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Racconti CuckoldRacconti di DominazioneTrio

The Web Lord

By 29 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

“Smettila e scopami, smettila..” urlava Creta nel pieno del piacere.
Lorenzo non rispondeva, la palpava soltanto senza sostenerne il ritmo, anzi rallentandolo.
Inginocchiata a pecorina godeva, con il viso schiacciato tra i cuscini e il sedere puntato al cielo, parzialmente illuminata dal brillante schermo del portatile, così come il membro di Lorenzo, che entrava e usciva con docile cadenza dalla calda fessura di lei, alla quale era precluso l’aumento del ritmo: la cosa doveva durare allungo..
Il ragazzo sottrasse le mani dalle rotondità e le pose nuovamente sulla tastiera, poi alzò lo sguardo e fissò il monitor.
“Cosa vogliono?” Chiese lei impaziente.
“Un pompino” Rispose ansimando Lorenzo.
“No, il viso no, non devono vedermi” replicò senza grande convinzione.

La serata era iniziata come un esperimento: Lorenzo e Creta volevano soddisfare la loro notoria voglia di esibizionismo, mostrandosi nudi online e prendendo ordini da degli sconosciuti. La cosa era poi evoluta in sesso vero e proprio.
Il gioco era molto semplice, Lorenzo lo aveva studiato bene: una webcam collegata ad una chat online che selezionava casualmente utenti che potevano solo guardare e commentare il video. Luce soffusa e clima disteso convinsero Creta a permettere questa esperienza a Lorenzo, diciamo come regalo di natale.
Prima le chiesero di spogliarsi e lei si mostrò volentieri, impegnandosi in un lento strip, mentre Lorenzo la osservava incantato. I voyeur non limitarono affatto i complimenti per il generoso corpo, coperto ora solo dall’intimo ben selezionato e, senza cadere nel volgare la invitarono a denudarsi completamente, fu a quel punto che Creta presento il suo partner al pubblico.
Lorenzo si posizionò di fronte alla webcam, già completamente svestito e in erezione, dopo qualche secondo di smarrimento arrivò il primo messaggio, qualcosa come “sei proprio fortunato”, il ragazzo rispose con un cenno della mano.
Spalancò le gambe mettendo in mostra il pene, ben illuminato dal display, e una parte degli addominali. A poco a poco le mani di lei si fecero visibili sul nudo corpo maschile, per poi scendere senza vergogna lungo l’asta, fu a quel punto che i due iniziarono a leggere con attenzione le direttive degli osservatori.
“masturbalo, stringili le palle!!” Si stavano scaldando..
Creta ubbidì e lentamente scorse il palmo della mano sotto il pene di lui e ne palpò le abbondanti sfere carnose, poi scese e le impugnò con forza, mostrandole nella loro interezza.
Ci stava prendendo gusto, la ragazza si pose dietro la schiena di Lorenzo, agganciandolo con le gambe, così da tenersi in equilibro, poi allungò le mani sul membro iniziando a masturbarlo, proprio come volevano loro.
Strinse l’asta tra indice e pollice, mostrando tutta la sua abilità, nel frattempo Lorenzo prese la tastiera per comunicare.
“Più forte” scrissero. Creta si inclinò in avanti per poter leggere, premendo gli abbondanti seni sulla schiena di lui: pareva eccitata, tant’&egrave che gli leccò l’orecchio e subito assecondò la richiesta, baciando poi il collo del suo uomo con decisa partecipazione. Il ritmo aumentava.
“non ti azzardare a venire” sussurrò lei avvertendo la crescita esponenziale del membro
“voglio scoparti” rispose lui
“nessuno lo ha chiesto”
“leccagliela” giunse un nuovo ordine.
Creta non voleva rischiare di essere riconosciuta e Lorenzo lo sapeva, non potevano rischiare di venire magari filmati, quindi adeguarono la richiesta all’occorrenza: si posizionarono un pò più indietro eludendo la luce, lei stese le gambe sullo sfondo, mentre lui alle sue spalle, cominciò a toccarla lungo i sottili slip.
Creta adorava la masturbazione, probabilmente era il suo punto debole, almeno quanto l’estremismo per il suo lui, in pochi secondi passò subito allo stato di godimento attivo, e le sue remore lentamente cedettero.
“Non c’&egrave il volume vero?” chiese sospirando
“No” replicò Lorenzo concentrato
“Vorrei sentire le loro voci..” ansimò
“Sfila le mutandine, voglio che impazziscano”
Mentre il contenuto dei commenti si arricchiva di oscenità, Creta ruotò il collo e lo baciò con passione crescente, mentre il suo bacino si sollevò lasciando scorrere gli slip lungo le gambe esponendo al mondo l’ultimo lembo della sua pelle, il popolo sembrava apprezzarlo.
“Gira, gira” ordinò lei osservando il display.
“Aprila” proseguì
“Chissà quanti cazzi stai facendo rizzare dall’altra parte, chissà quanti ti vorrebbero scopare in questo momento”
Creta sospirò, era molto presa dal gioco e amava le fantasie del suo lui.
“Mostragli le tette dai, alza la telecamera”. Creta ubbidì, allungò il braccio sul mobiletto del letto e portò la cam a se.
“Quando vorrei leccarti” confidò
“Non possiamo, se ci vedono?”
Lorenzo aumentò il ritmo delle sue dita, che ora scivolavano facilmente lungo le labbra fradice, le sentiva pulsare e dilatarsi, sapeva che Creta stava vaneggiando e che se l’avesse leccata sarebbe presto impazzita. Non poteva resistere e così, con attenzione, scese.
“Oohh” un fragore presentò la lingua di Lorenzo sulla vagina di Creta, che dalla goduria si issò sulle cosce afferrando la testa di lui con entrambe le mani.
“Tu dimmi cosa scrivono e io continuo”.
Mentre la lingua di Lorenzo si faceva spazio tra le labbra, Creta iniziò a comunicare con il web, tra le crescenti volgarità notò un utente, spydome, che al contrario dei colleghi continuava in un elegante dicitura fatta di “magnifica, spettacolare, sei una dea”, decise così di visualizzare solo i suoi commenti.
Nella sua fantasia doveva trattarsi di un uomo maturo, elegante e colto, che ora si era trasformato in uno splendido amante pronto a farla impazzire a discapito del suo uomo.
Dopo un attimo di quiete arrivò un nuovo messaggio che la infiammò “lasciati prendere ora”. Diretto e provocante.
“Vogliono che mi scopi e lo voglio anch’io”. Informò il suo compagno
“Chiedi come”
“Sdraiati” ordinò lei
Lorenzo si portò a terra, Creta afferrò la telecamerina e la tenne a se mentre saliva sul membro del suo uomo, infilandoselo in profondità.
“Voglio che mi guardino” confidò mentre cavalcava, muovendo a ritmo il bacino.
“Solo questo?” Chiese lui sottraendoli la telecamera.
“Si, voglio essere guardata” disse puntando l’obiettivo su di se, non le importavano più gli ordini, ora si sentiva la protagonista e voleva essere venerata.
“Non muoverti, non toccarmi, sono io che ti scopo” stabilì con autorità alzando le braccia e issandosi su di lui, mentre Lorenzo la filmava spudoratamente. Ondeggiando piano e sollecitando le sue profondità Creta provocò la massima erezione, poteva sentirlo crescere e quasi scoppiare dentro di lei mentre immaginava quanti altri ora si stavano masturbando spiandola, uno in particolare.
In preda al godimento avvertì l’imminente orgasmo del suo uomo, ormai taciturno e concentrato: non voleva perdere la scena e così si sottrasse al sesso.
“Sbattimi da dietro e vienimi addosso” ordinò.
Ora anche Lorenzo aveva superato il momento di “imbarazzo” e voleva godersi il palcoscenico, forte del numero di utenti presenti, ben 403, prese i fianchi di lei e si infilò con violenza bruta, rimbalzandola sul materasso sempre più forte, sempre più in profondità: a tratti sfiorava l’alveo più lontano, tra le urla di Creta.
“Vengo! vengo! continua” strillò lei ad un passò dall’orgasmo.
Fu a quel punto che Lorenzo rallentò, la cosa doveva durare allungo..
“Smettila e scopami, smettila..” urlava Creta nel pieno del piacere
Lorenzo non rispondeva, la palpava soltanto senza sostenerne il ritmo anzi, rallentandolo.
“Cosa vogliono?” Chiese lei impaziente.
“Un pompino” Rispose ansimando Lorenzo
“No, il viso no, non devono vedermi”
“Nemmeno se lo chiede il tuo amico?” incitò lui cogliendo nel segno. Creta sentì il calore prenderle lo stomaco e scendere giù: non poteva resistere, ancora un colpo e sarebbe venuta.
“Oddio Lorenzo vengo, ti prego, ti prego” scongiurava.
“Chi &egrave, dimmi chi &egrave?” la teneva sulle spine concedendogli leggeri colpettini per tenerla viva.
“Qualcuno che ti scopi, che vorresti scoparti?”
“Si lo voglio scopare”
“Lo voglio dentro, voglio il suo sperma dentro di me e voglio che tu ci guardi di nascosto, voglio essere la sua troia!”
Fu a quel punto che Lorenzo le concesse l’orgasmo, scopandola per bene per qualche secondo e ascoltandola strepitare dal piacere e dalle scosse che le trapassarono ogni singolo lembo di carne e abbandonandola poi li alla visione dei 403 voyeur della sessione.

Quella serata poteva essere un’interessante trasgressione limitata a se stessa, e invece fu solo l’inizio di un percorso di perdizione per la giovane coppia, pronta ora a crescere anche sessualmente.

Continua..
Passarono alcuni giorni, Creta era in vacanza, ma Lorenzo dovette partire alcuni giorni per accompagnare i suoi studenti in gita scolastica. Dentro di se era abbastanza combattuta, sentiva di aver esagerato quella sera, tanto che la mattina dopo, accompagnando Lorenzo a scuola, aveva colto un po’ di imbarazzo in lui. Seguirono ore di domande interiori, si convinse di aver superato la soglia del buon costume e decise di chiamarlo: accese skype.
Dopo un paio di tentativi a vuoto lui rispose.
“Ciao amore, siete arrivati? ti fanno già impazzire?”
“no bella, nei limiti di una gita sono piuttosto tranquilli, senti non ho molto tempo, ci sentiamo domani?” la sua voce era fredda e lui distante.. Creta non poteva aspettare.
“Senti, scusa, solo un attimo: dobbiamo parlare di ieri sera”
“Quelli sono discorsi di letto, e si fanno a letto..” rispose lui con malizia, Creta si tranquillizzò.
Mentre Lorenzo la congedava notò una nuova iconcina sul desktop.. cosa poteva essere?
Muovendosi senza grande sicurezza cliccò sull’icona in questione, le si aprì una sorta di posta elettronica, doveva essere relativa a qualche programma di Lorenzo, stava per spegnere quando notò il nome del mittente: “Spydome”!!
Cosa! non poteva essere lui, forse era una notifica o forse il nome del programma, doveva scoprirlo e così aprì la posta visualizzando un breve messaggio: “buongiorno ragazzi, non so come chiamarvi, ne voi conoscete il mio nome, tuttavia non sono riuscito a limitare la mia curiosità e ho deciso di scrivervi. Mi piacerebbe molto riproporre l’esperienza e ho notato che anche a voi &egrave piaciuto, quindi se avete voglia io sono disposto ad osservarvi e ad ascoltarvi se necessario. Fatemi sapere, un saluto. Spydrome.”
Creta sobbalzò, come aveva avuto accesso alla loro identità, non era una maestra dell’informatica, ma le pareva strano che una chatroom desse accesso agli utenti senza il loro permesso, poi collegò i fatti: quando lei selezionò il nome del voyeur, egli probabilmente ebbe accesso al loro account, con la possibilità di scrivergli.
Sul momento decise di disinstallare il programma, ma infondo era curiosa di sapere chi fosse costui, infondo gli aveva regalato un orgasmo mica male..
Rispose dunque al messaggio: Gentile Spydrome, le siamo grati per l’invito, ma non credo sia possibile..
-Drin Drin-
Cos’&egrave?
-Drin Drin-
Una luce verde si era appena accesa sul lato destro del programma, nell’enfasi Creta la cliccò con tutto l’intento di farla smettere.
“Ciao” Comparve una chat
“Spero di non disturbarvi, sono Spydrome, ho visto che siete online, magari avete letto il mio messaggio e stavate rispondendomi..”
Creta era in preda al panico, decise di spegnere subito la comunicazione, disinstallare tutto e dimenticare ciò che era accaduto.
“Helena?”
“Helena sei tu? ti prego rispondi”
A Creta si gelò il sangue.. quello era il nome che in passato utilizzava con Lorenzo quando nei club si divertivano a fingere di essere due single che si incontravano per caso. Era un modo per rendere il sesso più eccitante, chiaramente un idea di Lorenzo, che adorava queste situazioni.
Ora non poteva riagganciare..
“Sono Helena, tu chi sei?”
“Sono Spydrome, felice di fare la Sua conoscenza, Lorenzo mi ha parlato molto di Lei”.
“Come?” rispose lei seccata
“Era probabile che lei non ne sapesse niente” continuò l’ospite con tono garbato
“Scusi, noi non ci conosciamo, &egrave successo che una sera ci siamo divertiti ed &egrave finita li, non so cosa si sia messo in testa, ma non c’&egrave altro”.
“Vede lei ha ragione, non ci conosciamo. Tuttavia io e Lorenzo discutiamo da tempo e in un certo senso siamo diventati amici” Creta tolse le mani dalla tastiera, in silenzio decise di ascoltare la storia di quello sconosciuto.
“La serata di ieri &egrave stata preparata molto tempo fa, vede Lorenzo &egrave molto esigente ma allo stesso tempo molto insicuro. &egrave cosciente che con lei possa raggiungere i più alti traguardi dell’erotismo, ma ha paura di esagerare, di offenderla forse”.
“Vede il mio ruolo &egrave già attivo nella vostra relazione, può ignorarmi o ascoltarmi, come desidera”.
Creta era troppo curiosa e sensibile all’argomento per liquidare Spydrome, così decise di chattare un pò con lui e capire fino a che punto si era spinto il suo ragazzo.
Scoprì che i due si erano conosciuti attraverso questo programma qualche settimana fa e a giudicare dalla cronologia delle comunicazioni erano in contatto quotidianamente. Lo sconosciuto era a conoscenza dei loro giochini e delle fantasie di lui, ora però sembrava voler apprendere anche la versione femminile.
“Helena, lo sa cosa farebbe impazzire Lorenzo ora?”
“No me lo dica lei..”
“Una sorpresa”
“Una sorpresa?”
“Si. Quello che dovrebbe fare ora &egrave togliersi i vestiti, indossare l’intimo con reggicalze e corpetto che le ha regalato lo scorso natale, coprirlo con una bella giacca e recarsi da lui. Ora. Padova &egrave a mezz’ora di macchina”.
Creta non poteva crederci, non solo conosceva il suo guardaroba, non solo gironzolava nei sogni del suo lui, sapeva pure dove si trovava in questo momento.
“Mi piacerebbe che si comportasse da puttana: si vesta come le ho detto, si metta dei tacchi o degli stivaletti, faccia in modo che il reggicalze si noti, entri nell’hotel e chieda esplicitamente di Lorenzo. Voglio che tutti la considerino una prostituta e voglio che alcuni studenti la notino mentre si reca nella sua stanza. Voglio che poggi il suo telefono collegato a questo account dove posso vedervi e voglio che sia Lei a comandare. Lo faccia e avrà soddisfatto un desiderio di Lorenzo e anche il mio.
Creta era sbalordita, l’ospite era passato da un atteggiamento estremamente cordiale ed elegante a tentatore dominante, sapeva tutto di loro e questo la impensieriva, tuttavia si sentì presto preda di una forte attrazione verso quegli ordini. Si alzò e si osservò allo specchio della stanza. Si sfilò il monotono pigiama monocolore e le mutandine, rimanendo completamente nuda; mimò, osservandosi, dei passi sensuali. Sorrise.

Si: avrebbe esaudito il desiderio.
Scese le scale condominiali in punta di piedi. Le calze la facevano scivolare, ma non poteva indossare gli stivaletti altrimenti avrebbe attirato l’attenzione, e in quelle condizioni non era proprio il caso.
La lunga montgomery gialla la copriva interamente se rimaneva ferma, tuttavia nella camminata, specie se allungata come la sua, non si poteva che notare l’allacciatura del reggicalze, sopra di esse il sottile filo di seta nera raggiungeva il corpetto, sovrastando il piccolo spicchio di pelle nuda, lasciata appositamente orfana delle mutandine.
Raggiunse l’anticamera dei garage, fece un bel respiro confidando di non incrociare nessuno e si infilò i tacchi, il tatto con il nylon non la aveva mai esaltata, ma quella sera la elettrizzò: strinse bene la lampo e saltellò fino alla macchina.
Quando accese il quadro del motore si trovò di fronte a se stessa, il mascara e il rossetto messi alla bene meglio involontariamente la resero ancora più credibile. Un brivido le corse lungo la schiena, ma non era relativo solo alle fitte sensazioni che stava provando ma anche al clima: cosa l’aveva spinta in pieno inverno coperta da un solo cappotto ad avventurarsi lungo una statale deserta e ad umiliarsi di fronte a sconosciuti in reception e tra gli studenti? Non sapeva rispondere. Accese il motore e si mise in viaggio.

DRIN-DRIN
Lorenzo osservò incuriosito lo squillo del telefono, ben conscio che non si trattasse di una chiamata ma dell’applicazione internet, di una in particolare. Disinteressandosi del corridoio che doveva controllare prese il telefono e aprì il programma,tuttavia non riuscì a visualizzare il messaggio in quanto venne sorpreso da una squillante voce femminile.

“Hey”
“Ciao, non dovresti essere a letto?” gli disse sottovoce
“Pensavo di stare un pò con te, e poi sei piuttosto distratto stasera, sarebbe potuta evadere tutta la classe e non te ne saresti accorto” scherzò la giovane ragazza.
Laura era alle prime armi, si trattava della sua prima esperienza in gita scolastica e di conseguenza era piuttosto attiva e vivace. Ma c’era di più: non disdegnava affatto Lorenzo e in più di un occasione gli aveva fatto capire i suoi sentimenti ma, conscia della sua più che florida situazione amorosa, non aveva mai affondato il colpo. Insomma si conoscevano da pochi mesi. Lorenzo dal canto suo ne aveva parlato a Skydrove, che gli aveva “imposto” di assecondarne le aspettative, tant’&egrave che si spinse pure ad insistere perché fosse lei ad accompagnarlo in gita, fatto che non era passato inosservato alla giovane assistente.
“Siamo proprio fortunati” debuttò lei appoggiandosi alla chiara carta da parati.
“Soli soletti su un isola tropicale e con la classe più mansueta di sempre” sorrise scherzosa
“Se vuoi stare con me preparati, sarà una lunga notte” affermò sicuro Lorenzo, costringendola così a rimanere ancora per un po’. Indubbiamente apprezzava le attenzioni della ragazza: non era niente male, certo nulla a che vedere con Creta, ma Laura, nella sua sudditanza, lo stuzzicava.
Ripose nuovamente gli occhi sul cellulare e lesse finalmente il messaggio: “Helena &egrave qui” diceva.
Lorenzo sobbalzò: perché Skydrove lo avvertiva dell’arrivo di Creta, come lo sapeva, e perché la chiamava Helena?
L’utente era offline, non poteva nemmeno chiederli spiegazioni, decise che era il caso di chiamare Creta, ma doveva prima liquidare in qualche modo la maestrina e muoversi verso la sua stanza.
“Senti, ti sembrerà strano, ma non mi sento molto bene, posso lasciarti qui un attimo?” disse cercando di essere più convincente possibile.
Laura annuì con un cenno perplesso degli occhi.
“Torno subito, promesso” disse Lorenzo corricchiando lungo il corridoio verso la camera.

DRIN DRIN
Un messaggio arrivò a Creta proprio quando stava parcheggiando nell’atrio vuoto dell’hotel: “ciao Helena, volevo augurarti buona fortuna e avvertirti che Lorenzo non &egrave solo, sarà una serata indimenticabile :) “. Un allegato lampeggiava in fondo alla curiosa notizia; lo aprì. Si trattava di una foto scattata pochi minuti prima che ritraeva Laura e Lorenzo seduti insieme in un ambiente scuro, irriconoscibile.
A Creta si gelò il sangue: aveva un piede sulla ghiaia del parcheggio e l’altro ancora appoggiato sull’acceleratore: la situazione era a dir poco pazzesca: da una parte stava rifinendo la sua nuova identità lasciandosi completamente persuadere dagli eventi, e dall’altra scopriva ignoti dettagli sul suo uomo. Poteva tornare indietro, vergognarsi del suo aspetto, urlare, strillare o addirittura fare una scenata. Spense il cellulare.
Decise di scendere dall’auto e sostenere la sua provvisoria personalità, era elettrizzata dalla situazione.
Quando varcò la soglia della hall si ritrovò in uno spazio molto limitato, di fronte a lei solo un piccolo bancone, una scala e un accesso laterale che probabilmente dava sull’ambiente di ristoro. Un giovane uomo vestito di tutto punto l’accolse cercando di ignorare il suo particolare abbigliamento. Creta, fissandolo, si avvicinò al bancone.
“Buonasera” disse mimando un atteggiamento sofisticato.
“Buonasera” rispose il ragazzo.
“Sono qui per Lorenzo Morelli, dovrebbe essere un professore con al seguito una classe “.
Il ragazzo portò con fatica lo sguardo sul luminoso display e intraprese un rapida ricerca: “Certo, certo” ripeteva agitato.
“é al quarto piano, stanza 505” affermò improvvisamente
“Lei invece &egrave la signorina”
“Non vorrà mica che le dica il mio nome, ragazzo” rispose con freddo impeto Creta
“Piuttosto, non c’&egrave una stanza che mi dia vista su quella del professor Morelli?”
“Mi spiace ma non posso farle scegliere la stanza e le ho già detto troppo in realtà” Tentò di riprendere autorità il receptionist.
“Definisca non posso, ragazzo” ribatte lei accostandosi sensualmente al bancone.
“Mi accompagni piuttosto”
Il ragazzo, con fare perplesso, afferrò un mazzo di chiavi e abbandonò la hall, Creta lo seguì.
“Senta non so cosa abbia in mente, ma sarebbe il caso di prendere una stanza” borbottò durante il tragitto, lei non rispose, era troppo presa dalla situazione, dallo squallido hotel, dal suo vestiario, dalle calze che stringevano, dall’oscillante camminata e dall’influenza su quel ragazzo.
“&egrave questa la stanza?”
“Si, entri pure” fece qualche passo all’interno. “Da qui può vedere le stanze del quinto piano, la 505 &egrave tra quelle centrali”.
Creta si avvicinò al ragazzo ad un metro dal lungo vetro che costeggiava l’intera stanza.
“Bene, bene. Non ha detto che era al quarto?”
“Oh si certo certo, &egrave al quarto piano, mi perdoni” lamentò nuovamente il ragazzo.
“Perdonarti? sei così beneducato, e pure a prima vista avrei detto che eri uno sciupafemmine..” ridacchiò
“Dai fai il numero della 505 e dì di affacciarsi”. Ordinò con impeto

“Ah ragazzo un’altra cosa: dopo la telefonata vai in bagno, fatti una doccia e quando esci vedi di fare l’uomo”.
Correndo sulla morbida moquette raggiunse rapidamente la camera, aprì e chiuse la porta in un lampo poi si sedette sul letto.
Creta non rispondeva, ce l’aveva spento. “&egrave normale” pensò, “starà dormendo..”
Lorenzo si sentì uno stupido, in fondo chi era Skydrove? un essere virtuale, con il quale ha passato serate e serate a chattare, che gli ha donato una nuova intesa con Creta, che ha ascoltato le sue fantasie, condividendole in alcuni casi. Insomma un amico o forse qualcosa in più, ma pur sempre virtuale: bastava spegnere e tutto sarebbe finito. Ma Lorenzo non poteva, e accese nuovamente.
Skydrove era nuovamente online, decise di chiederli spiegazioni: “come sarebbe che Helena &egrave qui? come fai a sapere dove mi trovo? e dove si trova lei?”
La risposta fu immediata.
“Ciao Lorenzo, vedo che inizi a chiamarla Helena anche tu, e infatti di Helena si tratta. Vedi mi ha contattato lei, lasciamo perdere come ci &egrave riuscita, il fatto &egrave che ora &egrave qui con te”.
Lorenzo voleva risponderli che il gioco che stava facendo non gli piaceva affatto e che da ora sarebbe tutto finito. Ma era tardi, ormai il dado era tratto.

DRIIIN DRIIIN
All’improvviso il telefono interno squillò, riportando Lorenzo al mondo reale.
“Pronto?”
“Salve Sign. Morelli, le sembrerà strano, ma la signorina Helena mi chiede se gentilmente potesse affacciarsi dalla finestra della sua stanza e guardare in basso, al secondo piano. Grazie” Click.
L’interlocutore parlò talmente velocemente che Lorenzo non ebbe neppure il tempo di replicare, di chiedere. L’uomo si alzò dal letto e guardò attentamente dalla finestra, ma nessuna luce lo richiamava.
Prese il cellulare e scrisse dell’avvenimento a Skydrove. Dopo meno di un minuto rispose così: “Helena &egrave pura.. si &egrave già liberata di me, &egrave un cane sciolto. Una dominatrice”.
Lorenzo non capiva, mollò il cellulare sul letto, si guardò in giro. Tutto buio. Attese.

Helena lo poteva vedere, li da solo nella sua stanza. Lo immaginava con quella ragazza e la cosa la provocava sotto ogni profilo: rabbia principalmente, ma anche eccitazione. Prese il telefono e se lo portò vicino, poi tirò le tende in modo che la sua stanza fosse ora completamente visibile dal vicinato. Accese la luce del corridoio, così da essere illuminata, ma non troppo.
Ci mise pochi secondi a notarla Lorenzo, lei lo fissò negli occhi senza fare alcun cenno. Rimase li, coperta dal solo giallo cappotto, immobile. Fece qualche passo indietro, afferrò la borsetta e sfilò il cellulare, accese poi la cam collegata con Skydrove e lo abbandonò sul mobiletto poco dietro a lei.
Con lo sguardo a terra a pochi centimetri dal vetro, portò la mano lungo la sottile fessura della veste, allargandola. Lentamente ma con decisione sciolse i 4-5 bottoni che la separavano dalla nudità fino a quando non fu pienamente esposta al pubblico. Il cappotto cadde rumorosamente a terra, Helena rialzò lo sguardo, fissando questa volta Lorenzo negli occhi e poi si sfiorò: toccò tiratissime gambe coperte dallo scuro nylon, le striscioline di stoffa, il pelo sottile della vagina e poi su, lungo il bustino fino al seno prosperoso e bello in evidenza grazie agli artifici del corsetto.

Lorenzo nel frattempo la osservava, non capiva: inizialmente turbato era ora preso da una forte eccitazione datagli dalla situazione estrema che in poco tempo lo conquistò. Chiunque avrebbe potuto vederla, per fortuna i suoi studenti si trovavano dalla parte opposta, tuttavia nella camera vicino aveva sentito dei rumori. Laura!
Lorenzo era nuovamente nel panico, Laura conosceva Creta e l’avrebbe sicuramente riconosciuta. “Maledizione gli avevo detto di restare giù”, penso dirigendosi verso la porta.

DRIIIN DRIIIN. Di nuovo il telefono della stanza. doveva rispondere.
“Creta?”
“No Helena”
“Helena.. sei.. sei pazzesca” non sapeva come comportarsi
“Zitto maiale.. devi stare zitto e guardarmi, lo so che volevi scoparti la maestrina.. lo so..”
Lorenzo non riusciva a dire nulla, non sapeva cosa Skydrove avesse detto a Creta e la situazione lo eccitava enormemente.
“Tieni la cornetta all’orecchio e guardami. Voglio che tu sia il mio vojeur. Tu e tutti gli altri”.
Quelle parole infiammarono l’uomo, dentro di se aveva sempre sognato di condividere Creta, tuttavia la situazione estrema e l’atteggiamento di lei lo spaventavano, rendendo il gioco a dir poco avvincente.
“Ti piace?”
“Si”
“Si cosa?” rispose sgarbatamente
“Si mi piace quello che stai facendo”
“Ti stai masturbando?” chiese lei in estasi
“Si amore”
“Si Helena!” sussurrò.
Lorenzo sciolse rapidamente i pantaloni, lasciandoli cadere a terra, poi si tolse tutti i vestiti. Si sentiva in estasi, ciò lo portò a denudarsi completamente, rivelando la sua prerogativa verso l’esibizionismo.
Helena lo guardava con interesse mentre con le mani si palpava impudentemente. Poi, tutta a un tratto, chiuse la tenda, lasciando il pubblico a bocca asciutta.
Passarono alcuni secondi, una luce più forte si accese nella stanza, poi una sagoma si avvicinò alle tende, smuovendole ma senza svelare l’identità del soggetto.
Fu allora che Lorenzo capì che Creta non era sola: una seconda figura si approssimò alla finestra, muovendosi fu evidente che in basso vi era un membro, un fallo in piena erezione.

“Cosa fai Helena!” urlò Lorenzo nel ricevitore, ma Creta non rispose.
“Basta adesso, ti prego! Ti prego Helena, Creta, torniamo a casa!”
In preda al panico Lorenzo colse un leggero fruscio nel ricevitore. Avvicinò l’orecchio in attesa di una risposta..
“Sei solo un povero stronzo”
Un colpo al cuore. Questo &egrave ciò che subì Lorenzo dopo quella frase. Si sentiva solo, isolato, umiliato. Il suo sogno erotico si era trasformato in un incubo. Ma non poteva smettere di guardare.
Sua moglie era li, con un altro uomo, con le vesti erotiche che gli aveva comprato, le stesse che indossò a Parigi quella sera, dove prima si lasciò guardare da quei due uomini a cena e poi si fece scopare all’aperto sempre sotto la loro vista. Erano entrambi esibizionisti, ed entrambi fantasticavano, ma ora qualcosa stava cambiando.
Pochi metri lo separavano da quello scempio, da quelle fitte tende da notte che da una parte velavano i nudi corpi, ma dall’altra presentavano integralmente le loro movenze. In orizzontale rispetto agli spettatori si poteva vedere la mano di Creta sul membro di quello sconosciuto ed un’altra che lo tastava più in basso: non ci volle molto che le cadenze fossero del tutto riconoscibili: lo stava masturbando.
Lorenzo riprese il cellulare per tentare di comunicare con Skydrove, si illuse che lui avrebbe potuto far finire tutto: gli scrisse più volte ma non ottenne risposta.
Nel pieno dell’impazienza un pensiero gli gelò il sangue.. “e se Creta stesse trasmettendo il tutto online?”
Accedette subito all’applicazione, scorse le stanze con smania finché non la trovò.. eccola li.
Si vedeva un corpo maschile in piedi, mentre più in basso vi era lei, seduta, probabilmente su uno sgabello: lo guardava negli occhi mentre con ritmo lo segava. Non era del tutto riconoscibile, ma era Creta.
Lesse gli sporchi commenti degli utenti. Si eccitò, si eccitò enormemente. Non poteva resistere e prese il membro in mano e iniziò a masturbarsi.
Helena era leggermente illuminata, si vedevano le gambe coperte dal sottile nylon che spiccava nell’ombra, il corpo seminudo e le mani sul corpo di quello sconosciuto.
“Benvenuto Lorenzo” spuntò un commento. Era Skydrove
“Helena &egrave una sorpresa continua, guardala.. guardala &egrave come rinata”
“Non vedo l’ora di vederla scopata come si vede..” insinuò
“No, no.. smettila, digli di smetterla” supplicò Lorenzo
“Non posso, sono un singolo utente, come te.. possiamo solo guardare e masturbarci”

Creta osservava il cellulare con costanza e leggendo i commenti sorrise, si riavvicinò al membro e lo prese in bocca.
“No, no, no” continuava a scrivere Lorenzo senza smettere di guardare.
“No?”
“é proprio come dice lei.. sei un povero stronzo..”
Leggendo quelle righe l’inquietudine di Lorenzo detonò. Non ci capiva più nulla: sua moglie si era trasformata in una squillo da motel, lui era paralizzato davanti a uno schermo e Skydrove controllava il tutto, come fossero marionette.. come poteva essere a conoscenza del loro dialogo? come poteva averlo solo sentito?
“Vuoi che tutto finisca? &egrave così?” scrisse improvvisamente l’utente
“Io posso arrestare la stanza dalla quale Helena sta trasmettendo e poi ordinarle di smetterla”
“Ti prego Skydrove, ti scongiuro..”
“Esci dalla tua camera, nudo. Percorri i corridoi inginocchiato. Scendi le scale fino al secondo piano e prosegui dalla parte opposta fino alla stanza di Helena, la 340”.

Lorenzo non rispose, preso da una brama incontrollabile si voltò e abbandonò la stanza, poi si inginocchiò e proseguì così lungo il corridoio fino alle scale. Mentre le pesanti ginocchia sprofondavano nella moquette l’uomo sentì sorgere in se numerosi sentimenti: umiliazione, vergogna, paura ma anche una forte esaltazione, sentiva l’aria fredda scorrere lungo il corpo nudo, il pene ballonzolare in basso e l’orifizio tra le chiappe fresco. L’eccitazione non tardò a soggiogarlo.
Mentre proseguiva si sentì osservato, ma non si voltò mai, andava avanti verso il suo obiettivo, che man mano diveniva sempre meno chiaro.
“Fermo!” una voce lo interruppe, poi un piede gli si pose sulla schiena con aggressività e lo spinse a terra.
“Sei tu la troietta..” disse nuovamente quella voce, che a Lorenzo parse subito famigliare, ma l’agitazione non gli consentiva di analizzarla adeguatamente.
Un dolore intenso lo percosse nuovamente, doveva trattarsi di un tacco.
“Resta giù e non voltarti!” ordinò mentre la scarpa scendeva verso il basso pungendo la sensibile pelle fino alle natiche.
“Ora torna subito in stanza e il tuo desiderio sarà esaudito”.
Lorenzo rimase a terra ascoltando i passi allontanarsi, poi si alzò e infreddolito tornò indietro. Varcò la soglia della camera sapendo di essere seguito e proseguì fino al letto. Si sedette e tornò ad osservare il secondo piano.
La porta si chiuse, a chiave.
Lorenzo si rialzò ma non si voltò, anzi, si porse sulla finestra con tutta l’intenzione di meglio osservare Creta. Pur conscio dell’estranea presenza nella sua stanza, la ignorò.
Pesanti passi si avvicinarono a lui, le palpitazioni erano al massimo, si sentiva quasi svenire, ma rimase immobile anche quando il corpo gli si accostò.
“Ecco guarda, &egrave tua moglie che lecca un cazzo” disse la voce alle sue spalle mostrandogli un cellulare.
“Sei Skydrove?” farfugliò Lorenzo.
“Sono Laura, ma tu puoi chiamarmi Skydrove, si..”
Lorenzo appoggiò entrambe le mani sulla base della finestra, era stremato e confuso.
“Come promesso ora spegnerò la stanza di Helena, così gli unici spettatori possibili saremo noi”
Riconobbe anche la voce.. era la sua collega, la piccola maestrina, la timida e tenera ragazzina che aveva portato con se.. lo aveva preso in giro da principio, lo stava controllando da tempo, sapeva tutto di lui.. era la sua padrona.
Quando la ragazza si spostò verso l’esterno della stanza poté vederla, era lei. Prese il telefono e compose un numero, poi glielo portò.
“Ora parlale” ordinò la piccola carogna
“Helena..” disse con un filo di voce
“Avete spento il vostro gioco.. non il mio”
“Helena adesso smettila, mi hai eccitato da morire, ho voglia di te, adesso vengo giù ok?”
“Te la sei scopata la maestrina, dimmi?”
Laura sorrise, Lorenzo tacque.
La ragazza si inginocchio e senza dire una parola prese il pene, pienamente eretto, di Lorenzo in bocca e con ardore iniziò a lavorarlo. L’uomo di istinto portò una mano sulla testa di Laura con tutta l’intenzione di fermarla, ma non ne ebbe la forza, una volta posata sui capelli della ragazza la libido era già tale da non poterla controllare. Laura non limitò per nulla la sua condotta, anzi, mantenendo le fauci leggermente schiuse fece ben udire il suo lavoro di bocca.
“Digli quello che vuoi che faccia, dai” suggerì Laura
“Si l’ho scopata” confessò Lorenzo al telefono.
Dopo un attimo di pausa le tende della stanza al secondo piano vennero lievemente aperte.
Si intravedete un corpo femminile appoggiarsi al letto e porsi a novanta gradi e poi voltarsi per controllare che la fessura delle tende la rivelasse per bene. Il culo di Helena era ben visibile dalla stanza di Lorenzo e da tutta l’ala dell’hotel.
“Vuoi che mi scopi?” urlò Creta nel ricevitore.
“Voglio che tutti ti vedano” rispose Lorenzo esaltato

“Leccami il culo” ordinò Creta al ragazzo mentre inclinava il corpo sul morbido letto, abbandonandosi.
Sentì la lingua del cameriere insinuarsi tra le sue cosce, sfiorare prima la vagina e poi il buchetto.
“Oh.. ohh siii” urlava con tutto l’intento di far impazzire Lorenzo dall’altra parte.
“Prepara il cazzo perché adesso mi devi sbattere come si deve”.
Creta si ricompose e si portò alla finestra in bella vista. Appiccicò le mani alla vetrata e offrì il sedere all’indietro.
“é il momento” sospirò alla cornetta.
“Si, lo &egrave” rispose Lorenzo
“Voglio che mi guardi negli occhi mentre lo fa, voglio che godi con me, voglio sentirvi entrambi” proclamò con tono crescente Creta.
Il pene durissimo del ragazzo si collocò tra le gambe di lei, saggiò lo strisciare del preservativo sui caldi umori, poi l’arresto ed infine l’entrata gloriosa e profonda nella vagina fradicia.
“Oohh” spasimò Helena, gustandosi la situazione: era scopata di fronte al marito che si stava masturbando e alcuni voyeur in lontananza, dietro a lei un avvenente ragazzo le offriva tutto se stesso e infine internet che pubblicava ogni secondo del suo amplesso.
Le mani del ragazzo si impossessarono della vita di Creta, muovendola a piacimento mentre lei allargava le gambe e impennava il sedere per favorire la penetrazione, che pur profonda, serbava un ritmo medio.
Lorenzo nel frattempo si godeva il tutto comodamente, con il pene nella calda bocca di Laura, nascosta sotto di lui e dall’identità sconosciuta alla moglie. Trattenne l’orgasmo in continuazione mentre riprendeva carisma.
Fissava la sua Creta, sbattuta sempre più forte contro la finestra della camera, il suo viso compresso sul fitto vetro che non smetteva di osservare, la sua bocca aperta e la lingua in evidenza a mimare una fallatio a distanza. I testicoli si gonfiarono, l’asta si dilatò pompando a dismisura, Laura mantenne il ritmo.
“Oohh vengo amore..” confessò improvvisamente Lorenzo all’interlocutore.
“Si vieni per me, vieni, urlami…” ordinò lei.
Strinse la testa di Laura con forza, muovendola ora al suo ritmo: la ragazza sembrava apprezzare a giudicare dalla foga che incuteva. I corti capelli a caschetto volteggiavano con misura crescente, così come aumentavano i mugugni della sua gola, saturata dalla pienezza del pene di Lorenzo.
“Ooohhh, sii” gemette infine con brutalità
Nella sua testa pensò ora di confessare la situazione a Creta, per portarla all’eccitazione estrema, ma fu Laura a bloccarlo. Ingoiò lo sperma con voluta volgarità e, tornando seria, dispose “Sei il mio schiavo e ti ordino di continuare a guardare”.
Poi impugnò il pene ancora semirigido tastando con le dita la sensibile cappella provocando così diverse stilettate all’uomo.
“Ora voglio che resti fisso piedi e non fai altro che guardare” ordinò recuperando il cellulare.

DRIIIN DRIIIN
In quel momento Creta era sensibile solo a due suoni, quello dei loro gemiti e allo squillare dell’applicazione. Era talmente sbattuta che toccava il pavimento solo con le punta delle dita, tuttavia quel richiamo non poteva ignorarlo.
“Fermati un attimo, mettiti sul letto” dispose la donna.
Creta si allontanò dalla finestra e prese il cellulare, era Skydrove
“Che spettacolino monamour.. ma voglio rilanciare”
“Hai tutta la mia attenzione” rispose Creta
“B&egrave.. a parer mio ci sono almeno altri due voyeur oltre tuo marito in questo hotel, voglio che tu gli inviti nella tua stanza e voglio che tu lo faccia adesso!”
Alla richiesta Creta senti il cuore scoppiare, immaginò il suo corpo disteso sul letto e abusato da quegli uomini e, invece di sentirsi spaventata o offesa non riuscì a far altro che riportare il suo nudo corpo nuovamente sul “palco” ed eseguire l’ordine di Skydrove.
La donna scrutò l’altra facciata dell’hotel, a poche stanze da quella di Lorenzo c’era una luce che si era accesa poco dopo l’inizio del suo show, non riusciva a vedere chi ci fosse, tuttavia il suo cenno fu esplicito: fissando la luce portò la sua mano al viso e fece segno di invito, allo stesso modo per la molto più trasparente presenza nella stanza al terzo piano, dove un uomo adulto si stava masturbando da un po’. Poi fece qualche passo indietro e serrò le tende.
“Se vuoi puoi andare via” disse gentilmente al cameriere
“No Signora, rimango volentieri, non la lascerò certo con degli sconosciuti..” rispose ubbidiente
“E tu? tu non sei uno sconosciuto?” chiese lei mentre socchiudeva la porta della camera.
“io sono il suo umile servitore” rispose il ragazzo sorridente, dimostrando di aver perfettamente colto l’atmosfera della serata. Creta gli diede un bacio sulla fronte e poi, ritornando seria, dispose:
“Ora schiaffeggiami e sbattimi sul letto”
Il cameriere l’afferrò per le spalle e la ruotò, spingendola sul soffice letto e, dopo essersi inginocchiato sulla sua vita, la immobilizzò.
“Ti ho detto di schiaffeggiarmi!!” Urlò
“Taci troietta, ora sei mia” rispose
“Non picchio le donne, ma ti farò ugualmente male”
Mentre con una mano le opprimeva forte la schiena con l’altra gli allargò le labbra infilandoci una-due dita e muovendole con decisione, Creta diede subito segni di piacere, mugolando, ma il cameriere aveva altri obiettivi.
Dopo aver intinto per bene le dita le rimosse dalla calda vagina per portarle più in alto, verso il buchetto del morbido e formoso culo della signora.
“Ahi!!” urlò Creta all’ingresso del primo dito
“Zitta che ti piace” rispose immediatamente lui
“No, no!! Piano!” supplicò, mentre anche il secondo dito le penetrava il deretano.
Il ragazzo lasciò scorrere della saliva sulle dita prima di rientrare, poi, allentando leggermente la morsa sulla vita della donna, le restituì piacere concedendogli il pene tra le labbra. La penetrò con calma facendola godere in silenzio, poi tornò alla carica infilandole nuovamente le dita, simulando una doppia penetrazione.
“Ti piace puttana?”
“Ohh, impazzisco, impazzisco..” ripeteva
Il ragazzo aumentò il ritmo mentre Creta perdeva ogni inibizione sonora e si lasciava andare a regolari strilli di piacere. Le dita, sostenute dalla saliva e dagli umori crescenti di lei dilatarono velocemente il sedere, che ora pareva pronto per ospitare qualcosa di più grosso e a giudicare dai movimenti di Creta, non aspettava altro. Ma il cameriere si fermò.
“Adesso resti qui al buio e te gli prendi tutti” disse trascinandola per i fianchi fino al bordo del letto e portandosi poi di fronte a lei.
Creta lo fissò negli occhi, capì che dietro c’era un altro uomo e che presto lo avrebbe sentito dentro: si sentiva sporca, si sentiva oscena, si sentiva Helena.
Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le coperte mentre delle mani estranee le sfioravano le gambe e risalivano rapidamente fino alle natiche fradice. Mentre una bocca gli si fondò sulle chiappe, leccandola indistintamente un altro corpo si sdraiò sul letto accanto a lei, accarezzandola piano.
“Lascia ragazzo, adesso ci pensiamo noi” disse un omone sulla quarantina sorridendo al collega.
La fecero voltare a pancia in su palpeggiandola in ogni dove, istintivamente Helena tentò di ripararsi, ma alla fine cedette, stendendosi e offrendosi alle loro voglie.
“Togliamo questo, così vediamo le tue tette eh?”
“Oh, ma che bel culo, io partirei da questo, le va bene signora?”
Helena non faceva altro che acconsentire, mentre quelle forti braccia le issarono le gambe, spalancandole le nude grazie di fronte a quegli uomini. Spostò le mani alla ricerca dei membri, cogliendone uno vicino al viso e l’altro più in basso, sul ventre. Sentì il buchetto allargarsi piano mentre la sua bocca si riempiva di saliva e lattice, non amava il sesso anale, ma quella sera lo bramava, tant’&egrave che spinse il sedere all’indietro per favorire la penetrazione, che non tardò ad sopraggiungere. Mugolava mentre era solcata dal quell’uomo, ma nulla sembrava bastarle, ne il pene in bocca, ne quello tra le mani, ne le ininterrotte palpeggiate.
“Cazzo scopatemi stronzi” urlò improvvisamente.
L’ingerenza della donna eccitò i partecipanti, che la issarono come una bambolina portandola sopra ad uno degli uomini che, sotto di lei, la immobilizzò per le braccia lasciandola alla mercé degli altri. Completamente scoperta e rivolta all’insù alzò gli occhi oltre la finestra e colse Lorenzo che lassù, pietrificato, la osservava mentre quegli uomini le allargarono le gambe e con violenza le strapparono i collant.
Il membro sotto di lei le penetrò il deretano, sopra invece altri due la minacciarono con la loro voluminosa presenza, avvicinandosi e inserendosi facilmente, l’uno in vagina e l’altro nuovamente in bocca.
Helena impazzì e si lasciò completamente andare: la cosa che più la eccitava era l’essere trattenuta e non potersi in alcun modo difendere da quel piacere.

“Vorresti partecipare?” chiese Laura a Lorenzo
“Mi sto immedesimando in lei” confessò il marito
“Ho dei programmi anche per te, ma non stanotte..” disse, abbandonando la stanza

L’avevano spesso immaginata, questa doppia penetrazione, ma sempre insieme, magari in un luogo riparato, all’estero, o su una spiaggia.. Mai avrebbe immaginato che da una serata tranquilla si sarebbe ritrovata scopata da tre uomini in un anonimo hotel fuoricittà e sotto gli occhi inerti del marito.
Ma ora era li, e godeva da matti, allargata in ogni fessura, disinvolta all’inverosimile in mezzo a quella carne, a quel sudore, a quell’amplesso.
Riuscì a liberare le braccia e ne approfittò per tentare di fuggire, ma era tutto inutile: la loro forza, il loro peso e la loro voglia la sovrastarono.
Rimase li alla mercé di quegli uomini ancora per un po’ prima di essere abbandonata sul letto, sporca e peccaminosa, con gli occhi aperti, fissi sulla finestra immaginando Lorenzo e quello che aveva visto.

Poi spense la luce e si addormentò.

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