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Racconti di Dominazione

schiava del fratello

By 4 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Chiara, una ragazza alta 1’69 occhi azzurri porto la quarta di seno fisico niente male, adesso vi racconterò come Giulio un ragazzo grassoccio e per niente pulito mi ha trasformata in una schiava.
queste righe sono costretta a scriverle sotto ordine di Giulio mio fratello e adesso mio padrone.
Odio questo compito come tutti i compiti inflittomi, ormai sono arrivata alla perversione totale facendo atti che fino a due anni fa non pensavo nemmeno.
tutto cominciò un venerdì sera io ero su internet su una chat erotica, il nick che leggevo sullo schermo non lo scorderò mai luciano53. Dopo insistenze e varie parole che mi avevano eccitata mi ha convinta ad accendere la web e giocare con lui. Gli avevo detto che ero vergine anche se diciannovenne, ma lui mi aveva risposto che non serviva aver fatto sesso per portarlo al piacere. Ero in camera mia ed avevo cominciato a toccarmi quando notai un cellulare alla mia finestra, trasalii con un’espressione di terrore in volto, spensi tutto e indietreggiai, vidi una sagoma fuori dalla mia finestra e poi sentii la maniglia della porta finestra abbassarsi e infine il cigolio della porta, la sagoma si fece più chiara e si scoprì essere quella di mio fratello.
Rimasi scioccata, aveva visto tutto. L’avrebbe detto a mamma e papa che potevo fare? fu a quel punto che prese parola Giulio – bene bene sorellina ci divertiamo a quanto vedo- io ero già in lacrime – no stavo solo, solo – mi fermai cercando una scusa che non potevo trovare quindi cercai come ultima difesa l’attacco – e te pervertito che fai spii tua sorella?- lui rise alla mia frase – pervertito io senti da che pulpito, chi era lì davanti alla cam che si sgrillettava – io arrossii – ti prego Giulio scusa non lo dire a papa e mamma – lui girò lo schermo del cellulare verso di me e avviò il filmato – mi vidi mentre mi toccavo oscenamente davanti alla cam del pc. Mi portai le mani alla bocca, feci uno scatto verso il cellulare ma lui prevedendolo si scansò e mi spinse sul letto.
Ero totalmente nel panico, non sapevo se piangere essere seria o ridere, mio fratello nel frattempo – chissà che diranno mamma e papa quando lo vedranno, magari lo fai pure per soldi – io spalancai gli occhi sbrigandomi a dire – no non è vero è la prima volta giuro – lui rise – certo certo ma a chi crederanno a te o a me che ho le prove? chi mi nega di dire che più volte ti ho vista farlo e chiedere una ricarica alla fine? – io sbiancai – perchè mi fai questo? – lui rise – semplice perchè sei sempre stata una troietta impertinente con me offendendomi e trattandomi male tutte le volte. Ma mi sa che adesso la smetterai e sarai gentile e accondiscendente con me – io restai in silenzio sguardo basso .
passò qualche minuto lui restava fermo aspettando la mia risposta, sperando che si riferisse a cose come fare i compiti con lui dato che eravamo tutte e due in terza superiore ( io perchè avevo smesso ottenendo la qualificazione del terzo anno e volevo arrivare al diploma, ma al test ero bocciata, quella sera mio padre mi aveva fatta piegare sul letto e dato 50 cinghiate date bene di quelle che lasciano il segno per giorni, non biasimate mio padre, io sono sempre cresciuta in una famiglia che ha da sempre applicato le punizioni corporali, ne avevo prese tante e molte volte e sempre per giusti motivi, sono contraria a chi dice che una sana sculacciata sia una forma di violenza senza senso, mentre lui era bocciato ben due volte subendo la mia stessa sorte ) nella stessa aula ma mi sbagliavo anche se non lo sapevo ancora. Decisi di accettare, come dissi – va bene farò tutto ciò che vuoi- sul suo viso crebbe un sorriso di vittoria.
Si avvicinò al letto e si sedette su una sedia di fronte a me – per prima cosa toccati fino a raggiungere l’orgasmo sul video che ti ho fatto forza – io rimasi allibita non sapevo come rispondere e non potei far altro che restare immobile sguardo chino, lui mi rifilò uno schiaffo – fallo adesso o chiamo mamma e vediamo che dice – iniziai a piangere. Portai una mano alla mia fica e iniziai a toccarmi, lui rise di gusto e premette play sul telefonino, vidi me stessa davanti al pc che si toccava come una puttana qualunque, mi vergognai da morire. La mia mano iniziò a farsi più audace, fino ad andare veloce stuzzicando di continuo il clitoride, lui divertito e con una visibile erezione guardava compiaciuto.
Cercai di non pensare a nulla e raggiunsi l’orgasmo dopo tre minuti di quello spettacolo indecente – brava troietta sei appena venuta sul filmato che ti porterà ad essere la mia schiava, adesso riposati che appena deciderò cosa farti avrai molto da faticare – se ne andò ridendo e io mi gettai nel letto in lacrime Passarono tre giorni, lui tornò da fare il giro con i suoi amici verso le sei ed entrò in camera mia. I nostri genitori quella sera avevano deciso di cenare fuori – bene Chiara vieni qua e succhiami il cazzo forza – sgranai gli occhi e iniziai a tremare – no dai ti prego sono tua sorella – lui rise – eri mia sorella adesso sei solo una lurida cagna, avanti vieni qua e inginocchiati – iniziai a piangere – no ti prego Giulio – lui prese la cinta e se la sbottonò poi con l’altra mano prese il cellulare -adesso mi hai rotto piegati sul letto e culo nudo forza! – presa dalla paura eseguii , lui si mise dietro di me piegando in due la cinta – adesso vediamo se ti faccio strillare come nostro padre – ciack ciack ciack, i colpi susseguivano duri e precisi sul mio povero culo indifeso, non potevo far altro che subire quella dura punizione, lui non si fermò nemmeno quando iniziai a piangere con più forza.
Mi cinghiava lasciandomi ogni volta un segno rosso sul sedere, ogni tanto colpiva la mia fica ed erano dolori, urlavo e mi dibattevo ma nulla lui continuava. Solo dopo 80 cinghiate si fermò.
Posò la cinta a terra e si mise dietro di me, si tolse i jeans e stette fermo, sapevo già cosa voleva, mi girai ciò che vidi non lo potevo nemmeno immaginare, in fondo alla sua cappella grossa e violacea c’era della cosa bianca schifosa, storsi il naso – Giulio fai schifo vatti a lavare prima almeno – lui rise – perchè? tanto lo farai te succhiandomelo forza inizia – mi avvicinai vincendo i conati al solo sentire l’odore orribile, alla fine lo presi in bocca, lui emise un sospiro di goduria, prese la mia testa e iniziò fin da subito a scoparla come una figa, tossivo e faticavo a respirare, mi arrivava in gola e la violava andando affondo sempre di più ad ogni spinta, la crema bianca si attaccò alla mia lingua, la ingoiai disgustata. Solo adesso so che quella crema si chiama smegma e da lì in poi spesso mi sarebbe toccato ingoiarlo.
L’odore e il sapore di urina e sperma vecchio era fortissimo, solo dopo lunghe pompate e leccate piene di saliva riuscii a farlo sparire, ma a quel punto sentii le sue mani premermi al suo pube e poi una sostanza vischiosa e schifosa riempirmi la bocca -ingoia troia forza aaaah- mi tenne il viso schiacciato al suo ventre fino a che con gli occhi sgranati e il respiro strozzato ingoiai, a quel punto lo tolse e lo strizzò più volte , poi me lo ricaccio in bocca due o tre volte per ripulirselo – brava puttana il tuo primo pompino con ingoio è andato bene vediamo i prossimi – Mi alzai la mattina ancora in trance, tutto quello che avevo passato mi sembrava un sogno, ma il mio sedere ancora dolente mi fece capire che era la verità. Mio fratello si era fatto fare n pompino da me e al mio primo rifiuto mi aveva punito come fa papa.
A colazione mi salutò con fare strafottente, prese qualcosa da dietro la schiena e me lo mostrò senza farsi vedere da mamma e papa, era un preservativo, dentro c’era dello sperma e qualcosa di giallo: urina. Lui senza farsi vedere approfittando che erano in cucina i nostri genitori lo rovesciò nel mio latte ‘ tieni sorellina ecco a te ‘ io lo guardai disperata nei suoi occhi in cerca di pena ma lui non disse nulla.
Presi la tazza, nel mentre arrivarono i nostri genitori, il cuore mi batteva a mille, vedevo nel mio latte il suo sperma galleggiare. Presa dal panico presi la tazza e iniziai a bere, il sapore era schifoso, si sentiva il sapore della sua urina. Quando arrivai allo sperma dovetti aspirare, lui mi guardava eccitato, mentre mamma e papa si erano già seduti.
Le mie guance erano rosse di vergogna, buttai giù lo sperma schifata pensando a ciò che avevo appena fatto. Mi venne quasi da piangere ma non potevo scappare. Lui si mise a parlare della scuola con loro come se non fosse successo nulla, io finii il latte e controllai che non si vedesse nulla, poi scappai in bagno e vomitai tutto, sentii dire da lui ‘ mangia le schifezze e poi ecco la fine – Dopo poco si uscì per andare a scuola, io guardai sdegnata mio fratello e mi avviai. Sotto al palazzo incontrai il mio vicino, un signore anziano sulla settantina – ciao, ma perchè non fai la brava ragazza e obblighi tuo padre a punirti? – come terminò la frase divenni rossa come un peperone, nel frattempo era arrivato mio fratello ‘ è vero non da mai retta alla prima e lo fa sempre arrabbiare. Su Chiara mostra come gli è toccato conciarti il sedere per le tue solite bizze da bambina ‘ detto ciò mi guardò con aria severa. Alzai la gonna e mi girai, il vicino sorpreso ‘ mamma mia è stato proprio severo. Lo devi aver fatto arrabbiare parecchio, però non dovresti mostrare a tutti il sedere non è da brava signorina ‘ mio fratello rise mentre io avvampai ancora d più ‘ scusi per il disturbo ieri sera e per il mio comportamento oggi signore ‘ mio fratello ‘ l’hai fatto davvero ahah non si può nemmeno scherzare con questa esibizionista che la prende sul serio, adesso non lo dica a nostro padre perchè non vuole che si sappia in giro, ma mia sorella è stata punita proprio perchè si diverte a mostrarsi ai nostri compagni di scuola in cambio di compiti o soldi. Purtroppo e troppo buono le dovrebbe prendere da uno severo – lui sorrise ‘ comunque l’ha punita per bene e per quanto riguarda te Chiara mi raccomando smettila che non va bene per una ragazza bella come te fare certe cose ‘ io annuii sull’orlo del pianto ci salutammo e si partì per la scuola.
Per tutto il viaggio mio fratello mi derise chiamandomi scema, puttana, e quello che gli veniva in mente. A scuola per fortuna andò tutto liscio, ma mentre si tornava ‘ oggi vedrai di farti punire dal vecchio intesi? – io lo guardai ‘ non puoi dire sul serio dai ‘ lui mi prese per un orecchio e mi portò dietro dei cespugli, una volta nascosti mi tolse la maglietta con forza e il reggi, poi prese un bastone per terra ‘ mani dietro la testa forza vediamo se non sono serio ‘ come eseguii ciack ciack sul mio seno indifeso, 10 colpi severi che mi fecero partire piccoli mugolii di dolore, cercai di non urlare visto che eravamo in un parchetto nascosti solo da dei cespugli, mi ordinò di rimettermi tutto ‘ bene che farai oggi? – io abbassando il viso ‘ mi farò punire dal vicino ‘ lui sorrise ‘ brava e vedi di chiederne di severe ‘ stetti in silenzio fino a casa.
Arrivai sull’uscio del signore e bussai, lui aprì e vedendomi rimase stupito ‘ salve posso entrare?- lui mi fece spazio ‘ certo entra pure – . una volta in salotto mi fece sedere, io guardavo in basso piena di vergogna ‘ oggi l’ho fatto di nuovo è stato più forte di me, ho mostrato la fica a un mio compagno per 20 euro, mi merito una punizione però non voglio sia mio padre lo renderebbe triste sapere che ha una figlia così ‘ mi sforzai come mai nella mia vita a guardarlo negli occhi, lui era lì che ascoltava già leggermente adirato per il mio comportamento ‘ la prego lo faccia lei. Però non qua andiamo da qualche parte dove i miei non sentano ‘ lui mi guardò severo ‘ aspettami fuori andiamo in un posto che non ci possono disturbare. Vedrai che ti passerà la voglia di fare la sgualdrina ‘ detto ciò uscii e lo vidi arrivare con una mestola e la cinta ai calzoni bella spessa, il mio sedere stava per assaggiare una dura punizione. Mi portò in macchina verso le campagne, riconoscevo la zona, ci passavo spesso come scorciatoia per andare dai miei amici, per tutto il viaggio stetti in silenzio ero imbarazzatissima.
Si arrivò a un campo chiuso da una recinzione con in mezzo un capanno, capii che quello sarebbe stato il luogo della mia punizione. Lui parcheggiò e scese, fece il giro e aprì la mia portiera e mi prese per un braccio deciso. Mi strinse così forte da farmi male, ma a nulla servirono i miei ai mi fai male, mi trascinò fino al capanno.
Liberò il centro di esso, io ero rimasta immobile sulla soglia mani nelle mani e sguardo chino, lui a quel punto si girò verso di me ‘ bene signorina vieni pure qua che adesso ti faccio vedere come bisogna essere severi con le sgualdrine come te ‘ io mi avvicinai con i primi lacrimoni agli occhi, dovuti più alla vergogna che alla paura. Appena arrivai da lui mi calò i jeans e subito dopo le mutande, lo fece con gesti decisi, infine mi piego e tenendomi con un braccio in vita per tenermi ferma iniziò a sculacciarmi. Fin da subito fu severo e duro nel colpire , gli schiocchi risuonavano nel capanno riecheggiandomi nella testa. A quel punto iniziai a piangere umiliata e dolorante, il vecchio continuava ciak ciak, alternava i colpi prima sulla natica destra poi sulla sinistra senza sosta. Ad ogni colpo il mio culetto sobbalzava ‘ ora piangi e sgualdrina? Ti faccio vedere io cosa riservo alle puttanelle. Vedrai che non ti siederai per un po stupida ‘ io cominciai a chiedere scusa ‘ scusi non succederaaaaa più la pregooo aaai ai ‘ lui rise ‘ ne sono sicuro dopo che avrò finito la punizione prima di pensarlo e basta ti ricorderai di oggi – .
Gli sculaccioni andarono avanti 5 minuti circa, io avevo cominciato a perdere la voce a son di urla e suppliche, mentre anche lui iniziava ad avere il fiatone a son di colpirmi. Smise. Il mio sedere già livido doveva essere rosso acceso adesso, se dovessi dare un conteggio a tutte le sculacciate credo di averne ricevute almeno 200, a quel punto andò dietro di me ‘ bene questa volta assaggerai 50 colpi di mestola e 35 di cinta, ma la prossima subirai prima la cinta e poi ti spellerò il sedere a son di mestolate ‘ ebbi un brivido di paura e annuii velocemente, lui prese la cinta doppiandola e ciak un colpo forte mi arrivò sul centro del sedere. Urlai dal male, riuscii a stento a non coprirmi subito con le mani. Avendo l’esperienza con mio padre sapevo che coprirsi poteva portare solo ad altri colpi, quindi restai in posizione, mentre lui mi faceva assaggiare per bene la cinta.
Ogni colpo sentivo come se la pelle si staccasse, le mie natiche venivano attraversate da un dolore fitto e forte, ma lui nonostante il mio pianto e le mie suppliche continuò fino a 35. Mai nessuno me ne aveva mai date così severamente,non volevo nemmeno pensare a come fosse adesso il mio sedere. Lo sentivo caldo pulsante e mi faceva male da morire, lui passò la mano sul mio sedere tracciando i vari rigonfiamenti dovuti ai colpi di cinta ‘ bene sei stata brava si vede che ne prendi spesso puttanella ‘ io piansi ancora di più, le parole di lui mi ferivano forse più delle cinghiate appena ricevute, ma non feci in tempo a rilassarmi che dopo avermi cinto la vita con il braccio come prima iniziò a colpirmi con la mestola, lo faceva forte e deciso, colpiva solo il centro del sedere, lo faceva così veloce che i colpi restavano un dolore e un bruciore unico e continuato.
Finì anche questa punizione, lui guardò soddisfatto ‘ bene adesso che te l’ho spellato a son di mestolate il sedere vediamo se farai di nuovo la puttanella, mi portò davanti allo specchio e mi fece girare, portai le mani davanti alla bocca guardandomi il sedere, era rosso come un peperone all’esterno, mentre verso l’interno righe scure rosse che presto sarebbero diventate viola attraversavano il mio sedere, mentre dove mi erano arrivate le mestolate si iniziava a vedere la pelle viva al centro. Mi fece rivestire e mi portò a casa. Mio fratello una volta che tornai a casa volle vedere subito i risultati della punizione, sottomessa lo seguii in camera salutando prima velocemente mamma e papa.
Una volta arrivati mi ordinò di mostrargli il sedere, il suo mugolio soddisfatto mi fece capire che era felice dell’opera del vecchio- bene bene, che dici si sarà eccitato il vecchietto? – io mi girai di scatto ‘ ma che dici? Certo che no mi ha solo punita- lui rise ‘ io dico che si è eccitato. Adesso vai di la e te lo fai dire, se dice di si farai un bel servizietto al vecchio ‘ io sgranai gli occhi ‘ ti prego questo no ‘ neanche il tempo di finire e mi arrivarono due schiaffi. Mi portai la mano alla guancia e vidi lui che si stava sbottonando la patta, abbassai lo sguardo e infine mi inginocchiai di fronte al suo membro già semiduro, nuove lacrime mi giunsero agli occhi pensando che per farmi inginocchiare era servito solo che si sbottonasse senza nemmeno dire niente, l’unico pensiero che mi venne fu sono proprio una troia.
Me lo cacciò in gola con forza, si muoveva dentro di essa con vigore tenendomi ferma per la testa, dopo poco venne copiosamente ‘ puttana tieni. Non bere tienila in bocca ‘ piansi a quel suo nuovo ordine e la tenni in bocca, lui continuò ridendo ‘ bene adesso mi voglio godere un pompino sentendo la mia sborra calda e gustosa che mi sciacqua l’uccello ogni volta. Mmm che sensazione fantastica – .
L’operazione durò altri dieci minuti, ci volle un po perchè tornasse duro, la mascella mi doleva e facevo fatica a tenere il suo sperma in bocca, sia per lo schifo che per il suo pene che faceva su è giù fino a sfiorarmi la gola, ma alla fine lo sentii mugolare ‘ aaaaaah ‘ mi tenne il pene dentro dando altri 3- 4 colpetti ‘ mmm troietta hai la bocca piena di sperma ‘ io ero un lago di lacrime, ero semplicemente disgustata da quel nuovo carico di sperma direttamente in bocca, adesso che aveva tolto il pene sentivo il seme viscido muoversi sopra la mia lingua.
Mi squadrò per un po poi con voce secca ‘ adesso se non vuoi che te ne dia cosi tante da farti implorare di fare ciò che ti dico andrai di là dal vecchio e gli farai un pompino con i fiocchi se accetta capito ?- esitai lui alzò la voce facendomi sussultare ‘ hai capito o o stupida puttana? – annuii velocemente ‘ bene ricomponiti asciugati gli occhi ma non bere. Feci come ordinatomi.
Mi portò di fronte a mamma e la chiamò, come lei fu di fronte a noi mi sussurrò ‘ ingoia guardandola dritta negli occhi ‘ trattenni a stento le lacrime e guardando negli occhi mia madre estranea ai fatti ingoiai le due schifosissime sborrate che avevo in bocca. Mio fratello mi sorrise e dopo aver chiesto delle cose a mamma tenendomi lì accanto a lui mi accompagnò alla porta. una volta arrivati alla porta lo guardai con odio e uscii, non volevo farlo ma non osavonmmeno pensare alle conseguenze.Bussai alla porta, dopo poco il vecchio mi aprì ‘ ciao che c’è? Hai bisogno di un’altra sculacciata ?- io scossi il capo ‘ posso entrare?- lui mi fece spazio.Una volta dentro mi fece accomodare e prese un succo di frutta, si accomodò e con voce calma ‘ che mi volevi dire? ‘ io decisi di andare subito al punto non volevo terciversare, ci dovevo andare cauta perchè poteva poi dire tutto ai miei genitori quindi decisi di fargli capire per vie esterne ma precise.
Mi accomodai accanto a lui ‘ beh ‘ ebbi un’esitazione e abbassai lo sguardo ‘ la sculacciata di oggi mi ha fatto capire che faccio quelle cose per piacere non solo per i soldi ‘ dentro di me stavo piangendo a dirrotto, pensavo a che figura da puttanella che stavo facedo, ma ormai ero solo quello una puttanella da usare ‘ e che li cerco in loro, mi mostro sperando che vadano oltre ma sono giovani loro ‘ lui mi guardò capendo tutto, a quel punto ebbe un’attimo di esitazione ‘ ti capisco ma non dovrebbe comportarsi così una bella ragazza come te ‘ mi scoprii il seno leggermente senza osare troppo ‘ per questo mi chiedevo se oltre a punirmi dopo vorrebbe ‘ lui mi guardò e sorrise ‘ beh fammi vedere cosa vorrei che facessi, ma prima mi sa che devo andarmi a pulire, sai noi aziani molte volte non tratteniamo certe cose ‘ io lo fermai, se mio fratello avesse saputo che gli avevo permesso di ripulirsi mi avrebbe cinghiata ancora ‘ lasci mi va bene così ‘ lui mi guardò quasi schifato poi sorrise ‘ brava ‘ si slacciò i pantaloni e venne di fronte a me.
L’odore di urina mi colpì di colpo le narici, trattenni a stento la voglia di voltarmi schifata, feci un sorriso per nascondere le mie vere emozioni e dopo averlo liberato dalle sue mutande aprii la pelle, era largo e non troppo lungo ma non era erretto, e neanche sarebbe stato duro come quello di mio fratello.Iniziai a succhiarlo piano piano, il sapore acido dell’urina mi pervase il palato, ma non era sporco come quello di mio fratello, continuai a succhiare, adesso si era ingrossato ma restava molle, leccavo la cappella e tutta l’asta, lui nel frattempo si era tolto le mutande, dopo poco scesi fino alle palle ma mi fermai vedendo il suo sedere sporco di feci, riuscii lo stesso a leccare le sue palle per poi risalire, lui se la godeva, ansimava e mi diceva di continuare da brava.
Ero imbarazzata da morire, mi chiedevo da lì in poi come mi sarei comportata con lui, mi veniva da piangere pensando alla possibilità di vederlo mentre ero con i miei e magari anche mio fratello, anche perchè sicuramente mio fratello avrebbe detto qualcosa per umiliarmi ancora di più.Venne dopo poco inondandomi la bocca, era più acre e molto meno densa dello sperma di mio fratello ma molto più disgustosa, ingoiai tutto poi mi alzai ‘ mmmm- lui sorrise sedendosi ‘ sei proprio una bella miailina. Sorrisi umiliata ‘ penso che i miei bisogni e i tuoi combacino ‘ annuii ‘ adesso vado a casa che ho detto uscivo solo per poco- mi fermai dando le spalle a lui per non far vedere le lacrime che scendevano sul mio viso ‘ grazie per la sculacciata di oggi e il dopo. Non dire niente ai miei ti prego ‘ lui sorrise ‘ certo non ti preoccupare ciao – Passarono diversi giorni, lui non mi fece fare più nulla, fino alla settimana dopo.
Mi chiamò in camera sua, entrai con il cuore in gola, lui era fermo seduto sul letto – bene puttanella assetata oggi a scuola porterai questo – mi porse una bottiglietta di latte da 25mm in plastica, la scossi era piena, feci per aprirla ma lui mi fermò – lo scoprirai a scuola – abbassai arresa la testa e la misi via.
Una volta arrivati ci sedemmo, dopo la prima ora mi fece cenno di bere, aprii la bottiglia senza farmi vedere dalla compagna di banco e vidi una cosa orribile, era piena di sperma saliva e urina, guardai mio fratello che strinse la cinta, io mi feci corraggio e bevvi il primo sorso, un senso di vomito mi prese subito, ma non potevo rimettere qua in classe, cominciai piano a bere piano, lui era eccitato, al quarto sorso smisi e la ritappai, presi le mentine e me ne cacciai due in bocca.
Fino alla ricreazione si accontento solo di quello. Mi raggiunse appena suonò la campanella, senza farsi vedere mi mise una mano alla fica – puttana adesso bevi tutto sennò non levo la mia mano da sotto – guardai terrorizzata le amiche e amici presi la bottiglia aprendola, lui con la faccia disgustata – senti che tanfo la tua bevanda bevi troia prima di riempirci la stanza con quello schifo – iniziai a bere, il mio naso si storse per il sapore, lui mi fissò facendomi un ditalino leggero senza entrare a fondo, finii di bere tutto,ci saranno state 12 13 sborrate minimo. La gola mi bruciava da morire, menomale che la maggiorparte di loro era volata a comprare i panini di sotto.
Poco dopo restammo soli, lui si abbasso la zip – inginocchiati – lo guardai piangente – no qua no se ci vedono- mi strinse il clitoride da sotto la gonna, urlai dal male improvviso ma mi chinai – voglio solo che me lo lavi qua in classe forza – lo scappellò davanti a me, lo smegma ricopriva la cappella, lo presi in bocca, mi lasciò leccare la cappella piena di quel sapore orribile, poi improvvisamente pisciò iniziai ad ingoiare velocemente con gli occhi sgranati mi stava pisciando in bocca in classe, non ci volevo credere,non osavo pensare se entrava qualcuno – bevi troia – finì e mi lasciò rialzare in tempo perche entrassero due mie amiche. Lui sorrise e andò dietro di me mi mise senza farsi vedere un dito nel sedere, quando iniziò a muoverlo io sgranai gli occhi ma cercai di essere naturale, sperrai solo non si fermassero a chiaccherare con noi ma non fu così, lui come si avvicinarono troppo tirò fuori di colpo il dito, mi tappai la bocca per non urlare, poi fingendo di scherzare mi cacciò il suo dito in bocca, lo lasciò passare bene sulla lingua poi lo tolse, io presi le mentine fingendo di discutere allegramente con lui e le misi in bocca 4, presi la bottiglia nascondendola sotto il banco, salutai velocemente le due e corsi in bagno lasciandole stupite della mia reazione

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