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Mio marito partì insieme a quello di Sofia, lei si trasferì nella mia stanza e legammo ancora di più di quanto avessimo già fatto in precedenza.
“Secondo me Kemal adesso verrà alla carica” mi disse Sofia. Aveva perfettamente ragione. Il soggiorno premio aveva degli obblighi “pubblicitari”. Il primo giorno un servizio fotografico in una caletta isolata dove non ero stata. Partenza alle 9 con la barca insieme a Sofia e me, il marinaio alla guida, la costumista del villaggio, una truccatrice, un fotografo professionista, il suo assistente e Kemal. Sbarcammo nella caletta. “Siete libere per mezz’ora mentre prepariamo il set” disse Kemal prendendomi per un braccio e facendomi l’occhiolino. “Vi porto a vedere una grotta che c’è qua dietro” disse imperiosamente Kemal. Sofia disse che a lei le grotte mettevano angoscia e non sapendo (ma soprattutto non volendo) svicolare mi trovai in costume, pareo e ciabatte mano nella mano con Kemal con lo sguardo del fotografo che ci seguì per un pezzo mentre la truccatrice ci disse di non stare via molto che avrebbe dovuto prepararmi per il set fotografico.
La caverna non era molto lontana, durante il breve tragitto la mano di Kemal si staccò dalla mia passando ad abbracciarmi in vita con la scusa che con le ciabattine ed il terreno sconnesso non voleva rischiassi di cadere. La mano in realtà cominciò a scendere ed in pochi secondi mi stava palpando il culo senza nessuna ambiguità.
Provai a dirgli qualcosa ma la sua mano era deliziosa e quell’uomo mi faceva sbrodolare.
Arrivammo alla caverna e c’erano degli scalini naturali per entrare ed altri per scendere verso l’interno, Kemal mi mandò avanti e mentre scendevo verso l’interno sentii che si era fermato e quando mi girai mi accorsi che si era abbassato i pantaloni ed un cazzo di grosse dimensioni penzolava barzotto.
“Succhiamelo vacca che lo vuoi fare da quando ci siamo conosciuti” questo mentre con la mano mi prese dietro la nuca e mi trascinò verso il suo membro. Non feci la minima resistenza, ero come paralizzata. Si, dal primo momento sapevo che sarebbe finita così ma non immaginavo così presto ed in quel modo. Mi ficcò l’uccello in gola per un buon pezzo tappandomi il naso e costringendo a prendere aria con la bocca in modo da poterne infilare il più possibile.
“Per oggi ti accontenterai di farmi un pompino poi quando torneremo al villaggio verrai a dormire da me, sarai la mia vacca da monta per questa settimana, magari inviterò anche Sofia, che mi sono scopato l’ultima volta una decina di giorni fa, e qualche amico a cui piacciono molto le troie come te”.
Mi sentivo umiliata e la cosa anziché darmi fastidio mi eccitava e mi bagnai, mi impegnai a fondo, il cazzo divenne turgido in un minuto e devo dire che non ne avevo mai visto uno così grosso. Continuai a leccarlo partendo dalle palle e salendo per tutto il fusto fino ad ingoiare a fatica l’intera cappella grossa come un uovo. “Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto mignotta, credevo avresti fatto un minimo di resistenza ed invece non solo non mi hai respinto ma ti stai dando da fare con convinzione, credo che sarai sul podio delle più vacche che mi sono scopato quest’anno. Sono certo che vorrai esserci per cui questa settimana non ti risparmiare. Ti manderò a casa col culo spanato a furia di prendere cazzi. Mentre lo spompinavo con una mano mi toccavo. Quel linguaggio così sporco lo avevo cercato inutilmente da Pier, era quello che mi piaceva e lo volevo senza riserve.
Ci misi 5 minuti a farlo venire, mi accorsi dell’onda di sborra per come si indurirono i testicoli, dovevo essere porca per guadagnare punti per la classifica. Così decisi di smettere di succhiarlo afferrarlo a due mani e segarlo mentre guardavo Kemal negli occhi e mi passavo la lingua sulle labbra ed occasionalmente sulla cappella. Lo avevo visto fare in diversi film porno e l’unica volta che lo avevo fatto a mio marito era venuto subito per cui avevo desistito nel farlo ulteriormente per poter scopare un po’.
Nel momento della sborrata Kemal levò le mani dal suo cazzo, mi disse di chiudere gli occhi e prese la testa con una mentre con l’altra si segava. Eruttò un discreto quantitativo di broda con la quale mi riempì volto e tette poi una volta terminato usò il cazzo come una spatola per portarmi il suo nettare alla bocca. “Inghiotti mignotta, fammi vedere quanto ti piace la sborra”. Mi ripulii col suo cazzo e con le mani cercando di lasciare il meno possibile.
Una volta ricomposti tornammo alla spiaggia, la truccatrice si mise le mani nei capelli: “Kemal che le hai fatto, è tutta impiastricciata è peggio del solito, ci metterò mezz’ora almeno per renderla presentabile per il servizio fotografico e rischiamo di perdere la luce migliore. Il fotografo mi si avvicinò e mi disse “bambina ti sei data da fare ma ricordati che è vero che lui comanda ma noi se ci ostacoli possiamo renderti la vita difficile, cerca di ascoltare anche noi”.
Kemal si andò a sbracare su una sdraio che c’era fra le cose sbarcate, Sofia prima passò da me chiedendomi se mi ero divertita quindi andò a sedersi di fiano a Kemal. Il resto della giornata fu faticoso ma anche piacevole, la spiaggetta era deliziosa, facemmo un servizio con una miriade di costumi e parei, alcuni veramente minimalisti che lasciavano vedere praticamente tutto. Sofia mi fece una marea di fotografe col cellulare che però li non prendeva e mi disse che le avrebbe mandate a Pier che sicuramente le avrebbe apprezzate. Mangiammo molto bene, il catering che era stato preparato lo spazzolammo velocemente, facemmo anche diversi bagni. Il primo pomeriggio Kemal, dopo una pennica post pranzo mi disse di entrare in acqua con un costume bianco di garza, già era ridottissimo ed ovviamente appena si fu bagnato divenne trasparente ma molto eccitante per un uomo. Mentre il fotografo riempiva giga di spazio disco con le mie fotografie, Kemal cominciò ad avvicinarsi. Appena il fotografo fu sazio di scatti, mentre ero ancora in acqua, si avvicinò abbassò i costume da bagno a boxer e con il cazzo già mezzo dritto mi disse: “vediamo cosa sai fare in apnea” quindi mi spinse un po’ più al largo dove l’acqua gli arrivava ai fianchi, prese la mia testa e la ficcò sott’acqua intimandomi di succhiargli il cazzo. Non lo avevo mai fatto ed all’inizio faticai rischiando di bere poi presi la mano, pardon la bocca, e trovai i giusti tempi fra slinguate e respirazioni. Questa volta Kemal ci mise un po’ a venire quando lo fece volle farlo direttamente in gola. Ci mise quasi 30 secondi ed alla fine quasi mi soffocavo per la mancanza di aria e la sborra in gola. Mi tirò su di peso lui una volta che ebbe finito di fare i suoi comodi. Mi prese in braccio e mi baciò dolcemente sulla fronte.
Questa sera si balla, troverai nella tua stanza sul tuo letto un vestito, un paio di scarpe ed una catenina da mettere in vita. Dopo la doccia vieni a cena al mio tavolo vestita così. Ovviamente niente intimo, tutti devono vedere quanto sei vacca. Cerca di comportarti bene perché per stasera ti ho preparato una bella sorpresa.
Arrivati verso le 17 al villaggio, andai dritta in camera e mi masturbai furiosamente ripensando alla giornata, avevo una fame di cazzo e quando Sofia entrò nella stanza trovandomi a gambe larghe che mi massaggiavo il clitoride si avvicinò e cominciò a baciarmi la patatina. Non avevo mai avuto rapporti intimi con una donna, solo alle superiori avevo limonato con una compagna di classe per pagare un pegno al gioco della bottiglia. Mi irrigidii e Sofia se ne accorse: “stai rilassata, come donna so cosa piace, vedrai che sarà molto meglio di quanto tuo marito abbia mai fatto”. Aveva ragione seppe toccare i punti più sensibili, fu una esperienza che mi aprì nuovi orizzonti ma la cena incombeva, ricambiai il favore a Sofia molto velocemente promettendole che il giorno dopo le avrei dedicato più attenzione. Il vestito era giallo, elasticizzato corto e composto di due parti, il top con una bella scollatura era unito alla parte bassa, praticamente una cintura un po’ alto che a stento copriva le chiappe stando in piedi, con degli anelli di circa 15 centimetri. Mi ricordai che dovevo mettere la catenella dorata e la feci passare fra gli anelli. Le scarpe erano dello stesso tono di giallo del vestito, del mio numero e con un tacco di acciaio a spillo. Quando le misi dovetti trovare l’equilibrio per come erano alte. Fortunatamente ho sempre avuto, fin da bambina, la passione per le scarpe alte e con un minimo di tempo le padroneggiavo. La camminata ovviamente risultava molto ancheggiante e sensuale. Quando entrai in sala da pranzo insieme a Sofia, anche lei vestita in modo abbastanza mignottesco con un vestito seconda pelle rosso e scarpe in tinta altissime, per 5 secondi ci fu il silenzio poi tutto un chiacchiericcio che potevo immaginare essendo in passato stata dall’altra parte della barricata. Camminai dritta fino al tavolo del direttore senza volutamente incrociare lo sguardo di alcuno e mi sedetti vicino a lui che molto galantemente si alzò per spostare la seggiola e farmi accomodare come vece anche un altro uomo seduto al tavolo con Sofia. Eravamo sedute ai lati di Kemal. Iniziò la cena ed ogni tanto Kemal allungava le mani; una volta che si fu assicurato (ma vedendoci non potevano esserci dubbi) che non indossassimo le mutande, si placò. La cena fu molto gradevole quindi ci spostammo sulla sala da ballo. Eccoti la prima sorpresa della serata disse Kemal, in pista mi aspettava un ballerino professionista di tango ballo che amo moltissimo. Non so come lo potesse sapere Kemal ma affidandomi alle sue cure mi disse, e non sottovoce: “fammi vedere come ti scopi ballando un uomo. Se lo farai bene stasera potrai avere tanto di quel cazzo da chiedere pietà. Se non farai bene dovrai chiedere pietà perché ti scoperemo solo per il nostro piacere senza avere cura di te”.
Il “ti scoperemo” cominciò un poco a preoccuparmi, ero speranzosa che Kemal mi scopasse quella sera. La settimana doveva essere di puro sesso, ormai ero entrata in questo ordine di idee ma non mi aspettavo di fare sesso con più di un uomo, non lo avevo mai fatto, ero disposta a passare a questo livello? Non ne ero sicura ma mi dissi che alla fine della settimana sarei poi tornata al mio tran tran sonnacchioso e che era una occasione da non perdere. Fare le corna a Pier con uno a 2 uomini non faceva differenza, se avesse voluto lasciarmi lo avrebbe fatto ugualmente. Anzi forse avrebbe capito che se avessi scopato con più di un uomo sarebbe stato solo sesso, con uno qualcosa di più.
Ballammo con qualche piccola sosta per quasi 2 ore, la giornata in spiaggia e questo supplemento fecero sì che fossi esausta, avevo dato il meglio di me, il maestro di tango era un bell’uomo e mi stringeva e portava ed io cercavo di assecondarlo. Sofia in una delle pause mi disse che stavo andando molto bene e che Kemal mi mangiava con gli occhi. Allo scadere della mezzanotte, Kemal scese in pista, mi prese dalle braccia del maestro e ballammo insieme l’ultimo tango prima che l’orchestra smettesse di suonare. Kemal era anche un discreto ballerino, nulla a che vedere col maestro ma le sue braccia forti ed il desiderio che avevo del suo cazzo che spingeva eretto contro di me, mi fecero apparire quel ballo come indimenticabile. Finito ci sedemmo ad un tavolino. “Bevi questo” mi disse Kemal “è una bevanda energizzante, ne avrai molto bisogno questa notte, ti sei meritata di godere scopata per bene. Mi prese per mano e mi portò nella sua camera. C’erano un grande letto e delle panche. Appena entrati mi spogliò dolcemente, poi estrasse un paio di manette e mi legò le mani dietro la schiena. “Koala è al parola di salvataggio, se vorrai interrompere il trattamento la dovrai pronunciare tre volte di fila e verrai lasciata in pace e portata nella tua camera, è chiaro?”. Feci cenno di sì con la testa. Kemal mi prese in braccio e mi posò su di una panca con il culo per aria, quindi mi tolse le manette e le mani vennero bloccate davanti. Potevo muovermi pochissimo. Kemal si spogliò completamente nudo quindi porgendomi il cazzo da succhiare fra una leccata e l’altra lo usò per schiaffeggiarmi in volto. “ti piace il trattamento Sara? Sono sicuro di sì, sto tirando fuori la porca che c’è in te. Me ne capita una a stagione con le tue potenzialità e nemmeno tutti gli anni. Voglio dove arriverai come perversione ma nutro grandi aspettative su di te. Quindi girò dietro le mie spalle e non potei vedere cosa stava facendo. Lo sentivo però. Un gel lubrificante e rinfrescante fu messo sia nel buco del culo che fu penetrato prima da 1 poi 2 ed infine tre dita che iniziarono a scoparlo. Quando fu sufficientemente dilatato Kemal (o chi era con lui) introdusse nel mio culo una fila di 3 palline, che scoprii poi essere rosa, di silicone del diametro di circa 5 centimetri. Non ero vergine in culo ma le dimensioni delle palline, pur senza lacerarmi mi strapparono dei gemiti di dolore. Ogni volta che mi faceva male l’uomo dietro di me si interrompeva consentendomi di abituarli alle dimensioni. Quando ebbe finito mi sentivo pienissima e dal mio culo penzolava un laccetto con un anello per recuperare quanto introdotto. Sentii numerosi scatti di fotografie fatte col telefono quindi fu acceso un televisore a 65” davanti a me e così potei vedere cosa stava succedendo al mio culo, il gioco delle palline fu fatto un altro paio di volte ed io fui scossa da una sensazione simile ad un orgasmo, il tutto arricchito dal senso della vista. Finita questa fase di allargamento, Kemal passò davanti, si fece succhiare di nuovo il cazzo fino a che non fu completamente eretto quindi si mise dietro di me e mi penetrò senza fatica. “La mia troietta ha il culo ben sfondato ora, il mio pur ricco cazzone non basta a riempirla, vieni Raul”. Raul era un ragazzo cubano che faceva l’animatore come istruttore di vela e windsurf, metà delle donne sbavavano per lui e facevano il corso solo per stargli vicino e strusciarsi addosso a lui chiedendo di far vedere bene come fare. Raul si pose davanti a me e quando si abbassò i pantaloncini rimasi di stucco. Se Kemal era l’uccello più grosso che avessi mai visto quello di Raul lo batteva di gran lungo. Avevo visto con mio marito dei film di Rocco Siffredi ma il cazzo del Rocco nazionale sarebbe sembrato quello di un bambino in confronto a quello di Raul. “vedi Sara, Raul ha un problema, anzi due. Lo ha così grosso che fa fatica a farselo diventare completamente duro ma quando poi ci riesce solo poche donne riescono a prenderlo perché le squarcia. Ti ho allargato per bene il buco del culo per regalarlo a Raul. I due uomini si misero davanti a me, mi liberarono le mani e mi fecero inginocchiare e così cominciai a segarli e spompinarli a turno. Mentre la cappella di Kemal riuscivo a prenderla tutta in bocca, quella di Raul grossa come una piccola arancia mi era impossibile da trattare allo stesso modo. Riuscii nell’intento di fare indurire il cazzone di Raul, era largo dome un mio avambraccio, temevo che mi avrebbe uccisa scopandomi ma ero rilassatissima e dissi proviamo ma fai piano. Fui rimessa sulla panca con le mani legate, Raul si pose dietro di me, la cappella era un po’ più grande delle palline ma il culo era particolarmente lubrificato dalla abbondante dose di gel con cui era stato trattato. Raul introdusse la prima parte della cappella e si fermò, il culo mi bruciava, dopo una trentina di secondi sentii una nuova dose di gel lubrificante e rilassante raggiungere il mio ano ed al tempo stesso Raul affondò il colpo e la cappella era tutta dentro. Questo secondo colpo mi strappò un grido di dolore, ero rimasta senza fiato. Raul si fermò di nuovo quindi cominciò un lento su e giù mi sentivo molto più piena di quanto avessi provato prima con le palline di gel gommoso. Raul non tirò mai fuori la cappella e mentre mi sfondava l’ano pronunciava parole ansimanti in spagnola, compresi solo “Puta” ma fu sufficiente ad eccitarmi ancora di più ed a gustare la scopata fino in fondo. Le mani di Raul sul mio culo allargavano le chiappe nel tentavano di permettere al suo cazzone di entrare un paio di centimetri di più. Me lo sentii quasi in gola poi di colpo la sensazione della sborra che corre lungo il fusto e la cappella che pulsa dentro di me, 3 4 poi 5 schizzi nel culo. Mi aveva inondata. Intanto la ripresa del mio culo squarciato passava sullo schermo gigante e vidi che Raul, ormai soddisfatto, estraeva il bastone dal culo. “Spompinami troia rotta in culo” mi intimò Kemal. Ero così stordita che non obbedii subito ed un paio di schiaffoni dati da Raul mi fecero arrossare le chiappe. “Hai sentito mignotta cosa ha detto Kemal? Sei la sua troia da monta devi fare tutto quello che ti dice altrimenti la prossima volta non useremo il gel. Mi liberarono le mani ed io servii devotamente Kemal che mi venne in volto con un quantitativo di sborra nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Raul. Il culo intanto cominciava a lasciar andare lo sperma di Raul, era sfondato e lo sentivo pulsare. Nella sessione che avevamo avuto avevo goduto una volta grazie allo sgrillettamento che mi aveva fatto Raul mentre mi inculava. “Sei stata brava, meriti un po’ di cazzo in figa, entrare ragazzi”. Dopo quelle parole fecero la loro comparsa un paio di altri animatori. Si erano goduti tutta la scena sia dal maxi schermo che da un punto in cui non potevo vederli e si presentarono con i cazzi belli dritti. “possiamo farci spompinare capo?” disse uno dei due. “Certo” fu la risposta di Kemal. La troia è una grande pompinara e le piace molto fare bocchini, vero Sara?” Fu così che mi ritrovai a leccare altri due cazzi prima che uno dei due si sedesse per terra e mi facesse calare sopra di lui vis a vis. L’altro si era portato davanti e mi guidava la testa nella prosecuzione del pompino. Il primo mentre lo scopavo, mi strizzava per bene le tette. “La hai presa con due tette fantastiche questa capo” ed in quel mentre mi assestò un morsetto al capezzolo destro, al tempo stesso sentii un po’ di dolore ma anche piacere tanto che il capezzolo, nonostante non facesse freddo, si rizzò diventando di marmo. Compresa ‘antifona il ragazzo mi morse anche l’altro che seguì la sorte del primo. Intanto quello che stavo spompinando era uscito dalla mia vista. “E’ troppo piena di sborra questa troia per metterglielo in culo, Ahmed ti offendi se la scopiamo insieme disse ghignando? Mi sollevò leggermente e senza far uscire il cazzo di Ahmed infilò anche il suo nella mia figa. Avevo reso cazzi di gomma grossi ma i due cazzi dei ragazzi che avevo dentro di me messi insieme mi riempivano colmandomi di sensazioni piacevolissime, ebbi un primo orgasmo molto rumoroso che fece scatenare i due ragazzi nelle loro lingue. Non capivo le parole ma i grugniti sì e mi eccitavano ancora. I due avevano trovato un buon ritmo uno entrava e l’altro usciva. Ad un certo punto quello dietro era prossimo a venire e si sfilò, venne davanti e mi coprì di sborra con il quantitativo e la potenza di un ragazzo di poco più di 20 anni. Quello sotto eccitato dalla sborrata del compare mi ribaltò si sfilò e mi fece anche lui una bella maschera di bellezza. Ero esausta e piena di sborra in culo in volto e sulle tette.
“Mettete sullo schermo la telecamera frontale che la zoccola ora farà colazione” il mio volto comparse sul grande schermo ad alta risoluzione, si vedevano i pori oltre, naturalmente, al grande quantitativo di sborra. Mi porsero una spatola e Kemal mi intimò di mangiarla tutta. Non ne avevo voglia e procedevo a rilento. “Senti puttana, ti ho detto di mangiare tutta la sborra che generosamente ti abbiamo regalato, se non lo fai la prossima ti maltratteremo, inviterò tutti gli animatori del villaggio a svuotarsi i coglioni dentro di te e magari anche qualche ospite che sicuramente sarà disposto a pagare per partecipare queste sessioni.” Finii bene o male di ripulirmi. “Che ne dite è abbastanza pulita?” “Nooo risposero in coro Raul ed i due ragazzi, laviamola noi”. E così Raul mi sollevò come un fuscello, mi mise sotto una doccia all’aperto mettendomi in ginocchio ed i 4 uomini cominciarono a pisciarmi addosso. Il flusso di Lamel lento ed interrotto a tratti, quello di Raul potente e continuo e quello dei due ragazzi che erano ventenni era puntuto. Me lo diressero sul volto e sulle tette. “Apri la bocca e bevi” disse Raul, lo feci e la conseguenza fu che Raul disse che a Kemal: “Certo che se sei riuscito a farle fare questo già il primo giorno, potrebbe anche battere il record di Syren”.
Quando si furono per bene svuotati le vesciche Raul prese una manichetta dell’acqua, fortunatamente a temperatura ambiente a poco meno di 30° e mi lavò via il piscio e la maggior parte della sbotta, quindi mi mise un accapatoio, mi caricò in spalla come un fuscello e mi portò alla ma stanza. Li mi apsettava Sofia che mi aiutò a fare una doccia calda ed a mettermi a letto. Ero dolorante in tutti i buchi, terribilmente stanca ma appagata. Mi ero comportata come la peggiore troia di un lupanare eppure non riuscivo che a sorridere, finalmente avevo avuto quello che non avevo nemmeno osato sognare e probabilmente molto di più. Restavano 5 giorni alla partenza e non mi immaginavo che altro Kemal avesse in serbo per me. Ma questo lo scoprirete nei prossimi capitoli.

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