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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Un altro anziano

By 26 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Un giorno, anzi una sera in un fast food io e mia moglie avevamo incontrato al bar un signore il quale era solo e aveva voglia di parlare.
Attaccò bottone, era napoletano e come loro era di compagnia, simpatico, amichevole.
Il signore aveva quasi 80 anni , era pensionato e ci raccontò che viveva da solo, perché rimasto vedovo.
Era molto giù, triste e dopo diverse parole uscimmo e ci dirigemmo da un’altra parte, camminando per la strada, ci invitò a bere un amaro in un bar, e noi vedendolo solo e triste non riuscimmo a dirgli di no.
Ci raccontò tutta la sua vita e noi la nostra fino a che nel raccontargli che mia moglie stava a casa e che aveva avuto esperienza con la nonna , in passato per tenergli la casa in ordine e vestirla, ecc , lui chiese a mia moglie se fosse interessata a guadagnare qualcosa , insomma le offrì di andare ogni tanto a casa sua a fare le faccende di casa, perché lui era solo e non sapeva .
Allora insistette e ci invitò a casa sua.
Entrati notammo che era una casa bisognosa di una donna.
Insomma ci scambiammo i numeri di telefono e tornati a casa mia moglie disse che poteva farlo, dato che avevamo bisogno di soldi.
I primi giorno furono di duro lavoro perché la casa era in alto mare ma col tempo lei prese confidenza e si mise anche più comoda, infatti iniziò ad andare a lavorare da lui vestita in modo più pratico e forse questo fu quello che fece scatenare il tutto.

Lei si metteva le scarpe da ginnastica e sopra un paio di leggins molto aderenti e sottili, sembravano dei collant ed erano pure un po’ trasparenti.
Sopra metteva una maglietta lunga che faceva da vestitino da gonna inguinale, insomma le si vedevano un po’ le chiappette e sopra dato che lei portava la quinta, le seguivano bene i seni e sopra aveva dei bottoncini, così che se sudava poteva cercare un po’ di refrigerio.
Lei era amichevole con lui e lei capiva che lui da uomo potesse avere dei desideri nei suoi confronti, era abituata, anche se era anziano.
Mentre lei faceva le faccende di casa lui la guardava e si metteva sempre in punti per cercare di vederla tutte le volte che lei si chinava.
Quando lei si chinava la maglietta si accorciava e il suo bel sedere si vedeva bene, i leggins seguivano perfettamente le curve e portando sotto un perizoma, la vista era completa.
I leggins non coprendo benissimo,lasciavano vedere anche bene le sue mutandine e questo non faceva altro che farlo eccitare.
Il signore che si chiamava Enrico ogni volta cercava di prepararsi per lei.
Col passare del tempo le faccende aumentarono, oltre che le pulizie, il letto, si occupò di preparargli da mangiare e questo le fece aumentare la paga perché così era li anche tutti i giorni.
Poi iniziò a lavargli i vestiti, mutande comprese!!
Iniziò anche a lavargli i capelli e ormai arrivata l’amicizia e tutto quello che ne consegue il caro Enrico iniziò con delle scuse ad appoggiare ogni tanto la mano sulle sue gambe, tenendola ferma ma comunque’
Lei non disse nulla, fece finta di niente ma andando avanti col tempo lui iniziò a muovere la mano su quelle gambe, anche se poco anche se vicino al ginocchio iniziava a tastare e a gustare e Sara’
Sara: signor Enrico’
Il signor Enrico iniziava a farsi pettinare e con la scusa che fosse seduto, si guardava e toccava le gambe di mia moglie sempre meglio, cercando di salire sempre più fino ad arrivare sin quasi i glutei’
Sara: Signor Enrico’la prego’
Enrico: Sara cosa sto facendo?
Sara: non si fa’
Enrico: ti sto solo dando le carezze, non posso?
Sara si sentì in difetto’e allora fece finta di niente e lasciò andare.
Enrico allora in modo dolce e delicato continuò ad accarezzarle la gamba.
Finito di pettinarlo Sara gli disse che doveva andare, allora Enrico tirò fuori qualche soldo extra e continuando ad accarezzarle la gamba le diede la mancia.
Enrico: non mi dai il bacino?
Sara allora gli diede un bacino sulla guancia.

Da quel giorno lui aveva acquisito il diritto di toccarle le gambe e ogni giorno che passava la mano o le mani si degustavano le sue cosce in modo sempre più sfacciato e fino ad arrivare sempre più in alto, addirittura tastandole pure il sedere ben visibile e ogni tanto lei si lamentava ma lui subito si faceva perdonare dandole qualche mancia, qualche decina di euro.
Le tette se le guardava senza inibizione e pure lei si divertiva e spesso si sbottonava apposta per fargli vedere la mercanzia.
Quando lo pettinava, lui si sedeva e lei stando in piedi oltre che subire i testamenti sulle gambe e sempre più anche su quel bel sedere, lei gli appoggiava i seni sulla testa, con delle scuse le appoggiava sul viso indossando reggiseno sottilissimi e lui ogni volta ne rimaneva inebriato.
Lei sapeva che poteva giocare con lui, nessuno sapeva, almeno questo era quello che pensava lei e comunque nessuno vedeva.
Passato il tempo lui le chiese di poterle aiutare a lavarsi, a fare la doccia o il bagno.
Lei inizialmente non se la sentiva ma quando lui le fece vedere che le avrebbe dato 50 euro allora accettò.
Lui si spoglio e lei rimase senza parole, si mise a ridere e dovette complimentarsi nel vedere che il vecchietto aveva una bella asta.
Lei lo lavò tutto e alla fine arrivò al punto saliente, iniziò prima col sedere e poi riempiendosi le mani di sapone liquido iniziò a lavargli i testicoli per poi passare a quella bella sta che iniziava ad inarcarsi.
Prese altro sapone liquido, tanto sapone, con un po’ d’acqua per diluirlo ed iniziò a massaggiarglicon le due mani quel tronchetto che si stava formando.
Tenendolo per la cappella con quelle dita da ragazza, con quelle unghie non troppo lunghe ma di colore rosso fuoco, con l’altra mano lo massaggiò come se gli facesse una sega, forse pensava a me, almio cazzo quando mi masturbava a casa prima di prenderlo in bocca.
Lui, Enrico erano anni che non aveva più avuto rapporti con la moglie ormai defunta, inoltre era di vecchia concezione quindi certe cos non le faceva e in più mai con una tale dimestichezza.
Una volta insaponato tutto era tutto coperto di sapone e lei prese la cosa sul serio e con delicatezza piano piano iniziò a scappellarlo, con l’intento di pulirglielo bene, dato che aveva appena ricevuto una bella mancia di 50 euro come extra.
Scappellato si mise a insaponarlo ancora e a andare su e giù con le dita cercando di far entrare il sapone dentro la cappella.
Lei non si accorse, concentrata come era nel guardarglielo, che lui stava impazzendo, aveva una faccia viola, stava provando un piacere che da anni non provava più.
Il bastone era diventato bello duro e lei continuò fino a chè da quel fungo scappellato non uscì un getto, uno schizzo di crema bianca densa che mai lei si sarebbe aspettata e neanche lui.
Lei rimase spaventata.
Sara: ‘oo’mi scusi Ingegnere’non volevo’non sapevo’non l’ho fatto apposta..
Mi ero scordato di dire che lui era un Ingegnere in pensionee quindi ogni tanto lei lo chiamava così, per rispetto e lui gradiva la cosa.
Enrico: ooo’siii’no’non preoccuparti ‘anzi’.è colpa mia’
Sara: mi perdoni, non volevo, che figura’aiuto non so cosa mi sia successo’cosa posso fare?
Enrico: tranquilla, anzi,..
Sara non sapendo cosa fare si dileguò lasciandolo li solo in quella situazione.
Sara: mi scusi devo andare via’
‘e scappò per la vergogna.
Il giorno dopo l’Ingegnere mi chiamò e mi disse che stava aspettando mia moglie, io allora la chiamai dal lavoro e le dissi di andare.
Lei tornata da lui imbarazzata chiese scusa.
Sara: Ingegnere mi perdoni, non succederà mai più’
Enrico: ma no, vieni qua, non preoccuparti, vieni , siediti affianco a me sul divano.
Lei eseguì l’ordine e si sedette affianco a lui sempre con i suoi leggins semi trasparenti e la magliettina scollata.
Lui l’abbracciò facendo arrivare una mano quasi a contatto con un seno e l’altra sulla sua gamba’
Enrico: Sara come va tuo marito? Col lavoro?
Sara: mica tanto bene, cercano di pagarlo di meno’
Enrico: non preoccuparti per ieri, anzi è stato bellissimo, erano anni che non provavo una cosa simile.
Sara: ma Ingegnere non volevo, io’
Enrico: perché non mi lavi tutti i giorni? Come ieri’ti prego’posso aiutarvi economicamente, potrei darti degli extra ogni volta che’
A quel punto con una mano si mise a palparle una gamba cercando di affondare sempre più verso la sua patatinae lei avendo le gambe non accavallate ma chiuse, smise di contrarle, lasciandole un filo più morbide’e nel mentre lui con l’altra mano l’appoggiò dal braccio al seno ed in modo naturale tenendola ben aperta le agguantò tutto il seno, come per aspettare di vedere cosa dicesse lei.
Lei non sapendo come comportarsi, per paura di sbagliare stette ferma.
L’Ingegnere vide questo come un consenso o come un indecisione che necessitava di una decisione ferma o spavalda.
Enrico: adesso vediamo come aumentarti lo stipendio, cara Sara, va bene?
E così dicendo le diede un bacio sulla guancia e lei sorrise e poi le diede un bacio sulle labbra’
Sara: daiii’Lei è un monello’è un por’
Enrico continuava a palparle le due gambe’con sempre più energia e iniziò anche col seno ad accentuarne il tocco.
Enrico: sono un’? Dai dillo
Sara intimorita: daii’
Enrico: ti darò almeno 50 euro quando faremo certe cose’
Sara: certe cose cosa’?
Vedendola intimidita ne approfittò e affondò la mano tra le gambe e per la prima volta riuscì a arrivare alla patata, si lei aprì un poco le gambe permettendogli di entrare, e poi strinse come una morsa ma ormai la sua mano era dentro a contatto con la patatina, anche se c’erano le mutandine e i leggins.
Dall’altra le strinse il seno e cercò di entrare nel reggiseno con la mano.
Col braccio le chiuse il collo attirandolo verso di se e provò a baciarla, mettendole le labbra a contatto e cercò di affondarle la lingua.
Lei rimase quasi bloccata’
Sara: la prego Ingegnere, la smetta, mi lasci’
E dopo qualche secondo di abuso la mollò’
Enrico: mi scusi sara ma mi son lasciato trasportare’Mi fai il bagnetto allora?
Sara : quando?
Enrico:adesso
Sara sorrise’
Sara: va bene’
Tornati in bagno si ripetè il gioco del giorno prima e arrivati al momento desiderato lei stette più attenta ma lui’
Enrico: me lo pulisca bene per favore, meglio di ieri.
Sara sorrise ‘
Sara: va bene’
Lo masturbò sempre con tanto sapone e questa volta lo guardò anche in faccia e lui si lasciò andare nelle sue facce eccitate.
Enrico: siii, come sei brava, mia moglie mica me lo faceva.
Sara sorrise e compiaciuta lo guardava con attenzione per capire come lavarlo e masturbarlo al meglio e iniziò a guardarlo oltre che con timidezza anche in modo malizioso.
Andò avanti fino a che lui non iniziò ad ansimare.
Enrico: siii, daiii continua’, vai avanti così, bravvaaa
Sara con una mano gli massaggiava i testicoli e con l’altra lo masturbava.
Sara: sii Ingegnere ‘si lasci andare, va bene così?
Enrico: ooooaaaa, siiiii
L’ingegnere raggiunse l’orgasmo e schizzò da tutte le parti, lei continuò a masturbarlo fino a che non uscì più nulla.
Quegli schizzi andarono ovunque colpendola pure sulla magliettina nera.
Sara lo guardò con un sorriso compiaciuto.
Sara: come va?
Enrico: oo, siii, è stato bellissimo, grazie Sara.
Gli schizzi erano andati ovunque , pure sui leggins, quindi si dovette cambiare prima di andare via.
Prima di andare a casa mia moglie ricevette l’extra dall’Ingegnere, lui le mise i soldi nel reggiseno.
Enrico: brava, sei stata proprio brava.
Sara: grazie a domani.
Nel salutarla le diede una bella manata sul sedere e lei sorrise ma non disse nulla, se lo lasciò fare.

I giorni andarono avanti ed ormai queste cose erano diventate la normalità, anche Sara ormai si stava affezionando a quel suo nuovo giocattolo, quel nuovo mastello.

Ormai sempre più spesso lei lo lavava, lo masturbava, era diventata routine e lo conosceva sempre più, capiva le reazioni, ne sentiva le pulsazioni e lo conosceva esteticamente benissimo, sapeva dove c’era con precisione un neo.

Ormai quando lo lavava lui stava in piedi e lei per comodità in ginocchio,poi lo asciugava con cura e poi gli metteva il borotalco facendolo diventare tutto bianco, e un giorno siccome era spompo e non riusciva a venire, lui uscito dalla vasca rimase in piedi, lei rimase in ginocchio e dovo averlo innevato e reso tutto bianco, come fosse una cosa normale, quasi istintiva si rimise a masturbarglielo e parlando con l’Ingegnere entrarono in confidenza e Sara s mise a parlare di quel bel mastello a cui lei veramente si stava affezionando, conoscendolo meglio del mio, e trovandosi sotto di lui nel masturbarlo parlarono di quel mastello, lei gli fece delle domande in generale e lei gli fece i complimenti e capitò che essendoci vicino, molto vicino col viso gli fece strisciare la cappella sulla sua guancia e ne odorò il profumo di borotalco.
Nel guardarlo bene, lo alzò, gli guardò i testicoli e gli propose di depilarlo bene e lui imbarazzato accettò.
Diventò tutto liscio e più bello del solito’a quel punto lei si stava divertendo e il povero (si fa per dire) Enrico dovette sottostare ai giochi.
A quel punto lei si mise a fargli strisciare la cappella nuovamente sulle guance morbide e poi riprese a segarlo, facendolo diventare più duro ma non riuscendo a farlo venire.
Allora passando da una guancia ad un’altra mia moglie lo fece sfregare sul suo naso e poi sulle sue labbra due o tre volte fino a che non iniziò a dargli i bacini, con quelle labbra rosse, piene di rossetto si divertì a lasciargli i segni dei baci.
Riprese a dargli baci e iniziò ad inumidirsi le labbra guardandolo negli occhi come una monella desiderosa di farlo impazzire.
Mia moglie quel giorno aveva voglia, di giocare.., ad un certo punto tirò fuori la punta della lingua , come se la sua boccuccia dovesse baciare un’altra bocca, la bocca di un mastello’
La linguetta uscì un poco ed inumidì la punta della cappella dell’Ingenere, lei faceva queste cose e lo teneva sottocchio.
A quel punto osò sempre più e tirò fuori la lingua iniziando a leccargli la cappella da sotto per poi passare ai lati fino a che non decise con uno sguardo da troietta di far entrare dentro la sua boccuccia tutta la cappella dell’Ingegnere.
A quel punto, preso coraggio tenne la cappella in bocca ed iniziò a giocare con la sua linguetta, leccandogliela tutta ed iniziando a succhiarla, ad aspirarla e poi a mordergliela facendo fare un salto all’Ingegnere.
A quel punto si mise a leccarglielo anche di lato per poi riprenderlo davanti e fece entrare pian piano porzioni di quel cazzo fortunato, sempre più consistenti.
Ormai era fatta, il pompino era iniziato, lui si appoggiò alla parete e lei continuando a guardarlo in faccia andò avanti, quel cazzo diventò sempre più duro e ci diede dentro, si capiva che Sara era determinata, lo voleva far venire di bocca, con una mano si mise a masturbarlo e con l’altra gli massaggiò i testicoli con quelle belle unghie rosse. Andò avanti fino a che con un dito andò dietro sul sedere dell’ingegnere e lo mise dentro, si, gli mise un dito un po’ dentro il sedere facendogli così stringere le natiche e dandogli una scossa finale tale per cui Enrico raggiunse un orgasmo che inaspettato andò in parte nella bocca di mia moglie e in parte fuori, sul viso dato che lei cercò di togliersi ma lui con le sue mani libere cercò di recuperare.
Mia moglie aveva fatto per la prima volta un pompino all’Ingegnere, e senza che lui l’avesse chiesto’mia moglie si era lasciata trasportare dalla perversione e aveva desiderato quel cazzo che non era di suo marito’

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