Non mi interessa perché io sia qui, ma fra tutte le motivazioni al mondo ho una certezza: la mia vita non è importante, il mio corpo è di tutti, la mia figa è di tutti, sono solo una cagna da usare a piacimento.
Tutti gli uomini che mi conoscono sanno che basta spingere la porta, che lascio aperta appositamente, per trovarmi sul divano a gambe aperte. A volte vengono soli, a volte in compagnia.
È il caso di Abdul, un ragazzino marocchino di 20 anni, che quel pomeriggio era entrato in casa mia con altri due amici, più o meno coetanei, con paio di bottiglie di birra. Io ero sul divano, sdraiata, con una canotta corta e senza mutande, pronta ad essere lo svuota palle di qualcuno. Appena entrati hanno iniziato a ridacchiare.
“È questa la puttana gratis che mi dicevi?”
“Si, amico, ma inizio io”.
Abdul stappa una delle birre con l’accendino e, sedendosi accanto a me, ha insistito per farmi bere.
“No non mi va”
“E bevi dai” nel frattempo gli altri due si erano avvicinati; uno di loro aveva il cellulare in mano, stava riprendendo il mio corpo.
Abdul mi infila quasi di forza la bottiglia in bocca ed inizio a bere, e a bere. Cercavo di abbassare la testa ma lui continuava a fare scorrere la birra, ed io dovevo ingoiare. Riprende la bottiglia, finisce ciò che c’era dentro in un paio di sorsi, dopodiché mi guarda: “senti che bel fresco in quella figa schifosa”. Abbassa la mano, prosegue verso il pube, va un pochino più giù e mi infila con forza la bottiglia dentro. L’ho guardato, sorpresa: “Cosa fai…?”
Mi accarezza la guancia: “fai la brava, tranquilla, stai ferma”.
Spingeva la bottiglia, avanti e indietro. Uno dei due in disparte si avvicina, allungando la mano ad accarezzarmi il seno.
Il freddo della bottiglia mi penetrava nella vagina, oltre al piccolo dolore che sentivo dato, probabilmente, dall’aver infilato la bottiglia senza lubrificazione.
Di colpo, la sfila: “tira su il culo”
“Perché?”
“E alzati, puttana. Muoviti”.
Allora alzo i fianchi, mostrando il mio sesso alla fotocamera del cellulare.
“No, Abdul… Nel culo no”
“Nel culo si”
“Per favore, dai…”
“Solo stavolta baby”
Chiudo per un attimo gli occhi, nel frattempo Abdul cerca di infilare la bottiglia nell’ano. Spinge, spinge di forza. Non ho la forza di urlare. Guardo i suoi amici. Quello che mi strizzava le tette si è slacciato la cintura ed ha abbassato i pantaloni “Bro, me la trombo io, basta”.
“Aspetta che infilo”
Abdul da due o tre colpi alla bottiglia, che si incastra perfettamente nel mio culo.
Il suo amico mi salta sopra e, senza troppi convenevoli, inizia a scoparmi. Aveva tanta foga. Era rude, materiale. Mentre mi penetrava aveva una mano appoggiata su uno dei miei seni, schiacciandolo, sentivo dolore e cercavo di spostare la mano. Dopo un po’ si sposta, dal seno al collo. Inizia a stringere, ed io a tossire. Cercavo di divincolarmi, ma lui era forte.
“Crepa puttana”.
Gli altri due ridevano. Li guardavo disperata, pensavo mi avrebbe soffocata. Ma poi, all’improvviso, è venuto; pian piano ha allentato la presa.
Un telefono inizia a squillare.
“Oh, dimmi… Si… Ma adesso?… Va beh arriviamo, ci troviamo lì”.
“Che succede?”
“Dobbiamo andare bro”.
Si risistemano velocemente, mentre io ero ancora sul divano a gambe aperte con la bottiglia infilata nel culo. Escono di casa.
Mi metto seduta e sfilo la bottiglia, poi mi alzo, passando davanti alla finestra. Nel cortile c’era il mio vicino di casa, guardava dentro, ma tanto non vedeva nulla che già non conoscesse.
Grazie mille, spero che il resto della storia non ti deluda. Dal prossimo capitolo siamo alla resa dei conti (che…
Ho riletto questo racconto , la mia storia si rispecchia al 70% , diventare puttane per necessità (mutuo da pagare)…
Inizio a credere che arpia è gnocca siano due prerequisiti per essere insegnante di francese. Sto finendo anch'io un racconto…
Grazie mille! L'estate si sente e ho voluto cercare di magnificarla e renderla al meglio, senza ricadere nel cliché classico…
Ottimo racconto: si sente l'estate che gli hai infuso; ho apprezzato la dinamica dell'avvicinamento e dell'allontanamento dalla ragazza, con quel…