Skip to main content
Racconti di Dominazione

Simona si sposa

By 21 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

‘No,no e poi no…………non esiste proprio che tu sposi quel individuo!
Intanto sei troppo giovane….e poi guardati ….sei un’adolescente in pieno periodo punk.
Non hai la minima idea di che cosa significa sposarsi,delle responsabilità,di ciò che perdi!
La sai tenere una casa?….beh io non ti aiuterò di certo …..Il tuo è solo un capriccio….!’

Simona e i suoi genitori erano in cucina. Lei e il padre tranquillamente seduti al tavolo davanti ad una tazza di the,la madre invece andava avanti ed indietro urlando. Era in una fase di isteria in cui si faceva le domande e si dava le risposte,niente e nessuno l’avrebbe fermata. Bisognava aspettare.
Simona aveva appena annunciato l’intenzione di sposare Pietro. Immaginava che la madre non l’avrebbe presa bene,perciò non era sorpresa. D’altro canto la madre stava sfogando i 22 anni di astio che aveva accumulato da quando lei era nata. Bisognava capirla.!
Simona era abbastanza sicura che da subito ,appena nata, tra lei e la madre non ci fosse stata una grande simpatia. La madre aspettava un maschio e già questo doveva averla irritata. Per fortuna pochi anni dopo era arrivato il fratello.
La madre di Simona aveva un carattere forte ,decisionista e determinato con una venatura decisamente arrogante. Simona aveva in parte ereditato questo carattere forte ma ,a differenza della madre,non era arrogante. Era invece dotata di una grande autorevolezza e maturità fin da bambina.’Questa è una bambina nata già vecchia’ era solita dire la nonna materna e questo faceva arrabbiare molto la madre che non capiva cosa volesse dire. Lo scontro tra le due donne era inevitabile……anche se era più corretto dire che tra loro c’erano dei rapporti da guerra fredda.
All’età di 5 anni Simona prese le forbici e si tagliò le trecce che sua mamma adorava pettinare ed adornare con fiocchi color pastello. Verso i nove anni,il giorno della Prima Comunione; si strappò il vestito rosa tutto svolazzi prima ancora della cerimonia. Questo tipo di incidente,per dovere di cronaca, capitava spesso a tutti i vestiti rosa con pizzi , merletti e similari.A11 anni chiese e ottenne di essere iscritta come il fratello alle lezioni di arti marziali,nonostante dall’età di 3 anni frequentasse danza classica. Verso i 14 si fece il patentino per la moto. Per un certo periodo continuò la danza classica perchè era fortemente attirata da Madmoiselle Brigitte,la sua insegnante. Aspettava sempre con ansia l’inizio della lezione,quando entrando vedeva Madmoiselle sul fondo della sala ,vicino alla sbarra,con i capelli raccolti a crocchia ,il body con il gonnellino nero e nelle mani il bastone con cui segnava il tempo,i piedi nella prima posizione e la postura altera. Quella visione le dava serenità. Della danza lei amava la disciplina oltre che la sua insegnante e frequentava volentieri le lezioni. Nel tempo si era convinta che Madmoiselle avesse letto dentro di lei ,perchè mai la costrinse durante i saggi ad indossare cose rosa e frivole.
Il rapporto con il padre era stato completamente diverso. Lui si era innamorato di Simona appena l’aveva vista tutta rossa ,rugosa e ricoperta di vernice caseosa dopo il parto. Lui aveva imparato a cambiarle il pannolino,a farle il bagnetto, a darle il biberon ,a farle i massaggini. Aveva anche imparato a riconoscere i diversi tipi di pianto. Lei ricambiava la sua devozione cercandolo quando nella stanza c’erano altre persone.La prima parola detta era stata papà,il primo sorriso era stato per lui.Anche quando la bambina era cresciuta aveva continuato a dedicarsi a lei.Per lei si accucciava sul pavimento per fare il cane oppure si trasformava in cavallo su cui lei si divertiva a salire. Qualsiasi cosa lei volesse ,lui gliela concedeva anzi a volte era lui stesso che le dava cose che nemmeno lei chiedeva.’La vizi!’ era una delle frasi più ricorrenti della mamma ma lui la ignorava.

‘Tu mi vuoi vedere morta! E poi è troppo vecchio per te! E’ senza midollo…è un ‘ameba! Non ha neanche il coraggio di essere qui.Ma che vita ti può offrire quello.???
Confessa…..è solo uno scherzo che mi stai facendo? Se mi dici che è così….giuro non mi arrabbio!
E tu (rivolta al marito) non dici niente?Al solito lasci che faccia quello che vuole! Non te ne importa niente se si rovina la vita! Tu le dici sempre si!…..E’ tutta colpa tua che l’hai viziata!….Questo è il risultato!’

Simona ricordava perfettamente il giorno in cui aveva cominciato ad essere donna.Non era stato quando aveva avuto il menarca,ne quando aveva visto i propri genitori in atteggiamenti intimi,ne a scuola alle lezioni di Ed.sessuale, ne per gli approcci di qualche compagno intraprendente.Era stata una domenica a messa verso i 14 anni. Sia lei che il padre partecipavano distrattamente alle funzioni,tanto per tacciare la madre e il suo perbenismo.Improvvisamente due parole la colpirono:Sodoma e Gomorra.Non le conosceva.Una volta in macchina chiese spiegazione ai genitori :la madre fece un sobbalzo farfugliando,il padre invece le disse che si trattava di della storia contenuta nella bibbia di due città i cui abitanti non seguivano i precetti della chiesa e per questo si erano condannati alla dannazione.La spiegazione del padre era stata chiara ma non si spiegava la reazione della madre.Il giorno dopo andò in biblioteca e cominciò a cercare notizie su Sodoma e Gomorra.La ricerca fu fruttuosa ed esaustiva. Incontrò nuovi concetti:sodomia,sodomizzare,sesso anale,perversione,BDMS,feticismo.Tutte quelle cose le riempirono la testa e le dettero da pensare.
Le ci vollero diversi giorni per mettere a fuoco tutto ,per rileggere il mondo che la circondava secondo quelle informazioni trovate.Rilesse la sua passione per la danza e le arti marziali come espressione del suo desiderio di disciplina.Si chiese se anche nel matrimonio dei suoi centrasse la dominazione:sua madre era autoritaria e forte mentre il padre era remissivo. Frugò nei cassetti,in garage,li spiò ma non trovò nulla.C’era però quella passione del padre per i suoi piedi.Infatti la sera spesso lui si attardava a a farle un massaggio ai piedi prima di dormire,era il loro rituale e spesso dopo,il padre la lasciava in fretta e furia per andare in bagno.Una sera lo seguì e attraverso la porta sentì dei mugolii….si stava masturbando,ora capiva.Si ricordò di tutte quelle volte che lui si metteva a quattro zampe e trasportava lei o il fratello fingendo di essere un cavallo….come si divertivano!Una volta ,forse l’ultima,quando lei si alzò la maglietta del padre era bagnata.Lei pensò di aver fatto la pipì ma il padre la rassicurò dicendole che era lui sudato.Ora forse intuiva che erano i succhi della sua vagina.Ci furono dei cambiamenti ….non sapeva come gestire la situazione con il padre ma i massaggi a lei davano piacere e l’idea del potere,quel potere,che poteva esercitare sul padre la intrigava.Chiese e ottenne dalla madre di aggiornare il suo look.La madre per un momento pensò di aver finalmente trovato un contatto con quella figlia ma quando capì i gusti di Simona si arrese.Comparvero molti capi neri:camicette ,minigonne attillate,canotte,scarpe con i tacchi.Cominciò a truccarsi con l’eye liner e a dipingere le unghie di mani e piedi alternando il nero al rosso fuoco.Passato un po’ di tempo ,una sera porse al padre una lista di libri che lui doveva procurarle…erano classici sulla dominazione….lui si rifiutò,non erano adatti a lei.Simona si era aspettata un rifiuto,perciò rimise i suoi piedini sotto le coperte e gli rifiutò il massaggio.Dopo una settimana di rifiuti da parte del padre di procurare i libri,Simona cominciava a vacillare sulle sue capacità di domina….ma le venne un’idea.Alla lezioni di arti marziale Simona ebbe un piccolo incidente :cadde mettendo male una caviglia.L’allenatore accorse subito e preso il piede cominciò a tastarlo con delicatezza a farle un piccolo massaggio.Simona intanto guardava il padre che era presente….Bingo!Era teso sulla sedia,gli occhi dilatati dalla gelosia di vedere un altro che le toccava i piedi.Quella sera lui si presentò in camera mesto,lei lo aspettava,gli porse la lista e gli disse:’Domani voglio che mi porti questi libri.’Lui la prese senza dire niente,la sera dopo le portò i libri richiesti e lei gli fece segno di sedersi e gli mise i piedi in grembo. La lettura di quei libri fu molto interessante anche se con il padre aveva un po’ di remore ad andare oltre. Il martedì pomeriggio rimanevano a casa da soli allora lei si divertiva a sfilare per lui con scarpe diverse , con abbigliamento provocante per vedere come reagiva….a volte finiva con il solito massaggio ai piedi, a volte lei gli chiedeva di baciarli e lui eseguiva felice. A volte lo costringeva ad accompagnarla a fare shopping….memorabili le ore passate nei negozi di biancheria intima a scegliere i suoi completi intimi sotto lo sguardo incuriosito delle commesse. Ben presto aveva un armadio solo di scarpe ,sandali , stivali che il padre non le negava mai……anzi. Il tempo passava ,lei era oramai grande e non avrebbe avuto difficoltà a procurarsi libri ,riviste,video ma si divertiva a mandare lui. Quando gli chiese di procurarle dei dvd di BDMS lui si rifiutò ….lei era consapevole che questa volta non avrebbe funzionato simulare una storta. Le venne un’altra idea. Dopo una settimana che lei negava i soliti massaggi serali un martedì pomeriggio che erano casa da soli lei la attuò. Costrinse il padre a mettersi nello studio dietro la porta socchiusa. Lei aveva indossato una camicetta bianca dell’anno prima che le stava piuttosto aderente,una minigonna a pieghe e zoccoli con il tacco da cui si vedevano i suoi bei piedi curati e laccati di fresco. Mentre si preparava fu presa dall’ansia:avrebbe funzionato il piano?Sarebbe riuscita a mantenere la situazione sotto controllo?Suonò il campanello , era Dario un suo compagno che da tempo si interessava a lei. A lei non piaceva ma sarebbe servito allo scopo. Lo fece accomodare sul divano ,di fronte alla porta socchiusa dello studio da dove suo padre poteva vedere tutto. Iniziarono a studiare ma Dario era evidentemente più interessato a d altro. Le catturò presto la bocca con un lungo bacio appassionato ,lei lo lasciò fare anche se lo trovava disgustoso….il piano lo prevedeva e stava funzionando alla perfezione,poteva essere soddisfatta. Dario chiaramente non si accontentava di esplorarla con la lingua ,ma cominciò a palparle il seno con le mani. Quelle carezze suscitarono in lei sensazioni nuove e molto piacevoli che non aveva mai provato. Senza che lei lo volesse la sua schiena si inarcava per offrirsi alle carezze di lui. Dario già trafficava con i bottoni della camicetta che presto si aprirono e le sue mani continuavano a toccarla, togliendole pure il reggiseno a balconcino nero. Le sensazioni erano sempre più intense e sempre più piacevoli,cominciava a sentirsi bagnata in mezzo alle gambe. Ora la bocca di Dario si era impossessata dei suoi capezzoli con la lingua li stuzzicava,con i denti li mordicchiava per poi succhiarli a lungo…..quello non era previsto nel piano come non era previsto che lei perdesse il controllo. Il piacere era tanto e lei pensava di avere la situazione sotto controllo …e voleva provare ancora piacere. Dario intanto scendeva fino al suo perizoma ormai molto bagnato e la leccò sopra la stoffa e piano glielo sfilò. Lei ormai era persa, nelle vene le scorreva piacere puro,non voleva fermarsi. Lui cominciò a leccarle il clitoride lentamente con le dita le aprì le grandi labbra cercando di penetrarla con la lingua ,bevendo letteralmente tutto quel meraviglioso nettare che colava da lei. Poi mentre cercava di penetrarla con le dita ,improvvisamente si fermò….e disse ‘Hei…ma sei vergine!’ e subito si sbottonò i pantaloni facendo uscire il suo cazzo in tiro. Il tono di quelle parole fu per lei una doccia fredda….sembra sorpreso,meravigliato. Simona riprese consapevolezza di se, del piano,di suo padre dietro la porta. Cacciò un piccolo urlò e disse :’Te ne devi andare mia madre sta per tornare!’Non era vero naturalmente ma lei si voleva sbarazzare di lui .Si alzò e cominciò a rivestirsi freneticamente. Lui non era dello stesso avviso e tentò di infilarle una mano tra le coscie,lei allora reagì di riflesso….con lo zoccolo infilato al suo piede gli schiacciò le palle….non con tutta la forza ma abbastanza da fargli male e disse ‘Ricomponiti ,prendi le tue cose e vattene!’.Lui allora fece come disse lei ,non senza darle della pazza. Chiusa la porta dietro le sue spalle,Simona si guardò allo specchio:i capelli scomposti,il trucco un po’ sfatto e le lacrime che le salivano agli occhi. Era delusa di se stessa, aveva perso il controllo della situazione per uno che neanche le piaceva. Suo padre l’aspettava dietro la porta dello studio. Si rese presentabile,inconsciamente fece un respiro profondo e deglutì e si diresse verso lo studio sperando che il padre non avesse capito lo sconforto che l’aveva invasa.
Aprì la porta lentamente e subito capì che poteva farcela. Lui era lì annichilito,pallido,con le lacrime agli occhi.Allora lei calma ma ferma disse:’Domani mi porterai quei DVD…..altrimenti la prossima volta non lo fermo.’ La sera successiva arrivarono i DVD. Quando il padre si sedette sul suo letto e lei gli mise i piedi in grembo per il solito massaggio serale ,lei sfregò il tallone contro la sua patta e di là a poco sentì una protuberanza ergersi.Qunado lui tentò di alzarsi per andare in bagno ,lei lo bloccò e continuò a massaggiarli il pube,di lì a poco il suo corpo fu mosso da scatti, la bocca aperta non emetteva suoni ma rantoli….venne così seduto nel suo letto dentro i vestiti.Lui era imbarazzato,lei trionfante.i lori giochi continuarono non ne parlarono mai ….era un accordo tacito.

‘Con l’università come pensi di fare?
Sei incita? Confessa….lo fai solo per quello….sei una lurida puttana ….quello ti ha scopato e ora sei incita….. guardati ….. ti vesti come una puttana!Sei sempre stata la mia disperazione….’

Quando durante il secondo anno di università fece uno stage in una importante azienda,notò subito quel uomo più grande di lei,un po’ anonimo. Non era bello, non era attraente per la maggior parte delle ragazze ma per lei aveva qualcosa di speciale. Si informò:era un quadro dei piani superiori…..un tipo noioso,timido…..molto professionale….forse gay….più di qualcuna ci aveva provato ,il suo stipendio avrebbe garantito una vita agiata, ma nessuna aveva avuto successo. Lei era sicura che non fosse gay. Quando incrociò il suo sguardo poi,vide qualcosa che la rassicurò….vide la stessa espressione che c’era negli occhi di suo padre. Ma la sua esperienza era poca,perciò decise di andarci cauta. Cominciò con lo sfoggiare alcune delle sue scarpe ed osservare la sua reazione. Lui le notò,le capitò spesso di avere il suo sguardo adosso. Alla mensa si sedette al suo tavolo e dopo qualche giorno parlavano tranquillamente…lui era molto gentile.Il passo seguente fu uscire di sera…..fu più facile del previsto. Alla terza uscita ,durante la cena,lui accidentalmente le rovesciò addosso un bicchiere di vino. Lei indossava una gonna di pelle nera corta .Lui si scusava ma lei gli disse:’ Vieni qua,mettiti in ginocchio e asciugami con il tuo tovagliolo!’Le pupille di lui si dilatarono per l’eccitazione e subito fece come gli era stato ordinato. Il ristorante era quasi vuoto ma la scena non passò inosservata a qualche cliente curioso. Non contenta gli porse pure un piede:’Stupido,hai bagnato pure la scarpa,asciugala!’Lui eseguì. Dopo aver pagato,una volta saliti in macchina lei gli disse di andare a casa di lui. In macchina non scambiarono altre parole,l’eccitazione era palpabile.
Arrivati nel appartamento lei gli disse:’Ora puoi scegliere….se vuoi che io resti dovrai essere il mio schiavo altrimenti me ne andrò e sarà come se non fosse successo nulla.’
Lui pronto rispose :’Non te ne andare ….voglio essere tuo….solo tuo…’ e cadde in ginocchio ai suoi piedi con le pupille già dilatate dall’eccitazione.Un sorriso increspò le labbra di Simona che gli ordino di spogliarsi. Non era un atleta,questo si capiva anche da vestito,ma aveva un virilità notevole e questo le fece piacere.’Dovrò comprarti un collare,ogni cane che si rispetti merita un collare! Rimettiti in ginocchio e guidami a visitare la casa’. Lui eseguì felice. L’appartamento era bello e ben arredato ,ma lei si guardò ben dal dirglielo.
Non erano ancora arrivati alla camera da letto che lei disse :’So stanca dovrai portarmi tu’ .Lui non disse niente ma il suo cazzo già parzialmente in tiro ebbe un sussulto,lei alzò la gonna e si mise cavalcioni sulla sua schiena strusciando il pube. Arrivati nella stanza padronale lei si sedette sul letto:’Voglio un poggiapiedi!’Lui pronto si stese ai suoi piedi. Lei allora con i tacchi cominciò a tormentargli il petto e la pancia lasciando i segni rossi dei tacchi .Poi si tolse le scarpe e gli strusciò i piedi sulla faccia. Gli occhi di lui erano colmi di desiderio e con la lingua leccava i suoi piedi e succhiava le sue dita. Anche il suo cazzo era eccitato. Simona allora alzatasi la gonna si mise sopra di lui e scese sul suo cazzo dondolandosi e sfiorandolo. Il bacino di lui faceva movimenti come a volerla penetrare. Lei lo lasciò fare per un po’.poi si inginocchiò schiacciando il pube sulla sua faccia .La lingua di lui continuava a lavorare come impazzita,cercando di superare la barriera della stoffa. Simona si risedette sul letto e con i piedi cominciò ad accarezzargli il cazzo,a stimolarlo. Lui che era già molto eccitato non ci mise molto a venire insozzando il piedino di lei.’Stupido,mi hai sporcata di nuovo!…. è così che mi ringrazi?….ora pulisci!’ E così dicendo gli sbattè il piede in bocca e lui un po’ restio cominciò a leccare. Lo scarso entusiasmo venne notato da Simona che con l’altro piede gli schiacciò le palle. Lui naturalmente si lamentò interrompendo la pulizia. Allora lei:’Vedi di metterci più passione nella pulizia!’ Lui capì e non se lo fece ripetere.
Simona poi si spogliò completamente e stesasi sul letto lo invitò a leccarla ….solo leccarla!
Lui non aspettava altro,mise la testa tra le sue gambe,prima annusò gli umori lei ,poi le diede dei bacetti e poi si mise con foga a divaricare le grandi labbra con la lingua, a cercare il clitoride,ad assaporare il nettare che già abbondante fluiva da lei. Lei intanto si stimolava i capezzoli. Con la lingua lui cercò anche di penetrarla ma una barriera lo fermò,non si arrese ,tornò al clitoride succhiandolo e leccandolo alternativamente. L’orgasmo non tardò a venire ,prima un calore lento dal ventre verso il resto del corpo,poi più forte come onde che la trascinavano via .Alla fine lei giaceva sul letto soddisfatta ,lui si era steso per terra ai suoi piedi.
Simona lo fece stendere vicino a lei ,senza toccarsi e si guardavano.
‘Hai sempre intenzione di essere il mio schiavo?’ lei fu diretta .
‘Si certo’
‘Potrebbero accadere anche altre cose….più dure’ ribattè lei.
‘Sono pronto a tutto….mi fido di te…….voglio esser tuo’.
Silenzio.
‘Anche io avrei una domanda’ Disse lui con tono timido.
‘Dimmi’
‘Sei vergine?’ancora timido.
‘Si ….è un problema?’ replicò lei.
‘No….è che lo trovo strano…come mai?…. se posso chiedere’
‘Non sono le occasioni che mi sono mancate, e non sono particolarmente religiosa…..ho sempre pensato che doveva essere qualcuno di speciale e finora non ho incontrato nessuno così…..soddisfatto?’
‘Si’
Simona capì di aver trovato colui che sarebbe stato il suo Schiavo,colui che sarebbe stato Suo,colui che le sarebbe stato accanto,colui con cui avrebbe sperimentato il sperimentabile,colui che le avrebbe dato tutto e a cui lei avrebbe dato tutto.
Stesi nudi su quel letto dalla coperta beige, senza toccarsi, i due continuarono a guardarsi,a respirarsi e un tacito accordo fu raggiunto , il patto fu suggellato.
Tutto ciò che sarebbe venuto dopo anche di ufficiale ,in realtà,era già stato deciso là in quella camera,là in quel momento.

‘Sei una puttana….’ Sua madre continuava a gridare.’Ti stupirebbe sapere mamma che sono ancora vergine!’ ‘Tu vergine?’ la madre si mise a ridere convulsamente,era evidentemente in preda ad una crisi isterica.Quasi non si accorsero che il padre si era alzato e avvicinatosi alla madre disse :’E’ ora che la smetta!’e le diede uno schiaffo.SCIAFFFFF…
Il silenzio calò sulla cucina.La scena si bloccò.
Sia Simona che la madre erano perfettamente consapevoli che quella era la prima volta che il padre faceva un gesto simile.
Simona fissava lo sguardo sulla guancia della madre che diventava di un rosa sempre più carico,finchè si poterono distinguere i segni delle dita.Era affascinata dalle sfumature di rosa che si andavano formando sulla guancia e dal suono dello schiaffo che ancora ,le sembrava,risuonasse ed era presa da una strana eccitazione.Non aveva mai preso in seria considerazione lo spanking.Quando la scena riprese movimento la madre corse in camera sua.Suo padre si sedette e riprese a sorseggiare il tè ormai freddo.Poi allungò una mano fino alle sue e disse:’Andrà tutto bene,Simona…….credo che dovresti permettere a tua madre di organizzarti il matrimonio e di scegliere il vestito……è un compromesso che per una volta potresti accettare.’
‘Si papà ….so che hai ragione….mi ritroverò vestita come una bomboniera.’
‘Devi dare più fiducia in tua madre…..sono sicuro che sarai bellissima!’
Simona si alzò,sulla porta della cucina si fermò si voltò e disse :’Grazie per avermi difeso papà…….ma non avresti dovuto picchiare mamma….lo sai che sarai punito per questo?’

Leave a Reply