Skip to main content
Racconti di Dominazione

Un incontro notturno…

By 25 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Un foglio bianco.
Ecco quello che vedo ora guardando questo semplice foglio.

Tra poco, le parole scorreranno veloci e voi come me, vedrete prendere forma un altro mio racconto. Come sempre i saluti e ringraziamenti vanno a chi mi ha scritto, &egrave doveroso e non smetterò mai di dirlo.

Stanotte, sarò io a raccontarvi una storia, come sempre, fantasia e realtà si fondono insieme, diventa difficile tracciare una linea di confine tra le due, ma ognuno ha le proprie e nessuno lo sa meglio di noi dico bene?

Ora &egrave giunto il momento di mettersi in cammino, venite con me e mi auguro che questo viaggio via possa piacere’

Voci, musica, fumo che si innalza da sigarette accese, vetro di bicchieri e bottiglie che tintinnano uno contro l’altro per brindare a qualsiasi cosa, il mio sguardo passa in rassegna tutte queste situazioni in un momento, la rossa con cui faccio finta di parlare da un po’ e già al suo secondo giro e mi sta raccontando dei suoi problemi coniugali e di quanto il suo uomo non le dia più le attenzioni di un tempo, stesse storie già ascoltate molte volte in luoghi diversi ma tutte con un unico scopo.

Mi alzo e afferro il casco mentre la donna continua ancora a parlare, stanotte non ho voglia di continuare questo gioco, una malinconia particolare si &egrave impossessata di me, mi giro allora verso di lei dicendole:
‘Ti legherei polsi e caviglie con manette d’argento al mio letto e poi’inizierei a farti urlare di piacere scopandoti come puttana fino a farti perdere i sensi, dimmi &egrave questo quello che vorresti?’

Smise di parlare finalmente e incominciò ad aprire la bocca e richiuderla guardandomi come se fosse la prima volta che mi vedesse, rovesciò il suo bicchiere e il contenuto le andò a finire sulle gambe inguainate dalle calze nere e ridiscese giù sugli stivali neri elegantemente rifiniti:

‘Non vuoi? Vorresti invece che iniziassi a leccarti gli stivali per pulirti dal liquido che TU hai rovesciato e’risalissi sempre più? E questo che vorresti?’

‘Io…io…sono confusa, non so cosa vorrei’tu sei’attraente ma non ci conosciamo bene le tue’proposte mi provocano un brivido lungo tutto il mio corpo ma”

‘Non c’&egrave nessun ma, non hai capito ancora? Buona notte mia cara’

Mi voltai e infilai il giubbotto nero, incamminandomi verso l’uscita del locale sapendo che i suoi occhi erano puntati su di me, ma stanotte non avevo bisogno di compagnia, mi accesi una sigaretta pensando che prima di tornare al mio appartamento avrei fatto una passeggiata rilassante in spiaggia.

Sapete cosa si prova ad andare in moto di notte in una strada deserta? No, sicuramente no, ve lo dirò io: Paura.

Perché?

Perché la notte v’invoglia centimetro dopo centimetro, i fari, fendono l’oscurità ma con scarso potere e tu senti il mondo che ti circonda ma non riesci a vederlo, l’imprevisto &egrave dietro ad ogni curva, in ogni momento senza che tu te ne renda conto potresti ritrovarti per terra chiedendoti come ci sia arrivato’

Ma ora, per me, la notte &egrave diventata simbolo di pace e libertà, e la voglia di superare ogni volta un limite nuovo ha soppiantato la paura.
Con questi pensieri in testa guidavo verso la spiaggia, avevo preso la via più lunga perché sentivo l’esigenza di osservare la luna piena riflettersi nel mare e vidi, proprio in quel momento, una macchina ferma con il segnale di emergenza acceso, scalai velocemente le marce per rallentare e il ruggito del motore riempii il silenzio della notte in quella strada a quell’ora solitaria.

Sorpassai la macchina, era un’auto sportiva nera, la luce dell’abitacolo era spenta e non si scorgeva nessuno dentro, la curiosità soprattutto mi fece fermare quella notte, ora ripensando a quel momento, credo che ci fosse qualcos’altro che entrò in gioco in quegli attimi che presi la decisione.

Fermai la moto poco più avanti e inserito il cavalletto mi tolsi il casco, il silenzio ora era totale, i miei passi mi seguivano mentre mi avvicinavo all’auto, immaginavo che l’auto avesse un guasto e stesse aspettando il carro attrezzi, il conducente sicuramente era dentro e cercava di dormire nell’attesa.

Ora potevo osservare che tutti i vetri erano praticamente neri, impossibile guardarci dentro, feci allora l’unica cosa che mi venne in mente: bussai al finestrino.

Non ottenni risposta, bussai allora con più forza, aspettandomi già una risposta tra l’incazzato e l’assonnato ma, contro ogni mia aspettativa, rispose una voce di donna molto preoccupata:
‘Sono in attesa del carro attrezzi perciò, non ho bisogno di nessun aiuto la ringrazio’ la mia auto si &egrave fermata per chissà quale motivo ma tra poco verranno ad aiutarmi’.

Le sue parole mi fecero riflettere, immaginai che mi stesse guardando cercando di capire che tipo ero, l’impressione non era sicuramente delle migliori, ero completamente vestito di nero e i miei capelli biondi creavano un contrasto particolare alla luce della luna, inoltre il rumore della moto sicuramente non era passato inosservato, dissi quindi:
‘Mi scusi, non volevo disturbarla, mi sono fermato per vedere se aveva bisogno di aiuto, in questa strada, a quest’ora, le macchine sono rare; le auguro una buonanotte Signora’

Mi voltai per ripartire ma proprio in quel momento lo sportello si aprii, mi girai pensando che la signora avesse bisogno alla fine di qualcosa ma non feci in tempo, la notte mi avvolse completamente’

Buio

Mi risvegliai in spiaggia, sentivo le onde del mare a pochi passi da me, in cielo, la luna la faceva ancora da padrona, sentivo che c’era qualcuno vicino a me che mi fissava, ma ancora i miei ricordi erano confusi. Ricordavo che mi ero fermato’ una macchina nera’una voce’una donna’

‘sei sveglio lo percepisco, sento il tuo cuore battere più rapidamente, ora inginocchiati e guardami, potrei essere clemente con te stanotte, mi piaci lo sai? Era da molto, molto tempo che nessun essere umano mi provocava questo sentimento, ma tu sembri diverso’ si forse, potrei risparmiarti la vita, ma tu in cambio dovrai farmi godere come voglio io, hai capito?’

La sua voce calda e suadente colpiva il mio cervello senza darmi la possibilità di ribattere, mi trovai in ginocchio davanti a lei senza essermi reso conto di come ci fossi arrivato, il mio sguardo era fisso sui suoi piedi nudi.

Non riuscivo a parlare, la gola si era seccata all’improvviso, e una forte eccitazione mi pervadeva il corpo, in fondo alla testa sentivo una voce che mi ripeteva che tutto ciò non era possibile, che tutto quello che stava succedendo era soltanto un sogno, forse ero caduto durante una curva e ora stavo sognando’non era reale tutto ciò’

Uno schiaffo in pieno viso mi svegliò completamente da questi pensieri e mi fece cadere con la faccia nella sabbia, immediatamente un piede si appoggiò sulla mia testa non permettendomi più di respirare, cercavo di prendere fiato ma la sola cosa che facevo era ingoiare sabbia, cominciai a perdere contatto con la realtà, ma proprio in quel momento il piede fu ritirato e potei girarmi sputando e tossendo finalmente libero di riprendere a respirare.

‘Pensi ancora che sia un sogno? Si, posso leggerti nella mente, posso vedere i tuoi desideri le tue paure più segrete, le tue perversioni’ ora spogliati completamente e guardami, guarda la tua Dea, guarda colei che potrebbe toglierti la vita in un momento’.

Così mi fu ordinato e così feci, in silenzio, appena fui completamente nudo la guardai, la luce della luna la illuminava parzialmente, rimasi colpito dalla sua bellezza, aveva capelli neri lunghi che la brezza marina faceva oscillare dolcemente, gli occhi erano neri come la notte e i denti erano incastonati in una bocca invitante racchiusa da labbra perfette.

La pelle era molto chiara, il corpo perfetto, metteva in risalto i seni con dei capezzoli ormai duri pronti per essere leccati.

‘Vedo che quello che stai guardando ti piace molto, il tuo cazzo &egrave già duro e pronto per farmi godere’&egrave da molto sai che non sento dentro di me un cazzo caldo e duro’mmm ora vieni qui e leccami Schiavo ‘

Mi avvicinai a lei in ginocchio e sollevai la testa per iniziare a leccare la sua figa’mi prese per i capelli strappandomi un urlo di dolore e fissandomi negli occhi disse:
‘ti ho detto di leccarmi’ma prima di arrivare qui Schiavo dovrai partire dal ruolo che ti si addice’inizia a leccarmi i piedi’

Mi spinse la testa verso i suoi piedi e così non potei fare altro che cominciare a fare quello che mi aveva ordinato’leccai i piedi, le dita cercai di succhiarle dovendo infilare anche la bocca nella sabbia; volevo compiacerla in tutti i modi. La desideravo da impazzire, volevo leccarle la figa e sentire i suoi umori colarmi sul viso, inondarmi la bocca e potermi dissetare, ma ora, la paura mi bloccava ai suoi piedi.

Con un colpo leggero sul viso mi fece capire che ne aveva abbastanza del mio trattamento e potei così salire e iniziare a leccarle le gambe’ ormai ero giunto alla conclusione’ l’odore mi annebbiava il cervello’ ma le sue mani mi bloccarono proprio davanti alla sua figa…
‘Apri la bocca e tira fuori la lingua, sarò io a farmi leccare’

Feci quello che mi aveva ordinato, immediatamente appoggiò il clitoride, allargando con due dita le labbra e iniziò a strusciarsi e scoparsi con la mia lingua, sentivo i suoi umori che colavano nella mia bocca, il mio cazzo era ormai duro e pronto e la mia reazione non le passò inosservata’

‘mmm ti piace leccare vedo, bravo Schiavo ma ora, non resisto più’lo voglio dentro, ho voglia di cazzo’sdraiati ora e fatti scopare’
Mi spinse malamente a terra e si mise subito sopra di me infilandosi il cazzo fino alle palle in un unico gesto,

‘ahhh sii, che bel cazzo’ ti scoperò fino a farti svenire dal piacere, voglio sentire che mi riempi tutta in ogni mio buco”

Cominciò a cavalcarmi da prima piano e via via aumentò il ritmo sempre più, sentivo le palle sbattere a ogni colpo, le sue unghie iniziarono a conficcarsi nella mia pelle iniziando a far scorrere sangue dalle ferite; senza smettere di scoparmi avvicinò la sua bocca e leccò il sangue
aumentando contemporaneamente il ritmo della scopata’

Il mio corpo era bloccato da lei, le sue mani mi bloccavano le braccia senza nessuna possibilità e ormai sentivo che stavo per godere, se ne accorse anche lei infatti si tolse immediatamente e si puntò il cazzo fradicio all’ingresso del culo:
‘sfondami il culo ora Schiavo, riempimi di sborra daiii che godo”

Se lo spinse centimetro dopo centimetro fino ad impalarsi completamente e urlando di un piacere sopito da tanto tempo, iniziò così a scoparsi il culo senza che io facessi nulla’dopo un tempo che mi parve lunghissimo i nostri rispettivi orgasmi ci colsero contemporaneamente e le urla si fusero insieme’

Poi il buio’

I primi raggi del sole mi svegliarono e colpirono i miei occhi, ero nudo, i miei vestiti erano lì vicini, non riuscivo ancora a rimettere insieme i ricordi di cos’era successo’quello venne più tardi’

Mi rivestii lentamente, mi sentivo strano… i ricordi iniziarono a riaffiorare lentamente dalla memoria’ l’auto, la donna’ e poi’ un sogno?

Mi toccai il petto, sentii subito le ferite non ancora rimarginate’tutto vero’tastai il collo che sentivo gonfio su un lato’avevo i segni di un morso’ non &egrave possibile mi dissi’

Dovevo andare via il prima possibile il sole sorgerà tra poco’ Ti ritroverò prima o poi e mi vendicherò’


Come sempre per critiche e suggerimenti ma sopratutto se vorreste che continuassi la storia contattatemi all’indirizzo: demon80blonde@yahoo.com Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come &egrave piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.
Rieccomi a voi con il desiderio e il piacere di continuare a narrare le mie vicende più o meno fantastiche con l’augurio che voi, lettori del trasgressivo e dell’erotico possiate oltrepassare il confine che ci separa e proiettarvi nel mio mondo’

Ringrazio come sempre tutti quelli che mi hanno scritto per darmi consigli o idee, leggo sempre con piacere le vostre mail e credo che per ora sia riuscito a rispondere sempre a tutti.

Non perdiamoci in parole, continuerò da dove mi sono interrotto, vi ricordate amici miei? Il risveglio, la spiaggia, le ferite’ bene, vedo che non vi siete dimenticati, questo mi lusinga, venite con me, sarete spettatori di una nuova esperienza, questa volta al di fuori di ogni aspettativa’andiamo?

Risalii in moto e partii diretto al mio appartamento, sentivo dentro di me che qualcosa stava cambiando, il sole sorgeva impietoso alle mie spalle e le forze mi abbandonavano a poco a poco’
‘NON &egrave POSSIBILE!’

FOLLIA! Ecco quello che pensavo mentre guidavo veloce per cercare di sfuggire a qualcosa che avevo sempre considerato parte della mia vita; cercavo di pensare lucidamente ma la mia mente tornava ad un’unica parola che ormai si andava formando: VAMPIRO’
‘IMPOSSIBILE!’
Eppure’

Eppure tutto terminava con quella parola:
‘Non esistono queste cose nella realtà, il tuo &egrave stato solo un incontro molto particolare con una donna carica di fascino e sensualità che ti ha instupidito’
Questo era quello che mi ripetevo, formulavo teorie, cercavo scusanti ma più ci pensavo più non riuscivo a trovare una spiegazione valida.

Arrivai a casa che il sole era ormai sorto, distrutto, stordito, chiusi tutte le finestre e il buio mi avvolse silenzioso, il sonno fu per me come una morte apparente’nessun sogno mi accompagnò nelle ore che passai a letto e mi risvegliai che il sole era già tramontato; la sensazione di stanchezza era scomparsa lasciando il posto a una nuova forza e un vigore mai provato prima.

Tutti i miei sensi si erano notevolmente sviluppati, sentivo le conversazioni negli appartamenti a fianco, vedevo al buio ma soprattutto percepivo gli odori’ di qualsiasi genere, la paura, l’eccitazione, il Sangue’

Non avevo più dubbi, per quanto assurdo e insensato potesse essere ero entrato a far parte della schiera degli Homines Nocturni: Vampiri e ora, avevo sete, un desiderio che l’acqua non avrebbe placato; dovevo uscire, dovevo andare a caccia.

Presi la moto e vagai per le strade della città senza una meta precisa, la sete di sangue riempiva completamente la mia mente, mi fermai davanti a un locale molto affollato, la gente fuori premeva per entrare. Potevo sentire il loro odore, il piacere, l’eccitazione che i loro corpi emanavano; avrei scelto tra loro la mia preda e finalmente avrei placato la sete’

Non ebbi bisogno nemmeno di aspettare, la guardia all’ingresso vedendomi arrivare mi fece passare senza chiedermi nulla, anche lei era… cosa aveva visto in me da permettermi di entrare senza proferire parola?

Tanti interrogativi che per ora passavano in secondo piano, avrei avuto modo per rifletterci più tardi;

appena varcata la soglia la musica tribale mi avvolse completamente proiettandomi al centro di un orgia di luci, suoni e corpi che si dimenavano sotto una pioggia finta che cadeva dal un soffitto decorato come il cielo in tempesta.

Il mio sguardo cadde su una ragazza che ballava poco distante da me, la maglietta che indossava ormai fradicia metteva in risalto i capezzoli duri e la gonna inesistente mostrava il pizzo delle calze autoreggenti, ma quello che più mi colpì fu il modo in cui si muoveva, emanava sensualità e trasgressione ad ogni suo gesto e non faceva nulla per nasconderlo;

mi avvicinai a lei da dietro tenendomi nascosto al suo sguardo fino a che mi ritrovai a poter odorare la sua pelle liscia e all’orecchio le dissi:
‘Seguimi senza dire una parola, ho voglia di leccarti e poi scoparti”

Vidi i brividi formarsi sulla pelle nuda e senza nemmeno protestare si volse verso di me fissandomi negli occhi e allungando una mano iniziò a tastarmi le palle e il cazzo saggiando la loro durezza, le allontanai la mano malamente dicendole:

‘Sono io che decido come godere, hai capito cagna in calore? O sei troppo stupida per arrivarci? Se volessi potrei ordinarti di prenderlo in bocca ora, qui, davanti a tutti e tu, accetteresti senza dire nulla, vero Schiava? Sei la mia Schiava lo sai?’

A queste parole subito si ritrasse e rispose semplicemente:
‘Non può avermi Padrone’io sono’sono”
‘BASTA! Non voglio sentire altro, vieni con me’

Mi seguii nei bagni e ci chiudemmo dentro ad uno di essi, lo spazio era molto stretto e avendola fatta entrare per prima la spinsi al muro, dovette sostenersi con le braccia e allargare le gambe per non cadere contro il cesso sporco e maleodorante; ma così facendo la sua gonna risalii ancora di più.

Ormai non capivo più nulla, la sete di sangue e la voglia di possedere questa creatura così fragile non mi faceva pensare ad altro, così senza attendere oltre le tirai su completamente la gonna e scostandole il tanga nero che indossava iniziai a sditalinarla, iniziò subito a gemere di piacere, nel mentre con l’altra mano le palpavo le tette e stringevo i capezzoli fino a strapparle grida di dolore che cercava di soffocare con la mano:
‘Ahhh piano mi fa male’la preeego’.non sa cosa sta facendoo’ohhh siii’ancora”

Avevo tre dita piantate dentro di lei e i suoi umori colavano lungo la mia mano fino al polso, il mio cazzo era duro come il marmo e senza smettere di scoparla con le dita, lo tirai fuori pronto per penetrarla e potermi finalmente dissetare da questo desiderio che mi riempiva l’anima’

Ma non fu così’la porta del bagno venne letteralmente divelta dai sostegni, potei solamente vedere un braccio scuro come l’ebano stringermi e sentii le parole:
‘No la prego Padrona non mi faccia del male”
Poi’il buio mi avvolse.

Aprii gli occhi di scatto solo per incontrare ancora oscurità, ero bendato, nudo e, cercando di mettermi a sedere scoprii che ero legato sia ai polsi sia alle caviglie da delle catene. Ero sdraiato in un letto, le braccia erano state incatenate alla spalliera di ferro e le gambe ai piedi del letto, quanto tempo era passato? Dove mi trovavo? Che cosa era accaduto in quel bagno?

La sete di sangue era ancora molto forte ma meno opprimente rispetto a prima, cosa mi avevano fatto?

Troppe domande senza risposta, in poco tempo stavo cadendo in un baratro sempre più profondo, la vita come l’avevo conosciuta non esisteva più, tutto era cambiato e il futuro era incerto; tutti questi pensieri furono interrotti da una porta che si aprì rumorosamente e subito dopo richiusa, sentii dei passi avvicinarsi e infine ascoltai queste parole sussurrate al mio orecchio:
‘Pensavi di poterti scopare la mia Schiava così spudoratamente vero stupido? Lei &egrave mia e ora lo sarai anche tu, ti porterò via dalla tua Padrona di Sangue per farti entrare nella mia schiera di Servi…’

Dicendo questo cominciò a farmi passare la lama di un coltello sul mio corpo, partii dal collo facendomi sentire la fredda lama, arrivò ai capezzoli resi duri per il freddo e stuzzicandoli con la punta del coltello bastò una piccola pressione per farne sgorgare sangue; sospiravo di piacere e gemevo dal dolore, non avevo mai provato nulla di simile prima d’ora, la paura di quello che poteva farmi era unita al piacere della sua perversione.

Sentii le sue labbra sulle ferite e dopo poco la sua lingua che leccava il mio sangue e succhiava i miei capezzoli:
‘Io’io’dovevo dissetarmi non sapevo che era tua’ahhh’ti odio’sei una troia perversa’ahhh’
‘Mmm’ vedo che comunque ti piace quello che ti sto facendo vero Schiavo? Se ti sottometterai a me senza protestare’chissà’forse potrai vedere l’alba di domani’basta una parola”

‘Ahhh’mai, MAI, io non sono di nessuno, non riuscirai a piegarmi’
‘Questo, lo scopriremo presto”

Anche se cercavo di nascondere le mie emozioni più forti, non ero più in me, non riuscivo a pensare a nulla che non fosse implorarla di continuare, scese ancora più giù con il coltello, staccandosi finalmente dai miei capezzoli e seguendo gli addominali si portò alla base del mio cazzo ormai duro; a contatto con il freddo dell’acciaio si indurì ancor di più, strappandomi un gemito di dolore, fece scorrere la punta su tutta la lunghezza e ridiscese verso le palle dure accarezzandole e pungendole, facendo si che il mio corpo reagiva cercando di sottrarsi a quel gelido contatto ma senza avere possibilità di riuscirci.

La sua morbida risata riempì la stanza:
‘Hai un bel cazzo lo sai? Se lei ti ha scelto vuol dire che lo sai usare anche bene’ interessante, vorresti scopare e sborrare vero? Non resisti più lo sento”
Dicendo questo mi accarezzò le palle per poi stringermele all’improvviso:
‘AHHH smettila lurida troia, sei una puttanaaa, ahhh’

Il trattamento alle palle durò ancora un po’, venivano strette fino a farmi dolere e urlare, per poi venire accarezzate e massaggiate con cura e dolcezza, infine le sue mani abbandonarono il mio corpo e per qualche istante non percepii più nulla’ sudavo anche se avvertivo freddo e il pensiero di cosa mi aspettasse mi preoccupava di più di quello che dimostravo’stavo cedendo’dovevo cercare di fare qualcosa per liberarmi ma la situazione era disperata ormai’

La sua voce risuonò di nuovo sussurrata nel mio orecchio come il vento tra gli alberi:
‘Non mi sono ancora presentata’sono Lady Kedipe, da secoli calco le orme di questo mondo, e da secoli nessuno ha mai resistito alle mie perversioni, tutti sono diventati miei Schiavi e anche tu lo diventerai’ho tante sorprese per te che ti faranno cambiare idea”

Mi tirò i capelli facendomi alzare il viso e con un gesto secco mi tolse la benda, mi ritrovai davanti agli occhi una donna bellissima dalla pelle scura come la notte che mi guardava soddisfatta con un’espressione di puro piacere negli occhi; indossava un vestito nero di raso che metteva in evidenza i seni generosi, la scollatura era ampia e abbondante e i capezzoli duri tendevano il tessuto pronti per essere leccati’

mi passai la lingua sulle labbra ma cercai di controllare le mie emozioni, il problema era che il mio cazzo non la pensava così’ ridivenne subito duro come il marmo diffondendo nel mio corpo ondate di piacere.

Si passò le mani sui seni accarezzandoli in maniera sensuale e continuando a guardarmi fisso negli occhi si mise di fronte al mio letto; con movenze feline incominciò a tirare giù il vestito con un’insopportabile lentezza, vidi i suoi capezzoli spuntare dal vestito, erano tondi, scuri e duri come chiodi, il vestito scese ancora più giù e le sue mani con esse,comparì la stoffa di un perizoma nero di seta ma’
NON ERA POSSIBILE!

La stoffa non riusciva a nascondere la forma del cazzo nero che si celava sotto, si vedeva che era ancora a riposo ma ora’cosa avrei dovuto subire, dunque questa creatura non era una donna bensì una trans bellissima che mi voleva soggiogare ai suoi desideri.
Cercai di strattonare le catene che mi tenevano imprigionato, mi feci sanguinare i polsi ma non ottenni nessun risultato se non che il suo sorriso si accentuò di più:
‘Mi piace di più quando cercate di scappare sai?’mi eccita parecchio questo’ora assaggerai la mia sorpresina, l’hai notata vero? Non provare a fare scherzi altrimenti la tua vita diventerà una sofferenza eterna’ chissà’forse ti potrebbe anche piacere AHAHAHAHAH ‘

Detto questo si portò a cavalcioni sopra di me e bloccandomi la testa con le mani incominciò a strusciarmi il suo cazzo, coperto ancora dal perizoma, sul viso e sulla bocca, non potevo fare nulla, e l’odore di cazzo mi penetrava nel naso fino a salire al cervello:
‘Ora Schiavo, tira fuori la lingua e incomincia a leccarmi il cazzo, pensa che sia un gelato AHAHAHAH’

Mi spinse la testa ancora più forte sul suo cazzo facendomi male e tirandomi i capelli fino a quando non riuscendo più resistere dal dolore tirai fuori la lingua e incominciai a leccare per la prima volta in vita mia un cazzo:
‘Ahhh bravo, vedo che stai iniziando a prenderci gusto vero? Bravo continua così”

L’eccitazione e la perversione di questa situazione mi stava portando a non capire più nulla, mi trovavo a leccare un bel cazzone nero e avevo voglia di continuare a farlo, sentivo il suo cazzo che non era rimasto indifferente alle mie leccate, infatti con un solo gesto scostò il perizoma e il cazzo semi duro andò a sbattere con la mia faccia’

Cercai di spostarmi, ma le sue mani mi bloccarono la testa, il cazzo era enorme scuro e venoso ed ancora mezzo moscio’ cosa mi sarebbe aspettato’
‘Sai di cosa ho voglia ora vero? Lo immagini lo so, ma te lo dirò lo stesso cosa ti succederà, ora inizierai a succhiarmi e leccarmi il cazzo, diventerai il mio pompinaro preferito,ti scoperò in bocca fino a riempirti della mia sborra calda, dopodiché’.ti scoperò il tuo culetto vergine fino a farti sanguinare e, infine, ti farò diventare uno dei miei Servi ‘

‘Mai fa”

Ma non riuscii a dire nient’altro perché aprendomi la bocca con una mano mi infilò il cazzo in bocca, cercai di divincolarmi, di reagire, ma era come se fossi stretto in una morsa d’acciaio:
‘Succhia Porco depravato, succhia il cazzo alla tua Padrona, mmm così Bravo, vedo che stai iniziando a capire come fare, succhia Porco”

Lo sentivo crescere dentro la bocca e spingersi sempre di più in gola, i conati di vomito crescevano in me e i rumori del pompino che stavo facendo risuonavano nella stanza silenziosa, le sue mani mi davano il ritmo spingendomi a infilarmi sempre più cazzo in bocca.
Ad un certo momento lo tolse e finalmente potei riprendere fiato, dalla bocca mi colavano rivoli di saliva e il suo cazzo ora era enorme e duro svettava di fronte ai miei occhi:
‘Sei proprio bravo, un pompinaro nato lo sai?

Percepisco che stai morendo dalla voglia di farti sborrare in bocca, il tuo cazzo &egrave talmente duro che se lo toccassi appena mi schizzerebbe tutta, se sarai un bravo Schiavo forse ti farò godere’.forse, ora però voglio violarti la bocca, quando finirò con te potrai succhiare qualsiasi cazzo”

E così dicendo mi rinfilò il suo cazzone in bocca fino in gola e iniziò a pomparmi come fossi una bambola,
‘mmm, ahhh, così, succhialo bravo, ahhhh siiii, dai più veloce, leccaaa, ora ti sborro in gola Schiavo, mi raccomando non perderne nemmeno una goccia, dovrai berla tutta, AHAHAHAHAH ‘

Sentii il suo cazzo che s’ingrossava ancora di più nella bocca e cercai di spostarmi per toglierlo, non volevo subire quest’umiliazione, no, non potevo, che cosa stavo facendo’ ero davvero così depravato’ che cosa mi stava succedendo?

In quel momento la gola fu invasa da un primo fiotto violento di sperma caldo cui ne seguirono tanti altri che mi riempirono la bocca, cercai, invano, di fare come mi era stato ordinato ma alcune gocce fuoriuscirono dalle labbra colandomi sul mento,dove cercai di nasconderle per non farle notare, le urla intanto di piacere della Mistress riecheggiarono nella stanza silenziosa a lungo:
‘AHHH, sborro, AHHH siiii, bevi il mio nettare Schiavo, AHHHHHHH’

Quando si fu calmata estrasse il cazzo ormai moscio dalla mia bocca’ ero esausto, la bocca mi faceva male e il gusto della sua sborra mi riempiva la gola provocandomi conati, il mio cazzo ormai dolente pulsava di piacere ed eccitazione e il mio corpo veniva scosso da scariche di piacere mai provate prima:
‘Ohhh bene, sei stato proprio bravo, meglio di molti altri se non il più bravo, solo poche gocce di sono cadute, si le ho viste, verrai punito per questo stanne certo, hai disubbidito ai miei ordini”
‘Ma Lady”
‘Ciafff!’

Uno schiaffo raggiunse il mio viso, veloce e letale come un serpente mi ritrovai la testa girata e vidi davanti ai miei occhi danzare le stelle:
‘COME OSI rivolgerti a me con questa insolenza lurido verme? Pagherai anche per questo te lo posso garantire”

Si tolse da sopra il mio corpo e mi disse:
‘Devo andare ora, ti lascerò riflettere su quello che dovrà capitarti e su quello che hai subito, spero che al mio ritorno sia meno ostile nei miei confronti e che riconosca la tua totale sottomissione’

Mi rimise la benda sugli occhi e sentii che richiuse a chiave la porta della camera, mi sentivo sporco, sia dentro sia fuori, ero nudo ed eccitato ed ero stato appena violentato in bocca da una creatura al di fuori del tempo’

La porta si aprii piano e dei passi leggeri si avvicinarono a me, la benda mi fu tolta e mi trovai di fronte la donna che avevo cercato di fare mia nel locale’

‘Devi fuggire prima che ritorni, la mia Padrona ti ucciderà lo so, sei stato marchiato a Sangue della sua rivale in questo mondo e ogni volta che trova un suo adepto lo tortura prima di ucciderlo”

Fui libero dalla morsa delle catene in poco tempo’ il mio corpo era tutto indolenzito e faticavo a stare in piedi:
‘Tieni, questi sono i tuoi vestiti’addio’anche se so che prima o ci rincontreremo’le nostre vite s’incroceranno ancora’ma per ora addio’

Dicendo questo scappò via dalla stanza, lasciandomi solo, mi vestii il più fretta possibile e scappai da quel posto maledetto, fortunatamente fuori era notte e in qualche modo riuscii a ritornare a casa.

Mi feci una doccia per cercare di eliminare lo sporco che sentivo ma sembrava tutto inutile, alla fine mi trascinai nel letto dove mi addormentai subito’

Come sempre per critiche e suggerimenti contattatemi all’indirizzo: demon80blonde@yahoo.com Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come &egrave piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.

Leave a Reply