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Racconti di Dominazione

PadronVale e l’incontro con Padron L.

By 27 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale e l’incontro con Padron L. di Tom

Dal diario della schiava Alex:

Questa mattina ho svegliata la Padrona come mio solito, leccandole i piedi da sotto le coperte. Accanto a lei riposava la sua nuova amica, Laura, la Dominatrice che si fa chiamare Padron L.. E’ venuta a trovarla giusto ieri pomeriggio con la sua schiava, una ragazzina di poco più giovane di me che si chiama Flavia. Padron L. è molto bella, alta ed imponente con la sua curatissima criniera che sembra appartenere ad una divinità greca e le sue lunghe unghie laccate in maniera impeccabile. La sua voce è vellutata e dolce, i suoi modi regali, degni di una nobildonna di alto lignaggio. La serva invece è uno scricciolo con un’espressione perennemente impaurita. Non mi ha fatto una particolare impressione e credo si tratti di una serva piuttosto inesperta.
La Padrona si è destata e mi ha spinta fuori la testa dal letto con un preciso calcio in piena faccia, quindi si è stiracchiata le belle gambe e si è seduta sul letto. La schiava di Padron L. è rimasta invece a guardare. Davvero non oso immaginare che razza di dominatrice possa essere l’amica della Padrona. Ieri non ha mai calpestata la sua schiava, non l’ha umiliata come accade usualmente con me e non si è mai fatta leccare scarpe, stivali e piedi. La fa solo procedere dietro di sé in ginocchio quando siamo sole, oppure le fa portare le sue cose (borse, pacchetti ed altro) quando siamo fuori.
La Padrona ha svegliata la sua amica dolcemente poi si è messa a cavalcioni sopra la mia faccia e mi ha pisciato in bocca. Il sapore era forte ma ho deglutito tutto senza perderne neppure una goccia. Alla fine ho dovuto ripulire il suo sesso meraviglioso con attenzione. Questa è una delle attività che preferisco. L’orina della Dea è molto buona e pensare che ella la dona ad un essere indegno come me mi fa sentire mille volte più importante di quanto in realtà sono.
‘Tu vuoi scaricarti?’ ha chiesto la Padrona alla sua nuova amica.
‘Nella bocca della serva?’
‘E dove altrimenti?’
‘Ma Flavia non è ancora stata addestrata a sufficienza per questo’
‘Non le hai mai pisciato in gola?’
Padron L. ha riso.
‘No, mai’
‘Usa la mia, allora’
‘Non si offenderà?’
‘E se si dovesse offendere che vuoi che sia? E’ solo una serva, la sua bocca serve solo per bere il piscio di esseri superiori come noi’ ha risposto la Padrona afferrandomi per i capelli e spingendomi sul pavimento dalla parte di Padron L.
La schiava Flavia si è spostata indietro, e si è accucciata in un angolo, titubante. Non è una vera schiava come me. Padron L. si è calata le mutandine e si è accucciata su di me applicando l’inguine alla mia bocca. I suoi capelli, lunghissimi e delicatissimi, sfioravano la mia pelle solleticandola. Il sesso della Dea odorava di spezie esotiche e salsedine. Ha rilasciato nella mia bocca una gran quantità di orina ma, a differenza della Padrona che rilascia il getto senza trattenersi (anzi, talvolta si sforza di orinare più forte per divertirsi a vedermi soffocare) lei cercava di mantenere un flusso costante e controllato.
Per questa sua gentilezza, quando Padron Vale mi ha premuto il piede destro sul petto ordinandomi di ripulire il sesso della sua compagna, ho eseguito prontamente leccando via con minuziosa attenzione ogni traccia di orina dai delicati peli pubici.
Flavia ansimava solo osservandomi. Alla fine Padron L. si è alzata in piedi e la Dea mi ha ordinato di sollevarle le mutandine per non costringerla ad accucciarsi. Ho eseguito con prontezza senza dimenticarmi di calzare le pantofole ad entrambe le mie padroncine.
‘Hai visto, Flavia?’ ha chiesto Padron L. alla sua serva ‘Tu ci riusciresti mai?’
Mi ha sorpreso che Padron L. chiamasse la serva per nome. Padron Vale non usa mai questa cortesia con me. Credo che sia perchè mi considera meno di un oggetto. Ciò è giusto, perché in effetti io non valgo nulla di fonte alla Dea ed ecco la ragione del mio stupore nel vedere un essere superiore che si rivolge ad una come me chiamandola per nome.
La ragazza, da inginocchiata che era, ha sollevata la testa dal pavimento sussurrando ‘Io’Padrona”
Subito le due Dee sono scoppiate in una risata fragorosa.
‘Sono abituata a farmi baciare i piedi, subito dopo il risveglio’ ha detto Vale ‘E tu?’
‘Io mi faccio baciare lì solo per ricompensa’
‘Ma a te piace farti leccare i piedi?’
‘Certo’
‘Allora perché non lo fai più spesso? Ogni volta che vuoi? Le schiave come le nostre non hanno bisogno di ricompensa. Quella che la mia cagna ha bevuto fino a questo momento è già un premio, per lei. Ignora quello che provano. Se hai voglia di farti leccare il fango dalle scarpe fallo, senza curarti di ciò che possono pensare loro’
‘Sei molto severa con la tua serva. Io preferisco metodi meno cruenti’
‘Beh, sono cattiva il necessario. La mia troia è sciocca ed apprende con difficoltà. Vedi adesso? Io vorrei una buona leccata di piedi ma lei ha ancora la lingua sporca di piscio. Di solito sa che la mattina, subito dopo essermi servita da latrina, deve correre in bagno a sciacquarsi il muso nella tazza del water per poi tornare qui e leccarmi come si deve. Oggi è bastato che fossi presente anche tu e non ha saputo cosa fare. Vedi? Ha ancora tutte le labbra pisciose ed i miei piedini reclamano una lingua calda e pulita sulle piante’
E’ vero. Sono stata una stupida. Come potevo essere stata così lenta nel prendere una decisione? Le due Dee si sono nel frattempo sedute sul bordo del letto ed hanno accavallato le loro lunghe, bellissime gambe.
Padron L. indossava slip e reggiseno di seta nera e pantofole col tacco alto, Padron Vale una vestaglia anch’essa di seta però bianca ed indossava zoccoletti col tacco.
Avrei voluto scomparire per la mia imperdonabile negligenza, osservando quelle due superbe divinità.
‘Usa la mia, allora’ ha consigliato Padron L.
‘La tua schiava?’ ha chiesto Vale.
‘Si, non sarà in grado di bere il nostro piscio, ma è pur sempre una discreta leccapiedi’
‘Ma si, perché no? Tu, troia inutile, leccami i piedi!’ ha ordinato rivolgendosi a Flavia.
La serva è strisciata al mio fianco, superandomi silenziosamente e precipitandosi sugli zoccoli della Padrona. Li ha sfilati dai piedini, inarrivabili in quanto a bellezza, della Dea tenendoli con la bocca per la punta, poi ha lasciato che la Dominatrice appoggiasse le piante sulle sue mani ed ha quindi iniziato a baciare e leccare il dorso delle sue estremità. Ha lavorato con passione, tuttavia i suoi baci e le sue lappate erano morbide e sensuali come se la sua bocca stese cercando di fare l’amore con le grandiose estremità della Padrona. Ho approvato come ha curato la pulizia del dorso dei piedi e delle caviglie, dello spazio fra le dita e dei talloni, ma fossi stata nella Padrona le avrei rimproverato una certa trascuratezza nella pulizia delle unghie. Io di solito adopero la lingua per pulire il sotto delle unghie per quanto mi è possibile, invece Flavia non l’ha fatto. Segno evidente, questo, di una ancora acerba attitudine alla sottomissione.
Senza dir nulla Padron L. ha disteso le sue bellissime gambe dall’abbronzatura perfetta e le ha appoggiate sulla schiena della sua serva.
‘Non ti darà noia, spero’ ha detto rivolgendosi a Vale.
‘No, certo. L’importante è che questa cagna continui a leccare per bene. E tu cosa fai lì impietrita, stupida?’ m’ha apostrofato la Padrona senza riguardo ‘Vatti a sciacquare la bocca pisciosa che ti ritrovi e poi torna subito qua’
Sono andata via a malincuore, strisciando come la cagna schifosa che sono davanti alle loro maestà ed abbandonando quello spettacolo eccitante che era l’umiliazione della schiava di Padron L. costretta ai piedi di entrambe le Dee.
Ho pulito la mia bocca e la lingua e già che c’ero ho anche sciacquato il mio viso da alcuni schizzi d’orina che avevano tempestato inavvertitamente la mia guancia destra.
Ora ero pronta per servire nuovamente le mie Padroncine.
Stavo per fare ritorno in camera da letto quando Padron Vale è entrata in bagno.
‘Apri quel tuo cesso di bocca, ha da fare’ ha ordinato.
Sapendo che la mia adorata Dominatrice mi aveva appena usata per pisciare ho subito compreso a cosa sarebbe servita quell’indegna cavità che è la mia bocca.
Mi sono perciò disposta sul pavimento con la fronte rivolta in alto e le braccia appoggiate al corpo, in attesa che la Padrona facesse nuovamente di me il suo cesso.
In quel momento è entrata anche Padron L., sorridendo complice alla mia Dea e guardandomi con scherno ‘Lo fai davvero?’
‘Certo. Non racconto balle, io. Le ho insegnato come mangiare la merda’
‘Ma francamente mi sembra un po’ troppo. Cacare in bocca ad una ragazza! Io non credevo si potesse fare una cosa del genere!’
‘Ma certo che si può fare! E poi questa sotto il mio culo non è una ragazza. E’ una schiava. Un essere inferiore creato appositamente per soddisfare ogni mio capriccio’
Dicendo questo Vale scoreggiò nella mia bocca due volte, rise e scoreggiò ancora.
Io, per farle da stimolo, le baciai il buchino che mi aveva appena sussurrato parole di gas intestinali e le lubrificai il condotto defecatorio con la mia lingua fino a che riuscii a inserire la mia lurida appendice boccale nelle sue delicate intimità.
Quando, con la punta della lingua ancora inserita nell’ano della Padrona, sono andata a toccare la testa della merda in arrivo, ho ritratto la lingua ed ho spalancata la bocca. La Dea mi ha fatto scivolare in gola una buona quantità di merda, condendo l’onore che mi concedeva permettendomi di nutrirmi delle sue feci con colorite espressioni come ‘Tieni, mangia, puttana’ oppure ‘Se ne lasci cadere un solo briciolo ti calpesto fino a spaccarti tutte le costole’
Infine, dopo essersi scaricata abbondantemente mi ha ordinato di pulirla.- Mi ha concesso solo qualche secondo per deglutire il tutto.
‘Ingoia la mia cacca e puliscimi il culo con la lingua’
Mentre eseguivo l’ordine mandando giù un pezzetto di merda dietro l’altro si è rivolta alla sua amica ‘Vedi come l’ho addestrata bene? Mangia la mia cacca come fosse un succulento piatto d’alta cucina e poi mi pulisce con la lingua E sapessi come pulisce bene! Meglio dell’usuale carta igienica. Ogni tanto si alza, si lava la bocca al bidé e poi ricomincia a leccare fino a che non le ordino di smettere. Ormai le piace il sapore della mia merda’
Padron L. ha riso, poi mi ha guardata negli occhi e con espressione di biasimo ha detto ‘Certo che fai proprio pena, lo sai? Ma non ti vergogni a mangiare quella roba?’
E quindi ha riso nuovamente con un vezzoso aggiustamento di capelli che mi è apparso un gesto di superiorità.
‘Tu la vuoi usare?’ ha chiesto Vale.
‘Ora?’
‘Si’
‘Mmmm’perché no? In fondo un po’mi scappa’
Padron Vale si è alzata da me, si è rimessa gli slip senza il mio aiuto e mi ha guardata dall’alto ‘Non provarti a mostrare schifo o disgusto, stronza. Mangia tutto’ Mi ha pigiato un piede sulla gola e mi ha sputato in faccia ‘Hai capito quel che ho detto?’
Sono riuscita ad aprire la bocca in tempo per farmi cadere dentro la preziosa saliva della Padrona ed intanto ho annuito alla sua domanda che era anche un comando.
Padron L. non era abituata a defecare nella bocca della sua schiava. Non è una Padrona esperta e severa come la mia. Ha impiegato molto tempo per aprirsi e donare a me, schiava indegna, i suoi frutti preziosi. Inutile è stato il mio incentivo a leccarle il culo, che Padron L. ha trovato oltremodo fastidioso. Mi ha ordinato di smetterla immediatamente.
Mi ha defecato in bocca un cilindretto piccolo e scuro ed una moltitudine di scorregge molto odorose. Sotto gli ordini secchi di Padron Vale ho ingoiato la merda e ripulito il sedere della sua compagna.
‘Bene, schiava mangia merda’ ha detto Vale ‘Ora datti una ripulita perché fai effetto. Mentre l’altra sguattera ci prepara la colazione tu laverai la mia auto. Più tardi andremo al cinema. Ah, ci andremo tutti e quattro assieme, naturalmente. E durante la proiezione del film tu e la tua pari ci farete da poggiapiedi’
Padron L. ha riso e mi ha salutata con uno sbrigativo cenno della mano. Se ne è andata con la Dea. Ed anche ora che sono intenta nel lavaggio dell’auto sportiva della mia nobile e generosa Padrona, mentre la schiava inesperta se ne sta accucciata sotto al tavolo in cucina mangiando biscotti schiacciati sotto alle suole delle Padrone e leccando le loro scarpe, penso a cosa succederà in quel cinema e non riesco ad evitare un brivido d’eccitazione.

tom2075@hotmail.it

tom

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