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Racconti di DominazioneRacconti sull'Autoerotismo

Sexy Shop Tester

By 3 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho passato i 40, sposata da 20 con un marito assai più grande di me (lui, per vari motivi, aveva avuto già molte esperienze estreme), già prima di cominciare a scrivere racconti erotici avevo avuto occasione di provare qualche giocattolo erotico.

Ora, dovete sapere che, nella vita di tutti i giorni, sono una donna più che “tranquilla”: sorniona, come i gatti, amo poltrire quando posso, leggere, e il sesso non è un’ossessione per la mia mente, anzi, ci penso molto poco.

Vi confido un segreto: quando scrivo scene particolarmente hard, mi piace arricchirle di particolari estremi, perché mi diverto… a volte ci rido. Mi piace stuzzicare il lettore e immaginare che, mentre legge le mie parole, si sta eccitando.

Però devo anche dire che, quando sono eccitata, tendo a perdere il controllo e non mi tiro indietro davanti a niente… per fortuna mio marito sa come prendermi e mi ha fatto provare cose che altrimenti non avrei mai fatto.

Vi voglio parlare del Toy che mi ha sconvolto di più. La prima volta che l’ho visto, anzi, mi ha fatto una certa impressione… pensavo a uno scherzo.

Mio marito me lo fece vedere, scherzando e ridendo, in modo che io non mi preoccupassi, insomma stemperò ogni tensione.

Il sabato successivo (il sabato è il giorno in cui riusciamo a stare da soli e a staccare un po’ la spina con tutte le tensioni) lui mi corteggiò un po’ e dopo pranzo ci mettemmo sul divano a riposare un po’.

Le sue carezze divennero sempre più intriganti ed io capii che quel giorno voleva scopare. La cosa non mi dispiace mai, o quasi, specialmente se i preliminari sono lunghi e piacevoli.

Quando iniziai a scaldarmi, non potei fare a meno di abbassarmi sulla sua patta e, tirandolo fuori dallo spacco dei boxer, gli presi in bocca il pene. Non era ancora del tutto teso… proprio come piace a me. Mi sento onnipotente  a sentirlo gonfiare in bocca. Lo prendo tutto, spesso resto immobile, aspettando che il glande si gonfi al punto di arrivarmi in gola, allora per qualche istante non riesco a respirare.

 

Insomma le cose si mettevano per il meglio, e lui con le dita bagnate, mi sollecitava la farfallina. Ogni tanto mi frullava il clitoride, perché sa che mi eccito e succhio più forte.

 

Le cose sono cambiate quando, invece di iniziare a scoparmi, si alzò e sparì per un momento, poi tornò con in mano quel grosso trapano, munito di un enorme gazzo di gomma: mi raffreddai quasi subito. Quell’affare meccanico mi dava otticamente fastidio e sono quasi certa che, se non ci fosse stata l’intimità di una coppia affiata, non avrei mai permesso a un’amante occasionale di procedere in un gioco simile.

 

Mio marito ci scherzò un po’ su, poi mi convinse a provare, promettendomi che avremmo smesso immediatamente se la cosa non mi fosse piaciuta:

– Lo faccio proprio per farti contento… questo affare mi fa impressione, e poi è orrendo a vedersi!

Avevo già provato l’introduzione di cazzi di gomma, sia in vagina che dietro, ma sempre e solo di tipo normale, fissi, diciamo. Da ragazza avevo usato anche un vibratore, per la masturbazione, ma, sarò pure all’antica, io preferisco farlo col pene vero, non c’è paragone.

 

Mi preparo sul tavolo una spessa coperta di lana e poi mi invitò a salirci sopra supina. Mi alzò le gambe dai piedi e, per prima cosa, mi fece una leccata di figa lunghissima e spossante. Il calore del piacere mi invase di nuovo. Lui mi portò quasi sul punto di avere il primo orgasmo ma poi si bloccò.

Si alzò in piedi e mi penetrò immediatamente, in modo quasi tecnico, senza troppa enfasi; mi scopò per alcuni minuti, credo avesse solo intenzione di prepararmi la vagina a ricevere il trapano.

Ora ero eccitata e sapevo di potermi fidare del mio amore, mi rassegnai a lasciarlo fare, sperando che dopo il “giochetto” avremmo fatto l’amore, come al solito… come piace a me: senza oggetti e senza freni.

 

Prese il trapano che non aveva fili e vidi che ci montava sopra un preservativo; lo “sciabolone” color carne era tanto lungo che il profilattico lo copriva solo per poco più della metà. Non era un problema: “Tanto, pensai, mi lascerò penetrare solo per pochi centimetri… sempre se non sento dolore.”

Mio marito cosparse poi il membro di gomma e pure la mia figa di lubrificante della Durex. Lo avevamo già in casa perché lui ama farmi il culo, e col tempo ho imparato a goderne anch’io.

Con l’apparecchio spento, ha iniziato a giocarci toccandomi sotto e massaggiandomi con la unta del pene; me l’appoggiava sul monte di Venere e poi scendeva allargando un poco le grandi labbra e stuzzicando il “clito”.

Mi rilassai. Poggia i piedi sulle sue spalle e allargai le cosce per permettergli di lavorarmi per bene, senza impicci nei movimenti. Quando sentii premere il cazzo di gomma e iniziare la penetrazione, non ero più ostile a quell’aggeggio; desideravo ardentemente di ricevere un tubo in vagina, anche se non era un vero pene.

Lui, pian piano, lo infilò, prima di poco, ma poi inizio a penetrare sempre più a fondo. Io non  mi lamentai. Avrei tanto voluto prendere il suo pene in bocca, anche perché si era fatto moscio… ma sarebbe stato impossibile in quella posizione. Mi rassegnai a starmene buona ancora un po’, non volevo dargli una delusione.

Quando la mia figa si era abituata allo spessore e alla lunghezza di quel grosso arnese, mio marito lo tirò tutto fuori e lo accese. Un debole ronzio invase il soggiorno, per fortuna non era un rumore fastidioso.

Non saprei spiegare perché ma quando vidi che il cazzo ruotava sul trapano ne restai sorpresa e mi venne quasi da ridere… chissà cosa mi aspettavo; forse che andasse avanti e indietro, non che ruotasse… che sciocca: dopotutto era pur sempre un trapano.

Il cazzone girava su se stesso abbastanza lentamente, mio marito si sputò sulla mano libera e mi riempì la figa di salica, accarezzandomela ancora, poi mi poggiò il glande lubrificato sul clitoride e la sua pressione mi piacque.

Le cose presero una piega inaspettata solo quando ritornò a infilarmelo tra le labbra della figa, stavolta l’oggetto non era fermo ma ruotava e, credo, tremasse pure leggermente, perché mi sentivo scossa anche da piccolissime percussioni.

Come faccio a spiegare ciò che provavo? Vi posso solo dire che mi sembrava di toccare il paradiso con le mani e che, quando mio marito capì che poteva penetrare più dentro, cominciai a gridare di piacere, incapace di fermarmi.

Il cazzo mi venne infilato assai lentamente, credo ci mettesse più di un minuto, ma me lo mise tutto dentro… mi sembrava impossibile, ma non mi lamentai, non sentivo alcun dolore, solo un piacere folle. Appena la punta mi toccò la cervice, sussultai vero l’alto e lui indietreggiò, mentre io, incapace di tenermi iniziai a venire.

Non avevo mai provato un orgasmo così… pulsava, aumentava e diminuiva, ma non si fermava mai. Credo di essere venuta per decine di volte… e la goduria aumentò quando lui accelerò un poco la trapanazione.

 

Ormai che sapete tutto, non posso nascondervi il finale!

IO credo che mio marito non ci avesse pensato prima… forse gli piacque il risultato, forse capì che ero impazzita di piacere. Ero nuda e sudata e mi mordevo le dita della mano, le gambe sussultavano e i piedi sciabolavano nell’aria, perché io ero incapace di trattenerli. Quando me lo sfilò che ancora ruotava, mi accasciai su un lato, spossata dalla tensione muscolare. Tremavo ancora e mi bagnavo.

Lui mi lasciò riposare ma intanto mi cosparse con ua dose abbondate di vaselina il buchetto del sedere.

Normalmente, al solo pensiero della grandezza di quel membro di gomma, sarei scappata dal tavolo ma ormai ero troppo piena di libidine per dire no a qualsiasi cosa.

Lo lasciai fare, rassegnata.

Fece come prima… mi aprì il culo lentamente col trapano spento e fece in modo che la dilatazione non fosse troppo dolorosa. Quando il buchetto fu abbastanza slargato e lo sfintere si arrese all’inculata. Ancora una volta lo tirò fuori e solo allora lo riaccese.

Mi puntò l’ano e si fermò così, con quel glande che premeva e frullava tra le mie natiche unte, mi si rizzarono i capelli sulla nuca.

Questa volta non lo fece girare piano ma molto veloce, poi iniziò a premere e mi inculò.

Fu una cosa straziante e incomprensibile, mi sentivo effettivamente trapanata.

I giri di quell’affare diabolico si ripercuotevano su tutto il mio essere, mi vibravano persino, le mascelle, i denti. Mi sentivo girare il cervello, come se il trapano, dal culo, riuscisse a farmi girare la spina dorsale.  Il piacere indescrivibile e incontrollabile mi fece provare più volte la sensazione di svenire.

Lui teneva col braccio stretto ai fianchi il trapano, tutto infisso nel sedere, e iniziò a frullarmi la figa. Non credevo ai miei occhi: lunghi spruzzi trasparenti zampillavano per la stanza… incredibile a dirsi, ma partivano dalla mia figa, schizzando lontano, verso l’alto. Non so per quanto venni ancora…

Ritornai a capire solo quando mio marito mi sfilò il trapano dal culo e, masturbatosi per nemmeno un minuto, mi inculò a sua volta, venendo copiosamente tra le mie natiche. Non gliel’ho mai detto, forse era effetto delle vibrazioni, forse ero troppo indolenzita, ma la penetrazione del suo cazzo non l’ho neanche sentita. Mi accorsi che veniva dai suoi mugugni eccitati.

Ho dormito quel pomeriggio, incapace di restare in piedi, ho dormito tutta la notte e la domenica ero ancora scossa.

Il culo mi è rimasto “sconvolto” per alcuni giorni.

E’ stato meraviglioso… ma, per il momento, non lo abbiamo fatto più!

 

 

 

Ho ricevuto questa mail e ve la ripropongo pari, pari. Mi è piaciuta troppo per cambiarla… spero vi diverta e vi emozioni com’è successo a me.

 

“Gentile Giovanna, mi chiamo Gina e non sono più una ragazza, infatti ho 60 anni. Nonostante figli e nipoti non potrebbero mai immaginarlo,a volte, di mattina quando sono da sola, leggo qualche tuo racconto. Mi ci sono imbattuta per caso, attratta da un titolo che credevo trattasse ben altro: “La Madre”.

Come puoi immaginare non sono particolarmente brava col computer ma non essendo nata ieri so anche che ci sono siti pornografici; non avrei mai il coraggio di andarci per due motivi, primo perchè ho paura che i ragazzi se ne accorgano e poi perchè queste cose non mi eccitano particolarmente.

Ma torniamo a noi; cercando qualcosa da leggere, mi imbattei nel tuo racconto e solo dopo qualche capitolo capii dov’ero finita (sorrido)!

In piena sincerità devo dirti che nonostante mi accorsi che era un racconto erotico non volli smettere di leggere e ti devo fare i miei complimenti perchè l’ho trovato molto bello, nonostante le descrizioni, a volte, pornografiche.

Sorrido ancora di me stessa e mi pare impossibile che sto scrivendo di queste cose; comunque mi sono ripromessa di essere sincera e lo farò!

Mi è talmente piaciuto il tuo modo di scrivere di certe cose, che, per me, è diventata una piccola trasgressione casalinga leggere i tuoi racconti (anche quelli tradizionali mi sono molto piaciuti).

Sono una donna all’antica e quel calore pruriginoso che trasmettono certe tue storie è già tanto per me. Poi, marito non sta bene e sono alcuni anni che non abbiamo più rapporti; viviamo come fratelli, per intenderci.

Seguendoti mi sono imbattuta anche in questa rubrica sull’uso di oggetti erotici, e da questo nasce la mia lettera.

In qualche modo ha risvegliato un mio ricordo del passato e mi è venuta una gran voglia di parlarne, come se volessi sentirmi protagonista per un momento, perchè, cara amica, anche a me, nonostante la “vecchiaia” è capitato di avere per casa un oggetto erotico.

 

Circa 30 anni fa, mio marito era in trasferta a Milano; da poco avevano aperto i primi Sexy Shop. Conoscendolo, mi sembra di immaginare come abbia trovato il coraggio di entrare… e comunque ci andò.

Qualche giorno dopo il suo ritorno mi chiamò in camera da letto e con aria più ingenua che intrigante mi fece vedere il pacchetto con i suoi acquisti. Non sono un’esperta ma credo che all’epoca ci fosse una scelta di gadget limitata, rispetto a oggi; comunque, nella busta, c’erano: una videocassetta porno di cui non ricordo né il titolo né altro; un completino rosso, mutandine e reggiseno, di misura e qualità indefinite. Ricordo solo che aveva la particolarità di essere aperto tra le gambe, ma era talmente scadente e piccolo che lo buttai alla prima occasione.

Infine c’era un pene di gomma, non potevo sbagliarmi perchè era un lungo tubo, color carne, e si vedeva chiaramente la forma del glande, a grandezza naturale. Non era particolarmente grosso, ma era veramente stranissimo, almeno per me. Innanzi tutto avevo pochissima esperienza di membri “veri”, figuriamoci di falli di gomma. Nemmeno sapevo com’erano fatti. Nonostante tutto, quello che vidi mi sembrò veramente incredibile; era un tubo a forma di cazzo (scusa il linguaggio, ma l’argomento, alla fine, è quello ah ah) solo che era lunghissimo, credo circa mezzo metro, e aveva il glande da tutti e due i lati… come spiegare, come se i cazzi fossero due.

Non capivo assolutamente il perchè di quella strana forma e nemmeno come mai la scelta di mio marito fosse caduta su quell’oggetto. Possibile che li facessero tutti così? Ne dubitavo.

Infatti devo aggiungere che, qualche giorno dopo, nella busta segreta che tenevo nascosta accuratamente, mi accorsi che c’era un catalogo pubblicitario, con tanto di fotografie e, di peni di gomma, ce n’erano di tanti tipi, persino a batteria, elettrici insomma.

Comunque cara amica, tutto questo sproloquio è servito solo a trovare il coraggio di confessarti che, questa vecchia signora, in gioventù (e con molta soddisfazione) ha fatto uso personalmente di un “sex toy” come li chiamate oggi.

E che sono assai grata a quel lungo cazzo, così particolare. Strano a dirsi, mi ha fatto scoprire più cose sul sesso quel pezzo di gomma che la mia quarantennale esperienza di moglie e mamma.

Sì, cara Giovanna, lo abbiamo usato, non spesso, ma ogni tanto sì, e le cose, in quei momenti intimi, prendevano pieghe inaspettate e inconfessabili.

All’inizio mio marito lo usava per infilarmelo in figa e poi lo muoveva con la mano, intanto poteva darmi piacere con l’incessante leccare. Sono clitoridea e con la bocca mi ha dato gli orgasmi più belli e più lunghi della mia vita.

Poi, quando prese dimestichezza con l’oggetto e si rese conto che anch’io amavo lasciarmi andare, cominciò a usarlo per scavarmi il sedere fino a trovare il coraggio di incularmelo.

Fu così che scoprì che non avevo grosse reticenze a fare sesso anale, solo che non avevo mai avuto il coraggio di confessarglielo.

Spesso mi scopava davanti, mentre dietro avevo il dildo ben infisso tra le natiche; altre volte lo tenevo in figa, mentre succhiavo il pene del mio uomo. Insomma, quel coso era un vero portento. Mio marito imparò che amavo l’inculata e iniziò a prendermi anche da dietro con sua (e mia) soddisfazione.

Cara Giovanna non essere troppo sorpresa, ricorda che la mia generazione, specialmente in provincia, era ancora abbastanza succube del concetto di verginità fino al matrimonio. Ma chi resisteva?

Credimi, ti posso garantire che le ragazze di un tempo non se ne stavano con le mani in mano… allora si facevano tantissimi pompini e quasi tutte non solo avevamo il culetto rotto ma, le più passionali, usavano l’ano come una vera figa, provandoci un gusto estremo e venendo come, e meglio, del semplice orgasmo vaginale.

Infatti, in gran segreto e nelle più assurde situazioni, si cominciava a prenderlo intorno alla prima pubertà, e si continuava a lasciarsi sodomizzare fino al matrimonio, che in genere avveniva bem dopo la maggiore età!

 

Ma non è finita.

I giochi che quel lungo pene doppio ci ha permesso non lasciarono perplesso solo il mio amore, anche per me ci fu una sorpresa del tutto inattesa.

La prima volta avvenne una sera in cui eravamo del tutto soli. Mio marito mi fece voltare nel letto e, pian piano, da dietro, usando molta vaselina, mi penetrò il culetto con estrema dolcezza. Quello che fece dopo, essendo io voltata e delicatamente rilassata, ci misi un po’ a capirlo.

Mio marito si voltò a sua volta; sentii il pene che si muoveva in modo disconnesso, segno che lui stava armeggiando col tubo, ma non sapevo cosa facesse. Alla fine si placò, come si fosse calmato, e rimase immobile. Continuavo a non capire bene, finché, tastandomi il sedere con le dita, mi accorsi che i nostri culi erano di fronte e che, incredibilmente, il cazzo era infisso anche dietro del mio uomo.

In poche parole il mio “maschio” subiva la stessa penetrazione anale che stavo ricevendo io. Provai una sensazione tremenda, incredibile, e ci misi un po’ per accettare la situazione, ma poi presi la cosa con estrema dolcezza. Credo che quella sia stata una delle notti d’amore più belle che io abbia mai provato…

 

Forse è inutile dirti che, da quella volta, tante cose sono cambiate tra noi, intendo sessualmente, ed io mi sono sentita di fare cose che, se ci penso adesso, mi sembrano impossibili. Abbiamo giocato ancora con quell’oggetto di piacere, provando posizioni che altrimenti mi sarebbero state precluse.

Ricordo che mi rendeva folle di piacere installarmi mezzo cazzo in figa e poi fare la parte del maschio, inculandomi il maritino a sangue; attaccata alla sua schiena, mentre lui, a quattro zampe come un cane, subiva l’oltraggio senza lamentarsi.

Per finire, questa lunga confessione, di cui ti chiedo scusa, devo dirti qualcosa che nemmeno lui sa.

Ho usato il dildo a forma di serpentone anche da sola, naturalmente, e ho scoperto qualcosa che consiglio a tutte le donne: quello strano, magico, attrezzo permette un “gioco” meraviglioso.

Se lo piegate completamente, a “U”, per capirci, con un po’ di abilità si riesce a infilarselo in tutt’e due i buchi; cosa accade poi? Essendo elastico, il membro spinge, come se volesse aprirsi di nuovo. Bloccato nei buchetti non riesce a uscire e rimane ben saldo, in tensione. Da quel momento in poi non viene fuori, a meno che non lo tirate con le mani.

Giovanna, non mi vergogno a dirti che ho passato intere mattinate, a casa e (dio mi perdoni) a volte sono persino andata a far la spesa, in costante e continua doppia penetrazione. La testa mi girava per il piacere e la lunga sollecitazione fisica mi lasciava spossata per alcuni giorni: ma ne valeva la pena, amica cara.

Mio marito non lo ha mai saputo, nè io saprei dirti se si è mai trastullato col nostro cazzo segreto, in solitudine… siamo sempre stati molto discreti al di fuori del letto, e rispettosi.

Io resterò sempre con un dubbio che mi ha assalito spesso, quello di sapere se, il mio uomo, era stato già inculato prima del nostro incontro. Lo stesso vale per lui: sono certa che all’epoca lo ha sospettato, ma non mi ha mai chiesto se e quando mi avessero fatto il culo per la prima volta.

 

Tua, Gina.

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