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Racconti di Dominazione

Samanta continua 2

By 10 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Samanta si prese qualche giorno per pensarci. Non era certo una cosa leggera quella che Alberto gli aveva proposto e non voleva mai e poi mai compiere scelte azzardate. Poteva negare l’intensità di quello che aveva provato? D’altra parte, tuttavia, tutta quell’eccitazione era dovuta alla costrizione e all’umiliazione. Sarebbe riuscita a viverla lo stesso sapendo che, nel caso si fosse rifiutata, non ci sarebbero state ritorsioni? E poi Alberto l’aveva umiliata pubblicamente. Cosa gli impediva di rifarlo? Pensandoci bene, però, quella sera lei avrebbe potuto rifiutarsi, sottrarsi a quel gioco perverso. Invece no. Era rimasta, fino in fondo, e ne aveva tratto un’esperienza unica e sconvolgente.
Al sicuro tra le mura della sua camera fece scendere una mano sulla figa e si scoprì, come se potesse essere una sorpresa, bagnata. Forse era malata, ma le piaceva essere sottomessa, obbligata, esposta, umiliata. Esser al centro del desiderio degli altri la faceva morire di voglia e le impediva di ragionare lucidamente.
Ricordò la sera del mouse e iniziò ad accarezzarsi lentamente il clitoride. Persino attraverso un monitor quel fare autoritario, anche dispotico, di Alberto riusciva a metterle l’agitazione addosso. E faceva scattare quell’insano meccanismo dove il piacere di chi le era di fronte alimentava il suo, spingendola ad osare sempre un po’ di più. Sì, Alberto aveva ragione. E mentre due dita accarezzano dolcemente il clitoride, Samanta si trovò a dar ragione alle parole ascoltate pochi giorni prima. Scese sul sesso anche con la mano sinistra, usandola per aprire le labbra tenere e bagnate dei propri umori. Nella sua mente Alberto era lì davanti a lei, seduto composto e serio su una poltrona.
‘Forza, masturbati.’
Samanta obbedì, continuando ad accarezzare il clitoride.
‘Aprila. Voglio vedere dentro.’
Doveva dire qualcosa? Forse sì, ma Alberto non gliel’aveva chiesto. Eppure’
‘Bau”
E con le dita della mano sinistra allargò ancora di più le labbra. Sentì la sua carne tendersi e tirare e, se non fosse stato un ordine, avrebbe già mollato.
‘Di più. Non vedo abbastanza.’
Come fare? Sospirò, strinse i denti e infilò indice e medio dentro di sé. E poi divaricò le dita. Era abbastanza aperta ora? Lei si sentiva terribilmente aperta. E pensare che ci potesse essere qualcuno a vederla in quel modo osceno l’eccitava ancora di più. L’orgasmo esplose inaspettato facendola richiudere in se stessa e raccogliendosi in posizione fetale sotto le coperte.
Poco tempo dopo Alberto era di nuovo nell’appartamento di Samanta, seduto comodamente sul divano mentre lei era sulla sedia della scrivania. Era un silenzio pieno di imbarazzo quello che c’era tra i due ragazzi, finché Alberto non spezzò il silenzio.
‘ Se mi hai chiamato &egrave fatto venire qui per parlare deduco tu abbia riflettuto sulla mia proposta.’
‘ Beh sì”
‘ Bene, allora dimmi cosa hai deciso di fare.’
Samanta arrossì e si sentì in preda all’imbarazzo più profondo. Si guardò attorno cercando le parole più giuste.
‘ Allora?’
La voce di Alberto la fece trasalire.
‘ Sì certo, scusa. Ho pensato a quello che &egrave successo’ a quello che hai fatto’ a quello che ho fatto’ e poi ho riflettuto sulla tua proposta.’
‘E”
Le fece eco Alberto mettendole una certa ansia addosso. Di rimando, Samanta si passò una mano tra i capelli e accavallò le gambe. Un gesto che non sfuggì al ragazzo.
‘E’ ho pensato che sì’ si potrebbe fare”
Alberto sorrise e appoggiò la schiena al divano. Era fin troppo evidente che fosse contento e soddisfatto, come era ovvio che quella dichiarazione di Sam non gli sarebbe bastato.
‘ Di cosa parli?’
Ci fu un attimo di silenzio, di imbarazzo da parte di Sam.
‘ Di quello’ di noi”
Alberto sorrise e la guardò. Sapeva di averla in pugno, ma voleva godersi quel momento fino in fondo. Voleva godere nel vedere Sam umiliarsi da sola davanti a lui. Si sentiva già eccitato.
‘ Bisogna che ti spieghi meglio.’
La ragazza abbassò lo sguardo e sospirò.
‘ Ho capito. Mi va bene essere la tua schiava.’
Lo disse tutto in fiato, rendendosi conto quanto quella situazione la facesse vergognare e l’eccitasse allo stesso tempo.
‘ Tutto qui?’
Sam lo guardò sorpresa.
‘ Come tutto qui?’
‘ Ti sembra questo il modo di rivolgerti al tuo padrone?’
‘ Io”
‘ Devo spiegarti tutto?’
Sam restò in silenzio per un attimo. Forse aveva capito. Si alzò, si portò davanti ad Alberto e si mise in ginocchio con il culo sui talloni e le mani sui fianchi. Il ragazzo sembrava soddisfatto. Sam si vergognava da morire, forse ancor più di qualsiasi situazione precedente. Questa volta si stava umiliando da sola
‘ Sono la tua schiava”
‘ Davvero?’
‘ Sì”
‘ E farai tutto quello che voglio?’
‘ Tutto. Ogni cosa.’
‘ Senza discutere?’
Sam esitò.
‘ Ci proverò.’
‘ Sarò esigente.’
Sam annuì con un cenno del capo. Alberto si piegò in avanti e le accarezzò il viso.
‘ Ti darò delle regole. E tu dovrai rispettarle.’
‘ Sì d’accordo.’
Alberto si fece serio.
‘Sì cosa?’
‘ Sì, va bene, rispetterò le regole.’
Fu un istante. La mano di Alberto la colpì sulla guancia con un leggero rumore. Non fu forte, ma la sorpresa le fece girare il capo. Le pelle non le bruciava nemmeno, non era stato un vero schiaffo. Ma era stato il gesto a scuoterle l’animo. Per un attimo pensò persino’ ma la voce del ragazzo spezzò i suoi pensieri.
‘ Padrone. Devi chiamarmi padrone.’
Sam si portò una mano sulla guancia.
‘ Sì’ padrone.’
‘ Meglio. Devi chiamarmi così sempre.’
‘ Sì padrone.’
Alberto si appoggiò allo schienale e sorriso, un sorriso che a lei non piacque molto e la fece preoccupare. Dal canto suo Alberto si stava divertendo un mondo, non poteva nemmeno celare l’eccitazione che gli era presa. Voleva osare ancora un poco prima di passare ai fatti.
‘ Però non lo so”, disse diventando di colpo serio.
‘ Non sai cosa?’
La guardò male per un istante.
‘ Non sai cosa padrone?’
‘ Se voglio una schiava così incapace, a cui devo spiegare tutto. &egrave un bell’impegno”
Samanta era senza parole. Come poteva dirle una cosa del genere?
‘ Io’ non so cosa dire”
‘Convincimi.’
Alberto la stava guardando con ghigno sadico. Samanta si sentì sprofondare, si fece piccola piccola.
‘ Padrone.. vuoi prendermi come schiava?’
Si sentiva morire per l’imbarazzo. Ma sapeva anche di essere terribilmente eccitata.
‘ Non so’ una schiava da educare &egrave un bell’impegno”
‘ Sarò brava, imparerò in fretta.’
Ci fu silenzio, Alberto sembrava pensieroso. A Sam venne un’idea. Abbassò il capo.
‘ La prego”
‘ Come?’
Il tono di Alberto era cambiato. Sembrava incuriosito.
‘ La prego, vuole prendermi come schiava e insegnarmi a esserlo?’
Gli stava dando del lei. Alberto sorrise soddisfatto. Pensò che fosse un bel passo avanti e rimase piacevolmente stupito da questa trovata della ragazza. Si fece avanti, le prese il mento con due dita e le sollevò il viso. Le loro labbra si toccarono per un lungo istante.
‘ D’accordo. Sarai la mia schiava.’
Samanta accennò un sorriso.
‘ Grazie padrone.’

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