Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti sull'Autoerotismo

Orgasmi segreti. Piaceri inconfessati.

By 12 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ stata la primavera di qualche anno fa, avevo tredici anni.
Io abito in una località di mare, quindi è sempre stato abituale per me passare molto tempo in spiaggia, soprattutto quando la stagione cominciava a diventare calda.
Doveva essere in giugno, io e un gruppo di altri cinque o sei amici ci eravamo addentrati nella pineta che stava a ridosso della spiaggia.
Essendo giunti lì direttamente dalla spiaggia, eravamo tutti in costume e in ciabattine di gomma.
Una volta lì, abbiamo improvvisato una specie di guardie e ladri.
Niente di che, ci siamo semplicemente inseguiti per qualche periodo. Si erano spontaneamente formate due squadre, le ragazze da una parte e i ragazzi dall’altra.
Ad un certo punto sono io quella che viene presa di mira: in tre mi accerchiano, quindi mi catturano e sono a terra.
Mi immobilizzano le gambe e le braccia al terreno, quindi uno dei ragazzi che aveva le mani libere comincia a farmi il solletico.
E’ una cosa che dura qualche secondo, io mi dimeno e dopo un attimo mi lasciano andare, forse anche per paura che con le mie urla io potessi attirare delle persone.
La sera quando sono a casa nel letto e sto per addromentarmi, ripenso a quell’episodio.
Anche se patisco il solletico, non mi era dispiaciuto, devo ammetterlo.
Ero rimasta colpita dal fatto di essere prigioniera di quei ragazzi, di essere potenzialmente a disposizione di qualunque loro desiderio.
In quel momento, mentre sto facendo quel pensiero, indosso soltanto la biancheria intima.
Sono vestita più o meno come ero quel pomeriggio, quando ero in bikini, e nel mio letto allargo le braccia e le gambe come mi avevano costretto a fare quei ragazzi.
Con una mano mi sfioro la pelle della pancia e dei fianchi, cercando di farmi solletico da sola.
Non ci riesco ovviamente, ma intanto mi sono calata nella parte.
Quei ragazzi erano più numericamente più di me e più forti di me, avrebbero potuto farmi qualunque cosa.
E se avessero deciso di togliermi il reggiseno, io come avrei potuto impedirglielo?
Magari uno di loro mi avrebbe chiuso la bocca con una mano, mentre gli altri mi avrebbero spogliata.
Senza pensarci due volte mi tolgo il reggiseno.
Mio fratello è a qualche metro di distanza che dorme, però è buio e anche si svegliasse non credo mi potrebbe vedere.
Io invece sono sono perfettamente sveglia, ormai completamente rapita da quella mia fantasia.
Nella mia immaginazione sono circondata da quattro ragazzi che mi hanno appena immobilizzata e mi hanno tolto il reggiseno.
Se fossero arrivati a tanto, sicuramente non si sarebbero astenuti dal toccarmi, no?
Con una mano mi afferro il seno, fingendo che sia la mano di qualcun altro.
In quel momento della mia vita nessuno mi aveva mai toccata una tetta, mai direttamente sulla pelle.
Un ragazzo ci aveva provato qualche mese prima a toccarmi attraverso la maglietta, ma gli avevo subito allontanato le mani.
Invece in quel momento stavo immaginando di farmi palpare da quei quattro amici, e, nonostante fosse un soltanto una fantasia, non provavo quel senso di fastidio che avevo avvertito invece con il ragazzo.
Continuo ad accarezzarmi le tette, mi tiro di capezzoli e mi do dei piccoli pizzicotti.
Loro avrebbero fatto così, presumo.
E se avessero osato fare anche qualcos’altro ?
Quelle cose non si sa mai come vanno a finire, soprattutto quando c’è di mezzo un gruppo di persone particolarmente eccitante.
Mi avrebbero probabilmente tolto anche le mutandine?
Nella mia fantasia decido di sì.
Mi sfilo anche le mutandine, sono in quel momento completamente nuda sul letto.
Sembra strano, ma credo di non essere mai stata nuda nel letto.
Perchè avrei dovuto farlo?
Non ho mai fatto sesso, non avrei avuto motivi.
Se quei ragazzi mi avessero spogliata, mi avrebbero toccata tra le gambe?
Sonoo certa di sì.
Appoggio la mano sulla mia passera.
E’ bagnata, ma io non me ne rendo conto appieno.
Sono molto eccitata, lo so, immagino che possa essere il caldo.
Nella mia fantasia la mano che mi tocca non è mia, ma di uno dei miei amici.
Scelgo Giacomo, quello che mi piace di più.
Mi stanno facendo il solletico e nel frattempo mi toccano la figa.
Io il solletico ho già capito che non riuscirò a farmelo, in quanto al resto….
Sento la mia mano fradicia, ma non riesco a smettere.
I miei genitori sono solo nella stanza accanto e se decidessero di entrare nella mia non avrei il tempo di coprirmi, ma non smetto.
Non inserisco dita dentro di me, sono ancora vergine e ho paura, però non smetto di stimolarmi il clitoride.
Sento le pulsazioni aumentare, sono sudata e non mi interessa quello che capita attorno a me.
Sento la televisioni di là, ma non mi importa.
Mio fratello russa accanto a me, ma non mi interessa.
Il mio primo orgasmo arriva come un treno.
Mi sento sconquassata, godo con la mano tra le gambe e mi raggomitolo fetale.
Riprendo fiato e capisco cosa mi è appena successo.
Sono appena entrata nel mondo degli adulti. Io e il mio ragazzo non ci vediamo da una decina di giorni. Io, con quel pizzico di sano masochismo che mi contraddistingue (e che in realtà non fa che aumentare la mia capacità di raggiungere il piacere), ho deciso di impormi una privazione dell’orgasmo fino a quando non lo vedrò.
Perché poi, al momento del rapporto, voglio contorcermi dal piacere. Ma voglio farlo con lui, e vedere la sua reazione. Voglio sentire il suo cazzo che pulsa mentre eiacula dentro di me, inaspettato. Voglio che percepisca come l’ho atteso, in punta di piedi, e come lo desidero.

Ma oggi voglio aumentare la difficoltà della mia prova. Voglio vedere fino a che punto riesco a controllarmi. Ormai sono dieci giorni che sono a stecchetto, e il solo pensiero di lui mi fa eccitare. Posso sentire i miei umori anche ora, mentre scrivo.
Oggi proverò a masturbarmi senza arrivare fino al culmine, e per farlo utilizzerò il doccino. Non ho mai provato, ma mi sembra un metodo soft, da poter gestire.

Arrivo nella vasca..mi sono preparata un po’ di acqua calda, giusto per non congelarmi, e inizio a massaggiarmi…mi lavo. Mi rendo conto che sarà difficile controllarmi, sento la mia vagina completamente aperta mentre mi sfioro con la schiuma, e ho i brividi. Prendo il doccino, lo accendo. L’acqua è calda, anzi tiepida..scorre sul mio corpo come un massaggio leggero. La faccio passare sui capezzoli, turgidi, e scendo ancora..mi appoggio alla vasca, leggera, e apro le gambe appoggiandole sui bordi. La mia cosina è completamente aperta..mi sfioro, sussultando. Forse è meglio smettere.
Poi passo con il doccino sul mio pube. E’ una sensazione piacevole. Stuzzicante, direi. lo sposto più in basso..e rabbrividisco. Non pensavo fosse così bello. Inizialmente fa anche un leggero solletico. Sorrido, e continuo con il mio massaggio. L’acqua è tiepida ormai, o così mi sembra. Chiudo gli occhi. Mi rendo conto di stare ansimando. Ancora un attimo e lo tolgo. Sento che comincio veramente ad eccitarmi. Non credevo fosse possibile, con un semplice doccino..ora lo muovo di più. Attenzione Alessia, stai perdendo il controllo. Attenzione. Sono eccitata come una cagna, ora. Dove sei, voglio essere scopata. Voglio essere riempita. Voglio il tuo cazzo, il tuo corpo nudo e ansimante sopra di me. Voglio venire. Ora. Ora. Stacco il doccino.
Per un pelo. Mi riprendo dal vortice in cui ero finita, e sorrido, tremando. Cosa non darei per un orgasmo, ora. Ma ho resistito. Brava, Alessia.

Mi risistemo, e mi sciacquo di nuovo. Mi alzo in piedi nella vasca, fra poco esco. Ma voglio concedermi ancora un secondo di piacere. Prendo il doccino, e scendo lentamente fino all’ombelico. E ancora più giù. Ecco. lì. E’ un attimo..mi si annebbia la vista, mi scappa un gemito, forte. Non riesco a fermarmi. Urlo, non devo venire ma non ce la faccio. Voglio. Provare. Piacere. Sto venendo. Mi appoggio al bordo della vasca, mollo il doccino e porto le mani al mio clitoride, sfiorandolo e coprendolo, mentre un’ondata di piacere mi pervade..mi lascio cadere dalla vasca sul pavimento del bagno, mi contorco per terra, non riesco a controllare le scosse, mentre un urlo liberatorio mi esce dalle labbra. Mio dio.

Se avessi aspettato il mio fidanzato. Se lo avessi aspettato. Sorrido, mentre guardo il soffitto, il bagno completamente allagato. Se l’avessi aspettato, non avrei provato l’orgasmo più intenso della mia vita.

Leave a Reply