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Racconti di Dominazione

Una donna matura 3°

By 11 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Al mare ‘ II parte
Invece ci vedemmo prima sulla spiaggia dell’albergo. Ero al bar a prendere un aperitivo, quando arrivò il marito (Ernesto) che immediatamente mi riconobbe. Dopo i soliti convenevoli mi invita ad accompagnarmi al loro gruppo. Inizialmente mi ritraggo, ma dietro le sue insistenze accetto. Ci avviciniamo e vengo presentato. Sono una decina di persone, abbastanza omogenee per età, compresa tra i 40 e 50 anni. Roberta stava tranquillamente stesa su un lettino, parlando con una donna più o meno della sua altezza ed età, con i capelli corti biondo scuro, ben fatta con le curve al posto giusto, che poi scoprii essere Gloria, la sua migliore amica. Quando mi vide rimase con la mano a mezz’aria e si fece rossa: l’amica girò lo sguardo per capire cosa aveva visto la sua interlocutrice e mi guardò con uno sguardo indagatore. Il marito mi presentò a tutti ”Roberta ti ricordi di Gianluca, l’intermediario finanziario che hai conosciuto qualche giorno fa”. Roberta mi porge la mano, e con un sorriso un po’ tirato ‘Che piacere, anche lei qui Signor” ‘Qui ci diamo tutti il tu, il suo nome &egrave Gianluca’ intervenne il marito. Io feci finta di disinteressarmi a lei e mi dedicai a parlare con gli altri del gruppo, facendo conoscenza, ma mi misi in posizione di poterla guardare. Era agitata. Probabilmente non aveva preso in considerazione che il marito arrivasse a coinvolgermi! La vedevo parlare fittamente con l’amica, che ogni tanto mi guardava, ma subito distoglieva lo sguardo. Ad un certo punto quasi tutti erano al mare e Gloria si allontanò, lasciandomi campo libero. Mi accomodai vicino a Roberta: ‘Tuo marito mi ha invitato a sedermi al vostro tavolo a pranzo e cena’ Chiaramente tu siederai vicino a me’ Per stasera avrai una sorpresa”. ‘Vorrei che sparissero tutti’. Ho paura di questa situazione’ ma mi eccita’. ‘Chi &egrave questa Gloria? Perché mi fissa?’. ‘E’ la mia più cara amica. Sa di noi due’ Lei &egrave una che ha tradito diverse volte il marito ed io l’ho sempre coperta’sai diceva di uscire con me. Io non l’ho mai voluta imitare, anzi la criticavo fortemente. Oggi non le sembra vero che anch’io sia passata dalla parte delle donne che tradiscono il marito’. ‘Si’ma sicuramente non le hai detto la puttana che sei!’. ‘Abbassando lo sguardo e facendosi rossa ‘No’non ne avrei il coraggio’. Dovemmo interrompere perché arrivarono alcuni ragazzi ed io ne approfittai per andare a farmi un bagno.
A pranzo eravamo seduti ad un lungo tavolo rettangolare: mi ritrovai seduto fra Roberta ed una bruna tutta ‘guardatemi quanto sono bella’ non male cui cominciai a dedicarmi corteggiandola, tanto per vedere la reazione di Roberta, che non si fece attendere. Nonostante il marito fosse seduto al suo fianco faceva di tutto per attirare su di lei la mia attenzione: si agitava, si muoveva, mi chiedeva di passargli ora una bottiglia ora il sale’poi iniziò a farmi piedino’ Approfittando della confusione generale e della tovaglia che scendeva a coprirci le gambe, mentre parlavo con la mia vicina iniziai ad accarezzare le cosce di Roberta, scoprendole sempre di più ed arrivando a carezzarle la fica, che come le avevo ordinato fin dalla primo incontro, era libera da biancheria intima. Iniziai a masturbarla. Allargò di più le cosce per facilitare la penetrazione delle dita. In un primo momento cercò di portare avanti la conversazione con gli altri commensali, poi rinunciò e si concentrò sulla mia mano ed a cercare di soffocare i gemiti che le salivano dalla gola. Ci fu un momento in cui fu sul punto di arrivare: un poco per paura delle conseguenze se ci avessero notato, un poco per farla soffrire’tolsi bruscamente la mano con cui la stavo masturbando e la guardai: era rossa in viso, con il respiro corto, come se avesse corso. Con un gran sorriso e ad alta voce, per farmi sentire anche dai vicini, attirando l’attenzione su di lei: ‘Roberta, mi sembra che tu non ti senta molto bene” ‘No’&egrave il vino’.credo di averne bevuto troppo” rispose con voce rotta, guardandomi con odio ed avvampando di vergogna, sentendosi improvvisamente al centro dell’attenzione in un momento in cui avrebbe voluto essere sola con me! Sicuramente se avesse potuto in quel momento credo che mi avrebbe ucciso!
Qualche minuto dopo, mi alzai per andare ai bagni, dicendole di raggiungermi il più presto possibile. Trascorso qualche minuto, giusto il tempo di non seguirmi in maniera eccessivamente palese, mi raggiunse, rossa in viso e con il fiato corto: a metà tra la paura e l’eccitazione. Molto semplicemente le consegnai un pacchetto: ‘Contiene un dildo. Infilatelo profondamente. Dopo pranzo ti aspetto in camera: te lo devo togliere io’. Mi guardò scioccata. Non si aspettava questa novità! Non sapeva se sarebbe riuscita a tenerlo senza farsi scoprire. E come poteva venire in camera senza destare sospetti? Non le lascia tempo di rispondere. Con noncuranza, manifestando una sicurezza che ero ben lontano dall’avere, mi girai e me ne tornai al tavolo. Dopo diversi minuti (il pensiero della sua angoscia, della necessità di prendere una decisione rapidamente, l’essere dibattuta tra l’ubbidire ed il rischio di essere scoperta’ mi davano una sensazione di eccitazione ed esaltazione mai provata in altre mille esperienze sessuali!!!) la vidi avvicinarsi al tavolo. Nel guardarla non potetti trattenere un largo sorriso di incoraggiamento: mi aveva ubbidito anche in quest’occasione!!! Aveva il solito rossore al collo ed al volto, che avevo imparato a riconoscere come segno di forte turbamento e/o eccitazione, ma soprattutto camminava con un’andatura un po’ strana: come se non potesse tenere le gambe chiuse! Riprese posto al mio fianco. Parlando con la mora al mio fianco facevo finta di disinteressarmi completamente a lei, ma osservavo la sua reazione: si agitava e non era tranquilla: sicuramente aveva delle difficoltà a stare seduta!
Alla fine del pranzo mi alzai e dissi ad alta voce che sarei andato a riposarmi in camera, fissandola negli occhi. Il marito mi disse che ci saremmo incontrati più tardi sulla spiaggia o a cena. Comunque l’indomani avevano organizzato una gita in barca e si augurava fossi della partita. Ringraziai, promisi che la sera sarei stato con loro molto volentieri, ma l’indomani mi sarei riposato in albergo per poi tornare in città la sera.
Quando uscii dalla sala da pranzo notai che Roberta parlottava a bassa voce con Gloria.
Arrivato in camera mi spogliai e mi feci una rapida doccia. Ero appena uscito da sotto l’acqua che sentii bussare alla porta. Entrò e mi baciò. ‘A tavola sei stato un vero bastardo! Mi hai fatto ingelosire con quella troia di Antonella e poi ‘ e poi” e riprese a baciarmi. Ed io: ‘E poi cosa?’ Per tutta risposta scostandosi da me si alzò la gonna e mi mostrò la fica da cui usciva il dildo che riluceva dei suoi liquidi! A questo punto si abbassò la gonna ed iniziò la sfilata-spogliarello a mio esclusivo beneficio rimanendo rapidamente nuda ed in posizione di offerte: testa piegata, gambe allargate, braccia lungo il corpo, in attesa che io le comunicassi i miei desideri. Le ordinai di sedersi a cosce spalancate sul letto e non se lo fece dire due volte. A questo punto mi avvicinai, mi inginocchiai davanti a lei ed iniziai a lavorarle il clitoride con una mano mentre con l’altra faceva andare dentro e fuori il dildo. I suoi gemiti subito riempirono la stanza. Allora piano piano estrassi il dildo e cominciai a carezzarle la fica con la lingua mentre con le mani iniziavo il lavoro di carezze-torture dei seni. Ad un certo punto mi staccai bruscamente e le ordinai di continuare a masturbarsi da sola. ‘Non l’ho mai fatto”. ‘Non ci credo!’ le risposi. ‘Non l’ho mai fatto davanti a qualcuno’.’ mi disse con voce bassa, senza guardarmi mentre avvampava. ‘Mi donerai un’altra verginità allora!’ e mi avvicinai al comodino dove presi la frusta. Come la vide cominciò a parlare velocemente e senza nessun contegno ‘No’ti prego’No’mi resteranno i segni’non farlo.. farò tutto’.si’si’mi masturberò davanti a te’non frustarmi’ti prego ‘i segni’li vedranno’ nel dire questo si mise in ginocchio ai miei piedi e mi stringeva le gambe. ‘Mettiti a cosce aperte sul letto. Ti frusterò sulla fica: nessuno vedrà i segni’. ‘No’ti prego’lì no’&egrave’&egrave’&egrave stato dolorosissimo!’ Poiché non accennava a muoversi la presi per i capelli e guardandola negli occhi la tirai verso il letto. Si lasciò cadere supina sul letto con le gambe leggermente divaricate, con un respiro affannato. Non aveva il coraggio di guardarmi. Mi misi ai suoi piedi e mentre iniziavo a leccarle il clitoride le parlavo: ‘Prima ti avrei dato una frustata sola, ..ma ora visto che continui a non ubbidirmi’ sono diventate tre’ tanto &egrave un posto dove nessuno può vedere. ‘ma tu continuerai a ‘.sentirle per tutta la serata!!!’e poi pensa’.se stanotte tuo marito vuole fare l’amore con te’proverai dolore anche con lui’ Ma se continui così’a fare i capricci’le frustate diventeranno’molte di più”. Improvvisamente, come se avesse raccolto il coraggio, si riscosse, tirò le gambe verso il torace, mantenendole tirate verso l’esterno con le mani, aprendosi completamente e, quasi singhiozzando, disse: ‘Hai ragione’scusami’sono tua’puniscimi’. Colpito da tanta dedizione cominciai a leccarla con impegno: la sentivo rigida. La paura del dolore era forte! Mi resi conto che non le potevo dare solo sofferenza. Dovevo riuscire a dosare sofferenza e piacere (o ancora meglio: aspettativa della sofferenza e piacere) se volevo che si legasse a me in modo sempre più indissolubile! Volevo che non fosse solo punizione, ma anche e soprattutto godimento. Non doveva sentire solo dolore, ma soprattutto piacere’quindi insistetti sul clitoride e sulle grandi labbra, affondando la lingua nella vagina, finché non iniziai a sentirla prima rilassarsi e poi gemere. Iniziò a dibattersi ed agitarsi cercando di venire incontro alla lingua e ad aprirsi di più per sentirla sempre più dentro. Inizia a introdurre un dito nella vagina, poi due ed infine iniziai a lavorarla con tre. ‘Si’.così’.mi piace’sono tutta tua ‘ aprimi’ leccami” Rallentai i movimenti poiché la sentivo pronta ad arrivare e volevo farla durare il più possibile: ‘Non arrivare, aspetta, respira lentamente e profondamente’non arrivare, sei mia’te lo ordino’. Sentii che si rilasciava, che respirava più lentamente, che si imponeva di rispettare i miei tempi ed ordini. Ma intanto insistevo, specialmente sul clitoride, mentre aumento il movimento dentro fuori con le dita. Quando fu al culmine del piacere mi staccai improvvisamente ‘Scusami, ma ti devo punire”. Lei mi guarda con occhi velati, non comprende molto, si rende conto solo di essere in mio potere e di non volere altro.
Si sente il sibilo della frusta che taglia l’aria e poi il colpo secco sulla sua vagina totalmente aperta ed esposta, che colava umori lungo il solco del culo e le cosce. Un mugugno ed un agitarsi del bacino seguono il colpo. Mi rendo conto che vorrebbe urlare e muoversi, ma si reprime e cerca di essere quella che voglio io: totalmente sottomessa e pronta ad accettare ogni mia azione annullando totalmente se stessa: imparando a trovare il piacere nel dolore e nella sottomissione! Riprendo a baciarla: insisto con la lingua sul clitoride che &egrave rosso per il colpo ricevuto. Dimena il bacino come non mai sotto i colpi di lingua. Interrompo, mi alzo, la guardo negli occhi e lascio partire un secondo colpo. Si sente nuovamente il sibilo della frusta che taglia l’aria e poi un altro colpo secco sulla sua vagina ancora aperta ed esposta, che continuava a colare lungo il solco del culo e le cosce gli umori. Un piccolo grido ed un ulteriore agitarsi del bacino seguono il secondo colpo. Ripeto la sequenza leccate, masturbazione e frustata per la terza volta e Roberta si mostra all’altezza della situazione.
Poso la frusta e mi stendo vicino. Appoggia la testa sulla mia spalla e comincia a parlare: ‘Grazie’amore mio’..ti amo sempre di più. Non puoi capire’vorrei fuggire il dolore’ma &egrave bello restare lì in attesa che tu mi faccia soffrire’&egrave come una prova d’amore’ti amo! Se adesso il mio padrone permette dovrei andare via. Per venire qui ho dovuto chiedere aiuto a Gloria! Mi ha detto che mi copriva solo per un’ora. Ha avuto molto da ridire: dice che lei &egrave la prima a tradire il marito, ma mai così scopertamente. Si &egrave accorta di quello che &egrave successo durante il pranzo! Mi sta aspettando in camera per scendere insieme sulla spiaggia. Le ho dovuto dire che mi hai stregato’e che per te farò qualunque cosa!’. ‘D’accordo: puoi andare, ma prima ti voglio scopare la bocca’. Nel dire questo la tiro per i capelli infilandole il cazzo nella bocca, che aveva prontamente aperto, fino in gola. Continuai alternando colpi violenti e profondi a colpi dolci. Lei voleva lavorare con la lingua, baciarmi, succhiarmi, ma la interruppi bruscamente: ‘No ti devo scopare” continuai così, facendole uscire delle grosse lacrime dagli occhi fino a quando non fui sul punto di arrivare. A quel punto uscii dalla sua bocca e cominciai ad eiacularle sul volto. Era bellissimo vedere il liquido biancastro che si stampava sui suoi occhi, sulle guance, e lei che con la bocca aperta cerca di cogliere quegli schizzi al volo.. e quando finirono cominciò a tirare al lingua fuori cercando di raccogliere le gocce che scendevano lungo il volto. Il tutto guardandomi attentamente negli occhi come a donarsi ed umiliarsi totalmente. Non potetti farne a meno: presa la fotocamera iniziai a fotografarla. Erano immagini più uniche che rare: una vera puttana che &egrave felice di esserlo! E più la fotografavo più iniziò ad assumere posizioni provocanti: a gambe aperte, con le dita dentro la fica, palpandosi i seni, mostrandosi in ginocchio, con il culo in alto bene esposto’.
Finalmente, dopo una rapida doccia, si rimise vestì ed uscì, con un sorriso sulle labbra ed uno sguardo felice ed appagato.

morlui@hotmail.it

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