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Racconti di Dominazione

procedura particolare

By 20 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Un’altra notte di sesso con il suo fidanzato. Tutto abbastanza canonico, se non per quel dito infilato nel sedere proprio in prossimità dell’orgasmo, che fece tornare in mente a Veronica un suo pallino.
Stavano insieme da alcuni anni ormai Veronica e Federico e lei aveva sempre soddisfatto le sue esigenze. Tutte tranne una, il sesso anale.
Il vero problema però non stava nella volontà, ma nella paura del dolore, dovuta principalmente alle dimensioni del pene del ragazzo e dalla capacità di dilatazione del suo sfintere.
In effetti Federico, un bel ragazzo moro di ventotto anni, aveva un pisello davvero enorme, fuori dalla media, a occhio e croce di 23/24 cm.
Ci provarono solo una volta ma furono dolori e abbandonarono lì ogni futuro tentativo.
Veronica però era una ragazza che quando si metteva in testa una cosa quella doveva essere e in questo caso, passati anni, era convinta a soddisfare il suo ragazzo anche in questo.
Questo pensiero la attanagliò per tutta la giornata passata all’università, pensava e ripensava a come avrebbe potuto risolvere il problema.
Creme? Lubrificanti? Forse il vero problema era davvero il suo forellino troppo stretto.
Ormai era sera e come di consueto andò nel solito bar a bere un aperitivo con amici e amiche.

Quella sera casualmente si unì al gruppo anche Viola, una sua ex compagna del liceo, che dopo la maturità decise di iscriversi al corso di laurea in infermieristica.
Non c’era mai stata grande confidenza tra le due, ma mai nessuno screzio.
Si trovarono casualmente fuori dal bar per fumare una sigaretta e proprio in quel momento, forse anche grazie all’alcol, a Veronica venne l’illuminazione.
– Viola, posso farti una domanda, diciamo di lavoro?
– Certo, dimmi pure.
– Ecco vedi, io e Fede siamo insieme da anni e anche sessualmente c’è sempre stata sintonia’
– – ‘ Ma non riesco solo in una cosa con lui’
Le disse cercando le parole giuste per spiegarsi.
Viola un po’ stupita da questo discorso iniziò comunque a farsi un’idea. Ma vide piuttosto imbarazzata l’amica e cercò di spronarla.
– Dimmi pure tranquillamente, sono abituata a sentire tanti problemi.
– Ecco’ Ho problemi col sesso anale!
Veronica si fece rossa in volto, mentre Viola mantenne un incredibile controllo.
– E’normale. Senti dolore?
Aveva incredibilmente colto nel segno. Doveva essere davvero brava nel suo lavoro.
– Sì, è piuttosto doloroso, le prime volte ho provato gel e lubrificanti, ma con scarsi risultati.
– – Sto pensando che il problema sia mio!
– Guarda Veronica, se ti può consolare è un problema che hanno tantissime ragazze.
– – Ti dirò di più, mi è capitato con alcune persone, e non ti faccio i nomi, di aiutarle a risolvere il problema.
Veronica stupita da questa risposta data con massima professionalità, non poté fare a meno di chiede in cosa consisteva questo aiuto.
– Un aiuto? Scusa, ma come funziona?
– Faccio una seduta in cui aiuto a dilatare leggermente i muscoli. Le altre ragazze sono sempre state soddisfatte! Poi ovviamente dipende anche da quanto la ragazza sia rilassata in quel particolare momento.

Veronica la guardava stupita e con un po’ di imbarazzo. Ma forse le si stava prospettando una soluzione. Forse l’unica per risolvere in breve tempo questo suo problema.
– E come funziona? è in ospedale? Ha un costo?
Viola, abituata a questa iniziale curiosità mista a imbarazzo, faceva sempre il possibile per tranquillizzare le amiche pazienti cercando comunque di provare a convincerle.
– Faccio tutto in casa, in ospedale non avrei il posto e non potrei nemmeno, non essendo medico!
– – Per il prezzo’ Non saprei! Direi che a te non possa chiedere più di cinquanta euro.

L’amica la guardava rossa in volto, non sapeva cosa fare, da un lato avrebbe voluto soddisfare il suo amore e poi cinquanta euro non erano nemmeno una follia. Ma già pensava a quanto potesse essere imbarazzante la situazione. L’avrebbe vista nuda e sicuramente l’avrebbe penetrata.

Viola ovviamente capì l’imbarazzo e trovò subito le parole giuste.
– Non devi preoccuparti, avendolo già fatto con altre ragazze, so quanto può essere umiliante, sono una donna anch’io!
– – Faccio sempre il possibile per mettervi a vostro agio. Comunque non voglio costringere nessuno.
Veronica era davvero spiazzata. Era evidentemente una follia, ma non riusciva a dire di no.
– Ovviamente è molto riservata la cosa?
Viola fece lo sguardo ancora più serio se possibile. E le rispose con tono secco.
– Veronica, io lo faccio professionalmente, ci guadagno, ci tengo che la gente sia soddisfatta!
– Scusami, ma sai, è piuttosto nuovo e imbarazzante!
Ci fu un attimo di silenzio tra le due.
– Quando sarebbe possibile farlo?
Viola appena sentita questa domanda, assunse un’aria decisamente più felice. La preda era nella gabbia e per di più qualche soldino le avrebbe davvero fatto comodo.
– Io domani mattina sono libera, se ti va, possiamo farlo subito.
– Sarebbe ottimo, neanche io domani ho lezione. Ti andrebbe bene alle dieci?
– Sì perfetto, ti aspetto.
Tornarono dentro al bar, Viola restò poco, mentre Veronica non fu di molte parole per il resto della serata. Il suo pensiero era già rivolto alla mattina seguente.

Alle otto suonò la sveglia, Federico era già al lavoro, Veronica si alzò già un po’ nervosa.
Fece il caffè, un’occhiata alla televisione e iniziò a prepararsi.
Una bella doccia era quello che ci voleva. Si lavò accuratamente le parti intime e ormai che era nuda sotto l’acqua, si depilò accuratamente le ascelle e le gambe.
Si soffermò un secondo sul monte di venere, poi vista l’occasione, decise di depilarsi completamente, togliendo anche quei pochi peli che aveva attorno alle labbra.

Indossò un intimo comodo tutt’altro che sexy e come al solito, jeans e maglietta.
Alle 9.30 era già alla fermata del bus.
Famosa per la sua puntualità alle 10 in punto stava già suonando al campanello dell’amica.

La casa era grande e Viola, forse per metterla ancora di più a suo agio, aveva acceso alcuni incensi.
Due chiacchiere rimanendo in piedi sulla conclusione della serata precedente, poi Viola preferì rompere il ghiaccio.
– Se non ti dispiace inizierei, sai più tardi devo fare alcune commissioni.
– Ma certo, siamo qui per questo.
La fece accomodare in una camera da letto, non la sua, ma una che aveva sistemato apposta per il ‘lavoro’ a casa. Non era brutta, pensò fosse la sua camera da bambina, essendo quella la ex casa dei genitori. In un angolo aveva sistemato un paravento con a fianco una piccola cassettiera e al centro un vecchio lettino da dottore, forse comprato su e-bay.
– Se vuoi spogliarti, dietro al paravento c’è anche un attaccapanni.
In quel momento la tensione di Veronica salì e quasi balbettando si rivolse all’amica.
– Cosa mi devo togliere?
– Prima ti farò un massaggio rilassante con dell’olio, quindi sarebbe meglio che rimanessi completamente nuda.
Sentì il viso andare a fuoco e il cuore esploderle nel petto.
Si avviò dietro il parapetto, mentre iniziava a spogliarsi sentì Viola trafficare con alcuni oggetti.
Iniziò togliendosi le scarpe e i calzini, sfilò la maglietta di cotone e slacciò i jeans.
Una volta sfilati li appese all’attaccapanni. Slacciò i gancetti del reggiseno, che si tolse praticamente da solo, la pelle al contatto con l’aria e l’emozione le fecero inturgidire subito i capezzoli. Per ultime si tolse le mutandine, restando così completamente nuda.
Veronica non aveva un bel fisico. Era alta, ma aveva le spalle larghe, la schiena possente che terminava in un fondoschiena piuttosto largo. Per avere 26 anni aveva una discreta pancetta, dovuta forse ad una vita un po’ troppo sedentaria. Ma comunque era sempre piaciuta comunque ai ragazzi, forse per quella pelle olivastra che la faceva sempre abbronzata anche in inverno o forse per quell’occhiale che le dava un’aria intellettuale.

Dopo un istante di esitazione tornò nella stanza.
Viola le sorrise, la aspettava a fianco del lettino. Nel mentre aveva infilato i classici guanti bianchi in lattice, ben aderenti alle sue lunghe dita.
– Sdraiati pure a pancia in giù.
Veronica obbedì e si sdraiò con le braccia lungo il corpo e il viso appoggiato al lettino.
– Ora ti farò un massaggio per rilassarti, poi piano piano inizierò la procedura.
– – Tu rilassati il più possibile e vedrai che non ti dispiacerà.
– Ok.

Le prime gocce di olio caddero tra le sue scapole, poi a scendere fino quasi all’osso sacro.
Sentì le mani dell’amica appoggiarsi dolcemente sulle spalle e iniziare a cospargere l’olio su tutto il corpo. Era effettivamente rilassante, le cospargeva l’unguento con ampi gesti. Scendeva sempre più in basso, arrivò così al sedere, sul quale si soffermò a lungo. Lo massaggiò abbondantemente, allargandole le natiche, con i pollici proprio nella riga.
Passò poi alle cosce e al loro interno, un punto in cui le donne sono particolarmente sensibili. Sentiva le mani esperte di Viola sfiorarle la passerina e ogni contatto era un brivido.
Ora le dita toccavano le labbra, salendo fino al buchino che pian piano era sempre più lubrificato, così come l’eccitazione di Veronica era sempre più forte.
Una volta certa della lubrificazione, senza nessun preavviso Viola le infilò con un gesto deciso il primo dito nel sedere. Veronica non disse nulla, ma cercò subito di stringere i muscoli dell’ano, in effetti era piuttosto stretta.
– Prova di rilassarti un po’.
Iniziò una penetrazione lenta e costante, per circa un minuto, che provocò all’amica le prime sensazioni, prima su tutte la vergogna.
Le dita diventarono rapidamente due, l’indice e il medio. Dopo un po’ di fatica si fecero strada, ma questa volta però arrivarono le prime lamentele.
– MMMHH.
– Devi resistere. Siamo ancora agli inizi.
– Lo so, ma questo è già il massimo dove ero arrivata.
Viola spingeva in profondità le due dita per iniziare a dilatare l’ano di Veronica.
Dopo alcune decine di secondi interruppe la stimolazione e sfilò la liberò.
– Credo sia meglio fare un clistere.
– – Con le dita mi sembra di aver toccato delle feci. Quando sei andata l’ultima volta di corpo?

Veronica rimase piuttosto stupita. Le era già successo di farlo, ma sua madre non era mai andata oltre le classiche perette arancioni.
– Forse un paio di giorni fa. Ma un clistere no ti prego!
– Per eseguire questa procedura purtroppo devi essere libera, non sarebbe carino il contrario.
– – Comunque non preoccuparti non ti darà fastidio. Aspettami qui tranquilla un minuto.
Uscì dalla stanza, Veronica la attese sdraiata sul lettino pensando se avesse fatto la scelta giusta. Ma ormai non poteva tirarsi indietro.
Viola rientrò con una borsa dell’acqua calda con attaccato un lungo tubo che finiva in una spessa cannula verde. Appese la borsa ad un supporto sul muro a fianco del lettino e si riavvicinò all’amica.
– Ora ti appoggi sui gomiti e le ginocchia e tieni il sedere in alto.
– Ma’.
– Sì lo so, è un po’ sconcia come posizione, non sei la prima a dirmelo, ma così il liquido ti entrerà meglio nell’intestino.
Senza aggiungere altro eseguì i comandi di Viola. Era completamente esposta, si potevano vedere perfettamente l’ano e le grandi labbra, leggermente arrossate a causa della recente depilazione. Ovviamente l’amica infermiera non poté fare a meno di notarlo mettendo in ulteriore imbarazzo Veronica.
– Vedo che ti sei completamente depilata.
– – Brava, avrei voluto dirtelo ma vedo che ci hai pensato prima tu!
– Ho immaginato fosse anche più igienico e adatto a queste procedure.

Quasi non ebbe il tempo di finire la frase che si sentì prima spalmare una sostanza fredda e viscosa proprio sul buchino, seguita dopo un istante dalla grossa cannula che iniziò a farsi strada.
– AHIA! Fai piano per favore.
Viola non curante delle smorfie di dolore della poverina aumentò la pressione sull’ano e la grossa punta scomparve tra le natiche. Dopo alcuni movimenti rotatori e un’ulteriore pressione, la cannula era inserita per almeno 20 centimetri.
A parte il dolore nell’inserimento il resto non era stato fastidioso come aveva sempre pensato, ma un mix di imbarazzo ed eccitazione iniziava a crescerle dentro.
– Ora Vero inizio a fare entrare il liquido. Ci vorranno almeno cinque minuti, se non ti dispiace nel frattempo vado a fare una telefonata.
– Certo vai pure.
Le disse senza poterla vedere in faccia. Viola aprì il rubinetto attaccato al tubo e uscì dalla stanza.

Il liquido caldo cominciò ad entrare tra le sue viscre, provocandole una gradevole sensazione. Si lasciò un po’andare e si passò una mano sulle grandi labbra, erano gonfissime e appena le schiuse un po’ le dita si riempirono di umori. Se avesse continuato un minuto sarebbe arrivata all’orgasmo, ma la paura che ritornasse l’amica la fece desistere, interrompendo bruscamente questo momento di piacere.
Guardava la sacca appesa al suo fianco, passavano i minuti e lentamente si vuotava e la sua pancia stava diventando enorme.
Iniziò a sentirsi sempre più piena e col bisogno di evacuare. Non resisteva più, ormai la sacca era vuota.
– VIOLA, VIOLA!!
L’amica sentite le grida arrivò in fretta e trovò Veronica con i muscoli tirati e le natiche strette.
– Ti prego non ce la faccio più! Fammi andare in bagno!
Con relativa calma l’infermiera, controllò che la sacca fosse vuota, poi con un po’ di fatica liberò l’amica. L’estrazione della cannula non fu facile, visto che la poverina stringeva per paura di perdite.
– Vai pure Veronica.
Sentite queste parole scattò verso il bagno tenendosi le mani sulla pancia. Fece appena in tempo a raggiungere la tazza per iniziare a liberarsi di quel litro e mezzo di purgante. Fece tre potenti scariche, non curante dei rumori emessi, ma finalmente si sentì di nuovo libera.
Sì lavò accuratamente sul bidet e tornò nella cameretta.

– Come va ora?
– Molto meglio! Ma che fatica!
– – Cosa devo fare ora?
Chiese con una certa serietà, immaginando già che adesso venisse la parte meno simpatica.
– Torna pure a sdraiarti sul lettino, nella stessa posizione del clistere.
Mentre Veronica saliva di nuovo sul lettino, Viola le iniziò a spiegare la procedura in maniera molto professionale.
– Ora inizierò piano piano a dilatarti l’ano, prima solo con le dita per iniziare più delicatamente, poi con altri strumenti per raggiungere una buona apertura.
– Tu cerca di rilassare i muscoli più che puoi.
– Ci proverò.
Iniziava ad avere veramente paura. Diventò tutta rossa quando sentì le prime gocce di gel appoggiarsi all’orifizio. Viola la penetrò da subito con due dita, che Veronica con non poco fastidio riuscì a ricevere contemporaneamente.
Le muoveva dentro e fuori con movimenti rotatori, per allargarla in tutte le direzioni.
Proseguì così per una trentina di secondi, poi si fermò un istante. Il terzo dito, l’anulare, iniziò a farsi strada, facendo emettere a Veronica i primi gemiti di dolore.
– UHIIII
– Tranquilla, vedrai che ti abituerai in fretta.
In effetti dopo pochi istanti iniziò a diminuire il dolore.
Viola era proprio brava, sapeva metterti a tuo agio in condizioni come questa per non parlare di come sapeva usare le mani.
La penetrazione con le tre dita proseguì per circa trenta secondi, poi si fermò liberandole nuovamente l’orifizio e le posò una mano sulla schiena.
– Ora Veronica dobbiamo un po’ salire di livello.
Mentre si toglieva in guanti in lattice sporchi di unguento si avvicinò alla cassettiera. Spostò l’asciugamano e scoprì alcuni oggetti tra i quali spiccava un vibratore enorme.
Veronica alla vista di quel fallo enorme sbarrò gli occhi.
– Lo so! Non è proprio uno strumento medico, ma credo che sia l’oggetto più appropriato.
– Ma riuscirò a prenderlo tutto?
Chiese con aria preoccupata, mentre non riusciva a staccare lo sguardo da quel fallo.
Era davvero enorme, quasi trenta centimetri per quattro di diametro, di quelli realistici, che Veronica aveva sempre odiato.
– Certo che ci riuscirai, i muscoli dell’ano sono molto elastici in realtà, è solo questione di abitudine.
– – Ti penetrerò con questo finché non riuscirà a scorrere perfettamente dentro e fuori. La vibrazione poi aiuterà ad allargare le pareti.
Dopo averlo perfettamente lubrificato sotto gli occhi di Veronica, andò alle sue spalle e impuntò l’arnese nel sedere della poverina.
Iniziò la pressione facendo ruotare il vibratore. Veronica poté solo chiudere gli occhi e stringere con le mani il lenzuolino che copriva il letto. La cappella di silicone iniziò ad entrare fino a scomparire all’interno, il più era fatto e il resto del vibratore entro poco alla volta.
Veronica emetteva un lamento praticamente continuo, al quale Viola non faceva praticamente caso.
Senza nemmeno tanto sforzo riuscì a infilare il fallo per quasi tutta la lunghezza. Si sentiva dentro tutto quell’arnese e la situazione peggiorò quando l’infermierina iniziò muoverlo lentamente dentro e fuori.
– AAAHHHAA. Brucia!!
Il buco le bruciava terribilmente a causa della dilatazione e dello scorrimento, ogni nervatura di quel fallo così realistico, amplificava il dolore.
– Devi cercare di rilassarti, se no è peggio. Comunque ora aggiungerò altro gel.
Fece colare altro lubrificante tra le due natiche, che presto cosparse il vibratore. Lo fece entrate completamente per tre o quattro volte, molto lentamente, poi ruotò la ghiera sul fondo e partì la vibrazione.

Il dolore era davvero tanto, sentiva questo cazzo vibrare dentro di lei e gli unici brividi di piacere arrivavano grazie al contatto con l’utero e la vagina.
Viola lo spingeva sempre più in profondità, finalmente lo fece entrare fino alla base, per tutti i suoi trenta centimetri.
Veronica era davvero sofferente, aveva contratto perfino le dita dei piedi ed emetteva ad ogni penetrazione una sorta di grugnito. Per alleviare un po’ il dolore all’amica pensò di allora di usare una pratica già utilizzata in passato.
Lasciando il vibratore infilato fermò un secondo il movimento per mettersi un altro paio di guanti sterili.
Veronica fece un sospiro di sollievo e girò la testa vedere cosa stava facendo.
– Pensavo di renderti un po’ più gradevole la penetrazione.
– Grazie, saresti molto gentile!
– Ti farò una sorta di esame bimanuale, per farti sentire maggiormente lo sfregamento con le pareti della vagina.
Veronica, sentendo queste parole si vergognò ulteriormente, capendo che l’amica si era accorta del suo stato di eccitazione. Ma un po’ di sollievo da quella tortura l’avrebbe gradito.
Riprese infatti a spingere dentro e fuori il vibratore che ormai incontrava sempre meno difficoltà e con la mano libera andò a schiuderle le grandi labbra.
Infilò due dita dentro Veronica, che si fecero subito largo andando a toccare il dildo.
Quello stantuffo nel culo, che vibrava toccandosi con le dita infilate nella passerina la fecero letteralmente impazzire. Avesse continuato un minuto i suoi sospiri si sarebbero trasformati in un bellissimo orgasmo.
Ma Viola dal canto suo un po’ sadica appena vide che la ragazza era vicina all’apice del piacere interruppe entrambe le penetrazioni.
Tolse il vibratore, l’ano di Veronica era oscenamente aperto e arrossato. Proprio come previsto ci mise alcuni secondi a chiudersi facendola soffrire parecchio.
Restò immobile, un po’ dolorante ma ancora eccitatissima.
Vide Viola tornare verso la cassettiera con gli oggetti del mestiere. Si rese conto che il supplizio non era ancora finito e anche se non poteva vederselo immaginò di avere il sedere veramente in condizioni pietose.
– Non abbiamo ancora finito?
– No, manca l’ultima parte. Quella che serve a far abituare lo sfintere alla dilatazione.
Disse l’amica restando girata di spalle.
– Cioè?
Viola si girò con in mano una piccola siringa e un divaricatore che fecero subito cambiare lo sguardo di Veronica.
– Ti farò una piccolissima dose di anestetico nella zona anale.
– Oddio, ma farà molto male?
– Sentirai bruciare un po’, ma servirà ad alleviarti un dolore più continuo che potresti avere dopo.
– Ma è legale? Puoi?
Chiese preoccupata appena sentì parlare di anestetico.
– Diciamo che ho preso in prestito dall’ospedale alcune dosi di lidocaina, non ti farà niente, ti addormenterà solo un po’ la parte e faciliterà l’apertura dell’ano.
Disse mostrandole l’oggetto metallico.
– Cos’è esattamente?
– E’ uno speculum rettale, serve per fare delle visite interne.
– – Vedi, si schiaccia questa pinza e una volta raggiunta la dilatazione voluta si ferma con questa vite.
Le disse simulando l’azione.
– Ho capito. Ma ti prego di essere delicata nell’iniezione. è una zona molto sensibile.
– Farò il possibile, ma cerca di essere coraggiosa, sarà un po’ dolorosa’

Tornò alle spalle dell’amica, con la siringa e lo speculum tra le mani. Veronica era immobile, tesissima, non riusciva a dire nulla, il cuore le batteva fortissimo.
Si sentì sfregare qualcosa di freddo proprio sull’ano, probabilmente cotone imbevuto d’alcol. E un secondo dopo uno dei dolori più intensi della sua vita.
– AAAAAHHAAHHARRGGHHH!!
Esplose in un urlo di dolore, sembrava non finire mai, un bruciore pazzesco, profondo.
– TI PREGO BASTA BASTA!!
Per fortuna la lidocaina era davvero poca e Viola le tolse quasi subito l’aghetto che aveva piantato qualche millimetro alla sinistra dell’ano.
Appena si sentì libera si accasciò su un fianco mettendosi una mano tra le natiche, singhiozzava.
– Vedrai che ora passa tutto.
Le disse accarezzandole la coscia.
– Ora riposati un minuto, così aspettiamo che la lidocaina faccia effetto.
Veronica annuì con la testa, mentre si asciugava gli occhi dalle lacrime. Sentì pian piano il dolore diminuire e perdere sensibilità nella zona.
– Credo che stia facendo effetto.
– Molto bene, se vuoi puoi rimetterti nella posizione di prima.
Si rimise di nuovo a quattro zampe offrendo di nuovo all’amica il suo povero sedere ormai più volte profanato.
– Ora iniziamo l’ultima parte. Cercherò di allargarti il più possibile, tu non dovresti sentire troppo male, casomai sentirai solo la pelle un po’ tirata.
– Lo spero!
Lubrificò la punta dello speculum e senza nessuna fatica lo infilò nel sedere di Veronica, con la pinza rivolta verso il basso.
Iniziò a premere leggermente fino ad allargare l’orifizio di 2/3 centimetri, poi lo fermò con la vite.
Immobile sul lettino, vide Viola allontanarsi nuovamente e tornate con un piccolo oggetto in mano e pensò a quale tortura avrebbe subito adesso.
– Dopo tutta questa sofferenza ti meriti anche tu un po’ di piacere.
– – Ora aprirò al massimo il dilatatore, poi ti farò un dolce massaggio con questo stimolatore.
– Quindi non sentirò altro male?
– Te l’ho detto, forse sentirai solo un po’ di fastidio per la dilatazione. Ma servirà per farti contrarre i muscoli anche da dilatati.

In effetti era la verità, quando Viola iniziò ad allargare ulteriormente le due alette di metallo sentì solo tirare la pelle e niente di più.
A scatti di mezzo centimetro alla volta il suo buchino prima tanto stretto era arrivato alla spaventosa dilatazione di sei centimetri abbondanti.
Non riusciva a vedere, ma se lo immaginava, solo per il fatto di sentire il fresco dell’aria all’interno del sedere.
– Direi di fermarsi qua.
Disse Viola soddisfatta.
– A quanto sei arrivata?
– Saremo sui sei centimetri e mezzo, io non andrei oltre, rischieremmo qualche lesione.
Il buco era una voragine, si vedeva l’intestino, se non fosse sotto effetto dell’anestetico sarebbe forse svenuta dal dolore.
Veronica era incredula.
– Sei centimetri???
– Sì. Ora con Fede non avrai più problemi direi!!
– – Comunque ora dovrai restare così un po’ di minuti. Quindi sarà bene impegnarli.
Accese il vibratore e dopo aver allargato le grandi labbra dell’amica lo posò sul clitoride. Era ancora bagnata da prima, il clitoride divenne turgido in un attimo e Viola iniziò a massaggiarlo dolcemente.

Pensava in quale situazione si fosse cacciata. A casa dell’amica, a pecora su un lettino medico, con il culo orribilmente dilatato e prossima ad un orgasmo forzato.
Preferì abbandonarsi alla situazione. Chiuse gli occhi.
Il giocattolino passava dolcemente sul clitoride vibrando, mentre l’amica allargava sempre di più le labbra.
Veronica iniziò ad ansimare sempre di più ed iniziarono ad arrivare le prime contrazioni di piacere.
Viola continuava imperterrita, con una mano il vibratore fermo sul clitoride gonfio e rosso e con l’altra si divertiva a penetrarla lentamente.
Non resisteva più, le contrazioni erano fortissime e in tutto il corpo. L’orgasmo arrivò in tutta la sua forza, e se possibile durò anche di molto più proprio a causa di quello speculum infilato nel sedere. Si stava contorcendo.
– ODDIO! SI’ SI’!!! BASTA BASTA’ TI PREGO!
Urlò parole a caso, come una maiala, senza nessuna vergogna nel farlo davanti all’amica.
Viola fermò il massaggio e tolse le dita fradice di umori.
– Grazie’
Disse con un filo di voce.
Viola era davvero soddisfatta dell’operato. Non con tutte era riuscite ad arrivare a certe dilatazioni ma soprattutto a certi orgasmi!
– Mi fa piacere che ti sia rilassata un po’!
– – Ora ti tolgo lo speculum, finché hai ancora l’anestesia.
Tornò alle spalle di Veronica. Le aveva veramente aperto il sedere in modo osceno. Allentò la vite e pian piano sfilò l’arnese.
L’ano ci impiegò qualche secondo a chiudersi del tutto. Prese una salvietta e pulì delicatamente le parti intime dell’amica.
– Bene, direi che siamo quasi a posto.
– Quasi? Cos’altro manca?
Chiese Veronica un po’ preoccupata.
– Vorrei tenerti un po’ dilatata con un plug anale. Te lo infilo ora e quando arrivi a casa te lo togli.
– Ma come faccio a camminarci?
– Tranquilla, è fatto apposta.
Veronica che nel mentre si era seduta sul lettino domandò come posizionarsi questa volta.
– Basta che ti sdrai con le gambe un po’ divaricate.
Rispose Viola molto gentilmente mentre iniziava già a lubrificare l’ultimo dilatatore.
Era un piccolo cuneo di gomma blu, lungo circa otto centimetri e largo quattro nel punto di massima dilatazione.
Viola lo impuntò nell’ano e con davvero poca pressione in plug entrò. Veronica fece solo una piccola smorfia solo nel punto più largo. Da culone di Veronica spuntava solo il manico dell’oggetto.
Fece una carezza sul sedere dell’amica e la invitò ad alzarsi.
– Questa volta abbiamo finito sul serio. Quest’ultima parte di solito non è compresa, ma siamo amiche e il plug te lo regalo.
– Grazie Viola, sei stata molto seria e professionale.
– – Ma dimmi, avrò male dopo?
– Forse un po’indolenzita. Piuttosto ti sentirai un po’ stanca, le procedure invasive hanno questo effetto.
– – Sai farti le iniezioni?
– Sì, mi è già capitato di farmele.
– Allora ti regalo una fiala di vitamina B e quando arrivi a casa te la fai.
– – Ora scendi pure e rivestiti.

Veronica con un po’ di difficoltà scese dal lettino e si diresse verso il paravento.
Era stano, ma in effetti non le dava particolare fastidio quell’oggetto nel culo, anzi con certi movimenti risultava anche gradevole.
Viola la stava aspettando con la fialetta già in mano. Le prendeva in ospedale, erano delle vitamine piuttosto potenti e il liquido rossastro era piuttosto oleoso e abbondante.
Veronica la prese senza nemmeno farci caso poi come da accordi le diede i cinquanta euro.
Dopo essersi salutate sulla porta Veronica tornò verso casa.
Sull’autobus si sentiva addosso lo sguardo di tutti, come se sapessero cosa le stava succedendo. Il viaggio fu abbastanza lungo tanto da permettere all’anestesia di iniziare a perdere il suo effetto.
Si sentiva il buco bruciare parecchio e l’ultimo tratto da fare a piedi non fu per nulla agevole.

L’amica aveva proprio ragione, iniziava a sentirsi stanca e decise di farsi l’iniezione appena arrivata in casa.
Salite le scale ed entrata, andò direttamente in camera da letto, posò la borsa e prese fuori la fialetta. Dal bagno di fianco alla camera, raccolse il resto dell’occorrente, cotone idrofilo, alcol e una siringa.
Senza nessuna fretta dopo aver appoggiato il tutto, iniziò a spogliarsi nuovamente, in casa era solita girare in mutandine e basta, soprattutto con questo caldo estivo.
Tolse la maglietta e il reggiseno, poi si fermò e aprì l’anta dell’armadio con lo specchio a tutta altezza.
Le piaceva guardarsi anche se sapeva di non avere un bel corpo.
Slacciò i jeans e dopo essersi tolta le scarpe li sfilò completamente restando solo con le mutandine.
Guardò qualche istante il suo corpo nudo, soprattutto il suo grande sedere. Afferrò i lati dello slip e con un gesto deciso li abbassò piegandosi in avanti.
Riusciva a vedersi il plug che le spuntava leggermente dalle natiche, lo toccò, in effetti ora il buco era piuttosto indolenzito, ma presto l’avrebbe tolto.

Si avvicinò alla cassettiera, in pochi istanti preparò l’iniezione, era piuttosto esperta, le capitava spesso di soffrire di un brutto dolore alla schiena, che la costringeva a farsi delle iniezioni di Voltaren.
Tornata davanti allo specchio, tutta nuda,con in mano solo siringa e il batuffolo di cotone idrofilo imbevuto d’alcol iniziò a massaggiarsi il gluteo destro.
Lo massaggiò una trentina di secondi, fino a sentire la pelle leggermente fredda e l’aria riempirsi del classico odore. Posò il batuffolo sul letto e dopo un bel respiro, con un colpo deciso ma delicato conficcò l’ago.
Quella vitamina regalatale dall’amica bruciava parecchio e per di più era anche una dose maggiore rispetto alle solite. Il gluteo iniziò a bruciarle, fino a farla desistere nel continuare a iniettare.
Lasciò per un attimo la siringa e allontanando lentamente la mano la lasciò appesa al sedere qualche istante.
Forse la situazione, forse quell’oggetto ancora dentro di lei, forse la strana visione della siringa infilata nel sedere; ma si stava iniziando ad eccitare nuovamente!
Prese coraggio e una volta impugnato lo stantuffo torno a iniettarsi il liquido.
Strinse i denti e arrivò in fondo. Tolse la siringa e iniziò subito a massaggiarsi con l’alcol la parte indolenzita.
Restava da togliere il plug e decise di farlo con calma.
Buttate nel cestino la siringa e le fialette vuote, accese lo stereo sul comodino e fece partire un cd di musica soft.
Era curiosa di vedere il lavoro dell’amica, così si mise sul letto stando a quattro zampe, proprio come durante la procedura.
Girò la testa, verso lo specchio alle sue spalle e riuscì a vedere perfettamente il cuneo infilato nel sedere. Allargò bene le cosce, si toccò il dildo, cercando di estrarlo un po’, per poi farlo tornare all’interno. Le dita arrivarono in fretta alle grandi labbra, gonfie per l’ennesima volta in questa lunga mattinata. Le allargò, fino a scoprire il clitoride e iniziò delicatamente a penetrarsi. Decise che era il momento di togliere il cune dal sedere. Con un po’ di forza e una punta di dolore il cuneo uscì completamente, lasciando il buchino arrossato e dilatato. Con le dita cosparse di umori si penetrò anche dietro. Poteva gustarsi lo spettacolo nello specchio, le dita che passavano dal riempire la passerina al violare il suo non più stretto orifizio.

Nello specchio vide una figura. Era Federico. Era rientrato dal lavoro, ma causa la musica non lo aveva sentito. La stava guardando già eccitato.

Il resto lo potete immaginare voi’

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