è iniziata la giornata.
‘Da oggi abiterà con me.’ Continua a ripetersi incredulo e felice.

Da quando è iniziata l’avventura con lei, mai avrebbe pensato di spingersi fino a quel punto e mai e poi mai avrebbe pensato di fare sua quella stupenda ragazza che è Giuseppina.

Giunto sotto casa, riesce a trovare fortunatamente un parcheggio e, come è abituato a fare, le fa squillare il cellulare e poi riattacca.

Giuseppina sente la suoneria e sa che è lui senza neppure aver guardato il display. Corre verso la finestra e lo vede scendere dalla macchina e avviarsi verso il portone di casa. Si sente agitata. Corre al citofono e schiaccia il pulsante di apertura del portone. Apre la porta e lo aspetta con il cuore che le batte sempre più forte. Non capisce.
‘Sono contenta di vederlo o cosa?’

L’ascensore si ferma sul pianerottolo ed è lei che gli apre le porte quando lui arriva.
L’abbraccia e la bacia e lei risponde con trasporto. Le mani vagano ovunque e Tonino ne approfitta per tastarle il sedere e parte della figa che trova umida e calda.
A quel contatto mugola nella bocca di lui e quando si discostano, è tutto un fremito di sensazioni.

‘Hai preparato qualcosa da portarti via?’

‘Si. La valigia è quasi pronta. è in camera.’

‘Bene. Dai che andiamo.’

Giuseppina si sistema la minigonna e il top e lo precede in camera mentre lui si aggiusta il cazzo attraverso i pantaloni osservando come il culo di lei fosse completamente esposto. Sente un rumore provenire dalla porta del vicino e sorride mentre guarda lo spioncino oscurarsi.
‘Abbiamo dato spettacolo. Michele aveva ragione. è sempre lì che osserva e scruta a tutte le ore.’

‘Signora buon giorno. è sempre un piacere rivederla.’ Si avvicina con le braccia aperte e l’abbraccia. Sente le dure protuberanza dei seni e si eccita ulteriormente pensando alle visioni che ha avuto quella mattina al supermarket. La bacia sulle guance e l’abbraccia forte in modo da farle sentire il cazzo duro nei pantaloni.

‘Tonino ben arrivato.- Sente le guance diventare calde per quello che percepisce e ne resta un poco confusa.- Non saprei dire se sono contenta di rivederti. Mi porti via la mia bambina.’

‘Non si deve preoccupare. Non andiamo molto lontano.- Tonino si discosta e può osservare i capezzoli duri della signora.- Può venirci a trovare quando vuole e non si deve angosciare. Giuseppina continuerà ad aiutarvi al ristorante.’

Con fatica riesce a distogliere gli occhi dai seni della madre per posarli su quelli della figlia cui riesce a vedere meglio le aureole e i capezzoli duri attraverso il tessuto leggero del top.
‘All’ora, abbiamo preso tutto? I libri?’

Giuseppina fa un accenno con la testa e indica lo zaino.

‘Bene andiamo. Se hai dimenticato qualcosa torneremo domani a prenderlo. Signora la saluto. Non si preoccupi di nulla. Starò molto attento a sua figlia.’

La madre lo saluta con un sorriso, ma è più un ghigno triste e con fatica trattiene le lacrime. Abbraccia Tonino e lo guarda per dirle qualcosa , ma non ci riesce. Ha paura di piangere e non le piace.

‘Non si preoccupi.- La rassicura Tonino bisbigliandole all’orecchio.- Passeremo in farmacia a prendere le pillole. Non la faccio diventare nonna anzitempo.’

La realtà della situazione la colpisce come un pugno allo stomaco. La sua bambina, è donna a tutti gli effetti.
‘Giuseppina è fortunata ad avere un fidanzato premuroso come te.’

L’abbraccio con la figlia è forte e dura a lungo. Piangono entrambe e si accarezzano il volto a vicenda.
‘Bambina mia…’

‘Mamma non preoccuparti…’

‘Ti voglio bene.’

‘Anche io mamma.’
Si baciano sulle labbra come hanno sempre fatto, ma il contatto si protrae più del solito. Si discostano e Giuseppina è in imbarazzo. Ha i sensi in subbuglio.

Il calore che percepiva provenire dall’interno del pube e il formicolio che sentiva sui capezzoli a causa dello sfregamento contro i seni della madre l’ha lasciata turbata. Nota il rossore sulle guance e la durezza dei capezzoli identici ai suoi e ne constata che anch’ella non è stata del tutto indifferente.

‘Mamma… Vado ora.’

La porta dell’ascensore si chiude e Giuseppina ne approfitta per darsi una risistemata al top e alla minigonna. Si sente agitata, trema. A percorrere i pochi passi verso la macchina, l’angoscia e il terrore si impossessano di lei. Tonino è intento a sistemare lo zaino e la valigia nel bagagliaio e lei apre la portiera e si siede. Mille pensieri affollano la testa e alzando lo sguardo, vede la madre alla finestra che le sorride.

‘Brava. Così mi piaci. Lascia le cosce scoperte che ti si possa vedere la figa nuda. Fammi sentire se sei ancora bagnata?’

Le dita scorrono sulla pelle lungo l’interno della gamba e mentre divarica le gambe, viene assalita dai brividi di piacere e trattiene il respiro. Chiude gli occhi e sente le dita farsi largo nella vulva e si morde il labbro ansimando.

‘Mi piace come sei porcellina. Tieni metti questo e accendilo.’

Apre gli occhi e si osserva in mano il vibratore rosso. Quanto odia quell’oggetto. Immediatamente lo nasconde fra le gambe e alzando lo sguardo osserva la madre ancora alla finestra. Timidamente contraccambia il saluto, mentre sente le guance bruciarle per la vergogna.

‘Sto aspettando.’ Dice Tonino mentre avvia il motore della macchina.

Timidamente divarica ancor di più le gambe e non senza qualche difficoltà, lo spinge dentro facendolo scomparire quasi del tutto. Con suo gran sollievo la macchina si immette sulla strada e lei riesce a concentrarsi su quel che deve fare senza avere il timore che la madre potesse vederla.

In piedi alla finestra, pensa e ricorda, come da giovane si comportava con suo marito.
‘La mia bambina.’ Sussurra fra se e se.

Accendere il vibratore girando la base le è diventato difficile. Il finto cazzo si è inumidito velocemente ed è diventato scivoloso a causa degli abbondanti succhi vaginali. Come sente il ronzio all’interno della vulva trema tutta e mugola mordendosi il labbro.

‘Come può piacerle tanto? Come può essere sempre affamata di sesso e godimento. Può tonino averla trasformata così tanto?’
Lo guarda e non sa darsi una risposta. Le emozioni la pervadono piacevolmente stordendola.

Giunti davanti alla casa di Tonino, Giuseppina è preda di forti spasmi. Il finto cazzo profondamente piantato in lei vibra a diretto contatto della cervice. Osserva Tonino sorriderle e con in mano la video camera a registrare. Si sente tutta un fuoco e respira affannosamente con la bocca aperta e con lo sguardo vitreo. Apre di più la bocca e un lungo gemito echeggia in macchina. Trema, sussulta, si aggrappa fortemente alla maniglia della porta e terminato l’apice dell’orgasmo riprende a respirare. è in affanno come se avesse fatto una maratona. Ha il cuore che le batte tanto forte che lo sente distintamente con le orecchie.

‘Sei una gran porcellina. Mi piaci.’

Incapace di muoversi, resta a fissarlo continuando ad ansimare. Lui scende dalla macchina e presa la valigia e lo zaino si avvia. Quando torna lei è sempre nella medesima posizione. Continua a tremare aggrappata alla maniglia della macchina e lui sorride compiaciuto. La sua Giuseppina non ha disubbidito ed è rimasta con il vibratore piantato dentro di lei. Osserva e nota che è completamente sparito. Presa la videocamera registra ancora. Le fa aprire a squadra le gambe e il tappo del vibratore si intravede appena. Nota anche il luccicore abbondante dei succhi vaginali che le hanno imbrattato anche le gambe. Le abbassa lo schienale del sedile e le fa mettere una gamba sul volante.

Sdraiata in quella posizione, il vibratore non è più incuneato contro al sedile e ora libero, scivola dalla vulva facendola gemere. Il rosso vibratore risalta brillando di sughi vaginali. Le labbra interne della figa avvolgono il piccolo cazzo e alla congiunzione il piccolo bottoncino rosso perlaceo del clitoride, risalta esposto e dritto come un piccolo soldatino.

Soddisfatto, registra un poco l’area circostante per poi rivolgersi a Giuseppina.
‘Porcellina. Spegnilo che andiamo in casa.’

L’aria fresca non l’aiuta a calmarsi. Si sente mal ferma sulle gambe ed è pronta nuovamente a godere. Ad ogni passo si sente colare fino alle ginocchia i suoi succhi e se ne vergogna. Sa di essere completamente viola in faccia. Se la sente bruciare. Mentre sale le poche rampe di scale con difficoltà, si osserva in basso e nota i capezzoli duri bucare quasi il top, ma ciò che vuole vedere è fino a dove le è colata la sua ciprigna.

La porta si apre e riconosce a terra davanti a lei le sue cose.

‘Brava. Benvenuta. Fra pochi istanti arriverà anche mio padre. L’ho visto entrare nel parcheggio mentre salivamo nel palazzo. Prima di mangiare ti detterò le regole. Sono poche quindi vedi di stare bene attenta.

1. Sarai sempre nuda in giro per casa.

2. Non ti è permesso di portare nessun tipo di intimo se non espressamente indicato da me.

3. Gli unici indumenti che potrai indossare saranno minigonne e camicie salvo quelli espressamente indicati da me.

4. Obbedirai ai miei ordini immediatamente ed indiscutibilmente.

5. Se darò a qualcuno il permesso di darti degli ordini, devi obbedire come se l’ordine fosse venuto direttamente da me.

Li hai capiti bene Giuseppina? Se non rispetterai queste regole verrai severamente punita.’

Annuisce con il capo e dietro di lei si apre la porta.

‘Ma che sorpresa!- Esclama sgranando gli occhi.- Ti si rivede e vedo che hai deciso di trasferirti con noi. Sono lusingato della scelta che hai fatto.’
L’abbraccia con trasporto e le da un bacio veloce sulla guancia e nel ritirarsi le labbra si sfiorano. Rimane costernato nel constatare che lei lo bacia nuovamente e con le labbra semi aperte.

‘Dai papà, siediti un attimo sul divano. Giuseppina ti deve raccontare come ha passato la giornata al supermercato questa mattina e cosa ha fatto in macchina mentre venivamo in qua.’

Giuseppina osserva lo sguardo di Tonino e il sorriso sarcastico che si è aperto sulla faccia. Guarda la schiena del padre che si sta avviando al divano e le gambe iniziano a tremarle. Nota il gesto di Tonino e comprende che le sta indicando di seguire suo padre e porsi davanti a lui.

Giuseppina gli si avvicina e vede come strabuzza gli occhi. Il suo sguardo è fisso verso le sue gambe. Non vuole pensare a cosa possa vedere. Le guance si infiammano nuovamente.

‘Dai incomincia Giuseppina.’ La sprona Tonino, mentre si posiziona dietro di lei.

‘Ecco… Questa mattina siamo andati al centro commerciale e…’
Si interrompe sussultando e portandosi le mani al petto per la sorpresa. Tonino le ha abbassato il top e dopo che le ha abbassato anche le mani, le tette restano libere e alla mercé dello sguardo bramoso del padre.

‘Continua.’

Ingoiando un bolo di saliva e facendosi forza, respira profondamente.
‘Siamo andati in macchina.’

Le mani di Tonino ora la cingono dalle spalle e presi i capezzoli li tira e li preme fortemente.
Giuseppina ansima per il dolore misto a piacere che sta provando. Può sentire chiaramente la dura consistenza del cazzo premerle contro al sedere e strusciarvisi contro. Le mani ora le palpano il sedere con movimenti sempre più ampi e lei si preoccupa per la minigonna, che la sente distintamente sollevarsi.

‘Mettiti in ginocchio e posa le mani a terra.- Le sussurra all’orecchio.- Brava. Continua a raccontare come hai passato la mattinata.’

Giuseppina si sentiva disperata. ‘Dove sono capitata.’ Si chiede fra se. ‘è una famiglia di pervertiti.’ Sente distintamente la minigonna salire lungo i fianchi e poi le mani di Tonino accarezzarle il sedere nudo.

‘Non… Non c’è molto da dire. Mi sono sentita umiliata per come la gente mi guardava camminare vestita in questo modo.’

‘E tua madre?’ La interrompe Tonino

‘Era vestita quasi come me.’

‘Che famiglia di troie.’ Esclama il padre di Tonino.

Giuseppina si sente mortificata e avvilita per quella affermazione. Vorrebbe piangere, ma una carezza profonda la fa gemere involontariamente. Una mano le è passata sulla vulva e sul clitoride lasciandola ansante e tremante.

‘Vi hanno guardate in tanti?’ Chiede Tonino senza mai smettere di accarezzarle il sedere allargando di tanto in tanto le chiappe per osservare meglio.

‘Penso che tutti si siano voltati per guardaci.- Si sofferma restando con gli occhi chiusi e concentrandosi sul piacere che percepisce.- Due ragazzi ci hanno anche inseguito.’

‘Mmmhhh… Bene.- Esclama il padre aggiustandosi il cazzo nei pantaloni, rapito dalle tette puntute che osserva dondolare libere sotto di lei.- Bravissime. Dicci cosa avete fatto.’

‘Non c’è molto da raccontare. Dovevo stare molto attenta a come camminavo e a come mi muovevo e poi ho sentito quei due ragazzi fare dei commenti volgari…- Giuseppina si interrompe per qualche istante fremendo per la carezza sul clitoride.- Solo allora mi sono accorta della loro presenza. Ho cercato di stare ancora più attenta, ma quei due non ci hanno più mollate e ci hanno inseguite. Quando mia madre è poi andata in bagno, si sono fatti più vicini e li ho riconosciuti. Erano due compagni di scuola. Anche se non volevo, mi hanno palpata ed eccitata…’
Si vergogna per la confessione che ha fatto. Si sente le guance arrossire e resta per qualche secondo senza fiato.

Un dito di Tonino le è entrato nel culo violando lo stretto anello elastico. La fredda sensazione l’ha fatta sussultare e senza volerlo, ha spinto un poco il sedere all’indietro, facilitando in quel modo la penetrazione anale. Dopo qualche secondo ha aperto gli occhi e davanti a lei, il padre si stava accarezzando il cazzo con la mano infilata nei pantaloni e con le gambe completamente aperte.

Giuseppina stringe i pugni. Cosa sarebbe accaduto da li a breve. Come sarebbe cambiata la sua vita in quella casa. Cosa sarebbe stato di lei nei giorni a venire. Mille e più domande si affollavano in testa mentre le sensazioni le turbinavano dentro di lei stordendola ed eccitandola sempre più.

‘Continua vai avanti. Cosa ti hanno fatto quei due?’ Gli ha chiesto il padre sempre più eccitato.

‘Mi hanno palpata in un momento che non passava nessuno. Hanno infilato le dita dentro alla vagina. Ero calda. Li desideravo, ma volevo che se ne andassero. Mia madre poteva arrivare da un momento all’altro… aaahh…’ Geme sottovoce, ma viene sentita ugualmente.

Si è sentita dilatare eccessivamente. Sapeva ciò che volesse dire. Due dita le hanno violato il culo. Presupponeva già cosa aspettarsi e anche se l’avesse voluto o no, era alla mercé di quella famiglia. Si sentiva a disagio essere trattata in quel modo davanti al padre di lui. Gli voleva bene e in fondo provava un qualche tipo di sentimento nei suoi confronti e non capiva perché si comportava in quel modo. Il voler umiliarla sempre. Di continuo e in qualsiasi occasione. Giuseppina voleva credere che fosse il Sig.X a far comportare in quel modo Tonino.

Sapeva che lui la stava preparando per ricevere il suo cazzo e l’unica cosa che poteva fare era di rilassarsi e godere dell’eccitante massaggio che le stava facendo. Era conscia del volere di Tonino. Sapeva che non voleva farle del male e che la colpa di tutto questo era a causa sua. Sua e della sua stupidità. In tutto questo, le stava facendo provare piacere e che importa se anche lui provava piacere? Sapeva che non voleva farle del male e ogni qual volta che riusciva a rilassarsi, ha provato piacere e godimento ai più alti livelli.

Giuseppina ha piegato i gomiti appoggiandoli a terra e sopra le braccia ha appoggiato la fronte. Ha fatto alcuni respiri profondi e si è rilassata, mentre le dita continuavano ad andare ancora dentro e fuori. Ha sentito una mano scenderle da una gamba e passare ad accarezzarle il pube depilato fino a raggiungerle l’apertura della figa.

Ha tremato quando le dita hanno iniziato a massaggiare il duro clitoride.

‘Papà. Puoi sempre darmi una mano. Se vuoi le tette sono libere.’

Non se lo è fatto ripetere. Si è inginocchiato e ha iniziato a palpare e a stuzzicare i capezzoli.

Giuseppina provava sempre più piacere. Quando era entrata in quella casa non sapeva ancora come sarebbe stata la sua vita. In quell’istante ogni dubbio le era svanito.
Con i massaggi cui era sottoposta, il piacere stava montando in lei. Si sentiva sempre più erotizzata e il respiro si faceva sempre più corto. Il cuore iniziava a battere sempre più velocemente.

Un gemito echeggia nell’aria e Giuseppina inizia a tremare e a stringere i muscoli del sedere attorno alle dita.

La mani di Tonino si fermano e lei continua a tremare e a gemere di disappunto. Il piacere è pronto per esplodere.
‘Rilassati Giuse. Ci vorrà ancora molto tempo prima della conclusione.’

Ansima sbuffando dalle narici e dalla bocca aperta, stravolta dalle emozioni e dal piacere. Odiava quando la portava al limite e poi si fermava. Sentiva la mano del padre che le stuzzicava un capezzolo e le dita ferme di Tonino sul clitoride e dentro al piccolo buchetto del sedere, dilatato e fremente.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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