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Racconti di Dominazione

Schizzate sulle gambe.

By 30 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Una sera di fine settembre mia moglie ed una sua amica erano uscite ed avevano deciso di andare in giro per divertirsi, avevano preso l’auto e si erano fermate in un bar per bere qualcosa, era pieno di gente tutti a vedere una partita di calcio trasmessa con un televisore enorme , a loro poco importava, la cosa importante era divertirsi, svagarsi, bere qualcosa. Non si accorsero che tipo di gente ci fosse, ma videro comunque che la gente le lasciava passare avanti senza fare storie.
Non essendoci sgabelli al banco rimasero in piedi ed avendo delle belle gambe, era un ottima occasione per mostrarle.
Dopo il primo bicchiere ridendo e scherzando passarono al secondo e dei signori li affianco tra una battuta e l’altra attaccarono bottone e pensarono bene di offrire a loro altro alcool.
Quel bar, era pieno di maschi , era il tipico bar di paese dove le donne non si vedevano neanche lontano un miglio, figuriamoci due ragazze sole.
Loro ricevendo le loro attenzioni, si divertivano, scherzavano , facevano le stupidine, le monelle, a loro piaceva esser al centro dell’attenzione di tutti, sentire i complimenti.
Verso la tarda serata l’alcool ormai si era impossessato di loro e degli altri, la gente era ormai tanta e non si riusciva a muoversi, erano praticamente pressati come sardine.
Gli sguardi di tutti i maschietti erano indirizzati verso di loro, da tutte le parti.
Tutti gli uomini erano dietro di mia moglie,era pieno di gente, non si aveva neanche la possibilità di girarsi, tale era la pressione tra i corpi, un porco posizionato al suo lato sinistro, rivolta verso di lei aveva degli atteggiamenti strani, nessuno poteva vedere cosa combinasse, ma lui facendo finta di niente ed avendo di fronte a sé la visuale completa del decoltè di mia moglie, vedeva pienamente tra le sue tette ed anche una parte dell’areola.
Il porco stava sbavando così tanto che veramente gli colò un po’ di saliva dalla bocca finendo in mezzo alle tette di mia moglie.
Lei senti la sua saliva cadergli su un seno e finire dentro, perché si attacco e percorse ben bene fin sotto, dove non batte mai il sole.
Mia moglie senti una sensazione mai provata, sentiva la bava del porco anziano che la desiderava, perché sentiva le sue attenzioni, anche se faceva finta di niente, non poteva fare altro, perché non riusciva a girarsi.
Quella saliva era passata anche per l’ombelico ; non aveva tralasciato nessun punto.

La bava, la saliva del piacere, del porco, del guardone mezzo maniaco che importuna le ragazze, aveva percorso il suo candido corpo, la sua pelle vellutata e profumata.

Fece finta di niente, ma comunque stava vivendo una situazione particolare e non aveva il coraggio di dire niente.
Il vecchio lo capì e quindi continuò a gustarsela e trovò il coraggio di tirarselo fuori, il suo bel cazzo in tiro, duro, pieno di sborra , sborra calda e bella bianca, densa, di un vero segaiolo abituato a crearne più volte al giorno, ma che per qualche motivo, anche se ogni momento la creava per le sue bramose attenzioni verso le ragazze, non aveva svuotato da qualche giorno, forse una settimana.
Prese in mano la sua terza gamba e avendo visto che mia moglie portava i collant neri, quelli velati, setificati, che non assorbono subito, si masturbò, ma bastò poco perché le sue palle piene di seme a tal punto da procurargli dolore, ed uno schizzo fortissimo partì immediatamente colpendo subito la coscia della donna che avevo sposato e che nessun altro avrebbe dovuto desiderare.
Lo schizzo arrivò su ad un altezza inguinale, e la scia riempì ben bene tutta la coscia fino al ginocchio.
Subito dopo seguirono altri schizzi, sempre forti, carichi e ben bianchi, densi, ricchi di sperma.
Ognuno colpì la sua bella coscia, neanche una goccia andò persa per terra., sembrava una fonte inesauribile, sembrava che tutta la coscia sarebbe stata riempita.
Mia moglie sentì subito e si accorse immediatamente, il primo schizzo sembrò come una frustata sulla sua coscia, sentì un colpo di piacere, di goduria del vecchio’si sentì attaccata, sola, violata, vittima del suo corpo, sentì che non riusciva a fare niente, si concesse al desiderio del maiale pensando che nessuno avrebbe visto niente, aveva paura.
La sborra bianchissima si attaccò e risaltava , il bianco forte sul nero dei collant’
Dopo la prima, arrivò la seconda e poi la terza e via andare, sembrava che non sborrasse da tanto, sicuramente si masturbava da giorni per averne così tanta, ma aspettava il momento migliore per raggiungere l’apice.
Tutta la coscia venne colpita, neanche uno schizzo venne perso, mia moglie muovendole per l’agitazione senza saperlo diede la possibilità al cannone di colpire anche l’interno dell’alta coscia, si proprio così, uno schizzo beccò l’interno coscia scendendo fino al ginocchio, lei dimenandosi strinse le sue belle gambe facendo così toccare quella colata anche all’interno della gamba già martoriata. Lei muovendole, non fece altro che spalmare ben bene quello schizzo sulle parti delle cosce che si toccavano, creando una parte inzuppata e tenendo le cosce unite per timore di riceverne altro, la sborra si impregnò ben bene facendosi assorbire più velocemente dai collant anche per la temperatura più alta che si generava grazie al calore delle cosce.

Intanto la gamba che era stata attaccata, era piena di schizzi, sia davanti che dietro, ed il primo, il più consistente era colato giù più degli altri partendo dalla parte dietro di quella bellissima coscia era sceso passando dietro al ginocchio, uno dei punti più sensibili e percorrendo il polpaccio arrivò fin giù entrando dentro la scarpa.
Il rigagnolo le aveva dato dei brividi di schifo e ribrezzo, ed il fatto di sentirlo dentro la scarpa proprio tra il tallone e le dita dei piedi, le sembrava di sguazzare e di non poterne sfuggire.

Gli altri getti, magari più densi, si erano fermati sulla gamba, sulla coscia, senza arrivare al ginocchio, però lasciandola praticamente tutta segnata, martoriata, colpita, segnata, battezzata.

Quella sborra sembrava che non volesse andarsene, bella grumosa, il collant faceva fatica ad assorbirla e sicuramente il colore bianco sarebbe rimasto, contrastando nettamente il nero velato del collant.
Quegli schizzi bianchi erano chiari a tutti che erano di sborra, tutti i maschi quando l’avrebbero vista, avrebbero pensato :guarda quella bella fighetta, vestita così sexy, così carina, è stata marchiata, battezzata..ahahah se lo merita’
La sborra si asciugava grazie al calore della gamba, quindi mia moglie sentiva il bagnato, il liquido seminale prima bello caldo e poi diventare freddo.
Lei rimanendo con le gambe unite, aveva accelerato l’asciugamento, e quando cercò di muoverle, sentì i collant rimanere inizialmente attaccati tra loro, ed anche con la pelle.
Lei allora allargando ulteriormente , con più forza le sue gambe, non riuscì a staccarle, lo sperma asciutto era più forte, solo i collant cedettero, facendo partire una smagliatura ed una rottura, che si propagò su entrambe le gambe.
Lei si trovò così a avere due gambe impresentabili, sembrava che fosse stata violentata, era diventata più eccitante solo per i maniaci.

Lei comunque era schiacciata tra la gente e per ora tutto questo non si vedeva, ma si sentiva male, malissimo, inibita totalmente, non aveva la forza per reagire, la vergogna si era impossessata di lei, il porco lo aveva capito e si sentiva Ercole, si sentiva che l’aveva in pugno, la sua preda non reagiva’

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