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OrgiaRacconti di Dominazione

Nella polvere:al ristorante

By 1 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

A me toccò succhiare il cazzo del direttore di banca
e date le dimensioni non certo asinine viaggiava bene
tra le mie labbra: frugava ogni centimetro del mio palato.
Certo che dopo mangiato ricevere un cazzo in gola non &egrave il massimo,
ma non potevo tirarmi indietro. Anche la mia dirimpettaia
che si ergeva più in alto di me grazie alla grandezza del suo seno,
riceveva in bocca la visita del cazzone del suo padrone di casa: perch&egrave
il più che sessantenne era stato dotato da madre natura assai meglio
del bancario.
La dimostrazione di ciò potevo scorgerla dal fatto che la lunga e grossa
asta di carne non penetrava bene nelle labbra di Lella: sentivo il suo respiro
e quello del signor Mario che ansimavano, lui per il piacere nel vedere la
sua inquilina a bocca aperta e alla sua mercé, lei invece era boccheggiante
e preoccupata per le dimensioni dell’arnese ma anche perch&egrave, forse, non
sarebbe stata che la prima di una serie di incontri.
Sentii dei lamenti dovuti al fatto che Mario si divertiva a tirarle i capelli e a
pizziccarle ora la schiena grassoccia, ora i fianchi sporgenti, ora a frugarle
il largo solco tra le grandi natiche.
I suoi gesti furono imitati dal bancario che iniziò anche lui a fare altrettanto:
non ero da meno quanto a ciccia ma non potevo competere come seno con
Lella. Come se mi avesse letto nel pensiero decise di armeggiare tra i miei
seni,e per farlo pizzicò i capezzoli con le sue unghie, provocando dolore che
presto si trasformò in lacrime.
Ora fu Mario che imitò l’amico e i cuscini del divano ricevevano il frutto della
nostra umiliazione.
Il capo si godeva lo spettacolo del suo trionfo, sia guardandoci mentre i suoi
amici ci tormentavano, sia muovendo la mano nella sua figa che immaginavo
bagnata.
Di colpo si alzò e sfialando una cinta dai pantaloni di uno degli uomini iniziò,
prima piano poi con maggior vigore a frustare le nostre groppe: sentivo
chiaramente il rumore generato dalla “nostra attività sesuale” ma percepivo
la soddisfazione di Rosanna.
Dopo qualche frustata i nostri capelli furono tenuti come le briglie e tirati, mentre
abbondanti getti di sperma allagavano le nostre bocche doloranti.
Uno dei due disse che ” &egrave il giusto dessert che ci vuole per tipe come voi”.
Non capivo se ci stesse dando della “puttana” o se fosse un complimento.
Stanche ci accasciammo sul divano mentre i cazzi dei due uomini erano ancora in
semierezione: la tortura pareva finita, grazie anche alle cinghiate i due cazzi si
erano gonfiati al massimo e poi avevano sfogato il loro piacere dentro le nostre
bocche.
Rosanna: ” Allora signor Mario cosa intende fare con Lella? Le conceda almeno
un po’ più di tempo per pagare l’affitto! Per il pompino che le ha fatto che dice?
Una settimana?”
E lui: “Va bene ok, ma solo per questa volta…a meno che…” Lella era seduta con le
gambone un po’ aperte, la figa depilata e ben visibile e che,forse, bagnava il divano,
e che pareva invitante.
Mario:”Se potessi continuare e Lella fosse disponibile a soddisfare qualche mio
desiderio potrei…

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