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Racconti di Dominazione

PadronVale ed il nuovo lavoro della schiava

By 31 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale ed il nuovo lavoro della schiava
di Tom Tom2075@hotmail.it

I soldi di Alex non bastavano più. Sempre maggiore era il tempo che la schiava doveva trascorrere ai piedi della sua sublime Proprietaria che le finanze della ragazza si stavano assottigliando in maniera preoccupante. Questo d’altra parte infastidiva anche Vale che mese dopo mese vedeva i regali della serva immiserirsi sempre di più, fino a sconfinare nel ridicolo.
Un giorno, era il compleanno della Dea, Alex se ne uscì con un regalo davvero misero, un portachiavi brutto e pacchiano pagato due soldi.
-‘E questo che diavolo è?’- chiese la Padrona.
-‘Padrona, non aveva soldi per acquistare niente di più caro”-
-‘A si? Come li spendi tutti i soldi che guadagni?’-
-‘Ma’ecco’da quando Lei mi ha assunto come schiava a tempo pieno lavoro meno della metà del tempo che lavoravo prima e di conseguenza”-
-‘Si si, va bene. Non voglio la storia della tua vita..’- sbuffò la Padrona.
-‘Mi spiace che il mio regalo non sia stato di suo gradimento”-
-‘Se non è stato di mio gradimento? E lo chiami regalo? E’ un acchiappacitrulli di plastica coi lustrini! Sembra il portachiavi dei sette nani! Come hai osato donare un orrore simile a me?’-
-‘Mi dis”-
-‘Si, ti dispiace, ho capito. Che palle al piede che sei! Anzi, a proposito di piedi, leccameli un po’ vai. Così almeno mi aiuti a passare un po’ il tempo’- disse la Padrona, sollevando entrambi i piedi e schiacciandoli contro il naso della schiava ”Intanto dopo ti punisco, poi provvederò a fare qualche telefonata. Ti serve un nuovo impiego, ben pagato e che ti lasci un sacco di tempo libero a disposizione’-

Vale fece le sue telefonate e trovò ben presto un nuovo lavoro per la sua serva. Data l’abilità di Alex con la lingua inglese e con il tedesco, la Dea fece in modo di trovarle un impiego da interprete in una prestigiosa azienda della zona. La paga era alta ed Alex avrebbe lavorato solo mezza giornata. La diretta superiore di Alex era una bella donna di nome Alessia, alta, bionda e sempre molto elegante, che Vale sapeva essere un’amante della dominazione e del fascino del piede femminile. Alessia impiegò pochi giorni ad accorgersi dell’indole di Alex perché la serva, in sua presenza, abbassava sempre lo sguardo ai suoi piedi e mostrava sempre un atteggiamento umile e prostrato. Erano state inoltre alcune parole di Vale a far sospettare alla datrice di lavoro che Alex potesse essere una schiava pronta e disponibile all’uso. La Dea aveva detto alla donna della fedeltà della serva, senza chiamarla serva ovviamente, e del fatto che da quando la frequentava non aveva più avuto mal di piedi, nemmeno dopo aver portato i tacchi alti per tutto il giorno. Che Alex fosse una massaggiatrice, si chiese la donna. O forse qualcos’altro? Quello era un dubbio che andava sciolto al più presto. Così, un giorno, Alessia decise di prendere in mano la situazione.
Chiamò Alex all’interfono e la fece salire fin al suo ufficio, una grande stanza silenziosa dove lavorava da sola. La schiava fu ricevuta dopo una breve anticamera.
-‘Oh, cara Alessandra, ho saputo che ti sei ambientata in fretta qui in azienda’- esordì Alessia ”Gli altri mi dicono che lavori bene’-
-‘Grazie, signora’-
Alessia allontanò un poco la sedia dalla scrivania, in modo da scoprire le gambe, poi le accavallò con fare malizioso, sfilandosi una scarpetta e lasciandola dondolare sulla punta del piede.
-‘E tu come trovi gli altri? Vieni, avvicinati a me, non avrai paura?’-
-‘Mi trovo bene, mi sembra che qui la gente sia cordiale e”-
-‘E’?’-
-‘Bè, niente’-
La scarpetta di Alessia cadde sul pavimento. D’istinto Alex si chinò per raccoglierla. Solo dopo che si fu accucciata s’accorse di quel che stava facendo e congelò i propri movimenti. Ma, inaspettatamente, Alessia non fu sorpresa.
-‘Allora? Ti sei inginocchiata per raccogliermi la scarpetta e ora che sei lì non me la rimetti?’-
-‘Si’-
Alessia sollevò di più il piede e lo avvicinò alla faccia di Alex.
-‘Si, che?’-
-‘Si, signora’-
-‘Preferirei ‘si padrona”-
-‘Si padrona’- disse Alex, raccogliendo la scarpetta ed apprestandosi a calzarla al piede ben curato di Alessia. Ma quest’ultima fermò la ragazza con un leggero tocco dell’alluce sul mento della schiava stessa.
-‘Calma, non subito. La tua Principessina mi conosce, sai? Sa che mi piacciono le ragazze sottomesse ed obbedienti come te. Ne ho già un’altra, anche se non te ne sei mai accorta. E’ Sabrina, l’altra interprete di tedesco. Farete una bella coppia voi due assieme. Purtroppo oggi lei non c’è e così ti toccherà prendere il suo posto. Ma a te non dispiace, vero?’- chiese Alessia sollevando la testa di Alex con il piede.
-‘No padrona’-
-‘Leccami i piedi. Toglimi anche l’altra scarpa e leccami i piedi’- disse la signora, appoggiando l’incavo delle ginocchia sul bracciolo sinistro del sedile. Si godette lo spettacolo della ragazza che le leccava prima le piante dei piedi, poi i talloni, le dita e le caviglie. La lingua di Alex era esperta come poche ed Alessia la trovò molto eccitante.
-‘Bene. Sembra che la mia amica Vale ti abbia addestrata proprio bene. Ora fa alle mie scarpe quello che hai appena fatto ai miei piedi’-
Alex prese la prima scarpa, era una décolleté nera con il tacco alto. Prese a leccare la punta, poi l’orlo della suola ed il tacco. Passò e ripassò sulla liscia superficie nera e rimosse tutta la polvere.
-‘Anche l’altra’-
-‘Si padrona’-
Stesso trattamento anche per l’altra scarpa. Mentre Alex leccava le sue scarpe Alessia le tormentava i capelli divertendosi ad arrotolarli attorno alle dita dei piedi e a spettinarli tutti.
-‘Va bene, basta per ora. Voglio controllare la tua resistenza. Rimettimi le scarpe e poi stenditi sul pavimento’-
Alex obbedì. Rimise entrambe le scarpe alla sua datrice di lavoro, poi baciò la pianta della décolleté ed il dorso dei piedi della donna ed infine si sdraiò a pancia in su sul pavimento. Alessia prese a calpestarla violentemente, affondando i tacchi nella carne e le punte nella gola. Il calpestamento durò cinque minuti soltanto, però. La padrona non voleva che sul corpo della ragazza rimanessero segni evidenti del suo divertimento.
-‘Domani lo rifaremo, porterò le scarpe adatte, di quelle che non lasciano segni sulla pelle. Sai com’è, ci servi in condizioni presentabili per lavorare’-
-‘Si padrona’-
-‘Ora mettiti sotto la scrivania’-
Alex si sdraiò sotto al tavolo. Alessia si tirò un poco più in su la gonna corta e si mise a sedere comodamente. La scrivania era piccola e lo spazio sotto al piano era angusto. La schiava dovette rannicchiarsi tutta come una prigioniera per far spazio alle belle gambe della dominatrice.
-‘Leccami’- disse la donna.
Vedendo il sesso scoperto della padrona Alex intuì di doverle leccare il sesso, perciò si sporse in avanti e diede qualche timido colpetto di lingua al fiore della datrice di lavoro. Alessia l’allontanò con una ginocchiata fra i seni.
-‘Non subito lì, parti dalle gambe, anzi dai miei piedi e risali su su fin al sesso. Mi raccomando, lecca bene e dolcemente’-
-‘Si padrona’-
Giunta all’altezza delle cosce Alessia artigliò la criniera già scomposta della schiava e la costrinse ad affondare il viso verso il suo sesso. L’odore che invase le narici di Alex fu quello dell’eccitazione. Alessia stava godendo nella sua bocca e non sembrava volersi stancare tanto presto del servizio svolto dalla schiava. In quel momento la porta s’aprì e nell’ufficio entrò una donna molto carina, un poco più giovane di Alessia. Era alta e bionda di capelli, pelle abbronzata, camminata molto felina e sensuale. La schiava aveva ancora la testa fra le gambe della padrona.
-‘Oh, Maddalena!’- esclamò Alessia.
-‘Mi hai fatto chiamare?’- chiese la ragazza.
-‘Si, avvicinati. Sai, ieri quando parlavamo della nuova interprete? Bè, avevi ragione. E’ proprio una serva nata!’-
-‘A si?’-
-‘Guarda tu stessa. E’ qua sotto la scrivania che mi lecca. E sentissi come lecca bene. Dovresti provare’-
Maddalena si avvicinò alla scrivania e Alessia fece strisciare Alex fuori dall’angusto spazio spingendola con i piedi.
-‘Lo sai che a me piace fare ben altro con le schiave’- disse Maddalena, che parlava alla donna con tono molto confidenziale. Calzava un paio di stivaletti neri col tacco.
Alessia fece alzare la serva e la portò di fronte alla nuova padroncina, poi le afferrò le mani. La sguattera non fece neppure in tempo a chiedersi che cosa le stesse facendo che la nuova arrivata le piantò con lucida premeditazione un violento calcio con la punta dello stivale nella bocca dello stomaco. Il dolore fu tremendo, Alex cadde in avanti in ginocchio, fra le loro risate sadiche. Ebbe solo il tempo di sollevare la testa che Maddalena, appena voltatasi, la colpì in pieno volto con uno slancio all’indietro col tacco dello stivale, lasciandola cadere a terra più stordita che mai.
-‘Su, coraggio, alzati!’- disse Alessia ”Il capo del personale Maddalena vuol divertirsi ancora!’-
La schiava tentò di sollevarsi, Alessia la prese di lato per le spalle e le piantò una ginocchiata allo stomaco, piegandola in due, poi la spinse verso Maddalena, che terminò il lavoro con un’altra ginocchiata precisamente sotto lo zigomo destro. Il colpo annebbiò la sua vista e le frastornò le idee. Alex respirava a fatica ed aveva le lacrime agli occhi. Stomaco e guance le dolevano. Dal mento, dove Maddalena le aveva inferto il calcio col tacco, colava un filo di sangue.
-‘Non sarà più presentabile per stasera!’- disse Alessia consigliando all’amica di fermarsi. Ma Maddalena alzò le spalle.
-‘La farò sostituire da Valeria’-
Alessia annuì, afferrò Alex e la spinse verso la collega che attese il momento giusto per alzare la gamba destra ed infilare dieci centimetri di tacco nel ventre della sottomessa, rispedendola nuovamente sul pavimento. A quel punto Alex gemette pietà. Le padrone si tolsero le mutandine e le infilarono nella bocca della serva. Alessia e Maddalena le assestarono qualche calcio nei fianchi, poi la fecero rotolare fin al muro. Maddalena si tolse gli stivali e li usò come fruste per colpire la schiena ed il collo di Alex. Alessia mise su una cassetta e Maddalena cominciò a ballare sulla pancia della schiava a piedi nudi, badando bene ad affondare i talloni e le punte nei punti più sensibili. Infine lei ed Alessia, stanche, si sedettero sulle sedie accanto alla scrivania e si riposarono un po’ le gambe.
Alex fece loro da poggiapiedi per il resto della serata, poi leccò i loro piedi e le scarpe. Dopo qualche minuto il capo del personale se ne andò. Alessia e la schiava rimasero da sole. Era abbastanza tardi.
-‘Ah, da domani Maddalena verrà a trovarmi più spesso in ufficio, quindi preparati’-
-‘Si padrona’- disse Alex con aria sconsolata.
-‘Perché quell’espressione?’- rise Alessia ”Ti paghiamo, no? Non pretenderai che ti paghiamo per nulla?’-
Alex annuì.
-‘E stasera, a casa, ingrazia Vale da parte nostra per averci fatto conoscere una serva come te!’-
-‘Si padrona’-

tom

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