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OrgiaRacconti di Dominazione

Una strana avventura

By 13 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

CAPITOLO 1

Mi sentivo bene.
Un senso di tranquillità e serenità mi accompagnava mentre stavo rientrando a casa.
Mi aveva chiamato alla mattina presto per dirmi che era riuscito a liberarsi per quel pomeriggio. Una gioia immensa s’impossesso di me al pensiero di vederlo e l’ansia dell’attesa condizionò il resto della giornata, sino a quando non lo raggiunsi in Paradiso. Il Paradiso era il nome di un discreto alberghetto in campagna, dove ci incontravamo,ormai da sei mesi,nei sui rari pomeriggi in cui riusciva ad evadere dal lavoro e raggiungere la mia città. Per noi quella camera era veramente il Paradiso
Mi sentivo appagata
.In quel pomeriggio avevo raggiunto vette incredibili di piacere. Lui ormai conosceva ogni centimetro del mio corpo,sapeva come raggiungere le fonti più nascoste da dove sgorga il mio piacere,ed unendo gentilezza e una piacevole violenza, sapeva portarmi a livelli di piacere mai provati prima
Mi sentivo fortunata.
Riuscivo a godere dei piaceri del sesso nel modo più completo .e con grande intensità. Sapevo godere e far godere e quei momenti erano i più belli della mia vita e non erano mai troppi.
Avevo due uomini meravigliosi, ma diversi ,ad occuparsi di me: lui, con la sua ricerca del mio piacere più che del suo ,era riuscito a farmi delirare e mio marito,che amo tantissimo e che non mi fa mai mancare niente in fatto di sesso, ma,forse, perché sono la sua donna, non ha mai osato superare i limiti dell’amore per sconfinare nella passione
Mi sentivo desiderabile.
Domani compirò 40 anni , ma il tempo non ha ancora intaccato la bellezza del mio corpo.
Mi piaccio.
Questa mattina, mentre facevo il bagno prima di raggiungerlo, immersa nell’acqua profumata ,sfioravo la mia pelle vellutata,i miei due grossi seni ben sostenuti e morbidi ed i miei glutei sodi e pieni e, mentre mi asciugavo, mi rimiravo nello specchio e capivo perché gli uomini sbavavano per me
Mi sentivo felice.
La vita in questo momento mi stava riservando, forse, i momenti migliori della mia esistenza.

E dire che la giornata non era iniziata bene, perché,dopo la sua telefonata, mi affrettai ad andare a fare delle compere .Salita in macchina ,non so se per l’emozione o la fretta,non sono riuscita. in alcun modo a farla partire
Pensando che potesse esserci qualche guasto non immediatamente riparabile, gli telefonai. Lui disse subito che sarebbe passato a prendermi, ma gli dissi di no.
Sin dall’inizio avevamo deciso di non fare mai nessuna imprudenza , per cui gli dissi che avrei preso il metrò e che venisse a prendermi al terminal.
Questa è la ragione per cui sto rincasando in metropolitana ed è stato un viaggio piacevolissimo, perché, la mancata tensione della guida, mi ha permesso di riflettere un po’su tutto e godere piacevolmente di queste belle sensazioni
Purtroppo era arrivato il momento di scendere.

Ancora 800 metri di passeggiata e sarei stata a casa e, mentre camminavo, pensavo a mio marito e sorrisi al pensiero che sentivo il desiderio di fare l’amore con lui quella sera.
Mentre ero immersa in questi piacevoli pensieri, mi accorsi che ,subito dietro a me, si erano materializzati, senza che me ne fossi accorta ,tre uomini di colore. Non ebbi il tempo di accelerare il passo ,che mi sentii passare un braccio intorno al collo ed una mano tapparmi la bocca.
Cercai di divincolarmi con tutte le mie forze ,ma l’uomo era più forte di me ed ,aiutato dagli altri due, mi bloccarono per il tempo necessario che un pungente odore mi entrasse nel naso e nella bocca e, nel rendermi conto che stavo perdendo le forze, mi si fece nero tutto attorno e non so altro

Ad un certo punto incominciai a provare delle sensazioni e ,senza rendermi conto di niente,percepii che stavo riprendendo conoscenza. Ebbi la consapevolezza che stavo dormendo e che mi stavo risvegliando.
Incominciai a sentire dei rumori indistinti,ma la sensazione più brutta fu un dolore diffuso su tutto il corpo ed una bocca impastata, come spesso succede, dopo una grande abbuffata ed una grande ubriacatura. Inghiottii più volte cercando di ripulirmi la bocca e cercavo di riaprire gli occhi ma,stranamente, non ci riuscivo.
Sentivo che ero nuda sotto una coperta e provavo un leggero fastidio nel basso ventre
Cercai di massaggiarmi la parte bassa del pancino e sentii qualcosa di viscido sulla pelle.
Ero riuscita ad aprire un occhio e, tutta stordita, vidi che c’era una finestra e che fuori era scuro, per cui pensai che fosse passato poco tempo che ero li
.Aperti gli occhi, mi guardai attorno e mi resi conto che ero in una stanza squallida, con muri vecchi e dalle pitture scrostate e squallidamente arredata, con un vecchio armadio ad due ante ,un cassettone ,un tavolino ed una sedia
All’interno della stanza c’erano due porte ,una chiusa ed una aperta da cui usciva il cattivo odore del bagno.
Sentivo urgente il bisogno di andare al gabinetto così mi feci forza e cercai di alzarmi.
Spostai la coperta e mi accorsi che su tutto il corpo ,dalle tette al pube, avevo delle chiazze che riconobbi subito per chiazze di sborra. Capii subito cosa doveva essere successo e, vedendo quello che avevo sul corpo, pensai subito che la bocca impastata non dipendeva dal fegato,ma da qualcuno che c’aveva sborrato dentro.
Incominciai piano piano a ricordare gli avvenimenti immediatamente precedenti al mio risveglio.
Andai in bagno che era composto da un tazza, un bidet ed una specie di doccia. fatta da un tubo.
Non c’era traccia di scaldabagno, per cui, il tutto, doveva funzionare con l’acqua fredda.
Provai a tirare la catenella per vedere se funzionava ed in effetti funzionava.
Pensai subito che il rumore avrebbe fatto arrivare qualcuno,ammesso che ci fosse qualcuno .
Corsi a letto e mi rimisi sotto le coperte, nello stato in cui mi trovavo prima

CAPITOLO 2

In effetti, dopo un po’, si aprì la seconda porta ed entro un negro sui trent’anni,che mi salutò,mi chiese come stavo e mi portò delle cose da mangiare e da bere.
Gli chiesi dove eravamo,perché ero lì,dov’erano i miei abiti e la mia borsetta e da quanto tempo mi trovavo lì.
Lui si mise a ridere ed in un italiano abbastanza comprensibile, mi disse che ero li da un giorno e mezzo,che non aveva nessuna importanza dove eravamo,che dei miei abiti non ne avrei più avuto bisogno per un mese ,.che quelli che mi servivano adesso erano nell’armadio.
Mi disse che, se mi fossi comportata bene e se a casa avessero seguito gli ordini che avevano trasmesso con il mio cellulare,ossia di non denunciare la mia scomparsa,tra un mesi sarei tornata a cas.
Per quanto riguardava il perché era lì , disse che mi avevano comprata per un mese, pagando 20.000 euro e ,ridendo,disse che il mio compito sarebbe stato molto piacevole e l’avrei scoperto questa sera
Ma non era difficile capire quale sarebbero stati i miei compiti., mi disse che dovevo obbedire a tutto quello che lui mi ordinava di fare, compreso quello di mangiare perché ,se non lo facevo, mi avrebbero drogata per ottenere quello che volevano da me.
Disse ancora che se avevo bisogno di droga o qualche spinello, potevo chiederlo a lui che ne aveva quanta volevo..
Mi disse ‘ ora mangia’ e se ne andò chiudendo la porta a chiave.
Quando rimasi sola fui presa dal panico e mi misi a piangere, ma ricordando le minacce, mangiai quello che mi avevano portato.
Poi volli levarmi il lerciume che aveva a dosso e andai sotto la doccia. Fortunatamente c’era del sapone e potèi ripulirmi.
Quando uscii ero nuda .
Aprii l’armadio per controllare il guardaroba e vidi che era composto da una vestaglia lunga ,trasparente come il velo, senza bottoni,lacci o cintura. Un baby-doll cortissimo del medesimo tessuto. Due gonnelline lunghe 25 cm. E due canotte.
Indossai una gonnellina che mi arrivava a metà del culetto ed una canotta che ,essendo molto larga, non riusciva a trattenere le grosse tette che uscivano ora a destra, ora a sinistra..
Ormai s’era fatto giorno pieno. Lui ritornò per controllare che avessi mangiato e disse che dovevo pensarci io a tenere in ordine la stanza e che, nel cassettone, c’erano due lenzuola e mi consigliò di lavare ,ogni mattina ,quella della notte perché, probabilmente, si sarebbe sporcata.
Poi disse che tra poco sarebbe arrivato il dottore.
Infatti ,verso mezzogiorno, arrivo un negro, di bella presenza ,ma che era li per raccoglier nei campi come tutti gli altri. Fu molto gentile e mi assicurò che era veramente un dottore.
Disse che di lui dovevo fidarmi perché voleva che non avessi conseguenze da questa esperienza.
Mi diede due contenitori di pillole e disse che servivano a cautelarmi contro le malattie veneree e che ne dovevo prendere una alle sei di sera ed un quando andavo a dormire ( non precisò l’ora ), mentre l’altro contenitore conteneva delle pillole fatte con delle erbe del suo paese ed erano dei tarquillanti che ,oltre a rendermi più calma ,servivano per allentare i muscoli vaginali ed anali, cosa che rendeva meno dolorosa o difficoltosa la penetrazione. Per rassicurarmi, disse che al suo paese le davano alle donne che partorivano, per ottenere lo stesso effetto.
Dissi che non le avrei mai prese perché, sicuramente, erano delle droghe. Lui mi assicurò che erano assolutamente inoque, ma che ,comunque, facessi come volevo. Disse che sarebbe passato domani alla stessa ora per vedere come stavo e se ne andò
Durante il pomeriggio dormi per i postumi di quello che mi avevano fatto inalare, ma alle sei entro sempre lui e mi ordinò di prepararmi. Intanto sentii ,al di la della porta un brusio che ,con il passar del tempo, diventava sempre più forte. Lui mi fece riempire il bidet e mi disse che lì, l’acqua scarseggiava e, quindi, cambiassi quell’acqua una sola volta prima di andare a letto
Poi mi ordinò di spogliarmi nuda ,mi fece indossare la vestaglia che rimase aperta sul davanti ,aprì la porta e mi condusse dall’altra parte che era una specie di capannone trasformato in bar, con una specie di bancone, dei tavoli e delle sedie,
A bere e chiacchierare c’erano, in quel momento,almeno un cinquantina di neri di tutte le razze :,marocchini ,senegalesi,,ganesi e tante altre razza che non si distinguevano.
Rimasi allibita e spaventata perché, fino a quel momento ,avevo capito che volano farmi fare la puttana, ma credevo che volevano che mi prostituissi con degli italiani
C’era un acre odore delle cose che stavano fumando ed, in un angolo, c’erano due che si stavano iniettando la droga. Erano appena le otto della sera
Tenendomi per mano ,incominciò a parlare un po’ nella sua lingua ed un po’ in inglese e ,quello che riuscii a capire, fu che costavo un euro al minuto. Poi mi lascio la mano e mi disse di andare a fare amicizia con i suoi clienti.
Io non si mossi ,ma fui letteralmente trascinata da cento mani che mi spostavano, mi toccavano, mi baciavano le tette .
Ad un certo punto mi fu tolta la vestaglia e continuai ad essere trascinata in giro nuda..
Non parlavo,aspettavo da un momento all’altro di svegliarmi da quell’incubo , ma quando due di loro mi presero per mano ed aprirono la porta della camera ,realizzai che ero sveglia.
Come mi spinsero dentro, vidi un ragazzo seduto in un angolo che leggeva ed era lì per controllare il tempo che si sarebbero fermati,
Quasi tutti quelli che erano in quel capannone,, indossavano solamente dei calzoncini corti ed una maglietta per cui, in un secondo, furono entrambi nudi.
Mi spinsero sul letto e mi si misero un po’ al fianco un po’ sopra .Fortunatamente erano dotati di due cazzi notevoli, ma non esagerati
Incominciarono a palparmi uno da una parte ed uno dall’altra .Le tette erano il loro punto preferito, ma non tardarono a mettermi le dita nella fica e nel culo.
Poiché non collaboravo, uno mi disse di prendere i cazzi in mano e di segarli. Quando i cazzi furono ben duri ,uno si sdraio e mi fece mettere sopra e me lo infilò nella fica senza nessuna indecisione, mentre l’altro me lo mise nel culo, anche lui violentemente ,tanto che lanciai un forte grido di dolore, ma questo sembrò eccitarli ancora di più ed incominciarono a scoparmi come due forsennati, finché mi sborrarono dentro, quasi contemporaneamente
Immediatamente si alzarono ,si rivestirono ed andarono dal ragazzo che leggeva ,chiesero il conto e pagarono il dovuto
.Mi resi conto che, in quei rapporti, non c’era tempo per carezze o delicatezza ,ma tutto doveva avvenire velocemente, bruttalmente, violentemente,,perché lo scopo non era quello di godere, ma di sfogare un bisogno al minor costo possibile
Stavo andando in bagno a sciacquarmi ,quando entrarono altri due e ,mentre uno si spogliava,l’altro mi prese per un braccio e mi spinse sul letto,dicendo che non serviva che mi lavassi.
Questa volta la fortuna mi abbandonò perchè erano due cazzi da negri, lunghi e grossi che non ne avevo mai visto ,di simili.
Questi avevano già un’erezione completa per cui ,uno mi mise alla pecorina e me lo infilò nella fica. Fortunatamente non mi ero lavata, per cui la sborra del primo servì da lubrificante per il secondo che,in caso contrario, mi avrebbe fatto un male terribile.
Provai ugualmente un gran dolore ed un senso di lacerazione quando questo grosso cazzo incominciò a premere contro le pareti della vagina. Quando sborrò ne fece una quantità straordinaria
Come uscì dalla fica, l’amico lo sostituì, mentre l’altro andava a pagare .Il secondo era ugualmente grosso ma più lungo, per cui provavo fitte di dolore ogni volta che toccava violentemente il fondo.
Ci fu un continuo entrare ed uscire di uomini giovanissimi,giovani e meno giovani e la maggior parte con dei cazzi di cui non siamo abituate,
Alle due di notte saranno stati almeno una sessantina ad avermi sborrato in fica, nel culo o in bocca, ed ogni rapporto, consumato in grande fretta .
Fortunatamente lui ogni ora interrompeva il flusso per un po’, per darmi modo di riprendermi..
Alle due disse che bastava scopare ,che ora erano disponibili solo le mani per cinque euro.
Qui il flusso non si fermò fino alle quattro del mattino ed in tutto questo tempo ho continuato a
fare seghe senza mai fermarmi e, poiché il costo non dipendeva dal tempo, ora se la prendevano comoda e godevano a mettermi le mani da per tutto per cui hanno continuato a scoparmi ed incularmi con almeno tre dita alla volta
Alle quattro il bar chiuse .
Io ero letteralmente distrutta con la fica ed il culetto in fiamme ,gonfi ed arrossati come non li avevo mai visti
Lui mi porto da mangiare ,mi disse che ero stata brava , chiuse la porta a chiave dicendomi ‘ a domani’
Io ero convita che non ci sarebbe stato un domani, perché mai avrei potuto avere anche un solo rapporto, con il sesso che era una piaga. Il lenzuolo era naturalmente un lago di sborra .
Lo levai e, fortunatamente, vidi che sotto avevano messo un foglio di plastica, per cui cambiai il lenzuolo, feci una doccia, mangiai per non essere punita e mi sdraia a piangere finche,distrutta dalla fatica mi addormentai.

CAPITOLO 3

  

Fui svegliata alle otto .Il negro mi portò la colazione e con lui c’era il dottore.

Il dottore mi chiese com’era andata la prima esperienza e gli dissi che era stata disastrosa,che avevo la vagina tutta piagata.. Disse che voleva visitarmi Mi controllò accuratamente le vagina ed il culetto . Poi mi mando in bagno,mi diede una peretta perché mi lavassi in profondità ,poi mi fece coricare e ,con una siringa  introdusse nella vagina e nel condotto anale un unguento che, prima di sera,avrebbe rimarginato le piccole lesioni ed  eliminati il gonfiore e l’irritazione.

Poi mi consigliò di prendere quei tranquillanti che ,secondo lui,avrebbero evitato il piccolo disastro che era stato fatto la sera prima. Dissi ancora di no e lui  disse di fare come volevo. Mi lasciò l’unguento perché mi medicassi da sola, il giorno dopo, se lui non fosse  venuto.

 Lavai il lenzuolo come mi era stato detto,misi a posto la stanza ,poi mi rimisi a letto.

Dormii ancora durante il giorno ed alla sera, notai,effettivamente, una guarigione pressoché totale dei problemi dell’intensa attività sessuale del giorno prima

La sera si ripeté l’attività della sera prima. Il giro in baby-doll tra i clienti, il ritrovarmi nuda quasi subito, ed il numero esagerato di scopate ed inculate da parte di cazzi enormi e le seghe finali.,Qualcuno,con la forza, mi obbligo a fargli un pompino al posto delle sega.

Il risultato,però fu ancora peggiore, perché la fica ed il culo ,non perfettamente guariti dei danni del giorno prima, si presentarono in una situazione ancor peggiore

Stavo per medicarmi, quando sentii delle persone parlare in italiano, a voce alta ,nell’altra stanza. Sentii uno che chiedeva com’ era la puttana che aveva messo ,generosamente ,a disposizione dei suoi lavoratori. Sentii girare la maniglia ed entrò il negro con un italiano non molto alto e grasso che mi si parò davanti mentre ero ancora nuda.

Chiese al negro come mi comportavo, se i clandestini erano soddisfatti e, rivolto a me disse che gli sembravo una puttana di classe ed aggiunse “ vediamo cosa sai fare “ e, così dicendo, si slaccio i pantaloni, mise in mostra ,sotto la grossa pancia ,un grosso cazzo, mi ordinò di sedermi sul letto e me lo mise in bocca. Quando raggiunse il massimo turgore era un cazzo di notevoli dimensioni, mi ordinò di girarmi e me lo infilo nel culo, dove lo fece uscire ed entrare continuamente, finché mi sborro dentro. Me lo mise in bocca perché glielo ripulissi, poi uscì e, rivolto al negro, gli raccomandò di farmi lavorare di culo perché sono ancora troppo stretta.,Quando uscirono avevo il culetto  in fiamme. Mi medicai e mi rimisi a letto.

Alle sei incominciai a prepararmi,presi la medicina,e,con il cuore che mi batteva forte, decisi che peggio di così non poteva andare e presi anche il tranquillante .

Saranno state, probabilmente, un concorso di cause ma, vuoi per il tranquillante,vuoi perché era la terza sera per cui non c’era più la tensione dell’ignoto,sarà perché, dopo più di cento cazzi negri,

si saranno un po’ dilatato le pareti vaginali ed anali,quella sera ero più tranquilla, anzi, mi intratenni a parlare con alcuni che erano li per la terza sera e ,quindi,quando entrai in camera con i primi due , entrambi ben dotati, i loro cazzi , per la prima volta, scivolarono dentro di me abbastanza facilmente per cui, anziché dolore, incominciai sentire degli stimoli

Le pareti interne della vagina incominciarono a secernere i loro umori così, quei cazzi ,anziché irritare la fica la riempivano accarezzandola .Mi resi anche conto che i miei sensi si erano adattati ai ritmi di quelle scopate, per cui, anche senza tutta quella preparazione cui ero abituata a casa con i miei due uomini,qui le reazioni avvenivano ad un ritmo molto più rapido, tanto che quel primo cazzo della serata mi fece raggiungere il primo orgasmo di quest’esperienza.

Quella sera di orgasmi ne provai parecchi, ma con i cazzi di più contenute dimensioni.

I giorni successivi incominciai a godere anche analmente e più passavano i giorni più godevo e più intensamente con i cazzi di più grosse dimensioni.

Probabilmente nessuno mi crederà, ma l’ultimo giorno che rimasi in quella camera ,credo che ho avuto un orgasmo con ognuno dei settanta cazzi che mi hanno violato

Eravamo arrivati alla fine del mese ed ero in ansia per vedere se avrebbero mantenuto l’impegno di rimandarmi a casa. Venne a trovarmi il dottore con cui eravamo diventati molto amici ,mi salutò e mi disse che dovevo prendere la pillola che mi stava offrendo.

Colse questl’ultima occasione per cercare di giustificare ,almeno in parte,la condotta dei suoi connazionali ,che per la maggior parte sono giovani ,tenuti alla distanza da tutti , ma con i bisogni di ogni uomo giovane.,senza donne della loro razza a disposizione ,perché quelle che si trovano da noi le fanno prostituire con gli italiani

Gli diedi un bacio ,lo ringraziai, presi la pillola che teneva in mano e dopo qualche  minuto caddi in un sonno profondo

Quando mi svegliai ero sdraiata su una panchina del capolinea del metrò vicino a casa mia.

Ero vestita come il giorno che venni rapita Era il giorno dopo di quando presi la pillola

Quando rientrai tutti si dimostrarono felici del buon esito della faccenda

Fui visitata dal mio ginecologo al quale spiegai cosa mi era capitato .L’unica conseguenza era che avevo sia la fica che il culetto molto dilatati ma mi disse di non preoccuparmi.

Mi vietò ogni attività sessuale almeno per un mese e con delle creme ed altri medicamenti ,mi assicurò che tutto si sarebbe sistemato ,anche se non sarei ritornata proprio alle condizioni di prima.

Io aiutavo mio marito nella sua attività tenendo in ordine la contabilità. Al rientro ,era proprio trascorso un mese e dovevamo presentare la dichiarazione IVA.,Mi preparò tutti i documenti ed io incominciai il lavoro di contabilizzazione.

Ad un cero punto impallidii , quando mi capitò in mano una serie di fatture, intestate alla ditta ,per l’occupazione di una camera, a nome di mio marito ,preso l’alberga Paradiso.

Mi venne il sospetto e, controllando le date, constatai che corrispondevano ai giorni in cui  mi ero incontrata con l’altro, negli ultimi tre mesi.

E mentre cercavo di illudermi che, forse ,c’era una insolita coincidenza, presi il prossimo documento che era la ricevuto di 20.000 euro da parte di un ente benefico, rilasciata per la detrazione parziale dell’importo dalle tasse.

Allora ebbi la conferma che lui sapeva tutto e che era stato lui a “ vendermi “ per punirmi,ma non volendo rinunciare a me..

Non ne parlammo e passarono alcuni mesi.

Un giorno, in centro, ebbi la sorpresa di incontrare il dottore. Ci abbracciammo e gli spiegai un mio progetto e lo costrinsi a darmi il nome del proprietario di quei fondi dove si trovava il bar.

Dopo 15 giorni mi presentai, alla sera, al bar che mi ospitò per un mese.

Entrai indossando una vestaglia uguale a quella che indossavo quand’ero li.

Dissi al negro che,sapendo che il giorno prima era andata via la donna che ospitava ,avevo concordato con il padrone di sostituirla per quindici giorni.

I clienti, vedendomi, mi fecero un sacco di feste. Io avevo gia preso le due pillole datemi dal dottore per cui,quando,dopo cinque minuti,mi trovai a scopare con due negri dal cazzo enorme, anche se la mia fica s’era  appena ristretta, godetti come una pazza con loro e con tanti altri.

Mio marito, quella sera che me ne andai a sua insaputa, tornando a casa trovò una lettera dell’ente di beneficenza che lo ringraziava per il nuovo contributo di 10.000 euro assicurandogli che gli avrebbero mandato la ricevuta per gli sgravi fiscali.

Lui capì e sorrise.

Quando ritornai a casa non ebbi più la necessità di  incontrare il mio amante, perché mio marito aveva capito ed accettato di chiedere alla moglie, non solo l’amore, ma anche la trasgressione.

  

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