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By 10 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando si vede un film, o ancora meglio si legge un libro, il fruitore per meglio godere della visione o della lettura deve distaccarsi dal mondo reale e lasciarsi guidare nel virtuale dove, per semplificare le cose, un pò tutto diviene possibile. Questa è una premessa necessaria per chi mi scrive dicendo che i miei racconti sono irreali. Mi piace dialogare con chi mi legge ma per evitare inutili discussioni questa è la mia premessa, tutti noi sappiamo che se facciamo sesso anale con una ragazza abbiamo alte possibilità di sporcarci di marrone oppure che spesso il pisello non si tira su. Per farla più semplice prendete questo racconto così come è.

La mia esistenza è uguale a quella di tante altre persone. Mi chiamo Teodoro ma per tutti sono Teo, attualmente ho 36 anni sono sposato ed ho una figlia. Sono il secondo di due figli di una famiglia normale, operaia, fortunatamente non mi è mai mancato nulla ma di lussi non ne ho mai visti. Sono un tipo tranquillo, mi sono diplomato come perito industriale poi ho iniziato subito a lavorare riuscendo così sempre a mantenermi. Nella città lombarda dove sono nato il lavoro scarseggiava così grazie ad un mio zio appena diplomato mi sono trasferito a Milano. Vivere da solo per me è stato un grosso passo, ma piano piano mi ci sono abituato facendomi anche un gruppo di amici tutti colleghi di lavoro. Iniziai a lavorare prima come facchino poi, dopo aver preso la patente idonea, guidavo i camioncini dell’azienda e facevo consegne dei loro prodotti alimentari. Imparai così ad essere più aperto e socievole, io di indole più riservata, ed anche con le donne le cose migliorarono. Non sono un brutto ragazzo, forse il mio più grande difetto è che non sono tanto alto ed un pò tarchiato, però tutti dicono che ho dei lineamenti molto belli ed i miei occhi chiari sono sempre piaciuti. Nella mia città sono stato per due anni con una ragazza, mai fatto sesso ogni tanto mi masturbava ed io masturbavo lei. Poi mi lasciò e da li più nulla fino a che a Milano, dopo i primi stipendi, iniziai a sollazzarmi con prostitute. Uscii anche con una collega ma non arrivai mai fino in fondo.

Tutto cambiò anni fa quando, entrato in un caseificio per lavoro, ho conosciuto Carol. Nata nel Togo ha raggiunto da piccola suo padre nella grande città, dove ha studiato ed ora lavorava. Una splendida ragazza di colore alta e corpulenta. Per caso poi ci incontrammo una domenica mattina in chiesa, non era quella che frequentavo ma ero andato per una comunione di un figlio di un collega. Parlammo un pò e ci lasciammo i numeri. Faticai molto a trovare il coraggio per chiamarla, alla fine le scrissi un sms e lei rispose subito. Ci vedemmo il sabato successivo, poi l’altro ancora ed al terzo appuntamento lei mi baciò, prima di sgattaiolare a casa ridendo.

Se io ero timido ed impacciato lei lo era più di me, anche per la differenza di età visto che all’epoca aveva 20 anni ed io andavo per i trenta. Le dissi quanto ci tenessi a lei, lei ricambiava e ci fidanzammo. I genitori erano molto rigidi e non le permettevano di stare fuori a lungo. Una domenica con una scusa che lei si inventò si presentò a pranzo a casa. Avevo il cervello in surriscaldamento, soprattutto quando finito di pranzare ci mettemmo sul divano ed iniziammo a limonare. Col suo corpo quasi mi sovrastava, il suo 1,78 di altezza, le sue spalle larghe, le sue gambe sode e potenti, il suo culo abbondante ma assolutamente non cadente, e poi le sue tettone quinta misura ancora dure come ogni ventenne. Decisi di essere audace, iniziai a toccarle il seno da sopra la maglia, lei mi sorrise, si staccò da me e se la tolse, poi tornò a pomiciarmi. la palpavo con tutte e due le mani poi una volta tolto il reggiseno per poco non venivo nei pantaloni. Cominciai a leccarle i grossi capezzoli scuri, i seni erano pesanti e sodi, poi come cercai di toccarla in basso lei si fermò, mi tolse i pantaloni e iniziò e leccarmi il cazzo durissimo. Prima dette un paio di leccate poi iniziò a pompare subito di brutto con risucchi osceni facendo scomparire il mio cazzo, che diciamo è al di sotto della media, per intero. Non durai nemmeno un minuto che sborrai, lei non si staccò minimamente ingoiando tutto. Poi si alzò, rise e andò in bagno. Quando tornò io ero ancora steso sul divano con i pantaloni abbassati e il cazzo ancora in tiro, “ancora non sei sazio….” disse lei mentre si rituffava a ciucciarmelo. Credo che tutto il vicinato sentiva i risucchi che mi faceva per la foga con la quale usava le sue labbrone, provai a toccarle il culo e la fica ma lei mi spostava sempre la mano. mi fece venire quattro volte in un’ora, l’ultima sborrata con una spagnola incredibile con il mio pisello che scompariva letteralmente.

Quel primo pomeriggio fu la fotografia del nostro primo anno di fidanzamento. Lei mi diceva che non era ancora pronta a concedersi tutta, e conoscendo la sua religiosità me ne facevo una ragione. D’altra parte però era anche gelosa che io potessi cercare piacere con altre e per quello appena poteva mi mangiava letteralmente il cazzo. In un anno non avevamo mai passato una notte assieme per la sua famiglia, io arrivai anche a pensare che Carol forse poteva essere un Carlo ma poi i suoi assorbenti rossi mi tolsero anche questo atroce dubbio. io ero felicissimo lo stesso, i colleghi e amici spesso facevano battute su come avessi una bella fidanzata, cose simpatiche che mi facevano solo piacere. Però non ero più un ragazzino e così le chiesi di sposarmi. Lei si fece cupa in volto poi mi guardò e mi disse “Teo non c’è cosa al mondo che vorrei di più al mondo. Sento di amarti veramente dal profondo, farei tutto per te. Per questo che voglio essere sincera. Io non mi sento pronta di fare l’amore adesso e non so se lo sarà mai, perchè ho un problema ed ora è giusto che tu lo sappia”. Così facendo iniziò a piangere, eravamo in auto ed abbassò il sedile al massimo, io al momento non capivo nulla era tutto veloce, si alzò la gonna, abbassò i collant e poi le mutandine, finalmente vedevo la sua fica pelosissima… “ecco, questo è il mio problema..” e dicendo così mostrò un clitoride gigantesco, che addirittura usciva dalle grandi labbra. Lei era immobile e piangeva , “non è un problema Carol…. è soltanto un pò più grande del dovuto ma che problema è…” le dissi accarezzandole il volto. “Non è solo questo…scusa in anticipo per il sedile…” mi prese la mano e la portò sul suo bottone, iniziai a toccarlo e lei subito a gemere, poi dopo neanche un minuto dalla sua fica iniziò a colare letteralmente acqua, prima un pò che le bagnava tutto il folto pelo, poi sempre di più fino a dei veri e prorpi schizzi che anticiparono il suo orgasmo. Lei si contorceva toccandosi i seni, era quasi indemoniata, tentava di trattenere i gemiti a fatica. Io mi ritrovai la mano zuppa, così come il sedile dove e era seduta ed il tappetino sotto i suoi piedi. Non era squirt, non l’avevo minimamente penetrata con le dita, era un suo problema ormonale. “Mi vuoi sposare ancora o pensi che sia un mostro…” disse lei piangendo. “No, non sei un mostro, ed io ti amo….”

Così ufficializzammo le nostre nozze, che furono celebrate l’estate seguente. Durante quel periodo come sempre lei veniva a casa solo la domenica a pranzo, momento in cui concentrammo tutta la nostra vita sessuale. Nonostante ora sapessi tutto l castità rimase, in compenso la leccavo e mi prendevo autentiche docce in faccia, lei si metteva il cuscino in faccia per non far sentire le sua urla di piacere a tutto il quartiere, poi come veniva si attaccava al mio cazzo e mi faceva venire almeno sempre due volte. Quando facevamo il 69 avevo la sensazione che me lo staccasse per quanto succhiasse forte, delle volte avevo la sensazione invece di essere in apnea per quanta acqua mi arrivava in viso. Io le raccontai delle mie storie passate, tutto, lei mi disse che non si doveva andare a puttane, che tante ragazze del suo paese venivano sfruttate, ma capì che non lo facevo per cattiveria. Lei invece disse che aveva avuto solo un ragazzo, per circa un anno, suo collega di lavoro.

La nostra non fu di certo la cerimonia del secolo, pochi invitati, pranzo modesto poi viaggio di nozze vicino il suo paese natale. Finalmente la scopai, come la penetrai quasi subito sentivo un fiume attorno al mio cazzo, eravamo in una sorta di capanna isolata e lei si lasciava letteralmente andare ad osceni urli, si martoriava le tettone che si muovevano impazzite mentre la scopavo. I primi tre mesi furono di sesso quotidiano, io ero letteralmente sfiancato, persi quasi 10 kg per scoparla per bene, così comprai dei vibratori per aiutarmi un pò. Lei all’inizio non voleva, non le sembrava una cosa naturale, ma poi divennero dei compagni inseparabili. Tante volte tornavo a casa e la trovavo che si masturbava, si metteva nella vasca e non la finiva più. Le cose si calmarono quando rimase incinta, ma sorsero altri problemi. La ditta dove lavorava Carol chiuse lasciandola a casa, anche la mia zoppicava perchè lavrando sui trasporti cominciarono a venire meno grandi commesse, e fui messo in cassa integrazione. Lei non voleva fare sesso quando era incinta, quindi grandi pompini anche se spesso si discuteva per i nostri problemi. Non è che litigavamo ma ci trovammo di fronte ad alcune scelte. Nacque la nostra splendida figlia ma il lavoro non c’era. Nel mio paese io avevo ottenuto in eredità la casa dei miei nonni, perfettamente funzionante anche se un pò troppo grande ed isolata. Però non pagavamo l’affitto e le spese erano minori. In più avevo anche un contatto per lavorare come camionista. Il contro era che alla bambina avrebbe dovuto badare Carol da sola, ma alla fine accettammo per forza e così tornammo nella mia città. La casa era come me la ricordavo, un grosso casolare di due piani con tanto spazio attorno che si ergeva sopra la zona industriale. Per arrivarci bisognava fare circa 500 mt di sterrato, ma la casa era in ottimo stato tutto intorno era tutto erbacce, ma soprattutto era cambiata la zona industraile, con fabbriche chiuse e con le strade che la notte si popolavano di prostitute. Carol aveva paura anche perchè spesso in tanti la scambiavano mentre aspettava il pullman anche se era col passeggino e sia il suo look, si era fatto i capelli corti a caschetto molto sobri, sempre molto castigato facessero pensare altro ma i tipi come vedevano una donna di colore… Così decisi di lasciare a lei l’auto ed io andare con un motorino di seconda mano a lavoro. Già il lavoro… mia moglie badava alla bambina ma il posto promesso non era questo eldorado… il proprietario mi teneva part time escludendomi dai viaggi più remunerativi. La vita sociale nostra era invece fondata sulla parrocchia, che Carol frequentava per svagarsi e dove io, con grande umiliazione, fui costretto a chiedere al prete dei soldi per andare avanti. Tutto era dovuto ad un nostro no. Il proprietario dell’azienda dove lavoro, Italo, mi assunse perchè il prete gli aveva parlato della mia situazione, ma fu molto chiaro fin da subito. La sua era un ditta di autotrasporti, e per andare avanti facevano anche dei traffici illeciti, dove io avrei soltanto dovuto fare d’autista. Ne parlai con mia moglie e rifiutai subiti, e per questo mi teneva fuori dai viaggi che contavano.

La nostra vita sessuale non era anche più fuoco e fiamme. Dopo mesi di astinenza riscopavamo, le sue tette materne erano ancora più grosse di una taglia abbondante ma un pò più calanti, per il resto quando si concedeva era la solita doccia tanto che prese l’abitudine di radersi completamente i peli per evitare l’effetto spugna. Una sera mentre dormivamo la bambina si svegliò, Carol si alzò per andare da lei ma subito dopo tornò terrorizzata. C’era una macchina nel viottolo di casa. Guardai ed era un prostituta con un cliente. La cosa cominciò ad essere routine e ogni giorno mia moglie puliva dai fazzoletti. Dissi del problema ad Italo, lui mi guardò e mi disse che era una brutta situazione, con una bambina piccola poi… così mi dette una pacca e mi disse di salire in auto con lui. Arrivammo in un bar quasi alla fine della zona industriale, c’erano pochi clienti ed Italo tirò subito dritto verso due signori di colore, entrambi sulla quarantina uno alto e piazzato l’altro sempre alto ma parecchio grasso. Ci sedemmo e il mio capo gli disse il problema, i due non fecero una piega poi quello grasso mi disse “Mi devi scusare molto, pensavo nessuno ci abita li. Non succederà più, tu venuto qui e non da polizia, cosa molto giusta”. La cosa non successe più ma due giorni dopo mi squilla il telefono con Carol impaurita dicendo che un ragazzo aveva citofonato alla porta. Io ero a girovagare e tornai subito. Il ragazzo era ancora li, era uno spilungone nero alto e magro, si scusò se mia moglie si era spaventata ma doveva darmi questo. Mi allungò una busta, si scusò ancora e se ne andò. Entrai in casa e dentro la busta c’erano 2.000 euro in contanti. “Tu ora glieli riporti” sentenziò subito lei poi con i minuti decidemmo di tenerli perchè ne avevamo veramente bisogno. Il giorno dopo mi recai al bar dove avevo incontrato i due, aspettai un pò e poi arrivarono. Subito capirono a vennero da me. Gli spiegai che non dovevano disturbarsi. “non ti devi scusare, tu comportato molto bene e noi ringraziato. Di dove è tua moglie mio ragazzo detto che è una sorella”. “Togo perchè….” e mi spiegò che loro erano nigeriani e che per qualsiasi cosa potevo chiedere a loro.

Non eravamo molto felici di queste nuove “amicizie”, ma aver toccato i soldi per mano ci spinse, dopo un mese, a farmi parlare con Italo e ad accettare la cosa. Mi chiese più volte se mia moglie fosse al corrente dei dettagli e risposi di si, ma lo rassicurai sul fatto che non era una che facesse la spia. Iniziai a lavorare di più ma non ancora con dei carichi illegali nascosti nel container. Con i primi due stipendi ci risollevammo su e tutto era ok anche se sapevo che prima o poi avrei dovuto fare qualcosa. Ed infatti quel giorno arrivò. Assieme ad un collega saremmo dovuti andare fino a Stoccarda. Ero timoroso e Carol ancora di più, ci dicevamo che lo facevamo per noi e la nostra bambina e che tutto sarebbe andato bene.

Durante il tragitto ero molto nervoso, Dino il mio collega, un omone dal viso simpatico e barbuto, mi ripeteva di stare tranquillo, arrivammo il pomeriggio tardo e nello scaricare tutto era come una qualsiasi cosa, finimmo e ce ne andammo in hotel a dormire. Ero distrutto e parlai al telefono con Carol dicendole che era tutto ok durante la cena, Dino anche messaggiava poi quando ci riavviammo alle camere mi disse di entrare nella sua. Io ero talmente in relax che una volta entrato non notai subito che mi stava puntando contro una pistola. Rimasi impietrito, ” non ti preoccupare non ti succede nulla amico, devi solo rimanere li e restare immobile” e così dicendo apriì un portatile e entrò in una chat. Si fece consegnare il mio cell e poi sulla chat scrisse che era tutto ok. Allora si aprì una connessione video, le immagini erano all’interno di un auto che stava percorrendo una strada buia. Dino allora scrisse che audio e video erano ok poi mi prese un colpo quando vidi che l’auto si fermò davanti casa. “Ma che cazzo sta succedend..” la mia frase fu subito interrotta dalla pistola subito puntata contro di me, “devi solo stare zitto e guardare” ripetette il mio collega. Era Italo che era nel video che prima di scendere si specchiò facendo vedere il cappellino e chiese se la telecamera si vedesse e Dino gli scrisse di no, allora prese e suonò a casa.

Posso immaginare la paura di mia moglie, ma quando il mio capo si presentò dicendo che doveva lasciare dei documenti lei aprì. Lei era in pigiama e il vederla li che dondolava nostra figlia stava per farmi esplodere, le dette dei documenti poi le chiese se aveva qualcosa per cenare che ancora doveva mangiare. Vedevo bene l’imbarazzo di Carol mentre riscaldava della carne. “anche se riscaldata una cena ottima Carol – disse Italo – sei una padrona di casa perfetta. Tu sai vero cosa sta facendo ora tuo marito ??” mia moglie allora si fermò ed abbassando la testa annuì. “Quello di oggi era un test, c’è un carico molto piccolo che è stato consegnato, ma non tanto piccolo da non farlo finire in galera a lungo ed io ci perderei pochissimi soldi. Mi basta una chiamata. tu non vuoi questo vero??” Carol ora si vedeva che lacrimava mentre sempre a capo chino questa volta scosse la testa. “Tu non vuoi vero che tua figlia cresca con un padre in galera…”, “cosa vuoi da me ??”, “tu cosa pensi cara…” rispose l’uomo. Dino ridacchiava ed io tentai di aggredirlo e riprendermi il cellulare ma ricevetti un colpo, poi un’altro e dovetti ritornare a guardare il video in silenzio. ritornai a guardare e vedevo mia moglie che piangendo si stava spogliando, rimase completamente nuda e con le mani cercava di coprirsi i grossi seni e il pube. Ora vieni qui e succhiamelo lo ordinò Italo, lei si asciugò le lacrime, tolse i pantaloni e le mutande all’uomo poi guardandolo gli disse “se qualcuno lo viene a sapere giuro che ti ammazzo” e poi iniziò a ciucciarlo. Non era certo un tipo prestante Italo, sulla cinquantina ed in sovrappeso, ma aveva un cazzo che anche se non molto lungo era bello tozzo. Dalla camera messa sul cappellino si vedeva solo la testa di mia moglie andare su e già, ma i risucchi erano inconfondibili. “E’ bella affamata eh…” mi disse Dino ridendo , io affondai la faccia nelle mani ma lui mi scosse e mi intimò di guardare. Ora vedevo bene il suo volto visto che era stesa, piangeva e cercava di non guardare mentre stringeva con le mani le sue tette attorno al cazzo del mio capo che andava su e giù. l’uomo alternava le tette alla bocca ” che bocchinara che sei, hai una bocca fatta a posta…” e detto questo le affondava il pisello in gola. Carol subiva tutto quello in silenzio piangendo, quando l’uomo toglieva il cazzo dalle tette lei subito apriva la bocca e cacciava la lingua, e quando il cazzo le arrivava in fondo alla gola risucchiava tutta la saliva in un effetto mulinello che a me faceva impazzire. Quando Italo le aprì le gambe lei scattò e si mise in piedi di stante da lui.

“Tutto ti faccio ma non scoparmi ti prego”. Invece ho proprio voglia di scoparti tutta la notte sai, forza sennò ci metto un minuto a far arrestare tuo marito”. Lei allora si accasciò a terra piangendo, l’uomo le si mise di fronte “non mi fai pena, non me ne frega un cazzo di te e della tua bambina che piange, voglio solo che tu ora prenda e ti metta a pecora”. Scoppiai a piangere anche io , Carol allora disse di aspettare un minuto che sarebbe tornata, cosa che fece subito con degli asciugamani in mano. “mica voglio farmi una doccia sai…” lei non disse nulla e li stese per terra, poi si mise a pecora “fai quello che devi fare poi vattene”. Anche se più piccolo Italo allora la afferrò per le braccia “qui sono io che decide quando me ne vado capito ?” Ora girati, lei obbedì e come il mio capo iniziò a leccarla da dietro esclamò “cazzo ma che sei una ermafrodita ?? questo clitoride sembra un fagiolo…” e come iniziò a leccarla la camera divenne subito impraticabile per gli schizzi. Dino glielo scrisse e come lo lesse asciugò, la scopava da dietro ” sembra di scopare in una piscina, tieni puttana negra tieni” mia moglie piangeva e gemeva, non poteva controllare il suo corpo che schizzava in continuazione, la fece girare e ora poteva guardare il suo volto in lacrime che era “tamponato” dal rimbalzare delle sue tette “basta ti prego ti scongiuro…basta”, Italo allora si tolse, prese le sue mutande e gliele mise in bocca “ora stai zitta troia e fatti scopare”, la resistenza del mio capo fu veramente notevole, quando stette per venire accellerò il ritmo provocando un terremoto di tette e facendola schizzare a più non posso fino a che le tolse la mutanda e le sborrò in faccia tra le sue lacrime.

lei subito corse in bagno piangendo, poi tornò e andò dalla bambina che si era svegliata. Lui era ancora li. “Vattene ti prego basta hai già voluto quello che volevi no ??” la bambina continuava a piangere e forse per quello decise di andarsene. Terminato il video Dino mi disse di andare a dormire. Io pensai mentre ero a letto ad un modo per andare da Dino e picchiarlo, lo avrei ucciso. Telefonai a Carol e lei sembrava tranquilla diceva che stava addormentando la piccola e ci salutammo. Il giorno dopo guidò sempre Dino e non ci scambiammo parola, tornati mi fiondai subito da Italo e tentai di colpirlo riuscendoci, subito Dino mi fermò ” e bravo il nostro Teo vedo che caccì le palle ogni tanto… quello di ieri era per farti capire che con noi non devi fare scherzi, ora evita colpi di testa e vedrai c he andremo d’amore e d’accordo, ora sparisci da davanti a me e ci vediamo dopodomani a lavoro”.

A casa mia moglie mi salutò calorosamente ma non mi disse nulla. Io le raccontai che il viaggio si era svolto tutto nella normalità, senza pericolo. Come la bambina si addormentò iniziammo ad amoreggiare ma venni subito perchè non facevo che ripensarla con Italo. Ogni volta che incrociavo il suo sguardo me la vedevo col suo cazzo in bocca o scopata con la bocca tappate dalle sue mutande. La notte dormii poco, non facevo che ripensare all’accaduto, ero incazzatissimo ma sentivo un senso di impotenza…il giorno libero lo passammo assieme, “è una vera benedizione questo lavoro, in fondo cosa faccio di male e possiamo vivere bene così, abbiamo fatto la scelta giusta”. Lei non mi guardava perchè stava pulendo ma rispose “se è così allora devi tenertelo stretto amore”. Pensai molto alle sue parole, ero terrorizzato che lei potesse impazzire per quello che è successo invece aveva messo il nostro bene davanti a tutto, o perlomeno così pensavo.

Tornai a lavoro come se nulla fosse, solita routine con viaggi brevi. A fine mese arrivò il solito stipendio ma un grosso fuori busta, Carol sorrise dicendo che potevamo quasi cominciare a mettere qualcosa da parte. Cosa che facemmo, aprimmo un fondo e mia moglie a casa pianse dalla gioia, dpo mesi di sofferenza vedevamo la luce fuori dal tunnel. Il prezzo pagato però era enorme. Dieci giorni dopo mi fu detto che sarei tornato a Stoccarda, per l’ultima volta con un collega poi avrei iniziato da solo. Quando lo comunicai a casa lei mi disse di fare attenzione, di non fare stupidate. Questa volta mi accompagnò Gianfranco, che non fece altro che parlare di calcio per tutto il tragitto. Arrivati come la scorsa volta tutto tranquillo, firmammo e ce ne andammo.

Cenammo e feci la mia solita chiamata, tutto bene le dissi e lei disse la stessa cosa. Avevo paura di quello che potesse succedere invece Gianfranco mi dette la buona notte e ci separammo. Non prendevo sonno questa volta perchè, e la cosa mi spaventava, in cuor mio in parte ero un pò deluso del fatto, la chiamai due volte e lei sempre diceva tutto ok e che se la smettevo di chiamare lei e la bambina avrebbero dormito. Tornati col camion Italo mi chiese se tutto era filato liscio, risposi di si e lui mi dette una pacca e mi disse di andare a casa. Arrivato grandi feste con Carol, che però era stanca a e andò a dormire, cercavo di rilassarmi quando entrato in bagno una cosa mi colpì : c’erano diversi asciugamani stesi…

Rimasi tutta la notte titubante, alla fine realizzai che probabilmente si era masturbata anche se di solito lo faceva nella vasca appunto per non bagnare. Questa cosa nei giorni successivi mi portò ad allontanarmi un pò da lei, anche sessualmente. Lei me lo fece notare e le dissi che erano solo le preoccupazioni per il lavoro. “Lo hai detto tu, è una benedizione non avere paura, magari come risparmiamo ti compri un furgone tutto tuo e ti metti in proprio così non devi fare più queste cose. Si Carol aveva ragione, quello ora era il mio nuovo scopo… Il prossimo viaggio in camion l’avrei fatto da solo, sempre a Stoccarda. Italo mi consigliò di affinare un pò il mio inglese, perlomeno quello di base. Così comprai un cd rom ed il tempo per studiare non mi mancava visto che Carol era appena partita per stare una settimana dai genitori che volevano un pò passare del tempo con la nipotina. Non impazzivo di gioia all’idea di mettermi li a ripetere come uno scolaro, io solitamente uso firefox sul nostro pc ma il cd per funzionare aveva bisogno di explorer. Come lo aprii notai che il motore di ricerca era pieno di siti porno. Ecco come passa il tempo Carol pensai… anche furba che usa un browser diverso. Vedeva filmati di tutti i generi, dai più raffinati ai più spinti tipo gang o sadomaso. La cosa mi turbò non poco. Era comunque una sua abitudine precedente alla scopata a cui era stata costretta con Italo quindi non dipendeva da quello. Mi venne una fantasia allora.

Andai da un conoscente che installava sistemi di allarme, gli dissi che volevo mettere delle telecamere all’interno della casa, visto la zona in cui abitavamo, ma gli chiesi di non dire nulla a mia moglie per non spaventarla. Dal mio portatile ora potevo vedere benissimo cosa succedesse a casa, audio e video grazie anche a dei microfoni. Prosciugai il conto in banca ma a Carol dissi che avevo messo un sistema anti incendio, lei si incazzò dicendo che non dovevo farlo ma le dissi che avrei lavorato molto nei prossimi giorni. Quando tornò mi tenne il muso per due giorni. Poi le passò soprattutto quando le dissi che andando da solo a Stoccarda mi avrebbero pagato di più quindi ci mise una pietra sopra. Riuscimmo a passare giusto la domenica assieme perchè il lunedì partii. Ero abbastanza spaventato per il viaggio. Anzi in alcuni momenti tremavo proprio, avevo paura che Italo mi fottesse. Per fortuna filò tutto liscio. La sera dopo aver cenato me ne corsi in camera a collegare il portatile.

Riuscivo a vedere perfettamente tutte le stanze, solita routine la mattina. Dopo pranzo come la bambina si addormentò lei si dedicò invece ad almeno due ore di masurbazione. E gli asciugamani erano più che giustificati. Sapendo la postazione del fisso una telecamera la riprendeva frontalmente perfettamente. Anche qui mi turbai e non poco. Era una furia. Le sarebbero servite dieci mani. Oltre ai vibratori si ficcò nella fica grondante anche zucchine ed il telecomando. Con mio grande stupore non tralasciò neanche il buco del culo dove ci ficcò una zucchina anche se non era molto grande. Se li spingeva dentro mentre si infilava un vibratore in bocca oppure usava l’altra mano per martoriarsi i capezzoli. Un momento la bambina si mise a piangere così quando lei si alzò dalla sua fica cadde come un gavettone. Incredibile.

Quando tornai a casa le saltai addosso. Ci mettemmo a 69 e lei me lo mangiava come al solito, avevo la mano zuppa e iniziai a passarla sopra il suo buchetto poi feci entrare un dito. Lei si irrigidì e si alzò “che mi hai preso per una puttana, per una di quelle che pagavi ??” mi urlò contro per poi andarsene via. Si incazzò di brutto. Per giorni mi mortificava continuamente. Io non potevo dirle che l’avevo vista ficcarsi una zucchina li dentro, così abbozzavo e le chiedevo scusa in continuazione. Quando Italo mi disse che sarei partito a breve ne fui felice perchè a casa l’atmosfera era molto tesa. Questa volta però ero diretto a Roma, dove dovevo rimanerci tre giorni perchè avrei avuto un carico anche al ritorno e dovevo aspettarlo che arrivasse. Alla mia partenza lei era ancora incazzata, allora mi incazzai io dicendole che io andavo a rischiare il culo per noi tre e lei stesse facendo una tragedia per un dito in culo. Per la prima volta litigammo forte e partii senza darci neanche un saluto.

Ero incazzato e teso per la nuova meta. Non ero lucido e sbagliai strada, arrivai con un grande ritardo e tutti si incazzarono. Stavo per mandare in fumo un grosso scambio ed Italo mi si mangiò letteralmente al telefono. Mi disse che con lui avevo chiuso ed io andai in paranoia pesante. Telefonai a Carol e le dissi della cosa. lei mi sentì agitatissimo e per un momento mise da parte l’incazzatura e cercò di consolarmi. Quando riattaccai mi attaccai alla cam di casa, vedevo la mia piccolina dormire e iniziai a piangere al pensiero che ora mi ritrovavo con le pezze al culo. Ero in quello stato di disperazione quando sentii Carol al telefono. Parlava con Italo ed andò subito al sodo : se mi avesse perdonato gli avrebbe regalato una scopata da sogno. Il mio capo credo abbia accettato subito visto che dopo vidi mia moglie prepararsi con un intimo striminzito : le tettone sembravano esplodere strizzate dal reggiseno che era di una misura più piccolo, precedente al parto.

Non tardò molto ad arrivare l’uomo e i due andarono subito al sodo, in camera nostra… ebbi una erezione come mai in vita via ed iniziai a masturbarmi mentre mia moglie ciucciava il cazzo del mio capo. I risucchi si sentivano perfettamente mentre lei la vedevo di spalle. Italo le dava della troia pompinara, se la gustò per un bel pò poi la mise a pecora ed iniziò a leccarla e a sditalinarla. Vedevo il volto di lei in primo piano e fu una coltellata vedere come sgranò gli occhi quando di colpo la penetrò. Ora le oscenità le dicevano tutti e due, Italo andava di gran ritmo schiaffeggiandole di continuo il culone, lei strillava come una ossessa tanto che la bambina si svegliò.

Si alzò per cullarla un pò e la portò in camera nel fasciatoio. “dai che voglio rimettertelo in culo” disse Italo e io rimasi di sasso. Cioè la stava inculando !! Andava a mille all’ora. “Aspetta, abbiamo tutta la notte porco” rispose lei. Carol lo stese a letto e ci si impalò sopra, nella fica però. Lo cavalcava furiosamente mentre si sentiva il rumore dell’acqua che usciva. Non era facile resistere quando faceva così, lo so bene, infatti l’uomo dopo un pò lo tiro fuori schizzando sul letto. La bambina si rimise a piangere e mentre Carol la accudiva Italo si rivestì, “ma già te ne vai, ti facevo più porco forse mi ero sbagliato su di te” disse lei, ” brutta zoccola che non sei altro ora te lo riprendi tutto nel culo”. Li vedevo da dietro, di spalle, mentre lui la inculava forte con lei in piedi e le mani appoggiate sulla culla. Lui la insultava di continuo, lei cercava di contenere le urla e gemeva e gli diceva sempre di si a tutto quello che lui le urlava contro. Il tutto durò più di dieci minuti poi lui la fece girare e le sborrò in faccia.

Si ricomposero e, lavati, se ne andarono a bersi una bevanda fresca in cucina. Parlarono per una mezz’oretta circa, ridendo e scherzando, l’audio non era dei migliori e non capivo nulla. Si salutarono con un bacio passionale, poi il mattino dopo, dopo una notte passata in bianco senza più neanche una goccia di sperma nelle palle, Italo mi chiamò, dicendo che non avrei mai più dovuto fare una cazzata del genere e che non mi avrebbe licenziato…

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