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Racconti di Dominazione

Umiliata in Facoltà

By 8 Novembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, mi chiamo Valentina e sono una ragazza di Roma di 23 anni, anche se tutti me ne danno di meno perché ho un viso da bambina e porto spesso le trecce; inoltre praticamente non ho seno (ho una prima misura) e questo di certo non aiuta. In compenso ho un bel sederino.
Nella vita reale sono una ragazza normale, ho scoperto il sesso solo da poco e faccio solo cose “tradizionali”, non sono molto capace, ma devo dire che questa mia imbranataggine spesso mi dà delle reazioni strane, per dirla tutta mi porta a pensare che mi piacerebbe molto essere umiliata, trattata come un oggetto perché tanto non sono capace di fare altro…
Quando mi masturbo mi capita sempre più spesso di immaginare situazioni in cui io cado in un vortice di depravazione e godo tantissimo.

Nella più recente c’&egrave di mezzo anche il mio boyfriend: io lo amo tanto ed &egrave un carissimo ragazzo che cerca di non farmi pesare il fatto che sono un po’ imbranata, ma la mia fantasia comincia proprio con lui (lo chiamerò Alessio) che mi propone una scommessa, scommessa che ovviamente perdo… lui dice che per penitenza dovrò sottostare ai suoi ordini, mi intriga, ma per il momento la cosa finisce lì.
Il giorno dopo andiamo in facoltà (studiamo insieme), entriamo in aula e ci sono già tutti i nostri amici (una ventina equamente divisi tra maschi e femmine), ma il professore non &egrave ancora arrivato… appena varcata la soglia lui mi guarda con un ghigno strano e chiede ad alta voce: “chi vuole farsi fare una sega da Valentina?”. Tutti i ragazzi si guardano straniti e lui spiega la storia della scommessa, io rimango pietrificata a occhi bassi, loro convinti da Alessio uno ad uno si alzano e mi vengono intorno, mi fanno appoggiare sulla cattedra e si tirano fuori i loro piselli… io sono imbarazzatissima e per far prima comincio a menarne due per volta, le ragazze in aula intanto sono scandalizzate, io ho sempre avuto fama di santarellina, ma comincio a sentire dei commenti da parte loro: “che troia!” “non avrei mai creduto che fosse così puttana” e cose simili…
Però la mia inesperienza si vede e i due che sto segando cominciano a lamentarsi che gli faccio male e addirittura gli si ammosciano i cazzi. Sono rossa dalla vergogna, e i commenti delle ragazze cambiano radicalmente: “Guarda quella, fa tanto la troia ma poi non &egrave buona nemmeno a fare una sega, figuriamoci se riesce a farli venire tutti” “non riesce nemmeno a farli stare su” e scoppiano a ridere. I ragazzi seguono le ragazze e ridono di gusto anche loro, io sono sempre più imbarazzata, ma questo mi fa eccitare, comincio a sentirmi umida.
A quel punto una ragazza suggerisce: “non &egrave brava con le mani, però magari &egrave brava con la fica, scopatevela e vediamo come se la cava!”. Tutte le ragazze si mettono di nuovo a ridere e dicono: “Sì, dài, una che non riesce nemmeno a far venire un ragazzo con le mani se lo merita di essere chiavata e umiliata in pubblico”.
Alcuni dei ragazzi, galvanizzati da quell’idea, mi prendono di forza e mi strappano i vestiti di dosso, trovandomi senza reggiseno (le mie tette non ne hanno bisogno) e con le mutandine già bagnate. Uno dei ragazzi mi mette la mano sulla patatina mentre gli altri mi tengono ferme gambe e braccia e dice: “questa &egrave bagnata proprio come una cagna in calore”, e un altro “Guardate che tettine minuscole che ha, non &egrave buona nemmeno per una spagnola!” e di nuovo tutti giù a ridere di me.
Il primo comincia a strusciare il cazzo alla mia fessura ma una ragazza lo interrompe: “non &egrave abbastanza bagnata, ora ci penso io!”, sale sulla cattedra, si mette a cavalcioni sopra di me, si alza la gonna, si abbassa le mutandine e comincia a pisciarmi sulla micetta. Un getto caldo mi investe.
Mentre gli altri mi tengono ferma, io cerco di dimenarmi e urlo “nooo, basta, che fate? Lasciatemi”, ma loro non sentono ragioni e un altro dice: “zitti, zitti, che ha detto? Ne vuole ancora?” e anche lui prende a pisciarmi sulla micetta; io continuo a lamentarmi, poi giro lo sguardo e vedo Alessio, si &egrave seduto in ultima fila e si sta facendo spompinare da una ragazza che odio. Io lo guardo implorante, ma lui mi fa capire che &egrave questo che vuole, e questo mi eccita da morire, perché mi sento in suo potere…
Allora comincio a spronare i ragazzi attorno a me, mi lascio andare a frasi oscene: “datemi i vostri cazzi, sfondatemi, sono solo una puttanella!” e uno me lo infila dentro senza alcun riguardo…
Dopo poco però con un’espressione mista di disappunto e godimento dice: “questa qui non &egrave buona nemmeno a scopare” e allora una ragazza ha un’idea: “quella al massimo &egrave buona per raccogliere il vostro sperma, tenetela lì ferma e intanto vi facciamo godere noi, che siamo brave, e poi le scaricate addosso la vostra sborra!”, e un’altra: “sì, dài, così noi ci divertiamo un po’ e quella troietta si prende quel che si merita, cio&egrave un litro di sperma addosso!”.
Io, a questo punto super-eccitata, li prego di non farmi una cosa del genere: “noooo, voglio un cazzo, farò quel che volete ma fatemi godere!”, ma subito un ragazzo mi zittisce: “tanto non sai fare niente, sei solo buona per farti pisciare e sborrare addosso!”.
Io comincio a piangere ma loro non si commuovono, vanno a divertirsi tra di loro e poi i ragazzi tornano e uno dopo l’altro si svuotano le palle su di me, dopodiché se ne vanno lasciandomi sporca e insoddisfatta…
Mi si avvicina Alessio, e mi penetra con forza e comincia a fottermi violentemente, siamo entrambi troppo eccitati e dopo pochi colpi godiamo insieme.
Esce da me e mi chiede “ti sei divertita?” e io rispondo: “non desideravo altro… ti amo!”.

Questo &egrave il mio primo racconto, non so se ne seguiranno altri, dipende anche dai commenti che invierete a Sottomessa1982@hotmail.com mi piacerebbe anche essere la protagonista di qualche vostro racconto in situazioni di umiliazione senza limiti, se non quello del dolore fisico.
Spero di non essere stata troppo volgare, e tengo a precisare che nella realtà non farei mai queste cose, ma anche che in questa fantasia ho un po’ esagerato: non sono così imbranata!

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