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Racconti di Dominazione

Sottomessa

By 20 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Non credevo possibile che le cose avrebbero preso quella piega, eppure, mi piaceva essere comandata e umiliata.
Quando il mio futuro padrone, mi aveva detto che avrebbe fatto di me una splendida schiava, mi ero messa a ridere.
é vero che mi piaceva essere soggiogata in amore, ma mai avrei pensato di finire come ‘histoir d’o.”
Un film che mi aveva coinvolto molto, perché in parte mi riconoscevo, ma solo in parte.
Quando quell’amico di mio marito, quella sera toccandomi senza pudore, aveva detto che io avrei dovuto sottomettermi, che mi sarebbe piaciuto molto, lo sguardo di mio marito si era illuminato.
Sono Laura, 32 anni, mora, capelli alla Valentina, alta 1,65, occhi marroni,.
Un seno troppo abbondante per il mio fisico.
Porto una quinta che a volte mi infastidisce.
Un sedere sodo(merito della palestra)che tutti gli uomini desiderano e, a detta di chi l’ ha provata, una fica caldissima.
Ho avuto molte esperienze prima e dopo il matrimonio, questo &egrave dovuto al fatto che Gianni(mio marito)
Ama vedermi anche con altri e partecipa pure, se possibile.
Abbiamo frequentato circoli priv&egrave e salotti di ogni tipo: abbiamo fatto molte esperienze insieme, ma quelle parole che aveva pronunciato quell’uomo, mi ronzavano in testa.
Mio marito, si era messo a parlare con questo signore e ascoltava attentamente, mentre questo mi tastava e metteva una mano sotto la gonna.
Sentivo che diceva che ero perfetta, che ci dovevamo fidare di lui, che non aveva mai sbagliato in vita sua a giudicare le persone e, nel frattempo mi metteva due dita dentro la fica, già pronta a essere presa.
Chiedeva il permesso di usare il mio corpo a suo piacimento e nello stesso tempo, con un dito sentiva il mio stretto orifizio.
Ascoltavo passiva: curiosa di vedere cosa avrebbe detto Gianni.
Sentivo che era combattuto dal fatto che per la prima volta avrebbe lasciato decidere a altri e nello stesso tempo, vedevo la sua eccitazione allo stesso pensiero indecente.
Guardandomi negli occhi, decise che dovevamo provare e così cominciò la mia nuova iniziazione.
La sera dopo fui portata in una casa che non conoscevo, fui spogliata e preparata ad avere dei rapporti con diversi uomini.
Mi misero un body che lasciava fuori i seni e, che aveva due buchi all’altezza delle mie intimità, poi, mi misero una benda sugli occhi e mi fecero sdraiare su qualcosa di duro.
Immmaginai fosse un tavolo: capii che era circolare e che era girevole.
Dopo pochi secondi, sentii dei rumori e poi diverse mani sul mio corpo: voci di apprezzamento e di critiche.
Ero confusa, ma ben presto la mia confusione, divenne perdita del tempo tra quelle mani e quei membri che cominciavano a possedermi.
percepivo il tavolo girare: tutti mi toccavano fica, sedere, tette, per saggiare la durezza…la larghezza.
Mi sentivo un oggetto e nello stesso tempo, quando il primo cazzo si mise dentro la mia calda voglia, ebbi subito un orgasmo.
A turno venni scopata: ne contai sei e alla fine di un ora abbondante, sentivo la mia fica bruciarmi come il fuoco.
Avevo la benda e quindi tutte le mie percezioni venivano amplificate.
Mi concentravo e godevo…sentivo cazzi corti, lunghi, grossi, tutti diversi.
Chi era gentile, chi violento.
In particolare il quarto fu veramente doloroso.
Pur essendo larga al massimo e ben lubrificata dai membri precedenti, il quarto doveva essere veramente grosso: inoltre mi aveva usata proprio come un oggetto, strapazzando i miei seni mentre mi spaccava in due…
I miei gemiti non lo avevano fermato, anzi, diceva che dovevo allargarmi di più, per compiacere tutti gli invitati e, mentre lo diceva, continuava a scoparmi come una bestia.
Ricordo che quando venne, ebbi un sospiro di sollievo; gli altri due che seguirono, furono più umani.
Venni fatta alzare e mettere su uno strano oggetto che non capivo cosa fosse, ma che chiaramente dava la possibilità di prendere il mio corpo, in qualsiasi modo lo si volesse.
Avevo già goduto diverse volte e onestamente io sarei stata anche a posto, ma sapevo che quella sera, la mia iniziazione era appena cominciata.
Un cazzo spingeva sulla mia bocca, allora la aprii per ricevere il primo di tanti.
Sono molto esperta e mi piace fare venire gli uomini con la bocca, ma normalmente scelgo io quando smettere, così, dopo diversi pompini fatti e diverse sborrate ricevute, cominciavo a essere stanca.
Avrei voluto dirlo, ma la prima regola che avevo accettato entrando in quella casa, era quella di non parlare mai.
Mentre continuavo a prendere membri in bocca, qualcuno decise che era ora di sentire anche il mio culo.
Niente di strano, sapevo che era l’oggetto dei desideri; quello che non sapevo era che dopo quella sera, sarei stata molto più larga e aperta.
Quello di cui avevo paura era il quarto che mi aveva scopata, speravo fosse andato via o fosse stanco, non riuscivo a pensare a cosa mi avrebbe fatto se fosse entrato dietro di me.
Le mie speranze svanirono quando riconobbi la voce che parlava delle mie natiche, di come fossi secondo lui troppo stretta.
In un’altra situazione, mi sarei messa a ridere, ne avevo presi tanti nel culo e mi era sempre piaciuto, ma come dicevo, avevo sempre deciso io e sapevo cosa stavo per ricevere.
In quel caso, per la prima volta ero preoccupata e non vedendo il mio prossimo sodomita, ero tesa.
La mia tensione aumentò quando lo sentii mettermi dentro un pezzo della sua carne.
Come avevo immaginato, era troppo grosso anche per me.
Cominciai a urlare sul cazzo che avevo tra le labbra, ma le mie urla furono sopite da altro sperma.
Mi sentivo impalata in una maniera indicibile, non riuscivo a provare piacere, seppure qualcuno mi stesse accarezzando la vagina e mi leccasse.
La spinta successiva, fu dolorosa come mai avevo provato.
Lui si lamentava che ero troppo stretta e io lo maledivo per quella sofferenza.
Poi a un certo punto venne e, quando lo sentii uscire, provai un senso di sollievo.
Quelli che vennero dopo, furono ramoscelli d’ulivo al suo confronto.
La mia bocca continuava a ricevere sessi e a farli venire.
Ero stravolta e affaticata, non vedevo la fine di quella serata e già cominciavo a maledirmi per la mia sottomissione sessuale.
A un certo momento mi misero qualcosa di liquido dentro la fica e subito dopo sentii una lingua ruvida, non umana, che mi leccava forte dandomi sensazioni indicibili.
Cominciai di nuovo a godere come una pazza e pur capendo che non vi era niente di umano in quella lingua, ebbi due orgasmi violentissimi.
Non volli mai sapere chi o cosa era che mi aveva leccata in quel modo indicibile.
Quella serata, fu qualcosa di indimenticabile: la benda mi diede la possibilità di allargare ile mie sensazioni sensoriali e la fantasia fece il resto.
Ogni persona venne immaginata a mio piacimento e anche l’ultimo contatto, fu gestito a mio piacimento come immaginazione.
Quando mi fu tolta la benda e venni portata fuori, mi resi conto di quanto fossi sfinita e senza forze.
Tutte le mie parti intime erano come minimo indolenzite.
Accompagnata nella mia macchina, trovai il mio padrone e Gianni i quali, facendomi spazio, cominciarono a discutere su quello che avrei dovuto fare la sera dopo.
Io ascoltando, già cominciavo a eccitarmi e, a chiedermi se avrei avuto il coraggio di fare quello che loro stavano dicendo…

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