Skip to main content
Racconti di Dominazione

stupro di gruppo nella notte

By 30 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Maria stava rientrando dal lavoro. Era già tardi e le strade erano buie e vuote.
Improvvisamente sentì dei passi dietro di lei, ma non fece in tempo a tirare fuori il cellulare dalla borsetta che due mani forti le avevano bloccato i polsi dietro la schiena.
Venne spinta in un vicolo buio, venne bendata e brutalmente costretta a stendersi sulla schiena. Era terrorizzata.
Due mani le tenevano ferme le braccia, ma lei non si sarebbe mossa comunque perché era paralizzata dal terrore. Una voce le sussurrò all’orecchio, mentre la lama di un coltello le sfiorava la gola, ‘Ora ti conviene fare tutto quello che ti diciamo, troietta, se vuoi restare viva, hai capito?’.
L’uomo che aveva parlato usò il coltello per tagliarle la camicetta e il reggiseno, mentre altre mani le sfilavano i jeans e le mutandine.
Un brivido gelato le corse lungo la schiena quando capì quello che sarebbe successo.
Una lingua iniziò a leccarle il capezzolo sinistro, mentre due dita le si ficcarono nella vagina senza tante cerimonie. L’uomo che le aveva sussurrato le si mise sopra a cavalcioni, le prese la nuca e le sollevò la testa, poi qualcosa di caldo e umido le premette contro le labbra serrate: puzzava di piscio. ‘Ti conviene prenderlo in bocca e succhiarlo come una vera puttana, se non vuoi morire’ e glielo spinse in bocca con violenza. Voleva che lei lo prendesse tutto, quindi lo infilò bene fino in fondo e lei si sentì soffocare. ‘Ti ho detto di succhiare!’ e lei iniziò, cercando di fare il meglio che poteva, perché non voleva morire.
Le due dita nella vagina intanto continuavano a rovistare.
L’uomo che le aveva infilato il cazzo in bocca disse ‘Brava’ così’sei proprio una vera troia” e aumentò il ritmo ‘Adesso ti sborrerò in bocca e tu ingoierai tutto, capito?’, le spingeva la testa su giù con tale violenza da farle male. Emise un grugnito animale e lei sentì in bocca fiotti caldi di sperma che la inondavano, pensò che avrebbe vomitato. Iniziò a ingoiare, ma la sborrata era così generosa che dalla bocca le gocciolò addosso. Lui lo tirò fuori, con un sospiro soddisfatto, poi glielo avvicinò di nuovo e le disse ‘E ora puliscimelo’. Ora non puzzava più di piscio, ma sapeva di sperma e saliva. Lei prima gli leccò bene la punta, poi più volte la cappella e poi gli pulì tutto il resto, cercando di non lasciare residui e di fare un buon lavoro.
Doveva essere abbastanza soddisfatto, perché alla fine, già di nuovo quasi in tiro, le si tolse da sopra e disse ‘E’ tutta tua’.
Le dita uscirono dalla sua vagina. Maria sentì due mani che le afferravano le natiche e la sollevavano leggermente. Una nuova voce, più roca, disse ‘Adesso sei tutta mia, gioia, vedrai come ti farò divertire’. Improvvisamente lei sentì un enorme pene che le entrava dentro. Gemette dal dolore, perché era molto largo e molto lungo, molto più largo e molto più lungo di quelli che l’avevano penetrata fino ad allora, e lui vola ficcarglielo dentro tutto e subito, voleva sfondarla.
Forse fraintese il gemito della donna perché disse ‘Ti piace eh puttanella?’. Iniziò a fotterla con energia, tanto che lei sentiva i testicoli che le battevano contro l’ano.
Nel frattempo sentiva l’uomo accanto a lei, quello che si era fatto fare il pompino, che ansimava: probabilmente si stava smanettando osservando la scena.
L’uomo che la stava fottendo iniziò a emettere grugniti di piacere e aumentò il ritmo. Quasi rantolando disse ‘Mmm’sto per venire’ti riempirò di sborra la tua bella fighetta” ma lei urlò disperata, dimenandosi e cercando di divincolarsi ‘No! Ti prego! Non dentro! Non dentro!!’. Era troppo tardi. Sentì il pene dentro di lei gonfiarsi e iniziare a schizzarle dentro tutto lo sperma contenuto nei suoi testicoli. Lui ruggì ‘Siii!! Sto sborrandooo!!’ e lei in un singhiozzo sommesso ”no”.
L’uomo che si stava smanettando al suo fianco sibilò un ‘Si” e le venne sulle tette.
Il ritmo della penetrazione si fece progressivamente più lento, poi l’uomo si fermò, soddisfatto, e le sfilò il pene dalla vagina, che grondò sperma sull’asfalto. Glielo avvicinò alla bocca e anche lui volle farselo pulire.
Maria pensò con un certo sollievo che forse l’incubo era terminato, quando sentì una terza voce che disse ‘Finalmente tocca a me’. Le si gelò il sangue: non pensava fossero in tre!
La costrinsero a voltarsi e a mettersi a gattoni. I primi due le si misero davanti alla faccia, in modo da farselo ciucciare a turno, e l’altro le si mise dietro.
Non aveva ancora capito quello che stava per succedere. Lui le infilò il pene sino in fondo una sola volta, per inumidirlo bene, e poi lo tirò fuori. Si stava chiedendo perché non iniziasse a scoparla quando sentì qualcosa di bagnato che premeva contro il suo ano. Sobbalzò inorridita ‘No! No!! Non così! Lasciami!’ ,ma lui la teneva ferma con le sue mani forti ‘Cosa c’è, bambina, non l’hai mai preso nel culo? Sei una verginella? Tanto meglio, sarà bello stretto come piace a me’.
Lei non ebbe tempo di dire altro, perché uno dei due davanti a lei glielo spinse tutto in bocca, costringendola a succhiare e tacere.
L’uomo dietro di lei insinuò lentamente la punta del cazzo nel suo ano stretto e vergine. Dopo poco si era fatto abbastanza spazio da infilarci tutta la cappella. Lei si sentiva bruciare e aveva voglia di urlare dal dolore. Piano piano riuscì a ficcarlo dentro tutto, e Maria pensò con sollievo che almeno non era un pene gigantesco come quello di prima.
Inizò a stantuffarla, prima piano e con delicatezza, poi con sempre maggiore forza. Dopo un po’ Maria non sentiva più tanto dolore. Per un secondo le passò per la mente di iniziare a masturbarsi’in quel momento il pisello nella sua bocca esplose con un fiotto di sperma. Ebbe appena il tempo di ingoiare che già l’altro le si era insinuato tra le labbra: stavolta era quello gigante.
Maria sentì che anche quello che la stava inculando stava per concludere. Si chiese se l’avrebbe sborrata dentro o fuori. La pressione delle mani sulle sue natiche si fece più forte e l’uomo aumentò il ritmo. ‘Sei proprio una troia’ senti come ti riempio puttana’Ahh!’ L’intestino retto le si riempì di liquido caldo e viscoso, mentre il pene gigante le sborrò in faccia e sui capelli.
Tutti e tre vollero che lei glieli pulisse di nuovo con cura.
Era sfondata ed esausta’ ma a quanto pare ancora non avevano finito con lei’
Era ancora a gattoni e uno dei tre si infilò sotto di lei e la forzò a sdraiarglisi addosso. Un altro le si sistemò dietro e il terzo, tanto per cambiare, davanti alla bocca. In automatico inizò a succhiare e capì che quello era l’uomo che l’aveva appena inculata.
Un pene iniziò a fotterla nella figa, e intuì dalle dimensioni che doveva essere il primo a cui aveva fatto il pompino. E infatti, per sua sfortuna, stavolta era il cazzo gigante che voleva entrarle nel culo. Il buco non era abbastanza largo per lui, che dovette insistere un po’. Lei non urlò solo perché aveva la bocca impegnata a ciucciare.
Con tutti e tre i suoi orifizi impegnati non poteva fare altro che attendere che finalmente finissero con lei.
Era rassegnata, ma poi qualcosa cambiò. Sentì che i suoi capezzoli si stavano irrigidendo e si accorse che con i suoi movimenti assecondava quelli che la stavano scopando. Anche loro se ne accorsero. Quello che lo aveva nella sua figa disse agli altri ‘Hey ragazzi! Non posso crederci! Sta godendo!’. Era vero.
Senza nemmeno rendersene conto fu squassata da un orgasmo fortissimo. ‘Sta venendo ragazzi! Sento che si contrae intorno al mio cazzo! Dai! Vieni gioia!’. Presero a scoparla con ancora maggiore forza e intensità. Quello che si stava facendo spompinare non ce la fece più e sborrò nella sua bocca con un ruggito animalesco.
Con la bocca finalmente libera Maria poteva esprimere la sua eccitazione ‘Dai! Ancora! Sbattimi più forte!! Vengo di nuovo” e ancora, un nuovo orgasmo irruppe dentro di lei, mentre il pene gigante, uscito dal buco del suo culo, le inondava la schiena di sperma caldo e viscoso.
Si mise a cavalcioni sull’ultimo cazzo a disposizione, muovendosi ritmicamente come una vera esperta, massaggiandosi il clitoride con un dito. Mentre l’uomo sotto di lei stava dicendo ‘Non ce la faccio più’ sto per sborrare” lei esplose in un terzo violentissimo orgasmo che la fece urlare di piacere ‘Godo!! Godooo!! Ah!! Siiii!!’
Si accasciò senza forze a lato dell’uomo che stava sotto di lei. Li sentì mentre si rivestivano e andavano via, lasciandola lì sull’asfalto, esausta, completamente ricoperta di sperma e con bocca, figa e culo pieni di sborra.
Con le ultime energie rimaste infilò due dita della mano destra nella vagina grondante, per poi avvicinarle alla bocca e succhiarle voracemente. Non avrebbe mai dimenticato quella notte.

11
3

Leave a Reply