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Racconti di Dominazione

Regalo di compleanno per la mia diciannovenne

By 24 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

–          Forza vai sotto il tavolo e fammi una pompa –

Al sentir di questo ordine,lei smise di pranzare e andò sotto il tavolo, mi aprì la cerniera e tolse dai miei boxer il mio cazzo e cominciò a succhiarlo, leccarlo, segarlo; intanto io mangiavo le patatine fritte, ultimo piatto del pranzo e intanto lei continuava a darsi da fare,succhiando a fondo il mio membro come piace a me, senza segarlo o senza che lo teneva in mano, arrivando fino alle palle. Succhiava velocemente e ogni tanto doveva fermarsi per respirare, ma a volte non glielo permettevo e le bloccavo la testa con la mano .  Cominciò dopo a segarlo con le sue dolci mani, facendomi una delle sue solite segate divine. Dopo averlo succhiato , leccato e segato, arrivò il momento di liberarmi.

–          Alzati – dissi con un tono di comando e lei lo eseguì.

Lo presi in mano e mi alzai. Cominciai a segarmi velocemente, e dopo una trentina di secondi venni sul piatto dove c’erano rimaste poche patatine

–          Su ora mangia tutto troia, vediamo come te le gusti –  le ordinai

Si inchinò a novanta cominciando a mangiare e a leccare il piatto sporco di sperma e  intanto guardavo divertito la scena, finche non decisi di andare oltre; le spinsi la testa sul piatto , facendole sbattere la guancia, e infilai una mano nei suoi pantaloni, toccando il clitoride e cominciando a masturbarla, facendola ansimare.

–          Ti piace essere trattata cosi? –

–          Si padrone..- rispose ansimando a più non posso

 

Continuai cosi per qualche minuto, poi lei non resistette più e mi veni sulla mano.

La tolsi e la presi per i capelli e l’allungai sul tavolo e infilai la mano sporca dei suoi odori nella sua bocca, facendogliela succhiare; la succhiava di gusto, come sempre, cosa che mi fa eccitare tantissimo, facendomi ritornare su il mio pene.

 

–          Dai che ora ci divertiamo, vero che ci divertiamo lurida cagna? –

–          Certo, perché io sono la tua cagna e voglio che fai tutto quello che desideri su di me –

Al pronunciare di queste parole presi quelle due-tre patatine rimaste e piene di sperma e gliele infilai in bocca , e cominciò a mangiarle, ma dopo pochi secondi salii su di lei e le misi il mio cazzo nella bocca, mentre le bloccavo le mani e dopo pochi movimenti lo tolsi facendo quasi rigettare il cibo che aveva in bocca. 

–          Spogliati, subito e mettiti e in ginocchio a masturbarti –

Esegui i miei comandi e intanto io mi sedetti sulla sedia dove ero prima; si era inginocchiata davanti a me e si masturbava, e guardava desiderosa il mio cazzo

–          Lo vuoi? Vuoi farti impalare o succhiarlo come prima? –

Fece un cenno con la testa, la presi per i capelli e poggiai il mio membro sulla sua guancia, cominciando a segarlo lentamente, mentre lei si masturbava sempre più lentamente. Ormai non resisteva più, aveva voglia di prenderlo tutto, ma prima di accontentarla volevo divertirmi un altro po’

–          Fammi una sega amore, fino a farmi venire, che dopo devo andare a giocare a pallone –

 

Ci rimase male, la sua espressione non era felice, erano ben due settimane che non me la scopavo come si deve, solo seghe e pompini. D’altronde volevo divertirmi essendo il suo padrone e lei la mia schiava, anche se non la scopavo da tanto tempo.

Aumentò il ritmo dei suoi movimenti e dopo una decina di minuti mi fece venire, cosi tanto che il mio sperma andò sul pavimento.

–          Brava amore, le tue seghe sono fantastiche, ora lecca per terra che io vado a prepararmi –

Tornato la sera , trovai lei che guardava la tv, uno dei soliti programmi che piace a lei. Mi sedetti di fianco a lei, e le raccontai della partita. Vedendo però che era annoiata, la presi per le spalle e la buttai sul divano ,decisi di cacciarmi dai miei pantaloncini da calcetto, il mio cazzo  e lei senza farmi parlare cominciò a succhiarlo, e leccare la punta. Intanto io mi spogliavo e buttavo i vestiti per terra e feci spogliare lei. E mi misi in piedi sul divano con lei sotto di me che succhiava

–          Non fare più niente tu, ora ci penso io a sottometterti troia –

Le presi la testa e cominciai a scoparle la bocca con violenza, mentre lei si aggrappava alle natiche , dalla sua bocca tanta saliva che colava sul suo minuscolo corpo. Trattenni tutto il mio cazzo nella sua bocca, e la feci quasi soffocare. Quando lo tolsi lei tossiva forte e sputava saliva, la presi e la girai a pecorina sul bracciolo del divano, con le gambe a larghe a farle strusciare la figa sulla parte dura.

In un solo colpo infilai il mio cazzo nel suo culo, a forza, e lei strillò quasi fortemente.

–          Era da tanto che non lo prendevi , ora fatti scopare come la cagna che sei, perché tu sei solo mia, la mia cagna, la mia troia! – dissi a voce alta

Cominciai ad incularla senza pietà, afferrandola alle spalle e poi ai capelli, facendola urlare. Nonostante le scopate fatte, il suo buco non si era ancora abituato al mio cazzo. Poco dopo cambiai buco e lo misi nella sua fighetta gia bagnata come uan fontana, e infilai un dito nel suo culo, mentre con l’alta mano tiravo un capezzolo. Tolsi il dito da dietro e lo infilai nella sua bocca,mentre la martellavo fino in fondo. Tolsi il cazzo dopo cinque minuti ininterrotti e allargai il buco della sua figa con le dita e infilai la lingua, mentre lei ormai era persa e mordeva il copri divano. Poi passai al culo e feci le stessa cosa. Ormai lei gemeva, ansimava, era in mio potere, come tutte le volte. Dopo che venne andai a sedermi sul mobile e allargai le gambe

–          Dai vieni a leccarmi il culo, e a segarmi il cazzo –

Arrivò in ginocchio, a quattro zampe e pian piano arrivò al buco. Prese il mio cazzo e cominciò a segarlo lentalemente, mentre leccava senza sosta il culo e quella parte tra il buco e le palle, sditalinandomi anche, velocemente, fino a farmi godere ancora di più.

Quando stavo per venire, le diedi una spinta e la mandai giù sul pavimento, mi ci sedetti sopra e le piazzai le palle nella bocca, mentre infilavo due dita nella sua figa fradicia. 

Tolsi il cazzo e cominciai a far passare il cazzo tra le tette, morbide e calde, e lei abbraccio tette e cazzo per reggere e io aumentai il ritmo finchè non venni e le sborrai sulla faccia e sulla gola. La sborra colava sul pavimento, ma il mio cazzo non era ancora giù, dovevo venire ancora. La portai davanti ad uno specchio , prendendola per i capelli mentre lei gattonava, e le tappai il naso e infilai il mio bel cazzo nella sua bocca e la scopavo, mentre lei mi sditalinava il culo. Venni dopo alcuni colpi nella sua bocca, facendole ingoiare tutto. Tolsi il cazzo e siccome era tutto bagnato di sperma lo strusciai sul vetro, e poi baciai la mia ragazza e con aria dolce le dissi

–          Ora lecca il vetro e poi vieni in doccia, che andiamo al ristorante, te lo sei meritato amore mio, anzi, troia mia –

 

 

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