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Racconti CuckoldRacconti di DominazioneTrio

Sono lo schiavo cornuto della mia ragazza e del suo amante

By 29 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, mi chiamo Luca e ho 21 anni, vorrei raccontarvi di una vicenda avvenuta quando stavo con la mia ex ragazza che chiamerò Laura. All’epoca avevo 18 anni e lei 19, dopo oltre un anno passato insieme io ero follemente innamorato di lei. Tutti mi dicevano sempre che era una splendida ragazza, in effetti, alta quasi 1.80 (un paio di centimetri più di me), capelli biondi, occhi di un verde intenso, viso da principessa, fisico slanciato, culetto da favola, non era molto prosperosa ma questo non mi importava per me era perfetta così com’era. Io non si può dire che sia brutto: capelli neri, occhi castani, fisico in forma, diciamo che se non fosse per la sua altezza, reggevo bene il confronto.
Tutto cominciò all’inizio di Luglio del 2011 e, fino a qualche mese prima, la nostra relazione era stata perfetta: non litigavamo quasi mai ed entrambi ci amavamo molto, ci piacevano le stesse cose e stavamo molto bene insieme. Io sono feticista e adoro essere sottomesso dalle ragazze, ma questa cosa a lei non dispiaceva, anzi in alcuni momenti era molto contenta di avere, per così dire, un ragazzo-schiavetto. In effetti grazie al suo carattere dominante le riusciva facile sottomettermi e dominarmi; anche quando eravamo con gli amici le bastava mettere un paio di tacchi per sovrastarmi fisicamente e di conseguenza anche psicologicamente, il che mi metteva un po’ in imbarazzo ma mi eccitava da morire.
Arrivato Luglio cominciammo ad andare in spiaggia, io ero sempre super eccitato, come ogni estate del resto: dovunque ti giri puoi trovare belle ragazze seminude e per un feticista come me oltre che tette e culi in bella vista (o quasi) questo vuol dire un oceano di piedini davanti agli occhi ogni giorno. Un giorno decidemmo di andare al mare, lei negli ultimi tempi era un po’ strana, ma quel giorno fu più strana del solito: quasi non aprì bocca e sembrava molto turbata, inutili furono i miei tentativi di capire cosa avesse. Quando però ci mettemmo in macchina per tornare a casa, dopo un po’ scoppiò in lacrime e mi confesso tutto: mi disse che era andata a letto con un altro, un suo amico che giocava a pallavolo nella sua stessa squadra. Mi sentì tradito, deluso e, soprattutto molto incazzato, così le chiesi spiegazioni e altre informazioni e lei mi raccontò tutto: mi disse che il tizio si chiamava Nicolas, aveva 22 anni e giocava nella prima squadra maschile a pallavolo, disse che si conoscevano già da qualche anno e che spesso lui le aveva fatto i complimenti o la aveva provocata in qualche modo (cosa che a me non aveva mai raccontato); insomma erano sempre stati amici finchè una sera dopo una partita una decina di giorni prima, lui si era offerto di riportarla a casa, lei aveva accettato, ma invece di portarla direttamente a casa sua l’aveva invitata da lui per bere qualcosa e lì era successo tutto.
Io ero arrabbiatissimo, non ci potevo credere! Oltretutto lei mi confesso, sempre piangendo, che l’avevano fatto 3 volte quella sera e, che, anche se si sentiva una stronza, le era piaciuto. Io non ci vedevo più dalla rabbia, la portai a casa e me ne andai, in testa avevo solo il furore per essere stato tradito così dalla persona che amavo.
Tornai a casa, feci una doccia e andai a dormire. Quella notte ricordo che dormì malissimo, però la mattina dopo la rabbia era sciamata e aveva lasciato spazio a mille altre sensazioni e una mi preoccupava più delle altre: mi sentivo stranamente eccitato e curioso di sapere di più riguardo a quello che era successo; davvero il pensiero che la mia ragazza fosse andata a letto con un altro poteva eccitarmi?!
Telefonai subito a Laura e le chiesi se potevamo vederci il prima possibile, disse di si. Come al solito andai io da lei, andammo a fare colazione a un bar vicino casa sua, l’imbarazzo da entrambe le parti era palpabile, alla fine ruppi il silenzio:
– Amore, ehm’ sai ho pensato molto riguardo a quello che mi hai detto ieri e’ beh, come dire, intanto volevo chiederti scusa per la scenata che ho fatto! Anche se la cosa mi ha fatto molto male –
– Amore, mi dispiace tantissimo! ‘ disse lei ‘ E non devi scusarti sono io che devo chiederti scusa!! davvero non so cosa mi sia preso, non so cosa mi stia succedendo ultimamente’ –
Cosa voleva dirmi con quelle parole?
– Amore, ti perdono! Sai che ti amo e che farei qualsiasi cosa per te, però devo confessarti una cosa ‘
– Grazie amore davvero sono mortificata mi sento una stronza! Cosa vuoi dirmi?-
– Beh.. vedi penso che quello che sia successo.. in fondo.. credo che un po’ mi abbia eccitato..-
Lei rimase di stucco, non si aspettava una cosa del genere, come darle torto, neanch’io me l’aspettavo, mi piaceva essere sottomesso da lei ma fino a quel punto??
– Che vuoi dire?! ‘ chiese Laura
– Niente.. solo di non dispiacerti troppo perché beh.. in fondo l’idea di te che sei a letto con un altro mi eccita!! ‘
L’avevo detto! E ora? Quale sarebbe stata la sua reazione? Laura spalancò i suoi bellissimi occhi verdi e non riuscendo a trattenersi scoppiò in una fragorosa risata, tanto che alcuni clienti del bar si girarono a guardarci. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo.
– Cioè tu mi stai dicendo che ti piace che io ti abbia messo le corna? ‘ disse lei con voce un po’ troppo alta.
– Beh ecco.. credo di sì! Ma ti prego Amore abbassa la voce. ‘
– Ahahhah sono senza parole! ‘
– Amore ti prego ce ne andiamo da qualche parte dove possiamo stare un po’ appartati? Vorrei che mi raccontassi nel dettaglio quello che è successo quella notte e mentre racconti vorrei che mi sottomettessi.. dai ti prego! ‘
– Ahahahahha è questo ciò che vuoi? Davvero? Ahahah ‘
– Sì ti prego Amore! ‘
– Ahahahah oddio questa proprio non me l’aspettavo neanche da uno come te’ io ti amo ma sei strano forte eh?! Vabbè dai schiavetto vai a pagare così andiamo al parco e ti faccio godere come ho goduto io quella notte ‘
Non me lo feci ripetere due volte, tutta la rabbia che avevo provato neanche 24 ore prima era svanita, e dopo la mia confessione anche la mia Laura sembrava molto più a suo agio con me, come lo era sempre stata fino ad allora. Pagai il conto del bar e lasciai anche la mancia per quanto ero eccitato dalla cosa. Arrivammo al parchetto, poco distante dal bar, che non erano neanche le 10 del mattino, ma il caldo sole estivo già cominciava a farsi sentire, così scegliemmo una panchina sotto l’ombra di un grosso pino, nascosta dalle siepi, sembrava un luogo abbastanza appartato e quanto di meglio potevamo sperare di trovare. Ci sedemmo e per un istante rimasi a fissare la mia ragazza, notai ancora una volta quanto fosse bella, a pensarci era strano che nonostante la sua bellezza fino a quella volta non mi avesse mai tradito. Notai anche com’era vestita: aveva i capelli legati all’indietro, occhiali da sole alzati poco sopra la fronte, indossava una t-shirt e un paio di pantaloncini di jeans azzurri, le lunghe gambe erano quasi completamente scoperte e ai piedi indossava un baio di ballerine che già diverse volte avevo avuto il piacere di assaporare.
Ci scambiammo un bacio veloce, dopo di che Laura si mise comoda per cominciare il racconto. Appoggiò entrambi i suoi piedi ancora con le ballerine addosso sulle mie gambe, non c’era bisogno che parlasse, sapevo che voleva che le facessi un massaggio. Liberai i suoi bellissimi piedi taglia 42 (eh già aveva dei veri piedoni), erano un po’ appiccicosi per il sudore, come spesso avviene quando le ragazze indossano le ballerine d’estate, ma non mi importava, non feci neanche caso al sensuale smalto bordeaux che portava e cominciai subito a massaggiarli con delicatezza.
La mia Laura cominciò il racconto: mi disse dei complimenti che Nicolas le aveva fatto, di come si era subito bagnata quando per la prima volta le aveva infilato la mano nelle mutandine, di quanto si fosse eccitata quando le aveva messo la lingua in bocca per la prima volta, di quanto fosse abile a baciare, di quanto l’aveva fatta godere con la sua lingua e col suo pene, che da quello che diceva doveva essere di dimensioni notevoli; non contenta si soffermò a elogiare il sapore di quel suo grosso cazzo e ancora di come le era piaciuto farsi inondare la bocca col suo sperma e ingoiarlo di buon gusto (cosa che con me non aveva mai fatto). Mentre parlava la vedevo eccitarsi sempre di più man mano che continuava a raccontare, era chiaro che sarebbe voluta tornare a letto con quel Nicolas, quel bastardo che sembrava essere migliore di me in tutto. Ma la cosa più patetica, anche se in quel momento non me ne resi conto, fu proprio che mentre la mia ragazza si scaldava nel raccontarmi quanto le fosse piaciuto scoparsi un altro io me ne stavo lì, buono buono, col cazzo duro, a massaggiarle i piedi da buon cornuto.
– Luca’- alla fine disse lei ‘ Non posso nasconderti che mi sia piaciuto molto andare a letto con Nico.. a pensarci bene avresti tutto il diritto di essere incazzato e di non volermi più vedere, del resto neanche tu puoi negare che da un po’ di tempo le cose tra noi due non vanno più bene come prima’ Quante volte l’abbiamo fatto negli ultimi 2 mesi? 3 o 4 volte?! E a dirla tutta non è che siano state delle grandi performance’ insomma, guardati, sembra che tu sia più interessato ai miei piedi e a fare lo schiavo piuttosto che a essere il mio ragazzo’ non so se potrà andare avanti’ –
Avevo capito che il sesso con Nicolas le era piaciuto a tal punto che avrebbe voluto continuare a vederlo, ma sinceramente non ero preparato a questo, entrai nel panico: per la prima volta sentivo che tutto ciò che c’era stato tra noi veniva messo in discussione.
– M..Ma Laura, Amore, che dici? Io ti amo e lo sai, ti prego non farmi questo! E’ vero che adoro i tuoi piedi e mi piace quando mi sottometti’ posso anche capire che ti sia voluta divertire con un altro ma ti prego non lasciarmi!! ‘
– Ma ti sei visto? Io ti dico che vado a letto con un altro e tu stai qui a massaggiarmi i piedi! Ma dove hai le palle?! Al mio fianco voglio un uomo non un leccapiedi!! ‘
– Perché non entrambi?? ‘
Quelle parole mi erano uscite così di getto che quasi non mi resi conto di averle davvero pronunciate, Laura mi guardò perplessa..
– Che cosa intendi dire? ‘
– Amore, farei qualsiasi cosa per te! Ti amo alla follia e non voglio perderti! Sono disposto ad accettare tutti i compromessi che vuoi, farò ciò che vuoi tu, sono disposto a diventare il tuo schiavetto personale se lo vuoi ma ti prego non uscire dalla mia vita! ‘
Vidi un lampo di luce nei suoi occhi, qualcosa era cambiato ancora fra noi, in quel momento non mi rendevo conto di quanto peso avrebbero avuto le mie parole in futuro, ma ero talmente disperato che avrei fatto qualsiasi cosa pur di rimanere vicino alla ragazza che amavo.
– Davvero saresti disposto a questo? ‘
– Si Amore! ‘
– Mmmh ‘ riflettè qualche istante ‘ In fondo perché no.. possiamo provare a vedere se la cosa funziona, ma ti avverto: non voglio farti soffrire, sei ancora in tempo per cambiare idea..-
– No ‘ la interruppi io ‘ soffrirei molto di più standoti lontano.. ‘
– Ok, allora chiamo Nicolas.. ‘
– Perché?? ‘
– Per farlo venire qui, voglio mettere subito in chiaro la situazione, la cosa ti crea qualche problema? ‘
– No Amore.. ‘ mentì clamorosamente
– Bene! Comunque come prima cosa non puoi più chiamarmi Amore, a meno che non siamo con altra gente, Laura andrà benissimo, va bene? ‘
– Sì.. Laura ‘ risposi io con riluttanza.-
Detto ciò, la mia ragazza, anche se non so quanto senso abbia continuare a definirla così, chiamò Nicolas e gli disse di raggiungerci al parco. Nel tempo che aspettammo che il suo amante arrivasse parlammo ancora, anzi, più che altro fu lei a parlare, o per meglio dire a dare ordini. Per quanto mi era sembrata dispiaciuta dell’accaduto fino a poco prima devo dire che non ci mise molto a immedesimarsi nel nuovo ruolo che le avevo gentilmente offerto. Laura dettò in breve le sue condizioni principali, io annuì distrattamente, turbato da quello che avrebbe significato tutto questo, ma anche estremamente eccitato. Da quel momento in poi lei sarebbe stata la mia ragazza solo nelle circostanze in cui bisognava salvare le apparenze, in realtà io sarei stato poco più che il suo servo, suo e anche del suo amante se lo avesse voluto. Mi fece capire che non aveva più intenzione di andare a letto con me e che i miei compiti sarebbero stati molti e anche sgradevoli, ma che per il momento ancora non era pronta a rivelarmeli; di certo avrei dovuto fare tutto ciò che mi avrebbe chiesto e lei sarebbe stata la mia priorità assoluta.
Stavamo ancora finendo il discorso quando arrivò Nicolas, come lo vidi capì che anche volendo non sarei riuscito a strappare la mia ragazza dalle sue grinfie: era un ragazzo alto penso oltre 1.90, muscoloso e belloccio anche se dall”aria un po’ stupida, aveva lunghi capelli castani e occhi verdi quasi quanto la mia ragazza; facevano proprio una bella coppia insieme.
Lui e lei si salutarono con naturalezza, forse anche troppa; poi ci presentammo , mi disse: ‘ah Luca! Finalmente ci conosciamo! Laura mi ha tanto parlato di te..’ nascondendo in malo modo un sorriso beffardo. Finiti i convenevoli Laura venne subito al dunque: spiegò a Nicolas che io ero al corrente dei fatti e gli disse la mia decisione di voler essere il loro ‘schiavetto’ , cercai di ignorare le frecciatine che l’amante della mia ragazza mi rivolgeva man mano che diventava più sicuro, venendo a sapere della mia indole, e anche di nascondere la mia erezione per evitare ulteriori umiliazioni. Quando Laura ebbe finito, Nicolas scoppiò in una grossa risata di scherno nei miei confronti, afferrò la mia ragazza e la accomodò sulle sue ginocchia, dopo di che, senza mostrare il minimo rispetto per me la baciò, lei ricambiò senza farsi troppi problemi e i due cominciarono a slinguazzarsi davanti ai miei occhi che diventavano sempre più lucidi, mentre il mio cazzo sempre più duro. Finita la pomiciata notai che Laura già si stava eccitando, Nicolas allora si rivolse a me:
– Senti cornutazzo, perché non ti levi un po’ dalle palle e vai a farti una passeggiata? Io e la tua bella fidanzata vogliamo restare un po’ da soli’ sinceramente io non so cosa farmene di uno schiavetto, ma se Laura ti vuole concedere questa cosa non posso obbiettare, magari riuscirà anche a convincermi che una nullità come te può esserci utile, sei uno sfigato e devi ringraziare lei se ancora non ti ho cacciato a calci in culo! Perciò porgile i dovuti omaggi e poi sparisci per un po’! ‘
Le sue parole, così violente e inaspettate, pesarono su di me come macigni; ma del resto aveva ragione su tutto, perciò mi inginocchiai baciai la punta delle ballerine che la mia Laura aveva ai piedi e mi allontanai umiliatissimo, schiacciato dalle risate di scherno della mia ragazza e del suo amante.
I raggi del caldo sole estivo, seppur filtrati dalle fronde degli alberi del parco si facevano sentire non poco sulla mia pelle, per un attimo fermai i miei passi e alzai gli occhi al cielo: una leggera brezza faceva oscillare i rami degli alberi, sembravano come volessero salutarmi, i calorosi canti degli uccellini coprivano quasi del tutto il flebile rumore del vento e in sottofondo solo il gracchiare beffardo di una cornacchia e i guaiti dei cani che si mischiavano alle grida dei bambini provenienti dal centro estivo poco distante. Fa proprio caldo, pensai, ma nonostante questo si sta proprio bene, sembra come di essere in qualche spensierato racconto bucolico, l’atmosfera era a dir poco piacevole e tutto il mondo intorno a me sembrava volermi trasmettere quella piacevole sensazione tipica delle mattinate estive passate in campagna durante la mia infanzia. Ma quella candida sensazione di piacere era dominata dal pensiero delle parole di Nicolas, non riuscivo a togliermele dalla testa, continuavo a sentirmele ripetere all’infinito, per di più ovunque posassi il mio sguardo vedevo l’immagine di lei fra le forti braccia di lui scambiarsi effusioni beffardi della mia presenza. Tutto ciò aveva un non so che di surreale e paranoico, ebbi l’impulso di voler fuggire da quell’insano trip di gelosia mista a eccitazione che mi si profilava davanti. Forse Laura aveva ragione, tutta quella situazione mi avrebbe procurato troppa sofferenza, e allora sarebbe stato meglio mandarla a quel paese, lei, quella gran puttana, insieme a quel mezzo idiota del suo amico Nicolas, già che vadano a farsi fottere, pensai, tutti e due, il mondo intero mi sorride, potrei fare tante cose, andare al mare per esempio, uscire, fare qualsiasi cosa tranne che soffrire e godere ancora schiavo del piacere di altri; eppure ero ancora lì, tutto solo in mezzo a quello spettacolo bucolico, fermo ad osservare le fronde degli alberi cullate dal frusciare del vento.
Ripresi a camminare senza meta e senza voglia, guardai il telefono, 12:32, silenzio, solo qualche cicala che col suo canto sembrava volermi schernire della mia situazione. Ormai era passato un bel po’ di tempo da quando mi ero allontanato da quella dannata panchina; lasciai correre, feci per posare il telefono e in quel momento lo sentì vibrare, lessi subito il mittente: Amore (cuoricino)!
– Hey si può sapere dove ti sei cacciato??? Vieni subito qui che ti dobbiamo parlare e cerca di non farci aspettare troppo!!! ‘
Stop. Nessuna tenerezza, nessuna traccia della mia Laura in quelle poche righe di sms. Una persona con un minimo di intelligenza non avrebbe risposto, no di certo, avrebbe preso la via più breve per andare a casa e si sarebbe lasciata tutto alle spalle, eppure io in quel momento risposi, le dissi semplicemente che stavo arrivando e mi precipitai da lei.. e da lui.
Quando raggiunsi il luogo della mia prima umiliazione come cuckold, li trovai ancora lì, seduti su quella panchina, a ridere.. forse, ma quasi sicuramente di me.
– Oh chi si vede! Vieni qua coglione! ‘ mi salutò Nicolas ‘ Per aspettare te si è fatto tardi e io devo andarmene, che cazzo! Ora che la tua bella ragazza mi ha raccontato dei tuoi ‘gusti’ mi sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’ e divertirmi con te, ma non ti preoccupare, non mancherà occasione, so che non vedi l’ora ‘ rise ‘ Comunque io ci sto, se questo vuol dire che posso fottermi la tua ragazza come e quando voglio, per me, se tu ci sei o no, non fa alcuna differenza, come si dice cornuto e contento no? ‘ si abbandonò ancora una volta ad una fastidiosissima quanto assordante risata e, prima di congedarsi, afferrò la mia Laura, con uno strattone la sollevò dalla panchina, come per voler dimostrarmi la sua superiorità fisica, e se la baciò come fosse una sgualdrinella da quattro soldi; non capivo come facesse la mia ragazza, di solito così tenace e combattiva a farsi trattare come una bambola gonfiabile da un tale pallone gonfiato. Dopo aver dato libero sfogo al suo ego se né andò salutandomi con un occhiolino e voltò le spalle alzando il medio, tanto per provocarmi e umiliarmi ancora una volta. Afflitto mi gettai sulla panchina accanto a Laura, che aveva occhi solo per lui anche ora che si stava ormai allontanando. Finito di contemplare il suo amante, girò gli occhi su di me, cambiando totalmente espressione:
– Che cazzo ci fai qui? Ti ho forse dato il permesso di sederti vicino a me?! ‘ inveì lei.
– Ehm.. scusami amore non credevo che’ – SBEM! Mi diede una sonora sberla che quasi mi fece scendere le lacrime dagli occhi.
– Ti avevo già avvertito! Non devi più chiamarmi amore a meno che non siamo con persone che conosciamo, capito? ‘
– Si scusami ti prego, ma che bisogno c’era? ‘ replicai io mentre mi tenevo con una mano la guancia dolorante.
– C’era! Mi andava e te la meritavi e poi è stato divertente! Ti prenderei a schiaffi per ore! ‘
– No ti prego Laura! – la supplicai io.
– AHAHAHAH Sei patetico! Non sei grado di tenere testa ad una ragazza, neanche alla tua ragazza! ‘ fece una breve pausa ‘ Te l’ho detto, se vuoi continuare a ‘stare con me’ dovrai stare alle mie, anzi alle nostre regole, e tanto per cominciare tu non hai diritto di stare al mio stesso livello, scendi da questa panchina e mettiti in ginocchio! ‘
– Ma Laura, ti prego, qui? In un luogo pubblico? E poi è sporco a terra c’è solo terra e sassi dai.. ‘
Ma lei neanche mi lasciò finire che mi colpì in volto con un altro paio di sberle, che mi fecero definitivamente capire che non ero nella posizione giusta per mettermi a fare obiezioni, ed effettivamente non ero neanche in grado di reggere il confronto fisico con lei, figuriamoci con Nicolas. Però mentre, con la faccia tutta rossa per le sberle, mi accucciavo per terra, ai suoi piedi non riuscì a fare a meno di pensare a quella che era stata la mia Laura fino a poco tempo prima: una persona fantastica, che diceva di amarmi e rispettarmi, perché ora mi stava facendo questo? Perché mi stava umiliando in quel modo così brutale dopo ciò che mi aveva costretto a vedere poco prima? In un istante mi convinsi che quella ragazza che tanto mi amava non c’era più, forse era stata divorata da quella belva che incombeva ora su di me e che a suon di insulti e di schiaffi mi stava rendendo il suo patetico giocattolino.
Appena fui a terra, come voleva lei, vidi le suole delle sue graziose ballerine avvicinarsi pericolosamente alla mia faccia, Laura mi sbattè letteralmente i piedi in faccia, con tutte le scarpe e per di più in un luogo pubblico. Mi vergognavo da morire, anche se il parco era semideserto, temevo lo stesso che qualcuno, magari un mio amico avrebbe potuto vedermi in quella umiliante posizione, ma per paura della reazione della mia ragazza non dissi niente e lasciai che usasse la mia faccia come zerbino per le suole delle sue scarpe, e lasciai che le strofinasse su tutto il mio corpo nel tentativo di pulirle dalla sporcizia e di dimostrarmi che razza di nullità fossi.
– Sono pulite? ‘ chiese lei mettendomi la suola di una delle sue ballerine a meno di un palmo dal naso.
– Beh.. si ma c’è ancora un po’ di terra ‘ dissi io.
– Cazzo! Possibile che non vali niente neanche come zerbino? Sei inutile! Ti pare che io debba andare in giro con le scarpe sporche per colpa tua? Datti da fare! Tira fuori quella lingua da cornuto segaiolo e pulisci! ‘ urlò lei.
Capì che non me lo avrebbe ripetuto una seconda volta, ma al tempo stesso capì anche perché si stava comportando così: la visione di Nicolas che mi umiliava così spudoratamente davanti a lei, le aveva scatenato come una voglia perversa di umiliarmi ancora di più, la cosa la eccitava, e quello che prima era un semplice gioco ora stava diventando il modo che più le piaceva per fare a pezzi il mio ego e prepararmi a quello che avrei subito in futuro. Così senza fare troppi complimenti leccai la suola di quelle scarpe, leccai tutto lo sporco, cercando di fare del mio meglio, nonostante l’arsura che mi stava prendendo alla gola per il caldo e per la terra e lo sporco che si impastavano prosciugandomi del tutto la bocca. Che delle scarpe, che fossero pulite o meno gliene importasse ben poco l’avevo già capito, e infatti dopo un po’ si stufò anche di quell’umiliazione.
Mi fece alzare tirandomi per i capelli, mi fece male, ma cercai di nascondere il dolore, mi tirò giù pantaloni e mutande, lasciando scoperto il mio cazzo, che in tiro raggiungeva a malapena i 14 centimetri , lo guardò con disprezzo, poi lo prese e lo strinse forte con la mano e, beffarda delle mie suppliche, disse che non ero un vero uomo, non lo ero mai stato, per capirlo bastava guardare quel ridicolo ‘coso’ che avevo in mezzo alle gambe, ero patetico, una nullità, non sapevo tener testa ad una donna figuriamoci a un uomo, ecco perché si era lasciata andare con Nicolas, perché lui invece sì che era un uomo, uno di quelli con le palle, come disse lei, uno che con le donne ci fa ciò che vuole e che sa come farle godere, non come me, che neanche ero in grado di pulirle le scarpe con la lingua!
Dopo avermi distrutto verbalmente, mi ammollò un calcio alle palle, che mi fece cadere come una pera cotta ai suoi piedi, ancora una volta, con le lacrime agli occhi per il dolore, che si mischiavano alla terra nuda, frignai come un bimbo a cui hanno rubato la caramella. Lei per tutta risposta si chinò e mi sputò dritto in faccia, la sua saliva si andò a mischiare a quel pianto di terra e lacrime che esprimeva tutto il mio dolore fisico e sentimentale.
Laura, la mia ragazza, mi lanciò un’ultima occhiata prima di andarsene, ricordo esattamente le parole che pronunciò in quel momento:
– Sei una merda, mi fai schifo! Non ti voglio né sentire né vedere per qualche giorno. Ho bisogno di un vero uomo che mi faccia sentire una vera donna! Non ti azzardare a cercarmi, mi farò viva io, quando mi servirai! ‘
E con quelle fredde parole, senza neanche salutarmi se né andò compiaciuta della sua perfidia, lasciandomi solo, mezzo nudo, sporco, umiliato, dolorante, solo col frusciare del vento ad accompagnare il mio pianto.
Erano passati circa dieci giorni, nessuna notizia della mia ragazza, se ancora aveva senso definirla così. Con il ricordo ancora vivo dentro di me di ciò che era accaduto al parco, non mi azzardai a cercare di contattarla in nessun modo, ma ogni giorno passavo ore a visualizzare le foto sul suo profilo di Facebook, sperando sempre di vedere un post, un commento un’immagine che mi desse qualche notizia di lei. A volte quando la vedevo online mi assaliva la voglia di scriverle, di chiederle cosa stesse succedendo, di sapere se dopo tutto aveva ancora senso il nostro rapporto; e che tipo di rapporto stavamo costruendo? A volte avevo semplicemente voglia di finirla una volta per tutte e smettere di soffrire a causa sua, le avrei detto quello che pensavo e tanti saluti’ ma non ce la facevo! Ogni giorno, dopo aver pensato tutto questo, riaprivo di nuovo il suo profilo e mi masturbavo guardando le sue foto una ad una, schiavo del desiderio che provavo nei suoi confronti. Quel pomeriggio, come al solito, mi trovavo nella mia stanza, davanti al pc, con i boxer calati e col cazzetto fra le mani, tutto preso a donarmi piacere da solo e, come unica compagnia l’immagine di Laura che invadeva l’intero schermo. Non mi resi neanche conto che lei era online, all’improvviso si aprì la chat:
– Ciao! ‘ era Laura!
Subito smisi di masturbarmi e con il cuore che mi batteva all’impazzata, portai le mani tremolanti sulla tastiera:
– Ciao Laura, come va? ‘ Non riuscivo a credere che mi avesse scritto, cercai di fare come se niente fosse per paura che chiudesse la conversazione.
– Molto bene grazie!! Tu invece? ;) ‘
– Mi fa piacere’ ora che mi hai scritto, bene! ‘ risposi io.
– Ah sì? Prima no?! ‘ fece lei incalzante.
– A dire la verità’ no! :( ‘ scrissi io sinceramente.
– Ah.. ti manco eh? :P ‘
– Sì’ –
– Vuoi vedermi? ‘
– Sì ti prego!! Farei qualsiasi cosa per vederti! ‘ scrissi io disperatamente.
– Ahahahah ok’ ma solo perché mi fai un po’ pena! :P ‘
– Grazie :) ‘
– Ahahahah Prego! Però io stasera mi vedo con Nico.. perciò dovrai aspettare i nostri comodi!! Se mi rompi le scatole mentre sono con lui non ci vedremo per altri dieci giorni, chiaro?! Quindi fai il bravo e aspetta un mio sms’ –
– Farò come vuoi :) ‘ scrissi io.
– Bene! Ora scappo che devo andarmi a prepararmi’ a dopo scemo! ;) ‘
Senza neanche aspettare che le rispondessi la mia ragazza si scollegò, lasciandomi davanti al pc, mezzo nudo proprio come uno scemo. Non mi pareva vero che finalmente avrei avuto l’opportunità di rivedere la mia Laura, anche se avrei dovuto aspettare chissà quanto prima di ricevere quell’sms, non mi importava: ero eccitato per il semplice fatto di poter passare del tempo con lei. Preso dall’eccitazione, senza pensarci un attimo, aprì nuovamente le sue foto e terminai il lavoro da dove lo avevo interrotto, venendo vergognosamente sul pavimento della mia camera. Andai in bagno a sciacquarmi, pulì il pavimento e mi gettai sul letto, presi il telefono per vedere l’ora: le 19.25, chissà quanto avrei dovuto aspettare. Cominciai a pensare a tutto quello che Laura avrebbe potuto dirmi, ma soprattutto mi chiedevo cosa ne sarebbe stato di noi? Con questo incognita che mi rimbombava dentro, senza che me ne accorgessi, chiusi gli occhi e mi addormentai.
Laura quella sera era bellissima come al solito: i suoi occhi verdi risplendevano di luce anche al buio della notte. Eravamo in macchina, ma non sembrava essere la mia macchina. Sentii il calore della sua mano sfiorarmi il viso. Mi guardava fisso negli occhi, mi amava! Tenevo in mano un mazzo di rose rosse e una scatola di cioccolatini come si vede nei film romantici, lei fu felice nel ricevere quei doni.
– Amore’ – disse ‘ io ti amo! Ti ho sempre amato e voglio stare solo con te! ‘
La sua voce era di nuovo calda e rassicurante come in passato, in quegli istanti sembrava che il tempo stesso si fosse fermato per fare da spettatore alla nostra storia, tutto era perfetto. Vidi le sue labbra avvicinarsi alle mie, il cuore mi batteva forte in petto, con gli occhi socchiusi mi avvicinai, quel bacio avrebbe sigillato per sempre il nostro amore. Assaporai quei pochi istanti che separavano l’incontro delle nostre labbra finchè non le sentì sovrapporsi in una danza d’amore, non potevo essere più felice. Ma all’improvviso sentii un rumore in lontananza che diventava sempre più forte, sembrava che qualcosa si stesse avvicinando producendo un suono sempre più assordante e fastidioso. Mi voltai e vidi delle luci abbaglianti, qualsiasi cosa fosse ci stava per venire addosso!
Ebbi un sussulto, poi aprii gli occhi: Laura non c’era più, neanche la mia auto, i fiori e tutto il resto, davanti a me solo il soffitto della mia stanza’ era solo un bellissimo sogno. Udii ancora una volta quel rumore, mi voltai, il mio telefono stava vibrando: cazzo mi ero addormentato dimenticandomi del messaggio, pensai. Preso dal panico, afferrai il telefono: avevo ricevuto due sms, era Laura, fortunatamente ero ancora in tempo, mi vestii con le prime cose che trovai e mi precipitai alla macchina. In una decina di minuti arrivai dove la mia ragazza mi aveva dato appuntamento, erano quasi le 2 di notte ma di lei non c’era traccia, tirai un sospiro di sollievo. Laura arrivò dopo pochi minuti, era bellissima come nel mio sogno, con i lunghi capelli biondi legati all’indietro, una magliettina che le lasciava scoperta la pancia piatta, blu jeans e superga blu ai piedi. Entrò in macchina senza neanche salutarmi, richiuse la portiera e prima che potessi dire o fare qualcosa si mise comoda appoggiando la schiena allo sportello e distendendo le lunghe gambe fino ad appoggiare i piedi su di me che ero seduto al posto di guida; mi chiese di abbassare il finestrino ed estrasse dalla borsetta un pacchetto di sigarette, dal quale ne tirò fuori una, se la mise fra le labbra, l’accese e cominciò a fumare in modo un po’ goffo. Averla lì vicino mi fece subito un certo effetto e, subito comparve un rigonfiamento nei mie pantaloni.
– Cosa aspetti? ‘ esordì lei ‘ Levami le scarpe e fammi un bel massaggino ai piedi che ho bisogno di rilassarmi! ‘
Senza dire niente feci come mi era stato ordinato e iniziai a massaggiare le sue splendide estremità, ancora velate da due calzini bianchi di cotone. Laura sembrava gradire quel trattamento, come tante altre volte in passato, così mi feci coraggio:
– E’ bellissimo rivederti! Sono felice che tu sia qui con me, ma da quant’è che hai iniziato a fumare? ‘ chiesi timidamente io.
– Da poco, fumo per rilassarmi’ Comunque anche per me è bello rivederti, mi sono mancati i tuoi massaggi! ‘ rise.
– Solo i massaggi? ‘ chiesi io speranzoso.
– No! Mi è mancato anche farmi leccare i piedi, anzi, toglimi i calzini e datti da fare con quella tua linguetta! ‘ disse lei sempre più esuberante.
Rassegnato feci come aveva ordinato e mi gettai con la lingua sui suoi piedini. Erano un po’ sudaticci e sporchi, ma il sapore era sempre lo stesso, quanto mi era mancato quel sapore. Mentre leccavo come un cagnolino fedele lei mi raccontò come aveva passato gli ultimi tempi: si era vista praticamente tutti i giorni con Nicolas e, ogni volta, l’aveva fatta sentire donna come mai prima, possedendola con forza, come mai io ero stato in grado di fare. Disse che in poco più di una settimana era diventata la sua mignotta, ovunque fossero, se lui aveva voglia, lei era sempre pronta a farsi usare per il suo piacere, impazziva al solo pensiero di farsi sbattere come una bambola gonfiabile dal quel cazzo così grosso e bello. Mi raccontò che Nicolas glielo aveva persino messo nel culo, cosa che con me era totalmente fuori discussione, e che le era piaciuto, così come le piaceva farsi inondare dal suo seme in bocca o in faccia, mi parlò persino di quanto era buono sapore del suo sperma. Ed io me ne stavo lì, ancora una volta, a leccarle i piedi, impazzendo di gelosia e di eccitazione. Laura era sempre stata una ragazza dominante quando stava con me, eppure ora si faceva usare da quel ragazzo come una qualsiasi puttanella, capii che non avrei mai più avuto indietro la mia ragazza, ma allo stesso tempo realizzai che in fondo lei aveva ancora bisogno di me, aveva bisogno di uno che si facesse sottomettere e che essendo suo schiavo la facesse sentire una dea, aveva bisogno di entrambi!
– Anche stasera mi ha scopata come una cagna sai?! ‘ fece lei ad un certo punto.
– Davvero? ‘ chiesi mentre continuavo a prendermi cura dei suoi piedi.
– Certo! Lui non perde occasione per scoparmi e di farmi sua! ‘
Così dicendo mi scansò dalle sue estremità dandomi un calcetto, si sbottonò i jeans e velocemente se li levò. Notai che non indossava le mutandine, subito posai lo sguardo su quella meraviglia, ora completamente depilata, che in passato era solamente mia. Mi arpionò per i capelli, costringendomi in una scomoda posizione, mezzo chinato, a baciare il suo frutto proibito, che poco prima aveva dato piacere a un altro uomo. Laura rideva e mi intimava di pulirle la figa con la lingua, pretendendo anche che la ringraziassi, visto che quello era il massimo a cui potevo aspirare, solo ed esclusivamente dopo che si fosse divertita con un altro uomo. Con gli occhi lucidi, ringraziai la mia ragazza per l’onore che mi stava concedendo e leccai, cercando di non pensare che quella meraviglia che io stavo così devotamente venerando era stata trivellata dal cazzo di quel Nicolas pochi istanti prima. Nonostante l’ennesima umiliazione mi impegnai per soddisfare la mia dea, consapevole che ero solo l’inizio della mia discesa nel diventare il perfetto schiavo cornuto al servizio della mia ragazza e del suo amante’
Dopo quella sera passai qualche altro giorno senza avere nessun contatto con la mia ragazza, credevo che avrei dovuto aspettare ancora chissà quanto prima di rivederla e, sinceramente, non riuscivo proprio a stare senza di lei. Mi stavo già rassegnando ad una triste attesa, con la sola compagnia delle foto sul suo profilo quand’ecco che sentii squillare il cellulare: era lei.
– Ciao Laura’ – dissi io rispondendo.
– Ciao Luca! ‘ fece lei di rimando ‘ senti ti sto chiamando per proporti una cosa, ma questa volta non voglio obbligarti’ –
– Che cosa? ‘ chiesi io dopo un attimo di pausa.
– Beh’ vedi’ i miei sono partiti e non torneranno per qualche giorno’ mi chiedevo se volessi venire da me’ – fece una breve pausa- sappi però che ci sarà anche Nicolas! ‘
‘Ti pareva!’ pensai io. Mi sembrava troppo bello che mi stesse chiedendo di andare a casa sua, per passare qualche giorno, io e lei da soli, con tutto quello di cui avevamo bisogno a nostra disposizione, come ai vecchi tempi. Non avevo voglia di vedere quello sbruffone fare ciò che voleva con la mia ragazza davanti ai miei occhi, ma il desiderio di rivedere Laura era ancora più forte, così feci un profondo respiro e le risposi.
– Sì’ cioè’ sarebbe fantastico, ho voglia di vederti amore’ – quella parolina mi era scappata senza che me ne accorgessi.
– Luca’ ti avevo detto che non dovevi più chiamarmi così’ senti forse è meglio lasciar perdere, ho sbagliato a chiamarti, è troppo per te’ –
– No no no ti prego!! ‘ la interruppi io ‘ Scusami, io non volevo, davvero’ E’ che ci tengo molto a rivederti e farei qualsiasi cosa per te, quindi ti supplico permettimi di esserci’-
– Beh’ – continuò lei un po’ riluttante ‘ se davvero è così importante puoi venire anche subito, ma non farti strane idee’ ci siamo capiti?! ‘
– Certo certo’ mi preparo e vengo subito allora! ‘ feci io.
– Oook’ ti aspetto, a tra poco! ‘
– A tra poco Laura. ‘ conclusi io.
Lei riagganciò e io rimasi per un attimo col telefono in mano, sperando e pensando non so cosa. Tornai in me e mi vestii in men che non si dica, scelsi una camicetta un paio di jeans e un paio di scarpe, le più belle che avevo, poi andai in bagno dove mi spruzzai un po’ di profumo e uscii velocemente di casa con le chiavi della macchina in mano; non sapevo bene cosa aspettarmi dalla serata e Laura era stata chiarissima a riguardo, ma in ogni caso pensai che presentarmi in maniera decente avrebbe giocato a mio vantaggio.
Arrivai a casa della mia ragazza intorno alle 6 del pomeriggio, il sole era ancora alto nel cielo ed io avevo davvero caldo, pensai di aver fatto un errore a non mettermi un paio di pantaloni più corti. Suonai il campanello, lei venne ad aprire: indossava solo una magliettina leggera ed un paio di pantaloncini, i lunghi capelli biondi sciolti, i piedi scalzi e il visino completamente struccato, stile ragazza acqua e sapone. Non c’era nulla nel suo abbigliamento che poteva essere definito sexy o provocante, ma per me era semplicemente bellissima, nonostante tutto l’amavo ancora e, rivederla mi fece un certo effetto; istintivamente avrei voluto abbracciarla e baciarla, ma sapevo che non sarebbe stata una buona idea, così scelsi un modo per toccarla che non avrebbe urtato il suo stato d’animo: mi inginocchiai umilmente e le baciai i piedi, rimanendo fermamente sull’uscio di casa sua.
– Ahahaha ‘ sbottò lei ‘ certo che non cambi mai eh?! ‘
Non risposi. Feci per alzarmi ma lei mi fermò:
– No! ‘ disse ‘ resta giù, come un cagnolino’ visto che ti piace tanto! ‘
Senza volerlo mi ero già bruciato da solo in partenza. Richiuse la porta e si avviò verso la cucina, mentre io la seguivo a quattro zampe senza fiatare; da quella posizione potevo ammirare il suo sedere in tutto il suo splendore. La mia ragazza si fermò in cucina ed io con lei, rimanendo in ginocchio. Mi fece cenno di prostrarmi ancora di più ai suoi piedi, obbedii: mi stesi in posizione supina sul pavimento e lei, appoggiandosi sul piano da lavoro, alzò la gamba, mostrandomi la pianta del suo piede destro, per poi stamparmelo vigorosamente in faccia. Era sporchissimo, probabilmente aveva camminato tutto il giorno scalza per casa, ma ciò non mi faceva schifo, adoravo le sue estremità e il senso di sottomissione che mi pervadeva quando me le metteva sul viso. Io cominciai a leccare, rimanendo in quella posizione, mentre lei mi spiegò quali erano i reali progetti per la serata: visto che i suoi non erano a casa, aveva giustamente pensato di invitare Nicolas per cenare insieme e passare la serata da lei, tuttavia, essendo una frana in cucina, non aveva idea di come preparare un pasto decente e così aveva subito pensato di chiamare me, conoscendo le mie abilità ai fornelli. Rimasi davvero molto offeso, sentendo le sue parole: in pratica mi aveva chiamato soltanto per farle da cuoco e cameriere mentre lei se la spassava con il suo amante; aveva ragione prima al telefono, era davvero troppo, tanto che fui sul punto di andarmene, ma, non so per quale ragione, non lo feci. La mia ragazza mi promise che se mi fossi comportato bene dopo cena ci sarebbe stata una sorpresa per me, così accettai di rimanere e mi misi all’opera, mentre lei andò a darsi una sistemata in vista della serata.
Con una voce dentro di me che continuava a chiedersi perché stessi facendo tutto questo, preparai una gustosa cenetta con le poche cose che trovai a disposizione dentro casa, infine apparecchiai la tavola, da bravo cameriere. Laura, che aveva impiegato tutto il tempo in cui avevo cucinato solo per prepararsi, venne a sincerarsi che avessi fatto un buon lavoro, io rimasi incantato dalla sua bellezza: i suoi lunghi capelli biondi, ora puliti e pettinati, emanavano un dolce profumo di balsamo, il trucco le metteva in risalto i lineamenti del viso e i suoi splendidi occhi verdi, smalto blu, su mani e piedi, che si intonava perfettamente col vestito che aveva scelto, e un paio di tacchi alti, che la facevano svettare su di me all’incirca di 10 centimetri. Alla sua vista mi inginocchiai nuovamente ed andai a baciarle i piedi in segno di devozione, la sua immagine mi stregava e mi eccitava allo stesso tempo, obbligandomi ad essere sempre suo schiavo.
– Ma che bravo ‘ disse lei guardandomi dall’alto in basso ‘ dal profumino che sento posso immaginare che la cena sarà squisita’ ed hai anche apparecchiato la tavola, solo che hai commesso un piccolo errore’ –
Senza curarsi di me, girò i tacchi e andò in salone, prese un piatto e lo ripose al suo posto.
– Avevi preparato per tre’ mi dispiace deluderti ma i cagnolini come te non siedono allo stesso posto dei padroni, al massimo possono stare a cuccia ai loro piedi! ‘
– Hai ragione Laura! ‘ risposi io mortificato.
– Ovvio! Tra l’altro, facciamo che questa sera mi chiamerai padrona e, con lo stesso rispetto, dovrai rivolgerti a Nicolas’ inoltre non parlerai se non quando sarai interpellato e potrai alzarti in piedi solo per portarci il cibo’ tutto chiaro? ‘ sentenziò lei.
– S..Sì padrona’ – risposi io sempre più sottomesso.
– Bravo schiavo! ‘
Neanche avemmo il tempo di finire il discorso che sentimmo suonare il campanello, io filai subito in cucina, trascinandomi a quattro zampe, mentre la mia ragazza andò ad aprire. La sentii fare gli onori di casa e salutare calorosamente il suo amante, poi li sentii accomodarsi a tavola:
– Vieni mettiti comodo che è già tutto pronto! ‘ disse lei.
– Wow lo sento’ che profumino! Non vedo l’ora di mangiare quello che hai preparato, così poi possiamo divertirci’ – fece lui.
– Ahahahah beh’ non ho preparato io la cena, ma sta a vedere, ho una sorpresa per te’- poi urlò, rivolgendosi a me ‘ Hey schiavo!!! Vieni qui a salutare il mio ‘amico’ e portaci da mangiare!! ‘
Con la faccia rossa come un peperone per la vergogna, mi avvicinai a quattro zampe al tavolo. Nicolas, non appena mi vide, realizzando quale fosse la sorpresa, scoppiò in una fragorosa risata; non mi ero mai sentito così umiliato e imbarazzato come in quel momento. Laura, sadica come sempre, mi ordinò di salutare il mio ‘padrone’, così, contro la mia volontà, obbligato dalla mia ragazza, mi infilai sotto il tavolo e baciai i piedi di Nicolas, o per meglio dire, le scarpe, sommerso dalle risate di scherno di entrambi. Poi cercando di ignorarli, andai in cucina, presi ciò che avevo preparato e servii la cena ai due, augurandogli buon appetito. Stavo per lasciare il salone, quando la mia ragazza, eccitata da quella situazione per me così degradante, mi ordinò di stendermi sotto il tavolo a mò di poggiapiedi. Dopo un attimo ero già supino, sotto di loro, con le suole delle scarpe di lui in faccia e la punta dei tacchi di lei sul cazzo. Fortunatamente per me, dopo un po’ i due smisero di ridere e di prendermi in giro, concentrandosi sui loro discorsi, mentre si gustavano il pasto che gli avevo gentilmente preparato. Rimasi in quella posizione per tutta la durata della cena, cercando, invano, un modo per far passare il tempo più velocemente, mentre Laura continuava a torturarmi il pacco giocando con il tacco delle sue scarpe, facendo abbastanza pressione da procurarmi dolore e anche un po’ di eccitazione.
Il tempo sembrò non passare mai ma finalmente, quand’ebbero finito di mangiare, si alzarono da tavola, per andare a farsi le ‘coccole’ sul divano, concedendomi di alzarmi per sparecchiare e lavare i piatti. Per quanto fosse umiliante tutto ciò, fui contento di potermi alzare da terra e poter obbedire agli ordini della mia ragazza, senza dover avere la suola delle scarpe del suo amante sul mio volto.
Con estrema rapidità ripulii la tavola e lavai tutte le stoviglie, poi, mettendomi di nuovo a quattro zampe come mi era stato ordinato in precedenza, tornai in salone, ma con mia sorpresa vidi che il divano era vuoto’ dov’erano??
All’improvviso la voce irriverente di Laura ruppe i miei pensieri:
– Vieni subito qui schiavetto di merda!! –
Rimanendo rigorosamente a quattro zampe come un cane mi mossi seguendo la direzione da cui mi sembrava provenisse la voce di Laura. Arrivai sulla soglia della camera da letto dei suoi genitori, mai prima ad ora ero entrato in quella stanza, fino a quel momento la mia ragazza aveva sempre mantenuto inviolato quel luogo, nonostante più volte, in passato le avessi proposto di andare a fare l’amore su un letto più grande del suo, o più comodo del divano. La porta era socchiusa, la aprii. La camera matrimoniale dei genitori di Laura era una stanzetta piccolina, in linea con gli altri ambienti della casa, arredata con una cassettiera di legno scuro, un armadio, anch’esso di legno, uno specchio di modeste dimensioni attaccato al muro, insieme a qualche quadro e una bella finestra, velata da tende colorate, stretto fra due piccoli comodini, a dominare la stanza, vi era un grande letto matrimoniale, all’apparenza comodo e confortevole. Era la prima volta che il mio sguardo si posava su quel nido d’amore, brutalmente profanato dai due amanti avvinghiati come conigli in calore. La mia ragazza era sdraiata sul letto, sovrastata dalla possente figura di Nicolas, che le teneva i polsi bloccati con forza, mentre le baciava e leccava il collo, facendola eccitare come una cagna. I vestiti di Laura erano gettati in terra, a coprire le nudità del suo corpo da modella solo il reggiseno e un paio di mutandine di pizzo molto sensuali, notai che non si era tolta i tacchi, forse per la fretta; Nicolas invece era ancora completamente vestito. Ad un tratto la mia ragazza si accorse di me, eccitatissima per la situazione che si stava delineando, abbozzò un sorrisetto maligno e, liberatasi dalla presa del suo amante, scese dal letto e mi venne incontro. Era splendida, una vera dea, superba e bellissima, che mi sovrastava fisicamente e psicologicamente, io potevo solo che starmene in ginocchio dinnanzi a lei e, non appena fu abbastanza vicina, mi prostrai ulteriormente baciandole i piedi, lei scoppiò a ridere, Nicolas le fece eco.
– Sei patetico! ‘ mi disse lei costringendomi a guardarla negli occhi, tirandomi per i capelli ‘ ora smettila di baciarmi i piedi verme e fa’ tutto quello che ti dico’ avanti seguimi!! ‘
Detto ciò, si volto e si andò a sedere sul letto a fianco del suo ‘amico’, che mi fissava divertito ed eccitato anche lui. Io andai a sistemarmi in ginocchio al loro cospetto.
– Forza! Toglici le scarpe e inizia e leccarmi i piedi! ‘ esclamò sbattendomi davanti al viso le sue estremità, poi tornò a concentrarsi sul suo uomo ficcandogli la lingua in bocca e ricominciando a baciarlo con passione.
Io stavo morendo di invidia e di rabbia, ma quella situazione in fondo, mi stava eccitando più di ogni altra cosa avessi mai provato in vita mia. Così obbedii alla mia ragazza, le tolsi i tacchi e cominciai ad assaporare con la lingua le soffici piante dei suoi piedi. Nicolas nel frattempo aveva infilato una mano nelle sue mutandine e la stava masturbando mentre con l’altra si tastava il pacco, sempre più imponente, celato dai suoi pantaloni, il tutto senza smettere di baciarla. Laura stava godendo come una porca, non riusciva a stare ferma e nonostante avesse la bocca impegnata la sentivo mugolare di piacere come una cagnetta, contemporaneamente viziata dai miei servigi e stimolata dalle attenzioni di lui. All’improvviso i due smisero di baciarsi e Nicolas estrasse la mano dalle mutandine di lei, visibilmente bagnate, ficcandole in bocca le dita, che la mia ragazza accolse volentieri, assaporando il sapore del suo stesso piacere. Poi si rivolse verso di me, ordinandomi di togliere le scarpe e slacciare i pantaloni di lui. Era proprio una stronza a chiedermi una cosa del genere, avrebbe dovuto spogliarselo da sola il suo bell’imbusto, tuttavia, feci come mi era stato detto, sotto lo sguardo divertito di lui. Quando gli levai i pantaloni notai che il rigonfiamento, a stento contenuto nei suoi boxer, era a dir poco mostruoso. Su ordine della mia ragazza, ma anche spinto dalla curiosità, gli tolsi anche le mutande, liberando un mostro, che, sebbene non fosse completamente in tiro, sarà stato quasi il doppio del mio, sia in larghezza che in lunghezza. Seguendo ancora gli ordini, lo presi in mano, cercando di nascondere il mio imbarazzo, ignorando le risate dei due amanti. Era la prima volta che vedevo un cazzo di quelle dimensioni e allo stesso tempo, era la prima volta che ne toccavo uno diverso dal mio. Cogliendomi alla sprovvista Laura si mise in ginocchio a fianco a me e, scansandomi energicamente, scappellò quel cazzone enorme e lo accolse nella sua bocca avidamente. Non avrei mai creduto di assistere ad una scena del genere: la mia ragazza era lì a pochi centimetri da me, intenta a fare un bocchino ad un altro uomo, che godeva come un maiale e la ricopriva di insulti osceni, mentre io, con il mio pisellino che premeva timidamente contro la patta dei pantaloni, mi gustavo la scenetta umiliato ed impotente. Laura sembrava essere una bocchinara nata, faceva su e giù con la bocca, avvolgendo il cazzo di Nicolas con una foga mai vista, mentre si masturbava ferocemente la fighetta depilata che grondava di umori. Sbuffando come un toro, il porco afferrò la mia ragazza per i capelli e tenendola con forza le infilò quel coso mostruoso in bocca per intero e le tappò il naso, costringendola a soffocare per alcuni secondi ed impedendole di muoversi di un millimetro nonostante tutti gli sforzi della ragazza. Non appena la lasciò andare, lei cadde all’indietro, finendo a pochi passi da lui, tossendo e contorcendosi con la saliva che le colava dalla bocca e le lacrime che le scendevano dagli occhi. Non avevo mai visto la mia ragazza ridotta in quello stato, la cosa mi stava eccitando da morire, ma visto il suo carattere dominante credevo che dopo una cosa del genere si sarebbe incazzata da morire. Invece, con mia grande sorpresa, si stropicciò gli occhi e, mettendosi a pecorina, prese di nuovo in mano il pene di Nicolas e rivolgendogli uno sguardo da cerbiatta sottomessa glielo baciò dolcemente.
– Hey cornutazzo ‘ fece lui rivolgendosi a me ‘ hai visto che gran puttana è la tua fidanzata? Visto come te l’ho addestrata bene la cagna? ‘
– S..sì’ padrone’ – balbettai io, ricordandomi che Laura mi aveva precedentemente ordinato di rivolgermi in questo modo al suo uomo.
– Ahahahah sei proprio uno sfigato! ‘ continuò lui ‘ perché non dai un bel bacio alla tua ragazza ora? ‘ dal tono sembrava non ammettere repliche.
Così mi avvicinai e baciai la mia Laura, che rispose senza passione, ma eccitata al pensiero di soddisfare le voglie del suo amante, concedendomi qualcosa che ormai avevo dimenticato e al tempo stesso permettendomi di assaporare la sua saliva mista al sapore intenso di lui.
– Ahahahah che bella coppia di fidanzatini ‘ sbottò lui in tono ironico e rude ‘ ora levati dalle palle che ti faccio vedere come mi sbatto questa troietta! ‘
Non fece in tempo a finire la frase che arpionò la mia ragazza, sollevandola come una bambola, e la gettò sul letto, strappandole con violenza reggiseno e mutandine, che mi lanciò intimandomi di leccarle per bene mentre mi godevo lo spettacolo. Anche lui si liberò dei suoi indumenti rimasti e in un attimo le fu sopra ancora una volta. Egli si sputò su una mano e andò a toccare il frutto proibito della mia lei per lubrificarla, nonostante fosse ormai oltremodo bagnata. Poi brandendo il suo cazzo come un’arma, appoggiò la cappella sulle sue grandi labbra, lei mugolò di piacere, ansiosa di accogliere quel mostro dentro di lei. Ci volle un attimo, un colpo secco e deciso, un urlo disumano e poi solo piacere. In un secondo Nicolas le aveva piantato tutto il suo uccello nella passera e aveva cominciato a sbatterla come uno stallone, sovrastandola fisicamente e stringendole il collo con una mano, la violenza dei movimenti del suo bacino trivellavano la mia ragazza. Lei godeva, urlava, sudava, non l’avevo mai vista così prima d’ora. Laura era completamente in balia del piacere che quel ragazzo, rude, esuberante e consapevole delle sue doti riusciva a donarle, mentre lui era sempre più eccitato per aver trovato una troia affamata di cazzo come lei e di potersela scopare davanti agli occhi del suo ragazzo. Vedendo la mia ragazza a gambe aperte, posseduta così violentemente, decisi di abbandonare ogni freno e di stare al loro gioco, consapevole del ruolo che avevo: mi alzai in piedi e mi avvicinai a loro, scambiai un cenno d’intesa con Nicolas e senza che lui smettesse o diminuisse il ritmo della cavalcata, afferrai il piede di Laura ed iniziai a leccarlo avidamente mentre con l’altra mano tenevo le gambe di lei ben aperte, per aiutarlo a scoparsi meglio la mia fidanzata.
– Siiii ‘ urlò lei ‘ leccami i piediiii’ mmhh.. sì dai scopami mentre questa merda mi lecca i piedi! Sono la tua troia!!’
Entrambi ci esaltammo ancora di più sentendo quelle parole. Nicolas cominciò a sbatterla ancora più forte, aumentando sempre di più il ritmo, sfilando e rinfilando tutto il suo cazzo dalla figa di lei con una velocità ed una forza mostruosa, io facevo del mio meglio per agevolarlo il più possibile e per leccarle bene i piedi, sempre più umiliato sempre più eccitato. Lui iniziò a grugnire come un porco, per un attimo calò il ritmo e si accasciò su di lei, poi riprendendo le forze, cambiò posizione, mettendosi in piedi al lato del lettone ed divaricando enormemente le gambe di lei, che stava sdraiata, e ricominciò a fotterla ancora con maggiore intensità. Ora entrambi stavano gemendo e urlando, la mia ragazza era al limite, ancora qualche colpo e iniziò a gridare e a contorcersi su se stessa. Fu un orgasmo impressionante, non l’avevo mai vista godere in un modo così energico, ma lui non ne aveva ancora abbastanza e continuava a montarla senza diminuire l’intensità dei colpi. Io ero sempre più euforico, Laura era posseduta da un susseguirsi di orgasmi continui. Lo stallone non voleva finirla senza aver goduto, ma Laura era allo stremo delle forze ed aveva cominciato a supplicarlo di smetterla, la stava distruggendo, ma noncurante delle sue suppliche lui cambiò di nuovo posizione, mettendola di forza a pecorina ed infilandole di nuovo il cazzo nella figa vistosamente allargata e bagnata. Entrambi ricominciarono a godere, ma questa volta durò poco: dopo qualche minuto di penetrazione frenetica, sbuffando come un bue, Nicolas venne, riempendo la figa della mia ragazza, che si lasciò andare stremata. La guardavo voglioso di possederla, mentre lei, col fiatone, si riposava dalle fatiche, toccandosi la figa dalla quale colava un brodo di umori di entrambi.
Nicolas, d’altra parte, non fece troppi complimenti: velocemente andò in bagno a sciacquarsi e si rivestì, dicendo che aveva un altro impegno. Così rivolgendo qualche battuta offensiva ad entrambi se ne andò senza mostrare un minimo di amore o di gratitudine nei confronti di quella che per lui era solo una puttana da sbattersi.
Sentii il rumore della porta che si chiuse, ora, dopo tanto tempo, eravamo soli, io e la mia ragazza.
Ci fu un attimo di silenzio che sembrò durare un secolo. La mia ‘ragazza’, Laura, era sdraiata sul letto matrimoniale nella camera dei suoi genitori completamente nuda. In quell’attimo ebbi tutto il tempo di osservare il suo bellissimo corpo affaticato e sudato, i suoi lunghi capelli biondi scompigliati, l’espressione di piacere e soddisfazione dipinta sul volto e la sua vagina, così esposta ai miei occhi, dalla quale potevo percepire l’intenso odore di sesso. Guardarla in quello stato mi fece salire un’eccitazione senza eguali, avrei voluto saltarle addosso e scoparla con tutta la furia repressa che avevo dentro’ ma non lo feci.
– Luca’ – sussurrò lei con un fil di voce.
– Sì? ‘ risposi io interrompendo la mia contemplazione e guardandola negli occhi.
– Che cosa ci fai ancora qua? ‘ la sua voce era docile e sensuale.
– Ehm ‘ non mi aspettavo una domanda simile ‘ non lo so’ Laura! ‘
– Perché non te ne vai? Non ne hai avuto ancora abbastanza? ‘ la sua voce divenne più esasperata ‘ Non ti è bastato vedermi scopare con un altro davanti ai tuoi occhi? ‘
– ‘ – non risposi.
– Sei stato bravo stasera’ è stato divertente’ ora puoi anche andartene.. sono stanca! ‘ disse voltando la testa verso il cuscino.
– No! ‘ sbottai io.
– Cosa? ‘ fece lei sorpresa.
– No… voglio dire, ti prego lasciami rimanere ancora un po” è tanto che non stiamo soli io e te! ‘
Lei mi guardò dritto negli occhi, poi abbozzò un sorriso per un brevissimo istante e disse:
– Vieni qui allora! ‘
Senza pensarci mi distesi sul letto a fianco a lei. Vedendo quella scena dall’esterno, probabilmente, saremmo sembrati come una normale coppia, ma non era così. I nostri sguardi si incrociarono, sapevo che non era più come prima ma ormai non c’era più nulla di razionale né in me né in quella folle situazione e così, d’istinto la baciai. Laura non si aspettava una simile mossa da parte mia, ciononostante assecondò i miei movimenti cosicché le nostre lingue e i nostri respiri si intrecciarono ancora una volta come era solito accadere in passato. Tutta la dolcezza di quel gesto così naturale nascondeva però qualcosa di amaro, lo sapevo, sapevo che lei era appena stata con un altro uomo e ne sentivo il sapore nella sua bocca, ma non mi importava niente, andava bene così, lei era tutto ciò che desideravo.
Non ebbi il tempo di gustare a pieno quel momento che le nostre labbra si separarono, lei mi guardò con aria sorpresa, ma non infastidita.
– Ti amo! ‘ sbottai io, quasi urlando.
– ‘ – nessuna risposta, solo un sospiro.
– Ti amo Laura! ‘ esplosi a voce ancora più alta e decisa.
– Luca’ – bisbigliò lei, discostando lo sguardo ‘ io’ io non ti amo’ –
– ‘ – non risposi. Me l’aspettavo, ma ciò non impedì il fluire di una lacrima.
– Luca.. ‘ riprese lei ‘ forse è meglio smettere di vederci! ‘
– No! ‘ mi opposi con gli occhi sempre più lucidi ‘ io ti amo! Non puoi dirmi di sparire’ non lo accetto! Chiedimi qualsiasi altra cosa, sono disposto a tutto pur di stare con te, pur di sentirmi tuo, pur di darti piacere, perché anche se non mi ami è il solo starti vicino che mi da piacere! ‘
– Sei disposto a tutto Luca? ‘ chiese lei un po’ scossa ‘ rispondi sinceramente perché questa è l’ultima volta… ‘
– Sì ‘ affermai io senza darle il tempo di terminare la frase.
– Bene’ – sospirò lei – allora puliscimi la figa con la lingua! ‘ ordinò.
Senza esitazione scesi dal letto e mi misi in ginocchio davanti a lei che istintivamente allargò le gambe per mostrarmi la sua passerina in tutto il suo splendore. Mi soffermai un po’ ad osservarla: liscia, soffice, completamente depilata, bagnata di un misto di umori femminili e maschili, con un rivoletto di sperma biancastro che fuoriusciva dall’interno. In quel momento mi sembrò strano pensare che per tanto tempo quella meraviglia fosse stata solo e soltanto mia. Timidamente la sfiorai con le mie labbra, Laura emise un lieve mugolio di piacere, mi feci coraggio e diedi una leccatina andando a raccogliere un po’ del seme che lui aveva lasciato dentro di lei, fui disgustato da quel sapore innaturale, misto tra l’acido e il salato, ma non mi fermai e continuai con una seconda leccata, poi una terza e così via. Ad ogni assaggio riscoprivo un po’ del sapore di donna sotto quel mare di sperma, anche se, man mano che proseguivo col mio lavoro, mi abituavo sempre di più, tanto che quel sapore cominciò a piacermi. Ormai la stavo leccando con voracità ed ingordigia, cercavo di catturare con la lingua quanta più sborra possibile, mentre con la mano mi segavo furiosamente il cazzo dritto e duro. Laura si rese presto conto che tutto ciò mi stava piacendo e non mancò di infierire, eccitata anch’essa dal mio essere cornuto e dai movimenti della mia lingua dentro di lei. La mia ragazza cominciò a respirare affannosamente e portando una mano verso il basso iniziò a stuzzicarsi il clitoride con le dita, quello spettacolo a pochi centimetri dalla mia bocca mi fece eccitare ancor più ed aumentai il ritmo.
– Ti piace leccarmela’ eh, cornuto?! ‘ mi canzonò lei.
– Sì! ‘ dissi io senza staccare la lingua dalla sua figa.
– Anche dopo che ci hanno sborrato dentro, brutta merda? ‘
– Sì tanto!! ‘ risposi eccitato ancor più dalle sue parole.
– Ahahaha ti piace leccare lo sperma degli altri dalla figa della tua ragazza? ‘ infierì.
– Sìììììì! ‘ urlai.
– Sei un cazzo di frocio cornuto di merda’. ‘ mi disprezzò ‘ e mi stai facendo godere come una troia con quella lingua schifosa!! ‘
Detto ciò, smise di masturbarsi e arpionò con entrambi le mani la mia testa, spingendomi con tutta la forza contro il suo sesso e tirandomi per i capelli mi spalmò la figa sulla faccia mentre io a occhi chiusi e bocca aperta continuavo a leccare come un cane arrapato. ‘lecca’ sì’ così!!! Continua’ dai fammi venire bastardo!!’ continuava ad urlare lei con voce un po’ distorta dall’affanno e dall’eccitazione mentre non la smetteva di strattonarmi per i capelli con vigore. A occhi chiusi io continuavo leccare per lungo e per largo, le infilavo tutta la lingua dentro simulando i movimenti di un piccolo dildo, le stimolavo il clitoride con la punta della lingua, scuotevo la testa dentro di lei, la baciavo, la mordicchiavo, la veneravo e lei non mollava la presa anzi, premeva ancor più forte e mugolava di piacere finché insieme ad un urlò liberatorio raggiunse l’orgasmo, un orgasmo impetuoso che la sconvolse per tutto il corpo, mentre, inaspettatamente, un fiotto incolore ma dal sapore fruttato schizzò fuori dalla sua figa e finì dritto nella mia bocca, mentre lei si accasciò sul letto, per la seconda volta quella sera, stremata ancor più di prima. Non avevo mai visto la mia ragazza godere in quel modo e non avevo mai avuto in vita mia l’onore di assaporare l’orgasmo di una donna, non credevo che Laura fosse capace di venire in quel modo. Ero in ginocchio, per terra, col cazzo fra le mani, la faccia impiastricciata di saliva mista ad umori maschili e femminili, immobilizzato col pensiero fermo su quanto era appena successo, tanto che non mi resi conto di avere il piede destro di Laura sulle mie palle gonfie e quello sinistro a poca distanza dalla mia faccia.
– Dai’- sibilò lei con un fil di voce ‘ ti concedo di venire come il perfetto schiavo cornuto che sei! ‘
Recepito il messaggio mi infilai il suo piede in bocca, ciucciando le sue dita affusolate, con una mano afferrai l’altro sistemandolo a tiro mentre con la l’altra mi lavoravo il mio cazzo ansioso di venire ed esasperato dall’eccitazione. Non ci misi molto, neanche trenta secondi e dal mio cazzo zampillarono fiotti di sperma biancastro che andarono a posarsi sul dolce piedino della mia Laura. Sentendosi inzuppata dal mio seme la ragazza staccò l’altro piede dalla mia bocca e, estremamente provata, si sdraiò completamente sul letto non curandosi del liquido che colava dalle sue estremità. A quel punto, senza che lei proferisse parola, gattonai fino all’altra estremità del letto e con una rapida mossa leccai via gran parte del mio sperma che colava dal collo del suo piede. Mentre ero li a leccare come un cane una risata sopraggiunse dall’altro capo del letto:
– Ahahahaahah sei proprio un cazzo di schiavo!! Dai sbrigati a pulirmi i piedi e poi vai a nanna che sto morendo di sonno! ‘
Senza rispondere continuai il mio lavoro nel buio, mentre la mia ragazza sprofondò in un sonno profondo, accompagnata dal tocco della mia lingua da schiavo cornuto, da quella sera, contento del proprio ruolo!
Nervosamente digitai il nome della mia ragazza sul riquadro della ricerca di Facebook. Quella sera non riuscivo a dormire, l’astinenza mi stava portando ad essere perennemente eccitato, tanto da non riuscire a dormire serenamente senza prima soddisfare i miei bisogni, che un semplice video porno non avrebbe potuto placare.
Non vedevo Laura, la mia ragazza, dalla mattina dopo quella folle serata a casa sua. Il giorno seguente ci eravamo svegliati nel letto insieme, ma lei mi aveva allontanato presto da casa sua, dato l’imminente ritorno dei genitori il giorno stesso e, salutandomi con un bacio, mi aveva detto che si sarebbe fatta sentire lei nei giorni seguenti. Tuttavia i giorni passarono senza avere nessuna notizia e, quella notte a cavallo tra il 24 e il 25 Luglio 2011, il mio bisogno di rivederla era alle stelle. Cominciai ad aprire le sue foto una dopo l’altra, cazzo alla mano, ma sembrava non bastarmi. Guardai di sfuggita il display del mio cellulare: nessun nuovo messaggio. Cercai di non pensarci, reprimendo i miei bisogni in quelle foto vecchie di mesi, che occupavano tutto lo schermo del mio computer.
All’improvviso mentre mi stavo masturbando con le foto dell’album delle sue vacanze al mare dell’anno precedente sentii un trillo. Chiusi l’immagine e guardai in basso: una barra rossa e un nome, ma non era il nome che mi aspettavo. Cliccai svogliatamente per poi riprendere ciò che stavo facendo, ma ciò che comparve catturò completamente la mia attenzione: nella chat un’immagine raffigurante una bellissima ragazza dalla pelle candida come un angelo, sbattuta su un tavolo completamente nuda a gambe aperte, nella sua figa c’era conficcato quello che sembrava essere un cazzo nero di dimensioni enormi e nel suo culo si intravedeva qualcosa, sul suo viso una smorfia di dolore misto ad eccitazione. La mia interlocutrice stava scrivendo qualcosa, la curiosità mi rendeva impaziente.
– Dimmi tu se non fa venire una voglia pazzesca la mia nuova troietta?! XD ‘ scrisse lei.
– Cazzo sì! ‘ risposi effettivamente eccitato ‘ Troppa! E poi vedo che ha anche dei bellissimi piedini! ‘
– Lo sapevo che sarebbe stata la prima cosa che avresti visto ahahahah ‘ rispose la mia amica Mihaela.
Ci fu una breve pausa. Non sapevo bene cosa risponderle, non mi sarei aspettato un messaggio da lei, non in quella circostanza, non quella sera, ma il fatto che mi avesse scritto spostò tutta la mia eccitazione su di lei. Mihaela era una bellissima ragazza di origini rumene che avevo conosciuto un paio di anni prima in vacanza. Quando la vidi per la prima volta, sebbene avesse solo 16 anni, mi sembrò splendida ed inaspettatamente lei si interessò a me. Non avrei mai pensato di poter interessare ad una ragazza di tale bellezza: mora, altissima, splendidi occhi verdi, due tette da sogno, fisico perfetto e carnagione mediterranea. In quella vacanza io e lei legammo molto, capii subito che Mihaela non era una ragazza come tutte le altre, sotto quel corpo da modella nascondeva grande malizia ed una perversione smisurata. Complice l’eccitazione di quei momenti, feci in modo che lei potesse scoprire quali fossero le mie perversioni (che all’epoca stavo ancora maturando) e con mia grande sorpresa lei ne fu incuriosita e si prestò al gioco: fui il suo schiavetto per 3 giorni! Quando la vacanza giunse al termine ci scambiammo i numeri e ci aggiungemmo su Facebook per rimanere in contatto e così fu anche se, nonostante abitassimo entrambi a Roma, non avemmo mai modo di incontrarci di nuovo. Subito dopo ricordo che parlammo molto, ci piaceva scambiare opinioni: mi raccontava le sue esperienze e le sue perversioni ed io le raccontavo le mie, fantasticavamo insieme, le piaceva sentirsi la mia padrona, ma non lo fece mai con cattiveria. Ma quella sera non la sentivo da circa 6 mesi e quel messaggio così improvviso ed inaspettato mi aveva lasciato senza parole e senza fiato, ebbi un attimo di titubanza, ma poi decisi di farlo: gliel’avrei detto, chi meglio di lei mi avrebbe potuto capire cosa stava succedendo senza giudicarmi?!
– Ahahah eh già’ – digitai ‘ sai una novità? ‘
– Dimmi ‘
– Indovina’ – feci io accompagnando il messaggio con uno smile.
– Nn so.. cosa riguarda? ‘
– Il mio essere sempre più patetico! ‘ Mi piaceva potermi umiliare con lei, mi eccitava.
– Eh.. di cose che ti rendono patetico ce ne possono essere milioni! XD Su.. dimmelo. ‘ rispose lei stando al gioco.
– Sono diventato cornuto ‘ L’avevo detto!
– Ah.. bene.. figo ‘ la sua risposta fu spietata come immaginavo ‘e tu non eri neanche li immagino ‘
– No infatti ‘
– E come ti sei sentito quando te l’ha detto? ‘ chiese lei infilando il coltello nella piaga.
– Una merda ‘ risposi ‘ ma mi sono eccitato e mi sono sentito ancora più patetico di quanto non lo fossi già.. ‘
– Ti ha raccontato i particolari? ‘ chiese ancora lei.
– Sì’ mi ha raccontato un bel po’ di particolari e c’è stato dell’altro.. la cosa va avanti già da un po” –
– Xké quanto tempo fa è successo? ‘ Mi incalzò lei.
– A inizio Luglio.. dovevo dirtelo subito? ‘ chiesi io di rimando.
Nell’attesa che visualizzasse tirai un sospiro, stavo tremando, mi eccitava a tal punto mettermi a nudo con lei, ma volevo fare di meglio, farle capire che non mi ero dimenticato, mentre scrissi sentii il bisogno di toccarmi.
– Se ho sbagliato ti chiedo umilmente scusa! ‘
– Scusa’ – scrisse lei ‘ se un giorno risuccederà qualcosa tra noi ne terrò conto ‘ rispose minacciosa.
A quel punto fui sull’orlo di esplodere dall’eccitazione, mi resi conto che desideravo essere suo schiavo, in quel momento non stavo più pensando a Laura, così glielo dissi con fare supplice. Lei mi chiese di spiegarle cosa stesse succedendo, mi disse che voleva essere informata di come e quando mi eccitavo e di quello che facevo con la mia ragazza, mentre io sempre più desideroso di essere sottomesso mi limitavo ad assecondarla e a provocarla un po’, realizzando che anche lei si stava eccitando. Io le raccontai quello che avevo fatto nell’ultimo mese e lei mi aggiornò sulla sua vita sessuale, quello che mi disse mi lasciò senza parole: mi confessò di avere un’amante fissa, di origine rumena anche lei, me ne parlò descrivendola come una compagna bellissima e perversa, poi mi racconto di un ragazzo di 23 anni che era diventato il loro schiavo e mi disse che quella nella foto che mi aveva mandato era una delle sue amiche, nonché sorella dello schiavo. Leggere quelle cose mi portò a livelli estremi di eccitazione, non mi sarei mai immaginato una situazione del genere, neanche sui siti di racconti erotici avevo mai letto nulla di simile. Non capii benissimo come tutto ciò potesse essere davvero possibile, ma sembrava così tremendamente perverso, invidiai quel 23enne che aveva l’onore di farle da schiavo, quanto avrei voluto essere al suo posto.
Dopo un po’, tuttavia, i toni della conversazione si smorzarono e l’eccitazione iniziò a scemare, mi sentii anche un po’ stanco e decisi di darle la buonanotte invitandola a scriverci anche il giorno seguente, quando un messaggio inaspettato mi colpì:
-Io ho voglia di vederti ‘
Cosa?! Non ci potevo credere! Erano due anni che non ci vedevamo e proprio in quel momento mi diceva una cosa simile?! Non capii cosa esattamente aveva stimolato questa sua voglia ma non mi interessava capire, in quel momento mi bastava quel semplice messaggio.
– Anche io! ‘ risposi (faccina sorridente).
– Ci vediamo il prima possibile ‘ fece ancora lei ‘ ricordatelo ‘
– Si Dea Mihaela ‘ risposi scodinzolando.
– Bravo il mio schiavo! ‘ mi scrisse inviandomi un occhiolino ‘ ora devo andare che sto morendo di sonno ‘
Immagine: una foto dei suoi splendidi piedini nudi. Sembravano così soffici e sensuali con quello smalto rosso e quella carnagione abbronzata, mi venne l’acquolina in bocca.
– Questi sono per te ‘ continuò a scrivere lei ‘ voglio che ti ci masturbi e che vieni pensando di leccarli e poi stanotte li sogni ‘
– Si padrona, grazie! ‘
– Buonanotte. –
– Buonanotte! –
Presi in mano il cazzo, lo strinsi forte, iniziai a segarmi come un forsennato, ansimavo e sudavo davanti a quell’immagine che mi aveva regalato. Venni senza riuscire a controllarmi dopo pochi secondi nelle mutande, mi sentivo fradicio e appiccicoso. Decisi che ero troppo stanco per lavarmi e che ci avrei pensato il mattino seguente, tanto era ciò che meritavo andare a dormire con il mio stesso sperma addosso. Mi gettai sul letto fantasticando di incontrarla, lei, Mihaela, bellissima e superba, ora desideravo solo lei e pensandoci intensamente presi sonno in un lampo, cercandola nei miei sogni, ignorando le vibrazioni provenienti dal mio cellulare e un nome sullo schermo a fianco all’icona delle chiamate perse: Laura Mi svegliai il giorno seguente, che il sole era già alto nel cielo e con i suoi raggi aveva già invaso tutta la mia stanza. Ci misi un po’ per trovare il coraggio di alzarmi dal letto, avrei continuato a dormire se non fosse stato per quel maledetto, caldo sole estivo. Mi sollevai svogliatamente ed andai in bagno a sciacquarmi: mi sentivo tremendamente sporco e persino accaldato, sebbene fosse ancora mattino; pensai che una bella doccia fresca mi avrebbe rimesso in sesto.
Sommerso dal frusciare dell’acqua ripensai alla sera precedente: l’idea di poter incontrare Mihaela mi stuzzicava a e mi rendeva un po’ eccitato, realizzai che sebbene fossi fidanzato desiderare di incontrarla non era poi tanto grave, soprattutto dato che la mia ragazza ormai si faceva sentire sempre più di rado e andava a letto con un altro. Con questi pensieri in testa uscii dalla doccia e mi asciugai, dirigendomi di nuovo nella mia stanza per recuperare il mio cellulare. Ero impaziente, avrei subito scritto alla mia amica sollecitandola per vederci.
Arrivai in stanza, mi rivestii velocemente ed afferrai il telefono, ma appena posai lo sguardo sul piccolo schermo luminoso sbiancai: 8 chiamate perse e tutte da parte di Laura. Mi sentii un idiota per non essermi accorto che la mia ragazza mi aveva chiamato, tra l’altro proprio per colpa di Mihaela. Senza pensarci due volte la chiamai, sperando che non se la fosse presa troppo per questa mia mancanza, intanto dall’altro capo il telefono stava squillando.
– Pronto? ‘ rispose lei.
– Ciao Laura, buongiorno.. ‘ la salutai con voce un po’ indecisa.
– Ah’ allora sei vivo?! ‘ sbottò lei.
– Sì scusami’ ho visto solo ora che mi avevi chiamato’ – mi giustificai.
– Ma mi prendi per culo?! ‘ disse ‘ ma se t’ho chiamato 8 volte!! ‘
– Sì lo so.. ma ero stanco e mi sono addormentato presto’ – mentii.
– Vabbè ‘ sbuffò lei.
Ci fu un attimo di silenzio fra noi, ma visto che non sembrava troppo arrabbiata decisi di parlare per primo.
– Ma cosa volevi dirmi ieri? ‘ andai dritto al sodo.
– In realtà mi serviva un passaggio per tornare a casa e anche una bella leccatina! ‘ disse lei ridendo.
– Ah.. ‘ feci con disappunto ‘ mi dispiace! ‘
In realtà non mi dispiaceva per niente. Quella stronza era sicuramente stata a letto col suo bell’imbusto e avrebbe voluto solo usarmi ed umiliarmi. Tuttavia l’idea di essere usato per leccare i suoi piedi o la sua figa dopo aver scopato mi faceva eccitare, bastarono quelle parole per far risvegliare il mio cazzo e mi maledissi per questo.
– Infatti fai bene a dispiacerti! ‘ disse lei, che non aveva colto il mio tono ironico ‘ Poi c’era una cosa che volevo dirti, un’idea, una cosa che di sicuro ti farebbe eccitare, ma visto che non mi hai risposto credo che non ti dirò proprio un bel niente! ‘
– Nooo’- gridai preso dal panico ‘ ti prego dimmela! Ti chiedo scusa’ mi dispiace davvero per non averti risposto! Sono un idiota’ perdonami! ‘
– Mmmm ‘ fece lei fingendo di pensarci ‘ No! Ahahaah ‘
– Come no?! Laura ti prego.. ‘ insistetti.
– No, non mi va di dirtela per telefono! Ma se proprio insisti passa a casa mia questo pomeriggio, ci vediamo dopo.. ciao ciao! ‘ attaccò.
Rimasi col cellulare in mano come un cretino, non mi aveva dato neanche il tempo di rispondere, sapeva che non ce n’era bisogno. Ero davvero seccato dal suo modo di fare, non solo continuavo a stare con lei nonostante mi mettesse le corna, ma lentamente stavo diventando sempre più il suo giocattolino. Avrei voluto richiamarla e dirle che non sarei andato a casa sua quel pomeriggio, anzi che non l’avrei neanche più cercata e che poteva non chiamarmi mai più, perché era finita. Avrei voluto farlo, ma ancora una volta mi mancò il coraggio. Pensai che in fondo lei non mi aveva obbligato ad accettare questa situazione, ma ero stato io a volerla, pur di rimanere formalmente insieme a lei. Pensai che sebbene Laura, la mia ragazza, si stesse comportando da stronza, in fondo non avrebbe mai esagerato e poi tutto ciò, anche le umiliazioni peggiori, mi eccitava. Mi sentii in trappola: se da una parte sapevo bene che quella che stavo vivendo non era più una relazione degna di questo nome e che mollare tutto sarebbe stata la scelta migliore, dall’altra mi rendevo conto che tutto ciò l’avevo sempre sognato e mi eccitava da morire; una fantasia, frutto della mia perversione, che si era trasformata in un’amara realtà.
Smisi di pensare e decisi che sarei andato da lei, se ero arrivato fin lì tanto valeva continuare e poi ero curioso di sapere cosa Laura dovesse dirmi. Così passai il resto della giornata cercando di sfuggire al caldo e alla noia e quando il sole iniziò a declinare, mi vestii distrattamente, montai in macchina, soffocato dal caldo intrappolato dalle roventi lamiere, e andai da lei.
– Ah che bello! Ero sicura che saresti venuto! ‘ disse Laura aprendo la porta di casa.
– Beh sì’ sono il tuo ragazzo o sbaglio?! ‘ risposi io con tono un po’ provocatorio.
Lei ancora una volta non fece caso al mio tono, ma mi lasciò entrare in casa sua osservandomi con un sorrisetto malizioso. Fui rincuorato quando mi disse che i suoi non erano in casa come pure quando percepii la frescura dovuta al condizionatore acceso, finalmente un po’ di sollievo da quel caldo infernale pensai.
Laura mi disse di seguirla fino in camera sua e così feci. Passammo davanti alla stanza dei suoi, per un attimo mi ricordai di quella folle serata e sentii un brivido attraversarmi tutto il corpo. Cercai di non eccitarmi subito, ma la visione di lei che camminava davanti a me, i suoi biondi capelli lasciati sciolti, il suo sedere così invitante, i suoi piedini scalzi; l’astinenza si faceva sentire ed io cominciavo già a non capirci più niente.
La mia ragazza si sedette sul suo letto e mi disse di accomodarmi vicino a lei, io ebbi un attimo di riluttanza: rimasi in piedi a guardare la sua stanza, nulla era cambiato negli ultimi tempi eppure quel luogo, un tempo così familiare, ora mi sembrava freddo e sconosciuto.
– Dai siediti! ‘ sentenziò lei ‘ Non eri curioso di sapere cosa volessi dirti? ‘
– Sì’ – balbettai io, riportato alla realtà dalla sua voce, mentre mi andai a sistemare vicino a lei.
– Bravo bimbo! ‘ disse ridacchiando ‘ Ma prima’ spogliati! ‘
– Perché? ‘ chiesi io sorpreso.
– Perché mi va! ‘ rispose lei con arroganza ‘ Se non sei d’accordo puoi anche andartene’ –
– No no.. va bene Laura, come vuoi tu! ‘risposi agitato.
Ero nudo davanti a lei, che mi osservava divertita con i suoi occhietti verdi, rimanendo completamente vestita. La vidi mordersi il labbro e poi, prima che me ne rendessi conto, mi ritrovai con i suoi piedi che mi stavano accarezzando il cazzo. Bastò il contatto con le sue sensuali estremità per farmelo diventare durissimo in un battito di ciglia, lei stessa rimase un po’ stupita.
– Cazzo! ‘ esclamò ‘ Se bastano i miei piedi a farti stare così meno male che sono tutta vestita, sennò ti avrei fatto prendere un colpo! Ahahahaha-
Non riuscii neanche a risponderle tanto era grande la mia eccitazione, quasi affannosa, in quel momento. Lei sapeva di avermi in pugno ed iniziò un lento massaggio con le sue estremità. Laura sembrava divertirsi come una bimba impertinente, mentre io stavo diventando paonazzo, per lo sforzo nel cercare di non sborrarle sui piedi in modo così patetico. Non ce la facevo più, stavo quasi per cedere quando lei smise di colpo di fare quel massaggio e stampò la suola dei suoi piedini sulla mia faccia.
– Baciami i piedi sfigato! ‘ ordinò lei.
Mi fiondai come un indemoniato sulle sue estremità e le baciai, anzi più che baciarle le venerai. Lei capì che in quel momento ero talmente eccitato che avrebbe potuto farmi fare di tutto, infatti ordinò di mettermi in ginocchio davanti a lei e, togliendosi i pantaloncini che indossava, mi disse di baciarle e leccarle la figa. Avere di nuovo accesso al suo frutto proibito, seppur solo per venerarlo con la mia lingua, mi mandò al settimo cielo. Come un’animale devoto posai le mie labbra sulla sua passerina, che percepii leggermente bagnata, segno che quello che stavo facendo la stava facendo eccitare, e la baciai come aveva chiesto, poi, non riuscendo a trattenermi, incominciai a leccarla. La mia lingua sulle sue grandi labbra si muoveva così rapidamente che cominciai a sentirmi indolenzito, ma non diminuii il ritmo, incitato dalla sua voce, che, sempre più affannata, mi ricordava che in quanto cornuto quello era il mio compito e il massimo a cui potevo aspirare. Per quanto grande fosse l’umiliazione, l’eccitazione non aveva eguali: la mia lingua diventò come un martello pneumatico e la mia ragazza iniziò a godere e ad ansimare, mentre io mi stavo nutrendo del suo stesso godimento per accrescere il mio. Capii che stava venendo quando sentii le sue cosce stringere il mio volto in una morsa di piacere e lussuria, scossa da un orgasmo forte e deciso, poi mi lasciò andare e caddi all’indietro. La osservavo respirare affannosamente e toccarsi il clitoride con la punta delle dita, mentre io, col fiatone e la lingua indolenzita, realizzai di essere stato usato peggio di una puttana.
Ebbi un attimo di rammarico, abbassai lo sguardo, un fiume di pensieri stava per invadere la mia testa ma non ci fu il tempo, perché lei, improvvisamente, mi fu addosso. Eravamo entrambi a terra, io nudo e seduto, lei vestita e a quattro zampe come una cagna, con una mano si teneva in equilibrio mentre con l’altra stringeva forte il mio cazzo. Io ero stupito, eccitato, sudato, lei aveva uno sguardo da leonessa, un animale selvaggio.
– Ora tocca a me! ‘ ruggì lei.
E in un attimo risucchiò il mio cazzo nelle sue fauci, facendolo scomparire per intero. Poi lo ricacciò fuori, sgocciolante della sua stessa saliva, ci sputò sopra e di nuovo lo riavvolse con le labbra, iniziando a lavorarlo da vera professionista. Laura, la mia ragazza, che fino a poco tempo prima non aveva mai avuto tanta familiarità con quella pratica, ora mi stava regalando un bocchino coi fiocchi, un vortice di piacere al tempo della sua lingua e della sua bocca. Avrei voluto gustarmi per ore quel magnifico trattamento, ma dopo appena un paio di minuti esplosi dentro di lei. Urlai di soddisfazione mentre le mie palle si svuotarono, rilasciando un mare di sperma, vidi le sue guance gonfiarsi, ma lei non si scompose, non emise nessun suono, si limitò a spremere tutto ciò che potevo darle, poi si staccò. Mi guardò eccitata, il suo volto mi ricordò quello di una scoiattolina che nasconde le nocciole in bocca per portarle al sicuro, ma mentre pensavo a questo mi colse nuovamente di sorpresa. Con una mano mi strinse il collo, capii cosa voleva fare, cercai di oppormi ma uno schiaffo fece crollare le mie resistenze ed aprii la bocca. Lei avvicino le sue labbra alle mie e le dischiuse, riversando dentro di me tutto il seme che aveva avidamente conservato. Un po’ per il sapore salato e amarognolo, un po’ per la quantità, ero riluttante ad ingoiare, Laura se ne accorse e mi costrinse a farlo sputandomi in bocca, il riflesso incondizionato fece il resto. Ebbi un conato di vomito, un brivido e cominciai a tossire, ma lei non aveva pietà: seduta sul suo letto, mi ordinò di baciarle i piedi per ringraziarla. Mi trascinai letteralmente ed eseguì l’ordine, ormai soddisfatto, disgustato e sconfitto allo stesso tempo, mentre Laura, sorridendo maliziosamente, finalmente sputò il rospo:
– Io e Nicolas andiamo a farci una mini vacanza al mare la prima di Agosto e abbiamo pensato che sarebbe figo se venissi anche tu con noi’ come nostro schiavo! –

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