Skip to main content
Racconti 69Racconti di Dominazione

Riconciliazione di coppia

By 23 Aprile 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

 

 

Laura ventotto anni, bella alta 1,74, misure 88/58/88, capelli castani con riflessi rossi sotto la luce del sole, lunghi lisci, viso dall’ovale delizioso, occhi verdi, ammalianti. Era bella ben fatta, ammirata avrebbe avuto ai suoi piedi chiunque e con un solo gesto.

Quella mattina entrava nel negozio, voleva acquistare un vestito, ma pareva assente, il suo sguardo era velato come se non fosse in sè o forse come se stesse provando piacere quel piacere che ti fa dimenticare dove sei.

Chissà quando sarebbe arrivato l’orgasmo! Sicuramente suo marito non era lontano, lei sapeva che la seguiva a distanza, ma la distanza doveva essere giusta per fare funzionare il suo congegno, il comando a distanza che avrebbe azionato nel momento in cui sarebbe stato sicuro che si sarebbe sentita in imbarazzo, quando ci sarebbe stata della gente, lo sapeva e lo aspettava con ansia, glielo aveva detto Fabio, se non è imbarazzante per te non c’è piacere per me.

Laura indossava delle mutandine particolari, in realtà non è una vera mutandina, si tratta di una fettuccia  che passa tra le sue gambe e si allaccia ad una cintura, all’interno la fettuccia ha due falli, non eccessivamente grossi, infilati nel suo ano e nella sua passera, le dimensioni non sono eccessive per non darle troppo impedimento nei suoi movimenti, l’interno della fettuccia è anche rinforzato con una bombatura interna longitudinale, e va a premere sulle sue labbra, e sulla clitoride.

Suo marito a distanza la controlla, e con un telecomando puo’ mettere in funzione la vibrazione e questa triplice stimolazione la porterà all’orgasmo, Laura ne è cosciente, è già eccitata, dallo sfregamento che viene provocato dal camminare con quelle particolari mutandine cosi’ dotate, inoltre sa che non resisterà, suo marito li ha provati su di lei, certo le aveva fatto provare prima le palline da gheisha, e avevano funzionato, ma adesso voleva complicare sempre di piu’ le cose, ed era la prima volta che avrebbe provato il suo nuovo congegno in pubblico. Com’era cominciato tutto questo, che strano adesso rivedere le immagini del suo declino, immergendosi sempre piu’ verso un abisso di vergogna.

Sei anni di matrimonio, fabio aveva tretaquattro anni, e la loro unione era stata normale per i primi cinque anni, dopo passata l’ondata di passione, calmatisi, avevano cominciato a comportarsi come una coppia stanca, forse anche a causa degli impegni di lavoro, il desiderio di emergere e di guadagnare, entrambi lavoravano, lei come segretaria in una agenzia assicurativa, Laura era laureata, suo marito era avvocato. Nel periodo di crisi della loro unione lei aveva intrecciato una relazione con il suo capo ufficio; Laura sentiva la mancanza di rapporti sessuali.

Non aveva parlato con suo marito dei suoi desideri e delle sue frustrazioni, solo il suo capo ufficio Michele aveva saputo capirla, le aveva fatto fare cose incredibili, tutti i giorni andavano in un piccolo pied a terre che lui aveva vicino all’ufficio, e li’ con lei avevano fatto sesso in modo sfrenato. Il desiderio e la trasgressione le avevano fatto perdere i freni inibitori, si era dimostrata una vera assatanata e anche molto porca, e le era piaciuto sentirsi cosi’. Michele le aveva chiesto di andare in ufficio senza mutande. E lei lo aveva accontentato, poi una volta entrata nel suo ufficio dove lui l’attendeva, doveva andare a fargli vedere che era nuda sotto la gonna, esibendosi solo per lui, poi nelle pause pranzo, si trovavano nel suo appartamentino per scopare. Laura era diventata piuttosto esperta sia con la bocca che con il culo, cose che aveva sempre negato al marito, come molte donne volevano apparire perfette quindi sessualmente prive di fantasia agli occhi del consorte, e invece si comportavano da porche con un estraneo. Michele aveva una grande capacità nel dominarla e nel fargli fare cose che non avrebbe mai fatto prima di conoscerlo.

Il marito insospettito da certi suoi atteggiamenti scostanti, si era dimostrata molto nervosa in alcuni momenti, insofferente a essere toccata da lui ed inoltre un paio di volte si era assentata per motivi di lavoro e non era andata al lavoro perchè l’aveva cercata senza trovarla. Dopo tre mesi che non aveva piu’ rapporti sessuali, anche se da molto tempo i loro rapporti fisici si erano diradati, non poteva essere una crisi cosi’ radicale e duratura. Fabio decise di seguirla.

Oramai i suoi sospetti su una relazione erano fondati, aveva esperienza di coppie che per divorziare avevano  sempre un problema con altri partner, e spesso si creavano situazioni analoghe, diradazione dei rapporti fino a scomparire e poi inevitabilmente la rottura. Lui non era un divorzista, ma alcuni casi per motivi vari gli erano accaduti e aveva dovuto seguirli per clienti che non volevano cambiare avvocato, e si rivolgevano a lui come a una persona di fiducia. Aveva un collega con il quale collaborava e cosi’ aveva acquisito una certa conoscenza dei problemi delle coppie.

Aveva sempre amato Laura, e perderla gli pareva come una cosa inaccettabile, il dolore che provava all’idea di perderla lo stava rendendo furioso.

Siccome come avvocato aveva dovuto avere a che fare con vari ambienti compresi quelli di polizia e aveva fatto l’ufficiale di complemento, non era uno che non sapeva muoversi, alcune volte aveva anche assunto un investigatore privato per alcuni suoi clienti, e aveva partecipato a qualche pedinamento, si era divertito, cosi’ decise che essendo una cosa molto delicata non voleva coinvolgere nessuno, se Laura lo tradiva non voleva si sapesse in giro.

Fece diversi appostamenti, dovendo anche lavorare fu complivato fare coincidere gli orari, ci mise del tempo, ma alla fine scopri’ dove andavano, Individuo’ l’amante di sua moglie, era il suo capo ufficio, un classico, molto banale.

Fece quindi delle investigazioni sull’uomo, e comunque sapeva come si chiamava, voleva saperne di piu’ il suo passato i suoi contatti, le persone che conosceva.

Scopri’ che era un donnaiolo, aveva avuto un paio di denuncie da mariti gelosi per molestie, visto che non accettava facilmente di essere mollato dalle donne.

Gli piaceva avere a che fare con donne sposate, e contatto’ una di queste che a seguito dello scandalo aveva divorziato.

Lei gli racconto’ con dovizia di particolari il loro rapporto, gli piaceva dominarla, farle fare cose che una donna per bene non avrebbe mai fatto normalmente, e soprattutto voleva avere il controllo della sua vita sessuale, e le proibiva di avere rapporti con il marito, e lei aveva obbedito oramai plagiata.

Questo aveva creato dei problemi perchè una sera il marito la volle prendere con la forza, dopo mesi di digiuno sessuale, e la trovo’ depilata cosa che gli fece capire che aveva un amante. Lei allora dopo le liti, aveva provato a ricucire la famiglia ma Michele non si era rassegnato e le faceva telefonate a tutte le ore una volta venne a prenderla sotto casa, la voleva di nuovo, lei scese come lui le ordinava e cerco’ di convincerlo a lasciarla stare. Suo marito li sorprese in auto, e da li’ inizio’ le pratiche per il divorzio.

Oramai lasciato il marito lei cerco’ di riprendere la relazione con Michele, ma a lui la cosa non lo interessava piu’. Voleva donne sposate per umiliarle e rendere loro la vita piena di peccato.

Lui le aveva imposto molte situazioni strane. Non era facile sottrarsi alla febbre che ti prendeva in quei momenti.

Queste informazioni furono molto utili a Fabio cosi’ poteva sapere come agire. Era riuscito a entrare in quell’appartamentino , e ad installare delle telecamere e dei microfoni. Gli erano costati parecchio, aveva dovuto andare in Svizzera a  Lugano per procurarseli. Comunque i suoi contatti con gli investigatori si erano rivelati utili, in una sola giornata aveva avuto tutto il materiale che gli serviva e in un paio d’ore di un giorno in cui sapeva che non c’era nessuno li aveva installati.

Aveva scoperto tutte le attività e tutte le amanti del piccolo assicuratore Michele. Aveva giorni diversi per ognuna, almeno alla sera, mentre con la sua Laura ci andava quasi solo nella pausa pranzo, o anche durante gli orari di lavoro, inventando delle trasferte.

Il rapporto con Laura si consolidava e lui aveva sempre piu’ potere su di lei, inizio’ a farle fare dei viaggi di lavoro, ma anche se Fabio non poteva sorvegliarlo costantemente con le microspie comprese quelle in auto, era  in grado di ricostruire i suoi movimenti. Fabio non avrebbe lasciato nulla al caso.

L’interessante avvenne quando recupero’ un nastro registrato e senti’ che Michele stava parlando di sua moglie, con un dirigente della società assicurativa. La descriveva come una donna elegante, deliziosa con l’aspetto della signora borghese per bene, ma a letto si scatenava, una vera porca. Faceva male a Fabio udire queste cose.

Michele continuava: “fa di  tutto e non rifiuta nulla”.

Fabio aveva cosi’ scoperto che l’indomani il direttore sarebbe andato a trovare Michele il quali gli promise di poter avere quella sua impiegata a pranzo per conoscerla, la conversazione registrata era inequivocabile.

Quando Laura seppe che Michele era impegnato a pranzo gli disse delusa “ma allora noi non ci vediamo”, Lui la tranquillizzo’, dicendole che lei era invitata, sarebbe stata il dessert del dopo pranzo, “vestiti elegante calze nere reggicalze, niente mutande, andiamo a cena fuori città e poi il direttore vorrà divertirsi”. 

“ma io…” comincio’ Laura, Michele la interruppe, e disse: “tesoro, non sei una santa, adesso non farai storie per una scopata in piu’, tu vuoi stare con me, bene, tu fai la puttana con chi ti dico io, perchè so che ti piace essere puttana, adesso succhiamelo, e non fare storie”. Si senti’ il rumore di suzione che faceva Laura mentre gli faceva un pompino piuttosto rumoroso. Poi si capi’ che la inculava perché lei grido’ “ mi fai male, non li’ ti prego” , ma Michele le disse che doveva abituarsi, perché al direttore piaceva molto il secondo canale.

L’indomani Fabio si prese la giornata libera e li segui’. Erano andati in una trattoria caratteristica molto tranquilla e molto cara, di trattoria aveva mantenuto solo il nome. Aveva fatto un bellissimo regalo a Laura alcuni giorni prima un orologio d’oro, che conteneva un piccolo trasmettitore. E cosi’ appostato a breve distanza potè udire quanto si dicevano . A tavola parlarono soprattutto di lavoro, il direttore voleva sapere se Laura aveva ambizioni di carriera, e se poteva viaggiare, perchè se era cosi’ lui avrebbe potuto promuoverla, era caldamente raccomandata da Michele, ed era venuto apposta per conoscerla e saggiare le sue capacità.

Quando uscirono era ovvio che non sarebbero andati a lavorare. Fabio li segui’, e con la sua macchina fotografica con teleobbiettivo poteva fare foto a un chilometro di distanza, certo non era bella, ma l’attrezzatura russa non è elegante, ma in compenso robusta. Il teleobbiettivo faceva fatica a reggerlo, doveva portarsi un cavalletto altrimenti non sarebbe mai riuscito ad usarlo.

Si fermarono in un boschetto, e capi’ che avrebbero scopato sua moglie all’aperto, come una troia racattata lungo la strada.

La cosa gli fece male ma lo eccitava pure, si senti’ che gli veniva duro al solo pensiero.

Lui riusci’ ad avvicinarsi senza farsi vedere, era ad almeno un centinaio di metri, una distanza piu’ che perfetta impianto’ il cavalletto a terra, lo mise alla giusta altezza, e installo’ la macchina fotogafica.

Un registratore collegato con il sistema di ricezione registrava tutto quello che si dicevano, e cosi’ si rese conto che stavano facendo scendere sua moglie dall’auto. Miro’ con il teleobbiettivo e vide lei che scendeva, dietro di lei il direttore e Michele che era stato alla guida, le ordino’ di spogliarsi. Laura non se lo fece dire due volte restando nuda davanti ai due uomini, aveva un reggicalze e calze nere e null’altro.

Intanto Fabio aveva già scattato delle foto, immortalando sua moglie che si esibiva in un boschetto a due uomini come una gran troia.

Le venne detto di tirare fuori l’uccello al direttore e lei obbedi’ poi si piego’ su di lui appoggiandosi alle sue cosce e glielo prese in bocca, mentre Michele la montava infilandola nella fica e commentando di quanto la troia fosse già bagnata.

Poi si rialzarono e si posizionarono con lei che era salita allacciando le gambe intorno alla vita di Michele completamente infilzata dal suo cazzo, Michele si era appoggiato all’auto, e aveva piegato un po’ le gambe, cosi’ il direttore potè penetrarla dietro, adesso Laura aveva due cazzi infilati, gli ci volle un po’ perchè riuscissero a sincronizzarsi.

Adesso era scatenata e diceva delle sconcezze non era evidentemente piu’ in sè sconvolta dal piacere, sullo stile di “datevi da fare sfondatemi sono la vostra vacca troia rottainculo”.

Poi appena furono venuti inondandola di sborra, le permisero di riposare un paio di minuti e la legarono alla portiera dell’auto. Le dissero: “ora ti frusteremo con le cinghie, un colpo a testa, tu devi muovere il culo incontro ai colpi e ringraziare per ogni colpo che riceverai”.

Laura felice e sottomessa oramai incapace di rifiutare alcunchè al suo amante lo fece, ricevette la frustata e conto’ i colpi, fino a quando non la scoparono ancora a turno.

Fabio era sconvolto dallo spettacolo, aveva fatto un infinità di foto, Quando loro ripartirono lui continuo’ a seguirli a distanza.

In auto il grande capo le disse che se lei andava da lui in sede una volta alla settimana, e si fosse dimostrata sempre sottomessa come una schiava la promozione sarebbe stata sua entro sei mesi.

Lei disse che avrebbe fatto il suo dovere di cagna e troia, era la loro puttana, come le aveva insegnato a dire Michele, poi il direttore volle un altro pompino mentre l’auto correva. E Laura da gran troia si impegno’ a soddisfarlo nuovamente.

Lungo la strada dopo il pompino il direttore chiese a Michele di fermarsi, e disse a Laura, mi scappa da pisciare, mi scoppiano i coglioni, ma siccome non voglio sporcare il prato, le ordino’ di inginocchiarsi e di imboccarlo, si sarebbe scaricato nella sua bocca, e lei avrebbe dovuto bere tutto. Era troppo  si disse fabio che aveva appena sentito la cosa dal suo apparecchio adesso rifiuta.

Invece Laura obbedi’, facendo da cesso al suo direttore generale. Fabio sentiva tutto, era sconvolto, quella troia di Laura non gli aveva mai fatto un pompino con l’ingoio, mai gli aveva dato il culo e lui ci aveva provato a convincerla. Lei diceva che certe schifezze non le faceva,  non era una puttana, diceva, e adesso quello non solo l’aveva inculata, se lo era fatto succhiare e aveva bevuto la sua sborra, ma ora si faceva pisciare in bocca.

 

 

 

Fabio doveva vendicarsi, solo un desiderio di vendetta sentiva nel suo cuore, e soprattutto nello stomaco che era chiuso, dal dolore e dalla rabbia non era riuscito nemmeno a fare colazione quella mattina, prima di uscire, aveva dovuto fingere che tutto era come prima, e aveva dato un bacio sulla guancia a sua moglie prima di uscire.

Gli era venuto un nodo alla gola, e le lacrime agli occhi dalla rabbia, pero’ aveva saputo non farsene accorgere uscendo in fretta.

Fece delle telefonate, contatto’ i mariti di alcune amanti del porco Michele. Una era la moglie di un suo cliente un industrialotto della zona.

Con il suo aiuto, riusci’ a fare avviare una ispezione, sulle attività del capo ufficio della moglie, per fortuna qualche agggancio ce l’aveva anche lui. La Direzione Generale delle assicuazioni aveva la sede nella capitale, fecero una di quelle ispezioni approfondite, pero’ quell’industriale aveva revocato tutte le sue polizze, e questo per loro in zona era un brutto colpo.

Michele dovette cercarsi un altro lavoro, ed il direttore generale di regione che non voleva essere coinvolto, non rispose mai alle chiamate di Laura, la quale lo aveva cercato per la sua carriera. Comunque in una chiamata in cui per fortuna riusci’ a parlare con il direttore lui le disse che non era possibile promuovere una che era stata la segretaria di uno che aveva danneggiato la compagnia, quella raccomandazione risultava troppo negativa.

Quella doccia fredda, fu importante, Laura inizio’ a ritornare alla realtà, il nuovo responsabile dell’agenzia, era arrivato ma questo non voleva certo fare la fine dell’altro e stava attento anche a quello che diceva e infatti parlava pochissimo e solo di lavoro con tono distaccato.

Laura era frustrata, aveva gustato al frutto proibito, la perversione era entrata in lei, e ne aveva bisogno come il drogato ha bisogno della sua dose. La normalità le pesava anche se ci aveva provato seriamente.

Comunque Fabio prima di incastrare Michele, aveva dovuto sopportare di essere respinto da Laura, ma quando aveva intercettato una loro conversazione in cui Michele aveva ripreseo contatto con Laura, e le aveva ordinato di non concedersi al marito, in quanto lei gli apparteneva. Stava cercando di ritornare in possesso di quella che lui considerava una cosa sua.

Fabio aveva provato a farle delle avances, e lei lo aveva respinto con la scusa del solito mal di testa, lui si era arabbiato, non poteva tollerare che i suoi diritti sessuali venissero usurpati da un altro in continuazione.

E lui le disse se vuoi divorziare perchè hai un amante dillo. Laura si alzo’ di scatto  e si arrabbio’, come lui la accusava di avere un amante ecc.

Fabio le prese le mani, e gliele lego’ con la corda delle tende, e le disse che l’avrebbe sistemata, lei reagendo disse che lo avrebbe denunciato. Lui le strappo’ la camicia da notte, e le mutandine, e la mise carponi sul letto, le fisso’ ai montanti le mani e le caviglie.

Poi si fermo’ tirando il fiato, e inizio’ ad interrogarla, “cosa hai fatto al culo? E ai seni? Sei piena di segni, ti hanno frustata? Allora è vero che hai un amante, e ti  frusta pure”.

Fabio le allargo’ le natiche e le cerco’ l’ano, vi infilo’ un dito, e la penetro’ come nel burro, “ti incula pure spesso, magari gli fai pure i pompini, e con tuo marito facevi la santarellina” le disse “è cosi’ troia?”.

Era arrabbiato e la voce gli tremava, le disse che l’avrebbe pagata cara, “ dimmi chi è?”

Lo scopo di fabio era di salvare il suo rapporto e se sua moglie avesse confessato quello di cui lui era già a conoscenza forse c’era una speranza.

Laura non rispose si era rinchiua in una sorta di mutismo ostinato. Allora fabio la colpi’ con la sua cintura,, un colpo che Laura senti’ attraverso le natiche, il colpo le bruciava, ed il colpo’ fece uno schiocco come se fosse  stato uno sparo.

Lui inizio a colpire sistematicamente fino a quando le natiche non furono striate di zebrature rosso scure, poi le sali’ sopra e la inculo’ di prepotenza, e Laura godette del trattamento, il suo masochismo si era risvegliato subito, la sua mente non era pronta ad accettare la sottomissione di fronte al marito, lei era sottomessa solo con colui che l’aveva plasmata, ma il fisico reagi’ alle sollecitazioni.

Chiunque l’avesse trattata con una certa forza e l’avesse soggiogata l’avrebbe fatta sciogliere, e cosi’ per la prima volta godette sotto l’inculata del marito, scaldata dalle cinghiate sul culo.

Poi Fabio la rinchiuse nel bagno la lego’ al termosifone e la lascio’ li tutta la notte.

Fabio non tocco’ piu’ sua moglie, dopo quel giorno per un mese, dormivano in camere separate, lei aveva ripreso il suo lavoro, e con la rivoluzione che c’era stata, e lo scandalo delle varie donne che Michele aveva usato a suo piacimento, molte erano mogli di clienti, anche Laura ebbe modo di riflettere su tutta la faccenda.

Si rese conto di aver fatto del male a suo marito, era evidente che scoprire che lei con altri si era concessa come una troia lo aveva sconvolto, il senso di colpa l’attanagliava, il fatto che lui non le stesse facendo scenate da quella sera la faceva stare male, avrebbe preferito che la insultasse o che la picchiasse, o che decidesse qualcosa, il silenzio e il fatto che le parlava solo di cose banali, ma mai come prima, non c’era nessuna complicità ed era venuta a mancare la fiducia. Come fare per recuperare il rapporto, si rese conto che non avrebbe mai voluto divorziare e che amava ancora Fabio. Decise che doveva provare ad affrontarlo, e si reco’ nel suo studio, si prese un pomeriggio libero.

Quando arrivo’ chiese alla segretaria di parlare con l’avvocato, lei chiese chi doveva annunciare, non la conosceva perchè Fabio era sempre stato molto riservato rispetto alla sua vita privata, lei gli disse “Laura”.

La segretaria le chiese il cognome, allora lei gli disse: “l’avvocato mi conosce solo come Laura, speriamo si ricordi di me”.

Fabio sentito il nome si sorprese, immagino’ che doveva essere lei,e la descrisse alla segretaria, la quale confermo’ che corrispondeva alla perfezione. “falla attendere, dille che saro’ da lei appena possibile”.

Laura si accomodo’ nel salottino d’attesa e si mise a sfogliare una rivista, poi un’altra, passo’ cosi’ una mezz’ora  prima di farla accomodare.

Lui al momento le ando’ incontro tendendole le mani cortese gliele prese e la bacio’ sulle guance le chiese di accomodarsi sul divano, e le chiese premuroso, se desiderava un caffè o qualcosa d’altro, lei disse che non desiderava nulla, allora ad un cenno dell’avvocato la segretaria che l’aveva introdotta usci’ chiudendo la porta.

“Allora” inizio’ Fabio “cosa ti porta qui’?”. Laura rispose: “sono venuta per confessarmi con te, su tutto quello che è accaduto”. Gli parlo’ di tutto, delle frustrazioni che aveva avuto riguardo al loro matrimonio, e poi le sensazioni che aveva provato a sentirsi desiderata, e che era caduta in uno stato di eccitazione costante per quello che aveva fatto con Michele, non sapeva spiegarselo, si rendeva conto che era tutto molto perverso, ma era stato piu’ forte di lei, non riusciva a resistere alle richieste che il suo capo ufficio le faceva, era come fosse drogata, mentre parlava spesso arrossiva soprattutto quando doveva parlare di quelle cose perverse che lui le faceva fare.

Lei alla fine del discorso, lo guardo’ diritto negli occhi, e gli disse: “Fabio, io ti chiedo perdono, ma se non riesci a perdonarmi e vuoi divorziare capiro’ perchè lo fai, ma sappi che ti amo ancora, è stato un periodo strano ma adesso vorrei la possibilità di ricominciare”.

Lui rimase per qualche momento in silenzio, poi disse: “Non voglio divorziare, ma sappi che è molto difficile per me riuscire a non provare dolore e rancore per quello che hai fatto. Il tuo tradimento è stato ignobile”.

Tiro’ il fiato pare gli costasse molto parlare di queste cose, ma alla fine dopo la pausa nella quale lei era rimasta in silenzio, sollevata dal fatto che aveva detto che non voleva divorziare, lui disse: “se vuoi restare con me, dovrai essere molto piu’ disponibile, e non solo una moglie, anzi un’amante, se vuoi dovrai rivivere con me le tue perversioni che hai concesso a Michele, diventare una schiava sessuale, e dovrai accettare tutto quello che ti chiedero’, senza discussioni, voglio una schiava totalmente sottomessa e disponibile che mi soddisfi, e che obbedisca ad ogni ordine senza esitazioni, e non dovrai mai piu’ cercare il piacere altrove, nessun tradimento e da adesso non mi dovrai piu’ negare la bocca o il culo”.

Laura, si senti’ leggermente girare la testa, non si aspettava una simile richiesta ma come le accadeva con l’amante avverti’ un senso di vertigine e di eccitazione che la stava per sommergere, abbasso’ la testa in segno di assenso, e sussurro’ “sono d’accordo”.

“Allora vai a casa, fai le pulizie, ma nuda, poi ti farai una bella doccia e ti trucchi, come quella puttana che sei, molto trucco da troia, e nuda attendi il mio ritorno, nel frattempo preparerai una supplica con la quali ti rendi disponibile alla tua nuova condizione e mi giurerai la tua obbedienza e sottomissione totale, a quel punto inizieremo un nuovo percorso della nostra vita. Se seguirai tutte le mie istruzioni e ti ritrovero’ a casa, come ti avro’ ordinato sapro’ che sei veramente decisa a percorrere questa strada, altrimenti vorrà dire che dovremo veramente decidere se ha senso che restiamo assieme”.

“Si’ va bene” disse lei, si alzo’ e ritorno’ a casa. Dove segui’ tutte le istruzioni di Fabio, mise in ordine la cucina, il salotto, e la camera da letto, puli’ tutto restando nuda, poi si fece una doccia. Finito di lavarsi si reco’ nella sua stanza da letto, e inizio’ a truccarsi caricando sull’ombretto fucsia sopra le palpebre, disegno’ evidenziando il contorno occhi in nero. Poi mise un rossetto molto acceso, si ammiro’ allo specchio e si disse che sembrava una donna da strada, si lacco’ le unghie di rosso, sia delle mani che dei piedi. Indosso’ dei sandali a tacco alto,neri, e null’altro, la sua figura era adesso molto piu’ slanciata con i tacchi, anche se era cosi’ bella che poteva farne a meno, ma sapeva come Michele adorava quando metteva le scarpe o altre calzature con i tacchi alti.

Alla sera Fabio arrivo’, lei come da istruzioni era in ansiosa attesa, Fabio aveva il fiato corto, oltre alle scale che aveva percorso quasi volando la visione di sua moglie nuda che lo attendeva come lui aveva preteso gli aveva fatto battere il cuore all’impazzata.

Si fermo’ e rimase ad osservarla, soppesando la linea del suo corpo, i seni favolosi dalle aureole rosa, i capezzoli tesi, era quindi eccitata, i fianchi larghi, con una curva perfetta, le gambe lunghe che finivano con il triangolino di pelo castano, era proprio una donna splendida. Lei aveva pulito e poi si era preparata e aveva pensato per tutto il pomeriggio a cosa avrebbe detto, il suo atto di sottomissione, e si sentiva eccitare alla sola idea di dover ripetere le parole che si era preparata durante quel pomeriggio. Il discorso era semplice esprimeva il desiderio di restare con lui, come sua devota schiava e avrebbe obbedito a tutti i suoi ordini, e sarebbe stata fedele per sempre.

Fabio cerco’ di capire se lei era sincera e gli pareva che le pareva veramente convinta, allora le disse: “ come prima cosa ti dovrai licenziare”, non avrebbe indossato piu’ pantaloni, solo gonne e nemmeno biancheri intima, ed in casa doveva essere sempre nuda, a meno che lui non le ordinasse di vestirsi.

Si accomodo’ a tavola, e lei lo servi’ attendendo ordini, fabio la fece accomodare, e le disse: “ domani ti dedichereai ad eliminare tutti i pantaloni, ne farai dei pacchi li daremo alla caritas, tieni solo le gonne che siano facili da togliere o da sollevare. Quando ti siedi dovrai sollevare le gonne e sederti a culo nudo, la tua pelle deve mandarti al cervello le sensazioni che sei nuda costantemente offerta. Avrebbe deciso anche il regime disciplinare per lei con delle punizioni, anche se le parevano ingiuste lei le avrebbe accettate e si sarebbe spesso disposta a collaborare nelle punizioni, le avrebbe insegnato con il tempo cosa si aspettava. Fece questo discorso, d’un fiato, Laura non parlava ascoltava in silenzio quello che lui le diceva, visto che non mangiava lui le disse che poteva mangiare. Cosa che lei fece, anche se in verità avrebbe voluto che lui la prendesse e la sbattesse, era un mese che non aveva rapporti e aveva voglia di godere, e il suo nuovo ruolo la faceva eccitare o forse era quello che le diceva suo marito che la stava eccitando.

Le disse che già l’indomani doveva presentare le dimissioni, e che alla sera finito il lavoro passava lui a prenderla per accompagnarla dall’estetista, aveva fissato un appuntamento quando lei era uscita dal suo ufficio, certo che l’avrebbe trovata a casa, e voleva che si depilasse le parti intime.

L’estetista ti depilerà con la ceretta, farà male, lo so’ ma è necessario, e ti dovrai mantenere sempre depilata faremo in modo che ogni due settimane tu vada dall’estetista. Terminata la cena si alzo’ prese un pacchetto dalla sua borsa e le offri’ un pacchetto in confezione regalo, lei lo apri’ ed era un libro, Histoire d’O di Pauline Réage. Sapeva bene di cosa si trattava, e ringrazio’ fabio per averle fatto quel regalo. Fabio le disse di leggerlo con molta attenzione perchè l’avrebbe aiutata a capire il ruolo che si attendeva da lei.

 

 

 

Tutto era accaduto un paio di mesi fa,  e quel mattino aveva indossato quel nuovo indumento che suo marito aveva ideato e fatto preparare da un artigiano. Adesso in quel negozio doveva fare la spesa e con ansia attendeva che suo marito mettesse in moto il congegno, già era eccitata al punto da ritenere che avrebbe potuto godere anche se non lo metteva in funzione, ad ogni passo sentiva i falli che si muovevano nel suo corpo. La stavano scopando davanti e dietro, e lei avrebbe tanto voluto lasiarsi andare, si immaginava cosa poteva pensare la gente vedendola con il suo incedere a volte incerto, e i suoi occhi che non potevano non esprimere il piacere che provava. Si sentiva cosi’ languida, se qualcuno l’avesse abbordata lei gli si sarebbe concessa, anche se poi suo marito l’avrebbe punita per la sua troiaggine.

Una commessa le si avvicino’, e le chiese in che cosa poteva servirla, lei chiese di poter vedere degli abiti da cocktail.

La commessa la fece accomodare, nel reparto accanto, e le fece vedere vari vestiti, ma Laura non era molto concentrata, aveva pensato al periodo di addestramento che suo marito le aveva imposto, e ora sapeva cosa sarebbe accaduto e non riusciva a seguire le spiegazioni della commessa.

Fu proprio in quel momento che i vibratori iniziarono a vibrare, doveva resistere e non farsi accorgere dalla commessa del suo turbamento, allora per farla distrarre cerco’ con la voce che le pareva naturale: “per favore vorrei vedere qualcosa in nero”. Scelse un vestito , era molto bello elegante  avrebbe lasciato la schiena scoperta, due fasce partivano dalla cintura e passavano dietro al collo, coprendo parzialmente i seni e lasciando una scollatura davanti, era piu’ un vestito da sera e non si sarebbe potuto indossare ovunque, la gonna a pieghe era del tipo che piaceva a Fabio perchè era cosi’ ampia che si poteva sollevare ed esporre le parti intime con estrema facilità. C’era un giubbino abbinato con quell’abito, una specie di spencer.

Laura era rossa e ansimava, la commessa  le chiese se stava male. “no sto bene grazie” riusci’ a mormorare Laura oramai faceva fatica ad ascoltare quello che le diceva la commessa, ma lei stava godendo, si appoggio’ allo stipite di una porta delle cabine, e si morse il labbro per non gridare.

Poi prese il vestito e si infilo’ nella cabina, dicendo “po…pposso si…gnorina?” e senza attendere risposta si rinchiuse nella cabina, ove si appoggio’ alla parete, e si morse una mano ma almeno era invisibile agli occhi della ragazza, e assaporo’ il piacere che le si scatenava nel ventre e le arrivava al cervello.

Appena fu piu’ calma, usci’, doveva resistere, anche se la vibrazione era cessata il senso dei falli dentro di lei la manteneva in uno stato di eccitazione, disse alla commessa che avrebbe preso quel vestito, e si avviarono alla cassa, tese alla commessa con le dita che le tremavano la carta di credito. Pensava che la commessa era lenta, adesso i vibratori ripresero a vibrare e con un movimento piu’ veloce del precedente. Sentiva un altro orgasmo che stava salendo, zitta con le labbra contratte non sentiva la commessa non c’era piu’ nulla intorno a lei, solo la sua fica e il suo culo erano vivi, appena fu passata l’ondata, senti’ i vibratori fermare il loro tremolio, aveva gli occhi chiusi e la commessa le chiedeva cosa aveva. Laura appena si rese conto che la commessa le parlava e fu in grado di aprire bocca si scuso’ disse che non era nulla, un lieve mancamento, prese la sua carta di credito ed il pacco con il suo acquisto, e usci’. Si chiese se la commessa avesse capito cosa le accadeva. E forse era stata molto brava a fare finta di nulla nel caso avesse intuito di che genere erano i mancamenti che aveva avuto.

S’incamminno’ con  le gambe malferme per l’orgasmo che aveva provato e per il fatto che non era cosi’ semplice essere impassibile con i dildi conficcati nelle parti intime. 

Raggiunse l’auto dove suo marito l’aveva preceduta, apri’ la portiera posteriore e pose la borsa nel bagagliaio, poi sali’ davanti accanto al marito, si alzo’ la gonna per sedersi a culo nudo come voleva lui.

Suo marito le diede un bacio sulla bocca, e disse: “allora hai goduto?” “si come una porca padrone” rispose lei, ormai da quando era iniziata la loro nuova relazione lo chiamava sempre cosi’.

Laura era ancora agitata, e disse: “questi attrezzi sono micidiali padrone”. Fabio la osservo’ con la coda dell’occhio e disse: “sono ancora piccoli, se fossero piu’ grossi sarebbe meglio, ma finchè non superano i 2,5 cm di diametro, e dieci centimetri di lunghezza sono facili da adattare ai vari fisici, ma per quelli piu’ grossi bisogna farli in modo diverso, e bisogna poter prendere le misure con precisione”.

Poi avviata la macchina le disse: “ dobbiamo ancora fare acquisti”.

Arrivarono davanti ad un sex shop, dove suo marito parcheggio’, entrarono e acquistarono un vestitino succinto da cameriera, un paio di falli di dimensioni notevoli, un anus picket, dei bracciali un collare, una paletta per sculacciate. I commessi erano abituati a questi acquisti. Per Laura fu una profonda vergogna, era chiara l’intenzione e l’uso che ne avrebbero fatto, era la prima vota che suo marito la portava a fare acquisti in un ambiente come quello, fino ad allora quello che aveva comperato lo aveva fatto da solo. Ripresero la strada, e andarono in un altro negozio, era un negozio di equitazione, Laura intui’ il motivo, ma si disse che poteva benissimo comperare una frusta al sexy shop, ne avevano di vario genere.

Fabio si rivolse al commesso: “buonasera, vorrei acquistare qualche frusta”. Il giovane chiese di che genere, se era per monta inglese, per il salto o per il dressage.

Fabio chiese se c’era il titolare, e il commesso lo informo’ che era assente per un impegno urgente, ma dovrebbe ritornare nel giro di un’ora, si trattava di una consegna di una sella, e aveva voluto farlo di persona per un cliente importante.

“Allora torniamo piu’ tardi, ma nel frattempo per quando torno mi prepari da vedere dei pezzi di qualità di vario genere”.

Prese Laura sotto braccio e si incamminarono, sapeva che li’ vicino c’era un negozio di biancheria intima e doveva fare una cosa.

Entrati, c’era una signora di circa trent’anni o poco piu’, di bella presenza chiese cosa poteva fare per loro. Allora Fabio le disse che gli servivano tre o quatro reggicalze con calze abbinate, qualcosa di elegante ma non coprenti, anzi dovevano essere accessibili allo sguardo e non solo, le parti intime non dovevano soffrire ma essere valorizzate. La donna sorrise, e disse: “venga” andarono sul retro del negozio, apri’ un’armadio e disse: “qui’ tengo in pezzi piu’ pregiati e costosi, sono molto belli come puo’ vedere” ne mise diversi su un tavolo.

Fabio ammiro’ ogni pezzo con grande interesse, la donna disse: “ posso anche farle avere pezzi di qualsiasi colore degli stessi modelli”. Fabio chiese se era possibile provarli. “certo” rispose la donna. Allora se mentre vedo il catalogo per fare la scelta e rifletto, le chiese: “ vede io vorrei sei pezzi per ogni tipo, e desidero farli provare alla mia signora, qui’ in negozio diciamo mi piacerebbe facesse per me una piccola sfilata”. La signora disse che poteva organizzarsi e fissare un appuntamento in cui non c’era nessuno e avrebbe potuto fare provare gli indumenti alla signora. Fabio le fece quindi un ordine di quattro tipi di reggicalze e calze e sei di ogni tipo. Piu’ qualche corsetto e reggiseni a balconcino che non coprivano quasi nulla. Fissarono l’appuntamento per il fine settimana successivo, quando l’ordine sarebbe stato disponibile integralmente.

Ritornarono al negozio di articoli d’equitazione. Il titolare era arrivato Fabio si presento’, si erano già sentiti per telefono tramite un annuncio su una rivista particolare, ma queste erano cose che Laura ignorava, quando Fabio  gli ebbe detto il suo nome l’uomo comprese subito e disse: “allora signore soddisfatto dell’attrezzatura?”

“Si certo ma vorrei vedere il campionario di articoli, o un catalogo” gli chiese Fabio.

“Ma certo signore, accomodiamoci sul retro”, Fabio lo segui’ tenendo per mano Laura, che lo seguiva a testa bassa, sicura che per lei quel giorno sarebbe stato piuttosto lungo.

Una volta nel retro, Fabio spiego’ che desiderava un modello simile a quello che aveva già ma con dei falli piu’ grossi, che fossero intercambiabili, con misure diverse. L’artigiano gli spiego’ che poteva di certo fargli una mutandina con falli intercambiabili, ma che vibrassero era un problema, perchè la vite dove fissarli occupava un certo spazio. Va bene li prendo lo stesso, se puo’ farmeli quanto prima.

Poi gli disse che aveva necessità di altre attrezzature, come cavigliere polsiere, anche scarpe con cavigliera incorporata, un set completo di fruste e strumenti di punizione, andando dal paddle alla gatto a nove code, alla frusta da dressage. Corsetti, ecc. Aveva bisogno di fornirsi di tutto il necessario per addestrare una schiava, anche un cavalletto di contenzione, per le punizioni. Infine un cuneo da mettere nell’ano alla schiava di quelli che servono a tappare ma senza la necessità di cinghie.

L’artigiano prendeva nota man mano che Fabio gli diceva quello che desiderava, sarebbe stato un ordine notevole con un buon margine di guadagno.

Fabio chiese se per le mutandine con i falli avesse bisogno delle misure aveva portato con se la sua schiava, onde fargli prendere le misure.

L’artigiano diede uno sguardo a Laura, molto compiaciuto, e disse: “ si certo ma bisognerà farla spogliare”, “non c’è problema” rispose Fabio, poi rivolto alla moglie le disse “spogliati deve prenderti le misure”.

Laura arrossi’ violentemente, denudarsi li’ in un negozio, con un estraneo, mai avrebbe pensato che suo marito le avrebbe chiesto una cosa simile, era molto imbarazzata, lui vedendo che esitava la guardo’ severo allora Laura si tolse la camicetta e la gonna restando con quella mutandina di cuoio, lui le apri’ il lucchetto e la invito’ a togliersi anche quello, era una cosa molto umiliante doversi estrarre i falli da sola davanti a quell’uomo che la osservava come se fosse un animale, il suo sguardo era severo e la intimidiva notevolmente.

Intanto Fabio come se nulla fosse chiese se almeno le fruste le aveva disponibili subito, L’uomo assenti’, che le fruste avevano sempre il magazzino abbastanza fornito, era l’altro materiale per il quale era necessario il tempo per averlo, non teneva quasi mai attrezzature in negozio, e spesso venivano fatte solo su ordinazione, comunque gli disse per il fine della settimana successiva avrà tutto.

Poi disse: “ scusi ma questa schiava è già addestrata, posso parlarle come a una schiava?”, Fabio fece un cenno di assenso e rispose: “questa schiava è abbastanza addestrata, le obbedirà e la faccia mettere nelle posizioni che ritiene piu’ idonee”.

L’uomo le si avvicino’ e disse: “ meno male che è depilata, sa è piu’ facile e comodo anche per prendere le misure”. Le ordino’ di allargare le gambe, poi con un pennello traccio’ delle righe intorno alla sua vita e dalla vita in direzione dell’inguine, prese anche delle misure con un metro da sarto, annoto’ gli appunti sul suo quadernetto.

Poi con straccio imbevuto d’acqua le puli’ le righe che le aveva tracciato, che venne via al primo passaggio, le disse “sono pennarelli speciali per scrivere sulla pelle”. Poi la fece piegare esponendo le terga e allargando le cosce prese delle altre misure all’interno del solco misuro’ la distanza dall’ano all’ingresso della vulva, in quella posizione che per Laura era alquanto imbarazzante.

Poi le mise due piccoli arnesi di legno uno nell’ano e uno nella fica e ripete’ la misura, sia da piegata e poi fattala raddrizzare anche stando eretta.

Fabio appena vide che l’uomo aveva terminato gli chiese se poteva mettere una targhetta con il nome sul collare, doveva essere elegante, poi gli chiese se fosse possibile avere anche una bardatura da pony girl. L’artigiano rispose che poteva fargli avere tutto quanto desiderava in merito a quelle attrezzature.

Poi allontanatosi ritorno’ con le fruste. Le dispose sul tavolo e le fece vedere a Fabio elencandone le qualità di ogni singolo pezzo.

Poi gli disse: “forse li vuole provare signore” e cosi’ dicendo guardo’ Laura con uno sguardo carico di desiderio di vedere la bella schiava frustata.

Fabio accetto’ l’offerta e disse a Laura di venire a posizionarsi con il busto sul tavolo gambe tese e culo alto, per provare i nuovi regali che le aveva comperato.

L’artigiano era tutto felice di dare aiuto con i suoi consigli, dicendo che era bene avere il polso morbido con le fruste lunghe e piu’ fermo con la paletta, e spiego’ anche a Fabio varie tecniche, c’era una differenza tra il colpire di pieno e in punta di frusta, e quindi bisognava saper dosare il colpo, poi anche per entrare all’interno delle cosce, onde colpire la fica o l’ano.

Poi l’uomo chiese se fosse possibile permettere di  assistere alla seduta anche al suo commesso. Fabio acconsenti’.

L’artigiano lo chiamo’ gli disse di mettere il cartello sulla porta di chiusura temporanea e poi di venire a godersi lo spettacolo. Il commesso che aveva appena messo la testa al di là della porta per sentire cosa voleva aveva visto Laura con il culo proteso in posizione per essere frustata o anche altro, si precipito’ a eseguire e ritornare. Il commesso venne incaricato di mettersi dall’altro lato del tavolo e di tenere le braccia di Laura. Fabio aveva detto all’artigiano che poteva fargli vedere come usare la frusta, e l’artigiano orgoglioso aveva impugnato la frusta da dressage. Fece scoccare il primo colpo proprio sulla parte superiore della natica destra.  

Laura lancio’ uno strillo piu’ di sorpresa che di dolore a causa dello schiocco che aveva fatto la frusta spaventandola. Un piccolo segno rosso apparve sulla natica, l’artigiano spiegava a Fabio come aveva impugnato la frusta e come si doveva fare per fare rumore e senza che il colpo fosse troppo incisivo, ma il dolore è come un pizzicotto e permette di frustare la schiava piu’ a lungo soprattutto se si vuole creare una certa coreografia per eventuali spettatori. Porse la frusta a Fabio, il quale provo’ a fare come gli aveva spiegato l’artigiano, ma colpi’ la schiena, allora l’uomo gli disse che doveva tenere il polso piu’ morbido, altrimenti avrebbe sempre deviato se era troppo rigido. Fabio ci riprovo’ e il secondo colpo se non fu uguale a quello dell’artigiano per lo meno gli si avvicinava.

Poi uso’ la paletta, sulle natiche che colpiva con un colpo simile ad una sculacciata molto rumoroso e doloroso perchè colpiva una larga parte anzi quasi l’intera superfice del mappamondo proteso, successivamente il gatto a nove code, e questi ultimi strumenti erano piu’ facili da usare rispetto alla frusta lunga da dressage, l’artigiano gli disse che per quella non si doveva preoccupare che era solo questione di pratica.

Costrinsero Laura a mettersi in ginocchio, con il busto eretto, e il ragazzo dietro di lei, le teneva le mani ferme dietro la nuca, Fabio con lo scudiscio cerco’ di colpirle i capezzoli.  Non colpi’ i capezzoli, pero’ un segno rosso segno’ le splendide tette di Laura, che lancio’ un urlo sotto il colpo sui suoi delicatissimi bianchi seni. Sulle natiche a parte il primo colpo aveva saputo sopportare in silenzio, ma sulle tette era troppo doloroso, per poter sopportare la punizione senza fiatare. L’artigiano prese lo scudiscio chiedendo il permesso a fabio che glielo lascio’, e messosi di lato un po’ piu’ avanti di Laura, prese la mira e con un colpo di scudiscio le centro’ i capezzoli, che erano tesi e duri, un urlo piu’ acuto usci’ dalla gola di Laura, il dolore l’aveva talmente sentito come una ferita che grosse lacrime le scesero sulle gote, e il suo petto fu scosso dai singhiozzi. Fabio segui’ con attenzione le istruzioni dell’artigiano, e anche lui riprovando questa volta centro’ i capezzoli, Laura oramai cercava di divincolarsi dalla morsa del commesso che la teneva per sottrarsi, era un dolore troppo insopportabile quello. Adesso Fabio era contento.

Le fruste le porto via adesso allora, il resto ci vediamo appena mi avvisate che avete tutto, cosi’ mi organizzo, penso che mi servirà un furgone per portare via i cavalletti.

“Si, gli disse l’artigiano ma se lo desidera possiano farle la consegna noi direttamente a casa”, Fabio rispose che sarebbe stato piu’ comodo. Allora l’artigiano disse che forse sarebbe stato interessato ad altre proposte, lui era specializzato in quei congegni ed attrezzature, che lui aveva la passione per il genere, era iniziato proprio con sua moglie molti anni prima, dai tempi del loro fidanzamento, poi in modo piu’ totale con il matrimonio, quando si sentirono piu’ liberi di vivere le loro fantasie.

Dopo tanti anni di matrimonio, e di pratica disse, capirà che abbiamo avuto anche la possibilità di contatti con altri interessati alle nostre stesse fantasie. Ora abbiamo costituito un club, siamo diventati anche amici, e possiamo scambiarci idee e condividiamo spesso le nostre esperienze, con degli incontri in una villa di uno dei nosti soci. Visto che mi ha chiesto una attrezzatura da pony girl, avremo presto una gara con le nostre sottomesse, e se lo desidera posso presentarla, e potrà iscrivere la sua puledra.

Si misero d’accordo per un incontro preliminare, l’artigiano gli disse che potevano quindi darsi del tu e chiamarsi per nome.

 

 

 

Filippo,divenne un punto di riferimento per Fabio, in quanto avendo piu’ esperienza poteva aiutarlo e consigliarlo, e lo avrebbe introdotto nella cerchia di conoscenze che avevano le stesse tendenze e quindi poteva usufruire di una serie di appoggi.

Nel periodo di addestramento gli spiego’ Filippo, la schiava deve essere il piu’ possibile nuda, in modo che si abitui e finisca per diventare per lei naturale trovarsi nuda e farlo ad un cenno del suo padrone. E’ opportuno un abbigliamento il piu’ semplice possibile in modo che la svestizione non richieda troppo tempo, cosi’ si evitano le incertezze, comunque l’abbigliamento deve sempre essere un po’ imbarazzante per lei.

Si diedero quindi appuntamento per il lunedi’ succcessivo, cosi’ avrebbe potuto presentarlo a dei suoi amici.

Il lunedi’ con puntualità Fabio si presento’ con Laura, il negozio stava chiudendo, all’interno c’erano quattro uomini, che conversavano con l’artigiano, erano tutte persone mature, e abbastanza distinte d’aspetto. Filippo presento’ Fabio, i signori si dimostrarono subito cordiali, e lo complimentarono per l’avvenenza della sua schiava. Ognuno di loro aveva una, e qualcuno piu’ d’una schiava. Gli spiegarono che stavano organizzando una festa la domenica successiva, si sarebbero ritrovati in una casa di campagna che era loro, dove si ritrovavano frequentemente per vivere le loro passioni.

Fabio era il benvenuto con la sua schiava, era uno dei requisiti fondamentali avere una compagna sottomessa, si potevano fare eccezioni ma era un caso raro.

Fabio disse che era interessato, pero’ adesso avrebbe dovuto andare a fare altre spese, e prima aveva giusto il tempo di passare con loro una mezz’ora, durante la quale avrebbe gradito vedere la loro tecnica nell’uso della frusta e lui metteva a disposizione la sua schiava per questo, era dalla settimana prima che non la puniva.

Laura sentendolo parlare di lei come se non ci fosse e di darla a quegli uomini per essere frustata, s’irrigidi’ un attimo al braccio del suo uomo, lui lo percepi’, e senti’ anche che tremava all’idea di quello che sarebbe accaduto fra poco.

Si recarono nel retro, dove Laura si denudo’ le terga alzando la gonna e fissandola alla cintura e venne disposta sulla tavola della volta precedente, con le natiche offerte.

Ognuno di loro le somministro’ sei colpi a testa, usarono la frusta con maestria, in punta di frusta accarezzandole le natiche, non che i colpi fossero indolori, certo ma senza marchiarla a fondo, i segni erano rosei con  qualche sfumatura piu’ rossa dove i colpi si erano accumulati di piu’, Laura tremava ed era riuscita a trattenere le urla, ma gemeva ad ogni colpo sussultando, sapeva bene che quei colpi erano piu’ leggeri volutamente, furono comunque ventiquattro colpi sulle natiche ben tese. Era tutto un solletichio doloroso ma sopportabile. E si era eccitata, uno dei signori chiese il permesso di toccarla, e le infilo’ le dita nella passera bavosa di succhi, complimentandosi, disse che era una delizia come era calda. Laura comunque ogni volta che si sarebbe seduta nei prossimi giorni si sarebbe ricordata della piccola punizione subita.

Lasciati i nuovi amici e Filippo, restando d’accordo con quest’ultimo per la consegna delle attrezzatura ordinate che erano già arrivate, si congedo’ per recarsi al negozio di biancheria intima dove avevano appuntamento.

Fabio, teneva sottobraccio la moglie come se fosse soddisfatto di uscire con lei, pareva a vederli una normalissima coppia che va a fare un giro, nessuno avrebbe immaginato che aveva fatto frustare sua moglie da quattro uomini appena conosciuti quella sera.

Arrivarono al negozio di biancheria che era già chiuso, erano d’accordo cosi’, Fabio suono’ e la signora venne a riceverli per farli accomodare.

La signora pareva felice di vederli, era molto sorridente, e cordiale. Li fece accomodare sul retro perchè c’era una cliente che si era attardata e doveva finire con lei poi si sarebbe dedicata a loro.

Appena la signora se ne fu andata Lea, si fece incontro a loro nel locale sul retro, non dovrebbe esserci nessuno  a quest’ora ma ogni tanto capita che qualcuno si attardi, scusatemi.

Prese un po’ di scatole che erano dentro a dei cartoni appena arrivati di certo e messele su un tavolo inizio’ ad aprirle, “volete accomodarvi in quella cabina in fondo, per cambiarvi” disse rivolta a Laura. Fabio le consegno’ una delle scatole e le ordino’ di recarsi a cambiarsi.

Qaundo fu pronta Laura chiamo’ il marito, dicendogli che era pronta, mentre lui nel frattempo aveva fatto conversazione con Lea.  Lui le grido’ di venire fuori e cosi’ avrebbe valutato come le stava il completino, anche la signora in quanto esperta del settore ci darà la sua opinione. Laura non sapeva cosa avrebbe voluto, ma aveva tentato il suo bluff per vedere se magari suo marito avrebbe cambiato idea, non  che avesse molte speranze in proposito.

Con la negoziante oramai si davano del tu e la chiamava per nome, e la donna non era insensibile al fascino di Fabio. Lei cercava di attirare la sua attenzione mostrandosi seducente, come se gli facesse la corte. Laura era uscita e si avvicinava lentamente coprendosi con le mani perchè non portava mutandine, come le aveva ordinato Fabio. Lea rimase a bocca aperta rendendosi conto che a  parte il completino fosse senza slip. Cerco’ di restare impassibile. Fabio diede un’occhiataccia a Laura, dicendole non coprirti con quel braccio che non posso vedere se quel capo è elegante e ti valorizza o meno. Laura rossa in volto guardando a terra, sposto’ il braccio lasciadolo cadere lungo i fianchi.

Lea questa volta arrossi’ pure lei, vedendo che la giovane donna era completamente implume paraticamente piu’ nuda che mai in quel modo. Si vedeva il pelo che ricresceva quindi un disegno piu’ scuro, triangolare, ma comunque le labbra erano perfettamente visibili.

Lea si chiese se fosse l’amante o una puttana pagata per fare quel gioco, anche se lui aveva detto che desiderava degli indumenti per la moglie, penso’ nessuna moglie si presterebbe ad un simile gioco.

Laura su oridine di Fabio si avvicino’ fino a loro, teneva gli occhi bassi, era evidente che si vergognava, ad esibirsi in quel modo, e nel suo pensiero confuso dalla vergogna comunque riusciva a chiedersi cosa penserà quella donna di lei.

Appena fu vicina Fabio controllo’ il reggicalze, e spiego’ a Lea che questo arrivava troppo basso, deve stare piu’ alto in vita e non essere cosi’ largo, e lasciare bene il ventre scoperto, le calze devono essere piu’ alte invece quasi fino all’inguine per mettere in risalto le parti intime. E nel frattempo toccava il pube di Laura. Lea assentiva, dicendo di si’ capiva, ma era molto imbarazzata dalla situazione, comunque facendosi coraggio, gli prese un altro pacchetto dicendo: “questo modello sarebbe andato meglio” porgendolo a Fabio.

Fabio fece cenno a Laura di prenderlo, lei obbedi’, lui allora le disse: “ su piccola non perderti in pensieri, non possiamo abusare del tempo della signora, vai a cambiarti”.

Laura doveva fare dietro front, e sapeva che cosi’ facendo avrebbe esibito le sue natiche segnate dalla frusta,e quella sarebbe stata una vergogna ancora peggiore, non solo nuda e depilata, ma anche con i segni di frusta sulle natiche, due lacrime le si presentarono agli occhi, ma esegui’ l’ordine, si volto’. Questa volta Lea rimase sconvolta ed esclamo’: “mio dio, non è possibile”. Poi rivolta a Fabio con fare interrogativo gli chiese: “cosa le è successo”, lui molto serio e tranquillo almeno in apparenza, le rispose: “ogni tanto è necessario punirla, quando è disubbidiente, o non svolge i suoi compiti con diligenza”.

Lea si imporporo’ ancora di piu’, allora le prese una mano e le disse: “ ma lei è turbata, si sente forse poco bene, me ne dolgo moltissimo”, Lea era veramente turbata, è vero ma anche eccitata dalla situazione insolita, che stava vedendo.

Quando Laura ritorno’, e giunse alla loro altezza, Lea si era ripresa, non voleva credere che le capitasse a lei una cosa simile, era evidente che la donna era una masochista, e insieme facevano una di quelle coppie che fanno  giochi di ruolo. Arrivata Laura, allora Lea cercando di essere professionale, inizio’ a fare gli elogi del modello, descrivendone l’elenganza e seguendo con il dito il bordo del reggicalze, toccando con la punta dell’unghia, la pelle di Laura e sentendola fremere al suo tocco, provo’ un senso di torbido piacere per tutto questo. Rivolgendosi a fabio come se la donna non esistesse, spiego’ : “guardi,tutta la parte è perfettamente incorniciata, l’accesso non è ostacolato in alcun modo ne alla mano ne alla vista” poi si rivolse a Laura chiedendole di girarsi, Laura diede un’occhiata a suo marito, che le fece un segno di assenso, e si volto’ offrendo allo sguardo di entramni le sue natiche segnate di rosso dalla frusta. E Lea prosegui’ “come vede anche da questa parte il modello veste bene e lascia il didietro perfettamente offerto ed incorniciato valorizzandolo, e per qualsiasi uso disponibile, anche per le punizioni non è necessario toglierlo”, disse quest’ultima frase con l’ultimo fiato che aveva e pareva giunta alla fine di una corsa, pensava in questo modo di fare piacere al cliente parlando cosi’. Fabio sorrideva di tutta la scena e dell’imbarazzo della donna, e anche della sua eccitazione.

Laura dovette indossare una dozzina di modelli, e sfilare per loro, Lea iniziava a prendere piu’ confidenza e pareva ben calata nel ruolo della venditrice, che fa il suo lavoro, solo un lieve tremolio delle mani, quando con la  scusa di sistemare un bordo toccava laura si notava che era turbata.

Alla fine Fabio scelse quattro modelli, e di quei quattro modelli, ne ordino’ sei per ogni modello, completi, calze reggicalze e reggiseni a balconcino. Era un bell’acquisto.

Fabio chiese a Lea se voleva cenare con loro, e Lea accetto’ perché era troppo incuriosita dalla situazione, che le pareva alquanto intrigante. Voleva vedere come  sarebbe andata la cena.

Arrivati a casa di Fabio e Laura, Lea si accomodo’ in salotto con Fabio, il quale ordino’ alla moglie di andare a cambiarsi.

Sul divano, Lea si sentiva un po’ in imbarazzo, era eccitata, perchè stava vivendo qualcosa di nuovo, ma aveva anche un po’ paura di questa sua eccitazione.

Nel frattempo Laura si ripresento’ con un completino da cameriera, molto scollato, e molto corto, se si inchinava lievemente si poteva vedere le natiche, come una perfetta servetta, chiese cosa desideravano come aperitivi, e sentito l’ordine di Fabio li preparo’ e li servi’, poi si eclisso’ in cucina per preparare la cena. Fabio nel frattempo, faceva conversazione con Lea, la quale non era insensibile al suo fascino, ma curiosa volle saperne di piu’ sul suo rapporto con la moglie.

Fabio allora le racconto’ come mai aveva deciso di sottomettere la moglie, che era consenziente, dal momento che era masochista e lo aveva scoperto attraverso una relazione con un suo collega d’ufficio che l’aveva sottomessa ai suoi perversi piaceri. Lui aveva scoperto la relazione, e siccome aveva continuato ad amare sua moglie, ma non poteva tollerare il tradimento, aveva deciso di punirla dandole piacere, ossia schiavizzandola, in fondo era meglio cosi’, altrimenti lei sarebbe andata a cercarsi cio’ di cui sentiva il bisogno altrove, invece lo trovava con suo marito, e questo era meglio che finire nelle mani di qualcuno che magari le avrebbe chissà anche fatto del male in modo irreparabile.  Fabio continuo’ dicendo che amava la moglie, e la puniva perchè sapeva che ella in questo trovava il suo piacere.

Lea era rimasta affascinata da tutto questo racconto, e gli chiese se aveva mai pensato di avere delle relazioni fuori dal matrimonio, o anche con altre schiave.

Fabio sorridendo le rispose che non ne aveva mai avuto il bisogno e che era soddisfatto di sua moglie, ma che non si puo’ sapere il futuro cosa ci riserva.

Quando la cena fu pronta, Laura annuncio’ che avrebbe servito in tavola, Fabio accompagno’ Lea e la fece accomodare comportandosi da cavaliere, spostando la sedia alla sua invitata, Lea non era insensibile alla cavalleria, e le cominciava a piacere quest’uomo elegante, e raffinato, che disponeva di una schiava, era una situazione insolita, ma tremendamente intrigante ed eccitante.

Durante la cena parlavano di argomenti vari, soprattutto delle difficoltà che un negozio come quello di Lea aveva, visto che non andava molto di moda la biancheria intima raffinata, era stata costretta ad adattarsi a vendere anche altri capi, meno eleganti, oramai quasi tutte usano i collants.

Il vino la rendeva meno tesa ed inibita, e si lascio’ corteggiare ridendo alle battute anche sciocche di Fabio.

Verso la fine del pasto, era oramai molto allegra, e appena fu servito il gelato affogato nel cognac, lo sorbi’ con movenze eccitanti, leccando sfacciatamente il cucchiaino ricolmo di gelato come stesse simulando una fellatio.

Fabio invito’ Lea a passare la notte da loro, e le disse che la camera da letto era molto comoda anche in tre.

Ma Lea non volle saperne di passare la notte in tre, gli rispose che era ben disponibile a passare la notte con lui, anzi lo desiderava, ma avrebbe dovuto essere sola con lui, che mandasse la schiava in un altra stanza, e marco’ il termine schiava con tono di disprezzo che Laura se non si fosse totalmente sottomessa a suo marito e avesse ancora un briciolo di orgoglio l’avrebbe schiaffeggiata. Ma abbasso’ la testa e si ritiro’ nella stanza degli ospiti come suo marito le ordino’ su invito della loro ospite.

Laura passo’ una notte insonne o quasi, ascoltando le grida volutamente esagerate di Lea, quando raggiunse l’orgasmo.  Poi stanca si addormento’.

Al mattino si alzo’ prima di tutti, preparo’ la colazione e rimase in cucina nuda con solo le calze ed il reggicalze e un grembiulino minuscolo, in attesa che il suo padrone la chiamasse per servire la colazione.

Quando senti’ il campanello, ando’ a servire i due amanti, aveva un nodo in gola, il suo adorato marito e padrone con un’ altra donna nel loro letto matrimoniale, dovette fare uno sforzo per non piangere e restare il piu’ composta possibile e servirli.

Poi si alzarono, si lavarono e andarono ai rispettivi lavori, mentre lei sola in casa finalmente potè piangere, sulla sua disperazione, tutto il suo dolore le si riverso’ fuori facendola fremere di rabbia, ora comunque capiva cosa aveva provato Fabio scoprendola con Michele, e si senti’ stanchissima, che ritorno’ nella sua cameretta a dormire.

 

 

 

Quando fabio ricevette la chiamata di Filippo era in ufficio, il quale gli annunciava che loro sabato sarebbero partiti, per quel rendez-vous in campagna. Se lui desiderava potevano incontrarsi per partire assieme. Fabio si accordo’ per trovarsi davanti al negozio di lui.

E al sabato partiti assieme giunsero in campagna nella casa colonica di proprietà di uno degli amici di Filippo, il Sante, un imprenditore edile, che aveva acquisito quella casa e ristrutturata e ne aveva fatto una senconda casa ma degna di un castello. Cinquanta ettari, tutt’intorno, un kilometro per raggiungerla di strada privata, e diciotto stanze da letto piu’ i bagni, sale cucine garages e scuderia.

Ognuno di loro aveva la sua schiava, tutte vennero fatte vestire da cameriere, con gonne lunghe e ampie ma con spacchi che arrivavano in vita, davanti e dietro. Camicette bianche, ricamate nei punti strategici, per il resto trasparenti con bottoni a pressione.

Le schiave dovettero preparare le camere per i padroni, e fare le pulizie, altre servire da bere e cucinare per il pranzo. I padroni in giardino si godevano la pace campestre di quel luogo silenzioso seduti intorno ad un talovo e all’ombra di una grossa quercia. C’era anche una veranda coperta dove avrebbero pranzato, era un bel posto. Fabio fece subito amicizia e cerco’ di imparare come comportarsi con le schiave ascoltando i consigli degli altri che avevano di certo una maggiore esperienza.

Dopo un po’ , Pier, disse che avrebbe ispezionato i lavori che le schiave avevano svolto, si fece accompagnare da Fabio, e inizio’ da quelle che avevano preparato le camere da letto, una delle schiave preposte non aveva fatto il letto alla perfezione in una camera.

Poi passo’ al salotto, e decreto’ che la schiava incaricata non aveva pulito bene, in un angolo del salotto molto nascosto, c’era della polvere che racatto’ con un guanto bianco di cotone. Pareva un sergente maggiore in ispezione. Entranbe le schiave sarebbero state successivamente punite.

Pranzarono e spiegarono a Fabio come procedevano per i loro giochi, dall’addestramento delle schiave a seconda delle caratteristiche di ognuna, perchè non è che per ogni schiava si usa lo stesso metodo, alcune sono piu’ resistenti di altre e a volte i metodi devono modificarsi o meglio adeguarsi, ma il risultato da raggiungere deve essere lo stesso.

Avevano anche dei codici, ad esempio ogni schiava portava un dischetto al collo con i colori diversi giallo rosso per le schiave, ed un ciodolo simile ma neri per i padroni, se incontravano una schiava la quale ovviamente doveva portare il ciondolo bene in vista sempre facendole vedere il loro potevano ottenere la sua disponibilità.

Ogni schiava che aveva un ciondolo giallo e rosso era a disposizione e doveva obbedire a ogni socio come al proprio padrone e soddisfare qualsiasi richiesta le venisse fatta. Avevano organizzato quel club per non cadere nella noia e ripetitività, ma con una certa sicurezza, non si possono correre rischi inutili di malattie o altro, e divertirsi con le proprie fantasie.

“Ovviamente ognuno di noi ha iniziato con la moglie o fidanzata e poi abbiamo, diciamo reclutato nuove aspiranti schiave” spiegava Filippo, “ ogni tanto ce le prestiamo a vicenda, o le noleggiamo a persone con le quali siamo in corrispondenza anche di altre regioni”. Fabio pareva interessato, a tutte queste spiegazioni e annuiva silenzioso, ma era assorto, alla fine si risveglio’ dai suoi pensieri, perchè Filippo lo aveva preso per un  polso per attirare la sua attenzione, “certo bisogna capire se è cio’ che ti interessa veramente”. Fabio non rispose restando a riflettere su quanto stava accadendo, e si accinse ad assistere alla punizione delle due schiave che non avevano svolto i loro compiti con la diligenza dovuta, secondo l’opinione di Pier.

La punizione avvenne in giardino, alla presenza anche delle altre schiave, in modo che quanto vedevano servisse loro di monito.

Venne legata la prima ad una sedia, in ginocchio con il busto sul sedile, e alle gambe della sedia con una corda che passava all’altezza delle cosce piuttosto vicino alle ginocchia. La prima era Sandra la schiava dello stesso Pier, l’altra corrigenda era Emanuela, la moglie di Paolo.

Fu Filippo ad incaricarsi della punizione, scelse una lunga frusta da dressage, si posiziono’ a distanza, e fece schioccare la frusta. Il colpo pareva leggero ma colpi’ il bersaglio e lascio’ un segno rosso sulla natica destra della donna che sussulto’ sotto la sferzata.

Per i primi dieci colpi non emise nessun lamento, ma dall’undicesimo in poi i lamenti andarono aumentando, fino a divenire un ululato, perchè spesso con precisione millimetrica Filippo colpiva con la frusta sulla traccia di un colpo precedente. Le natiche avevano dei disegni che parevano veri e propri arabeschi, pareva una decorazione.

Quando Filippo si fermo’ aveva inferto almeno cinquanta colpi sulle splendide natiche della schiava offerte al bacio della frusta. Sandra gemeva adesso che la punizione era terminata. Comunque Filippo era un maestro, non c’era nessuna ferita o lacerazione, solo segni leggeri ma comunque dolorosi, per la corrigenda.

Poi fu il turno di Emanuela e fu suo marito a punirla, anche lui aveva una bella esperienza, le natiche opulente di Emanuela ballavano sotto i colpi della frusta, lei si agitava e gridava molto piu’ di Sandra, ma arrivo’ anche per lei la fine della punizione, l’ultimo colpo il marito glielo inferse nel solco aperto delle natiche colpendola sull’ano e sulla fica, un colpo magistrale che fece emettere un grido da belva ferita alla povera Emanuela.

Poi entrambe le corrigende vennero fatte mettere in ginocchio dsa una parte e dall’alatra della tavola nella veranda in modo che tutti i commensali possano godere delle natiche arrossate e decorate dai colpi della punizione sotto gli occhi. Le altre schiave fecero il loro lavoro per servire i loro signori e padroni.

Fabio chiamo’ Laura vicino a sè, la fece sedere sulle sue ginocchia, e mentre guardave le natiche delle due punite, insinuo’ la mano nello spacco della gonna raggiungendo l’inguine di Laura, le tocco’ la passerina che sotto le sue dita si apri’ bagnandosi istantaneamente.

Bacio’ Laura in profondità, lei sempre arrendevole come aveva imparato a fare oramai, sapendo bene come offrirsi anche al bacio senza alcuna resistenza, nemmeno passiva ma con partecipazione.

Intanto Filippo raccontava delle varie opzioni che offriva fare parte di un gruppo di persone che hanno gli stessi interessi, come il fatto di mettere le schiave all’asta, una vendita a tempo si intende, una specie di noleggio, a giorni o a ore, in alcuni casi, inoltre gli scambi temporanei anch’essi di schiave che erano possibili soprattutto durante le vacanze estive. Esistono locali specializzati ove si possono incontrare altri padroni e padrone, con i rispettivi schiavi, e li’ si possono partecipare alle aste o a scambi.

Vi sono stati anche alcuni casi di vendita vera e propria, ma sono rari, è successo che uno che disponeva di una schiava con la quale non aveva legami affettivi l’abbia venduta ad un altro padrone, ma era comunque anch’esso un affiliato.

Fabio si accorse che Laura ebbe un fremito nell’udire quelle parole. Lui le parlo’ all’orecchio e lei inizio’ a piangere, sommessamente, le aveva detto che se non si comportava bene l’avrebbe venduta definitivamente.

Poi lo ripete’ ad alta voce perchè lei si era messa a piangere: “ti venderei solo se fossi scontento di te, ma se sarai sempre ubbidiente, vedrai che ti terro’ con me”.

Laura piangeva il piu’ silenziosamente possibile, si abbandono’ sulla sua spalla, come se volesse trasmettergli il suo dolore, e lui potesse consolarla e gli sussurro’ all’orecchio: “Padrone, ti supplico non mi vendere, ti prego saro’ buona”, e godette sotto la carezza delle dita di Fabio che aveva continuato a masturbarla. Si fermo’ sentendola sciogliersi, e mantenne le dita detro alla fica di Laura, che era bollente e fradicia.

Fabio si rivolse a Filippo dicendogli: “la mia schiava è a vostra totale disposizione fino alla nostra partenza, ma vorrei invece pensare attentamente alla vostra proposta prima di prendere una decisione, è un impegno molto importante”. Filippo annui’.

Smise di masturbare Laura che oramai era prossima ad un secondo orgasmo e aveva iniziato ad ansimare piu’ forte, la fece alzare dalle sue ginocchia. Laura obbediente si alzo’ restando in piedi accanto al marito, silenziosa e con la testa bassa, il respiro affannoso e tremante per l’eccitazione.

Fabio le prese la  mano, e le si rivolse con voce calma e pacata: “Obbedirai a questi signori, ed esaudirai ogni loro richiesta”. “Si’ padrone” rispose con voce sommessa Laura.

Filippo le ordino’ di recarsi in cucina ad aiutare le altre schiave. Laura si incammino’ lentamente, aveva le gambe leggermente malferme, era rimasta insoddisfatta dalla masturbazione del marito.

Successivamente, dopo aver fatto le pulizie della cucina, tutte le schiave tornarono nel giardino, dove le due schiave punite Emanuela e Sandra, non erano piu’ in punizione, ma nude stavano ai piedi degli uomini e ad ogni ordine servivano ora l’uno ora l’altro versando loro da bere, o sedendosi sulle ginocchia e venivano masturbate per eccitarle e poi lasciate prima che giungano all’orgasmo. Tutto questo le metteva in una condizione di eccitazione continua che non potevano appagare e quindi sempre piu’ disposte ad abbassarsi a soddisfare chiunque pur di giungere a trovare il piacere.

Anche Laura si uni’ alle altre e venne sottoposta allo stesso supplizio dell’attesa, suo marito non la chiamo’ piu’, ma gli altri invece fecero a gare per averla vicina per toccarla, ed eccitarla, mentre Fabio faceva lo stesso con le altre schiave.

Alla sera servirono un pasto leggero, e cenarono anche le schiave in cortile con i loro padroni ma a terra, come animali, in scodelle simili a quelle per i cani, fu un pasto leggero, verdure e affettati che dovettero mangiare usando solo la bocca, con le mani dietro la schiena. Le schiave piu’ esperte lo fecero senza essere legate, ma Laura che non era avezza a tale uso dovettero legarle le mani dietro alla schiena.

La sera passo’ tranquilla, quando giunse l’ora in cui ci si ritirava, Fabio prese con sè Emanuela, e se ne ando’, teneva la mano sulle natiche della donna, carezzandole lentamente la quale pareva felice di essere stata scelta, e ancheggiava come una prostituta da bordello che se ne va col cliente.

Laura rimase in attesa e fu Filippo come anziano del gruppo che la scelse, avrebbe passato la notte con lui, e sapeva che era uno dei dominatori piu’ esperti del gruppo, aveva il dubbio su cosa avrebbe voluto da lei, ma era anche eccitata, e sperava di godere per placare quella tensione.

Nel frattempo, Fabio aveva scelto Emanuela perchè era stata una delle due punite, e Paolo sapeva voleva prendersi Liliana che era la schiava piu’ esperta di tutte, e quindi Fabio che aveva pensato a lei per lo stesso motivo, dovette ripiegare su Emanuela, che era una di quelle piu’ interessanti.

Nella stanza da letto, le ordino’ di preparargli il letto, la donna ripiego’ le lenzuola in modo che fossero pronte ad accoglierli, chiese cosa desiderava di particolare chiamandolo padrone. Fu un po’ sorpreso di sentirsi chiamare cosi’ da una donna che aveva conosciuto solo quel giorno. Si fece spogliare da lei.

Una volta nudo anche lui, la prese per mano e la condusse in bagno, le chiese se doveva fare i suoi bisogni, Emanuela assenti’. Allora lui le ordino’ di farli ma in sua presenza.

Emanuela ebbe un piccolo accenno di rossore forse era una cosa quella a cui non si era abituata.

Comunque si sedette sul vater, e si libero’ la vescica. Lo stesso fece anche Fabio facendo mettere la schiava in ginocchio accanto alla tazza del cesso. Poi entrarono assieme nella vasca da bagno, e fissato il tubo della doccia sul sostegno, disse alla schiava di aiutarlo a lavarsi.

Emanuela si accinse a passare con la spugna imbevuta di bagno schiuma il corpo di Fabio con delicatezza. Il cazzo già barzotto di Fabio quando la donna lo accarezzo’ si erse sempre di piu’. Fu poi Fabio a lavare la donna, e una volta sciaccquati, si asciugarono con dei teli morbidi, dopo di chè presa la schiava per mano la condusse sul letto, ove inizio’ a baciarla prima sulla bocca, senti’ che subito lei si rilassava e si arrendeva, come una schiava ben addestrata o come un’amante desiderosa di concedersi.

Poi le stuzzico’ i capezzoli, concentrandosi su di essi, e infine scese lentamente lungo il corpo morbido della schiava, sentendola fremere sotto la sua lingua, evito’ con cura la sua fica, passandole vicinissimo e facendole sentire il suo fiato e vedendo che la stessa era preda dell’eccitazione, e spalancava le gambe per offrirsi, colma di desiderio, aveva la fica completamente bagnata e pronta all’amore.

Fabio la eccito’ fino a quando Emanuela lo imploro’, con voce supplice gli chiese di prenderla, di farle tutto quello che voleva ma di farla godere.

Quando Fabio la penetro’ la senti’ che alzo’ il bacino per andargli incontro il piu’ possibile, voleva essere penetrata a fondo, era cosi’ bagnata che gli parve di entrare in una fornace umida e che lei non lo sentisse. Lei si avvinghio’ con le gambe incrociandole sulla schiena di Fabio, e dicendogli “ Hai un pene stupendo, lo sento bene fino in fondo, adesso ti prego, sbattimi come una troia, non avere delicatezza ti scongiuro”.

Fabio inizio’ a muoversi lentamente ed Emanuela lo assecondava e gli andava incontro ad ogni affondo, per sentirlo sbattere contro di lei con forza.

Fu una scopata forte e memorabile per Fabio che nemmeno con sua moglie aveva mai scopato con quelle forza. Emanuela era molto esperta era piu’ che evidente.

Le godette dentro inondandole la fica con la sua sborra, ed Emanuela si libero’ in un orgasmo che la fece urlare e piangere, era tutto il pomeriggio che attendeva quel momento.

Fabio si accascio’ su di lei, che era abbandonata esausta quanto lui, poi lei piu’ esperta si mise ad accarezzargli i capelli, e parlargli all’orecchio facendogli i complimenti per come l’aveva scopata, e baciandolo. Fabio appena il suo cazzo si fu ritirato e spontaneamente uscito dal sesso di Emanuela, si rigiro’ togliendosi da sopra di lei.

Emanuela gli si strinse contro e tiro’ su le lenzuola coprendo entrambi, gli chiese se poteva restare a letto con lui. Fabio sussurro’ di si allora lei si strinse di piu’ a lui come un’amante desiderosa di essere coccolata.

Fabio l’accarezzo’ su un seno lentamente, lei tese il viso verso di lui per guardarlo allora lui si abbasso’ con le testa e la bacio’ a lungo sulla bocca, si coccolavano con dolcezza come una coppia di amanti fiuno a quando Fabio dopo un po’ non senti’ che le forze gli ritornavano e allora le disse: “sai vorrei mettertelo nel culo, hai un gran bel culo soprattutto cosi’ segnato, dalla frusta”. Emanuela sorrise e gli rispose: “ogni tuo desiderio è un ordine, e io sono qui’ per servirti”.

E ricomincio’ la battaglia d’amore e scoparono ancora a lungo, fino a quando dopo essere stata inculata e averlo fatto risollevare con la bocca non fu scopata ancora una volta e non crollarono entrambi esausti e si addormentarono nelle braccia l’uno dell’altra.

 

 

 

Al mattino Fabio si sveglio’ presto, era stanco ma l’ambiente nuovo non gli permise di dormire soprattutto perchè la luce era penetrata attraverso le imposte socchiuse, e lui non sopportava di dormire con la luce, aveva bisogno del buio.

Lascio’ Emanuela continuare a dormire e scese silenziosamente, entro’ in cucina, c’era la moglie di Filippo Liliana nuda che stava facendo il caffé.

Liliana, Lili per gli amici, vedendolo si mise in ginocchio, era una donna che malgrado i suoi 48 anni suonati si presentava ancora in gran forma, aveva dei lineamenti molto belli, elengati da aristocratica, Fabio le disse di continuare a fare quello che stava facendo, e se poteva dare anche a lui un caffé. Liliana si accinse al suo compito, abituata alla sottomissione sembrava molto naturale nella sua nudità.

Gli servi’ il caffé, e gli disse che non poteva restare, che il suo padrone l’attendeva, e doveva portare il caffé anche agli altri. Prese la caraffa riempita di caffé e usci’, aveva una grazia molto particolare nel muoversi, elegante ed eccitante, era proprio quella che avrebbe voluto scegliere per la notte, e si disse che almeno una volta doveva averla a sua disposizione.

Fabio si bevvé il suo caffé, con calma gustandolo lentamente, appena finito si senti’ un po’ piu’ sveglio, decise di andare a fare una passeggiata, nella campagna ricordando un po’ la sua infanzia quando andava dai nonni in campagna.

Rientro’ dopo un’oretta, e entrando del cortile vide che tutte le donne erano in peidi e al lavoro tutte nude, compresa Emanuela e sua moglie.

Gli dissero che attendevano altri ospiti per pranzo e quindi c’era del lavoro da fare in cucina.

Filippo era seduto in giardino, che si stava bevendo una tazza di zabaglione. Vedendolo gli fece cenno di accomodarsi vicino a lui.

“lasciami finire la colazione e poi ti accompagno a fare una visitina in giro”. Detto fatto, ingoio’ il suo zabaglione, e si alzo’ facendo cenno a Fabio di seguirlo.

Entrarono nella stalla, e gli fece vedere i box, tutti perfettamente puliti, fatti apposta per metterci dei cavalli, o anche delle schiave, poi entrarono nel locale attiguo, c’erano dei calessini, erano simili ai sulki da competizione leggeri, con ruote grandi, ma solo il sellino era diverso, era piu’ grande ricoperto in pelle e con uno schienale.

Filippo gli spiego’ che con questi calessini si facevano le gare, le cavalle erano addestrate a quel tipo di gara. A volte per farle entrare psicologicamente nel loro ruolo le lasciavano nei box come fossero delle vere cavalle.

Poi Fabio curioso gli chiese come si era comportata Laura. Filippo gli fece i complimenti dicendogli che aveva una schiava stupenda, molto docile e ubbidiente, considerando che era una novizia era veramente brava. La passione con la quale faceva i pompini erano degni della piu’ esperta delle schiave che aveva conosciuto. Era difficile che una novizia fosse cosi’ ben predisposta, spesso ci vuole molto tempo e severo addestramento, invece Laura pare proprio predisposta per essere usata in quel modo.

Fabio rimase soddisfatto per la bravura ma contemporaneamente senti’ un pizzico di disappunto, un po’ di gelosia, che aveva pensato di non poter piu’ provare.

Poi Filippo prosegui’, spiegandogli che quel pomeriggio ci sarebbe stata una piccola gara, solo per fargli vedere come funziona era sperimentale una corsa d’allenamento, attendiamo altri amici, che arriveranno verso mezzogiorno.

Rientrarono verso il comlplesso abitativo della fattoria, Filippo chiamo’ la sua schiava Lili, e le chiese come procedeva la preparazione del pranzo, e se quello per le schiave era già pronto.

Lili’ rispose che tutto era da mettere in forno e quello per le schiave era già pronto. Allora Filippo le disse che le schiave era meglio che mangiassero adesso prima dell’arrivo degli ospiti, che poi non ne avranno il tempo, e non solo, dovrete fare una corsetta d’allenamento oggi pomeriggio, quindi vai e dillo alle altre, Liliana si inchino’ e si allontano’ di corsa.

Fu verso mezzogiorno che arrivarono gli ospiti, tre auto di grossa cilindrata entrarono nella corte, e si parcheggiarono.

Dalla prima scesero due coppie, da un altra due donne, e dalla terza una coppia.

Fabio con sorpresa nella coppia composta dalle due donne, riconobbe una sua collega, la quale era stata anche sua compagna di università. Giuseppina, le aveva anche fatto la corte all’epoca, ma lei era un ghiacciolo. Aveva saputo che si era sposata e che si era anche divorziata da poco, ma non aveva mai avuto veri contatti con lei negli ultimi anni, lui conosceva il suo ex-marito che si era addirittura trasferito all’estero dopo il divorzio lasciando alla moglie lo studio legale.

Era accompagnata da una ragazza carina molto giovane, forse non piu’ di 23 anni, che la teneva per mano come se avessero una relazione sentimentale, le dita erano intrecciate. Filippo lesse la sorpresa sul volto di Fabio e capi’ che conosceva le nuove arrivate, allora glielo chiese, e Fabio brevemente confermo’ spiegando che Giuseppina era una collega che conosceva dai tempi dell’università. Anzi era una sorpresa piacevole, a dire la verità, che faceva pendere la bilancia a favore del club.

Allora mentre i nuovi arrivati ancora erano alle prese con i bagagli, Fabio chiese a Filippo se Giusi veniva spesso, e se la ragazza fosse la sua schiava da molto ( per lui era ovvio che Giusi “la gelida Giusi” fosse la dominatrice).

Filippo sorrise, e non rispose, gli disse “attendi e vedrai”.

Quando Giusi e la sua amica uscirono e si avvicinarono,  Fabio si alzo’ e sorridente saluto’ Giusi tendendole la mano, lei gli sorrise ma gli fece un inchino, e dandogli del lei disse: “sono onorata di incontrarla signore”, Giusi malgrado il suo sangue freddo era imbarazzata e arrossi’ di fronte al suo collega.

La ragazza che era con lei si presento’ si chiamava Monika, con la k preciso’. E chiese a Filippo di prensentarle il suo amico: “Presentami il tuo amico caro”, quindi  Fabio ebbe la sorpresa che era la giovane la dominatrice. Fatte le presentazioni, Monika chiese a Fabio: “allora conosci da molto la mia schiava?” lui le spiego’ quindi come a Filippo che la conosceva dai tempi dell’università, Monika volle sapere se aveva avuto rapporti initimi con lei, sempre chiamandola “la mia schiava”. Giusi restava in rispettoso silenzio immobile in piedi mentre Monika si era seduta. Fabio spiego’ che l’aveva conosciuta all’università, aveva all’epoca preso una cotta per la bella Giusi ma era stato respinto.

Successivamente Monika chiese con chi fosse li, e Fabio indico’ sua moglie che stava servendo gli aperitivi agli altri ospiti, e uno le palpava il culo, carezza alla quale Laura si concedeva senza ribellione, la mano era infilata nello spacco della gonna da dietro e lei era rimasta immobile con il vassoio in mano senza osare fare un solo movimento. Una battuta dell’uomo fece ridere tutti e arrossire Laura, ma dal loro posto Fabio e gli altri suoi vicini non avevano capito di cosa si trattasse.

Monika disse che la sua schiava non era male, avrebbero potuto fare uno scambio in qualche occasione, e preciso’: “pensavo che magari questa sera la potrei provare e ti lasciavo la mia schiava Giusi a disposizione”, che non avrebbe certo osato respingerlo ora.

Fabio eccitato dalla proposta rispose che lo scambio non gli sarebbe affatto dispiaciuto, ma per organizzarsi era necessario che per l’indomani Giusi fosse la lavoro e Laura a casa, come si sarebbero messi d’accordo?

Allora Monika gli chiese se non fosse possibile pensare a una soluzione piu’ interessante e piu’ coinvolgente, se lui fosse disposto a venire a dividere l’ufficio con Giusi, avrebbero avuto a disposizione le due schiave in modo piu’ completo ed entrambe a disposizione di tutte e due i padroni, sarebbe stata una soluzione interessante,  da quando suo marito se n’è andato stiamo cercando qualcuno che venga a condividerlo con noi, e avendo comuni interessi perchè non tu.

Fabio penso’ che svolgendo la stessa professione e avendo scoperto gli stessi interessi in campo sessuale non sarebbe stata una cattiva idea quella soluzione, doveva vedere se poteva farlo senza rimetterci nel cambio.

Fabio dimostro’ il suo interesse per la proposta ma voleva prima vedere bene quali fossero anche gli accordi su tutti gli aspetti della questione e i costi prima di prendere una decisione.

Poi anche Giusi si cambio’ indossando il vestito da cameriera come tutte le altre schiave e quando in padroni furono a tavola li servirono.

Nel pomeriggio verso le quattro, Fabio condusse Laura nelle stalle, doveva prepararla per la corsa, sarebbe stata la sua iniziazione, e anche se non era una gara sperava che facesse bella figura.

Monika aveva già preparato Giusi, e l’aveva lasciata nel box agganciata al muro. Monika si offri’ di aiutare Fabio a preparare la sua puledra. Le misero la bardatura, che incorniciava i seni, e scendeva con delle cinghie fino ad una cintura, Monika prese una coda e la fece vedere ponendola davanti al volto di Laura, era munita di un fallo posticcio non molto grosso, nè troppo lungo, sufficiente a tenere la coda al suo posto, era anche ricoperto di una specie di spugna, cosi’ una volta infilato non si muove troppo. Una fettuccia partiva dalla base del fallo e si agganciava alla cintura dietro, e due piccole passavano sotto il ventre e venivano ad agganciarsi davanti “cosi’ sembrano vere cavalle” disse Monika, le code erano fatte di veri crini.

Laura era tesa e rossa in volto, due lacrime le scesero sulle guancie, e si guardava attorno disperata, come avrebbe potuto correre con quel coso infilato nel retto, inoltre era relegata al rango di animale con quella coda posticcia senti’ tutto il peso della sua vergogna in quel momento. Monika le lecco’ le guance bevendosi le sue lacrime, e accarezzandola dolcemente, e facendole delle coccole, e parlandole a bassa voce come fosse un animale consolandola e rassicurandola, ma le disse anche che era molto eccitata nel vederla cosi’ bella e agghindata come una puledra, ma se piangeva rendeva lo spettacolo ancora piu’ eccitante ancora, poi dulcis in fundo le sussurro’ in un orecchio in modo che nessuno sentisse: “piccola, se il tuo padrone ti presterà a me vedrai quante lacrime verserai, te lo prometto” a quelle parole Laura scoppio’ in singhiozzi, sentendo una terribile pesantezza e disperazione nella sua condizione, e fu in quel momento che si penti’ totalmente di aver tradito Fabio soprattutto per le conseguenze del suo gesto.

Monika le accarezzo’ l’anello dell’ano lentamente , poi vi infilo’ le dita, prima una, poi due ed infine tre, a quel punto ordino’ a Laura di aprirsi da sola le natiche cone le mani per offrirsi, e le infilo’ il fallo munito di coda e le fisso’ le cinghie alla cintura, dopo di chè invito’ Fabio ad ammirare che bella cavallina che aveva.

Le misero una capezza fatta di cinghie di cuoio, e un morso di gomma non eccessivamente grosso, Monika disse che non le piaceva quel sistema per le redini, lei infatti sulla sua schiava le fissava agli anelli che le aveva fatto applicare ai capezzoli. Poi spiego’ che da quando aveva le tette cosi’ abbellite dagli anelli erano diventate anche molto piu’ sensibili, e puo’ arrivare a farla eccitare veramente molto solo con la stimolazione delle tette, e poi appena viene stimolata per pochi secondi nella fica arriva all’orgasmo.

Monika e Fabio accompagnarono fuori Laura tenendola per una longhina proprio come una cavallina e la posizionarono davanti ad un calessino, dove venne attaccata, le fissarono le cinghie alle stanghe, ed inoltre diversamente dai sulki per i cavalli questo aveva una sbarra sul davanti alla quale venivano ammanettati i polsi.

Fabio allora inizio’ a spiegare a Laura come avrebbe dovuto comportarsi e rispondere ai vari segnali che lui le avrebbe dato, e le fece vedere la lunga frusta da dressage. Monika rientro’ nella stalla per prendere la sua schiava che era in attesa.

Nel frattempo anche gli altri stavano uscendo, Fabio fisso’ una corda alla capezza di Laura e l’aggancio’ al muro e ritorno’ nella stalla per vedere come se la cavava Monika.

Giusi era già pronta, Monika le controllo’ che tutta la bardatura fosse in ordine, attacco’ le redini agli anelli sui capezzoli della sua schiava, che non aveva il morso. Monika bacio’ Giusi sulla bocca e la schiava si offri con voluttà al bacio.

Monika si volto’ e tenendo le redini in mano si avvio’ seguita dalla sua schiava cavalla che la seguiva  a testa alta.

 

 

 

Quando tutti furono pronti, i padroni presero posto sui calessini, Filippo in testa, si disposero in fila indiana, fino al campo.

Il campo avrebbero dovuto percorrerlo seguendo il perimetro, non si poteva fare una gara, perchè c’era uno spazio lasciato a prato solo lungo il perimetro, al centro c’erano delle coltivazioni, e sullo spazio per transitare facevano fatica due calessini a stare affiancati e non in tutti i punti. In ogni caso era una seduta di allenamento in vista di una eventuale e successiva gara.

Fabio si dispose per ultimo, dietro a tutti, non aveva idea di come si doveva fare e la cosa migliore era quella di osservare e imparare. Appena sul campo aumentarono l’andatura, un giro completo era di circa 400 metri.

Alla metà del tragitto Filippo aumento’ l’andatura ancora, e cercava di aumentare sempre piu’ in un crescendo, Laura non era allenata e resto’ indietro, distanziata, quando accenno’ a diminuire la sua corsa Fabio la colpi’ con una frustata sulla natica, e allora lei riprese la sua corsa alla velocità precedente. Alla fine del giro era trafelata, non era in forma come le altre che comunque ansimavano per lo sforzo, lei comunque non avrebbe mai potuto fare una gara in quelle condizioni.

Alla sera Fabio ricevette il ciondolo di riconoscimento, e gliene fu dato uno per Laura. Filippo spiego’ a Laura che doveva portare il ciondolo sempre in vista, cosi’ chiunque ne conoscesse il significato sapeva che lei era una schiava del club disponibile per i soci, inoltre se qualche socio le avesse mostrato il corrispettivo nero, lei doveva obbedirgli ovunque si trovasse e se la voleva poteva portarla con sè e lei avrebbe fatto tutto cio’ che le sarebbe stato ordinato.

Il suo corpo non le apparteneva ed era a disposizione di qualsiasi socio che avrebbe avuto il diritto di usarla come meglio credeva.

Quella sera prima di separarsi, venne fatto un piccolo rito di benvenuto sculacciando Laura, e tutti i padroni ebbero questo privilegio, dovette dopo le sculacciate anche succhiare tutti gli uomini, ed in piu’ leccare Monika.

Poi si congedarono, Fabio e Laura andarono con Monika e Giusi, cosi’ avrebbero passato la notte assieme, uno scambio piu’ completo sarebbe eventualemente avvenuto nel proseguo della loro conoscenza. Arrivati alla casa di Giusi, le due schiave vennero fatte spogliare, Monika e Fabio si accomodarono sul divano per prendersi un ultimo bicchiere, prima di ritirarsi. Giusi si ritiro’ con Fabio e Laura con Monika.

Laura nuda attendeva silenziosa che la giovane ragazza si spogliasse, poi Monika le si avvicino’ e la prese per mano, Laura tremava non sapendo cosa le avrebbe riservato, ma l’altra si dimostro’ molto gentile e la condusse con sè nella sala da bagno adiacente, e si fece lavare, entrambe stavano nella vasca, e Laura inizio’ ad apprezzare la dolcezza della pelle di quella ragazza che era veramente molto bella.

Quando ebbe lavato e accarezzato ogni centimetro di pelle di Monika quest’ultima la lavo’ a sua volta, insistendo sulle parti intime e sui capezzoli, facendo fremere di eccitazione Laura.

Alla fine si sciacquarono e uscirono dalla vasca avvolgendosi in teli di spugna molto morbidi e delicati. Monika le disse: “sono certa che non sei abituata a fare l’amore con una donna, ma vedrai non è cosi’ brutto”.

Laura rimase in silenzio quella non era una domanda di certo, e per quanto fosse eccitata aveva paura di quella ragazza. Dal pomeriggio aveva capito di quanto dovesse essere severa come dominatrice da come le obbediva Giusi.

Sempre tenuta per mano seguendo la padrona, Laura era ora impaziente di conoscere cosa le sarebbe accaduto nelle mani di quella giovane e sapeva che avrebbe obbedito ad ogni richiesta. Sul letto Monika la fece distendere, e le ordino’ di tenere la gambe ben spalancate, poi la bacio’ sulla bocca, e con una mano le accarezzava l’inguine, la fica di Laura si bagnava di succhi, era una cosa perversa essere li’ abbandonata e obbediente come un animaletto spaventato dagli eventi, con le gambe spalancate in una muta offerta. Lei non era una donna ma solo la schiava che si offre alla padrona come meglio crede quest’ultima senza pensare solo l’obbedienza conta e la sua fica era fradicia di umori perchè malgrado la vergogna e forse proprio per questo la sua eccitazione aumentava.

Monika le parlava come le aveva parlato nel pomeriggio come fosse un animale domestico una cagnetta da rassicurare, e le diceva che era bella e arrendevole e che non le avrebbe fatto male se obbediva sempre ai suoi ordini. Tutto cio’ continuando ad accarezzarla. La voce di Monika la ipnotizzava, quando Monika si mise sopra di lei girata in modo che la sua fica fosse sopra il suo volto si tuffo’ a leccare quella fica altrettanto bagnata della sua. Senti’ che anche Monika la leccava e si persero in un sessantanove fino ad accasciarsi sfinite dall’orgasmo.

Invece Fabio aveva a disposizione Giusi la gelida Giusi che in fondo gelida non era di certo. Aveva i capezzoli ingioiellati con degli anellini d’oro che le impreziosivano il seno sodo, i capezzoli erano quindi duri praticamente in permanenza sollecitati da quei anelli, e comunque con un solo tocco si indurivano istantaneamente.

La tocco’ con goloso piacere, le parlo’ chiedendole se era pronta ad obbedirgli come alla sua padrona, e lei rispose che era la sua schiava devota e sottomessa fino a quando alla sua padrona sarebbe piaciuto.

Fabio le disse: “sei ben addestrata, da quanto tempo sei la schiava di Monika?”.

“da tre anni padrone”,  “e tuo marito lo sapeva?”, “no, lo ha scoperto solo sei mesi fa, per questo abbiamo deciso di divorziare”.

“e come è iniziata questa storia?”, “io ho sempre avuto delle tendenze verso il mio stesso sesso, e questa ragazza è venuta a lavorare da noi come segretaria, aveva avuto una storia con una donna e la dominava, questa donna era una mia cliente, e per questo quando si lasciarono lei venne a chiedere lavoro da me, che mi aveva incontrato un paio di volte, aveva vent’anni, e poi una sera eravamo sole in ufficio e mi doveva aiutare nella stesura di una pratica, si accorse di un mio errore, che avrebbe costato al mio cliente la perdita della causa, lei lo registro’ prima e al mattino dopo quando doveva iniziare l’undienza mi disse che aveva trovato un errore ed il documento che mi serviva ce l’aveva lei, voleva sapere quanto avrebbe avuto importanza per me vincere quella causa, temevo un ricatto, le dissi che le avrei dato qualsiasi cifra, ma lei si mise a ridere e mi disse che non voleva i soldi, voleva me. Rimasi scioccata e allora mi disse che mi avrebbe dato il documento che mi serviva solo se quella sera fossi andata con lei a cena e poi a casa sua. I miei  piu’ inconfessabili desideri si stavano avverando, mi ero sempre vergognata dei miei istinti sessuali, ma quella volta mi dissi che ero giustificata dalle circostanze, e cosi’ quella sera uscii con lei, e passammo la nostra prima notte assieme, da allora i nostri incontri si fecero sempre piu’ frequenti e lei lentamente mi assogetto’ al suo volere, sono diventata la sua schiava in modo molto naturale, mi ero innamorata e volevo appartenerle, e da sei mesi siamo unite come non lo siamo mai state”.

Fabio le disse che la voleva e che le piaceva e Giusi si concesse in modo totale abbandonandosi e concedendosi secondo i desideri della sua padrona dando soddisfazione a Fabio. 

Lui gusto’ il sapore della sua fica e poi la penetro’ lentamente fino a essere dentro di lei fino alla radice, era calda e stretta, e inizio’ a montarla come se non facesse l’amore da anni, era infoiato al pensiero di possedere questa donna che aveva desiderato molti anni prima senza successo, e ora lei una schiava si faceva montare da lui, sottomessa come solo una schiava sa essere. Era una situazione estremamente eccitante.

Passo’ una notte di fuoco, e ogni tanto si svegliava e ricominciava, e Giusi ogni volta si concedeva con trasporto senza negargli nulla, la sodomizzo’ con forza e lei lo accolse aprendosi totalemente, era certo stata addestrata anche a quelle intrusioni. Se lo fece succhiare fino a godere nella sua bocca e lei ingoio’ come richiesto la dose di sperma che lui le dono’. Fu veramente una notte fuori dall’ordinario per Fabio.

L’indomani mattina a colazione tutti e quattro avevano l’aria stanca, e le occhiaie che testimoniavano la notte di fuoco appena trascorsa.

Le due schiave collaborarono a preparare la colazione poi iniziarono a chiarire i vari punti inerenti alla possibilità di condividere l’ufficio. Giusi molto professionale gli diede tutte le indicazioni in merito ai costi che era necessario sostenere e in ufficio aveva tutte le ricevute da fargli vedere, lei avrebbe dovuto comunque trovare un altro avvocato con il quale dividere i costi dell’ufficio che era troppo grande per un avvocato solo, e dividerlo con lui sarebbe stato meglio che con uno sconosciuto.

Fabio dal canto suo era contento di questa soluzione, ma ci voleva un po’ per mollare il vecchio ufficio, informare gli altri che se ne andava almeno con un minimo preavviso quindi il suo trasferimento non poteva avvenire prima del prossimo mese.

Presero quindi gli accordi in tal senso, un mese di tempo per organizzarsi e fra un mese avrebbe iniziato a lavorare nello stesso studio di Giusi. Monika chiese a Fabio se ogni tanto si potevano vedere, le era molto piaciuta Laura, e inoltre se voleva poteva già iniziare lei ad ambientarsi nel nuovo ufficio cosi’ avrebbe avuto una segretaria già addestrata al momento del suo insediamento, non avrebbe avuto necessità di assumere altro personale al momento.   Fabio si congratulo’ con lei dicendo che aveva avuto una idea magnifica, anche lui aveva pensato di portarsi sua moglie in ufficio come segretaria, in fondo anche se per un assicurazione aveva già una certa esperienza impiegatizia, e cosi’ nell’ufficio non ci sarebbero stati estranei, questo apriva delle prospettive interessanti.

L’indomani Laura ando’ nell’ufficio di Giusi dove venne accolta da Monika, che le fece visitare l’ufficio, e le mostro’ dove avrebbe potuto sistemarsi e poi anche quale sarebbe stato l’ufficio di suo marito.

Poi le diede le istruzioni in merito ai suoi compiti, al momento era importante ricevere le telefonate e registrare le richieste di appuntamento, avevano un agenda dove tutto veniva segnato in questo modo si evitava di fare accavallare gli appuntamenti, non piu’ di tre al giorno considerando che non sempre gli avvocati sono presenti perchè devono andare in Tribunale per le udienze.

Nel caso vi siano casi urgenti si possono accettare ma solo dopo le cinque e non oltre le sette.

I nuovi clienti vanno registrati in una cartella una volta che il legale ha accettato di occuparsi del suo caso, e all’interno viene segnato tutto, le udienze e gli appuntamenti e copia di ogni lettera che viene inviata per lui o allo stesso e le relative parcelle.

Laura dimostro’ di come si muoveva bene nell’oraganizzazione dell’ufficio e Monika era una capa molto competente ed efficiente sapeva muoversi ad occhi chiusi e ricordava tutto come se avesse un computer nel cervello. Era molto professionale e pensava che avrebbe abusato della sua posizione di dominatrice visto il tipo di sodalizio esistente, invece sul lavoro si comportava da vera lavoratrice, e con i clienti era molto distaccata e cortese anche nell’introdurli in ufficio dall’avvocato, Giusi era la sua schiava ma era anche una donna che aveva una professione e siccome l’amava non l’avrebbe mai danneggiata professionalmente. Nessuno avrebbe mai potuto sospettare un rapporto particolare tra di loro.

Passo’ un mese e Fabio potè trasferirsi nel nuovo ufficio e Laura gli fece gli onori di casa, per cosi’ dire assieme a Monika.

Fabio era abbastanza contento di questa nuova soluzione, erano solo in due avvocati e questo gli permetteva di avere meno concorrenza inoltre Giusi era esperta soprattutto di questioni civili ma in particolari commerciali, mentre lui era piu’ interessato al diritto penale, in questo modo si completavano.

La prima settimana passo’ piacevolmente, Laura si era dimostrata molto efficiente, e quindi non rimpiangeva di averla scelta come segretaria.

A casa la loro vita trascorreva secondo i riti prestabiliti, oramai appena a casa lei si spogliava, e preparava da mangiare, poi si metteva a disposizione di suo marito, spesso prima di cena Fabio le faceva fare ginnastica, ciclette ed altri esercizi. Aveva preso l’abitudine di accompagnarla a correre al mattino appena alzati di buon ora e Laura sapeva che era per la gara alla quale voleva farla partecipare.

Laura aveva adesso molto piu’ fiato le aveva proibito di fumare, non che fumasse molto ma comunque l’aveva fatta smettere, le disse che non si addiceva ad una schiava, e lei si era piegata, anche se alcune volte aveva fumato di nascosto.

Laura pero’ alla fine visto la ginnastica che le faceva fare, smise del tutto di fumare e si sentiva meglio fisicamente correva piu’ leggermente e aveva piu’ resistenza, le prime volte non arrivava a percorrere tutta la distanza ma adesso faceva agevolmente dieci chilometri.

Giusi si allenava anche lei, e forse con maggiore severità sotto la guida di Monika, con Fabio un paio di volte erano andati a casa di Giusi dove aveva la sua palestra privata e avevano fatto allenamento assieme, Monika teneva Giusi nuda e con una frusta da dressage la incitava appena la vedeva rallentare, che fosse sulla ciclette o sul vogatore e anche sul tapis-roulant.

Aveva deciso di fare la maggior parte dell’allenamento in casa perché fuori non poteva andarci con la frusta, avrebbero attirato l’attenzione e Giusi era conosciuta in zona non voleva dare scandalo.

Fu cosi’ che passarono un periodo assieme per gli allenamenti prima di ritornare nella fattoria per la famosa gara con le altre schiave del club di amici al quale avevano aderito.

 

 

 

Fabio fisso’ un appuntamento da Lea, alla boutique di lingerie, la quale fu felice di sentirlo e si lamento’ con lui per quella sua assenza prolungata, aveva pensato che non gli andava piu’ di chiamarla. Fabio le spiego’ che aveva traslocato con l’ufficio e per questo era stato molto impegnato, pero’ non si era dimenticato della proposta se voleva far fare delle prove con abbigliamento intimo alla sua schiava lei gli si era detta disponibile.

Per questo porto’ Laura e anche Giusi assieme a Monika nella boutique di Giusi, dopo l’orario di chiusura.

Quella sera Lea si era vestita in modo molto elegante per ricevere Fabio, aveva un reggiseno nero coprente, e sopra una camicetta nera trasparente chiusa al collo con un laccetto, e senza altra chiusura, infilata in una gonna nera fasciante in tessuto elastico ovviamente appena si muoveva la camicetta stretta al collo si apriva nella parte inferiore per tutta la lunghezza, era si’ infilata nella gonna, ma non era tenuta tesa.

Monika fece l’occhiolino a Fabio dicendogli che la signorina aveva fatto di tutto per essere seducente di sicuro per lui, e riteneva che fosse una buona candidata per diventare la sua seconda schiava.

Lea era molto seducente e anche molto amiccante nei confronti di Fabio sorridente e pronta a dargli ragione su ogni cosa come una donna che si stia praticamente offrendo ad un potenziale pretendente.

Fabio desiderava che Laura e Giusi facessero una sfilata per loro, e cosi’ si recarono sul retro, Monika ordino’ alle due schiave di spogliarsi cosa che entrambe fecero prontamente, tolti i vestiti sotto erano nude, l’operazione non duro’ piu’ di qualche secondo.

Lea porto’ alcune scatole e cosi’ si divertirono a fare loro indossare alcuni capi di biancheria, molto audaci, dei corsetti che stringevano la vita in modo da togliere il fiato, nonchè alcune mutandine aperte, e dei reggiseni che in realtà erano solo fatti del contorno per i seni per farli semplicemente risaltare di piu’.

Fabio fece i complimenti a Lea per il tipo di indumenti che era riuscita a trovare, e lei arrossi’ di piacere per aver accontentato Fabio dal quale era ovviamente attratta.

Allora si profuse in spiegazioni su come si era recata in giro da vari fornitori e cosi’ disporre di una serie di campioni in boutique per varie esigenze, non aveva acquistato merce perchè non poteva permettersi di avere un deposito eccessivo di merce senza la certezza di venderla, in fondo erano capi molto particolari.

Fabio le chiese se lei ne avesse provato qualcuno, e arrossendo Lea disse di si’, Fabio insisté, voleva sapere se indossava uno di quei capi adesso. E con un soffio Lea sussurro’ di si’.

Fabio le disse che voleva vedere come si era vestita sotto, ma Lea gli sussurro’ all’orecchio che si vergognava davanti agli altri, forse se fossero stati soli lo avrebbe fatto volentieri.

Fabio insisté e le disse che erano solo tra amici, “le due schiave non contano loro sono già nude praticamente, e Monika è una cara amica priva di pregiudizi ed è la padrona di Giusi che è li’ nuda davanti a te e puoi notare quanto sia bella e intrigante forse avremmo piacere nel vederti, sei una donna bellissima e cosi’ daremo un piccante avvio alla nostra serata che spero si prolungherà”

Lea slaccio’ la camicetta al collo e si abbasso’ la gonna tenendosi coperta da Fabio che davanti a lei la osservava divertito del suo imbarazzo. 

Con grazia se la tolse e rimase con le braccia lungo il corpo, aveva calze nere con reggicalze nero in vita ed un tanga ridottissimo sempre nero con una rosa ricamata davanti. Fabio le disse di girare su se stessa e Lea si giro’, appena lei fu di spalle lui le accarezzo’ le natiche e l’abbraccio’ da dietro e le disse che aveva un culo favoloso, le slaccio’ il gancetto del reggiseno e glielo sfilo’, Lea si lascio’ togliere l’indumento, poi le sfilo’ il tanga, dicendole che era meglio ammirare le calze su un pube nudo, Lea respirava affannosamente,, eccitata da quello che Fabio le faceva.

La fece girare e vide che aveva i capezzoli duri e tesi, cosa che fece piacere a Fabio, allora le disse di farsi ammirare fece un passo indietro, e la complimento’, le chiese se si era curata i peli pubici per lui, e Lea fece un cenno affermativo del capo. Aveva un triagolino di peli che lasciava vedere il taglio della passerina erano stati sfoltiti parecchio e l’inguine depilato in modo da poter indossare capi ridotti.

A quel punto Fabio si sposto’ di lato e le prese una mano per farle coraggio, Monika e le due schiave ammirarono la bella Lea, che non sfigurava per niente nei loro confronti, Fabio la fece camminare lentamente sempre tenendola per mano, Lea si muoveva un po’ titubante, ma man mano che andava avanti e indietro nella sala, cominciava ad abituarsi alla sua nudità esibita.

Fabio le chiese di continuare da sola e Lea lo fece, poi le ordino’ di ancheggiare, e Lea obbedi’ ancheggiando come una troia di strada.

Monika disse all’orecchio di Fabio che quella era in calore e non vedeva l’ora di concedersi a lui totalmente, “se ha fatto questo è perchè vuole andare oltre, ed è disponibile”.

Fabio penso’ che poteva essere vero, e cosi’ fecero dandole per prima alcuni ordini, in merito ad alcuni indumenti che gli erano particolarmente piaciuti, lo stesso fece Monika, versarono anche un acconto, e poi chiesero a Lea di andare a cena con loro, la quale accetto’ volentieri. Fabio pero’ pretese che non indossasse biancheria intima, né il reggiseno né il tanga, ma la camicetta trasparente andava bene, le disse.

Lea obietto’ che quella camicetta era indecente senza nulla sotto, ma Fabio l’abbraccio’ e la bacio’ sulla bocca con passione e le disse: “su obbediscimi”.

Lea abdico’ e indosso’ la camicetta sul corpo nudo, poi si recarono a cena in un ristorantino elegante fuori città, dove Lea si senti’ in estremo imbarazzo, era praticamente piu’ nuda delle due schiave che avevano un abbigliamento sexy, ma non trasparente, si tenne sempre vicina a Fabio attaccandosi al suo braccio come in cerca di protezione, con enorme invidia e gelosia si Laura che faceva sempre piu’ fatica a sopportare Lea, soprattutto di come si mostrava appiccicosa.

Il proseguo della serata fu comunque assai allegro, e bevvero tutti parecchio eccetto Fabio che voleva essere sobrio per guidare.

Quando rientrarono erano quasi le undici di sera, e depositate Giusi e Monika a casa loro egli prosegui’ e rientro’ con Laura e Lea al suo appartamento.

Lea quando fu ora di ritirarsi in camera chise a Fabio di mandare via la schiava ma Fabio era di tutt’altra opinione, e disse che quella notte avrebbero fatto uno sforzo per stare tutti assieme in armonia.

Lea fece un po’ il broncio ma lui le assesto’ una manata sulle chiappe ordinandole di spogliarsi, e lei con un lamento sopporto’ la pacca e si denudo’ restando solo con il reggicalze, nel frattempo anche Laura senza necessità di ordini si era spogliata e attendeva le decisioni del suo signore e padrone.

Fabio prese Lea e la fece sedere sul letto, poi le disse che voleva averla questa notte in  modo totale, quindi le avrebbe preso la sua verginità anale, che l’altra volta si era rifiutata di dargli, Lea arrossi’ e lo supplico’ di non farlo che era troppo doloroso, e che non desiderava farlo, allora lui le chiese se era li’ perchè lo voleva oppure preferiva andarsene.

Lea gli rispose: “oh tu mi piaci tanto, credo di essermi innamorata, non lo so’ ma ho molta paura della sodomia, ti supplico” ma la sua supplica non parve a Fabio vera la sua voce era roca ed eccitata, allora lui le disse che avrebbe usato una crema e il dolore sarebbe stato sopportabile.

“adesso mettiti sul letto in ginocchio da brava”, e Lea obbedi’ mettendosi come le era stato ordinato, Laura prese dal comodino una crema lubrificante e si accinse su indicazione del suo padrone a ungere e rendere piu’ malleabile e morbido il buchetto della bella Lea, che teneva le natiche protese all’infuori in una muta offerta.

Laura guardo’ il suo padrone che osservava il suo operato, e gli disse: “padrone dovrebbe aprirsi le natiche con le mani per rendere piu’ agevole il massaggio, se lei è d’accordo” Fabio assenti’.

Laura disse a Lea di appoggiare le spalle sul letto, e con le mani di aprirsi le natiche Lea si vergognava ma godeva era bagnatissima e si apri’ quindi oscenamente le natiche esponendo in quel modo l’anello rosso scuro dell’ano.

Laura massaggiava lentamente con un dito spalmando la crema nel buchetto poi introdusse un altro dito, come avevano fatto con lei la prima volta che era stata inculata se lo ricordava bene e poi un terzo, Lea si lamentava ma era ovvio che i suoi lamenti erano fatti solo per non dover ammettere che godeva della carezza che subiva come una vittima, ma era piu’ che eccitata.

Fabio interruppe il lavoro di preparazione di Laura, e si avvicino’, Laura gli prese il pene in mano, poi ne bacio’ la punta e lo indirizzo’ sullo sfintere di Lea, e aiuto’ Fabio a penetrare nella tana stretta di Lea, la quale lancio’ un urletto piu’ di paura che altro sentendo la cappella appoggiarsi sul suo ano.

Fabio le disse di offrirsi e di non irrigidirsi, Lea cerco’ di rilassarsi il piu’ possibile, e Fabio spinse, e penetro’ nell’ano ben lubrificato, la crema ed il massaggio di Laura avevano preparato a fondo il buchetto preparandolo alla penetrazione, quando Fabio fu in fondo sbattendo con le palle contro le natiche di Lea questa alzo’ la testa di scatto e mando’ fuori l’aria dai polmoni con un rantolo.

Ti prego che male, fai piano, Fabio si ritiro’ di un paio di centimetri per fare distendere il muscolo anale di Lea. Rimase immobile poi piantato nel suo retto, provando un enorme piacere nel sentirsi padrone di quel corpo.

Appena senti’ Lea rilassarsi e cominciare a muoversi desiderosa di proseguire allora ruppe ogni indugio e comincio’ a pompare con forza consampevole che le faceva male ma anche che Lea stava provando piacere da quella sodomia violenta, la pompo’ per alcuni minuti prima di venirle con violenza nel retto, quando usci’ alcuni getti caddero sulle natiche della donna, che Laura si affretto’ a ripulire con la lingua, una deliziosa servetta Laura oramai totalmente soggiogata ai desideri del suo padrone, non aveva nemmeno bisogno di parlare che lei agiva come se fossero una persona sola.

Lea aveva avuto un potente orgasmo sotto quell’assalto dimostrando di essere una donna molto calda e desiderosa di fare porcherie, le sue remore erano solo un paravento una finzione di circostanza per non fare vedere quanto le piacesse essere troia.

Fabio si stese di schiena e si rilasso’ totalmente il pene mezzo eretto, si rivolse a Laura e  anche a Lea dicendo loro di ripulirgli il cazzo, Lea come non aveva immaginato si sollevo’ e si sistemo’ per leccare il pene a Fabio e ripulirlo con la bocca, cosa che non avrebbe mai pensato di fare prima, oramai quella sodomia l’aveva sbloccata e praticamente contendeva a Laura il diritto di ripulire il pene a Fabio.

Le loro bocche e le loro lingue duellavano per prendersi ogni centimetro di pelle del cazzo di Fabio.

Tutto questo risveglio’ l’appetito di Fabio che ben presto si ritrovo’ in erezione, e le due donne continuavano a contenderselo cercando di gareggiare per avere una supremazia sull’altra, erano delle rivali, e ognuna pensava che l’altra avrebbe dovuto cedere il passo, Laura essendo la moglie ma anche la prima schiava aveva il diritto di precedenza, mentre Lea, riteneva che l’altra avendo accettato di essere schiava e di avere accettato che il marito la usasse in quel modo doveva farsi da parte dinanzi all’amante che le è stata preferita.

Fabio invece gioiva nel vederle rivaleggiare, e voleva spingere questo gioco per vedere se per compiacerlo sarebbero giunte a sottomettersi entrambe sempre di piu’.

Adesso pero’ lo avevano portato al punto in cui non sarebbe resistito oltre sotto le bocche avide delle due donne e sborro’ ancora una volta e le due si contesero le gocce di sperma che lui le donava alla fine si leccarono le labbra avide di sentirsi il gusto del sapore del maschio in bocca.

Fabio si accascio’ e Laura l’unica che ancora non aveva goduto, si mise a masturbarsi disperatamente per provare quel piacere che l’avrebbe placata, Lea la guardo’ esterefatta ma era eccitata, mentre l’uomo tiratosi su i cuscini si mise a gustarsi lo spetacolo che sua moglie gli dava facendo un piccolo applauso per la sua scelta di offrirsi in quel modo, Laura era con le cosce completamente aperte e si infilava le dita nella passera.

Fabio prese per i capelli Lea e le disse: “ su aiutala, leccale la fica, succhiale il clitoride e fammi vedere che sei troia fino al midollo”.

Come inebetita Lea si butto’ sulla fica della rivale e comincio’ a leccarla obbedendo a Fabio, e arrivo’ a farla godere nella sua bocca, mai prima di allora aveva leccato una donna e nemmeno era stata sodomizzata e quella sera aveva provato tutto questo facendo passi da gigante nel conoscere la perversione.

 

 

 

Lea era al suo lavoro, e attendeva ansiosa la visita di Fabio, lui dopo la nottata in cui l’aveva sodomizzata, non l’aveva piu’ richiamata, mentre lei desiderosa di rivederlo gli aveva lasciato moltissimi messaggi nella segreteria.

Quella mattina l’aveva richiamata dicendole che sarebbe passato dalla sua boutique, e alla chiusura l’avrebbe portata a cena fuori.

Quando arrivo’ era passata l’ora di chiusura da almeno dieci minuti e Lea aveva messo il cartello chiuso alla porta e dato una mandata di chiave ma lasciando le luci accese fingendo di controllare i conti, in verità non riusciva a vedere i numeri, si chiedeva se lui fosse veramente arrivato o non l’avesse presa in giro.

Ad un certo momento sussulto’ sentendo bussare al vetro della porta, era lui, le fece un sorriso ed un cenno della mano, e Lea si precipito’ ad aprire, spostatasi per farlo passare appena chiusa la porta si ando’ a stringere a lui desiderosa di essere baciata, alzo’ il volto verso Fabio che era piu’ alto di almeno venti centimetri e si mise in punta di piedi porgendogli la bocca, Fabio la bacio’, fu un bacio lungo e umido in cui lui prendeva possesso della sua bocca, e lei gli si concedeva come una cortigiana al suo signore.

Quando Fabio si stacco’ da Lea, delusa emise un sospiro, e gli disse: “passerei delle ore tra le tue braccia a baciarti”.

Fabio sorrise, e presala per mano la condusse nel retro, le disse che voleva scegliere qualcosa di molto sexy per la cena di quella sera.

Lea, tiro’ fuori un po’ di baincheria intima di quella particolare ricevuta da poco, piu’ adatta ad un sexy shop che a un negozio di intimo.

Le fece indossare un perizoma nero con ricamo in argento sulla parte centrale trasparente sempre su trama nera, un reggiseno che incorniciava i seni lasciandoli scoperti ma mettendoli in evidenza, delle calze autoreggenti nere con la riga posteriore, molto belle, che le arrivavano molto in alto, poi le disse di mettersi un vestitino leggero sempre nero, con spalline finissime non troppo scollato, ma molto corto arrivava appena sotto il bordo delle calze.

Poi indosso’ un giacchino leggerissimo che era piu’ lungo del vestitino, con un  solo bottone all’altezza dell’ombellico.

Le disse di truccarsi pesantemente soprattutto la bocca, dicendole che doveva fare pensare al peccato la sua bocca, alla passione bruciante percio’ Lea uso’ un rossetto molto marcato di un rosso che spiccava con il pallore della sua carnagione, un po’ di ombretto sugli occhi, un contorno occhi nero.

“Adesso sei pronta come ti desidero” le disse Fabio.

Chiuse il negozio e si avviarono, l’auto di Fabio andava veloce e uscirono di città si diressero ad un locale molto isolato, dove Lea non era mai stata.

Entrarono e vennero accolti da un cameriere molto elegante con un vestito nero e papillon, che gli fece strada, fino ad un tavolo lungo la parete in fondo alla sala, c’erano pochissimi clienti, e lungo la parete i tavoli erano tutti separati da delle finte pareti fatte di  canne intrecciate e di piante, dando cosi’ un idea di intimità molto romantica penso’ Lea.

Fabio ordino’ per entrambi, poi le chiese di andare con lui al bagno, lei si alzo’ e lo segui’ nel bagno degli uomini, allora le chiese di sollevarsi il vestito e di fargli vedere la fica.

Lea esito’ chiedendogli se non era una cosa pericolosa, magari poteva entrare qualcuno, e sarebbe stato uno scandalo. Lui le disse che da quello che avrebbe fatto dipendeva il proseguo della loro relazione. Lea si alzo’ la gonna e scosto’ il perizoma, facendogli vedere la passera che si apriva luccicante di umori incorniciata dal pelo scuro e setoso.

Lui le disse che era meglio se lo toglieva il perizoma, e lei lo fece scivolare lungo le cosce per poi  sfilarlo prima da un piede e poi dall’altro. Fabio si avvicino’ e le disse che lo avrebbe tenuto lui e se lo mise in tasca.

Poi la fece voltare e piegare in due dicendole di fissare arrotolandola la gonna in vita e poi di aprirsi le natiche per esporre il suo ano.

Lea lo aveva fatto obbediente, e senti’ le dita di Fabio accarezzarle il buco dello sfintere con un dito umido poi un altro dopo un po’ che lo aveva ammorbidito senti’ qualcosa di freddo e duro, ma rugoso che le forzava il retto. Lui le disse rilassati, e penetro’ con forza violando il suo ano, che si era da poco ripreso dalla sodomia di alcuni giorni prima, fu quando era totalmente penetrata che senti’ la porta del bagno aprirsi, si sollevo’ abbassandosi le gonne colta dalla vergogna, ma Fabio le disse che doveva rimettersi in posizione ed esporre le sua terga. Lei non si era girata quindi non vedeva chi era entrato, ma sentiva la presenza di qualcuno, e si vergognava da morire era certa che l’aveva vista mentre veniva sodomizzata da un oggetto, e questo la fece stare male, ma visto che il suo rapporto con Fabio dipendeva da questo decise di sottomettersi e si rimise nella posizione precedente.

Fabio le alzo’ la gonna e invito’ la persona che era entrata ad avvicinarsi e facendo commenti su di lei come se si trattasse di una puttana parlando delle sue parti intime come di una merce di qualità, e chiese all’uomo se desiderava averla, per duecento mila lire avrebbe potuto averla. L’uomo parve acconsentire senti’ il fruscio delle banconote, e Fabio che le contava, si disse che era proprio pazza, ma non osava muoversi, prostituita dentro un cesso di un  ristorante, era accaldata e sentiva che il sangue le era affluito al volto, poi senti’ l’uomo che con le dita le toccava la passera e si accorse con vergogna di essere bagnata. Fabio disse: “prego si metta il preservativo” senti’ l’uomo armeggiare e poi la sua verga dura che si faceva strada dentro di lei e la penetrava.

Fabio le si accosto’ all’orecchio dicendole: “mi raccomando niente storie il cliente ha pagato e deve divertirsi”.

Lea non disse una parola si appoggio’ meglio con le mani alla parete e attese di essere usata come una qualsiasi prostituta. L’uomo si diede da fare e lei non riusciva a capacitarsi del fatto di godere di quel trattamento, e infatti colava ciprigna in abondanza lubrificando il passaggio e permettendo al cazzo che la penetrava di muoversi con enorme facilità.

Dopo alcuni minuti che la stava pompando se ne venne, e lei godette, piu’ al pensiero di quello che aveva fatto che non per la scopata in sé.

L’uomo era uscito dalla sua fica e si era ritirato in un bagno chiudendo la porta, Fabio allora la fece rialzare le diede qualche foglio di carta per asciugarsi le mani e per permetterle di asciugarsi tra le gambe, le ordino’ di rimettersi in ordine, una volta ripulita alla meglio e ritoccato il trucco ritornarono al loro tavolo, Fabio le chiese di sollevare la gonna e di sedersi a culo nudo sulla sedia, Lea oramai era troppo succube di lui per rifiutare, e poi tutto questo oramai la stava eccitando sempre di piu’, avrebbe voluto dare un occhiata dietro di lei per vedere chi usciva dai bagni curiosa di sapere chi fosse il cliente che l’aveva scopata per cinque minuti per una cifra di duecento mila lire, il che era una cifra ragguardevole.

Attese ma non riusci’ a osare spostarsi, senti’ forse il rumore della porta dei bagni che si apriva ma arrivo’ il cameriere con le portate, e quindi non poté capire chi poteva essere colui che l’aveva avuta.

Finita la cena ed il dessert, Fabio le disse che sarebbero andati a ballare in un localino notturno della zona.

Uscirono e prima di salire in auto le disse di togliersi il vestito e di indossare quella giacca lunga soltanto. Lea cerco’ di obiettare che avendo un bottone solo sarebbe stata oscena ad ogni passo si sarebbe visto che sotto era praticamente nuda, ma Fabio fu irremovibile, le disse che o si sottometteva o la riportava a casa.

Lea cedette anche questa volta, pero’ si era eccitata e le sue proteste erano piu’ per la forma che per sostanza, volendo cercare di salvare le apparenze, ma Fabio glielo rinfaccio’, dicendole che doveva smetterla, si era appena prostituita con uno dentro al cesso e ora faceva storie per un abbigliamento osé.

Lea si spoglio’ consegno’ l’abito a Fabio e poi indosso’ la giacca che le arrivava a metà coscia, ma che avendo un solo bottone era molto scollata lasciando intravvedere i seni che spingevano la stoffa e ad ogni passo si apriva sul davanti in basso facendo vedere le calze e il triangolo del pube.

Fabio le ricordo’ di sedersi a culo nudo sul sedile e che doveva sedere cosi’ in ogni circostanza. Lea noto’ che in quel modo i lembi della giacca cadevano ai lati esponendola totalmente, e arrossi’ di vergogna e di un abietto piacere che si stava insinuando dentro di lei.

Arrivarono ad un locale che pareva una villa, salirono gli scalini per giungere ad un pergolato, una portone chiuso al quale suonarono e si apri’ con un rumore metallico, un corridoio corto e un altra porta, Fabio pago’ allo sportello e il cassiere premette un tasto e la porta si apri’, entrarono , vi erano luci soffuse e molte donne seminude come lei, ma quelle erano di certo entraîneuses che alvoravano li’, perchè c’erano tre o quattro uomini seduti al banco che ammiccavano e un paio di quelle si erano avvicinate a loro cercando di convincerli a farsi offrire da bere.

Fabio la prese sottobraccio, una cameriera si avvicino’ e gli chiese se volevano accomodarsi in sala Fabio assenti’ e sempre tenendola per mano si accomodarono ad un tavolo la sala era in penombra le illuminazioni permettevano a malapena di vedersi e c’era un palco, era un vero night e lui l’aveva portata li’, quelli che la vedevano l’avrebbero scambiata per una di quelle e magari lui si sarebbe divertito a farlo credere.

La musica in sottofondo non disturbava, portarono una bottiglia di champagne con due coppe, Lea era seduta come ordinato e la cameriera aveva notato la sua tenuta senza battere ciglio.

Era quasi mezzanotte e lo spettacolo stava per iniziare, si misero comodi e assistettero ad alcuni spogliarelli con balletto, alcune erano particolarmente belle e brave, ci fu uno spettacolo anche di un balletto etnico era un gruppo caraibico, molto bello e con una coreografia interessante.

Alla fine Fabio le disse di andare al banco a ordinare due caffé, Lea chiese se non era meglio che attendessero la cameriera, ma lui le disse che voleva che lei attraversasse la sala e andasse al banco del bar a chiedere due caffé.

Lea con la morte nel cuore si alzo’ adesso la sala era ben piena e le luci si erano alzate perché lo spettacolo era finito, ma a testa bassa si reco’ a ordinare i caffé e poi ritorno’ al tavolo, qualcuno le aveva fatto qualche invito e qualche battuta non molto elegante alla quale lei arrossi’ ma cerco’ di essere veloce e di ritornare a sedere al tavolo dove Fabio l’attendeva.

Dopo il caffé, Fabio si alzo’ e la invito’ a seguirlo sulla pista per ballare un lento, cosi’ facendo tutti avrebbero potuto vederla bene e mentre lui le passava il braccio intorno alla vita la giacca si alzo abbastanza per fare vedere la carne sopra le cosce e un lembo si era spostato quel tanto da restare aperto sul suo inguine, per fortuna coperto in parte dal corpo di Fabio che era davanti a lei.

Lea teneva gli occhi bassi, e arrivati sulla pista altre coppie con delle entraîneuses li imitarono.

Fabio era contro di lei e la teneva stretta, cosi’ mentre le accarezzava le natiche che con la carezza e con le sue braccia intorno al collo di Fabio erano esposte in parte facendo vedere a tutti che sotto era nuda, e lui le continuava ad accarezzare, rendendola folle di eccitazione, e il suo pene era eretto e le premeva contro il suo ventre.

Lea gli disse: “ho tanta voglia di andarmene perché voglio sentire il tuo cazzo dentro di me, ho voglia che mi scopi, sono una porca e desidero che mi tratti da troia, portami a scopare ti prego”. Lea oramai era partita e la sua inibizione messa da parte solo il desiderio contava in quel momento.

Fabio benché eccitato anche lui voleva prolungare il piacere di vederla esibirsi senza pudori, e ballarono per una mezz’ora, stavano andandosene quando qualcuno si avvicino’ e chiese se poteva concedergli un ballo, ma non si era rivolto a Lea ma a Fabio  forse intuendo che c’era uno strano rapporto tra di loro. Ma Fabio rispose che forse sarebbe stato per un altra volta, per quella sera dovevano andare.

E si accomiatarono, uscirono e risaliti in auto Fabio noto’ che con naturalezza Lea si era sollevata la giacca per mettersi a culo nudo sul sedile, senza doverglielo ricordare.

Percorsero rapidamente la strada fino a casa di Fabio, dove salirono e si diressero in camera da letto, Lea curiosa chiese: “ ma la tua schiava non c’é?”.

“La mia schiava sei tu, adesso”. Lea si strinse a lui colma di desiderio e già eccitata dalla serata, si tolse la giacca, e aiuto’ Fabio a spogliarsi dopodiché sul letto iniziarono una battaglia d’amore, eccitati entrambi si buttarono sulle bocche avide di baci e di sentire le lingue l’uno dell’altra.

Fabio inizio’ a leccare le tette e a strizzare i capezzoli di Lea che oramai era completamente partita e non ragionava piu’ se non con i sensi ed il desiderio di sentire il pene di lui in ogni buco. Quando Fabio la giro’ per sodomizzarla lei si offri’ in modo assolutamente spontaneo allargandosi da sola le natiche in modo che Fabio la liberasse dal dildo l’ano per sostituirlo con il suo cazzo, che lei bramava, offrendo alla vista il suo ano palpitante e umido a causa degli umori e del sudore che le era colato tra le natiche, il suo era desiderio puro, voglia di essere presa e incito’ Fabio a prenderla con forza che era sua e poteva farle tutto quello che voleva.

Fabio appoggiato all’ano tenuto aperto dalle dita di Lea, spinse e penetro’, arrivo con un solo affondo dentro fino alla radice sbattendo con le palle sulle natiche di Lea che lancio’ un urletto misto di dolore e piacere, e andandogli incontro supplicandolo di sbatterla e incularla da vera troia quale si sentiva di essere.

Le parole che mai forse in vita sua aveva mai detto ad alcuno e che non avrebbe mai immaginato di dire adesso le uscivano a valanga dalla bocca, insultandosi da sola con epiteti tra i piu’ volgari che riusciva a trovare, Fabio non restistette a lungo a quella furia tutti i suoi sensi erano stati stimolati quella sera e le riverso’ una sborrata bruciante nel retto, in quel momento tanto atteso anche Lea godette con lui, piu’ per il piacere perverso di quanto stava facendo che per l’azione troppo breve dell’inculata.

Si giro’ subito appena le fu uscito e se lo mise in bocca succhiandolo come una indemoniata.

Quando l’ebbe sentito indurirsi di  nuovo sotto i colpi di lingua esulto’ come se avesse vinto un premio, e si mise a cavalcioni su di Fabio per impalarsi da sola, se lo infilo’ tutto fino in fono lasciandosi cadere di peso dopo averlo appoggiato all’ingresso della sua vagina. Fabio ebbe un sospiro, la troia lo stava consumando, ma era contento era cosi’ troia che sarebbe stata la sua seconda e devota schiava, per allargare il suo dominio.

Lea si impalava da sola, traendo un enorme piacere nel sentirsi riempire, stava andando verso l’orgasmo, e si sciolse, appena ebbe goduto si fermo’ assaporando per alcuni attimi il senso di riempimento che le dava la verga di Fabio.

Lui era ancora duro e non voleva godere, era felice di averla vista godere, il suo volto era stravolto dall’orgasmo, era molto calda, e questo favoriva i suoi piani.

Le disse, di sfilarsi il cazzo dalla fica e impalarsi da sola nel culo, Lea, si sollevo’ si giro’ in modo da offrirgli la vista delle sue natiche, Fabio l’aiuto’ allargandogli le natiche ed esponendo il fiore del suo ano, lei guido’ la cappella a contatto dell’ano, e poi lentamente se lo infilo’ da sola, scendendo lentamente impalandosi. “Mi sono inculata da sola, amore, sono tutta tua”. Fabio allora la tenne ferma impalata mentre lei avrebbe desiderato muoversi, e le disse: “Lea voglio che tu mi giuri totale sottomissione, perchè da questo momento mi devi appartenere anima e corpo, come la schiava e troia che desideri essere, GIURALO”.

“Lo giuro, ti appartengo, sono tua, sono la tua schiava, lo desidero, saro’ solo cio’ che tu vorrai”.

 

 

 

Lea viveva da due settimane con Fabio e Laura, condividendo con quest’ultima la sottomissione nei confronti di Fabio, il quale prestava alternativamente le schiave a Monika, la quale era molto abile nell’istruire le schiave e perfezionare il loro addestramento.

Lea ovviamente aveva la sua attività e continuava a lavorare alacremente con molti nuovi clienti che erano alla ricerca di biancheria particolare, solo alla sera si trasformava in una schiava sottomessa e devota.

Monika aveva provveduto ad allenare le schiave per la gara di trotto, sarebbero state delle magnifiche cavalline per i loro padroni.

Quando venne il sabato della gara arrivarono tutti nella fattoria dove era stata  preparata in quei due mesi la pista, ed era cominciato il periodo in cui tutti andavano in vacanza, per questo essendo ultimati i raccolti, avevano molta piu’ tranquillità per organizzare il loro particolare divertimento.

Appena arrivati, le donne sottomesse si cambiarono, in modo da poter dedicarsi secondo il loro ruolo alle varie attività, Laura era bellissima e desiderata da molti, mentre Lea era per tutti una novità.

Quindi sarebbero state richieste piu’ delle altre, Filippo chiese a Fabio di poter disporre di Laura, dal momento che era da tempo che non si erano incontrati e l’altra volta era stato solo un incontro breve, e avrebbe desiderato essere il primo a fare uno scambio con lui, gli avrebbe lasciato la sua Liliana, come dice il detto dei cavalieri “a cavaliere giovane cavallo vecchio a cavallo giovane cavaliere vecchio”, e su quel detto, si accordarono, Liliana era una donna matura ma molto attraente che dimostrava meno dei suoi anni, e la sua esperienza sarebbe stata molto gradita a Fabio, per questo motivo accetto’, in questo modo era chiaro che la corsa lui l’avrebbe fatta con Liliana, restava da affidare Lea, ma questa era talmente richiesta che non sarebbe stato difficile, trovarle un cavaliere.

Monika, chiese a Filippo se c’erano novità circa gli altri ospiti, come gli aveva preannunciato al telefono e lui le rispose che amici dalla Francia e dal Belgio sarebbero arrivati l’indomani, e anche una coppia dall’Inghilterra.

Quel giorno fu dedicato solo ai preparativi e a controllare le stalle per ospitare le cavalline appena sarebbe iniziato l’allenamento di rifinitura, insomma fu una giornata di lavoro per tutte le schiave sotto la supervisione dei padroni, erano state preparate tutte le stanze, anche per gli ospiti che sarebbero arrivati nei giorni successivi.

Filippo e Fabio convocarono assieme sia Liliana che Laura e comunicarono loro che ognuna era a disposizione dell’altro per la durata della permanenza, percio’ dovevano prendere le loro eventuali cose e trasferirle nelle stanze dei rispettivi padroni. Laura ebbe per un momento uno sguardo smarrito, ma si riprese, che suo marito rinunciasse a lei per tutta la durata della permanenza la feriva, ma almeno non le aveva preferito Lea.

Liliana invece era abituata a questi scambi, e non fece una piega se nel suo animo albergava qualche turbamento non lo diede a vedere.

Lea era stata asseganta alle cucine, assieme a Giusi, e ad altre due delle schiave, sperava di venire convocata da Fabio, ma sotto l’implacabile sorveglianza di Monika si diede da fare per non irritarla, e scordarsi di fantasticare e quindi di commettere errori o dimenticanze quella le aveva promesso di occuparsi di lei personalmente se non svolgeva i suoi compiti con diligenza.

Alla sera, Laura segui’ Filippo nella sua stanza, e Liliana Fabio, questo scambio conveniva a Fabio, avrebbe avuto modo in questo periodo di capire meglio molte cose, e per Laura di imparare anche lei da un uomo che da oltre vent’anni è un dominatore.

Liliana appena nella stanza si denuda dei succinti indumenti, e si inginocchia in attesa di ordini, Fabio le fa cenno di seguirlo nella stanza da bagno, e lei lo segue carponi, certo cosi’ era stata addestrata dal marito.

Nel bagno Fabio le chiede se deve liberarsi e lei lo ringrazia e si siede sulla tazza, ma tenendo le gambe spalancate in modo che egli abbia la totale visuale del suo ventre e di ogni dettaglio. Liliana si libera e Fabio la osserva con curiosità e le chiede di raccontargli   qualcosa sul suo addestramente e da quando non prova alcuna vergogna ad agire in quel modo.

La risposta lo sorprende, perchè con tono sommesso molto misurato Liliana gli riferisce che si vergogna ancora, solo ha imparato a non arrossire, e siccome le è stato imposto dal suo padrone di tenere questo comportamento lei obbedisce.

“Sei una brava schiava” le dice Fabio. “Grazie mio signore” la doverosa risposta di Liliana.

Poi è il suo turno di liberarsi e lei si pone vicino a lui in ginocchio in attesa di ordini, quando ha finito, lei gli chiede se desidera che glielo asciughi lei dalle ultime gocce con la bocca, Fabio respinge l’offerta, si sgocciola il pene, che tende a ergersi ma si controlla perchè non vuole sparare subito le sue cartuccie.

Apre la doccia e fa avvicinare la donna e le dice che si sarebbero lavati assieme, Liliana entra nella doccia, e presa una spugna vi mette del bagno schiuma e comincia a lavare Fabio con delicatezza, lo insapona tutto dal collo ai piedi.

Fabio le dice che vuole lavare anche lei, e le passa la spugna su tutto il corpo, poi appena insaponata le passa le mani sulla pelle coperta di schiuma e apprezza cosi’ la pelle della donna e il suo corpo tonico mantenuto cosi’ da una evidente attività fisica, sente i suoi muscoli sotto la pelle, che rispondono al suo tocco.

Una volta sciacquati e asciugati lei sta per rimettersi in ginocchio, ma lui la trattiene, e le dice di abbandonarsi e la prende in braccio, la solleva, è ancora in forma anche lui malgrado il suo lavoro sedentario, e se la porta nella stanza accanto, per Liliana è una novità dimenticata da tempo venire trattata come una sposina e si rammenta dei primi tempi del suo matrimonio, ha la testa abbandonata sulla spalla di Fabio e una lacrima le scende su una gota.

Fabio la depone sul letto, le lenzuola sono fresche, lui si stende accanto a lei, e la bacia con tenerezza sulla bocca, e lei risponde al suo bacio.

Fabio le chiede di fare l’amore con lui, ma dandosi spontaneamente se lo desidera, per quella notte vuole che lei sia la sua amante, tornerà ad essere una schiava domani, lei allora lo bacia con passione, e risponde con un sussurro, al suo orecchio “siii, lo voglio, dopo tanto tempo lo desidero veramente, oh grazie per questo dono, vedrai saro’ molto passionale”.

Fabio si ritrova steso sulla schiena e Liliana inizia a baciarlo dalla fronte passando alle tempie, succhiandogli i lobi delle orecchie, e scendendo sul collo, poi gli bacia e il petto e mordicchia i capezzoli, la sua lingua saetta, si muove e solletica eccitandolo, lui dal canto suo le accarezza la testa e i capelli serici, e poi dove puo’ arrivare, i seni dai capezzoli duri con gli anelli, conficcati, che sono estremamente eccitanti.

Quando lei si volta prendendogli il pene in bocca e si mette a cavalcioni delle sua faccia allora Fabio affonda il viso sul frutto maturo della fica di Liliana che è bagnato, allarga le sue gandi labbra e lecca tutta la sua fica prima di piatto e poi a punta le lecca l’ano che è aperto dalla posizione esposta della donna e poi scende verso il clitoride che esce dal suo cappuccio e lui lo succhia tenendolo delicatamente tra i denti, e sente quanto la donna apprezzi queste sue attenzioni. Liliana gode a essere leccata cosi’ soprattutto gode di non essere costretta a fare cio’ che sta facendo dopo anni di dominio assoluto riassapora la sensazione di poter partecipare alla pari al gioco d’amore.

Lei ha goduto una prima volta sotto la lingua di Fabio, ma ha rallentato il suo pompino facendo gemere Fabio, non vuole che venga subito, si gira, e lo bacia sentendo il sapore dei suoi succhi sulle labbra e la lingua di lui, lo bacia, certo con la passione della schiava ma in realtà sa che potrebbe farne a meno, ogni suo gesto è voluto da lei, poi con una mano impugna il pene dell’uomo e lo guida all’imboccatura della sua fica desiderosa di essere riempita, e si infila da sola fino alla radice quel cazzo dentro, non è il piu’ grosso della sua vita, ma adesso si sente molto piu’ soddisfatta dal piacere cerebrale di guidare lei questo amplesso, resta ferma impalata su di lui, lo bacia e gli chiede se gli piace questa sensazione, Fabio con voce roca dice di si. E lei gli chiede se lui sente il suo respiro attraverso la fica nella sua immobilità, lei sta facendo dei respiri profondi, secondo il ritmo del QI-Giong, una tecnica di cui anche Fabio ha sentito parlare, e i suoi respiri arrivano nel basso ventre della donna e lui si sente come massaggiato.  

La sua immobilità è fonte di maggiore eccitazione per Fabio che le dice che purtroppo non sa se resisterà, sente il calore della fica di lei e il massaggio che gli sta facendo perchè ad ogni respiro lei contrae i muscoli, e questo crea un dolce massaggio fatto con i muscoli vaginali sensazione mai provata da lui in quel modo.

E sente che si sta avvicinando il momento del piacere, Liliana gli dice: “non fare nulla per trattenerti lasciati andare” e Fabio non resiste, lei continua il suo massaggio fino a quando non sente che il pene di Fabio sta pulsando allora accelerà le contrazioni e comincia un lieve movimento rotatorio del bacino e anche lei gode con lui, entrambi uniti nello stesso momento di piacere.

Spruzzi densi si scagliano dentro all’utero della donna che li accoglie rantolando di piacere e si abbatte sul petto di Fabio, tenendolo imprigionato dentro di se. E’ una sensazione nuova per Fabio, avere goduto in quel modo e stare dentro di lei cosi’ calda ancora come se trattenesse i liquidi che si sono scambiati caldi lo fa stare bene è rilassato come non lo era da tanto tempo.

Restano avvinghiati per molto tempo, e Liliana tiene la testa appoggiata al petto di Fabio dicendogli che è stato meraviglioso, era da anni che non si sentiva cosi’.

Fabio le sorrise e le disse che era lieto di averle procurato piacere, e le disse che a parte situazioni particolari o intromissioni di altri quando erano soli potevano essere solo amici e amanti per il periodo in cui sarebbero rimasti assieme, Liliana gli disse: “ti ringrazio, sono felice di questo, mi piace fare l’amore cosi’ pero’ voglio che provi anche le mie doti di schiava vedrai sono molto brava anche da sottomessa”. “Non ho dubbi in proposito” le rispose Fabio.

Poi sentendo che Fabio si stava riprendendo dentro la sua tana, lei gli sorrise, e gli sussurro’ “Cavolo, ti stai riprendendo in fretta, sei proprio arrapato o sono io che ti faccio questo effetto?”

“Si’ sei proprio tu che mi fai questo effetto”, soddisfacendo anche la vanità di lei.

E ripresero a fare l’amore, in modo convenzionale, Liliana gli disse che voleva sentirlo sopra di lei e fabio l’accontento’ era sopra di lei con le gambe appoggiate alle sue spalle e quindi ad ogni affondo arrivava alla cervice della sua compagna d’amplesso, e godettrero cosi’ per la seconda volta nel giro di un’ora. Fabio era soddisfatto di avere trovato una donna con la quale fare l’amore e farlo bene senza che lei fosse passiva, era bello come quando era stato agli inizi del suo matrimonio con Laura.

Si riposarono e Liliana gli disse che era meglio dormire un po’ l’indomani sarebbe stata una giornata faticosa e avevano almeno due settimane per fare una conoscenza approfondita, e si abbracciarono per dormire stetti come amanti.

 

 

 

l’Indomani mattina Liliana era di nuovo rientrata nel suo ruolo e preparo’ la colazione per Fabio andando a servirlo, lo stesso fece Laura con Filippo, e infatti erano stati i primi ad alzarsi e mentre attendevano di essere serviti Filippo si mise a fare i complimenti a Fabio per la bellezza e le altre qualità di Laura, molto docile, anche se non è una schiava da molto tempo ha capito subito come ci si comporta, è molto brava.

Anche Fabio fece i complimenti a Filippo per la sua schiava, poi consumarono la colazione senza fare altri commenti, Fabio vide che Laura aveva dei segni rossi sulle cosce segno inequivocabile che era stata sottoposta a fustigazione, senti’ un pizzico di gelosia sapendola nelle mani di Filippo, ma anche di dolore perchè sapeva che lei provava piacere a quei trattamenti come aveva fatto con Michele il suo amante che l’aveva introdotta a quelle pratiche.

Gli piaceva il gioco della schiava e del padrone ma questo forse andava oltre i suoi giochi di fantasia.

Filippo vedendo che arrivava Monika le fece festa e le chiese come era andata la notte, Monika aveva gli occhi stanchi segno di una notte movimentata, arrivarono dietro di lei Giusi e Lea, entrambe apparivano provate, Lea in particolare era senza gonnellino mostrando il sedere nudo rosso, era stata sculacciata a lungo perchè aveva un colore rosso scuro. Teneva la testa bassa perchè Monika le disse che lei sarebbe stata senza gonna tutto il giorno per punizione.

Filippo parlo’ allora delle coppie che arrivavano dall’estero, e spiego’ che era una novità in anteprima, quelle coppie avevano gli uomini che erano sottomessi alle donne, e spiego’ che era una variante da non sottovalutare infatti molte donne amano dominare, e quindi perchè no, avere anche una gara di uomini, non era una cosa da sottovalutare le aveva accettate lui appena era stato contattato.

Monika si disse dispiaciuta della notizia perchè sentendo di coppie francesi aveva sperato che si trattasse di Sylvie, che aveva conosciuto lo scorso anno, e le era piaciuta molto come schiava, soprattutto in coppia con la sua Giusi aveva fatto scintille, e Filippo con un sorriso le disse: “ma certo che verrà anche Sylvie come potrebbe mancare”. Monika sorrise compiaciuta della notizia.

Arrivarono infatti nella mattinata, e scesero da un pulmino da dieci posti, e una mercedes, ed erano impazienti oltre che stanchi dal viaggio.

Sylvie era in testa al gruppo, venne a baciare Filippo sulle guance e anche Monika, e poi bacio’ Giusi, ma quest’ultima con un po’ piu’ di trasporto, era una donna molto bella Sylvie capelli rosso scuri, occhi verdi e un fisico alla Rita Hayworth, era uno spetracolo, gli altri, erano tre donne piuttosto carine ma non al suo livello, piu’ normali comunque ben carrozzate tutto sommato, e gli uomini erano fermi dietro alcuni parevano palestrati, tutti con capelli lunghi, uno doveva essere marocchino o nord africano ma con occhi azzurri ed era il piu’ giovane, Sylvie con il suo accento francese eccitante con la erre moscia lo chiamo’ si chiamava Mourad, e disse: “Vi presento il mio nuovo amante bello no’ “infatti era un bel ragazzo, snello capelli scuri ricci il tipo che piaceva alle donne con un profilo da modello.

Monika rimase un po’ perplessa ma aveva intuito qualcosa, e disse: “Julien non viene a salutarci?” Julien era il marito di Sylvie ed era stato il suo padrone, ma ora i ruoli si erano invertiti spiego’ Sylvie allegra. Lo chiamo’ “cornuto, vieni qui’ a salutare” e lo presento’ a tutti come il suo schiavo che loro avevano conosciuto come il suo padrone lo fece immediatamente spogliare e Liliana raccolse i suoi indumenti, aveva levato la camicia e il pantaloncino corto e sotto non aveva null’altro, depilato alla perfezione, portava un tatuaggio sul basso ventre che rappresentava una S fatta con un carattere che era una frusta. Al collo aveva una medaglietta che Sylvie fiera ci fece vedere con sritto “ je suis l’esclave de Sylvie”.

Sylvie stabilito con tutti quale era il suo ruolo fece mettere in ginocchio ai suoi piedi il marito che era rosso di vergogna, e passo’ a presentare le sue amiche che erano accompagnate dai loro schiavi.

Vennero accompagnati subito alle stalle, dove fatti spogliare e messi con collari e capezze legati dentro i box, tutti e tre, mantre le padrone si andavano a rinfrescare, nelle camere preparate per loro, Sylvie resto’ li con il suo amante Mourad e il suo schiavo Juelien umiliandolo verbalmente chiamandolo cornuto e facendolo stare prono con il culo rivolto ai commensali in modo da fare vedere che aveva l’ano invaso da un anus picket che aveva tenuto per tutto il viaggio.

Poi gli impose di raccontare a tutti del suo addestramento, e delle varie fasi, e infine della bella notizia che gli aveva dato proprio prima di partire.

E Julien rosso in volto racconto’ che un giorno la sua padrona aveva conosciuto una donna che era una vera dominatrice e lui l’aveva data a lei per il solito gioco, lui sempre ad assistere, perchè gli piaceva guardare, come aveva sempre fatto, ma quella donna che era molto autoritaria aveva uno schiavo a lei devoto e molto forte e lo fece spogliare dal suo schiavo, aveva capito che faceva fare la schiava a Sylvie solo per gioire nel vederla sottomessa e godere per interposta persona delle sue vere inclinazioni che pero’ non aveva mai avuto il coraggio di affrontare.

La dominatrice Françoise, e il suo schiavo lo spogliarono e legarono e umiliandolo e frustandolo fecero vedere a sylvie come Julien si eccitava, infatti sotto quel trattamento aveva avuto un’erezione paurosa che lei non gli aveva mai visto. E fu da allora che lei piaciutagli la nuova situazione si rese conto che si era sottomessa solo per amore, e che per amore era meglio diventasse la padrona di suo marito, da allora otto mesi erano trascorsi e Julien era oramai uno schiavo devoto. Poi ad un cenno di Sylvie si avvicino’ a Mourad, e gli disse: “padrone, sono onorato di servirvi e che vogliare ingravidare la mia padrona cosi’ che sia evidente in modo reale che sono il suo cornuto”.

Ci furono sorrisi vari, alla dichiarazione di Julien che era sempre piu’ rosso ma obbediente aveva fatto quanto la sua padrona gli ordinava. Poi venne condotto da Mourad alle stalle come gli altri.

L’indomani iniziarono le prove sulle pista, era stata falciata l’erba come un prato, ed era proprio fatta bene, pareva una vera pista, un percorso di quattrocento metri.

I sulky erano pronti le schiave assicurate agli stessi bardate come si deve, Fabio guardava le natiche sode di Liliana davanti a lui, con la finta coda che le pendeva, e osservo’ Laura guidata da Filippo, era bellissima, si accorse di essere ancora innamorato di sua moglie e soffriva di vederla cosi’ nelle mani di un altro, ma al contempo era molto eccitato malgrado la notte appena trascorsa con Liliana che era stata magnifica.

Julien era guidato da Sylvie, e Lea veniva condotta da una delle ospiti, Susanne, il suo schiavo si era fatto male ad una caviglia e cosi’ non avrebbe partecipato alla gara.

Ognuno fece il percorso per conto proprio, era solo una prima prova e ne avrebbero avute altre per tutta la settimana fino alla gara, vera e propria, che poi si svolgeva in due turni, uno quello degli uomini e l’altro delle donne un’ora dopo.

Quella prima seduta di prova era andata bene, Liliana era perfettamente addestrata a quel tipo di corsa e aveva delle grandi chances, malgrado che le altre fossero piu’ giovani.

Alla sera, vennero serviti anche dai maschietti che dovevano mantenere l’erezione senza godere, secondo i desideri delle loro padrone che flirtavano con gli ospiti, eccetto Sylvie che stava sempre abbracciata a Mourad.

Alcuni come Paolo che pareva interessato a tormentare Julien con il quale aveva avviato negli anni precedenti un buon rapporto di amicizia pareva interessato a sottometterlo, pare che avesse chiesto credendo che nessuno se ne accorgesse a Sylvie di portarselo in camera.

Quella notte dopo che tutti si furono ritirati, infatti Julien venne mandato da Sylvie nella camera di Paolo che lo aspettava, Fabio se ne accorse perchè aveva notato i maneggi ed era andato nella stalla a vedere se tutto era apposto accompagnato da Liliana e rientrano aveva visto Julien in ginocchio che entrava da Paolo, che ipocrita penso’, se lo voleva poteva non farlo di nascosto, che idea avere di questi timori in un contesto come quello, chi lo avrebbe giudicato e in base a quali elementi erano tutti piu’ o meno perversi sarebbe stato assurdo osare criticare un atteggiamento altrui.

 

 

 

Una settimana di sesso sfrenato con Liliana, ma il giorno precedente alla gara lei gli chiese di permetterle di riposarsi, gli spiego’ che Filippo aveva sempre fatto cosi’, la vigilia riposo, altrimenti avrebbe perso la gara, e anche lui questa vigilia avrebbe fatto fare astinenza a Laura.

Fabio accetto’ il consiglio di Liliana, che aveva certo una grande esperienza in merito, poi le chiese: “secondo te, chi vincerà questa gara”. Liliana non ci penso’ nemmeno mezzo secondo a rispondere “Laura” gli disse.

“Come fai a esserne tanto sicura” chiese Fabio.

“Primo, è giovane, non ha nemmeno trentanni, si è allenata bene e l’ho vista correre anche se non ha mai forzato e ha una bella andatura leggera, inoltre la guida Filippo che in questo periodo credimi l’ha migliorata nel sapere rispondere prontamente ai comandi, tutto si gioca sugli errori degli altri, e con Filippo ho vinto quasi tutte le gare, ne ho perse solo due in questi anni e una solo perchè ero stata male”.

“allora perchè non potresti vincere anche stavolta se stai bene?”  “perchè tu non hai l’esperienza di Filippo, e io ho quasi vent’anni piu’ di Laura, tutto questo conta e l’importante è di non arrivare ultimi”.

Fabio sorrise e chiese “che importanza puo’ avere, è solo un gioco”.

“si è un gioco, ma la prima vince il diritto di essere capo schiava sulle altre per tutta la settimana e l’ultima invece diventa la schiava di tutte, non è divertente per lei, dover fare le incombenze piu’ pesanti e soddisfare ogni richiesta anche delle altre schiave”.

Fabio tacque, e si lamento’ perchè non gli avevano spiegato tutti questi dettagli, e lei lo consolo’ facendogli un delicattissimo pompino, prima di mettersi a dormire.

Al mattino del giorno dopo ci fu la gara dei maschietti per prima, e Julien arrivo’ ultimo infatti gli altri avevano un fisico da palestra mentre lui pareva un frichettone di quelli quasi effeminati in quanto a muscoli.

Sylvie lo frusto’ duramente sulle natiche e poi lo mise a sbocchinare gli altri stalloni prima di riportarlo nella stalla e legarlo alla trave con le natiche esposte e dicendo agli altri stalloni che potevano usarlo come una femmina a loro piacimento per tutto quel giorno. Se lo incularono tutti a turno, fu una giornata particolarmente lunga per il povero Julien.

La gara femminile inizio’ un’ora dopo, erano tutti pronti, Fabio seguendo i consigli di Liliana la aveva massaggiata e l’aveva spalmata di crema e poi di olio, anche Laura aveva la pelle lucida, segno che Filippo si era occupato di lei in modo molto serio.

Avevano fatto un mezzo giro al passo, prima di mettersi sulla linea di partenza, fu Sylvie a dare lo start. PARTITI.

Liliana aveva una bella andatura erano al centro del gruppo e Laura era dietro a loro, Fabio aveva lasciato le redini lente certo che era meglio che Liliana avrebbe saputo meglio di lui cosa fare.

Procedevano ad un buon passo, ma nessuno stava forzando solo a metà percorso Liliana aumento’ il passo, la sua accelerazione già a metà percorso colse di sorpresa quasi tutte e lei arrivo’ in testa al gruppo, Fabio giro’ la testa dietro di lui Laura lo tallonava, si volto’ e si concentro’ su Liliana adesso il sudore colava sulla sua schiena in rivoli che seguivano il bel incavo della sciena e scendevano nel solco delle natiche.

La pelle luccicante di olio e adesso con quelle gocce di sudore sembrava splendere sotto i raggi del sole.

Si stavano avvicinando al traguardo, e Liliana cerco’ di mantenere l’andatura, si vedeva che era stanca, ma reggeva il ritmo, nell’utima parte arrivo’ alla sua altezza Laura che li aveva affiancati, era anche lei sudatissima era uno sforzo notevole tirare il carrettino con loro sopra, e Fabio si disse che lui era di certo piu’ pesante di Filippo. Gli ultimi metri davanti a loro, Fabio schiocco’ nell’aria un colpo di frusta per farsi sentire da Liliana il suo intento era di incitarla, ma Filippo schiocco’ anche lui un colpo di frusta che colpi’ Laura sulla natica destra, e lei fece come un balzo superandoli, era incredibile pareva volasse, e Filippo agitava la frusta da dressage, e Laura aumentava l’andatura come avesse delle riserve dentro di lei una ripresa che nessuno poteva pensare, Liliana fece il suo ultimo sforzo ma non riacciuffo’ Laura pero’ non perdette ulteriore terreno, passarono il traguardo, Laura era prima Liliana seconda.

Rallentarono la corsa fino ad arrivare all’andatura da piccola corsa appena accenata erano ansanti e anche le altre arrivarono al traguardo.

Lea fu l’ultima e Fabio rimase male per lei, ma era felice per Laura, era la prima avrebbe avuto un premio, era fiero di sua moglie e della sua prestazione, quando si fermarono di ritorno fino alle scuderie, entrati e liberata Liliana dalla bardatura la coccolo’ e la bacio’ dicendole che era stata bravissima, poi entrarono e l’aiuto’ a lavarsi il sudore di dosso, con il getto dell’acqua calda, intanto vide gli atri schiavi che a turno usavano Julien come una donna e a lui la cosa doveva fare piacere o comunque eccitare, aveva il pene in totale erezione, e rispondeva ai colpi con movimenti del bacino che pareva una vera donzella in calore.

Laura venne lavata da Filippo che si mise a masturbarla facendola godere sulle sue dita come premio, e poi le diede da leccare le dita colme dei suoi stessi umori, e Laura docile netto’ le dita di Filippo.

Laura fu nominata capo-schiava della fattoria, tutte dovevano seguire le sue indicazioni in merito ai lavori da svolgere, mentre la povera Lea avvilita avrebbe dovuto sottostare alle altre, ma per come si comportava pareva che piu’ la umiliassero piu’ godeva della situazione, piu’ di una volta l’avevano notata godere sotto le mani di un’altra delle schiave che la sculacciavano e si facevano leccare.

Monika disse che avevamo trovato una vera masochista, mentre si era accorta che Laura era molto brava a farsi obbedire dalle altre schiave, una vena di sadismo ce l’aveva anche lei.

A letto con Liliana quest’ultima confermo’ a Fabio che effettivamente Laura aveva una predisposizione a dominare e sapeva come farsi obbedire da tutte loro, gli disse che quella mattina avendo lei, dimenticato di lavare le tazzine l’aveva prima redarguita annunciandole la punizione, poi le aveva fatto fare il lavoro e solo dopo l’aveva punita, in questo modo le aveva dato il tempo di meditare sulla punizione che doveva ricevere e l’attesa a volte è proprio la parte peggiore della punizione.

Alla fine l’aveva sculacciata con un mestolo e lo aveva maneggiato con una maestria che pareva avesse fatto quello per tutta la vita.

Fabio assaporo’ il piacere di fare l’amore con Liliana ammirando il suo culo arrossato e pensando che era stata sua moglie a farglielo era infoiato come non mai.

Liliana gli fece passare una notte speciale, era stata presa dal suo voler eccellere nell’applicarsi e cosi’ passarono dalla fellatio, alla scopata tradizionale alla sodomia, in un crescendo, e quando lei si impalo’ da sola nel culo per l’ultima cavalcata fu davvero eccitante, era stata superlativa, gli era parso che con il culo riuscisse a mungerlo agendo con i muscoli dello sfintere in modo da masturbarlo, era veramente speciale quella donna.

Lei gli confido’ che Laura se aveva imparato qualcosa con Filippo sarebbe arrivata a prestazioni altrettanto eccezionali.

Gli ultimi giorni parvero un po’ lunghi a Fabio, oramai le giornate erano sempre uguali, e Laura era stanca e lui se ne accorse, trovo’ il modo di starle vicino durante una pausa nella quale Filippo era andato con Sylvie a far fare un giro a Julien, assieme a Paolo che non si nascondeva piu’ nel fare capire che si eccitava come un bufalo nel sottomettere Julien.

Fabio porto’ Laura in camera con sé e Liliana e si divertirono assieme per un paio d’ore, Laura ordinava a Liliana cosa fare e questa sottomessa esaudiva ogni desiderio e ogni ordine, leccandola e succhiando anche Fabio, mentre loro due si baciavano sulla bocca.

Fecero l’amore in tre, e Fabio disse a sua moglie che gli era mancata molto, e lei anche gli confesso’ che gli era mancato che sentiva il bisogno delle sue carezze e di ritrovare il marito che aveva conosciuto, questo gioco andava bene per giocare ma loro si erano sposati per amore e lei aveva sbagliato ma era cosi’ pentita di tutto quello che aveva fatto, non lo avrebbe piu’ tradito mai piu’ glielo giurava e avrebbe giocato alla schiava o sarebbe stata anche schiava per sempre se lo voleva, ma avrebbe tanto voluto ritrovare il suo Fabio quello del loro amore, e che la perdonasse.

Fabio abbraccio’ strettamente la sua donna e l’amo’ con passione, Liliana loro complice li servi’ docilmente testimone del loro amore.

Due giorni ancora due giorni e sarebbero partiti da li’ ognuno avrebbe dovuto tornare alle proprie incombenze, Fabio aveva trascurato Lea, ma la giovane donna non pareva troppo infelice forse non aveva mai provato tanto godimento e tanti orgasmi come in quel periodo.

Laura era molto severa con lei, perchè era stata Lea a trattarla con disprezzo a suo tempo e adesso i ruoli erano molto diversi e Laura era cosi’ brava a sottomettere che Lea si rese conto che tenerle testa sarebbe stato impossibile e inoltre Laura sapeva farla godere come nessuna delle altre nemmeno Monika, riusciva a dominarla in quel modo.

Non c’era punizione che Laura infliggesse a Lea che questa non raggiungesse l’orgasmo.

Rientrarono a casa dopo due giorni, e Lea era con loro, entro’ in casa come se fosse a casa sua, e si ando’ a sistemare le cose in camera da letto come se si aspettasse che Fabio avrebbe mandato Laura nell’altra stanza, per stare con lei la sua amante, ma aveva capito male la nuova Laura, che le diede un paio di ceffoni, e le ordino’ di spogliarsi.

Lea soggiogata si spoglio’ e costretta ad inginocchiarsi, dovette omaggiare Laura con la bocca baciandole le scarpe.

Laura fu molto esplicita con lei, se voleva giocare con loro, le regole le dettava lei, se voleva poteva accettare di essere la sua schiava e di Fabio, ma questi sarebbero stati i loro rispettivi ruoli da ora in avanti, E rivolta a Fabio chiese: “vero caro?”

“Si certo, come vuoi, la mia schiava è la tua schiava tesoro”.

Una coppia che si riunisce dopo una tempesta è sempre una bella cosa e cosi’ fecero l’amore serviti dalla loro schiava Lea!

FINE

 

Leave a Reply