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Racconti di DominazioneTrio

Una moglie per due

By 16 Dicembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Mi chiamo Andrea, ho quarant’anni, e sono quel che si dice un uomo di bella presenza.

Provengo da una famiglia molto agiata, dalla quale ho ereditato fortune e principi , tutte cose che hanno condizionato il mio carattere e , di conseguenza , il mio modo di vivere la vita.

I miei genitori erano entrambi figli del “ sessantotto “,quindi, liberi da certi tabù spesso presenti in molte coppie, specialmente in campo sessuale., al punto di permettermi di crescere in un ambiente dove il sesso veniva vissuto con naturalezza e spontaneità.

Vedere i corpi dei miei genitori nudi sotto la doccia o girare liberamente per casa,, sentirli nella notte godere dei piaceri del sesso, vederli mentre facevano all’amore attraverso spiragli della porta lasciata, imprudentemente, socchiusa, sono tutti fattori che hanno , certamente, condizionato la mia sessualità.

Questo contatto indiretto con il sesso, mi procurava eccitazione e piacere ed, all’inizio,mi portava subito alla masturbazione, ma, fin da ragazzino, capii che quel gesto conclusivo, che avveniva in tempi brevissimi, seppur enormemente piacevole, poneva fine a quello stato, altrettanto piacevole, di estasi erotica procuratomi dall’assistere e partecipare mentalmente a ciò che avveniva davanti a miei occhi.

Imparai ,sin da piccolo, a rimandare il mio orgasmo per poter godere, enormemente ,di tutto quello che, per tempi lunghissimi, avveniva attorno a me..

Il massimo del mio piacere sessuale, però, avrei incominciato a provarlo quando quello che avveniva attorno a me sarebbe stato condizionato , non più dalla volontà di altri, ma da quello che ero io in condizione di organizzare e gestire in prima persona

Sessualmente sono molto ben dotato, ma, come avrete capito, ho qualche problema di resistenza, per cui, tutto quello che avviene prima della penetrazione vera e propria, ha per me un importanza fondamentale, al punto da costituire la parte migliore di un rapporto sessuale.

Conobbi quella che , poi, sarebbe diventata mia moglie nell’ultimo anno di liceo.

Era una bellissima ragazza della mia stessa età,con un bellissimo corpo, un carattere mite e,come avrei scoperto in seguito,una sessualità nascosta.

Nascosta nel senso che lei non era attratta dal sesso, oserei dire che non provava, quasi mai, un desiderio sessuale, ma si lasciava coinvolgere per far piacere al partner, salvo poi, una volta iniziato il rapporto, parteciparvi attivamente e con grande piacere,  raggiungendo sempre l’orgasmo e, se il rapporto era sufficientemente lungo, anche più d’uno, tutti profondi e di enorme godimento

Aveva un carattere timido, ma obbediente e questo suo particolare rapporto con il sesso era la sua caratteristica più affascinante ed, eroticamente, più gratificante per il suo amante, che , portandola dall’indifferenza iniziale alla sottomissione più assoluta ed al piacere mulitplo e travolgente, vedeva aumentare in modo esagerato la propria autostima, imputando a se stesso l’abilità e la capacità di aver fatto godere una ragazza considerata , all’inizio, quasi una donna frigida.

I nostri primi contatti non comprendevano, naturalmente, il sesso che fece capolino nel nostro rapporo solo dopo parecchi mesi di frequentazione quando, una sera d’inverno,in un angolo buio della stada, mentre ci baciavamo appassionatamente, le misi una mano sotto il cappotto e l’appoggiai sul seno, accarezzandolo e stringendolo.

Lei non si oppose a quel gesto, anzi, posò una mano sul cappotto sopra la mia mano e la spinse contro di sé

Eravamo entrambi ancora due ragazzini, anche se maggiorenni, con lei che aveva poca o nessuna esperienza in fatto di sesso, ed io che qualcosa avevo imparato e questo fù un bene perchè ci permise di sperimentare e scoprire assieme quello che più ci arrecava piacere ,senza essere condizionati dai soliti luoghi comuni

Quel primo bacio permise a lei di scoprire quello che sapeva per sentito dire, ma che non aveva mai avuto modo di verificare, ossia l’erezione del cazzo maschile , il mio, che, in quel palpeggiamento del seno, aveva fatto la sua irruzione nel nostro rapporto.

Da quel momento ogni occasione era buona per progredire nella reciproca conoscenza del nostro corpo e della nostra sessualità, limitandoci, però, al solo palpeggiamento .

Piano piano la mia mano incominciò a farsi più impertinente ed, oltre al cappotto , incominciò ad insinuarsi sotto il magliocino, poi dentro la camicetta e sotto il reggiseno per accarezzare quella splendida pelle nuda del suo seno grosso e turgido

Poi fu la volta del culetto, splendido ed eccitante

Eravamo seduti al buio, nell’ultima fila di un cinematografo, quando osai avventurarmi con la mano tra le sue cosce per raggiungere la fighetta

Era calda, umida, coperta da un folto pelo, con un bottoncino impertinente che la faceva sobbalzaare ogni volta che ci passavo il dito sopra.

Sapevo poco o nulla sulla sessualità di una donna, ma mi venne spontaneo accarezzare quel bottoncino e quella fessurina

Le chiedevo all’orecchio se le piacesse quello che stavo facendo e lei mi sussurava di sì, poi,ad un certo punto, mi afferrò la mano e la tenne bloccata perchè non la spostassi e la vidi chiudere gli occhi e respirare in modo affannoso a bocca leggermente aperta.

Sotto le dita sentivo gli spasmi del suo sesso e l’accompagnai , delicatamente, nel suo primo orgasmo procuratole da una mano che non fosse la sua.

Fù lei ad insinuare la mano nei miei calzoni , impossessarsi del cazzo e ,solo toccandolo, mi fece godere

Avevamo fatto sesso per la prima volta dopo più di sei mesi che stavamo assieme .

 

 

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Dopo quella prima volta ne seguirono altre, in macchina, su un prato nella stagione estiva, in casa mia quando i miei erano fuori, ma sempre limitandoci alla masturbazione reciproca.

E’ naturale che entrambi ci accorgessimo del mio problema, ma lei mi assicurò che per lei andava bene così, che quello che facevamo soddisfaceva completamente le sue esigenze sessuali

Lei era in assoluta buona fede quando diceva queste cose, anche se mi rendevo perfettamente conto che nemmeno lei poteva essere sicura di quello che diceva, non avendo mai provato cosa volesse dire godere per l’azione di un cazzo che scorre nella tua vagina, e, con esperienza, sollecita il tuo clito

Se andava bene per lei non posso dire altrettanto per me.

Non potevo immaginare un rapporto che non mi permettesse di sodddisfarla come conseguenza di una penetrazione , così un giorno che eravamo in casa mia , avvicinai la cappella alla sua figa ed incominciai a spingere, deciso a verificare quanto sarebbe durata la mia scopata prima di sborrare.

Lei mi pregò di non farlo perchè mi aveva chiesto, sin dal primo giorno, di rispettare la sua verginità ed io,poichè il nostro rapporto era diventato una cosa seria , l’avevo rassicurata che avrei rispettato la sua volontà

Allora le dissi di girarsi a pancia in giù e, da imbranato quel’ero, le puntai la cappella sul buchino e,senza alcuna preparazione o lubrificazione, spinsi, allargandole i glutei con le mani.

Inutile dirvi che nonostante quella rosellina, ancora vergine, fosse scivolosa per i tanti umori che le erano colati trale gambe , mentre stursciavo il cazzo per individuare la strada ,sborrai prima di entrare in lei, piegandomi sul suo dorso

Capii così che il nostro rapporto doveva essere impostato in modo diverso

 

Si avvicinava, intanto, il giorno che avevamo stabilito per le nozze

Un mese prima di quel giorno accadde un fatto che avrebbe avuto un ruolo fondamentale sul nostro modo di fare sesso..

Una sera di marzo decidemmo di andare al cinema ed andammo a vedere un fil di cui , in seguito, si sarebbe parlato molto

Il film era” L’ultimo tango a Parigi “ Il film era da tempo sullo schermo di quel cinema, per cui non c’era un gran numero di persone in quella sala.

Era l’ultimo spettacolo. Prendemmo posto il più appartati possibile . Era la fine dell’inverno per cui avevamo entrambi i cappotti sulle ginocchia.

Era quasi naturale che , dato l’argomento e le scene del film, mi eccitassi , e , con la mano nascosta dai cappotti che avevamo sulle ginocchia , raggiungessi la sua figa ed incominciassi a masturbarla.

L’avevo quasi portata all’orgasmo quando un uomo , che era seduto diversi posti alla sua sinistra ,si alzò e venne a sedersi accanto a lei

Se avessi tolto la mano che avevo tra le sue gambe, l’uomo se ne sarebbe sicuramente accorto, per cui la staccai dalla figa e la posai sulla coscia, in attesa del momento opportuno per toglierla.

Dopo qualche istante sentii lei spostare la gamba per avvicinarla all’altra e qualcosa sfiorarmi le dita.

Non mi ci volle molto per capire che l’uomo aveva introdotto la mano tra le sue gambe e la stava toccando.

Sicuramente avevamo fatto qualche imprudenza che aveva fatto capire, a chi ci stava osservando, quello che stavamo facendo, al punto di sentirsi autorizzato a partecipare a quel rapporto clandestino, sicuro che , nel nostro interesse, non avremmo dato luogo ad una scenata

Quello che mi sorprese, ma non più di tanto, fù che la situazione non imbarazzò lei , al punto che, appena quelle dita sfiorarono la sua figa, la setii fremere sotto gli effetti dell’orgasmo che, con tanta cura,avevo preparato per lei, ma che qualcun altro stava portando a compimento

A quel punto presi la mano dell’uomo e la allontanai da lei, la guardai negli occhi e,senza dire una parola, ci alzammo e cambiammo posto.

Questo fatto di non molta importanza fece capire ad entrambi molte cose.

A me fece capire che vederla toccata intimamente da un altro uomo, mi aveva procurato tanta gelosia, ma , anche, un’eccitazione indescrivibile, mentre per lei era stato evidente che, il fatto di essersi trovata coinvolta in una situazione trasgressiva, aveva aumentato di molto la sua carica erotica.

A confermare questa mia convinzione , avvenne un fatto parecchi giorni più tardi, quando, mentre eravamo ai margini di un boschetto, al riparo di un muro a secco, in una zona rurale e deserta all’estrema periferia della città e stavamo sdraiati a goderci i primi caldi raggi del sole di primavera ,lei si aprì la camicetta rimanendo con le tette scoperte, mentre la mia mano vagava sulla sua fighetta in un lentissimo ditalino.Quando mi rizzai sul fianco per baciarla, mi accorsi che ,ad una decina di metri da noi, nascosto dagli alberi, stava un uomo sdraiato sul fianco che ci stava guardando con il cazzo in mano.

Mi chinai per baciarla e le sussurrai che eravamo spiati da un uomo dietro di noi.

Lei si voltò a guardare e, quasi subito ,sentii un cambiamento nel suo comportamento che culminò, dopo pochi attimi ,con il raggiungimento dell’orgasmo e tutto questo senza che lei distogliesse neanche per un attimo gli occhi da quell’uomo che stava sborrando, senza preoccuparsi di coprirsi il seno che,nudo, era in bella mostra agl’occhi di quello sconosciuto

Erano tutti segni premonitori della prorompente sessualità di quella donna. dal comportamento così controverso

 

 

 

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Venne il giorno delle nozze

Avevamo 20 anni

Com’è logico immaginarsi,quella notte cercai di fare il mio dovere di uomo e di marito, illuso che il nuovo stato di coppia regolarmente sposata, attenuasse l’ansia di prestazione che, sin dall’inizio, io imputavo come possibile causa dei miei problemi di durata.

Invece le cose non erano cambiate .

Riuscii sverginarla, perchè era realmente ancora illibata, ma le venni dentro dopo alcuni secondi ,con il risultato , poco gratificante , di non essere riuscito a farla godere prorpio quella prima notte di nozze.

Da quella notte insoddisfacente al massimo, iniziò la nostra vita sessuale.

Quando calava la sera, mi precipitavo a letto in attesa che arrivasse anche lei, per incominciare a baciarla, toccarla, leccarla , masturbarla , penetrarla con tutta una serie di giocattoli che avevamo comperato assieme, per vederla eccitarsi , godere e gemere per il piacere che le procuravo.

I nosri rapporti serali duravano un paio d’ore, con suo grande piacere ,al punto che , un giorno, mi imposi di contare i suoi ‘orgasmi e, per sette volte in una sera, la sentii gemere per l’enorme piacere che le procurava l’orgasmo

Alla fine la penetravo io, sbrorrando, qualche volta, prima di essere riuscito a penetrarla sino in fondo, nosostante il percorso per raggiungere il suo utero fosse più scivoloso di una strada ghiacciata

Ma non potevo continuare così ,per cui chiesi aiuto ad una persona a me molto vicina che sapeva di questo mio problema, ma a cui non avevo mai voluto dare ascolto, nonostante i suoi ripetuti inviti a ricorrere ad un medico specialista che operava in una clinica privata e che lui conosceva benissimo.

Mi accompagnò lui stesso all’appuntamento, dove mi furono fatti tutta una serie di esami e di controlli, che, però, non diedero alcun risultato che spiegasse questa mia eiaculazione precoce, se non una lieve malformazione del frenulo e di una leggera fimosi ,che mi impedivano una completa fuoriuscita del glande durante l’erezione, cosa questa che poteva, in alcuni casi, non frequenti, essere causa di un’eiaculazione precoce, per cui mi consigliarono di farmi circoncidere, pratica che, in alcuni casi, aveva risolto, o almeno attenuato, il problema, con la sicurezza che, comunque ,non avrebbe portato alcun danno alla mia sessualità

 

Logicamente di tutto questo non potei fare a meno di informare mia moglie cui non sarebbe sfuggito la divera struttura del mio cazzo, con la cappella non più trattenuta dal filetto che sembrava aumentata di volume e la pelle che lo ricopriva completamente distesa e che arrivava solo sino a tre quarti del cazzo.

Non volli modificare il nostro modo di fare sesso per cui , il giorno che potei controllare i risultati dell’intervento, tutto si svolse come al solito,con la differenza che, alla fine, quando la penetrai per la prima volta dopo l’intervento, lei riuscì a sentire, finalmente, il piacere che il mio grosso cazzo era in grado di procurarle.

Con piccole pause, sempre più distanti tra loro, la chiavai per tutto il tempo che fù necessario per farla godere due volte.poi le venni dentro con enorme piacere mio, ma anche suo.

Così, per la prima volta nella sua vita, si rese conto del maggior piacere che una penetrazione poteva arrecarle, rispetto ai giochi praticati sino a quel momento e questo avrebbe potuto rivelarsi una cosa non positiva per il nostro rapporto

 

 

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Lei riuscì a godere perchè , come già detto, una volta eccitata, il primo orgasmo lo provava in tempi brevi, per poi continuare a scopare con piacere sempre crescente ed immutato desiderio, mentre per me, anche se i tempi di resistenza si rivelarono più lunghi , ma non di molto, l’eiaculazione metteva un limite alla mia frenesia sessuale e, quindi, al nostro rapporto, amenochè non rimandassi la penetrazione alla fine del rapporto, così come avevo sempre fatto prima , quindi, in definitiva, era cambiato ben poco

Per alcuni mesi diedi sfogo a tutte le mie fantasie in termini di rapporti sessuali, ma c’era qualcosa che ,se all’inizio del nostro rapporto mi eccitava, ora , dopo quasi un anno ,incominciava a darmi fastidio.

Il mio lavoro mi portava spesso a dormire fuori casa, per cui quando tornavo era logico e comprensibile che non vedessi l’ora di andare a letto per scopare mia moglie ed ,altrettanta ansia e desiderio, avrei voluto vedere in lei, mentre, invece, le mie prime advances sembravano sempre sorprenderla e, qualche volta, addirittura darle fastidio, a meno chè, assieme a noi, non non ci fosse, idealmente o realmente , la presenza di un terzo , come accadde in quel cinema o su quel prato

Questo fatto incominciò a distutbarmi e,non volendo che qualcosa incrinasse in qualche modo il nostro rapporto, un giorno le dissi chiaramente quello che mi succedeva .

Lei reagì in modo diverso da quello che avevo temuto, nel senso che quasi mi chiese scusa e mi chiese di farle capire come mi sarebbe piaciuto che iniziassero i nostri rapporti sessuali, al chè le dissi che mi sarebbe piaciuto che lei dimostrasse un po’ di desiderio di fare sesso con me, anche all’inizio, e non solo a rapporto iniziato.

Sapevo che aveva questo particolare rapporto con il sesso, come ho detto sin dall’inizio, ma ,dopo un anno di matrimonio, è possibile che nel rapporto ci sia qualcosa che uno dsidererebbe che fosse diverso.

Facemmo subito la pace e ll’amore.

 

Il giorno dopo come al solito la precedetti a letto.

Quando arrivò, lei si coricò al mio fianco, ma, prima che mi avvicimassi a lei, la vidi introdurre un braccio sotto il leggero lenzuolo che ci copriva e, con mia meraviglia, capii che si stava masturbando.

La lasciai fare guardandola eccitato, ma non ci mise molto a buttar via il lenzuolo che la copriva e a gambe oscenamente spalancate, chiedermi, trasfigurata da quello stato di desiderio che ben conoscevo, di chiavarla.

Non era ancora quello che avrei desiderato ,ma mi sembrò che quel suo masturbarsi iniziale fosse un buon compromesso per cui, da quel giorno, quando ho voglia di far sesso, la scopro, le metto una mano sulle cosce vicino alla figa ed aspetto che lei incominci a toccarsi ed è eccitante vederla passare da quello stato iniziale d’indifferenza, quasi di controvoglia, al desiderio di essere scopata ed abbandonarsi con desiderio a tutte le cose che io so che le piace che io le faccia sino allo sfinimento totale.

 

Questo suo bisogno di eccitarsi prima di iniziare i nostri rapporti sessuali si rendeva necessario quando vivevamo il rapporto nella normalità della nostra vita quotidiana, mentre altra cosa era lo stato di eccitazione in cui cadeva quando si trovava coinvolta, anche come semplice spettatrice, in situazioni erotiche occasionali, non abituali.

Difficilmente abbiamo lasciato perdere qualche occasione che avesse, in qualche modo, acceso la sua fantasia ed il desiderio di essere chiavata.

Gli incontri al buio di un cinema, la consapevolezza di essere guardati mentre facevamo sesso , il farla assistere, magari di nascosto, a persone che scopavano, erano tutte cose che le facevano perdere il controllo di se stessa e che facevamo spesso, ed eravamo sempre alla ricerca di esperienze nuove.

 

 

 

Così, un sabato sera che eravamo andati a cena furi in una trattoria vicino a casa, feci in modo che ci attardassimo un po, per cui ci alzammo da tavola che era quasi la mezzanotte.

Era una notte di pieno agosto e, nonostante vivessimo in una città di mare e ci trovassimo sull’altipiano che cinge la città alle sue spalle come fosse una corona, il caldo era insopportabile

Salimmo in macchina ed invece di dirigermi verso casa , mi diressi dalla parte opposta e dopo un paio di kilometri, imboccai una deviazione che portava all’inizio di un sentiero che attraversava un’ampia zona boschiva .

Questo sentiero percorribile esclusivamente a piedi ,correva, per una decina di kilometri, , parallelo, ed ad una distanza di 400 metri, al ciglio dell’altipiano carsico che precipita, scosceso, verso il mare.

All’inizio del sentiero c’era un’area dov’erano parcheggiate, quella sera, una quindicina di macchine.

Questo luogo viene frequentato, sino al tramonto, da moltissima gente che passeggia, corre, và in bicicletta, mentre, dopo il tramonto, diventa luogo d’incontro per gente in cerca di evasione.

E’ un luogo tranquillissimo, dove nessuno dà fastidio all’altro , mai successo nulla degno di apparire sulle cronache dei giornali.

Ognuno percorre la sua strada consapevole, però,che anche l’altro è lì per lo stesso scopo e quasi sempre ci si saluta incrociandosi, ma se nessuno si ferma a chiacchieare, ognuno continua per la propria strada.

Naturalmete è a tutti noto che, dopo una certa ora, è difficile incrociare qualcuno che sia lì solo per prendere una boccata d’aria.

Quando parcheggiai la macchina e feci per scendere, lei mi chiese dove la stessi portando . Le risposi che avevo voglia di fare quattro passi prima di andare a letto e la invitai a scendere.

Era un gioco che facevamo ogni tanto, dove lei fingeva di essere una donna che io corteggiavo ed io un uomo che voleva scoparsela

Come al solito mi obbedì e non la vidi contrariata per il posto che avevo scelto per la passeggiata.

Immaginando cosa avessi in mente, ossia appartarci in un luogo nascosto e, come due studentelli, farci una bella scopata, nell’eccitazione di essere nudi sotto le stelle, per cui non si meravigliò quando presi con me la sacca con le cose che portavamo con noi quando andavamo in palestra.

Ci avviammo per quel sentiero .

Ogni tanto incrociavamo qualcuno che procedeva in senso contrario sia uomini soli che in coppia con altri uomini o donne

Un paio di volte abbiamo visto gente, prima nascosta dalla folta vegetazione, riprendere il sentiero provenendo dalla parte incolta del bosco

Si vedeva chiaramente chi procedeva a passo svelto per raggiungere la macchina e chi procedeva lentamente per godersi la passeggiata o per incrociare gli sguardi altrui

C’erano diverse coppie etero cosa che tranquillizzò Laura.

Percorremmo quella strada per un paio di kilometri quando , visto che non c’era nessuno in giro che potesse vederci, uscimmo dal sentiero e ci inoltrammo tra la vegetazione di alberi non di alto fusto , visto il terreno carsico, e di cespugli, con l’intento di raggiungere il ciglio dell’altgipiano

Ci mettemmo un po’ di tempo per percorrere quei 500 metri ,ma ne valeva la pena perchè il panorama che ci si presentò era qualcosa di favoloso.

Tutta la città sotto di noi, un mare calmo, una splendida luna piena che illuminava la notte un po di brezza che proveniva dal mare.

Cercammo uno spiazzo tra i cespugli che, però, ci permettesse di vedere il mare

Logicamente dalla nostra posizione non si vedeva il sentiero che avevamo abbandonato e distante più di 400 metri, quindi, nessuno poteva vederci anche perchè eravamo nascosti dalla vegetazione.’

Era il posto ideale per soddisfare per la nostra voglia di sesso.

 

 

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