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OrgiaRacconti di Dominazione

M’s story. Capitolo 47. Aiutare con l’esempio

By 10 Dicembre 2022No Comments

Venerdì e sabato non accade nulla, salvo che, secondo Marta, le mie parti intime hanno recuperato il loro aspetto originale ed elasticità: “Bisognerà farti penetrare da qualcuno per vedere se lui prova piacere oppure gli uccelli normali ti ballano ancora dentro”. Resta basita, ma poi capisco che venire umiliata così è la cosa migliore per me. Infatti, i padroni non sono contenti di alcune di noi e decidono di punirne una come esempio per tutte. Inoltre, molte delle ultime arrivate ancora non hanno deciso se intraprendere la nostra vita e sarà data loro una dimostrazione delle prime 4 prove da superare proprio domenica 24.

Così, domenica alle 08:00, senza preavviso, veniamo portate alla Villa M. (quella al mare): Nadia (proveniente dalle scuole agricole), Nives (da forze dell’ordine), Naomi, Aurora e Sonia (dalla rete della formazione-lavoro, cap. 28) e io. Siamo tutte ragazze giovani e bellissime, ma tutte con problemi di carattere, insicurezze, paure e che abbiamo passato storie brutte. Hanno deciso che dovremo vestire in modo sexy e conforme alla nostra età: visa la stagione invernale, questo vuol dire leggings trasparenti e aderentissimi: quindi tutti i culetti e passerine bene in mostra. Sopra maglioncino di lana pregiata aderente, tacchi alti e sottili. Le altre possono mettere completini intimi, a me è proibito e dovrò stare nuda sotto ai vestiti: e già comincio a capire che destino mi aspetta oggi.

Guidano le auto dalla città il generale Leonida e il capitano Vito. Eugenio, Helio, Otello e Nando li troveremo a Villa M.
Mentre andiamo, vediamo Max che arriva alla Villa in città: probabilmente sarà lui a incaricarsi di punire la più somara di noi: e per fortuna non sono io.

Alle 09:00 siamo al mare, Eugenio era già lì; Helio, Otello e Nando arrivano puntuali e si comincia. Helio spiega: “Care ragazze, non siamo contenti: alcune di voi sono nostre ospiti da più di qualche settimana e ancora non hanno deciso di sottomettersi e farsi aiutare a migliorare. Non vogliamo farvi fretta, ma capite da sole che non si può continuare così in eterno: vediamo che vi trovate bene, che vi sentite al sicuro, che non avete tanti lavori da fare, ma ad ogni assistenza deve corrispondere un impegno. Per farvi capire: in questo momento, nella Villa in città, la più pigra delle schiave anziane, quella che non è dimagrita come richiesto, quelle che viene meno scelta per soddisfare i padroni, sta venendo punita durissimamente. Vi è tutto chiaro?”.

Nadia, la protetta di Helio, è l’unica ad avere il coraggio di chiedere: “Vuol dire che oggi dovremo avere rapporti sessuali con qualcuno? Dovremo fare qualcosa?”.
Helio: “No, come sempre, dovete fare solo ciò che voi decidete di fare. Però vi deve essere chiaro che, prima o poi, l’A.R.I. si aspetta che voi miglioriate, che cambiate, che siate più umili e diventiate ubbidienti. Si arriva ad essere accettate nell’A.R.I. dopo quattro prove, lo sapete. Solo dopo potrete firmare la lettera che vi impegna per massimo tre anni di prova. Perciò, nella giornata di oggi, vedrete l’esempio di una di voi che ha già superato le 4 prove iniziali, quelle per poter indossare il primo collare. Emme, alzati e vieni al centro del salone e spogliati tutta [io divento rossissima, ma ubbidisco: per fortuna il caminetto diffonde un bel caldo per tutto il salone] e tieni solo i tacchi alti. Per le altre cinque: vi ricordo che le prove consistono nell’accettare di: essere umiliata e posseduta da 1 (uno solo) padrone; essere umiliata e palpata da sconosciuti; essere posseduta da uno sconosciuto; essere possedute da più sconosciuti. Vi è tutto chiaro?”.

Tutte tacciono, prosegue Helio: “Bene, per la prima prova, la parte del padrone la farà Nando, prego, cominciamo”. Nando è proprio contento: io lo amo ma a lui piace proprio umiliarmi: spero che oggi non abbia preso cose brutte e si controlli senza farmi piangere.

Nando: “Emme, giù a terra: da adesso e per tutta la giornata, quando sarà presente chiunque di noi, ragazze comprese, devi stare a quattro zampe. Ora vai a fare il caffè per tutti e servilo camminando sempre come una gattina, svelta!”. Mi spiccio, è tanto umiliante dover essere l’unica a servire e in quel modo, ma non ci devo pensare, devo ubbidire e accettare tutto. Ma mentre gattono da una parte e dall’altra per servire i caffè, sento che Nando prepara una nuova umiliazione per me.

Nando: “Come tutti sapete, il nostro Maestro Leòn, soffre, diciamo, di quello che in Romagna si chiama ‘il male del somaro’ [risata generale], cioè ha un cazzo di dimensioni quasi equine. A quanto risulta, la nostra Emme lo ha preso sia davanti che dietro: ora vi propongo di verificare – tutti, ma proprio tutti e tutte – se la nostra Emme è stata sfondata oppure è rimasta, diciamo, normale. Emme, finito di servire i caffè, sali sul tavolo e mettiti supina, su!”. Vorrei sprofondare! Perfido Nando, e io che ti amavo! Finisco di portare i caffè, ritirare le tazzine usate e, a capo chino, salgo sul tavolone da pranzo.

Subisco questa nuova umiliazione passiva, rassegnata, non piango, ma non ho il coraggio di guardare in viso né padroni, né le altre sottomesse. Nando mi ha spalancato le gambe, in modo osceno, e tutti vanno a verificarmi la passerina e il buchetto del sedere: palpano, tirano, accarezzano, spingono dentro le dita. Per onestà devo aggiungere che, ormai lo sapete, quando provo vergogna o subisco umiliazioni, mi bagno: vi risparmio i commenti su di me che, benché non volgari, mi fanno sentire come una mucca in mostra. Ma non è finita, Nando vuole far vedere a tutti quanto sono capace di abbassarmi e annullarmi.

Nando: “Ed ora che si è fatta valutare da tutti, chiediamo ad Emme di riconoscere la sua inferiorità rispetto a tutte le altre persone: vai e pulisci i piedi dell’ultima arrivata, Sonia, tua coetanea. Glieli leccherai fino a quando non saranno coperti dalla tua saliva, vai!”. È vero, devo capire che non valgo niente, che Leòn mi ha sposata solo per pietà, che non ho l’intelligenza né la bellezza delle altre. Scendo dalla tavola e quattro zampe vado ai piedi di Sonia, che mi guarda stupita: le sfilo delicatamente scarpe e porto il viso ai suoi piedi, leccandoglieli umilissima e con tanta attenzione. Mi bagno di nuovo, e lo vedono tutti.

Nando: “Molto bene, tutti abbiamo visto come Emme non valga niente e come, lei per prima, riconosce che per lei è giusto ed è un onore leccare i piedi di chiunque. Ma ora la nostra piccola serva dovrà leccare di nuovo: perché per convincersi di essere una nullità ora mi farò… leccare il culo da lei! [risata generale, purtroppo anche delle mie sorelle sottomesse]”. Perché Nando mi fa questo? Niente, lui sale sul tavolo, si abbassa pantaloni e boxer, si porta le ginocchia contro il petto ed ecco: il suo buco del sedere peloso attende il segno della mia totale sottomissione. E mi sottometto, anche a questo, davanti a tutti: Nando si è lavato per fortuna, ma lo schifo è infinito ugualmente e ho due conati di vomito, che però riesco a controllare. Riesco a non piangere e, quando gli sembra che io abbia leccato abbastanza, mi allontana e mi dà un altro ordine.

Nando: “Ora giù a terra di nuovo. Guarda in viso tutti i tuoi padroni e le tue sorelle. Spiega loro perché devi essere penetrata e perché vuoi ricevere il mio sperma. Forza!”. Devo auto-umiliarmi davanti a tutti e questo mi è molto difficile, anche perché devo pensare e trovare le parole giuste, che non è proprio la mia specialità. Mi faccio forza e, con la mia vocina da bimba buona: “Io devo essere penetrata perché così mi sento utile alla società. Desidero ricevere lo sperma perché è il segno che sono riuscita nel mio dovere di dare piacere a un uomo e perché, per una persona inferiore come me, è un grande onore venire premiata con l’eiaculazione di chi servo”. Faccio appena in tempo a finire la frase che sento il membro di Nando farsi strada dentro di me, rigidissimo e bollente.

Nando: “Amici e schiave: Emme gode nella vergogna! è fradicia e accoglientissima! I suoi muscoli vaginali stanno stringendomi il cazzo come se non volessero farlo più uscire! Cosa dite: la premiamo?”. Un coro di “sì” si alza da ogni voce. E mentre Nando mi sbatte con più forza e mi riempie del suo seme, io godo davanti a tutti, come una svergognata.

Mentre sono a lavarmi, mi scende una lacrima: me la asciugo e respiro profondamente: spero solo che quanto ho dovuto subire possa servire alle mie sorelle che, a dire la verità, non sono mica state molto carine mentre venivo umiliata. Sento che, di la’ nel salone, Helio sta dando istruzioni: “Ci spostiamo tutti e tutte nell’agriturismo Timida del vicino Lido di Spina, che abbiamo affittato per tutta la giornata. Gli esempi di Emme continueranno la’. Siamo sei padroni e cinque ragazze nuove. Si aggiungeranno le due guardie del corpo di Nando e, per pranzo, anche un ospite che sinora nessuno ha conosciuto”.

Il viaggio è brevissimo, il posto molto bello con vista sulla laguna e su aironi e fenicotteri. C’è un unico grande ambiente di circa 100 mq, nel quale han ricavato una sala da pranzo con un tavolone già apparecchiato per 14 persone, una reception, un salotto, un espace et tables de service per camerieri a ridosso della cucina. Ci accolgono il proprietario, due camerieri e due cuochi: non ci sono altri clienti né personale femminile. Helio mi porta dal proprietario e camerieri: “Eccoci, vi presento la nostra Emme, che servirà gli aperitivi e poi al tavolo: se sarete gentili lei vi ubbidirà fino al termine del pranzo. Emme, spogliati tutta e metti solo questo grembiulino”.

Chino il capo, rassegnata e vinta. Mi spoglio e arriva subito il primo “Ma… è bellissima!”. Helio continua: “Mi raccomando, nessuna violenza o cose brutte: baci, carezze, coccole… e farà ciò che ognuno di voi cinque le dirà”. Il “grembiulino” non sono altro che due rettangoli di cotone bianco: il primo copre appena la vagina, il secondo copre dai capezzoli (scoperti per metà) alla pancia: dietro niente, tutto in mostra. Dopo una frazione di secondo c’è già una mano maschile che mi palpa il sedere… io tremo, con gli sconosciuti per me è sempre molto difficile. E arriva il secondo: “Ma è stupenda… è la fotocopia di Shakira in meglio”.

Comincio a servire gli aperitivi, non sono brava con i vassoi e devo fare molti avanti e indietro: ogni volta che torno alla cucina ho le mani dei cinque addosso… e via via si aggiunge qualche bacio sulla bocca, sul sedere e sui capezzoli. All’ennesimo giro, sento una cosa bella: Naomi che dice a Otello di essere eccitata e gli chiede se può toccarsi. Lui risponde di no, ma per me è la speranza che quello che sto passando serva alle nuove. Quando ho finito i giri degli aperitivi e torno alla zona cucina i cinque mi bloccano: uno che mi ripete “Ma quanto sei bella”, chi mi fiocca lingua in bocca, due che mi mettono l’uccello in mano, chi mi lecca la fessurina. Vedo che tutti quelli della comunità mi guardano e vorrei scomparire. Invece, purtroppo, godo “per colpa” di quella lingua sul mio clitoride; i due uccelli che accarezzavo spruzzano per terra. Mi dicono di pulire per terra, ma per fortuna si calmano e vanno a finire di preparare il pranzo, mi lasciano sedere, ho il respiro pesante, gli occhi annebbiati, il cuoricino che mi batte forte.

Helio si alza e va ad aprire la porta: entra un uomo giovane, non alto ma ben fatto, tutto sommato carino. Lo accompagna fino al tavolo e lo presenta: “Amici, vi presento Radames, il protagonista della prossima prova di Emme! [applauso]. Emme, vieni qui, vediamo se puoi essere di gradimento per Radames. Intanto vi dico che Radames è stato scelto da un sito di annunci perché è sembrato il più educato dei presenti in questa zona, gli abbiam detto che M. deve pagare una scommessa persa, ha visto Emme solo in fotografia e ha accettato di montarla davanti a tutti”. Io mi sento come svenire, mi gira la testa… ma mi alzo e ubbidisco. Giunta al tavolo, Radames si fa avanti mi dice “Bellissima, molto più bella che in foto”, mi fa girare su me stessa e, quando torno di fronte a lui, mi abbraccia e mi dà un lungo bacio sulla bocca. Applauso generale. Ma mi chiamano dalla cucina e torno la’.

Servo i primi e, come prima, ogni volta che torno alla zona cucina, sono carezze, baci e le mie mani che vengono portate sui loro pantaloni. Quando arrivo a servire Radames, mi ferma, si alza, mi bacia ancora e con una mano va a sentire se sono pronta: sì, purtroppo sono bagnata, come una ragazza poco seria. Noto che seduti a tavola, adesso ci sono anche le due guardie del corpo di Nando: ecco perché il tavolo era per 14 posti, spero che non mio faranno mangiare per terra davanti a tutti. Finiti i primi, svelta vado a ritirare i piatti e, con gioia, sento Nives che supplica Leonida: “Ti prego, dammi il permesso di diventare come Emme, farò tutto quello che vorrai, ma voglio essere felice come lei e sento tanto il bisogno di venire umiliata anche io”. Il pranzo è finito, ho servito gli amari e i caffè… Radames mi fa cenno di andare da lui mentre si sbottona la camicia e si slaccia i calzoni.

Mi prende in braccio, mi porta a un grande divano che apre facendolo diventare un letto matrimoniale. Mi toglie quel grembiulino osceno e mi ci adagia sopra, poi si abbassa gli slip: ha un pene grande, non enorme, un po’ storto, che sembra gli stia scoppiando dal desiderio. Mi si pone accanto, baci, carezze, finché “Hai i capezzoli gonfi da sembrare ciliegie di Vignola… e sei bagnatissima… se faccio qualcosa di sbagliato avvisami, ma sei così bella che io…”. Mi sale sopra, mi penetra velocemente, poi si ferma quando l’ho tutto dentro me: io miagolo, sono proprio diventata una… Lui capisce che mi piace e prende a muoversi con un ritmo sostenuto, facendolo quasi uscire per poi riaffondarlo tutto: io vengo, subito, con un miagolio più lungo, sottovoce, dolce. Si ferma fino a quando mi passa l’orgasmo, quindi, restando dentro mi limona, mi bacia, mi coccola… e io miagolo di nuovo. Ci sa fare, si ferma per calmarsi prima di riprendere: così mi fa godere tre volte, davanti a tutti, finché si prende ciò che gli spetta spruzzandomi sul viso, tanto tanto seme.

Mi rialzo, vorrei correre ma sono intontita per gli orgasmi e… altra bella sorpresa: è Sonia che corre ad aiutarmi, mi sostiene fino in bagno, mi aiuta a pulirmi e risistemarmi tutta. E si scusa! “Io… ammetto che mi piaciuto quando mi hai leccati i piedi, scusami ma mi sono tutta eccitata… però sappi che desidero anche io umiliarmi per te, che ti ammiro e … e… insomma sono tutta eccitata”.
Usciamo dal bagno dopo 30-45 minuti: ho riposato mentre Sonia mi sistemava i capelli: da quello che vediamo il mio esempio è davvero servito a qualcosa: Nives sta facendo un bocchino contemporaneamente a Leonida e a Eugenio, alternandoli: geme per il piacere. Naomi sta venendo penetrata da Otello e Nando, uno davanti, l’altro dietro. Nadia riceve il sesso di Helio in bocca, mentre Eugenio la sodomizza: il viso di lei soffre per il dolore, ma geme per il piacere. Aurora è la più pudica: si bacia in bocca e limona con Vito. A vedere tutto questo amore e sesso, Sonia geme e fa per toccarsi: la fermo appena in tempo e le spiego: “Non puoi toccarti, ti batterebbero con la canna di fiume. Devi chiedere il permesso a Helio, Vito o Eugenio”.

Ma la cosa che più mi preoccupa è che, sul divano dove Radames mi ha penetrata, ci sono ora anche le due guardie e i cinque dipendenti dell’agriturismo: e tutti mi fanno “ciao” con la manona e mi sorridono. Realizzo che sono tutti uomini che non conosco e che sono pronti per la mia quarta e ultima prova.
Lo spazio per questo episodio è al termine: fortuna per me, che non devo raccontarvi cosa mi han fatto e mi basta dirvi “tutto”. Per risparmiarmi l’imbarazzo, un calcolo potete farlo da soli: dalle 15:45 alle 19:45, otto uomini e io sola tra loro. Sono venuta con tutti, almeno una volta. Ad alcuni, possedermi una volta sola non è bastato.

Appena fuori dall’agriturismo, in macchina, crollo a dormire… fino al giorno dopo!

Continua

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