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Racconti di Dominazione

Scegliere l’uomo sbagliato

By 4 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premetto che questa che sto per raccontare è solo una piccolissima parte della storia.
Mi è stato ordinato di dividere in vari capitoli e a questo punto non posso che ubbidire a capo chinato, dunque per ora troverete solo l’inizio dei fatti.

Mi chiamo Misty e sono una bella ragazza del sud Italia, appariscente e formosa.
Sono alta 177 cm e ho i capelli castano chiari, lunghi fin sotto le spalle e leggermente ondulati verso la fine, occhi verdi e grandi, Bocca carnosa ma non troppo sporgente, piuttosto regolare, visetto fino e delicato anche se un po’ severo, tanto che quando indosso i miei occhiali da riposo con la montatura argentata e sottile, sembro proprio una di quelle brave studentesse modello, o forse più una prof. Un po’ troppo giovane ma severa.
La corporatura è normale, non sono magrissima ma nemmeno grassa, ho un seno piuttosto pronunciato, una quarta morbida e ben tenuta, esattamente come il sedere che è alto e sodo.

Come tutte le belle ragazze appariscenti e simpatiche, attiro molti ragazzi, ma non tutti sono bravi e buoni come la famiglia vorrebbe, e così si creano litigi su litigi.
Così è successo a me fino a che, forte dei miei 18 anni compiuti me ne sono andata di casa per stare con l’uomo che avevo scelto, di circa 12 anni più grande di me.
Era certo una persona particolare ma mi trattava sempre bene, aveva dei giri d’affari tutti suoi di cui io non dovevo mai permettermi d’impicciarmi altrimenti diventava piuttosto cattivo’ ma se diventava cattivo era colpa mia, non era lui meno gentile.
Me lo diceva sempre ‘Se te le suono è perché te le meriti’.
Io in fondo lo sapevo quindi sono sempre stata buona da una parte lasciando che concludesse i suoi affari e andando con lui quando lo desiderava, presentandomi ad amici e conoscenti e certe volte divertendosi a mettermi in imbarazzo.
Erano tutti più grandi di me ed io sono una persona piuttosto timida, lui per farmi arrossire o vergognare spesso mi bloccava davanti a loro e mi metteva in mostra con frasi tipo ‘Ma avete visto quanto è figa la mia donna? Guardate che belle tette’ e quasi sempre succedeva in quelle occasioni che mi slacciasse la camicetta o mi tirasse su la gonna per mettere in mostra la sua proprietà.

Spesso quando era particolarmente fatto lasciava che fossero direttamente loro a farmela sbottonare. Si faceva ma non ho mai pensato che fosse cattivo per questo, nemmeno quando mi faceva bere per disinibirmi, in fondo so che lo faceva per me, per sciogliermi un po’ e togliermi quell’aria da brava scolaretta che mi portavo dietro.

L’unica volta in cui ci sono rimasta un po’ male è stata quando mi ha portata a casa di amiche, e li ho scoperto cosa faceva durante gran parte del tempo che trascorreva fuori, specie quando andava li a Caserta. Quella casa era abitata da 4 ragazze, e tutte e 4 erano le sue donne, le une consapevoli delle altre. Ci avevano fatto l’abitudine oramai e facevano tutto quello che lui volesse, un po’ per abitudine, un po’ per ottenere altra droga in cambio, un po’ perché a tutte eccitava da morire quella situazione. Me ne sono accorta quando mi ha detto :

‘Adesso la mia puttanella più giovane resta qua buona buona, guarda e impara’
Non mi aveva mai chiamata così davanti ad altri, era un effetto strano. Sono rimasta seduta su quella sedia mentre lui si è buttato sul divano ed ha ordinato a due ragazze biondine e troppo magre per i miei gusti di slacciargli i pantaloni. Quelle in pochi secondi gli hanno aperto la patta e iniziando a leccarsi tra di loro, una inginocchiata alla destra di Giuse e una alla sinistra, hanno iniziato a pomiciare facendo poi passare il cazzo del mio ragazzo tra le loro lingue, come fosse una terza. Ero nera di rabbia ma non potevo fare nulla, ed anzi in breve si è aggiunta una terza ragazza, Mora e con delle grosse tette, che pian piano ha iniziato a spogliarsi e a strisciarsi contro il suo petto, premendo contro questo i suoi capezzoli duri e scuri in confronto alla pelle chiarissima. Poco dopo lui le ha dato uno schiaffo sul sedere e lei con un gridolino si è posata con le ginocchia sullo schienale del divano allargando per bene le gambe ed offrendo a Giuse la sua figa. Lui le ha affettato le gambe spingendola contro di se con le mani piazzate sul culo e ha iniziato ad affondare la lingua in lei, bagnandola e facendola agitare senza possibilità di divincolarsi dalle mani fortissime del mio lui.

Poco dopo la quarta ragazza è tornata dalla cucina ed è venuta direttamente verso di me.
‘Giuse ti ha ordinato di non indossare me mutandine oggi, spero che tu abbia obbedito’ .
Sono rimasta a bocca aperta. Possibile che lui le dicesse tutto? O forse solo quella cosa?

Comunque, io ovviamente gli avevo obbedito. Avevo una camicetta bianca un po’ troppo sbottonata ed un reggipetto in pizzo nero che si vedeva e faceva spiccare le mie forme. Una gonna nera particolarmente corta, poco sotto il gluteo, e delle scarpe aperte con un accenno di tacco, 5 o 6 cm al massimo.
Questa tipa è venuta da me e dicendo così mi ha afferrato le gambe e me le ha aperte con uno strattone. Le ho richiuse subito ma lei mi ha guardata con cattiveria :
‘Giuse ha detto che posso picchiarti se voglio’ .
Io sono sempre stata gracilina e sinceramente quella cosa mi aveva spaventata. Ho cercato sostegno in lui ma lo stronzo era li a farsi spampinare da una delle due biondine che lo infilava in bocca e lo buttava fuori, e ancora dentro e poi fuori, rallentando di tanto in tanto solo per passare la lingua dalle palle alla cappella. L’altra biondina invece era in ginocchio sul divano accanto a lui che continuava a infilarle e sfilarle due dita da dentro mentre la vacca gemeva inarcandosi con la schiena e tenendosi in equilibrio coi gomiti.

L’unica che non vedevo bene era la mora di cui riconoscevo solo il tatuaggio di una farfalla ben in vista sulla natica destra.
Queslla che stava con me invece era rossiccia e con molte lentiggini, l’aria cattiva e una forza insolita. In breve si è fondata tra le mie gambe che fino a quel momento avevano conosciuto solo Giuse, e ha iniziato a leccarmi affondando con la lingua e uscendo fuori, usandola come fosse un piccolo fallo che entra ed esce, e infilandomi le unghie nelle cosce per far presa su di me.
Ho iniziato a urlare in preda a imbarazzo e disperazione ma come unico effetto ho visto quelle tre troie che si fermavano e il mio Giuse che è scoppiato a ridere.
‘Calma Misty, ho pensato fosse meglio farti iniziare con una donna. Domani ti ho dato in affitto ad un industriale milanese e dovrai esser carina con lui, fai pratica con Donatella ora.’

Non potevo credere a quello che aveva detto, lo guardavo senza trovare cognizione di causa, e lui aveva capito il mio smarrimento così ha iniziato:

‘Tra le tante cose che faccio c’è anche un piccolo giro.. non di prostituzione’ diciamo di incontri! Loro tirano su qualcosa e io mi posso permettere quello che vedi. Però non bastano più solo loro quindi da domani anche tu sarai affittata ai miei amici ed al mio giro’

Era sadico mentre lo diceva, io non potevo far a meno di piangere mentre Donatella era salita a leccarmi i capezzoli, diventati duri mio malgrado.
Dopo poco si è avvicinato anche lui, pantaloni abbassati, e si è messo accanto a me che ero ancora seduta. Mi ha fatto alzare e ha fatto sedere Donatella mentre io fremevo e non la smettevo di singhiozzare. Era innervosito ed eccitato allo stesso tempo.

‘sai che c’è a chi piace quando le donne fanno così? Da un’idea di possesso’ perché è questo che sei ora, un oggetto, mio. E non permetto che qualcuno lo usi prima di me. Quindi sarà il caso di cominciare a usare questo bel culetto!’

E li ho iniziato a piangere davvero, urlavo e urlavo con voce straziata, scongiurandolo di non farlo, ma come detto la cosa lo faceva solamente tirare di più. Le due bionde erano in attesa mentre la mora era corsa a rispondere al telefono dall’altra parte della casa e la cosa sembrava lunga.
Possibile che in quel palazzo nessuno sentisse le mie urla?
O magari li era una cosa normale, o forse semplicemente ognuno si faceva i fatti suoi, ed anzi qualcuno era in preda ad una piena eccitazione e si masturbava ascoltando me che lo scongiuravo di non incularmi e lui che ridendo mi prendeva a sculacciate e sberle.

Le due biondine sono finalmente state chiamate, mi hanno afferrata per le braccia tenendomi ferma mentre la rossa mi ha preso i capelli tirandomi con forza la testa verso la sua figa aperta e bagnata, costringendomi a leccargliela.
Intanto da dietro Giuse mi aveva afferrato con decisione le chiappe e le aveva aperte, iniziando a leccare il buchino, bagnandolo e tenendomi ben salda con le mani sui fianchi.
Poco dopo avevo un uomo di dimensioni non indifferenti che spingeva la sua grande cappella contro il mio culetto provocandomi panico e dei forti dolori, la testa mi veniva conficcata tra le gambe della Donatella soffocando le mie grida e tirandomi i capelli per costringermi a leccarla; e le de ragazze bionde che mi tenevano ferma e mi torturavano le tette passandoci svelte le dita come quando si danno tanti schiaffi e poi leccandoli, ed ancora da capo.

Ad un certo punto da dietro ha iniziato a spingermi più forte, facendomi urlare e contorcere e facendomi anche prendere tanti schiaffi sul sedere.
‘Che cazzo ti urli bimba? Ma che ti credevi quando i tuoi ti dicevano di non darmi retta? Tu l’hai voluto fare, e mo ti prendi tutte le conseguenze, e questa è una di quelle puttanella mia’
Era davvero divertito e mentre parlava pompava più forte, ad un tratto Dona mi ha tirato via la testa e Giuse mi ha fermato i fianchi spingendomi verso di lui, mettendomelo tutto dentro con un’unica botta secca, facendomi spasimare di dolore.
Si erano fermate a vedere e tutte avevano preso a ridere e a fare commenti in una lingua che non conoscevo, forse russo o Ucraino non so’
Lui continuava a infilarmelo dentro e riuscire fuori, più e più volte mentre le altre ora mi mordevano e mi tiravano le tette, mi leccavano la bocca costringendomi a tirar fuori e mi leccavano la figa, facendomi concentrare ancora di più l’attenzione su quel punto.

Ci è voluto molto fino a ch emi abituassi ma non mi è mai piaciuto del tutto, eppure ad un tratto sembrava che io ne volessi ancora, ogni volta che veloce usciva da me, sentivo quel mezzo secondo prima che rientrasse come l’attimo più lungo della mia vita.
Ha proceduto a incularmi per un casino di tempo, fino a che non mi ha detto di esser pieno e mi ha fatta girare ficcandomelo fino a dentro la gola, senza darmi il tempo nemmeno di prender fiato o di leccare o altro’
E’ venuto soffocandomi quasi e riempiendomi con tutto il suo sperma.

Ha alzato un dito guardandomi severo eppure divertito:

‘Se ne versi anche solo una goccia sta notte ti faccio dormire con due zucchine nel culo’
Loro hanno ripreso a ridere mentre io con un enorme sforzo ho ingoiato tutto e mentre loro parlottavano tranquilli mi sono rivestita, sporca e sudata ed in attesa di esser data in affitto per la giornata al milanese.
Non potevo far nulla, coi miei non parlavo più e per loro ero una puttana e basta oramai, lui mi avrebbe massacrata se avesse anche solo intuito che pensavo di andarmene.
In fondo l’avevo sempre saputo che faceva parte di qualche giro grosso e pericoloso.
Un po’ come era lui in fondo. Come è lui.
Non posso continuare oltre, ma presto vi dirò cosa è successo dopo.

Intanto se questa prima parte è stata di vostro gradimento e avete commenti da fare di qualsiasi genere, se volete dirmi qualsiasi cosa sono disponibile a rispondere! Baci a tutti e spero che il racconto sia piaciuto.

sensual.tech@hotmail.it

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