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OrgiaRacconti di Dominazione

PeS Vite Parallele

By 27 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

PROLOGO P

OGGI’.
Sono qui, in questo vicolo mezzo buio, a terra, non sento niente, la mia mente non riesce a focalizzare quello che e’ successo negli ultimi minuti, ma la mia mano si stringe sulla profonda ferita che ho nello stomaco, sento il sangue che scorre e sono sempre piu’ debole, ma perche’? perche’ sono qui? Non ricordo quello che e’ successo ma la mia mente viaggia veloce, all’indietro, pensieri confusi; si dice che quando si sta per morire tutta la vita ti passa davanti, e’ questo che mi sta succedendo? La mia mente viaggia da sola, quando e’ cominciato tutto questo? Cosa mi ha portato in fin di vita in un vicolo fradicio? La mia vita scorre davanti, da sola, ed il ricordo si ferma a un anno fa”

1 ANNO PRIMA’CIRCA’
Sono Giuseppe, per gli amici Peppe, 28 anni, un ‘musicista’ se cosi’ si puo’ dire; e’ quello che ho sempre voluto fare nonostante le guerre in famiglia e il giudizio di mio padre che ha sempre pensato che avessi lavorato nell’azienda agricola di famiglia, tanta fatica e sempre con i conti fuori posto, ma io non sono mai stato come mio fratello, e cosi’ sono andato via da Lecce per provarci, a Roma, qualche sacrificio, un monolocale in affitto e tanta voglia di farcela, voglia che inevitabilmente viene meno dopo due anni di inutili tentativi.

Stamattina mi sono svegliato nel mio letto, sono sudato, puzzo, non ricordo esattamente cosa ho fatto la notte scorsa, o meglio, non ricordo dove sono stato ma sono sicuro di quello che ho fatto, quello che ormai faccio da un po’: passare la notte in qualche locale a bere in un modo che nemmeno io pensavo possibile fino a qualche tempo fa, e se ci scappa, anche a prendere qualcos’altro solo per annebbiare il piu’ possibile la mente.

Pian piano la nebbia si dirada un po’, soprattutto quando sul tavolino accanto al letto vedo la lettera di sfratto. Le cose vanno male, le serate non bastano, non ho un soldo, e quel poco che ho lo uso per ‘distruggermi’. Non ho piu’ una casa, Fabiana gia’ se ne e’ andata qualche tempo fa quando ha capito la mia parabola discendente, e mi ha abbandonato nel modo peggiore, facendosi trovare nel cesso di un locale mentre si faceva sbattere senza ritegno da uno che nemmeno sapevo chi fosse, ma in fondo poco importa, quella ragazza non ha avuto nemmeno le palle di lasciarmi, di dirmi niente, quello e’ stato il suo modo di dirmelo, guardandomi per un attimo mentre un uomo senza volto la prendeva da dietro. Ci siamo fatti delle gran scopate io e Fabiana, ma in fondo, oltre a quello, probabilmente non c’era nient’altro.

Domani devo andare via, dove vado? Torno a Lecce? Vado a dormire in stazione? Mi ammazzo?

I miei pensieri hanno un sussulto quando sento bussare insistentemente alla porta, guardo l’orologio, cazzo! Sono le 15.30! ma quanto ho dormito? Beh, non lo sapro’ mai visto che non ricordo a che ora sono ‘svenuto’ nel mio letto e nemmeno come sono tornato a casa.
Il campanello continua e per quanto mi faccia aumentare il mal di testa mi dirada sempre piu’ la nebbia che ho nel cervello, mi alzo e vado ad aprire.
Un attimo per mettere a fuoco, sono Matteo e Federica.

Matteo, 26 anni, il batterista del nostro gruppo, sempre fresco, figo e ‘vigile’, e’ uno di quei ragazzi oggettivamente belli, con quella pelle leggermente olivastra e gli occhi nerissimi, tratti palesemente mediterranei, tanto che all’inizio mi chiedevo come potesse essere cosi’ uno di Verona, fino a che non ho saputo che la madre e’ siciliana doc. Sempre con la fila di troiette arrapate al suo seguito, ma lui aveva occhi solo per Federica, 22 anni, la sua ragazza da un bel po’, di sicuro da quando io e lui ci conosciamo non l’ho mai visto con un’altra ragazza.
Ho sempre invidiato un po’ Matteo, tra di noi amici spesso lo prendevamo per il culo per la sua ‘eccessiva monogamia’ e perche’ ‘si faceva mettere i piedi in testa’, ma in realta’ eravamo gelosi del suo rapporto con Federica, una ragazza splendida, bionda con quei capelli mossi, gli occhi castani tendenti al verde ed un fisico mozzafiato, un fisico da fitness per un metro e settantacinque circa di altezza con tutte le cose al posto giusto. Ma non era nemmeno da questo che scaturiva l’invidia, Federica era sempre solare, simpatica, disponibile, ‘amica’, anche quando fini’ con Fabiana riusci’ a tirarmi su con poche parole e quel sorriso naturalmente positivo che sfoggiava spesso.

Matteo: ma che hai fatto? Piu’ di mezz’ora fa dovevamo essere in sala prove!

Io non gli rispondo nemmeno, abbasso e giro la testa facendo spazio per farli entrare

Federica: Ma che’.che macello c’e’ qui!

All’esclamazione di Federica guardo la stanza, effettivamente e’ di quanto piu’ disordinato avessi mai visto, cerco automaticamente la mia chitarra e solo dopo uno scrutare piu’ attento noto il manico fuoriuscire da un groviglio di vestiti, non so nemmeno come sia finita li’ sotto visto che e’ appena un giorno che non la uso.

Federica: Dai, vatti a fare una doccia e preparati, io nel frattempo provo a sistemare un po’
P: No Fede, lascia stare, poi ci penso io
Federica: Si, certo, e fra qualche giorno ti troveremo sommerso dal casino

Io abbozzo un sorriso, non ho alcuna voglia di ridere, ma quel viso solare e sorridente ti mettono sempre un po’ di buonumore.

Vado in bagno, mi guardo allo specchio, so che sono io ma le tracce di quel ragazzo pieno di entusiasmo di qualche tempo fa non ci sono piu’. I miei bei capelli che arrivavano alle spalle ora sono solo una matassa senza forma, gli occhi sono spenti, il viso e’ nascosto dalla barba che non ho voglia di radere e abbassando lo sguardo c’e’ quella pancetta alcolica che sta crescendo sempre di piu’.

Mentre sono appoggiato al lavandino assorto nei mie pensieri vedo dallo specchio entrare Matteo con una lettera in mano, in un attimo capisco tutto e chiudo gli occhi quasi a volermi nascondere

Matteo: Quando avevi intenzione di dirmelo?

Muovo solo le labbra ma nessun suono ne fuoriesce

Matteo: Domani..domani devi lasciare l’appartamento e non hai detto niente? Ma dove volevi andare a dormire’sotto i ponti?
P: Era un’idea
Matteo: Non..non so che dirti Peppe, tu sai che puoi dirmi tutto e sai che non ci sono problemi se ti serve una mano
P: No Mat, non e’ il caso, credo che’
Matteo: Ora non voglio sentire una parola, chiamo i ragazzi, dico che ci vediamo domani, tu raccatti la tua roba e vieni a casa mia
P: Mat’
Matteo: Poi ne parliamo con calma, per il momento ho deciso che vieni a casa mia, spazio ce ne e’

Matteo e’ di famiglia benestante, laureato in economia e commercio, lavora gia’ in uno studio importante di un commercialista qui a Roma, guadagna bene e vive in una bella casetta in un quartiere residenziale all’inizio della periferia che divide con Federica. Lo spazio ce l’ha, certo, ma non e’ nel mio carattere dar fastidio, intromettermi nella loro quotidianita’, ma Matteo non vuole sentire ragioni, ormai ha deciso ed io non ho nemmeno la forza di oppormi.

Il tragitto casa mia-casa di Matteo e’ come un ‘limbo’, per tutto il tempo evito lo sguardo di Federica, temo di notare anche il solo piu’ piccolo giudizio di rimprovero dai suoi occhi, non ho voglia di vedere la negativita’ nell’unico sguardo che oggi mi ha fatto sorridere.

Arriviamo a casa di Matteo, prima di entrare Mat mi avvisa

Matteo: mica ti dispiace se ti devi accontentare del divano per un po’? La camera degli ospiti e’ occupata da mia sorella che e’ venuta qui da Verona per i test di ammissione all’universita’
P: Tanto e’ solo per un paio di giorni

Entriamo in casa e Matteo cerca in tutti i modi di farmi sentire subito a mio agio, com’e’ nel suo essere, io pero’ mi sento ‘inferiore’ e la mia testa e’ sempre bassa.

Federica: Vado ad avvisare tua sorella che siamo tornati

Il tempo che Matteo si organizza in cucina per mettere su un caffe’ ed appaiono Federica con la sorella di Matteo. Una visione nell’oscurita’! La carnagione appena olivastra come quella del fratello, capelli neri che le accarezzano le spalle fino a mezza schiena, un nasino piccolo incastonato perfettamente in quel visino delicato e quegli occhioni neri che in un attimo rapiscono il mio sguardo, e quelle labbra rosa anche’esse perfette in quell’insieme, il tutto a creare uno splendido visino angelico. Non riesco a guardare altro tanto che sono concentrato su quel viso fino a che mi accorgo che forse rischio che si noti l’espressione che ho in faccia, anche se i capelli e la barba ne nascondono la gran parte.

Matteo: Peppe questa e’ Sara, la mia sorellina. Sara..Peppe, il nostro mitico chitarrista.

Mi alzo e dando la mano a quell’angelo riesco solo a dire ‘Piacere’

OGGI”
La mia mente viaggia da sola in questo vicolo mezzo buio, e si ferma li’, a quel ‘Piacere’. Si, fu quello l’inizio della fine.

CONTINUA”
PROLOGO S

OGGI’
Sono qui, sul tetto di questo albergo di lusso, sotto di me il vuoto, la strada, poche macchine che passano. Ormai non sono piu’ quella persona che poco piu’ di un anno fa pensava di venire a Roma, studiare, fare carriera, ora se mi guardo allo specchio non mi riconosco e nemmeno scavando a fondo riesco a trovare niente di quella ragazzina che non molto tempo fa ero. Saltare, un piccolo salto e tutto finira’, il gesto e’ semplice ma le gambe pesano, non riesco a muoverle, cerco anche la piu’ piccola motivazione per non farlo, penso e ripenso a tutto, ma quasi non ricordo piu’ com’ero prima di arrivare a Roma, anche sforzandomi non riesco a tornare piu’ indietro con il pensiero’.

1 ANNO PRIMA’CIRCA
Sono Sara, 18 Anni, di Verona, una ragazza come tante, di famiglia benestante, un fratellone che si puo’ definire un vincente e che ha sempre svolto in un modo perfetto il suo ruolo di fratello maggiore. Anche ora che ho finito le superiori, un anno prima avendo fatto la primina visto che i miei genitori hanno sempre pensato di ‘farci fare presto’, Matteo non ha avuto problemi ad accogliermi qui a casa sua a Roma per prepararmi e svolgere i test di ammissione all’Universita’.

La casa di mio fratello e’ una splendida casetta appena in periferia, il quartiere e’ tranquillo, residenziale, con persone che possono permettersi una casetta singola con un po’ di giardinetto, e mio fratello con il suo lavoro, e l’aiuto che i nostri genitori non possono fare a meno di darci sempre, se lo puo’ permettere. Con lui abita la sua ragazza, Federica. Anche lei mi ha accolto senza problemi e mi ha subito fatto sentire a mio agio, e’ una ragazza simpatica e mi sa che non sara’ molto difficile diventare amiche.

Sono solo un paio di giorni che sono qui, la citta’ e’ caotica me tra una segreteria e l’altra, un dipartimento e l’altro subito mi immergo nella quotidianita’ romana tanto sono concentrata sul mio obiettivo: entrare a medicina.

Oggi e’ sabato e sono sola a casa, mio fratello e la ragazza sono usciti, lui suona la batteria in un gruppo ed ha le prove cosi’ ne approfitto per leggere qualcosa sui test di ingresso e rilassarmi prendendo un po’ di sole sul lastrico della casa.

Anche se sono qui da poco ho inquadrato subito il rapporto tra Matteo e Federica. Sembrano praticamente sposati, con la differenza rispetto alle altre persone che non litigano mai, quando possono fanno le cose insieme, e quando devono hanno le loro occupazioni che conciliano perfettamente con i loro tempi. Matteo lavora in uno studio di commercialista ed ha la sua band, per lui e’ piu’ di un semplice divertimento, in fondo spera di sfondare nella musica. Federica invece studia economia, si sono conosciuti in facolta’ quando lei era appena una matricola, e spesso lui le da anche una mano a studiare. Una coppia perfetta insomma.

In questi giorni non c’e’ stato tempo di pensare ad altro e praticamente non ho conosciuto nessuno, il tempo passato con altri era stato solo con Matteo e Federica, e, anche se quest’ultima piu’ volte mi aveva invitato ad uscire con loro anche con una certa malizia dicendo ‘Magari incontri qualche bel ragazzo che cosi’ ti distrai un po”, io avevo sempre declinato, sia perche’ effettivamente la sera ero stanca, sia perche’ in fondo non mi erano mai interessati i ragazzi. Non lo so di preciso perche’, non posso dire che non mi piacciano a priori, ho incontrato dei bei ragazzi nella mia vita ma non ho mai avuto interesse ad andare oltre qualche bacio e cose da ragazzini, ho sempre sgobbato sui libri e, a differenza delle mie amiche, non ho mai avuto nessun problema ad essere ancora vergine alla mia eta’. Non mi sono mai fatta delle domande troppo profonde, ho concentrato tutto su me stessa fino a questo punto e nemmeno quella volta in gita con la scuola quando mezza ubriaca una mia compagna mi bacio’ mi posi troppe domande. Certo, il bacio mi piacque e per un attimo mi chiesi se forse non fossi lesbica, ma era un problema che non avevo intenzione di pormi, i miei obiettivi erano altri.

Certo e’ che tutti questi pensieri fatti mentre sono stesa al sole e il pensiero di quel bacio la primavera scorsa un po’ mi hanno eccitata, ma sono un essere umano anche io ed e’ normale avere anche i propri momenti, giusto?

Ricaccio via i pensieri, ma quelli tornano, mi sento accaldata, sara’ il sole? Forse, ma il calore piu’ intenso viene da li’, in mezzo alle gambe. Istintivamente, quasi a proteggermi, porto la mano in basso, ma sono in costume e il solo sfiorarmi mi da un brivido, forse e’ il minislip che ho messo per prendere il sole o forse l’eccessiva sensibilita’ che in questo momento ha la mia ‘amichetta’, ma non resisto e questa volta il mio tocco e’ volontario e senza nemmeno accorgermene la mano e’ sotto lo slip. Sono bagnata, tanto bagnata, e non posso fare a meno di toccarmi il clitoride, che non era mai stato cosi’ caldo e lo sento ingrossato sotto le mie dita, non posso fare a meno di guardarlo e calando leggermente la molla degli slip vedo le mie dita che quasi da sole si muovono a ritmo su quel coso che cosi’ non avevo mai visto prima. Il solo guardarmi mentre lo faccio mi porta l’eccitazione alle stelle e in pochissimi secondi un brivido percorre tutto il mio corpo, dalle dita dei piedi fin su ai capelli. Sono estasiata.

Non sono una bigotta e non ‘vengo dal medioevo’, qualche volta in intimita’ con un ragazzo tra strofinamenti vari ho provato piacere al contatto, cosi’ come qualche volta durante un bidet ho indugiato qualche secondo in piu’ per i piacevoli brividi, ma credo che questa sia stata la prima volta in cui, volontariamente, mi sono procurata un orgasmo.
Ma perche’ adesso? Cos’era successo? A cosa pensavo mentre lo facevo? In realta’ a nulla, solo al mio corpo e a darmi piacere.

Mi ‘rimetto a posto’ ma in mezzo alle gambe sono un lago, come se mi fossi fatta la pipi’ addosso e mentre penso di scendere in bagno per darmi una rinfrescata appare Federica dalla scalinata che porta qui sul lastrico. Sono seduta sulla sdraio e istintivamente chiudo le gambe pensando che Fede potesse accorgersi di quanto sono bagnata, ma subito penso che essendo stata al sole e’ normale che sia ‘sudata’, e mi rilasso. Noto un leggero sguardo interrogativo negli occhi di Federica che pero’ lascia subito spazio al suo sorriso coinvolgente.

Federica: Ciao Piccola, siamo tornati, niente prove oggi che c’e’ stato un problema, poi ti spiego. Giu’ c’e’ un nostro amico.
S: Come?! Chi?! Guarda come sto, mica posso scendere cosi’?
Federica ridendo: Eh, no, effettivamente no, dai ti prendo qualcosa da metterti, tu vai in bagno che una rinfrescata te la devi dare, sei stata parecchio al sole eh?

Credo che Federica abbia notato la mia espressione cambiare, che abbia capito qualcosa? Si capisce dal viso? Da qualcos’altro? Che ne so io.

S: Ok, allora vado in bagno.

Scendiamo tutte e due ed io mi fermo nel bagno ai piedi delle scale mentre lei va in camera mia.
La prima cosa che faccio e’ sfilarmi il costume e mettermi a cavalcioni sul bidet, comincio con un po’ di acqua fredda per calmare i bollenti spiriti, ma il solo contatto con l’acqua mi da un brivido, inprovvisamente la mia mente pensa al fatto che Federica avrebbe potuto sorprendermi e la cosa mi eccita, e pensando che probabilmente aveva capito cosa stavo facendo fino a qualche minuto prima l’eccitazione cresce ancora di piu’, poi sento bussare alla porta del bagno ed ho un sussulto
Dall’altro lato della porta Federica: ‘Servizio a domicilio’

Io sorridendo vado ad aprire la porta, sono nuda e apro appena mostrando solo la testa, Federica allunga un braccio e mi passa i vestiti.
Ha scelto bene: un pantaloncino bianco molto corto che mi e’ sempre piaciuto perche’ e’ comodo ed in fondo mi sta molto bene, e sopra una magliettina con le bretelline. So che in fondo sono una bella ragazza, ma ho avuto sempre i complessi per le tette piccole che a stento raggiungevano una seconda, e per la mia altezza, rispetto a Federica sembro una nana, pero’ quella volta mi guardo allo specchio e mi piaccio, ho un fisico longilineo, un bel culetto che quel pantaloncino risalta ancora di piu’, e in fondo delle tette grosse sarebbero state male sul mio corpo. Quella mattina mi piaccio davvero e istintivamente ripenso a quanto mi e’ piaciuta anche la visione della mia ‘amichetta li’ sotto’, ma basta, via i pensieri, e avvicinandomi allo specchio e guardandomi negli occhi dico a bassa voce: ‘Dottoressa Sara, ora basta!’ e mi scappa un sorriso.

La porta del bagno bussa di nuovo e Federica: Hai fatto?
S: Si, esco

Butto il costume nella vasca da bagno ed esco

Federica: Con chi stavi parlando in bagno?

Io la guardo con un aria interrogativa e poi sorridendo: Niente niente, parlavo con me stessa.
Federica con una faccia tra il divertito e il dubbioso: Mi sa che a te serve un po’ di compagnia. Dai andiamo che Matteo sta facendo il caffe’

Entriamo nell’open space salotto-cucina e la prima cosa che noto e’ quel ragazzo seduto sul divano, capelli di media lunghezza visibilmente non sistemati e, anche se ha la testa bassa, noto la folta barba sul suo viso, ma la cosa che piu’ mi colpisce sono i suoi occhi, nel momento in cui alza la testa mi guarda intensamente e noto l’immensa tristezza che ha dentro e mi pervade un senso di compassione.

Matteo: Peppe questa e’ Sara, la mia sorellina. Sara..Peppe, il nostro mitico chitarrista

Lui si alza e mi porge la mano e stringendola mi dice: Piacere

OGGI’.
Voglio saltare, l’ho pensato gia’ tante volte, ho provato a capire, a darmi spiegazioni, ma l’unica cosa che so e’ che dopo quel ‘Piacere’ la mia vita e’ pian piano cambiata e mi ha portato su questo tetto.

CONTINUA….

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