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Racconti di Dominazione

Trattamenti – Parte 5

By 26 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

==Cap 5==
Una sorpresa attende il ragazzo!

Oggi mi sono svegliato più tardi del solito. La mia padrona non mi ha svegliato. Non era sul letto, doveva essersi già svegliata. Lei non mi legava più al letto di notte, aprii quindi la porta socchiusa e mi diressi alla cucina. Dei rumori catturarono la mia attenzione, degli urli soffocati giungevano dal laboratorio dove mi aveva portato la prima volta. Mi avvicinai cautamente, la porta era aperta.
All’interno la mia padrona, vestita con un corpetto che la rendeva simile a una clessidra, stava controllando i suoi “strumenti” su un tavolo. Lì di fianco, sul lettino dove ero stato legato anch’io, stava una ragazza. Da lei venivano le grida, rese mugoli dalla palla che aveva in bocca. Da un angolo un uomo si godeva la scena. Nessuno si era accorto della mia presenza, tenevo solo la testa oltre la soglia.

La ragazza non poteva avere più di vent’anni, giudicai. Continuava ad agitarsi e tirare le catene che la immobilizzavano, facendo sobbalzare i piccoli seni, ancora acerbi.
Con delle forbici la padrona iniziò a tagliarle i capelli, lasciandoglieli corti a formare un caschetto. Era mora, dalla mia posizione potevo apprezzare i suoi fianchi snelli e il suo culetto.
Con un gesto la donna fece intervenire l’uomo e insieme misero dei bracciali ai polsi e alle cavigie della ragazza, legandoli poi insieme con una corda. Aveva intenzione di prendere un altro schiavo! Cosa avrebbe fatto di me?
Mentre mi ponevo queste domande la padrona prese uno strumento a me familiare, e lo sostituì alla palla che impediva alla ragazza di urlare. Il morso le copriva i denti e le teneva la bocca aperta, coperta da un tappo.
Poi prese una borsa di plastica e ci collegò un tubicino che terminava con un piccolo dildo. Si posizionò dietro alla ragazza carezzandogli la schiena e iniziò a premere contro il suo ano. Evidentemente la ragazza poneva resistenza, perchè stringeva il morso soffocando un grido. Poi con uno scatto la donna affondò il tubo, facendo inarcare la schiena alla ragazza.
Tenne la borsa sollevata fino a quando la borsa fu completamente vuota, tolse il plug e fece sedere la ragazza su un secchio. Con uno spruzzo la ragazza si liberò e si accasciò a terra. La padrona e l’uomo le misero una piastra forata di metallo sul sesso, stringendola con delle cinghie alla vita e alle gambe. Poi coprì tutto con un pannolone.

Lasciarono la ragazza piagnucolare in terra. Dal mezzo delle sue enormi poppe la donna estrasse delle banconote, allungandole verso l’uomo. Lui scosse la testa -Cosa mi dici del ragazzo? Mi sembra equo.- propose.
La donna riflettè per un attimo, soppesando le banconote. Poi annuì -Sì, sarà divertente! Vai a prenderlo.- Mi colse il panico, mi ritirai immediatamente, cercando di gattonare fino alla camera prima che mi vedesse. Ovviamente non ci ruscii, mi prese a metà strada e mi tirò dentro.
-Eccolo! Deve aver visto tutta la preparazione.- disse l’uomo. Fortunatamente la mia padrona non sembrava arrabbiata.
Mi tirò in ginocchio, portando la mia faccia all’altezza del suo pacco. Doveva avere circa trent’anni, alto e robusto. -Sù tesoro, slacciagli i pantaloni- mi incoraggiò la padrona alle mie spalle.
Così in ginocchio le corde mi impedivano di racciungere la zip. E lei lo sapeva. Mi disgustava il pensiero del cazzo dell’uomo, ma sapevo che la minima disobbedienza significava digiuno e punizioni. Cercai la cerniera con la lingua, tirandola con i denti. Sentivo qualcosa che si induriva, coperto solo da qualche strato di tessuto. Si slacciò la cintura e il bottone con foga e si abbassò mutande e calzoni. Da essi spuntò fuori un grosso cazzo, già piuttosto duro. Il suo odore mi fece ritrarre, sentivo la virilià di quel membro! L’uomo mi afferrò per il mento tirandomi verso quella verga. Da dietro la padrona mi spingeva la testa. Io aprii la bocca e accolsi il cazzo. Rimasi così qualche attimo, inebetito dalla tempesta di sensazioni. Poi, incitato dagli strattoni dell’uomo iniziai un lento movimento con la testa. Lo sentivo indurirsi dentro la mia bocca, crescere fino alla sua massima dimensione, tenevo la lingua davanti alla sua cappella, cercando di impedire che giungesse troppo a fondo, ma continuava a spingere, sempre più velocemente e in profondità. Continuò così a fottermi in bocca fino a quando non emise un gemito-Siiii! Vengooo!- A quel punto la donna mi tirò indietro e pose un bicchiere davanti al cazzo dell’uomo, menandoglielo con foga. Ne uscirono diversi fiotti bianchi che raccolse tutti.
Provato dall’esperienza, mi accasciai a terra, sputando e vomitando tutta la saliva accumulata.
-Ci può servire per dopo- rispose la donna allo sguardo interrogativo dell’uomo.

Vidi la ragazza che mi guardava. Aveva le lacrime agli occhi, si copriva i seni con un braccio e mi fissava intensamente. Ma il suo sguardo era il disgusto più completo, la compassione per una volontà distrutta.

Entra in scena una ragazza! Cosa ne pensate? Scrivetelo a:

silvershine4milu@yahoo.it

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