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UN INCONTRO DECISIVO

By 28 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Roberto ed ho 42 anni. Non sono esattamente quel che si dice ‘un figo’, ma neanche brutto; ho un buon carattere ed una discreta posizione economica: insomma, un tipo affidabile e tranquillo.
Non so bene per quali di queste qualità Teresa, la mia compagna, mi abbia scelto, ma so che con lei ho instaurato subito un buon rapporto. Teresa ha 35 anni, bionda, non tanto alta, formosetta, con un viso dolce, acqua e sapone, molto carina ma decisamente poco appariscente, nel muoversi e nel vestire.
Da circa sei mesi è venuta a vivere con me, a Milano, ed ha lasciato a Napoli, con la nonna, sua figlia Monica, appena diciottenne, nata da un suo rapporto adolescenziale con un uomo più grande, che poi l’ha piantata, senza farsi più vivo. Monica tra poco farà gli esami di maturità e poi ci raggiungerà, per rimanere con noi.
Fino ad un mese fa, il nostro rapporto filava liscio, forse un tantino monotono, ma comunque rassicurante; il sesso non era il massimo, a causa dei numerosi tabù che frenavano Teresa, ma io facevo del mio meglio per non farglielo pesare. All’improvviso, un Giovedì, apparentemente insignificante, accade qualcosa che sconvolgerà le nostre esistenze in modo assolutamente imprevisto.
Rientro a casa dal mio ufficio verso le 13.30 e trovo Teresa in salotto con una sua amica, che non avevo mai visto prima.
‘Ciao amore, vieni che ti presento Barbara: è una mia ex-compagna di liceo, che si è trasferita a Milano da qualche mese’ pensa, mi ha rintracciato attraverso Facebook!’
Barbara è una bella donna: 1,72 circa, fisico asciutto, capelli neri a caschetto, gambe lunghe e nervose, gonna appena sopra al ginocchio, ma con un generoso spacco laterale, piglio da donna manager. Mi tende la mano con fare deciso, quasi mascolino, fissandomi con un mezzo sorriso: ‘Ah, così questo è il tuo Roberto!’ ‘Piacere’ faccio io un po’ impacciato, sentendo il disagio di quegli occhi penetranti. Ci risediamo e rimaniamo a chiacchierare per una buona mezz’ora, tempo in cui la mia più grande fatica è quella di evitare di guardare le gambe della nostra ospite: accidenti se sono belle! Ogni cinque minuti cambia posizione, scoprendone un po’ di più’ comincio a sudare; per fortuna né Teresa né Barbara sembrano fare troppo caso a me.
Ad un certo punto Barbara si alza di scatto e fa: ‘Si è fatto tardissimo, devo tornare in ufficio; Teresa, mi chiami un taxi per favore?”
Ma no, dai, ti può accompagnare Roberto con la macchina’ vero Roberto?’
‘Si, certo..’ dico io, mentre penso: ‘Ma che caz’! Non ho neanche mangiato!’
‘Perfetto! Allora andiamo, che faccio tardi!’ ‘Ma guarda che tipo!’ penso io mentre salutiamo Teresa e ci avviamo alla macchina.
‘Mi devi accompagnare in Via Turati, di fronte al Grandi Magazzini’ mi dice Barbara, mentre si stende sul sedile e appoggia i piedi sul cruscotto, scoprendo le cosce, fin quasi al pube; ‘mi riposo un po’, mentre vai; tu guarda la strada e sbrigati, che sono in ritardo’ aggiunge con studiata malizia.
In quella posizione è di una bellezza quasi oscena, eppure intoccabile, inarrivabile’ una Dea! Inconsciamente accelero, per togliermi da quell’impaccio al più presto e, in quindici/venti minuti, arriviamo a destinazione. Barbara tira giù le gambe dal cruscotto, graffiandolo leggermente con i tacchi e, senza ringraziarmi, dice: ‘Ok, allora vieni a prendermi qui alle 20.00 precise!’ ‘Ma’ veramente” provo a dire io ‘Puntuale, che non mi piace aspettare!’ e si allontana, senza voltarsi, dandomi modo di ammirare il suo culetto, alto e sodo, al quale non avevo fatto caso prima.
‘Ma questa è matta!’ penso tra me, mentre la guardo allontanarsi, ‘Che si è messa in testa, che le faccio da autista per tutta Milano? E poi alle 20.30 mi aspetta Teresa: è da un mese che le ho promesso di portarla al cinema. Quando Barbara vedrà che non vengo, capirà’ Certo che è proprio bella’ Si, ma anche una bella str’! Quella è capace di mettermi nei guai con Teresa! Che culo, però’ No, no, non ci vado!’.
Continuo con queste riflessioni per tutto il pomeriggio e mi ritrovo, come in trance, davanti al suo ufficio, in Via Turati, alle 20.00 in punto.
Dopo qualche minuto arriva lei: ha il passo deciso ed un sorriso beffardo:
‘Bravo Roberto!’ mi dice mentre entra in macchina ‘Sei stato puntuale’ meglio così. Adesso portami a casa. Sto dietro la fiera’ ti dico io.’
Eseguo docilmente, mentre lei stende di nuovo le sue gambe sul cruscotto, massaggiandosi le cosce, incurante della mia presenza.
Arriviamo sotto casa sua che sono quasi le 20.30; penso: ‘Anche se arrivo a casa alle 21.00, possiamo sempre mangiare una cosa al volo e fare a tempo allo spettacolo delle 22.00.’ ‘Allora ciao Barbara, devo andare” ‘Si, ciao! Forza, chiudi la macchina e andiamo su!’ ‘Ma no, guarda, ti ringrazio ma avevo promesso a Teresa” ‘Allora, andiamo?!!!’ La seguo istupidito, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso e mi ritrovo seduto sul suo divano, mentre lei mi dice: ‘Mi do una rinfrescata e vengo, in frigo c’è del prosecco: versamene un bicchiere’. Mentre sento scorrere l’acqua della doccia, rimango a pensare a cosa dire per andarmene e a cosa inventerò per giustificare il ritardo con Teresa, quando lei ricompare, vestita soltanto di un mini accappatoio bianco, ai piedi due zoccoletti di legno e, sui capelli bagnati, un asciugamano legato a turbante. Prende il flute di prosecco che le avevo preparato e si stende sul divano, poggiandomi i piedi sulle gambe. ‘Dai, fammi un bel massaggio ai piedi, adesso’. ‘Senti Barbara, Teresa mi aspetta” A questo punto, lei alza una gamba, scoprendo completamente la coscia e mi poggia il piede proprio sulla bocca, per farmi stare zitto ‘Allora, questo massaggio?’
Inizio a massaggiarle un piede, mentre lei mi strofina l’altro sulla faccia, ridendo e scoprendo a tratti la sua michetta depilata e con le labbra leggermente gonfie ed arrossate per la doccia; io sono completamente inebetito: ogni volta che lei mi passa il piede sulla bocca, tiro fuori la lingua per leccarlo e lei lo allontana ridendo. Ad un tratto mi ricordo di Teresa e faccio per dire qualcosa, ma Barbara mi anticipa porgendomi il mio cellulare, sul quale aveva già formato il mio numero di casa ‘Pronto? Pronto Roberto, sei tu?’ sento la voce di Teresa ‘Si Teresa’ scusa’ ‘ In quel preciso momento Barbara inizia a massaggiarmi il cazzo con un piede, attraverso la stoffa dei pantaloni, mentre mi passa l’altro su tutta la faccia’ ‘Ho avuto un contrattempo in ufficio’ mmmh’ no, no sto bene’ mmmh’ si sono solo un po’ stanco’ Barbara adesso mi sta stringendo il cazzo con le mani, mentre mi lecca tutta la faccia’ ‘Roberto, allora se ti sbrighi, facciamo a tempo all’ultimo spettacolo” ‘Va bene amore” Barbara mi toglie il telefono di mano e riattacca, poi mi guarda con un sorriso diabolico e dice: ‘Ma allora sai dire anche le bugie’! Vediamo che altro sai fare!’ Mi afferra per i capelli e mi spinge la testa tra le sue cosce. Io comincio a leccarle la fica come un forsennato e vado avanti per un buon quarto d’ora, succhiandole il clitoride e bevendo tutto il suo liquido, quando all’improvviso suonano alla porta: ‘Che aspetti? Vai ad aprire!’ Non sono più in grado di opporre alcuna resistenza: mi stacco da quel paradiso caldo e fradicio di umori e vado ad aprire la porta: mi trovo davanti un giovane sui 35 anni, palestrato ed abbronzato come un bagnino di Baywatch; entra senza salutarmi, né degnarmi di uno sguardo e si avvicina a Barbara che subito gli butta le braccia al collo, lasciando cadere a terra l’accappatoio, e gli stampa un bacio sulla bocca. ‘E’ un bel po’ che ti aspetto’ mi sono fatta due palle’!’ Poi comincia a spogliarlo, mentre mi dice: ‘Versa qualcosa da bere a Mario prima di andartene’. Ah!’ Salutami Teresa!’. Mentre esco, incredulo, mi volto e vedo Barbara che si infila in bocca un cazzo enorme, guardandomi soddisfatta.
Mentre guido verso casa, la mia testa è un vulcano di sensazioni contrastanti: ‘Cosa vuole da me Barbara? Perché mi ha voluto umiliare, facendomi venire a casa, mentre aspettava Mario?’ E subito dopo: ‘Perché sono terribilmente eccitato e non vedo l’ora di rivederla?’ E ancora: ‘Porca vacca, che racconto adesso a Teresa’ mi sta aspettando da tre ore’ sono proprio uno stronzo!’
Arrivo a casa, ancora frastornato e con il cazzo duro, come non l’avevo più da quando ero ragazzo. ‘Però, che leccata di fica’!’ penso mentre mi passo la lingua intorno alla bocca ancora impiastricciata. ‘Porc’! Mi sono dimenticato di lavarmi la faccia!’ Cerco freneticamente un fazzoletto per pulirmi, ma in quel momento Teresa viene ad aprirmi e, prima che possa fare qualsiasi cosa, mi getta le braccia al collo e mi bacia sulle labbra; fa una piccola smorfia e mi dice: ‘Hai un saporaccio, sei tutto sudato; vai a darti una rinfrescata e poi vieni a mangiare qualcosa’. La guardo, mentre mi dirigo al bagno, felice di averla scampata: indossa una vestaglietta leggerissima, che lascia intravedere le sue forme generose, niente mutandine, niente reggiseno; ha l’aria di aver fatto da poco un bel bagno caldo. Mentre mangio, si siede vicino a me e ascolta con un sorriso benevolo le scuse che vado farfugliando piuttosto goffamente, circa il mio ritardo. ‘ Non preoccuparti amore, andremo al cinema un’altra volta’ non ci pensare e rilassati’ dice baciandomi teneramente sul collo’ ‘Ah, prima mi ha chiamato Barbara: voleva ringraziarti per il passaggio, dice che sei stato molto disponibile’ l’ho invitata Sabato sera a cena, verrà con un suo amico’ un certo Mario. Non ti dispiace, vero amore?’ ‘Certo che no’ rispondo, riuscendo a nascondere a malapena il tuffo al cuore che mi ha provocato quella notizia. Percepisco chiaramente che mi si sta aprendo un baratro davanti e nello stesso tempo non vedo l’ora di sprofondarci dentro senza ritegno.
Appena a letto, mi butto su Teresa con una foga senza precedenti; anche lei mi sembra più partecipe del solito, mentre la lecco dalla testa ai piedi, cercando di confrontare tutti i suoi sapori con quelli di Barbara. Indugio a lungo sulla sua fica dolcissima, appena contornata da una leggera peluria bionda, ricordando il sapore più acre e deciso di quella di Barbara, annuso il suo sudore delicato, lecco con passione i suoi piedini ancora profumati di bagno schiuma’ come è diversa, come è più ingenua, come è pulita’ La possiedo con veemenza, infilandole il cazzo più a fondo che posso, mentre le stringo con forza i seni e le dico qualche moderata sconcezza all’orecchio. In quel momento mi arriva un sms di Barbara: ‘Brutto porco! Che stai facendo a quella povera ragazza, mentre pensi a me? Domani mi racconti tutto’ alle 20.00 davanti al mio ufficio!’. ‘Chi era?’ fa Teresa ansimando ‘Niente, un mio collega che mi ricorda la riunione di domani sera” Un fiume di sperma liberatorio inonda la fica di Teresa, mentre io inavvertitamente sussurro ‘Barbara”, ma lei non se ne accorge.
Il giorno seguente il tempo sembra non passare mai; in ufficio, guardo continuamente l’orologio, senza riuscire a combinare niente di buono.
Una collega, accortasi del mio stato, prova a fare qualche battuta su me e Teresa, menzionando le mie occhiaie e la mia aria ‘sbattuta’, battute che cadono nel vuoto, così come i suoi goffi tentativi di provocarmi e di eccitarmi.
‘Che differenza con Barbara!’ penso tra me e me ‘Lei si che sa come farmi andare fuori di testa, anche con un solo sguardo!’. Trascorro l’intera giornata ripassando a mente le cose dette, le cose fatte e soprattutto quelle non fatte con Barbara’ ‘Sarà la volta buona oggi?’.
Dieci minuti prima delle 20.00 sono già davanti al suo ufficio che aspetto.
Le 20.00′ le 20.10′ le 20.20′ alle 20.25 eccola, finalmente! ‘Accidenti, e quello chi è?’ Viene verso di me, abbracciata ad un ragazzotto sulla ventina, che le palpa il sedere, senza vergogna. Lei è scapigliata e sudata e tutti e due ridono di gusto. Giunti davanti alla mia macchina, lei lo bacia a lungo, tastandolo oscenamente tra le gambe, mentre lui le infila le mani nella scollatura; io li guardo in preda ad una gelosia feroce, soffocata da una potente erezione e dalla speranza che questa sera sarà finalmente il mio turno.
In macchina lei mi chiede di Teresa, ridendo e chiamandola ‘la povera Teresa’.
‘Maiale! E così ti sei sfogato sulla povera Teresa, invece di farti una bella sega!’ mentre mi parla, mi apre la patta dei pantaloni e me lo tira fuori; poi inizia a schiaffeggiarlo, ripetendo: ‘Maiale, maiale, maiale!’. A casa sua, si toglie le scarpe, gettandosi sul divano in maniera scomposta e poi mi dice: ‘Non ho voglia di fare la doccia’ stasera sarai tu la mia doccia.’ Mi mette tutti e due i piedi sulla bocca e mi ordina: ‘ Avanti, comincia! E cerca di fare un buon lavoro!’ Io non chiedo di meglio: comincio a leccarle i piedi avidamente, gustandone tutto il loro sudore, per poi salire su per le gambe, le cosce’ le scosto le mutandine fradicie e mi getto a capofitto tra le sue labbra gonfie e calde, mentre i suoi umori mi colano su tutto il viso’ all’improvviso ho l’impressione di avvertire un sapore di sperma, all’interno della vagina e istintivamente provo a ritrarmi, ma lei mi spinge con forza la testa dentro e mi dice, con tono malizioso: ‘E no, caro! Devi leccare tutto!’. A questo punto inizia lei a comandare il gioco, spingendo avanti e indietro il pube, con movimenti ritmici e violenti, sempre più veloci, sempre più veloci, sempre più veloci, fino ad inondarmi il viso, i capelli ed il collo dei suoi liquido caldo e vischioso. ‘Bene!’ esclama soddisfatta ‘adesso levati dalle palle e vai a sfogarti sulla povera Teresa’ vedrai che sarà contenta.’ ‘Ma io” In quel preciso momento suonano alla porta: è di nuovo Mario. ‘Ah, il nostro Robertino!’ mi dice con aria di scherno ‘Ancora qui? Vai, vai che tanto ci vediamo domani sera a cena! Voglio proprio conoscere anch’io la tua Teresa’. ‘Caz’! Mi ero quasi dimenticato che veniva pure lui!’ ‘Tranquillo” continua, come se leggesse nel mio pensiero le paure e le ansie che mi tormentano.
Torno a casa, ma questa volta mi fermo prima ad una fontana, per sciacquarmi il viso e la bocca. Teresa mi accoglie dolcemente, come al solito, ma io la prendo e la sbatto sul letto, con una violenza mai usata prima. La lecco, la mordo e le dico cose mai osate in passato; mentre la stantuffo selvaggiamente, ho perso ormai ogni controllo su di me. Quando finalmente comincio a scaricare dentro di lei tutta l’eccitazione accumulata in giornata, ho l’impressione per un attimo di vederla sorridere: quello stesso sorriso malizioso di Barbara’ ma no, ormai mi sembra di vedere Barbara dappertutto.
Sabato mattina mi sveglio in preda all’ansia e ai dubbi: ‘E se Mario si tradisse e facesse capire che mi conosce già? Oppure Barbara, per divertirsi alle spalle di Teresa, potrebbe esagerare un po’ e lasciarle intuire qualcosa”. Al diavolo: la verità è che non vedo l’ora di rivedere Barbara e di assoggettarmi ai suoi giochi crudeli, ma terribilmente eccitanti, costi quel che costi! Con questi stati d’animo, contrastanti ma non troppo, trascorro l’intera giornata, tra continue erezioni, pregustando le provocazioni cui verrò certamente sottoposto, e momenti di panico (pochi), al pensiero che qualcosa possa andare storto.
Teresa non ha voluto alcun aiuto da me; ha preparato una cenetta non troppo ricca ma davvero stuzzicante ed ha apparecchiato la tavola con gusto semplice e raffinato allo stesso tempo. Quanto al suo abbigliamento, purtroppo è rimasta fedele al suo cliché: un vestitino di cotone stampato, appena sopra il ginocchio, scarpe basse ed un grembiulino da cucina’ niente di un po’ sexy, niente di provocante, nulla che possa attirare l’attenzione degli altri uomini’ che differenza con Barbara! Eppure Teresa sarebbe persino più bella della sua amica, con il suo visino da bambolina, quelle sue tette più che generose ed il culetto pieno e sodo’ se solo fosse un po’ meno ingenua’ un po’ più maliziosa’ basta: tanto peggio per lei! Adesso i miei pensieri saranno tutti per Barbara, almeno fino a quando non sarò riuscito a scoparmela!
Alle 20.15 circa suonano alla porta, vado ad aprire e quasi mi viene un colpo: Barbara è uno schianto! Indossa un micro-abito rosso fuoco e scarpe dello stesso colore, con altissimi tacchi a spillo; anche il rossetto è nella stessa tinta e le disegna una bocca oscenamente carnosa, il cui sorriso malizioso mi provoca un’istantanea, prorompente erezione e l’impulso di saltarle addosso, lì davanti a tutti. Mentre Barbara mi saluta, con i classici due bacetti sulle guance, fa in modo di sfiorarmi furtivamente la patta dei pantaloni e dice, con fare naturale: ‘Ti trovo bene, Roberto”. Mario invece borbotta verso di me soltanto uno stentato ‘Piacere, Mario’ e poi abbraccia e bacia Teresa, ricoprendola di complimenti: ‘Se Barbara mi avesse detto di avere un’amica così, sarei venuto a conoscerti prima; ma che ci fai con uno come Roberto? Sei proprio un bel bocconcino!’ Barbara a questo punto porge a Teresa un pacchetto: ‘Un pensierino per la padrona di casa” ‘Grazie, ma non dovevi’ come posso ricambiare?’ ‘Indossandolo subito: è un completino da pomeriggio, intimo incluso.’ ‘Ma io” ‘Niente ma! Vogliamo vederti con il nuovo completino’ conclude in modo perentorio Mario. Teresa va a cambiarsi e ritorna dopo dieci minuti circa, visibilmente imbarazzata: il completino è un mini-abito, con la gonnellina svasata e la scollatura profondissima, color panna, completamente trasparente e l’intimo’ è costituito soltanto da un perizoma nero, che si staglia violentemente sotto la trasparenza della gonna, evidenziando con prepotenza le rotondità ‘perfette del culo di Teresa. Sul davanti, le tette sono appena ‘accarezzate’ dalla stoffa leggerissima, che nulla nasconde dei due capezzoli rosa, dolci come fragoline di bosco e irrigiditi dall’eccitazione. Teresa mi guarda, come implorando un mio intervento in suo aiuto, mentre viene fatta oggetto di apprezzamenti pesanti da parte di Mario, ma Barbara, prima che io possa dire qualsiasi cosa, mi afferra il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni e comincia a massaggiarmelo freneticamente, coperta opportunamente da Mario in questa operazione. Io sorrido a Teresa come inebetito ed in quel preciso istante sento che la sto consegnando nelle mani di Mario e Barbara, ma non me ne importa nulla, anzi questo fa crescere ancora di più la mia eccitazione e ci manca un niente che non vengo nei pantaloni. A tavola Mario siede accanto a Teresa, di fronte a Barbara, che siede accanto a me. Più che accanto a Teresa, dovrei dire che Mario è sopra Teresa, perché la sovrasta completamente con il suo corpo grande e muscoloso, abbracciandola continuamente e proseguendo con gli apprezzamenti sempre più volgari nei suoi confronti; Barbara, sotto la tovaglia, mi ha tirato fuori il cazzo e me lo sega piano piano, per tenermi buono; ogni tanto Mario esagera e Teresa mi chiede aiuto con i suoi occhioni blu imploranti, allora Barbara aumenta il ritmo della sua mano ed io vado in estasi, sorridendo complice a Mario. Alla fine della cena, per tirarsi fuori d’impaccio, Teresa mi chiede di aiutarla a fare il caffè, in cucina, ma Mario mi precede fulmineo abbracciando Teresa e quasi sollevandola di peso: ‘Vengo io ad aiutarti’ vedrai come sono bravo!’ Barbara ride divertita e, appena rimasta sola con me, comincia a baciarmi sul collo e a leccarmi la faccia, riprendendo a segarmi il cazzo, con vigore. Dalla cucina arrivano rumori e voci confuse ma io sono completamente in trance, nelle mani di Barbara. Ad un certo momento, mi pare di sentire Teresa lamentarsi e provo ad alzarmi, per andare a vedere cosa succede, ma Barbara mi stringe forte le palle e dice: ‘Dove credi di andare?’ ‘Ho paura che Mario stia esagerando’ in fondo Teresa è la mia donna” a queste parole, Barbara mi molla un schiaffo violentissimo, poi si butta sul divano con le cosce completamente aperte e mi dice: ‘Stronzo! Oggi sono io la tua donna!’ Mi getto tra le sue gambe affamato e assetato di lei, incurante della possibilità di essere scoperto da Teresa, e comincio a leccarle e a morderle la fica, come un leone sulla preda appena catturata. Dalla cucina ogni tanto giungono rumori e suoni imprecisati: Barbara ride e fa: ‘Pensa se Teresa in questo momento ti facesse cornuto con Mario!’ ‘Ma che dici” ‘ Non ti piacerebbe essere cornuto? Non ti piacerebbe? Dai, dillo che ti piacerebbe essere cornuto!’ Intanto che mi provoca, ha ricominciato a segarmi e a leccarmi la cappella. ‘Lo so che ti piace, guarda che cazzo che ti è diventato, al solo pensiero! Allora ti piace essere cornuto, si o no?’ ‘S-si’ma” ‘Oh! E bravo il mio cornutello. Ora però lo devi dire ad alta voce’ forza!’ Il ritmo della sega che mi sta facendo è diventato frenetico. ‘Voglio essere cornuto” ‘ Più forte!’ ‘Voglio essere cornuto!’ ‘Di più!!!’ VOGLIO ESSERE CORNUTOOOO!!!’ Barbara scoppia in una fragorosa risata, mentre io riverso un fiume di sborra sulle sue mani dalle dita affusolate, con le unghie lunghe e smaltate di rosso; per un attimo ho la sensazione che qualcuno stia ridendo anche in cucina, ma poi mi perdo nel sapore del mio sperma, che Barbara mi strofina sulla bocca e su tutta la faccia.
Ci ricomponiamo in fretta, perché dalla cucina arriva la voce festosa di Teresa che esclama: ‘Il caffè è pronto! Arriviamo!’. Quando compare sulla porta, con il vassoio in mano, ha un’aria rilassata e contenta; forse mi sono preoccupato inutilmente prima: Mario in fondo voleva solo scherzare un po’. Meno male che nessuno si è accorto di me e di Barbara’ accidenti però: non mi è riuscito di scoparla neanche stavolta!
La serata tutto sommato si è conclusa bene e Teresa sembra più allegra del solito, complice anche qualche bicchiere di troppo. Mentre sparecchiamo e diamo una sistemata, le dico: ‘Certo che quel Mario ha esagerato un po’ con te” ‘Ma no, dai, è simpatico’ vuole solo scherzare’ e poi lo sai che per me ci sei solo tu!’ Così dicendo comincia a sbottonarmi la patta dei pantaloni e me lo tira fuori. ‘Guarda, guarda’ brutto maiale! Ti sei eccitato al pensiero di Mario che ci prova con me, vero?’ ‘ Ma no, che dici” ‘Dico che ce l’hai duro e che stai pensando a me e a Mario” Intanto che parla comincia a segarmelo, prima piano piano, poi sempre più veloce, ancora più veloce’ ‘Allora? Che ne diresti se me lo scopassi veramente? Vuoi che me lo scopi? Dillo che vuoi che me lo scopi!’ ‘Ma” Il ritmo della sua mano è diventato frenetico e Teresa ha comnciato a leccarmi dentro l’orecchio, mentre continua a sussurrarmi: ‘Vuoi? Vero che vuoi? Vuoi essere cornuto?’ ‘S-si’ voglio essere cornuto, lo voglio, voglio che ti scopi Mario!!!’ Teresa mi lancia uno sguardo diabolico e poi, interrompendo di colpo il movimento della mano, dice solamente: ‘Vedremo’.
Il giorno dopo, e anche gli altri a seguire, non ne parliamo più ed il comportamento di Teresa è tornato quello di sempre: evidentemente quella sera Teresa scherzava ed era anche piuttosto brilla. Dentro di me però quel pensiero comincia a farsi strada subdolamente e mi provoca spesso delle erezioni incontrollate, anche quando sono in ufficio’ possibile che davvero voglia essere cornuto? Barbara tutte le sere mi prende in giro e dice che io sono nato per essere cornuto ”e non solo quello’ aggiunge maliziosa. Trascorriamo insieme più ore la sera, perché Mario, a quanto pare, ha trovato una specie di ninfomane affamata di cazzo, che lo trattiene tutte le sere fino a tardi, prima di lasciarlo tornare da Barbara. ‘Non hai idea di come una santarellina si possa trasformare nella troia più scatenata, quando trova il maschio giusto’ mi dice spesso Mario’ e poi aggiunge: ‘Quel cornuto del marito torna sempre a casa tardi la sera e lei ne approfitta’ a proposito, come sta Teresa?’ ‘Porc’! E’ tardissimo, devo tornare da Teresa!’ Mi affretto a casa, ma quando arrivo lei sta già dormendo; è così ormai da diversi giorni, anche perché la mattina si deve alzare presto, per aprire al ragazzo dell’idraulico, che ci sta facendo un lavoro nei bagni. Lui arriva tutte le mattine alle 7.30, quando esco io, perché il lavoro lo può fare solo a quell’ora, prima dell’apertura del negozio.
Spesso ci incontriamo sul portone: ‘Buongiorno Sig. Roberto! Vado su da sua moglie a farle il solito lavoretto!’ ‘Vai, vai Giulio’ e mi raccomando: lavora bene!’ ‘Faccio del mio meglio, Sig. Roberto; la signora le ha detto se è soddisfatta?’ ‘Si, si, mia moglie è molto contenta; dice sempre che, quando questi lavoretti provavo a farli io, ero un completo disastro!’.
Malgrado il tempo che trascorro con Barbara, di scopare non se ne parla nemmeno. Sto diventando sempre di più il suo schiavetto e questa cosa mi provoca un piacere torbido ed intenso al quale non riesco più a rinunciare.
Barbara mi fa leccare i suoi piedi sudati e tutto il suo corpo, ogni sera, di ritorno dal lavoro: dice che la rilassa. Mentre la lecco, ha preso l’abitudine a spalmarmi una crema lubrificante sul culo, per poi infilarmi prima un dito, poi due, poi tre’ ‘Un bravo schiavetto deve essere pronto a tutto per la sua padrona’ mi dice spesso. Ogni volta che mi sento penetrato dalle sue dita, il cazzo mi diventa di marmo, allora lei me lo afferra violentemente, facendo in modo che io senta la pressione delle sue unghie sulle palle, e inizia a sputarmi in faccia mentre me lo mena, fino a farmi venire. Altre volte inizia a mangiare un frutto o una merendina, per poi sputarmela nella bocca ed obbligarmi ad inghiottire, mentre lei ride divertita. Una volta mi ha fatto stendere nudo nella vasca da bagno e poi si è messa a gambe divaricate su di me e mi ha inondato la faccia ed il torace della sua pipì calda e odorosa. L’ho pregata di farlo ancora e lei mi ha risposto: ‘Se farai il bravo”. Ieri, invece che con le dita, mi ha penetrato con un piccolo vibratore, mandandomi in estasi; in quel momento però è arrivato Mario, che si è messo a ridere sguaiatamente: ‘E bravo il nostro frocetto! Una di queste sere mi sa che faccio il servizio anche a te!’.

Domani arriva Monica, la figlia di Teresa. Toccherà a me andarla a prendere alla stazione, perché il treno arriva alle 8.10 di mattina e a quell’ora Teresa è impegnata a casa con gli idraulici’ si, gli idraulici, perché adesso a Giulio si sono aggiunti anche Franco e Gaetano, due suoi amici giovanissimi, che approfittano per imparare il mestiere. ‘In tre siamo il numero perfetto, per mettere tutti i tubi al loro posto!’ Mi ha detto ieri Giulio, quando li ho incontrati sul portone. ‘Ma non ci costerà troppo?’ Ho chiesto oggi a Teresa. ‘ No, guarda, vengono quasi gratis’ vogliono impratichirsi del mestiere. Tu piuttosto, la prossima volta che li vedi, dagli 50 Euro per uno: vedrai che saranno contentissimi!’.
Arrivo alla stazione in leggero ritardo e cerco con lo sguardo Monica, tra il via vai dei passeggeri in transito. Ad un tratto scorgo un bellissima ragazza, con una minigonna vertiginosa ed una canottierina semitrasparente, salutare con foga, dall’alto dei suoi zoccoli di legno’ possibile che sia lei? Me la ricordo poco più che una ragazzina: come ha fatto in meno di un anno a diventare così?!!!
E’ proprio Monica! Mi avvicino velocemente, anche perché intorno a lei si è formato un nugolo di ragazzi e uomini maturi, che la guardano con insistenza.
‘Ciao Monica, quasi non ti riconoscevo’ sei cresciuta!’ ‘Ti piaccio?’ Fa lei, con aria civettuola, facendo un giro veloce su se stessa e permettendo così alla sua gonnellina di sollevarsi completamente e mostrare le mutandine bianche. Mi avvicino per darle un bacio sulla guancia, ma lei mi precede, poggiando le sue labbra umide e morbide direttamente sulle mie e lasciandovele socchiuse per alcuni interminabili secondi. Non ci posso credere: ho già il cazzo duro e non so come nasconderlo, perché Monica nell’abbracciarmi struscia delicatamente una coscia sul mio evidentissimo pacco e poi sorride maliziosa: ‘Mmmh’ ma la mamma si prende cura di te? Mi sembri un po’ nervoso” ‘ Beh, sai la mamma ha molto da fare con gli idraulici, in questi giorni, e anch’io sono indaffarato con l’ufficio” ‘Mi sa che dovrò occuparmi un po’ io di te, Roberto!’.
Appena a casa, mi vado ad infilare nella doccia, per scaricare la tensione provocatami dall’incontro con Monica. ‘Accidenti che sventola che è per la sua età! E poi si diverte a provocarmi” Comincio inconsapevolmente a toccarmi, sotto l’acqua calda e presto mi abbandono ad una splendida sega, quando sento qualcuno entrare improvvisamente nel bagno. ‘Teresa, scusa faccio presto’ ‘Fai, fai pure con comodo, caro il mio porcellino!’ Cazz’! E’ Monica, non Teresa! Si apre la tenda della doccia ed entra Monica, completamente nuda, con i capezzoli dritti come chiodi e lo sguardo divertito. ‘Bene, bene: vedo che la mamma non ha poi scelto così male!’ ‘Ma che fai Monica, sei impazzita? Che dirà la mamma se ti trova qui?’ ‘E tu non glielo dire!’ ‘Cosa?’ ‘Che stiamo scopando nella doccia!’ Così detto,mi salta al collo e si infila nella sua passerina calda e accogliente tutto il mio cazzo, fino alle palle. Poi comincia a cavalcarmi con una foga che non avrei mai immaginato, in una ragazzina di nemmeno 19 anni! Mentre si muove su e giù sulla mia asta, mi sussurra in un orecchio: ‘Domani devo fare un po’ di shopping: mi servono almeno 300 Euro’ vero che me le dai?’ ‘Ma io” ‘Dai Robertino, fai contenta la tua Monica.’ Continua accelerando a poco a poco il ritmo della sua cavalcata. ‘Non vuoi bene alla tua Monica? Vedrai quanti servizietti sono capace di fare, se sarai bravo con me” ‘V-va b-bene!’ Riesco a pena a farfugliare, prima di scaricarle dentro una quantità enorme di sperma caldo e appiccicoso. Lei si sciacqua ridendo divertita e mi lascia solo nella doccia, mentre la sento dire ad alta voce: ‘Mamma? Domani vado a fare shopping!’.
Le giornate seguenti trascorrono più o meno uguali, tra la dominazione sempre più perversa di Barbara, su di me, e i ‘servizietti’ a pagamento di Monica, di nascosto da Teresa. A proposito di Teresa, non ho mai tempo di stare un po’ con lei: la mattina sono in ufficio e lei ha da fare con gli idraulici (ma quando finiranno questi lavori?), la sera Barbara mi sequestra fino a tardi, fino a quando ritorna a casa Mario, che ha ancora da fare con la sua ninfomane scatenata. Domenica mattina, finalmente provo a fare qualche approccio con Teresa, dentro il nostro letto. Lei mi guarda maliziosa e comincia a menarmi il cazzo, sotto le lenzuola, quando all’improvviso entra Monica, con le sole mutandine addosso, e si fionda nel letto con noi, posizionandosi tra Teresa e me. ‘Che state facendo, porcelloni?’ Dice rivolta alla madre, mentre poggia il suo culetto esattamente sul mio cazzo. ‘Dai Monica’ cosa vuoi? Vatti a vestire.’ ‘Voglio le tue coccole’ dice a Teresa, mentre spinge il suo culetto sodo contro di me e si scosta furtiva le mutandine. Poi inizia a baciare la mamma sulla bocca e sulle tette, ridendo: ‘Ti ricordi quando ti succhiavo le tette?’ Io non resisto a quella scena e punto decisamente il cazzo sul suo buchino stretto, ma lei stringe il culetto e fa: ‘Robertino, domani vado un paio di giorni al mare con una mia amica, mi servirebbero due o trecento Euro’ me li dai tu, vero?’ ‘Beh, se tua madre è d’accordo” ‘Certo che lo è!’ Esclama Monica, baciando ancora Teresa sulla bocca e aprendo definitivamente il suo buchino al mio cazzo, duro e teso come una spada infuocata.
Ho paura che Teresa si accorga di qualcosa e mi muovo piano piano, nel culetto di Monica, ma lei mi viene in aiuto dicendo, con voce da bambina: ‘Mamma, mi prepari la colazione, per favore? ‘Eh, mammina?’
‘Va bene, vado a preparare la colazione, ma voi due nel frattempo andate a lavarvi!’ ‘ Due minuti, Mamma, veniamo subito!’ Poi rivolta a me: ‘Dai, datti da fare, che abbiamo poco tempo’ Io la stantuffo sempre più veloce, leccandola dietro al collo ed alle orecchie, mentre lei mi accarezza le palle, con le sue manine piccole e morbide. ‘Sei la mia piccola troia, la mia puttanella’!’ ‘Si, si’ dimmi che vuoi solo me, che non te ne frega più niente di mamma!’ ‘Certo puttanella, ormai sono solo tuo’ mmmh’ ‘ ‘Bravo il mio Robertino, così’ così’ mmmh’ facciamo cornuta la mamma!’ ‘ Aaahhh! Troia, puttana, zoccola!’ ‘Si, si’ sono la tua zoccoletta, la tua puttanella e sono molto meglio di quella cornuta di Mammaaaaa!!!’ ‘Mi hai chiamato, tesoro?’ Si sente la voce di Teresa dalla cucina. In quel momento preciso il culetto di Monica inizia a traboccare del mio sperma, mentre lei, con la voce strozzata, risponde: ‘Arriviamo, mammina!’. Si ricompone velocemente e prima di andare mi sussurra: ‘Guarda che per un servizio così devi darmi almeno 400 Euro!’.
Sono passate altre due settimane, dai fatti appena narrati, e sto sprofondando sempre di più nella perversione e nell’oscenità. Barbara inventa giochi sempre nuovi e sempre più crudeli: mi umilia in tutti i modi possibili, calpestandomi con i tacchi a spillo, sputandomi in bocca ed in faccia ogni sorta di cose, inondandomi di pipì, obbligandomi a leccare lo sperma che Mario, od altri suoi amanti occasionali, le riversano quotidianamente nella fica e nel culo e invitando le sue amiche a godere dello spettacolo. A casa ormai sono praticamente di proprietà di Monica, che mi dispensa i suoi ‘servizi’ a pagamento, praticamente tutti i giorni, Domeniche incluse, anche sotto gli occhi Teresa, senza che lei si accorga di nulla. Riesce sempre a farmelo diventare duro, anche quando sono stanchissimo; ogni occasione è buona: a tavola (sotto la tovaglia), nel lettone insieme a Teresa (la Domenica), quando ritorno la sera tardi e Teresa già dorme, mentre faccio la doccia’ ed io non so dirle mai di no, anche perché la paura di essere scoperto e la consapevolezza che sto cornificando Teresa, per di più con sua figlia, aumentano la mia eccitazione all’inverosimile.
Oggi devo partire per Bari. Vado in trasferta per cinque giorni, per conto del mio ufficio. Parto col vagone-letto delle 23.10 e sarò a Bari alle 6.00 circa.
Alle 21.00 ho salutato Teresa con un bacio e le ho raccomandato di non stancarsi troppo: meglio arrivare un po’ in anticipo alla stazione.
Monica mi ha già salutato un’oretta fa, entrando in camera, mentre preparavo la valigia; mi ha tirato fuori il cazzo, senza neanche chiudere completamente la porta e se lo è infilato in gola, fino alle palle, succhiandolo avidamente, mentre si sentiva Teresa affaccendarsi per casa. Naturalmente le sono venuto in bocca quasi subito e lei mi ha sfilato dal portafogli altri 100 Euro, leccandosi le labbra, con aria soddisfatta. ‘Così dormirai meglio, nel vagone-letto!’
Mentre in mi dirigo verso la stazione in taxi, comincio a pensare che la situazione in cui mi sono cacciato in questi ultimi mesi non può durare a lungo. Questi cinque giorni mi serviranno per riflettere e per trovare il modo di tornare alla vita di prima’ o almeno quasi. Ho trascurato troppo Teresa e non se lo merita: è affettuosa, onesta, pulita, mi vuole molto bene’ ma come farò con Monica? E Barbara? ‘almeno riuscissi a scoparmela una volta!
Mi accorgo che il taxi procede piuttosto lentamente e chiedo all’autista di accelerare un po’. ‘Dottore, ma non dovrà mica partire’?’ ‘Certo che devo partire! Se no che ci vado a fare alla stazione a quest’ora?!!!’ ‘Ma come? Non lo sa che c’è lo sciopero fino alle otto di domani mattina?’ ‘Porc’! Non ne sapevo niente’ allora mi riporti a casa, per favore.’
Arrivo a casa che sono circa le 23.00. Entro facendo piano piano, per non svegliare Teresa, che a quest’ora starà certamente dormendo, e anche per non farmi sentire da Monica ed evitare così un altro dei suoi ‘servizietti’.
Vedo però della luce da sotto la porta della camera da letto e, avvicinandomi, sento anche delle voci o dei lamenti confusi. ‘Devono essere Teresa e Monica che si sono attardate a parlare’ penso tra me, mentre apro la porta’
La scena che mi si para davanti resterà scolpita nella mia memoria per tutta la vita: sul nostro letto c’è un groviglio di corpi, tra i quali a fatica riconosco, uno dopo l’altro, Mario che sta stantuffando con vigore la fica di Teresa, mentre Giulio le sta facendo il culo. Monica, a cavalcioni sulla mamma, si sta facendo leccare la fica, mentre bacia in bocca Barbara, che ha allungato un piede, fino dentro la bocca di Mario. Rimango alcuni interminabili secondi a contemplare quella scena da inferno dantesco, mentre sento il cazzo uscirmi fuori dei pantaloni. Ad un certo punto Teresa si accorge di me e scoppia in una risata fragorosa e sguaiata, come non l’avevo mai sentita fare; gli altri la seguono : ‘E’ arrivato il cornuto!’ esclamano continuando a ridere. La guardo estasiato, senza riuscire a proferire parola, è bellissima: ha le guance rosse per il caldo e l’eccitazione, i capelli scompigliati e impiastricciati di sperma, la bocca, rossa come il fuoco, è fradicia degli umori di Monica’ una Dea! Mentre ride, ha uno sguardo diabolico che non le avevo mai visto prima’ ‘Che cazzo sei venuto a fare?’
‘Ma che succede” Ancora risate’ ‘Dì un po’, coglione, ma possibile che non hai ancora capito?’ Mi dice Mario con aria beffarda. ‘Capito cosa? Ma insomma che ci fate tutti qui a casa mia?’ ‘Casa tua un cazzo!’ interrompe Teresa, guardandomi con aria di sfida. ‘Io non capisco” ‘Ti spiego io, Robertino’ interviene Monica, ridacchiando ancora, ‘Ha organizzato tutto la mamma, sin da quando ti ha conosciuto ed ha capito subito quanto sei coglione. Ha fatto venire Barbara e me per incastrarti, mentre lei sono due mesi che si scopa Mario, Giulio, Franco, Gaetano ed altro mezzo quartiere’ possibile che non hai fatto caso a come ti guardano quando passi nei dintorni di casa?’
Giulio aggiunge: ‘Sig. Roberto, io di cornuti ne ho visti tanti, ma come lei’!!!’
In questo momento ho netta la sensazione che sto arrivando a toccare il fondo di quel baratro, in cui ho voluto gettarmi con tanta foga e passione. Voglio fare ancora un passo: mi tiro fuori il cazzo e comincio a menarmelo con tutta la violenza che sento in corpo, ma Barbara mi ferma la mano, con insolita dolcezza, e mi dice, allargando le gambe davanti a me, ‘Vienimi dentro, te lo sei meritato!’. Penetro quel paradiso caldo ed accogliente, cercando di far durare più a lungo possibile quegli attimi sublimi, quando sento due mani forti e muscolose sollevarmi il bacino e subito dopo il mio culo aprirsi oltre misura al cazzo enorme di Mario. ‘Ti sei meritato anche questo!!!’ fa lui ridendo sguaiatamente, seguito da tutti gli altri, mentre io vengo inesorabilmente nel profondo della vagina di Barbara, che finalmente mi ha accolto dentro di sé.
Cari lettori,
la mia storia finisce qui, anche perché, se dovesse continuare, sarebbe una ben triste storia. So che deluderò molti di voi, ma è tutto completamente inventato: non c’è un solo personaggio, episodio, situazione che abbia attinenza con la realtà. Ho voluto scavare dentro di me, per portare alla luce tutte le fantasie che, consapevolmente ed inconsapevolmente, occasionalmente od in modo ripetitivo, mi hanno tormentato in anni e anni. Ho voluto scendere fino in fondo, per tirare fuori veramente tutto e credo di esserci riuscito: tutte le perversioni che non compaiono nella mia storia non sono mai comparse nella mia fantasia e nei miei desideri. Non ho scritto le mie fantasie per eccitarvi e tanto meno perché qualcuno le prenda ad esempio per i suoi comportamenti: avevo solo bisogno di ‘esorcizzarle’ e metabolizzarle’ se ci sono riuscito, lo capirò con il tempo. Qualche lettore più attento avrà notato che gli ultimi capitoli sono stati scritti più frettolosamente e con meno cura dei primi: questo perché sono stato preso dalla smania di capire al più presto fin dove ero capace di arrivare! Nella mia vita, non ho mai messo in pratica nessuno dei comportamenti descritti, perché sono sicurissimo che mi avrebbero causato, presto o tardi, un’enorme infelicità. La propria dignità, l’autostima e la stima, l’amicizia e l’amore degli altri per te, sono valori sui quali si può costruire una vita serena e gratificante e non possono assolutamente essere barattati con una migliore erezione o con un amplesso più intenso e passionale, entrambi comunque provvisori.
Mi auguro che, se qualcuno di voi sta per mettere in pratica, o lo ha già fatto, qualcuna delle fantasie descritte, si rivolga ad un bravo psicoterapeuta e non tratti questo argomento con leggerezza.
Grazie a tutti.

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