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Racconti di Dominazione

Una vita serena

By 22 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

-Allora piccola, come va oggi il sederino?-
-B..bene..-
-Non fa più male ?-
-S..solo un po’-
-Vediamo’qui fa male?-
-No-
-E qui?-
-No..-
-Brava la mia piccola. In fondo mi pare che la sculacciata di ieri non sia stata poi così terribile da sopportare’Allora, &egrave stata terribile?-
-No-
-Credo che da oggi in poi ci penserai bene prima di accarezzare la passerina senza permesso-
-S’ si-
-Sei stata molto molto disubbidiente ieri..spero che la cosa non abbia a ripetersi..-
-No-
-Se si ripetesse ‘…non ti sculaccerei più’.-
Non ebbi la forza di rispondere, il tono con cui aveva pronunciato quell’ultima frase era anche troppo eloquente’insinuò una mano sotto la gonna e gli slip e senza alcuna delicatezza tirò il piccolo lucchetto con cui mi teneva chiusa’.rabbrividivo ogni volta al ricordo del giorno in cui mi aveva fatto applicare gli anellini alle labbra’.per preservare la mia verginità ”
-Dove eravamo arrivati la settimana scorsa?-
-A 2,5 cm..-
-Bene, vorrà dire che stasera vedremo di arrivare a 3,5!-
-Ma..-
-Piccola, niente capricci inutili d’accordo? Vai a prendere tutto quello che ci serve-
Rassegnata andai in bagno, presi la cannula e la sacca per il clistere, il lubrificante, i dildi da 3 e 3,5 cm di diametro e’ con un tremito afferrai lo speculum anale ‘lo odiavo!
Quando tornai lo trovai in cucina che faceva scaldare l’acqua per il clistere’pregai solo che non fosse più di un litro’
-Sistemati sul divano col culetto bello in alto’.no non togliere le mutandine, lasciale a mezza coscia così’.-
Mi si avvicinò e mi parlò con estrema dolcezza:
-Cosa preferisci piccola: un litro d’acqua e sapone bella calda o due litri d’acqua a temperatura ambiente?-
La mia mente si rifiutò anche solo di considerare la possibilità di fare una scelta così terribile e cominciai a piangere come un agnellino.
-Suvvia cucciola, non si fa così, e io che pensavo di farti un piacere lasciandoti scegliere’ai mezzo minuto per decidere altrimenti li riceverai entrambi!-
-Due’due litri?-
-Vuoi i due litri a temperatura ambiente?-
-Si’-
-E come si dice?-
-Per favore ‘-
-Per favore cosa?-
-Per favore Alex imp..impartiscimi un bel clistere per svuotare il sederino ‘.-
-Ma certo piccola!-
Detestavo il clistere più di ogni altra cosa, tutto era così umiliante..e doloroso, la prima volta che mi aveva inserito la cannula nell’ano ero talmente contratta che aveva dovuto spingerla dentro a forza’togliendomi il fiato’ma ciò che temevo più di ogni cosa era il dover trattenere l’acqua alla fine, con la promessa di un colpo con la cucchiaia di legno a intestino ancora pieno per ogni goccia d’acqua che mi fossi lasciata sfuggire’
Sentii che poggiava delicatamente la cannula sullo sfintere e cercai con tutte le forze di rilassarmi e non pensare a niente’mi aspettavo un’introduzione lenta e graduale, come al solito, invece spinse senza alcun preavviso ed ancora prima che avessi smesso di gridare la cannula era tutta dentro di me’ansimavo spaventata..
– Piccola, &egrave possibile che tu faccia ancora tutta questa resistenza per un solo centimetro di cannula?’avrei quasi la tentazione di prenderti qui, subito per sentire come reagiresti ai miei 5 cm ‘-
Mentre sentivo il liquido invadermi lentamente ebbi il coraggio di guardarlo:
– Perché vuoi fare sesso anale con me ma non’non vuoi..-
– Non voglio sverginarti?’Non &egrave ancora il momento di prendere né la tua verginità vaginale né la tua verginità anale’.questa &egrave solo una preparazione’risulterà utile al momento giusto..ora rilassati’ricordati che dovrai trattenere due litri nel culetto per’diciamo almeno 15minuti-
Non ebbi il coraggio di replicare perché in quel momento mi sentii morire..15 minuti! Mi sarebbero venuti dei crampi terribili! Ero così presa dal pensiero del tempo per cui avrei dovuto trattenere il clistere che quasi non mi accorsi di aver accolto il primo litro..uno spasmo doloroso mi riportò alla realtà e lo sentii sussurrarmi:
-Tranquilla piccola, siamo solo al primo litro, rilassati e cerca di stare calma-
Ma mi era impossibile, il liquido premeva sempre di più ed io non riuscivo a star ferma.
-Più ti agiti e peggio &egrave..lo sai bene..se non stai buona potrebbe verificarsi qualche spiacevole incidente’non vorrai anche la cucchiaia in questo momento, vero?-
Un brivido mi attraversò il corpo e cercai di restare più ferma possibile, ma faceva così male’poi finalmente sentii che il flusso si era arrestato e lui estrasse delicatamente la cannula’era il momento peggiore perché mi sembrava sempre di non riuscire a trattenere il liquido.
-Brava, bravissima, ora si tratta solo di resistere un pochino, d’accordo?-
Annuii mentre si chinava a baciarmi una natica e pregai che finisse presto.
-Ha..hai’. haaa-
-Fa male cucciola?-
-Si, ti prego..ti prego..-
-Sono passati solo cinque minuti, lo sai: tra 10 potrai liberarti-
-Ti prego..&egrave atroce!..ti supplico Alex-
-Adesso basta’non ti sarà di alcun aiuto fare così’perché non mi racconti invece com’&egrave andata la tua giornata!-
-Sono uscita alle 9.00 haa’ho fatto la spesa e l’ho portata a casa, poi sono andata a lezione haa..haa.. ti scongiuro per favore!-
-Continua raccontare-
-Ho pranzato con un trancio di pizza, ho comprato dei cd’hai..hu.. ho fatto un giro e alle 17.00 sono tornata haa!’ho spolverato’.dio!-
-Altri 5 minuti bambina’altri 5 minuti e sarà tutto finito, tu vuoi essere brava non &egrave vero?-
-S..si’.si’-
-Allora concentrati e respira, perch&egrave non mi dici chi c’era a lezione-
-Non lo so..non lo so.. non resisto!-
-Si invece, 4 minuti e potrai andare in bagno, stai calma da brava-
In quegli ultimi minuti vidi l’inferno, ma riuscii ad evitare di perdere l’acqua, e potei andare a liberarmi. Quando tornai da lui ero stremata, ma sapevo bene cosa mi aspettava’mi ero già spogliata.
-Sei stanca piccola?-
Assentii senza guardarlo e mi fece cenno di andare a sedermi accanto a lui.
-Non preoccuparti, da qui in poi non devi fare nulla, solo stenderti e rilassarti il più possibile-
Quando fui sdraiata sul divano posizionò due cuscini sotto il mio sederino, e cominciò a massaggiarmi delicatamente, carezzando piano il clitoride e penetrando l’ano con un dito’ero rilassata e le sue attenzioni stavano suscitando inesorabilmente la reazione istintiva del mio corpo..ma sapevo che dopo mi avrebbe fatta piangere’
-Allora piccola, il mio fiorellino &egrave pronto?’vediamo’ non contrarti, sono solo due dita’così brava..bravissima’respira’-
Con la coda dell’occhio lo vidi prendere il dildo da 3cm dal tavolino ed ebbi un fremito.
-Tranquilla’non c’&egrave nulla di cui aver paura, sai già quello che sentirai’.da brava..-
Lasciò scivolare le dita fuori da me ed appoggiò il dildo sullo sfintere, aspettando che si contraesse nuovamente mentre giocava con delicatezza col lucchetto che mi aveva imposto. Quando l’ano si fu richiuso vi spalmò un po’ di lubrificante e cominciò ad esercitare pressione col dildo, lentamente il mio stato di tensione cresceva e questo non gli facilitava il compito.
– Piccola non costringermi ad essere brutale, quante volte ti ho detto che voglio trovare un culetto docile e disponibile? Sino ad oggi sono stato più che paziente, non vorrai costringermi ad usare lo speculum, proprio ora che pensavo avessi cominciato a capire come si comporta una brava bambina?-
-N..no sarò brava’-
Cercai di rilassare la muscolatura ma non era facile, respirai a fondo’.e gridai con quanto fiato avevo in corpo quando, senza alcun preavviso, spinse tutto il dildo dentro di me, spaccandomi. Le lacrime cominciarono a riversarsi sul mio viso con la potenza di un fiume che abbia rotto gli argini.
-Tranquilla, respira’così, da brava-
-Mi squarcia’-
-E’ solo un’impressione, sai che non hai mai perso una sola goccia di sangue’non l’avrei permesso’se stai calma il dolore si placherà prima di quanto ti aspetti, così..respira..cosa senti?-
-Mi sento’spaccata’-
-Piccola, sei molto lontana dall’esserlo, una dilatazione di 3cm’dovresti arrivare almeno ad 8 per essere veramente aperta!’no, non tremare’ tranquilla, non ho intenzione di sottoporti a penetrazioni maggiori della misura del mio pene’a me piacciono i luoghi caldi e accoglienti nascosti nel corpo di una donna, mi piace sentirmi fasciare dai muscoli’non ti voglio allargare a dismisura’.Allora, come va, meglio?-
Annuii debolmente col viso nascosto nell’incavo del gomito’era stato veramente troppo!
– Ti prego toglimelo..-
-Ora non &egrave consigliabile cucciola, vuoi aver sopportato questo piccolo sacrificio in vano?..&egrave meglio che il sederino si abitui a questa dilatazione’lo terrai un po’..-
-Ma io.,-
-Niente ma, lo terrai per almeno 20minuti, &egrave un plug quindi non dovrebbe scivolare verso l’esterno, ma se dovesse succedere avvertimi, sarà sufficiente qualche giro di corda..-
Al solo pensiero della corda rabbrividii, risultava ruvida e fastidiosa sulla pelle, e quei due micidiali nodi all’altezza del clitoride e delle piccole labbra mi portavano invariabilmente alle lacrime.
-Forza, vai ad apparecchiare mentre scaldo la cena al microonde-
Mi alzai con estrema cautela e mi mossi, non era più molto doloroso’ma era imbarazzante muovermi nuda con il sederino pieno’quando me l’aveva fatto fare la prima volta, col manico del cacciavite da 1 cm nel culetto, tenuto fermo dalla corda, avevo pianto per tutto il tempo.
Quando la cena fu pronta i 20 minuti non erano ancora passati, mi sedetti a tavola con circospezione ma non faceva troppo male, era più una forma di fastidio’mi sorrise con estrema dolcezza ed io non potei che ricambiarlo, mentre per un attimo perdevo il contatto con la realtà.
-Fa molto male il sederino?-
-No, non molto. Mi dà solo fastidio-
-Brava la mia bimba, ora mangiamo, poi potrai toglierlo-
Scherzammo e chiacchierammo durante la cena, sinch&egrave non si accorse che i 20min erano passati.
-Bene, ora lo togliamo, tutto sommato non credo che servirà il dildo da 3.5cm-
Quelle parole mi inondarono di sollievo, fu come se avesse cosparso un meraviglioso balsamo lenitivo su ogni fibra del mio corpo, tanto che perfino l’estrazione del plug e la parziale reintroduzione cui mi sottopose per alcuni secondi mi sembrarono poco più che un pizzico doloroso.
Mi cinse la vita da dietro e cominciò a sussurrare parole dolci, dicendomi quanto fossi stata brava:
-Ora accoglierai nel tuo splendido sederino un dildo di ghiaccio da 3.5cm, ho messo lo stampo il freezer mentre eri in bagno..non, non irrigidirti’forse sarà un po’ più fastidioso del solito ma durerà poco, il ghiaccio a 36′ si scioglie abbastanza in fretta’io ti accarezzerò per tutto il tempo, dopo quello che hai fatto ieri non posso lasciarti godere ma’.-
-No!-
-Come?-
-No! Ho detto di no! No! Valeria mi ha detto che &egrave terribile, non voglio!-
-Tu invece lo prenderai e lo prenderai tutto, e ti dirò di più dovrai impalartici da sola! Ovviamente non prima che ti abbia mandato il sedere in fiamme!-
Si stava già slacciando la cinta dei pantaloni, ed io per un attimo mi sentii mancare: mi aspettava l’inferno!
-Vai in cucina a prendere la cucchiaia di legno-
La sua voce era così calma, così controllata e incolore che avrebbe potuto benissimo stare parlando del tempo, avrei voluto procrastinare l’inevitabile il più possibile..ma sarebbe stato inutile: mi stavo già movendo. Con un tremito estrassi la cucchiaia da un cassetto della cucina, tornai e gliela porsi.
-Sarai sculacciata ininterrottamente per 15min, poi riceverai 50 colpi con la cucchiaia e 10 con la cinta-
Non ci fu bisogno che aggiungesse altro: ero terrorizzata ‘.ma volevo essere brava, mi sdraiai sul divano, col sedere sulle sue ginocchia, e attesi. Intimamente gli ero grata per il fatto di lasciarmi sdraiare il busto quando mi puniva, invece di farmi mettere penzoloni sulle sue ginocchia, era una posizione che mi aiutava a rilassarmi e ad accettare meglio la punizione’ma sapevo bene che quella sera mi avrebbe fatto piangere e gridare come una bimbetta..e dire che da bambina non ero mai stata sculacciata! Aveva cominciato ad accarezzarmi con gentilezza le natiche, ed io ero così presa ad assaporare ogni frammento del fuggevole benessere che potevo trarre dalle sue mani, che quasi trasalii quando parlò di nuovo:
-Allora sei pronta per ricevere la tua punizione?-
-S..si..-
-Si come?-
-Si, per favore Alex impartiscimi la mia giusta punizione, sono stata molto disubbidiente e la merito-
-Bene-
-E..mi dispiace molto-
-Di questo piccola sono sicuro, ma ciò che mi ferisce &egrave che non ti fidi completamente di me, nonostante tu dica il contrario’non farei mai nulla che potesse danneggiarti, né farei qualcosa che non fossi in grado di sopportare, anche se per il tuo bene’..preferirei che fossi sincera con me, se vogliamo avere un rapporto solido dobbiamo’.-
-Ma io mi fido di te!-
-Davvero?-
-Si!-
-Davvero?
-Si!-
-Allora cos’&egrave successo poco fa?
-Io’ho avuto paura perché Valeria dice..-
-Lascia perdere Valeria, concentrati-
La sua carezza sui miei capelli giunse inaspettata e sciolse le mie resistenze.
– Io non volevo..non volevo provare altro dolore..-
-Non volevi o non potevi?-
-Non volevo’io non capisco perché tu debba farmi tutto questo quando potresti semplicemente’-
-Piccolina, se ti sodomizzassi senza alcun preparazione ti farei davvero male’molto più di quanto tu possa immaginare’credo sinceramente che non faresti un buon affare se cominciassi ad amministrare da sola il tuo dolore ed il tuo piacere! E’ tutto così terribile?-
-No-
-Ti sei spaventata perché questa volta ho inserito tutto il dildo con forza, invece di procedere a un’introduzione graduale?-
-S..si-
-Questa sera eri così tesa durante il clistere..e dopo sembravi stremata, pensavo che una rapida introduzione fosse la cosa migliore’non lo &egrave stata?-
-Forse si..-
-Se vuoi la prossima volta sarai tu a decidere..-
-No’preferisco che decida tu..-
Un bacio sulla nuca mi fece increspare la pelle dal piacere, ora l’atmosfera era rilassata..
-Sei proprio una bambina’..pronta per la punizione?-
Annuii e lanciai un’occhiata all’orologio a muro, uno sculaccione forte e deciso mi fece sobbalzare. Poi un secondo, e un terzo..in pochi secondi avevo già perso il conto. Colpiva a mano piena, intercalando colpi forti e ritmati ad altri più serrati ma meno devastanti, già dopo 3 o 4 minuti il mio sedere bruciava come un tizzone, e doveva averne assunto anche il colore; per quanto non sapessi come fosse possibile gli sculaccioni erano sempre più forti e ormai tutto il mio corpo tremava seguendo i colpi, che riverberavano in ogni fibra del mio essere. Dopo aver scaldato per bene tutto il sedere cominciò a colpire i punti più sensibili con forza, ripetutamente: fu allora che le lacrime presero a scendermi copiose, bagnando la fodera del divano. Se ne accorse immediatamente e smise di punirmi per chinarsi a baciarmi i capelli.
-Piccola ancora 6 minuti-
Annuii fra i singhiozzi e con un tremito mi chiesi come avrei fatto a sopportare anche la cucchiaia..e la cinta.
I colpi ricominciarono a fioccare decisi, mi portavano con loro e poi mi lasciavano, ogni volta tremavo tutta per la violenza dell’impatto’e finalmente furono 15min. Non ebbi neppure il coraggio di muovermi, tanto sapevo che avrei dovuto ricevere la cucchiaia in quella stessa posizione, continuai a piangere tra i singhiozzi, il corpo scosso da tremiti, mentre lui mi carezzava i glutei con cautela.
-Piccola’piccola, ti sei accorta di essere eccitata?-
-Io..cosa?-
-Amore sei un lago..-
Quelle parole mi fecero riemergere dal mare di dolore che aveva invaso la mia mente, annientando ogni altra percezione, e seppi immediatamente che’aveva ragione!
Baciò con tenerezza entrambe le natiche e lo sentii prendere la cucchiaia.
La insinuò di taglio tra le grandi labbra, ma la presenza del lucchetto gli impedì di farla scorrere.
-50 colpi non sono poi tanti’-
-Haaa!’..Haa’-
Di sicuro non erano tanti ma il mio sederino era già stato scaldato a dovere.
-Haaa!’Haaa basta, basta haa!..no’-
Oramai piangevo e lo pregavo senza ritegno, non sarei riuscita a tacere neppure se me l’avesse chiesto.
-Haaa..fa troppo male basta’.basta ti supplico!-
-Siamo a 35, ancora 15..solo 15’lo puoi sopportare-
-Haaa’haaaa’.no’.no’fa male’-
-E 49!-
-Haaa-
-L’ultimo colpo piccola dovrai riceverlo in piedi’.mi hai sentito ?’piccola..-
-S..si ho sentito-
-Lo riceverai sulla passerina fradicia, col lucchetto farà un po’ male ma lo puoi sopportare-
Mi diede quella notizia terribile con la sua voce pacata e gentile, mentre mi sollevavo tremante, lo guardai in volto e ricevetti un bacio sulla fronte e un abbraccio.
-Andrà tutto bene, ora appoggia le mani alla spalliera del divano e divarica bene le gambe-
-Haaa!!-
Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, e sentii delle gocce di liquido vaginale schizzare sulle mie cosce; mi accasciai sul divano senza una parola.
-Cucciola adesso puoi scegliere: puoi ricevere gli ultimi 10 colpi sul sederino bollente oppure sulle cosce-
-Sulle cosce-
-Sei sicura?-
-Si- risposi in un singhiozzo.
-Bene, rimettiti in posizione, non voglio che ti sposti né che ti lasci cadere, se lo farai andremo ben oltre i 10 colpi, capito?-
-Si..haaa!-
Il primo colpo si abbatt&egrave sulle mie cosce con una violenza inaudita’o forse ero io troppo stremata’ero molto più sensibile sulle cosce ma..non avrei sopportato altri colpi sul sederino ‘almeno potendo scegliere.
-Haaa! ‘
-Piccola, meno male che non abbiamo dei vicini!-
-Haa!Haaaa!!-
Due colpi in rapida successione mi tolsero letteralmente il fiato, tanto che quando arrivò il successivo la tentazione di lasciarsi andare fu davvero forte!..ma non volevo certo far aumentare la punizione!
-Gli ultimi 5!-
-Haaa!..Haaa!-
Furono i più difficili da sopportare, lo sono sempre: la tensione si allenta e mi sembra che il tempo si dilati all’infinito’lo sforzo che mi fu necessario per non perdere la posizione fu enorme! Ma non volevo essere punita ancora’non volevo sbagliare ancora!
-Haaa!..-
-Abbiamo finito-
Mi lasciai letteralmente cadere sul pavimento’.ma non fu una buona idea perché fu proprio il sedere ad attutire la caduta!’.gridai sconvolta. La sua risata dolce mi accarezzò la pelle mentre mi sollevava e mi portava in camera.
-La mia cucciola pasticciona! A volte sei così goffa..-
Mi sdraiò sul letto supina ed esaminò con attenzione i risultati della punizione.
-Ora cerca di riprendere fiato’ti avevo detto che ti saresti dovuta impalare sul ghiacciolo che ti ho preparato, ma considerato quanto sei stata brava nel ricevere la punizione puoi anche sodomizzarti girata su un fianco’se lo preferisci-
Avevo completamente dimenticato il ‘.Mi vennero le lacrime agli occhi, cercai di trattenerle, di calmarmi’dopotutto era quasi finita’.dovevo solo’ero terrorizzata:non mi aveva mai chiesto nulla di simile! Il sudore che imperlava il mio corpo gelò all’istante’. provocandomi un brivido.
Lo sentii rientrare nella stanza ma non ebbi il coraggio di voltarmi.
-Eccoci qui-
Sentii qualcosa di gelido, un oggetto levigato scendere lungo la mia schiena, regalandomi piccoli brividi di freddo..sobbalzai quando lo fece scorrere sul mio sedere bollente: il contrasto tra il calore della pelle e il ghiaccio fu bruciante, non avrei saputo dire se fosse maggiore il dolore o il piacere..
-Piccola, il ghiaccio si scioglie in fretta..-
Non fu necessario che aggiungesse altro..non avevo scelta’con mano incerta cercai la sua che reggeva il dildo, gliela strinsi per un momento e poi presi quel terribile pezzo di ghiaccio..che mi avrebbe squarciato il fiorellino’mi girai su un fianco e ve lo poggiai delicatamente’il fatto di avere il sedere in fiamme non rendeva certo più agevoli i miei movimenti’.
-Cerca di esercitare una pressione costante’non forzare’così da brava’se riterrò che il diametro sia diminuito sensibilmente prima che tu sia riuscita a sodomizzarti giuro che ne preparo un altro, e poi un altro..e un altro, dovessimo stare qui tutta la notte a provare! Capito?-
Non ebbi la forza di rispondere, ma cercai di seguire i suoi consigli, benché esercitassi pressione l’anellino non voleva saperne di aprirsi..faceva già molto male’finalmente avvertii un piccolo cedimento
-Ora spingi-
Se ci avessi pensato non ne sarei stata capace, così spinsi subito con forza e gridai mentre quell’intruso si faceva strada in me..guidato dalla mia mano’era dentro solo per metà: sapevo che non sarebbe stato sufficiente, così spinsi ancora, con più cautela, e finalmente lo sentii entrare tutto nel mio culo in fiamme. Ero sconvolta, sudata, dolorante, sembrava mi facesse male tutto, ma mi stavo bagnando, inesorabilmente il dolore diminuiva e il piacere aumentava.
-Brava la mia bimba..sei proprio brava, dopotutto forse, nonostante le tue disubbidienze, meriti un piccolo premio..-
Mi alzò la gamba e cominciò a lambire piano il clitoride con la lingua: una ridda di sensazioni esaltanti mi esplose in testa ed pervase il corpo, mentre con una mano mi sosteneva e con l’altra dondolava il lucchetto’..

Ascoltavo distrattamente le dichiarazioni di voto al senato, quando finalmente lo sentii rientrare:
– Sbrigati, perdi l’intervento di Mastella!-
-Eccomi, eccomi’-
Ricevetti un bacio.
-Ciao –
-Ciao-
– C’&egrave stato qualche colpo di scena?-
– Non ancora, ma andranno avanti per almeno un’ora-
– Un’ora’un lasso di tempo piuttosto lungo’. potremmo approfittarne per giocare un po’ mentre seguiamo le dichiarazioni di voto-
Trattenni il respiro’
– Non ti va?-
– Si..-
– Questa notte ai dormito sulla schiena..il sederino non brucia più tanto, vero?-
Scossi enfaticamente il capo’
– Visto che non avevi lezione..ti sei comportata come una brava bambina? Hai fatto tutto quello che dovevi?-
– Ho’oggi pomeriggio ho.. fatto il clistere..-
– Che peccato essermelo perso!-
Mi arruffò dolcemente i capelli’e mi attirò a sé per un bacio.
– E’ stato fastidioso?-
– Si..molto-
– Solo un litro?-
– Si-
– Solo acqua?-
– Si..-
– Allora non ti sarai stancata molto’-
– No-
– Che ne dici di qualcosa di tranquillo, senza doverci neanche spostare dal divano?-
Assentii con un movimento impercettibile della testa’il senatore di turno in aula stava parlando del cuneo fiscale e un brivido mi salì irresistibile dai fianchi, lasciandomi sorpresa a guardarlo.
– Ha-haa! A quanto pare la scelta &egrave fatta’-
Carezzò un capezzolo da sopra la maglia…e lo trovò turgido’ebbi un altro bacio.
-Del resto non può che fare bene un po’ di opera di mantenimento’ terrai un po’ nel culetto il dildo da 3.5cm’.no, non alzarti: vado a prenderlo io’-
Mi lasciò totalmente assorta nei miei pensieri…nei miei desideri ‘la prima volta che mi aveva aperto il culetto mi ero sentita violata’e anche in seguito non ero mai stata molto partecipe, eppure’
-Eccomi-
Riprese ad accarezzare piano i capezzoli, con movimenti circolari, mentre faceva scendere una mano tra le cosce..anche attraverso i pantaloni di tuta si rese conto che ero bagnata’feci per toglierli ma non era ciò che voleva.
– Voglio che tu li tenga, girati!-
Mi sdraiai sulla pancia mentre lui scostava i pantaloni e le mutandine sotto le natiche’
– Un secondo’prendo il lubrificante..-
– Vuoi andare fino in camera?-
– Quanta impazienza! Hai un’altra idea?-
– Io no, ma Bertolucci aveva risolto brillantemente il problema..-
Non potevo credere di averlo detto!
– Il burro in frigo sarà gelido, piccola!-
– Non importa..-
– E io che pensavo non apprezzassi le sensazioni ”fredde’!-
Lo sentii aprire il frigo, scartare il panetto di burro’nascosi il viso tra le braccia prima che tornasse sul divano’ero bagnata come non mai’.
– Che profumo delizioso piccola!-
La sua mano calda coprì una natica, aprendola’e un brivido elettrizzante mi pervase il corpo quando posò il burro freddo sul fiorellino, facendolo palpitare’alla tv aveva preso la parola il senatore di rifondazione’.strinsi le gambe quasi senza rendermene conto’ero troppo rilassata’uno schiaffo bruciante mi colpì le natiche, facendomi trasalire..
– Piccola, non vorrai comportarti male anche stasera’-
– No, io..scusami: non ci ho pensato’non l’ho fatto apposta..-
– Quante volte devo ripeterti come si comporta una brava cucciola?’ Allora? Fammi sentire!-
– Un..una brava cucciola non si dà piacere senza aver ricevuto il permesso’-
– Perché..-
– Perché devo imparare la differenza tra..tra un soddisfacimento effimero e’ il piacere che sa provare una donna’-
– Non sei d’accordo?-
– Si..-
– Allora fa la brava’questa sera non vorrei dover usare la cinta’il sederino &egrave ancora segnato ed io voglio passare una serata tranquilla! Intesi?-
– Si, scusa-
– Sei perdonata-
Sentii qualcosa di duro e scivoloso premere contro di me’inspirai e trattenni il fiato’ con mia sorpresa il dildo cominciò a penetrare nell’anellino con una certa facilità.
– Ora espira-
Mentre l’aria usciva dai miei polmoni il dildo entrava piano nel culetto, senza farmi troppo male’e tutta la tensione che avevo provato al pensiero di essere penetrata si sciolse’le lezioni del passato certo avevano contribuito ad insegnarmi come era bene che mi comportassi..
– E’ dentro amore-
Mi baciò la schiena e risistemò la biancheria e i pantaloni’.
– Ora ti puoi risedere, la base &egrave abbastanza larga da impedire che penetri completamente-
Un fremito mi corse lungo il corpo..e ubbidii’mi sistemai accanto a lui con cautela’
– Giusto in tempo per l’intervento della Finocchiaro!-
Scherzava..ma era eccitato.
– Vuoi..-
– Si, piccola?-
– Vuoi che..insomma..tu..-
– Io?-
– Insomma volevo sapere se..se non vorresti..che io’ti’-
– Ho capito, facciamo così: se il governo resta in carica questa sera mi farai un dolcissimo pompino’purché ti ricordi..di stare attenta’-
Chinai il capo mentre le mie gote si imporporavano..non l’avevo mai fatto con nessuno prima e mi capitava a volte..di provocargli un po’ di fastidio con i denti’non potevo certo biasimarlo se voleva che facessi attenzione’
-E se il governo cade? ‘
-Se cade..se cadesse cosa faresti per me?-
– Tutto quello che vuoi..-
– Proprio tutto?-
-Si-
-Ora perché non ti metti carponi sul divano. Togli i pantaloni e le mutandine-
-Ma’-
-Lo so piccola, il lucchettino tirerà un po”.ma sei così bella’chiusa davanti e aperta dietro..lasciati guardare!-
Tolsi ciò che mi aveva chiesto e mi sistemai’avevo un po’ freddo, piccoli brividi mi increspavano la pelle’ forse non erano dovuti al freddo..ma al mio amato, odiato lucchetto che tirava. Quando mi aveva chiesto di metterlo avevo pianto’.non avrei voluto ma non ero stata capace di trattenermi’ lui era stato molto comprensivo, mi aveva abbracciata e mi aveva cullata a lungo sussurrandomi dolcemente che era per il mio bene’che il modo in cui mi masturbavo era troppo brusco ‘troppo frettoloso…e non dovevo più farlo’che non ero pronta per un rapporto completo’che avrei dovuto imparare come gode una donna’per giorni una parte di me aveva sperato che desistesse e un’altra era stata ansiosa di compiacerlo’non solo di compiacerlo’lui aveva continuato a parlarne con estrema naturalezza, cercando di aiutarmi ad abituarmi all’idea’.’Pensa come sarà bella la tua passerina inanellata..potrai adornarla con catenine, spille..tutto quello che vorrai’sarai bellissima”.’Se un ragazzo ti chiederà di uscire potrai affermare in tutta sincerità di aver dato la chiave del tuo cuore ad un altro!”.
-Piccola! Piccola’mi senti?-
-Come? S..si scusa..-
-A cosa stavi pensando?-
-Io..ecco, pensavo’che Prodi non otterrà mai la fiducia..-
-Credo di no, ma’-
-E’ una bugia!’Non’non stavo pensando a questo..-
-E a cosa allora?-
-A’a quando mi hai chiesto di..di applicare il..lucchetto-
-Capisco. Meriti una piccola penitenza per questo, non credi?-
-Non..non mi punisci?-
-No-
-Ma l’altro giorno, quando ti ho detto che mi ero masturbata tu..insomma..-
-Ti ho fatto bruciare il sederino così tanto che avresti potuto cuocerci su un uovo?-
-Si..-
-Prova a dirmi cosa c’&egrave di diverso stavolta-
– Ecco,io’.ti ho mentito perché ero in imbarazzo ma poi’sapevo che era stupido essere in imbarazzo con te e’ti ho risposto sinceramente’mentre l’altro giorno, quando mi sono masturbata’ avrei potuto smettere in qualsiasi momento..sapevo che dovevo smettere ma ..non l’ho fatto..-
-Precisamente amore-
Ricevetti un rapido bacio sulla natica
-‘..E ora torniamo alla tua penitenza!-
Stava giocando con il lucchetto..non capii immediatamente ma poi lo sentii scattare e trattenni il fiato: da quando me l’aveva imposto non l’aveva mai aperto se non per lavarmi’
-Ora, che ne dici di impreziosire questo bel lucchetto con un po’ di chiavi colorate?-
Il respiro mi si fermò in gola.
-Sentiamo, tu quali metteresti?-
-Il..il mio ed il tuo mazzo-
-B&egrave, certo sono i più pesanti, ma io’ecco..aggiungerei anche quello dei contatori..che ne dici?-
-S..si,certo-
-Bene, vado a prenderli-
Mi sentivo salire le lacrime’ la sensazione di essere ‘tirata’ che provavo col lucchetto vuoto era sgradevole, ma così sarebbe stato terribile’Quando tornò avevo le guance bagnate, ma anche le labbra’mi sorrise mentre protendeva una mano per verificare quanto fossi eccitata’
-Sei così accogliente quando sei bagnata-
Iniziò a giocare delicatamente con la mia passerina,strusciandovi un dito, e dovetti fare uno sforzo notevole per non spingermi contro il suo palmo, mi agitavo come ..una gatta su un tetto che scotta!
-Bene, ora darà un po’ fastidio,ecco il primo mazzo..-
-Haa..-
-Cosa senti?-
-Tira..-
-Il secondo-
-Hoo!..Ti prego!..-
-Per cosa mi preghi?-
-N..no..continua..-
-Bene, ora aggancerò il terzo e chiuderò, d’accordo?-
Annuii a occhi chiusi. Lo sentii applicare il mazzo e chiudere il lucchetto, che ancora reggeva con una mano, poi lo lasciò andare.
-Haaa..fa troppo male, ti prego toglili! Toglili!-
-Devi solo abituarti..cerca di stare calma…accettalo’.tranquilla’.-
Mi lasciò qualche minuto per venire a patti con quel nuovo stato di cose, ma io mi sentivo dilaniata’ed anche il più impercettibile movimento peggiorava la situazione’
-Piccola, ascolta: &egrave troppo che tieni il dildo, devo estrarlo’-
-No, ti prego!-
-Non si può fare altrimenti..-
Tolse da me quell’oggetto estraneo che mi apriva, usò una grande gentilezza nel farlo..ma io non riuscii a restare immobile e questo intensificò notevolmente la sollecitazione cui erano sottoposte le labbra ‘..alcune lacrime mi rigarono le guance’
-Shhh’.va tutto bene’sta’ calma’calma-
Cominciò ad accarezzarmi ritmicamente le cosce e i glutei e più su sino alla vita’..
-Guarda, ci siamo: la votazione &egrave finita! Se vuoi puoi sederti per ascoltare i risultati’ma senza reggere le chiavi mentre lo fai-
Rabbrividii al solo pensiero!
-N..no grazie-
-Ricorda che mi hai promesso un genere di bacio molto’.. profondo se il governo resta in carica, se cadesse però preferirei vedere i tuoi splendidi capezzoli abbracciati dalle mollette per le tende..-
Un fremito mi scosse il corpo’.riacuendo il dolore alle labbra. Dio! Sentivo già tanto male’
– Per rendere il colpo d’occhio più armonioso potremmo far passare tra le mollette una catenella e appendervi un altro mazzo..non ti sembra un’idea carina?-
-Si, ma anche..dolorosa-
-Non vuoi un po’ di dolore..-
-Forse..-
-Forse’La mia piccola ipocrita! Fila a prendere le mollette!-
E accompagnò quelle parole con una pacca sul sedere, che risvegliò il ricordo della mia ultima punizione con toni vivissimi ‘
Mentre mi sollevavo il Tg si collegò col senato”156 voti favorevoli’161 contrari”
-Forza piccola, pare proprio che le mollette servano!-
Raggiunsi la tenda cercando di muovermi con una certa attenzione, ma mi resi conto con sgomento che per arrivare al bastone sarei dovuta salire su una sedia’.per un attimo tentennai, poi cercai di farlo con la maggior cautela possibile’era come se un folletto dispettoso si divertisse a strattonarmi lì dov’ero più indifesa’finalmente fui in piedi. Con un tremito sganciai la prima molletta..dio com’era dura!
-Non assumere quell’aria rassegnata cucciola, so bene che non si contano le volte in cui l’hai fatto da sola!-
Aveva ragione..
-Su, vieni qui-
Riscesi con una certa difficoltà e lo raggiunsi. ‘Ora’.Devo essere una brava bambina, devo essere brava, devo essere”
-Da brava, inginocchiati qui, tra le mie gambe..così’sta’ tranquilla..non prenderò una porzione dell’areola troppo ridotta’-
Prese delicatamente in mano il primo seno’lo baciò’poi vidi la molletta avvicinarsi…quasi sfiorare la pelle chiara’con un polpastrello carezzò il capezzolo per farlo inturgidire e finalmente lasciò andare la morsa ‘il dolore esplose e si irradiò, crudele e inesorabile…solo quando riuscii a calmarmi un po’ mi parve che si fosse attenuato: ogni volta dimentico che quelle terribili mollette danno sempre un colpo di coda’. infatti il dolore si riacuì improvviso, togliendomi il fiato’ poi finalmente potei respirare’
-Ora l’altra, sei pronta?-
-S..si-
Una parte di me sarebbe voluta scappare’ma naturalmente accettai anche la seconda molletta..ed i miei capezzoli furono avvinti in una morsa di puro dolore’una sensazione che in verità conoscevo bene’ma mai avrei immaginato quanto sarebbe stato più terribile con l’applicazione di un peso’prese un portachiavi di quelli che si appendono al collo dal tavolino, lo fece passare negli anelli delle mollette e vi agganciò il mazzo di chiavi di scorta’per un attimo mi guardò negli occhi..poi lo lasciò andare, facendomi tremare.
-Come va?-
Sollevai il viso verso di lui ma non ebbi la forza di rispondere.
– Tre minuti e le togliamo, d’accordo?-
Trassi un respiro e sentii una lacrima rigarmi il volto, faceva male dappertutto’mi accarezzò i capelli.
-Piccola, se vuoi ora posso darti piacere’ma penso che questo ti impedirebbe di restare ferma’puoi scegliere’-
-Fallo ti prego!-
Rimasi scioccata dalla mia stessa risposta, era come se una parte di me avesse reagito prima che potessi impedirlo’sentii le sue dita attorno al clitoride..cercai di restare immobile ma fu impossibile’.con una mano mi accarezzava il corpo e con l’altra mi faceva impazzire’.
-Basta ti prego!-
-Vuoi che mi fermi?-
-Io..io ‘vorrei-
-Dimmi!-
-Vorrei..haaa!..-
-Devi stare più ferma amore. Cosa vorresti?-
-Vorrei..sentire le tue dita dentro di me’quando lo facevo da sola io’haaa’ fermati!-
-Va bene, i tre minuti del resto sono quasi passati’.per quanto riguarda la tua richiesta la risposta &egrave no, lo sai bene, un po’ di attesa può avere effetti miracolosi’sull’educazione delle bambine testarde, vedrai che mi darai ragione’ora togli pure le mollette-
Mi lasciò bruscamente, come sospesa tra dolore e piacere’.tolsi la prima molletta rapidamente, come faccio di solito, senza rendermi conto che questo avrebbe fatto gravare tutto il peso delle chiavi sull’altro capezzolo..
-Haa!-
-Ferma! Sei proprio un danno!…Il mio piccolo terremoto personale’-
Reggendo le chiavi mi liberò anche dalla seconda molletta e leccò piano entrambi i capezzoli…avrei voluto respingerlo ma quando si allontanò mi protesi per seguire le sue labbra’
-Non ora piccola’devo togliere anche le altre chiavi..-
Sganciò gli altri mazzi dal lucchetto, quasi senza farmi male, e poi lo richiuse inesorabilmente sulla mia verginità’mi sfuggì un sospiro che morì sulle sue labbra’
-Andiamo-
Mi sollevò in braccio e si avviò verso la stanza.
-Non vuoi cenare?-
-Si, ma tutto sommato credo di aver voglia di festeggiare la caduta del governo..dopo tutto mi avevi fatto una proposta molto allettante!-
Peccato che il governo che era caduto fosse quello per cui lui aveva votato!

-Dio, &egrave inconcepibile..io non..non trovo nemmeno le parole’.pensano di poter fare quel cazzo che vogliono!-
-Cerca di calmarti, cosa vorresti fare..salvo che presentare delle osservazioni’.-
-Ma scherzi! Alex, ti rendi conto? Ti rendi conto, dannazione! Questa valutazione d’impatto ambientale &egrave..&egrave’.non vale nemmeno la carta su cui &egrave scritta, &egrave semplicemente..dio! Se penso’-
-Non &egrave peggiore di altre che ho letto’o che hai letto tu-
-Ma fai sul serio? Non hai intenzione di muovere un dito?-
-Che vorresti che facessi, si sono messi d’accordo’.-
-Tu li devi minacciare! Capito? Devono tremare! E se pensi che io me ne starò con le mani in mano’si troveranno per le mani una grana di proporzioni epiche!-
-Cerca di non essere melodrammatica’quando inizierai a lavorare ti troverai gomito a gomito con queste persone’e ti renderai conto che non c’&egrave niente che tu possa fare’-
-Io no ma tu si! Sono stufa di vedere che si arricchiscono scaricando sulla società i costi di queste loro m’.dio! Questa &egrave proprio una di quelle cose che abbassa la qualità della vita della gente”..possibile che tu non voglia fare niente?-
-Non per una cosa di questo genere, non posso permettermi di trovarmi vulnerabile nel momento in cui ci fosse davvero la necessità di assumere una posizione di forza’perché posso assicurarti che possono fare molto peggio di così’-
-Vaffanculo Alex, va bene? Vaffanculo!-
Il tonfo della porta sbattuta quando uscii dalla stanza fece rintronare le pareti.

Quando tornai di là era già uscito’le fotocopie della documentazione erano ancora sul pavimento’dove le avevo lasciate. Ero piuttosto scoraggiata’.non che non comprendessi il suo punto di vista’ma continuai ad arrovellarmi per tutto il giorno’del resto da sola non c’era molto che potessi fare’or di sera ero così elettrica che sarebbe bastato un nonnulla per farmi scattare di nuovo’anzi quando rientrò non avrei voluto altro che trovare un pretesto per saltargli alla gola.
-Ciao-
-Ciao-
– Ho fatto qualche telefonata’credo che qualcosa si possa fare-
-Oh ma’davvero? Vuoi dire..-
-Calma, ho detto qualcosa, anche senza prendere la questione di petto ci sono dei margini di miglioramento, anzi forse più che dei margini’&egrave ancora prematuro esultare ma’-
-Lo sapevo! Lo sapevo!-
-Ho detto che &egrave prematuro dar la cosa per certa’comunque conto di ottenere dei risultati-
-Fantastico!-
-Fantastico? Solo fantastico?-
-Eccezionale, magnifico, megagalattico!-
-Vieni qui’.Vedo che abbiamo ritrovato il buon umore’quando ti ho vista sulla soglia del soggiorno ho pensato che volessi sbranarmi!-
-Non lo farei mai..mai, mai!-
-Non mi pare però che tu sia stata molto gentile stamattina’ ricorda che una persona indebolisce sempre la propria posizione quando perde il controllo, come hai fatto tu oggi’-
Mi baciò dolcemente, a lungo, quando mi lasciò respirare ero consapevole solo delle sue labbra e del suo corpo contro il mio, del suo respiro’
-Piccola, questa volta non potrai sederti per una settimana’-
-Mi devi punire?-
-Si, cucciola’non si può proprio evitare’-
-Ma proprio stasera?-
-Stasera ‘
Mi sciolsi dal suo abbraccio ma mi trattenne per un gomito.
-Resta qui ancora un po’, non c’&egrave fretta, ho voglia di tenerti stretta’così, i tuoi capelli hanno un buon profumo’-
-M..mi dispiace per oggi-
-Lo so piccola-
-Sei arrabbiato?-
-No-
-Bene’-
Il profumo della sua pelle era così confortante’
-Ora spogliati, torno subito’intanto alza il riscaldamento-
Era uscito in giardino’non avevo alcuna idea del perché ma quando tornò mi fu anche troppo chiaro.
-Ti avevo detto che avremmo avuto modo di apprezzare i frutti del castagno’..beh’ a quanto pare non solo i frutti! ‘
Mi porse un riccio verde che in quel momento mi sembrò enorme’non ebbi neppure la forza di alzare il braccio’
-Coraggio, ho rimosso gli aculei sul lato che dovrà stare a contatto con la pelle, vuoi che torni fuori a prenderne uno intatto?-
-N..no-
-Da brava, prendilo e sistemalo sul fiorellino, poi mettiti in ginocchio faccia al muro-
Tremando presi il riccio dalla sua mano e cercai di fare ciò che mi aveva chiesto’gli aculei premevano contro la pelle comunque cercassi di girarlo..
-Forza, non farà alcuna differenza come lo giri’.inseriscilo, da brava-
Dio, com’erano acuminate le punte! Cercai di fare ciò che mi aveva chiesto ma non era facile..Quand’ebbi finito si assicurò che il riccio fosse posizionato a dovere e ne approfittò per spingerlo un po’ più a fondo.
-Haa..-
-Shh’.su piccola, abbiamo appena cominciato! Ora ti metterai in ginocchio faccia al muro e resterai così finché non avrò finito di cenare-
A fatica mi inginocchiai, mentre la sua mano teneva il riccio ben inserito tra le mie natiche’ mi baciò una spalla, in un tocco lieve come un battito d’ali, e si allontanò da me senza più rivolgermi la parola. Per la successiva mezz’ora si comportò come se non esistessi’ ero lì, sul pavimento, tremante per la tensione cui erano sottoposti i muscoli’ogni volta che avevo un cedimento quegli aculei micidiali premevano contro la mia carne, facendomi sobbalzare’. più il tempo passava e più sentivo le membra appesantite…mi dolevano le ginocchia’avrei voluto chiamarlo ma sapevo di non potere’.
-Ora puoi alzarti piccola’così, appoggiati a me-
-Haa!-
-Piano, il tuo amico qui non reagisce molto bene ai movimenti bruschi’.-
Allungai una mano per liberarmi finalmente da quello strazio ma mi fermò con decisione, cercai il suo sguardo’ non capivo’
-Quanta fretta, pensavo che ti piacesse avere un contatto ‘intimo’ con la natura’. tutto ciò che sfiorerà la tua pelle stasera sarà un parto del grembo di madre natura’.-
Ascoltavo rapita’ma non riuscivo a comprendere il senso delle sue parole’
-Non ho portato solo il riccio dal giardino-
Guidò il mio viso verso l’ingresso ed io”rimasi pietrificata mentre un’ ansia incontenibile dilagava in me, impedendomi di distogliere lo sguardo’
-Il salice del resto va potato’.quel ramo sarebbe stato reciso comunque’..le ortiche invece no: loro sono state tagliate per colpa del tuo cattivo comportamento’-
-Ma’-
-Non preoccuparti: ricresceranno! Ora da brava vai a prendere quel ramo,mentre lo fai continuerai a tenere il riccio tra le mie due lune favorite’..ho idea che questa sera saranno protagoniste di una bella eclissi fuori programma!-
Mi mossi piano’
-E..eccolo-
-Bene, ora togli le foglie, i rametti e lo strato esterno della corteccia’mentre lo fai ti puoi sistemarti su questa sedia’.visto che non &egrave foderata potresti rendere più ‘comoda’ la seduta con un bel cuscinetto di ortiche, non ti pare?-
Improvvisamente fu come se le forze mi avessero abbandonata’..il ramo cadde ai miei piedi senza che potessi impedirlo.
-Raccoglilo e fai come ti ho detto. Hai sentito? Raccoglilo!-
Tremando mi inginocchiai a terra, e ripresi in mano lo strumento che di lì a poco mi avrebbe fatta gridare’.
-Ora sbrigati, non voglio stare qui tutta la notte’-
-P’posso togliere il riccio?
-No mia cara, lo terrai per tutta la durata della tua punizione!-
Schegge di puro panico mi morsero l’anima.
-Ti prego! Ti’.ti scongiuro..-
-Shhh’.fa’ la brava ora..prepara la sedia’-
-Io’-
-Guardami…guardami! Va tutto bene’.Ora posa il ramo sul tavolino, da brava’.così, usa quel foglio per proteggere la mano e vai a prendere le ortiche’si, così bastano’portale qui sulla sedia e distribuiscile’bene, ora siediti-
Ogni fibra del mio corpo mi urlava di restare ferma, non riuscivo a pensare lucidamente’e quel riccio detestabile faceva sempre più male’
-Su cucciola, fammi vedere come sei brava’.-
Bastò il contatto con la sua mano, che mi carezzava un seno con tenerezza, per farmi muovere.
-Haaa’brucia..-
-Lo so piccola, siediti-
-S..si..aah..-
-No, non così’.aspetta-
Si accovacciò di fronte a me e gentilmente mi fece aprire le gambe.
-Haaa’-
-Ora cucciola spingi il pube contro il piano della sedia-
-Ti prego’-
-Lo so che brucia’ma tu sii brava,d’accordo?-
-Haaa!’-
-Ancora piccola, muoviti ancora un po’..-
-N..no posso, brucia troppo’ti prego’-
Stavo impazzendo dal bruciore, avrei dato qualsiasi cosa per potermi alzare di lì. Improvvisamente lo sentii alle mie spalle, le sue mani si posarono ferme sui miei fianchi e mi costrinsero a muovermi di nuovo’avanti e indietro’.
-Basta Alex, ti prego, non lo farò mai più”te lo giuro’.mi fai male’.haaaa! Lasciami, ti prego: il clitoride! Lasciami, lasciami!’haaa-
-Non ancora cucciola, non ancora’.-
-Ti supplico basta!-
Mi stavo divincolando con tutte le mie forze, ma la pressione esercitata dalle sue mani sui fianchi era tremenda’pensai di morire’il dolore partiva dal clitoride ed esplodeva nel cervello’.quando finalmente mi lasciò andare sarei caduta a terra se non mi avesse sostenuta’..scoppiai in un pianto dirotto’.. il dolore, lungi dall’attenuarsi, stava diventando più sordo e ormai partiva direttamente dall’interno dei tessuti, ravvivato a tratti dal contatto con le ortiche’
-Ora pulisci il ramo, usa il coltello per fare prima, devo disinfettarti-
Mi volsi nella direzione da cui proveniva la sua voce ma non ebbi la forza di sollevare il viso.
-Piccola, ascoltami bene, guardami’-
Prese il mio volto tra le mani:
-Ti sei agitata troppo prima e un paio di aculei hanno punto le natiche: bisogna disinfettarle quindi fai in fretta-
Faceva un male terribile! Faceva male tutto, ed il bruciore non accennava a diminuire’.feci ciò che dovevo il più in fretta possibile, senza potermi impedire di pensare che stavo preparando con le mie mani la strada per le lacrime che sarebbero venute dopo’e finalmente potei alzarmi.
-Ora sta’ ferma, tranquilla’appoggia le mani sul bordo del tavolino e divarica le gambe-
Rimosse il riccio dalla sua sede con una rapidità che mi tolse il fiato’sentii tirare lievemente in un paio di punti e mi resi finalmente conto di ciò che mi aveva spiegato prima’
-Basterà un po’ di betadine..non muoverti-
Di per sé il disinfettante non avrebbe bruciato, ma alcune gocce scivolarono inevitabilmente sulla pelle irritata dalle ortiche..facendomi sobbalzare’.e pensare che coltivo quelle maledette nella serra per fare le tisane!
-Bene, adesso ti puoi sdraiare se vuoi’-
Mi stesi prona sul divano, cercando di non pensare a quello che sarebbe venuto dopo’trasalii quando sentii una spugna fresca posarsi sulla passerina dolorante.
-Acqua e amido’dopo ti sentirai molto meglio’-
Mi godetti quel sollievo inaspettato il più a lungo possibile, pregandolo di non smettere’non saprei dire quanto tempo fosse passato quando mi parlò di nuovo’.
-Mentre io sistemo qui tu resta sdraiata’quando avrò finito vorrei che mi facessi sapere quanti colpi pensi di meritare per il tuo comportamento di oggi e dove persi di doverli ricevere’-
Un fremito mi pervase il corpo, ridestandomi dallo stato di benessere in cui ero precipitata: non era possibile, non poteva volere che io..!
-Ricorda che il retro delle cosce, la parte bassa delle natiche e’per tua fortuna anche la passerina sono irritati: quindi non possono essere presi in considerazione..-
Mi regalò un bacio lieve sulla fronte e si allontanò da me.
-Ah cucciola, quasi dimenticavo, non sarà possibile neppure rimettere il tuo pungente amico al suo poso, quindi il numero dei colpi, qualunque esso sia, verrà aumentato di un terzo-
Ero completamente scoraggiata’non era mai stato tanto severo prima, e non avevo idea di come mi dovessi comportare’lo sentivo andare e venire dalla cucina mentre puliva e rassettava il soggiorno’
-Allora piccola’hai deciso?-
-Io’non..-
-Coraggio, sentiamo!-
-Penso’.60 s..sulla parte alta delle natiche..-
-60 colpi sulle natiche, che aumentati di un terzo diventerebbero 80, sono troppi considerata la superficie a disposizione ‘dunque, penso che una punizione più equilibrata possa consistere in 30colpi sulle natiche..che in effetti diventano 40, 18 sulla schiena, che aumentati di un terzo fanno 24, 6 su ognuno dei seni, per un totale di 16 con l’aumento di un terzo, e 4 sull’ano, in definitiva’-
-Non sui seni!-
-Cucciola, non &egrave buona educazione interrompere, cerchiamo di non far lievitare la punizione-
-Scusa-
-Sei perdonata, però riceverai 5 colpi sull’ano anziché 4, sei d’accordo?-
-S..si’-
-Non aver paura dei segni che riceverai sui seni’mi piaceranno più di tutti gli altri’vedrai che piaceranno anche a te’se ti comporterai bene durante la punizione eviterò di farli cadere sui capezzoli, d’accordo?’.-
Mi sfiorò le labbra con tenerezza e poi mi fece mettere in ginocchio sul divano.
-Se cominci ad agitarti o a fare scene ti faccio stare in piedi, capito?-
-Si-
-Da brava, allarga bene le gambe’si deve vedere il fiorellino’.. –
-Mi’mi farà molto male?-
-Si cucciola: farà male più della cinta’ ad ogni colpo proverai un dolore acuto, che coi minuti diventerà più sordo e si estenderà a tutta la parte colpita ‘.riceverai per primi i 24 colpi sulla schiena ‘-
Carezzò con gentilezza la schiena, cercando di indurmi a rilassarmi, potevo sentire il suo respiro sulla pelle’
-Ora sei pronta?-
-S’devo proprio?-
-Si piccola mia’non c’&egrave soluzione’da brava’quando sarà finita ti sentirai molto meglio-
-Haaa!-
Il primo colpo si abbatté sulla schiena con una certa forza, lasciandomi chiaramente intuire che sarebbero stati dati tutti ‘sul serio”
-Haa!-
-Voglio che ripensi a quanto sia stato infantile il tuo comportamento di oggi’spero che la cosa non si debba più ripetere-
-Haa!-
Quel ramo era terribile’ implacabile ‘.mordeva la pelle per tutta la lunghezza della superficie d’impatto”i colpi alla schiena furono un inferno, sapeva come dosare la forza per non causare danni e quella sera era deciso a farmi sentire ogni colpo si dentro l’anima’.quando finalmente i 24 colpi furono terminati lacrime silenziose presero a rigarmi il viso’ pensavo che mi avrebbe concesso una pausa, ma sbagliavo’
-Ora le natiche’resta in posizione”..dopo quello che &egrave successo stamattina meriterebbero di diventare viola! Ma credo che la lezione delle ortiche sia stata più che efficace’-
-Haa!’Haaa!..Haa!..-
Cominciò a colpire così velocemente che ogni nuovo colpo mi spezzava in gola il grido strappato dal precedente’non mi aveva mai punita in quel modo’in breve dovetti aggrapparmi alla spalliera per non cadere mentre i colpi si abbattevano con violenza facendomi tremare tutta’.quel maledetto salice era micidiale!
-Haaa! Ti prego basta’basta!-
-Siamo solo a 20 colpi piccola’te ne spettano altrettanti-
-Haaa!-
-Dopo potrai riposare-
-Haa!..Haaa!’.Basta, per favore’.-
Si fermò improvvisamente, era così vicino che il suo respiro mi scaldava la pelle.
-Ricordi cosa ho detto prima’.resta buona e composta altrimenti ti faccio alzare in piedi cucciola, capito?’Capito?-
-S..si-
-Bene-
-Haa!’Haa!-
Non so come ma alla fine anche i colpi sulle natiche terminarono’..con orrore pensai che erano cessati solo per lasciare il posto a qualcosa di ben più terribile’.
-Puoi riposare un quarto d’ora-
-D’dopo cosa succederà’-
-Riceverai il resto della punizione-
-S..si ma’come..?-
-Tutto considerato sei stata abbastanza brava’.ti appoggerai al muro e riceverai 8 colpi su ognuno dei seni’ma i tuoi teneri capezzoli non saranno toccati’poi ritornerai in posizione sul divano e riceverai i colpi sull’ano-
-N..non sei mai stato così severo con me’.-
-Fino ad oggi non era stato necessario cucciola’sono sicuro che da ora in poi in una situazione analoga riuscirai a dominarti meglio, chiunque tu ti trovi di fronte..’ora riposa!-
Il mio corpo avrebbe avuto un bisogno estremo di riposo, ma più il tempo passava e più mi sentivo tesa’oramai mancavano meno di 5 minuti e non c’era verso di trattenere le lacrime’.non avrei voluto farmi trovare così ma fu proprio ciò che accadde’Lui però non disse nulla’baciò le mie lacrime e mi trasse a sé’
-So che sembra impossibile ma &egrave una cosa che puoi sopportare’in futuro mi ringrazierai’-
Senza che me ne accorgessi mi aveva portata vicino al muro’.quando mi lasciò mi sentii abbandonata’persa.
-E’ pericoloso che tu ti muova, pensi di aver bisogno di essere legata?-
-Io’io’.forse si-
-D’accordo-
E’ un atto intimo’ma il risultato dà una sensazione di oppressione’attesi ad occhi chiusi e con sollievo sentii sulla pelle una corda leggera e dolce’.non quella ruvida e spessa che avevo provato in passato’Finì così in fretta che non mi resi conto che aveva ripreso in mano il salice sinch&egrave non ne avvertii il sibilo minaccioso’.non ebbi neppure il tempo di prepararmi che un colpo tremendo si abbatté sulla mia carne delicata’
-Haaa!-
‘.sarei caduta se non avesse fissato la corda ad un tassello sulla parete’.
-Haaa!-
-Piccola devi girarti, porgimi bene l’altro seno’non vorrai ricevere tutti e 8 i colpi in successione sullo stesso’.avanti!-
-Haaa!’Haaa!’Haaa!-
Non so dire quanto fosse durato …..io credevo di morire….sino ad allora non aveva mai sfiorato quella carne così tenera….la testa sembrava volesse esplodermi…sentivo solo dolore…un dolore che si rinnovava costantemente con micidiale potenza….
-Mi senti? Piccola guardami! E’ fatto-
Feci fatica a mettere insieme il senso delle sue parole’solo quando mi sciolse e mi sollevò in braccio compresi davvero’..e il lampo di dolore che provai alla schiena e alle natiche quando lo fece certo contribuì a farmi tornare presente a me stessa’
Mi sdraiò su un fianco ed esaminò con attenzione i segni sul mio corpo’da canto mio non avevo il coraggio di guardarmi’la repentina sensazione di sollievo procurata dalla crema quasi mi fece trasalire’.iniziò a cospargerla sulla schiena, con movimenti misurati, poi scese sulle natiche, avendo cura si coprire ogni centimetro di pelle’.e risalì di nuovo verso il seno’dio come faceva male!
-Lo so tesoro, lo so’cerca di stare tranquilla’..sarebbe bene che riuscissi a riposare un po”.-
Il contatto con le sue mani ristorava anche i più profondi recessi della mia anima ed il sollievo dato dalla crema cominciava a respingere il dolore in una regione sempre più remota della mia coscienza’sentivo ancora molto male ma il ritmo cadenzato di quel massaggio mi stava trascinando verso altri luoghi’.improvvisamente però la realtà si riaffacciò alla mia mente in tutta la sua in eludibile durezza’
-Cosa c’&egrave piccola? Sta’ calma’non ti agitare’.rilassati”..cosa c’&egrave che non va? –
-Stavo pensando’.avevi detto’-
-Stavi pensando che la tua punizione non &egrave ancora terminata. Bene, decidi tu’possiamo terminare ora o farlo più tardi ..diciamo tra un’oretta’mi sembri piuttosto stanca’-
-O..ora-
-Va bene, tra un momento’ lasciati coccolare ancora un po”-
-Poi..potresti’accarezzarmi e..baciarmi..-
-Non in quel modo cucciola, stasera sei in punizione. Su, ora alzati-
A fatica mi sollevai sulle ginocchia e mi misi carponi sul divano’non c’era bisogno che dicesse niente’in fondo sapevo cosa dovevo fare’con le mani aprii per quanto possibile le natiche e spinsi indietro il bacino..
-Brava la mia piccola’.adesso accendiamo ben bene anche questo delizioso fiorellino’-
Insinuò una mano tra le natiche e prese a stimolare l’ano con una certa rudezza’quando si staccò da me mi sfuggì un gemito’.
-Ora no piccola..ora non &egrave proprio il momento’ascolta bene: sentirai un bruciore tremendo all’anellino’non cercare di sottrarti perché potrei colpire inavvertitamente la pelle irritata dalle ortiche’lascerò passare un certo tempo tra un colpo e l’altro, così avrai il tempo di riprenderti’sarai brava, non &egrave vero?-
-S..si-
-Sarai così brava che conterai tutti e cinque i colpi ad alta voce e nel farlo’aggiungerai una frase a tuo piacimento che ti aiuti a capire quanto sia stato scorretto il tuo comportamento di oggi, d’accordo?-
-Si-
Era la prima volta che mi imponeva una cosa del genere, ma del resto quella sera c’erano state altre prime volte ben più terribili da superare’e io volevo che sapesse che non mi sarei più comportata come quel giorno’
-Piccola, apri bene’così’vedrai, finirà presto’concentrati e resta calma’-
-Haaa!’.u..uno’.non mi comporterò più come oggi’.-
-Bene, &egrave proprio quello che volevo sentire..adesso lasciamo passare qualche attimo, d’accordo?-
Scoppiai a piangere tra i singhiozzi, volevo solo che tutto finisse…ogni fibra del mio corpo doleva..
-Shh’tranquilla piccola, respira’va tutto bene, siamo quasi alla fine’guardami..guardami!’.sei stata molto brava questa sera’davvero molto brava..-
Mi accarezzava i capelli, le spalle..cercai di sollevarmi ma me lo impedì con fermezza posandomi una mano sulla nuca.
-Non &egrave il caso di interrompere adesso’fidati, apri bene le natiche e respira’-
Cercai di fare come mi aveva chiesto..ma non era facile’
-Haaa!Haa!’d..due’m..mi dispiace molto per come mi sono comportata’-
-Bravissima, brava la mia cucciola..ora respira..-
Il secondo colpo si era in parte sovrapposto al primo’facendomi tremare dal dolore..come avrei potuto sopportarne cinque!
-Devo colpirti di nuovo piccola, sistemati..così..-
-Haaa! Basta ti scongiuro, non lo farò mai più!-
-Conta..da brava..-
-Tre’mi merito di essere p..punita..-
-Lo so tesoro..lo so’ora cerca di riprendere fiato’.-
Ma io continuavo a piangere’
-Fa molto male il fiorellino?-
-S..si..-
-Il mio povero, tenero fiorellino’deve sempre patire per le intemperanze della sua proprietaria’ora piccola riceverai gli ultimi due colpi in rapida successione’non guardarmi così cucciola: so che &egrave terribile ma lo devi sopportare’&egrave sufficiente che conti’-
-Haaa! Q..quatt..Haaa!’c..cinque!-
Ormai piangevo senza ritegno’.il mio corpo era ridotto a un fascio di nervi tesi dal dolore.
-Non mi toccare!’Non mi toccare!-
-Piccola, lasciati abbracciare’lasciati stringere’da brava, così’Piangi, piangi pure finch&egrave vuoi’.-
Mentre mi agitavo scossa tra le sue braccia sentii qualcosa di fresco posarsi sull’anellino in fiamme: fu come se una scarica elettrica mi avesse attraversato il corpo…rinnovando ovunque il dolore’ma non solo quello’
-Shhh’tranquilla’un po’ di crema ti farà sentire molto meglio’.-
Continuai a piangere nel suo abbraccio per diversi minuti’mi cullava con estrema dolcezza’.senza stringermi troppo’
-Piccola, senti molto male?-
-Si-
-Dove soprattutto?-
-A..mi fa male la passerina’e il seno’-
-Ci vuole un bel bagno’acqua fresca e amido, va bene?-
Mi limitai ad annuire, il viso nascosto contro il suo torace’mi stava sollevando per portarmi in bagno..
-Alex..-
-Si, cosa c’&egrave amore?-
-G..grazie per avermi punita-
Aveva avuto pienamente ragione nel dire che dopo quella punizione non mi sarei potuta sedere per una settimana’la schiena, le natiche’tutto dolse terribilmente per diversi giorni’mangiavo sdraiata sul divano, dormivo sul fianco’.anche il solo contatto con i vestiti mi era insopportabile’ tenemmo il riscaldamento a trenta gradi perch&egrave potessi restare nuda’sempre’tutto sommato era molto divertente’anzi era esaltante poter esercitare così sfacciatamente il mio potere su di lui’non facevamo che toccarci’.
Per fortuna non dovevo andare a lezione, perché era periodo d’esami, lo studio però procedeva a rilento’
-Piccola, ti va di noleggiare un film stasera?-
-Si, magari se c’&egrave un bel titolo compralo’Uff, dovrei studiare ma proprio non ho voglia!-
-Male, male’poi fai nottata dicendo che ti basterebbe solo un giorno in più’.-
-Non mi prendere in giro’.non ho nessuna voglia di dare quest’esame’-
-Chissà’.forse con un piccolo incentivo’-
-Si, si’ certo!’.Ma và’-
-Eppure penso che la cosa potrebbe funzionare’.non ti fidi? Penso che una bella sculacciata tutte le sere potrebbe aiutarti a conciliare lo studio in notturna’.-
Rimasi senza fiato’.non mi sembrava vero: durante gli esami ogni forma di gioco era ‘bandita”
-Alla fine di ognuna potrebbe arrivare anche un premio’sempre che poi tu studi’. so che adori godere dopo che ti ho scaldato ben bene il sederino’.-
Senza una parola mi sollevai e gli circondai il collo con le braccia’..sorrisi prima di baciarlo e stingerlo contro di me’.completamente nuda’
-Possiamo cominciare da stasera cucciola’.-
-Non ora’dopo il film’.-
-Tu adori l’attesa’va bene, esco a prenderlo se mi lasci andare’-
-No Alex resta qui’guardiamone uno dei nostri’.magari..-
-Magari?-
-Ultimo tango’-
-E va bene’del resto di noi non sono io quello che conosce tutte le battute a memoria’-
Fece una certa fatica per inserire il dvd nel lettore’perché io non volevo saperne di lasciarlo andare’.
-Adoro la colonna sonora’non trovi che sia fantastica?-
-Si, &egrave molto bella cucciola’-
-Shhh ‘comincia..-
Si sedette sul divano ed io mi appoggiai contro la sua spalla’lui completamente vestito ed io nuda’.completamente accessibile’.eccetto che per il piccolo lucchetto chiuso sulla mia verginità’.Guardammo il film senza parlare’senza muoverci’solo durante la mia scena preferita non potei impedirmi di aumentare la pressione della mia mano sul suo braccio’.lui sorrideva rilassato’..non mi aspettavo che avrebbe detto qualcosa e quando lo fece quasi trasalii:
-Una cosa per volta mia cara’comunque il burro &egrave troppo untuoso per i miei gusti’.-
Sorrisi anch’io ma più apertamente’in effetti quella sera c’era altro in programma’
Quasi non mi accorsi di quanto il film fosse andato avanti, presa com’ero dai miei”pensieri”. mi riscossi solo alla scena del tango’il film era quasi finito ed io ero impaziente’.finalmente arrivarono i titoli di coda’non resistevo più:
-Amore, posso..?-
Batt&egrave una mano sul suo ginocchio ed io mi sdraiai col sederino proprio all’altezza del suo sguardo’
-Ma che bel culetto’.pieno e fresco’così bisognoso di attenzioni’-
Era così tenero’ avevo resistito per tutta la sera ma in quel momento mi sciolsi letteralmente’
-Piccola’sei adorabile quando reagisci così’-
Lasciò scivolare un dito tra le mie labbra con estrema delicatezza, tirò piano il lucchetto’poi con la mano risalì sino ai glutei sfiorando il fiorellino’.fremetti’.
-Ora cucciola, scaldiamo per bene il sederino’sei d’accordo?-
-Si’..-
Il calore della sua mano, che carezzava morbida le mie natiche, era così confortante’
-Piccola, adesso farà un po’ male’-
-Haaa! Haa!-
Prima che potessi prepararmi pochi colpi rapidi e molto forti si abbatterono sul mio sederino’facendolo avvampare’ poi i suoi baci sulla pelle arrossata’e il mio piacere che si riversava tra le cosce’Quando le sue labbra si allontanarono da me seppi che stava per ricominciare’.fu dolce come mi ero aspettata, i colpi fioccavano forti e ininterrotti e facevano vibrare ogni fibra del mio corpo’le sue mani mi portavano con loro nel movimento e poi mi abbandonavano’.presto il culetto cominciò a bruciare ma ero felice..eccitata’ogni colpo rinnovava insieme il dolore dato dal precedente e la promessa del successivo’il mio amore continuava a variare inaspettatamente il ritmo in modo che non potessi abituarmi’..a volte i colpi erano così forti da farmi tremare per diversi secondi e così lenti che nell’intervallo tra l’uno e l’altro quasi cominciavo ad avvertire una fastidiosa sensazione di abbandono’altre invece erano così serrati da togliermi il fiato’.avrei voluto cercare un po’ di sollievo stringendo le cosce ma sapevo di non potere’.tutto ciò che potevo fare era abbandonarmi ai colpi che si abbattevano inesorabili sul sederino’cominciai a piangere sommessamente ma rimasi composta sul divano’
era tutto bellissimo’tra le gambe ero così bagnata da sentire freddo’.pensai che quando avesse deciso di fare l’amore avrei dovuto chiedergli di sculacciarmi prima’
Ormai i colpi facevano veramente male e insieme alle lacrime non riuscivo più a trattenere i singhiozzi’
-Vuoi che smetta cucciola? ‘
-T..ti prego’ancora un po”-
-Solo un altro po’ però’&egrave tardi e tu devi studiare..-
Le sue mani ora erano più gentili, per alcuni minuti continuò a sculacciarmi piano, poi smise e seppi che non c’era più rimedio’era finita’prima che potessi muovermi mi cinse con le braccia e mi rigirò sulla schiena strappandomi un’esclamazione di pura sorpresa’finalmente potevo guardarlo: era compiaciuto delle mie reazioni’mi indusse con gentilezza ad aprire le gambe ed io mi abbandonai’le sue dita e le sue labbra furono così ‘ sarebbe bastato pochissimo per darmi piacere ma fece sì che tutto durasse a lungo’molto a lungo’dolcemente mi portò in paradiso’.
Le sere successive quello squisito piacere si rinnovò ancora e ancora’.le sue mani su di me..il culetto in fiamme’.l’orgasmo’.lo studio però procedeva ancora a rilento’.
-Insomma ‘.la tua mente proprio non vuole saperne di concentrarsi come dovrebbe!-
-No, &egrave proprio un periodo ‘no’-
-Non &egrave molto opportuno sotto esami-
-Non rigirare il coltello nella piaga!-
-Credi che se ti promettessi un premio per un bel 30 potrebbe aiutare?-
-Che premio?-
-Quello che vuoi!-
-Davvero?-
-Davvero-
-Tutto tutto tutto?-
-Entro certi limiti’-
-Staresti con me..se prendo 30 faresti l’amore con me?-
-No, mia cara’non ancora’-
-In..in nessun modo?-
-Cosa intendi esattamente?-
-Lo sai!-
-Non ne sono certo’-
-Smettila!-
-Dico sul serio..-
-Non nel modo che si intende quando si dice ‘in debito modo, in debito vaso”-
-Non era necessaria la citazione latina’Avanti, per conoscere la risposta devi chiederlo!-
-Fa..faresti sesso’io non’-
-Non &egrave così difficile’.se non riesci neppure a dirlo dubito che tu sia pronta per farlo’-
Gli rivolsi uno sguardo corrucciato e sentii la frustrazione montare a livelli intollerabili’trassi un sospiro’
-Mi..mi prenderesti il culetto?-
-Mi sembra un po’ prematuro piccola’-
-Ti prego!-
Incrociai il suo sguardo e rimasi senza fiato in attesa.
-Va bene cucciola, se prendi 30 ti sfonderò il culetto’visto che non aspetti altro!-
Ricevetti uno sculaccione sul sedere’e poi un bacio’
-Ma solo se prendi 30!-

E naturalmente il voto d’esame fu un 30! Non che lui avesse dubbi sul fatto che l’avrei ottenuto’
quando tornai a casa e glielo comunicai non era certo sorpreso’
-Piccola, sei una cucciola impaziente’sei proprio sicura’-
-Si’-
-Allora domani ne riparleremo’-
-Pensavo’-
-Domani. La cena &egrave in caldo, io devo uscire per vedere Marco, penso che farò tardi.-
Per tutta la sera non riuscii a far altro che pensare a’a ciò che sarebbe successo l’indomani’.. avrei giurato che mi avesse lasciata sola apposta per farmi restare sui carboni ardenti’. Alla fine decisi di chiamare Valeria, stava con Marco da un po’ ed era stata proprio lei a presentarmi Alex, lui e Marco erano amici’.
-Ciao Valeria, come stai?-
-Bene, Marco &egrave uscito con Alex stasera..-
-Si, lo so’-
-Tu come stai?-
-Va tutto bene’senti, non &egrave che ‘verresti qui’-
-Qualcosa non va? ‘
-No, &egrave che’-
-Arrivo, tempo 10 minuti e sono li-
-Grazie-

-Allora, cosa c’&egrave che non potevi dirmi per telefono?-
-Cosa ti fa pensare che ci sia qualcosa?’.Va bene siediti-
Per fortuna Valeria comprese al volo il senso delle mie frasi un po’ reticenti’.perché ero alquanto in imbarazzo’
-Devo dire che io non avrei osato fare una richiesta simile’-
-Va bene ma’ora?-
-Ora cosa? Non preoccuparti, andrà tutto benissimo!-
-Non ne sono molto certa’se non ..se non dovesse piacergli’se..-
-Non credo che questo sia probabile’.resta calma e fa tutto quello ti dirà’-
-Tu’.insomma la prima volta che lo hai fatto tu ‘?-
-E’ stato con Marco’.tu resta calma e non rifiutare la penetrazione’sono sicura che andrà tutto bene’se senti male non irrigidirti e soprattutto non spingere, d’accordo?-
-Finora non ‘.. ecco non mi ha mai ‘.penetrata con oggetti che superassero i 3 cm e mezzo di diametro, ma il suo pene’-
-Ti abituerai, cara.
-Non ne sono sicura’-
-E’ così invece-
Inaspettatamente Valeria si girò e si sollevò la gonna ‘.inizialmente mi sentii troppo in imbarazzo per accorgermi di ciò che voleva mostrarmi…
-Ma’&egrave troppo’&egrave troppo grande!-
– Sono 9 cm di diametro’sai’ mia ha punita per essere uscita sabato senza dirgli che uscivo con i colleghi dell’ufficio anziché con voi ragazze’-
Mi sembrava di non poter più distogliere lo sguardo dal suo anellino teso fino allo spasimo’
-Aspetta, forse non dovresti metterti seduta’-
-Prima di uscire mi ha detto di restarci seduta il più a lungo possibile’comunque non posso toglierlo finch&egrave non lo decide lui’-
-Ma..non &egrave giusto’-
-Mi meritavo una punizione-
-Ti’ti ha fatto molto male quando’-
-Si, ha fatto un po’ male’ma si possono subire dilatazioni anche maggiori’-
-Alex mi ha detto che non vuole’insomma che non mi imporrebbe nulla di simile’-
-Vedi, non hai motivo di preoccuparti’.ti assicuro che ti verrà tutto naturale’-

La visita di Valeria non mi aveva affatto rassicurata, andai a letto di filata prima che Alex rientrasse,cercai di riposare ma dovetti fingere di dormire quando rientrò’proprio non me la sentivo di parlargli’
-So che sei sveglia’Marco ha ricevuto un messaggio da Valeria, hai passato una bella serata?-
-Insomma’-
-Ora cerca di riposare’domattina quando ti sveglierai pulirai ben bene il pancino con un clistere d’acqua tiepida da un litro’.un’oretta prima che torni poi te ne somministrerai un altro da mezzo litro, d’accordo?-
Non ebbi lo forza di replicare, ma sapeva benissimo che avevo capito’.

Incredibilmente dormii tranquilla’era bastato sentire la sua voce prima di addormentarmi, percepire il calore del suo corpo accanto al mio e il suo braccio che mi sfiorava la schiena, per rassicurarmi. Quando mi svegliai era quasi l’una, non avevo molta fame’ma c’era qualcosa che dovevo fare’presi la sacca da due litri in bagno e la cannula per il clistere, la crema’per quante volte l’avessi fatto mi turbava sempre l’idea di ciò che mi aspettava’riempii la sacca sul lavandino con un litro d’acqua tiepida, proprio come aveva detto lui, e con un sospiro tornai in camera, la appesi al tassello che reggeva un quadro e stesi un asciugamano sul letto, poi finalmente potei sdraiarmi’avevo sempre trovato particolarmente odiosa l’introduzione della cannula ma quel giorno’beh fu quasi un sollievo sapere che per il momento non avrei dovuto accogliere altro’unsi l’anellino con cura’avrei voluto potervi indugiare più a lungo ma non era certo il caso di attirarsi una punizione proprio quel giorno’così afferrai la cannula e ‘mi tolsi il pensiero”.dio! &egrave sempre una sensazione così fastidiosa’la spinsi un po’ più a fondo e mi sistemai comodamente sul letto’sentivo l’acqua invadere placida il mio corpo e per la prima volta pensai che dopotutto quel trattamento non era così terribile’specie se paragonato alla volta in cui per punizione all’acqua aveva aggiunto il sapone’.fui percorsa da un brivido: il ricordo era ancora vivissimo. Scacciai quel pensiero, cercai di rilassarmi il più possibile e attesi, cominciavo a sentirmi piena ma non era il caso di farsi prendere dall’agitazione, era solo un litro’e poi sapevo di doverlo trattenere per dieci minuti prima di potermi alzare’ed ecco: era finito, estrassi piano la cannula e guardai l’orologio’sapevo che se non volevo avere crampi avrei dovuto cercare di stare tranquilla’ma già dopo cinque minuti avrei dato qualsiasi cosa per alzarmi di li..’sii brava, respira e sii brava’ tranquilla ..’
Pensavo di aver imparato a convivere con i clisteri ma quando finalmente tutto fu finito scoppiai a piangere come un agnellino.
Verso le quattro squillò il telefono:
-Ciao piccola-
-Ciao-
-Va tutto bene a casa?-
-Si’-
-Sei stata una brava cucciola oggi?-
-Si’ho fatto il clistere..-
-E l’hai trattenuto come dovevi?-
-Si, per dieci minuti’.-
-Bravissima’io tornerò verso le cinque e mezza’forse &egrave il caso che cominci a preparare l’altro’-
-Va..va bene’-
-Ciao-
-Ciao-
Non avevo mai fatto due clisteri nella stessa giornata’per di più mi ero anche svegliata molto tardi quindi non pensavo che fosse necessario riceverne un altro’avrei dovuto dirglielo durante quella telefonata ma proprio non ci avevo pensato’così non potei far altro che riempire la peretta da mezzo litro e aprire il sederino. Questa volta non provai neppure a trattenermi, piansi ininterrottamente dall’inizio alla fine.
Quando finalmente tutto fu finito mi concessi un bagno caldo’e fu li che mi trovò al suo rientro.
-Stamattina dormivi così bene, che non ho voluto svegliarti. Mentre ti asciughi faccio una doccia, ti raggiungo in camera-
Mi trovò sul letto, totalmente assorta, non mi resi conto della sua presenza sinch&egrave non mi baciò una spalla’
-Sai di buono cucciola-
Sorrisi, ma ero tesa’se ne era già reso conto quand’era rientrato. Mi costrinse a guardarlo e seguì con l’indice i lineamenti del mio viso’iniziò ad accarezzare il mio corpo con gentilezza, senza mai interrompere il contatto tra le sue mani e la mia pelle’induceva in me un ritmo magico’era come se mi cullasse, trascinava inesorabilmente la mia coscienza e le mie percezioni in una dimensione di puro piacere’credo che neppure un centimetro della mia pelle sia stato trascurato dal tocco delle sue mani ‘e delle sue labbra, solo i capezzoli e la carne tenera tra le cosce attendevano ancora le sue carezze, ma sembrava non volersi decidere’mi girò e mi rigirò a lungo, tanto che alla fine dovetti supplicarlo di stabilire un contatto più intimo’
-Pazienza cucciola..pazienza’-
Si scostò di lato e mi indusse a girarmi, per seguire ancora una volta con le labbra la spina dorsale’finalmente mi aprì le natiche e lambì il fiorellino, ma fu un contatto così fugace che pensai di averlo solo immaginato’quando potei guardarlo di nuovo mi sorrise, e abbassò il capo per dedicarsi ai capezzoli, prominenti e turgidi come non li avevo mai sentiti ‘.a quel punto mi fu impossibile trattenermi, gemetti di piacere e lo pregai di continuare’.con disappunto lo sentii allontanarsi da me, ma fu solo un attimo’ trasse da un cassetto due mollette per il bucato e un brivido mi attraversò il corpo quando compresi che intendeva sostituirle alle sue labbra’non protestai, volevo accettare ogni cosa da lui’.e poi erano molto più dolci delle mollette per le tende’sorrise e con le mani scese a carezzarmi il ventre, le gambe’poi finalmente mi indusse ad aprirle con un gesto gentile ed io trattenni il fiato. Quando sentii che cercava il lucchetto e l’apriva pensai di morire di felicità’
-Ora piccola rilassati’.-
Con dolcezza infinita fece scorrere il medio tra mie labbra e lo lasciò scivolare piano nel mio corpo’.quasi gridai, erano mesi che mi era proibito il contatto con quella parte così intima di me’.avevo provato il suo tocco solo un’altra volta’quando si era assicurato della mia verginità’allora però non aveva avuto intenzione di darmi piacere’ora invece aveva trovato il mio punto g e lo stimolava piano’.molto meglio di quanto avessi mai fatto io’..più pazientemente’mentre con l’altra mano titillava le labbra e il cappuccio che protegge il clitoride’.era meraviglioso’improvvisamente mi sentii trascinata oltre la soglia del piacere e mentre tremavo liberò i capezzoli con un movimento deciso’lasciandomi totalmente in balia dell’orgasmo.
-Bentornata’-
Sorrisi, ma non riuscii a pronunciare una parola’.mi baciò dolcemente le labbra, il viso, i capelli’
-Ora girati-
Il suo respiro mi carezzò la pelle, facendomi rabbrividire’e obbedii. Con gesti gentili ma fermi mi indusse ad alzare il bacino e posizionò sotto di me un paio di cuscini, poi coprì il mio corpo col suo, impedendo che la mia pelle si raffreddasse dopo l’orgasmo, e prese ad avvolgere di baci leggeri le spalle, la schiena, i fianchi, scese giù sino alle piante dei piedi, solleticandole con le labbra, e poi risalì di nuovo sino al collo, mi baciò piano i capelli’
-Cucciola, in qualsiasi momento tu voglia fermarti, lo sai, devi solo dirlo’.-
Aprì le natiche con gentilezza e prese a giocare col mio fiorellino’..il pensiero che di lì a poco si sarebbe aperto al suo pene mi turbava’e mi eccitava’.mi mossi a disagio contro i cuscini ma lui continuò imperterrito a torturarmi l’anellino con le labbra, sinch&egrave non mi lasciai sfuggire un gemito di puro piacere’e seppi di essere perduta’.
Lubrificò con cura l’ano cominciò col farvi entrare un dito pieno di crema, ruotandolo per distribuirla bene anche dentro il culetto’ poi con calma, senza forzare, ne lasciò scivolare un secondo’cercai di non irrigidirmi mentre li spingeva dentro sino alle nocche, movendoli piano per dar modo al mio corpo di abituarsi’non faceva male’.
Quando lasciò scivolare le dita fuori da me però sentii lo stomaco stretto dall’ansia.
-Rilassati, abbiamo tutto il tempo’-
Si pulì la mano con una salvietta e poi mise il preservativo’.
-Ho’-
-Si, piccola?-
-Io, proprio non so cosa devo fare’-
-Resta calma, andrà tutto benissimo’-
Quando sentii il glande appoggiarsi all’ano, un fremito mi scosse il corpo.
Alex ricominciò a baciarmi con dolcezza li collo, la schiena, lo sentivo sussurrarmi quanto fossi dolce e desiderabile’quanto fosse fiero di me’poi avvertii il glande esercitare una lieve pressione sull’anellino e ritrarsi.
-Sta tranquilla piccola, questo darà a entrambi un grande piacere’-
Spinse un po’ più a fondo e si ritrasse quasi subito, ripeté quel movimento diverse volte, senza smettere di parlarmi, ma io proprio non riuscivo a rilassare i muscoli, allora rimase col glande appoggiato all’entrata e smise di esercitare pressione.
-Penso che in questa stanza ci vorrebbero degli specchi, non trovi cucciola che sarebbe piuttosto buffo poterci guardare sotto ogni possibile angolazione’ potemmo metterli sul soffitto’magari poi dovremmo muoverci con più cautela perché avremmo paura che ci cadano in testa’-
Incredibilmente mi strappò una risata’e mentre ridevo lui spinse con decisione il glande in me, senza farlo entrare completamente e senza farmi alcun male’.rimasi senza fiato.
-Ora piccola sarà un po’ doloroso’Posso spingere?-
-Ti prego, dimmi qualcosa di dolce mentre lo fai’-
-Ti amo’.-
-Haaaa!-
Il bruciore fu così atroce che pensai di svenire, lui rimase immobile, con il glande ben piantato dentro di me, mentre le lacrime cominciavano a cadere libere sulle lenzuola’
-Non piangere cucciola, cerca di rilassarti, da brava’.-
-Ti odio! Ti odio!-
-Stà ferma’non agitarti’vuoi che smetta?-
-No’-
-Ora spingerò un’ultima volta e sarò tutto dentro di te’.poi mi fermerò e ti potrai abituare con calma alla penetrazione-
Mi afferrò saldamente i fianchi e posò un bacio rapido sulla mia nuca.
-Haa’haaa..Haaa!-
-E’ tutto dentro amore, calma, &egrave tutto a posto’-
Rimase immobile per interi minuti, lasciando che il dolore scemasse per lasciare posto ad altre sensazioni, intanto parlava con me, mi diceva che non sapevo quanto fossi bella, così impalata, una puledrina domata’.
Cominciò a muoversi piano, senza uscire da me, attendendo paziente che mi rilassassi completamente’..sentivo ancora un gran male ma il bruciore terribile che mi aveva incendiato la mente all’atto della penetrazione si stava attenuando’lasciando posto anche a percezioni più piacevoli’.quasi senza rendermene conto gemetti, e in premio ricevetti un bacio’.Ora ritraeva il pene da me quasi per metà della sua lunghezza e poi riaffondava piano, strappandomi appena una smorfia di fastidio’sentire il peso del suo corpo su di me, la sua forza e il calore che sprigionava era rassicurante..ed esaltante’.il suo torace contro la mia schiena, il volto che mi sfiorava appena i capelli’possedeva il mio corpo e la mia anima’
-Ora lasciati scivolare sul fianco-
-Ma..-
-Tranquilla, seguimi nel movimento’piano, così’.-
Ci trovammo sdraiati sul fianco, il suo pene ancora in me.
-Voglio vederti venire piccola’-
Dolcemente lasciò scivolare una mano sulla passerina e prese a stimolarla piano, mentre mi prendeva’quasi senza rendermene conto cominciai ad assecondare i suoi movimenti, stringendogli la mano con le cosce e andando incontro alle sue spinte’.non credevo che sarebbe stato possibile’le sue dita carezzavano il cappuccio del clitoride, le piccole labbra’col medio affondava piano in sincronia con le spinte nel culetto’che ormai mi procuravano un forte piacere’ero bagnata e affannata’
-Non trattenerti’lasciati andare’-
La mente sopraffatta da una ridda di sensazioni nuove ed elettrizzanti, mi abbandonai alle contrazioni involontarie del mio corpo e lo sentii fermarsi’.per lasciarmi godere l’orgasmo’.ondine ininterrotte di piacere attraversavano le mie membra’avvolgendomi in una deliziosa sensazione di benessere’tutto si stava quietando quando lo sentii pulsare, proprio come accadeva quand’era nella mia bocca’.e capii che non poteva più trattenersi’affondò in me con una spinta poderosa e riversò il suo piacere nel preservativo, tenendomi stretta a sé’.
-Sei stata meravigliosa’Guardami-
Sapevo di avere il viso arrossato’e quel sorriso ebete che non se vuole andare dopo l’orgasmo’mi volsi e mi resi conto che aveva tolto il preservativo’. era nudo’ bellissimo’ iniziai a baciargli la fronte, le palpebre, il naso, poi scesi alle labbra, sulla gola, e più giù..accarezzai con le labbra l’incavo delle spalle, i capezzoli’finalmente lo sentii fremere’scesi sull’addome, sul ventre’
-Piccola, credo che tu sopravvaluti il mio autocontrollo’.e il tuo sederino ha bisogno di riposo’-
Sorrisi e scesi a baciare lo scettro del mio signore’.solo un contatto rapido prima di seguire la linea della gamba e risalire dall’altra’proprio come lui aveva fatto con me’.
-Se il mio signore vuole godere’.può farlo dove più gli piace’.-
Trasse a sé il mio viso e sorrise’
– Voglio le tue labbra piccola..-
Con le mani, con le labbra, con la lingua, coccolai e vezzeggiai il membro e i testicoli finch&egrave non lo sentii vibrare di piacere’allora accolsi nella mia bocca il glande e iniziai a vellicare il frenulo con dolcezza…quando posò gentilmente una mano sulla mia nuca trattenni il respiro..
-So che sei stanca’.ma la tua bocca &egrave così accogliente’cerca di rilassarti..-
Non ero mai riuscita ad accogliere in bocca neppure metà del suo pene, ma ora inesorabilmente lo sentivo scivolarmi in gola’durò solo pochi attimi, poi si ritrasse lasciando che lo portassi all’orgasmo’venne tra le mie labbra, ma anziché lasciar scorrere il suo piacere sul viso bevvi sino all’ultima goccia, lasciandolo sorpreso e compiaciuto’.
Cominciavo a sentire freddo, quando rabbrividii mi coprì con la trapunta e scese dal letto.
-Cosa ti va per cena’-
-Con tutte le calorie che ho appena assunto’.comunque se vuoi preparo io-
-Per carità, ho voglia di mangiare qualcosa di commestibile’sono affamato..-
-A si eh! Bene, chiamami quando &egrave pronto!-
-La mia permalosona’comunque penso che sia meglio cenare qui’non credo che stasera ti convenga stare seduta’Ora da brava apri le gambe’-
Lo vidi prendere il mio lucchetto e con un sospiro obbedii’
E’ incredibile quanto possa risultare definitivo un gesto’e il suo aveva inesorabilmente posto fine a quella serata’
Mi lasciò distesa a gambe aperte, spossata’.sentivo rumori di stoviglie provenire dalla cucina.
-Piccola rispondi al telefono, c’&egrave Valeria per te’-
-Dille che sono morta!-
-Dai non farti pregare, rispondi!-
-E va bene! Ciao Valeria-
-Ciao, allora?-
-Allora cosa?-
-Com’&egrave andata?-
-Cosa ti fa credere che sia successo qualcosa?-
-La tua voce tanto per cominciare, dunque?-
-E”&egrave andato tutto bene’-
-Bene come?-
-Bene’insomma..beh molto più che bene’-
-Si ma bene come?-
-Bene-
-E’ tutto quello che hai intenzione di dirmi in proposito?-
-Esatto!! Ciao-

-Allora, cosa voleva Valeria-
-Niente di particolare-
-Niente di particolare?-
-No-
-Come vuoi’.spero che tu abbia parlato di me in termini lusinghieri’.-
-Non le ho parlato di te’-
-Allora sarà rimasta piuttosto delusa-
-Ma perché avrei dovuto parlarle di te?-
-Lo sai che lei racconta sempre tutto a Marco-
-Tutto cosa?-
-Tutto quello che vi siete dette ieri sera tanto per cominciare’-
-Cosa? Stai scherzando!-
-Temo di no-
-Ma io la trincio! La’la..-
-Calma, non &egrave poi così grave-
-E poi Marco l’ha detto a te’-
-E già-
-Mi dispiace’-
-Per cosa?’Vieni qui’non mi pare tu abbia detto nulla per cui debba dispiacerti-
-Oggi &egrave stato’io non pensavo che sarebbe stato’-
-In futuro cucciola sarà anche meglio-
Posò il vassoio con la cena sul letto e mi baciò dolcemente’.con tenerezza’
-Grazie ‘per questa sera’-
-Grazie per cosa piccola?-
-Grazie per avermi aperto il culetto!-
-Non c’&egrave di che amore!-

Erano le due passate, Alex non era ancora rincasato’.e io ormai mi sentivo totalmente oppressa dalla nuova situazione che si era creata: da quando era stato con me non mi aveva più nemmeno sfiorata’ e non riuscivo a spiegarmi il perché.
Come un automa andai in cucina e trassi dal cassetto una cucchiaia completamente piatta, peccato che quella più larga e traforata si fosse rotta mentre cucinavo’.prestando attenzione a non guardarmi allo specchio raggiunsi il tavolo, quello che avevo decorato io’.era proprio bello’.abbassai i pantaloni di tuta e le mutandine sino alle ginocchia e sdraiai la parte alta del corpo, per un istante incrociai le gambe ma sapevo di non doverlo fare, così le allontanai e cominciai a carezzare le natiche con colpetti lievi’per accettare il contatto col legno’.poi presi a colpire, non troppo piano né troppo forte, in crescendo, sforzandomi di non spostare i colpi quando cominciavo a sentire male, ma ero tesa e non riuscivo a lasciarmi andare’dopo aver scaldato un po’ il sederino decisi che mi sarei impartita 50 colpi, pochi, specie considerato che non usavo la sua stessa forza’. colpivo sempre la stessa zona, quella in cui sapevo d’essere più sensibile’. ormai vibravo sotto i colpi, che crescevano naturalmente d’intensità, a tratti trovavo il coraggio di farli cadere più serrati’.ma inevitabilmente meno forti’già 50: ‘dannazione troppo pochi!’, ma una volta fissato il limite di un gioco non si può ricominciare’non mi ero neppure eccitata gran che’.andai a guardarmi allo specchio e vidi campeggiare sulle mie natiche bianchissime due quadrati accesi di un porpora tenue, delicato’il contrasto cromatico era piacevole ma le due regioni non erano perfettamente simmetriche’ho più difficoltà a raggiungere la natica sinistra’.andai a sedermi senza sistemare i vestiti’bruciava appena’
Pensai a come avrei dovuto dirlo ad Alex’le conseguenze non sarebbero state certo piacevoli’. Possibile che fossi così frustrata dalla sua ostentata indifferenza da cercare di attirare la sua attenzione? Il solo pensiero era sconcertante. Dopotutto ciò che avevo appena fatto accadeva non di rado prima che mi mettessi con lui’. mi dissi che l’avevo fatto per me, per il mio piacere’il risultato comunque era stato così deludente, non c’era possibilità di paragone con quello che lui’.’Cavolo basta! Lui non &egrave l’unico amante presente sulla faccia del pianeta!”’Per te si però!’ mi fece notare la solita vocina petulante e querula nel mio cervello. Del resto era innegabile che la sua pazienza, la sua delicatezza, la sua attenzione alle mie esigenze fossero lontane anni luce dal rapporto sbrigativo e conflittuale che avevo col mio piacere’.
Quando sentii la sua voce fuori dalla porta d’ingresso trasalii, e un secondo dopo mi resi conto che non doveva essere solo’scattai come una molla e mi rifugiai in corridoio.
-Amore sei sveglia’cucciola?-
Avrei voluto rispondere, ma non sapevo con chi fosse e io avevo addosso una tuta sdrucita e non mi rifacevo la treccia da due giorni! Non avevo voglia di farmi vedere in quello stato.
-Dev’essere già a letto-
-Di la verità’sei tu che la sfianchi’-
-Molto spiritoso Marco, davvero!-
-Allora neghi?-
-Potrei sbagliare, ma credo che Valeria, non essendo riuscita a sapere niente di persona, ti stia dando il tormento perché tu mi estorca qualche particolare sulla nostra vita privata!-
-Si, può darsi’Proprio non sei in vena di confessioni?-
-No-
-Però qualcosa mi dice che le cose non sono andate secondo le tue aspettative’-
-Credo che tu abbia ragione-
Sapevo di essere rimasta ad origliare la loro conversazione anche troppo a lungo’.ma pareva che la mia curiosità’e le mie insicurezze’si fossero ammutinate alla mia volontà, perché non mossi un passo.
-In effetti tutto &egrave andato oltre le mie aspettative’.e di molto, &egrave stata semplicemente fantastica: ritrosa come una puledrina prima e docile dopo’.&egrave stato come se l’avessi finalmente domata, ma non propriamente col sesso, con l’intimità fisica direi’ha risposto in maniera incredibile-
-Quindi sei riuscito a farla venire la prima volta che l’hai’.molto promettente direi-
-Più o meno-
-Più o meno?-
-Ho dovuto stimolarla’-
-Mi sembra ovvio-
-Si, forse’ma deve imparare a godere da sola, &egrave molto eccitabile ma ‘assolutamente priva di quell’intimità col proprio corpo che’ voglio che impari ad avere un orgasmo appagante da sola. E voglio che cominci dal sesso anale-
-Stai scherzando! Vuoi che una vergine, che prima di te non aveva avuto neppure un flirt innocente, goda senza una stimolazione vaginale dopo sole’.quante volte avete fatto sesso finora?-
-Una-
-Una? In due settimane?-
-Non l’ho più neppure sfiorata, un po’ di tensione sessuale non può che farle bene’.perché dovrebbe imparare a godere col culetto se mentre sto con lei, o tra un rapporto e l’altro, le concedo l’orgasmo masturbandola’.lei &egrave dannatamente pigra da questo punto di vista-
-Io dico che se non la farai godere ti taglierà la gola nel sonno!-
-E’ troppo pigra anche per questo-
-E l’hai già’come dire, l’hai già informata dei tuoi propositi?-
-In effetti no, così su due piedi si sarebbe infuriata’ci vuole un certo tatto in queste cose-
-Io dico che non sarà il tatto che ti salverà la pelle, da parte mia darò il mio contributo non facendo parola di questa conversazione con Valeria-
-Ed io te ne sono immensamente grato!-
-Scherza, scherza’..io la vedo male!-
-Perché?-
-Come perché? Lei non inizierà a provare piacere così su due piedi-
-Non l’ho mai pensato-
-E non credi che alla fine la situazione possa diventare troppo frustrante?-
-Da come ne parli sembra che debba arrivare il giorno del giudizio prima che le impari ad avere un orgasmo’&egrave una cosa del tutto naturale’-
-A Valeria ci sono volute settimane per godere solo con’..ed era sicuramente meno inibita’-
-La mia cucciola ha doti nascoste’-
Per un attimo rimasi impietrita, lì in mezzo al corridoio, poi, mentre si salutavano, corsi in camera e mi misi sotto le coperte’.dio! Era così’così’ma era sempre quello il tono delle conversazioni tra uomini? Ero profondamente turbata’lusingata’e anche un po’ preoccupata’.e furente! Quando lo sentii dirigersi verso la camera mi sentivo tesa come una corda di violino, avrebbe capito che non dormivo’fortunatamente però fece una lunga doccia ed io incredibilmente riuscii a prendere sonno, nonostante quello che avevo appena sentito!

Ero già sveglia da un po’ quando lo sentii muoversi, a me piace restare avvolta nel tepore delle coperte la mattina ma quella domenica era diverso’.proprio non riuscivo a godermi il calduccio corroborante della trapunta.
-Buon giorno cucciola-
-Ciao-
-Sembri stanca’-
-No-
-Vuoi qualcosa per colazione?-
-No’-
-Ho capito, resti a letto-

Quando lo raggiunsi aveva già finito di fare colazione, stava lavando la tazza.
-C’&egrave qualcosa che devo dirti’-
-Qualcosa che &egrave addirittura riuscita a buttarti giù dal letto’.devo preoccuparmi?-
– Ecco io’non’io non dormivo ieri notte e’ero nel corridoio quando sei tornato e ho ascoltato la conversazione tra’tra te e Marco-
Si voltò con lentezza esasperante e si appoggiò al piano della cucina.
-Che ci facevi in corridoio?-
-Come?-
-Che facevi in corridoio?-
-Ti ho sentito rientrare con qualcuno’.ero spettinata, con la tuta’-
-Voglio sapere perché eri ancora in piedi, &egrave vero che durante la settimana ti aggiri per casa come un vampiro fino a ore folli, ma il sabato notte non c’&egrave nulla da vedere in televisione e ti rassegni ad andare a letto alle undici, o mi sbaglio?-
-Ero’mi sentivo frustrata e’-
-E?-
-Ho’ecco io ho’-
-Piccola, sei stata disubbidiente?-
-Si’.mi’.mi sono scaldata il sederino con la cucchiaia-
-Cucciola, tu sai che &egrave una cosa che non devi assolutamente fare –
-Si’-
-Hai provato piacere?-
-No’..no-
-Sentiamo bambina, perché sei stata così disubbidiente?-
-Credo’per attirare la tua attenzione-
-E ora cosa dovrei fare secondo te?-
-Io’.-
-Non farò nulla cucciola, tutto andrà avanti come se niente fosse successo ‘.quanto poi alla tua pessima abitudine di origliare le conversazioni altrui’.in futuro dovrò vedere di togliertela-
E fu un’altra settimana di indifferenza assoluta da parte sua.
Da canto mio ero così elettrica che sarebbe bastato il minimo pretesto per farmi scattare’peccato che lui non me ne diede mai neppure mezzo, mi conosceva troppo bene.
Una sera però esplosi: mi disse che sarebbe uscito con alcuni amici e l’aggredii.
-Fammi capire, tu esci ed io dovrei restare qui murata viva come una scema?-
-Cosa?’.Ma se tu detesti uscire con loro, hai sempre trovato tutte le scuse possibili per svicolare!-
-Questo non significa che tu non debba neppure degnarti di chiedermi se voglio venire, dai per scontato che se esci me ne resterò qui buona?-
-Per quel che mi riguarda sei libera di fare quel cazzo che ti pare!-
Non ci vidi più dalla rabbia e gli scagliai contro la spazzola che avevo in mano’per fortuna ha i riflessi pronti!
-Piccola testarda, selvaggia, ribelle’-
Si avvicinava a me inesorabile e minaccioso come un cielo foriero di tempesta’ed indietreggiando mi trovai presto contro il muro.
-‘deliziosa, adorabile, desiderabile ‘.vieni qui-
E le sue mani finalmente scivolarono sul mio corpo, accarezzandomi attraverso i vestiti’.
-Come sei profumata’voglio sentirti nuda-
Si sedette di fronte a me, sul letto, era così imbarazzante spogliarsi sotto il suo sguardo’il suo rapporto col mio corpo &egrave fantastico ma non posso dire altrettanto del mio’non riuscivo a guardarlo ma sentivo il suo sguardo bruciare sulla pelle. Quando fui nuda mi fece cenno di andare a sedermi tra le sue gambe’.anche lui si era spogliato, il suo corpo era così caldo’ mi scostò i capelli dal viso e cominciò a sussurrarmi frasi dolci, le sue labbra che mi sfioravano appena la guancia’
-Sei così insofferente, indisponente, meravigliosamente seducente’-
-Anche tu-
-Anch’io?-
-Proprio così’anche tu sei indisponente’e seducente’-
Mi sfiorava la gota e il collo col suo viso, mentre le mani mi accarezzavano la gola, i seni, quando le sentii scendere sul ventre trattenni il respiro’
-Sai quello che voglio cucciola-
-Si-
-E sei d’accordo?-
-Io non sono sicura di..-
-Shhh, ricordi quello che ho detto ad Marco: tu hai doti nascoste, e poi &egrave ora che cominci a comportarti come una donna, non come una bambina’-
-Si’-
-Però origliare &egrave una gran brutta abitudine’possibile che tu debba sempre temere che gli altri ti stiano nascondendo qualcosa?-
-Mi dispiace’-
-Ma lo rifaresti-
-Io, non &egrave che non mi fidi’-
-Ma il bisogno di ascoltare &egrave più forte’o mi sbaglio?-
-No’non ti sbagli-
-Apri le gambe-
Il tono con cui lo disse mi turbò’era stato gentile e deciso: voleva punirmi.
Allungò la mano verso un cassetto e ne trasse una molletta da bucato, me la porse.
-Scopri il clitoride e sistemala-
-No!’Ti prego no’non chiedermelo-
-Shhhh, da brava piccola-
Sapeva che ci avevo provato solo una volta da ragazzina, con una mollettina per i capelli, e che il lampo di dolore che avevo provato appena avevo accennato a lasciarla andare mi aveva dissuaso totalmente dal riprovarci’.del resto sono così sensibile che anche solo in contatto diretto con le dita mi procura dolore.
-Non posso Alex’-
-Puoi invece’da brava’-
-Io’.-
Con l’indice e il medio scoprii il botticino, privandolo della sua naturale protezione’
-Non posso’ti scongiuro tutto ma non questo’-
-Sii brava piccola, non pensi di meritare una punizione?-
-Si’-
-E non vuoi essere punita? Mostrami come sai essere ubbidiente-
Tremavo visibilmente mentre avvicinavo quella terribile molletta al ventre, avrei voluto piangere ma ero troppo spaventata.
-Non aver paura’tranquilla, da brava’-
Aprii la molletta sul bottoncino e dopo un attimo d’esitazione la lasciai andare, il lampo di dolore che mi attraversò la mente impose istantaneamente alle mie dita di toglierla ma lui fu più veloce, mi afferrò i polsi e li tenne stretti mentre gridavo tra le sue braccia.
-Ti prego, ti scongiuro, lasciami! Lasciami, lasciami per favore!-
-Tranquilla cucciola, tranquilla, se ti agiti &egrave peggio-
-Non lo farò mai più, te lo giuro, lasciami!-
Mi agitavo come un’ossessa ma la sua stretta era d’acciaio: non mi avrebbe lasciata.
-Cerca di venire a patti con quello che senti amore, non ribellarti, accettalo’.-
Sapevo che aveva ragione, ma io proprio non potevo, non volevo! Scoppiai a piangere rumorosamente, gli gridavo che l’odiavo’i singulti ormai mi scuotevano senza che potessi controllarli, rinnovando il dolore, che diventava sempre più sordo, e profondo, mi attanagliava il ventre. Non so quanto restammo in quella posizione, il mio corpo avvinto tra le sue braccia, la sua voce che mi sussurrava frasi dolci all’orecchio’ alla fine piangevo solo, in silenzio, quel male atroce aveva pervaso ogni fibra del mio essere, senza lasciare spazio per nient’altro, a parte una dolorosa accettazione’..
-Sdraiati sul fianco cucciola-
Non ebbi la forza di oppormi, mi sdraiai senza capire. Quando avvertii che mi aveva seguita nel movimento però seppi cosa sarebbe successo’ le sue dita si posarono con gentilezza sull’anellino e lo cosparsero di gel, poi si fecero strada in me lubrificando anche l’interno’Cercai di restare immobile, ma quando mi avrebbe penetrata sarebbe stato impossibile’ continuai a piangere sommessamente per tutto il tempo, senza che lui dicesse una parola, poi sentii il glande posarsi morbido sul fiorellino contratto, e trattenni il respiro..
-Piccola non devi irrigidirti, da brava cerca di rilassarti’non voglio farti male-
-Me l’hai già fatto-
In silenzio mi baciò la spalla, piegò la mia gamba verso la sponda del letto e spinse, avrei voluto rilassarmi ma proprio non potevo, il mio corpo non mi rispondeva più, consapevole solo del proprio dolore. Lui fu inesorabile, spingeva piano ma con decisione, guadagnando il suo posto in me’faceva sempre più male, quando finalmente sentii il suo bacino contro le natiche provai sollievo, avrei tanto voluto liberarmi anche dalla morsa terribile della molletta, ma non avrei mai osato farlo’
Cominciò ad entrare e uscire da me dolcemente, senza forzare, mi teneva saldamente i fianchi e baciava la mia schiena, ma non provavo piacere’continuavo a piangere in silenzio mentre le sue spinte si facevano più decise, ravvivando ad ogni affondo il dolore infertomi dalla molletta’ Improvvisamente sentii una forte scossa salire dal bacino lungo la spina dorsale, durò solo un istante, spazzata via dalla nuova spinta che aveva fatto muovere la molletta, ma lui si fermò e mi abbracciò stretta:
-Bravissima piccola, lo sapevo’.presto, presto imparerai’stai già imparando-
Sentii la sua mano scendere lenta verso la passerina’e fremetti, mi regalò una fugace carezza sulle labbra e con un movimento rapido liberò il clitoride, strappandomi un grido di puro dolore. Attese che mi fossi calmata, poi mi costrinse a girare il viso e mi baciò dolcemente, riprendendo a muoversi piano dentro di me. I suoi movimenti ora erano gentili e misurati, io cercavo di assecondarli’non piangevo più, quando lo sentii pulsare seppi che stava per venire e andai incontro alla sua spinta, per permettergli di entrare più a fondo’poi più nulla. Mi ritrovai ansante e confusa tra le sue bracca, sorrideva.
-Bentornata piccola-
Non riuscivo a capire: ero voltata di schiena, lui non aveva più il preservativo’
-Hai avuto un orgasmo cucciola’e sei stata davvero meravigliosa-
Possibile? Mi baciò la fronte con tenerezza, poi si insinuò tra le mie gambe e lambì piano il bottoncino dolorante’.una parte di me avrebbe voluto scansarlo immediatamente e un’altra avrebbe voluto supplicarlo di non smettere’fu lui a decidere per me, rialzò il capo e scivolò giù dal letto.
-Sei stata stupenda piccola, meriti un premio per essere stata così brava, decidi cosa ti farebbe piacere ricevere per ricordarti di oggi-
-Si..-
-Spero di averti dimostrato una volta per tutte che puoi fidarti-

-Alex vieni’..vieni a vedere cos’ho trovato! Sapevo che dovevano essere da qualche parte’.-
-Cos’&egrave riemerso dai meandri del ripostiglio?-
-I miei’ecco ‘ diciamo’. Prima giura di non ridere !-
-Giuro!-
-Ero certa di averli conservati, ma proprio non ricordavo dove li avessi infognati, ora cercando le forbici da elettricista’.-
-Mi sembra più che ragionevole! E le forbici le troverai quando andrai in cerca delle pinze, o della tenaglia’.-
-O del senno di Orlando: ho capito! Ci sono tutti’-
-Allora, di che si tratta?-
-Giochi’del tipo’.ecco’questa era la mia farfallina’-
-Sei una continua fonte di sorprese cucciola’. Ammetto che non so figurarmi te che entri in un sexy shop per comprare un vibratore’.-
-Infatti l’ho comprata su internet-
-Non era un po’ difficile da usare considerato che sarebbe dovuta entrare dove passa a stento un dito?-
-E infatti non la usavo in quel modo’.anche se avrei voluto! Magari se tu’.-
-Non se ne parla mia cara’anzi credo che debba essere requisita-
-E’ inutile’ non funziona, almeno non come dovrebbe’ci dev’essere un cavetto allentato, smetteva di vibrare quando pareva a lei’e sempre nei momenti meno opportuni!’Era piuttosto frustrante’-
-Un giocattolo perfetto per una ragazzina masochista’-
-E per una giovane donna? Non credi che dovrei averne una’e poterla indossare come si dovrebbe?-
-E rinunciare al tuo amato, dolce, fedele lucchetto’no cucciola, non ancora-
-Ma io’-
-Niente ma, mostrami cos’altro c’&egrave nella scatola, avanti!-
-Si poteva scegliere un omaggio per ogni acquisto, così ho preso le palline’ho sempre desiderato poterle portare’-
-Ma anche queste dovranno aspettare-
-‘.E le palline anali’avevo scelto la misura più piccola-
-Se ti fa piacere con queste potrai giocare’quando te ne darò il permesso-
-E poi’ah questi no!-
-Dai fammi vedere!-
-Stasera! E’ qualcosa di molto carino ma’beh stasera vedrai!-
-Come siamo misteriose…perché stasera?-
-Ogni cosa a suo tempo, ho detto stasera e sarà stasera’del resto tra poco sarà buio, se non vuoi aspettare per scoprire il contenuto della scatola dovrai raggiungermi!-
-A &egrave così e? Se ti prendo!-
-Provaci!-
Corsi in giardino, ma capii quasi subito che qualcosa doveva averlo trattenuto’
-E’ successo qualcosa?-
-Devo tornare in ufficio-
-Dimmi che scherzi! No’non scherzi-
-Per farmi perdonare ti prometto che stasera avrai tutta la mia attenzione’se farai la brava-
-Va bene-
-Vieni qui-
Mi baciò con dolcezza mentre mi portava verso la stanza.
-Vado a rinfrescarmi un secondo, per favore vedi se trovi una camicia stirata-
Sentivo l’acqua scorrere in bagno ma non avrei mai immaginato’
-Trovata, Alex-
-Bene, mi vesto e vado. C’&egrave qualcosa che posso fare prima di lasciarti qui tutta sola?-
-Spiritoso!-
Mi carezzò il viso e poi mi sospinse dolcemente sul letto, prona, abbassò pantaloni e mutandine con un gesto rapido e posò il gel sull’anellino, facendomi sussultare. Non avevo idea di cosa volesse fare, ma presto sentii qualcosa di sferico premere contro lo sfintere’ e capii che si trattava delle palline!
-Con tutto il tempo che sono rimaste lì dentro, ho pensato fosse meglio disinfettarle-
Fece entrare con decisione la prima, strappandomi un gemito, fremetti e un lungo brivido mi attraversò il corpo mentre lui massaggiava piano l’anellino ‘.
-Non le avevi mai usate, vero?-
-No. Oh!-
Spinse in me anche la seconda e la terza, in rapida successione’ ormai tremavo di piacere. Era una sensazione nuova, ma nient’affatto fastidiosa’sospinse l’ultima pallina tra le mie labbra umide, la faceva affondare piano, per quanto consentiva il lucchetto, e poi la ritirava verso di sé’ l’inserì senza preavviso, togliendomi il fiato.
-Bene piccola, queste dovrebbero tenerti compagnia finch&egrave non torno’-

Mi aveva lasciata lì, come una bimba pronta per essere sculacciata, con le palline nel culetto e l’anello esterno che accarezzava la mia carne tenera ad ogni minimo movimento. Sulle prime non sapevo se restare in quella posizione o meno, ma decisi che non mi sarei fatta trovare lì in trepidante attesa! Mi rivestii e con tutta la cautela possibile andai ad accoccolarmi sul divano.
Quando tornò finsi di essere intenta a seguire il tg, e lo salutai come se nulla fosse. Anche durante la cena fingemmo entrambi di aver scordato che quattro palline colorate mi riempivano il sederino, facendomi sussultare ad ogni movimento brusco, mi parlò del problema che l’aveva trascinato in ufficio e mi fece ridere raccontandomi dell’ennesima gaffe di un nostro amico che lavorava con lui.
-Lascia stare i piatti, vieni qui’come ti senti?-
-Magnificamente-
-Si?-
-Si-
Abbassò i pantaloni con garbo e insinuò una mano sotto gli slip, tirò piano l’anello delle palline e fu come se una scarica elettrica mi avesse attraversato il corpo’dovetti aggrapparmi a lui.
-La mia cucciola’aspettami di là, vengo subito-
Ero ansiosa di mostrargli la mia sorpresa, mi preparai e attesi a luce spenta, sotto le coperte.
-Perché tanto buio, piccola?-
-Non volevi sapere quale fosse il contenuto della scatola’?-
Scostai le coperte e mi alzai in ginocchio sul letto, due laccetti fosforescenti ondeggiavano aggrappati ai capezzoli, facendo tintinnare le campanelle.
-Ma che carina’proprio un’idea delicata’da ragazzina-
-Ti piacciono?-
-Molto’vieni-
-Non credo di potere, se mi muovo si staccano, sono belli da vedere ma’-
Sentii il suo respiro sul mio viso, poi le sue labbra che sfioravano appena le mie’un tintinnio di campanelle ci distolse dal bacio.
-Visto, uno &egrave caduto, sono stati realizzati in modo stupido! Il capezzolo si ritrae e ‘-
-Lasciami vedere’hai ragione, questa perlina non &egrave adatta a stringere il laccetto-
-Magari se accendi la luce e provi tu’-
-Non &egrave necessario accendere la luce’sdraiati-
Rimosse anche l’altro laccetto e mi accarezzò i seni con dolcezza, prese a solleticare i capezzoli con le labbra’e la lingua’li titillava, li stuzzicava, li picchiettava’
-Ah! Se continui penso che verrò’-
-Oh no, &egrave troppo presto-
Mi inflisse quella dolce tortura ancora per qualche attimo , poi sostituì le dita alle labbra, stappandomi un gemito di disappunto, e prese a stimolare i capezzoli con forza, provocandomi un sottile dolore’
-So che &egrave fastidioso piccola, ma se vuoi provare a metterli come si deve devi pazientare un pochino-
Andò avanti per alcuni minuti, senza fretta, i capezzoli erano diventati così sensibili che non potei impedirmi di versare qualche lacrima, protetta dal buio’ quando furono completamente eretti riapplicò i laccetti e cominciò a stringerli.
-Haa..-
-E’fastidioso?-
-Un po’-
-Bisogna stringerli se vuoi che non cadano-
-Haa’fai piano’.Haa!-
-Ecco, ora non dovrebbero più scivolare, prova a muoverti-
Mi sollevai accompagnata da un tintinnio di campanelle e provai ad agitare il busto’.i capezzoli bruciavano.
-Ora non cadranno più. Fanno male?-
-Si-
-Sono un po’ stretti, ma non tanto da ostacolare la circolazione’devo ammettere che ti donano molto-
-Mi fanno male e sono detestabili!-
-Vuoi che te li tolga?-
-No’-
-La mia adorabile ragazzina, con tutte le sue affascinanti contraddizioni!-
Baciò la lacrima che mi stava rotolando giù dalla guancia’.non so come sapesse dove cercarla’.
-Non sono una ragazzina, ho l’età per votare per il senato ormai!-
-Non esattamente mia cara, le elezioni sono il 13 e tu compi gli anni quasi tre settimane dopo!-
-Vuoi farmi infuriare!-
-No, non &egrave quello che voglio-
Sentii la sua mano posarsi sul mio ventre e farsi strada tra le cosce, le serrai per capriccio ma la sua discesa era irresistibile’con gentilezza mi indusse ad aprirmi e raggiunse il lucchetto, quando lo sentii scattare mi si fermò il respiro’tirò piano l’anello delle palline, strappandomi un lungo brivido, e improvvisamente seppi cosa voleva fare’non ero certa di volerlo ma fortunatamente non stava a me scegliere: agganciò l’anello al lucchetto e lo richiuse. Tutto ora si trovava in uno stato di leggera tensione, le palline minacciavano di lasciare la loro sede e le labbra tiravano, non provavo dolore ma ero come sospesa, non avevo il coraggio di muovermi.
-Vuoi lasciarmi così?-
-Non ti piace?-
-Io’ti prego fa qualcosa!-
Mi agitai lievemente e quel movimento mi tolse il respiro, riverberò in me amplificato dalle campanelle che tintinnavano, dai laccetti che stringevano, dal lucchetto che tirava e dalle palline che premevano per uscire’.trassi un profondo sospiro e cercai di rimanere immobile.
-Liberami da tutto questo, per favore!-
-Non ti piace?-
-Ti prego!-
-Devo ammettere di essere rimasto molto sorpreso dalla tua passione per certi giochi’non me ne avevi mai parlato-
-Non’non aveva molta importanza all’inizio-
-Giorni fa ti ho promesso un regalo’..hai pensato a cosa vorresti?-
-Ci sto pensando’-
-Prometto che quando lo saprai ti libererò!-
-Un ‘..un bracciale!-
-Bugiarda’.tu non lo sai. Perché non ci pensi questa notte, domani mi dirai cosa desideri. E se entro sera non avrai ancora scelto trascorrerai così anche la prossima notte’e la successiva’e quella dopo ancora!-
-Stai scherzando! Non puoi lasciarmi così!-
-Posso e lo faccio piccola, sogni d’oro!-

-E ti ha lasciata lì così?-
-Si, per tutta la notte’credevo di impazzire, non sono riuscita a chiudere occhio, ho dormito stamattina dopo che mi aveva tolto tutto..-
-Almeno hai avuto un risveglio piacevole!-
-Stai scherzando! Avevo male dappertutto!-
-Vuoi dirmi che quando ha tolto le palline non hai provato niente?-
-L’ha fatto mentre dormivo’&egrave così che mi sono svegliata’francamente non so cos’ho provato-
-In definitiva vuoi che ti aiuti a trovare questo regalo-
-Si, ma non come mi hai aiutato l’ultima volta Valeria, gradirei non leggere i fatti miei sul giornalrdi domani ‘.dio! Devo trovare qualcosa di convincente altrimenti stanotte’-
-Bene, allora pensiamoci, se poi cambi idea puoi sempre aspettare domani per comunicarglielo!-
-Sei pazza se pensi che vorrei’.aiutami e basta!-
-Non &egrave difficile, vuoi un gioiello?-
-No-
-Un capo d’abbigliamento?-
-No-
-Un profumo?-
-No. Forse’.forse voglio ‘un gioco-
-Un gioco?-
-Si’ecco’tipo’palline o’-
-Ho capito! Non ti serve neppure uscire di casa, basterà fare un giro su internet-
Dopo un’ora il problema non era più non sapere cosa farsi regalare.
-Fantastico, prima non avevi idea cosa volevi, ora lo sai anche troppo bene ma non riesci a decidere!-
-Certe volte detesto Alex, sa bene che questo tipo di scelte a me richiedono giorni’-
-Beh certo, una che ha impiegato un anno a comprarsi un pc’-
-Non c’&egrave da ridere, sono estremamente soddisfatta del mio amato bene, &egrave un computer favoloso!-
-E pensi di poter passare 365 notti come quella che hai appena trascorso? La scelta &egrave semplice: o il paddle da trenta centimetri con i cuoricini in rilievo o quello con il foro a forma di cuore, o se no le pompette per i capezzoli-
-Certo, semplicissimo’-
-Proprio non sai cosa sceglierai?-
-No, ma giuro che quando entrerà da quella porta prenderò una decisione!-

GIRO IL DUBBIO AI LETTORI: VOI COSA SCEGLIERESTE?

-Sei tu?-
-No, sono uno che ha sbagliato porta!-
-Scemo!-
-Mi faccio una doccia-
-Va bene, allora ceniamo dopo-
Lo sentii spogliarsi lungo il tragitto tra la sala e la stanza’.e mi mossi per raggiungerlo.
-Hai avuto una giornata molto faticosa?-
-Non direi, la tua com’&egrave stata’hai preso la decisione che dovevi?-
-Si’.ma tu mi sembri stanco’-
-Davvero?-
-Si, forse avresti bisogno d’aiuto’.vieni-
Strinse la mano che gli porgevo e mi seguì in bagno.
Lo baciai subito, con impazienza, mentre gli facevo scivolare di dosso i vestiti che ancora si frapponevano tra le mie labbra e la sua pelle’e poi scesi ad accarezzargli il torace con la bocca, stuzzicando i capezzoli’.Entrò nella doccia e mi portò con sé, mentre cercava il mio viso’
-Ha! Ma sei impazzito!-
Mi trovai sotto il getto dell’acqua calda, i vestiti incollati alla pelle.
-Ora dovrai fare la doccia con me’-
-Non mi hai dato scelta’-
-Anche se oggi dovresti aver fatto un altro genere di doccia’più intimo, o sbaglio?-
-L’ho fatto..-
-Bene-
Mi spogliò lentamente, con gesti misurati, indugiando a tratti sulle forme morbide del mio corpo, l’acqua scorreva sulla mia schiena, sul mio viso’e un profondo senso di benessere si impadroniva inesorabilmente di me, mentre la stanza veniva avvolta dal vapore ‘.
-Un istante-
Uscì dalla doccia completamente bagnato, senza che potessi comprenderne il motivo, ma quando tornò con le chiavi del lucchetto il mio cuore saltò di gioia’era oro, non sarebbe stato necessario toglierlo, era lui che mi voleva aperta’
Quando l’ebbe tolto si inginocchiò tra le mie cosce e mi baciò con dolcezza, mi lasciai andare contro le piastrelle fredde mentre cercava di penetrarmi con la lingua’.l’acqua intanto continuava ad accarezzare gli anfratti più intimi del mio corpo, ero ad un passo dal piacere’.Lambì il clitoride con tenerezza ed io mi ritrassi di colpo, scioccata dalla mia stessa reazione.
-Va tutto bene piccola?-
Ora che si era rialzato era difficile sostenere il suo sguardo.
-Si’-
-Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?-
-No’-
-Guardami-
Non lo feci, rifugiai il viso contro il suo torace e lasciai che l’acqua mi accarezzasse la schiena.
-Io..-
-Dimmi-
-Non volevo’ecco non volevo venire’Volevo’vorrei darti piacere’voglio godere se godi tu’-
Alzai lo sguardo sul suo viso per un istante, poi appoggiai le mani e il viso contro la parete, grata di poter così nascondere il mio rossore’
Lui non disse nulla, si appoggiò a me e mi baciò una guancia.
-Dove vai?-
-Un momento piccola, credo che il gel sia in camera-
-Non serve’-
Per un istante nessuno dei due parlò, mentre l’acqua continuava a scrosciare tiepida sul mio corpo offerto.
-Sei sicura?’Dovrai essere molto rilassata’-
Annuii appena col capo, senza voltarmi. Lo sentii riaprire lo sportello della doccia e allungare il braccio verso il cassetto dei preservativi’
Quando mi si accostò era pronto, sentivo il suo pene eretto sfiorarmi le natiche sfrontatamente’ non dovetti fare nulla, fu lui ad aprirle con gentilezza e a sistemarsi contro di me, accarezzò l’anellino ancora chiuso e vi appoggiò il glande, mi donò un bacio rapido sulla nuca, come a ripagarmi del piccolo sacrificio che il suo piacere mi sarebbe costato, e spinse, con una forza terribile, affondando in me come un ariete che abbia abbattuto una porta di schianto o un rostro che abbia infranto una nave speronandola. Non ebbi la forza di emettere un suono, era completamente in me e questa consapevolezza mi consolava della sofferenza che per un istante avevo dovuto accettare, il mio respiro si era fatto greve, e tremavo.
-Tutto bene piccola?-
-Si’-
-Sei sicura?-
-Si-
Rimase così a lungo, il membro sprofondato in me, le mani saldamente strette sui miei fianchi, eravamo così incollati che solo l’acqua riusciva ad insinuarsi tra i nostri corpi’
-Ho fatto qualcosa di sbagliato Alex?-
-Assolutamente no-
-Ma tu, non vuoi muoverti?-
-Non ancora amore, restiamo così un altro minuto-
Quando finalmente si mosse lo fece con una tale dolcezza, con una tale passione, che quasi me ne sentii sopraffatta, muoveva ritmicamente il bacino, affondando e ritraendosi piano, mentre le sue mani vagavano libere sul mio corpo, a tratti leggere come ali di farfalla, a tratti possessive e quasi spietate nella precisione delle loro carezze’io mi muovevo appena, per andargli incontro, completamente in balia di ciò che mi stava facendo, ero quasi oltre il limite, lo sapeva bene, lunghi brividi incontrollati mi sconvolgevano il corpo, increspandomi la pelle’stavo quasi per venire quando mi strinse a sé e riversò il suo piacere con una poderosa spinta, uccidendo il mio orgasmo nascente.
Uscì da me e mi lasciò sconvolta, abbandonata contro il muro.
-Sei stata meravigliosa piccola, ma per il futuro ricorda che sono io a decidere come e quando devi godere. Ora lavami-
Si appoggiò alla parete opposta senza una parola, in attesa.
Ero stremata, nello spirito e nel corpo, ma non piansi. Mi volsi verso di lui e lo liberai dal preservativo, poi lo baciai, rimovendo le ultime gocce di piacere dalla sua pelle, e presi il sapone. Iniziai a lavarlo con cura, massaggiandogli il corpo con vigore, dal viso alle spalle,e più giù sul torace, sui fianchi, lungo le cosce potenti, seguendo la linea delle gambe e dei piedi’senza bisogno di parole lui si girò, permettendomi di seguire a ritroso il cammino che avevo tracciato davanti, e quando arrivai a massaggiargli la nuca contratta mi esortò a continuare, mentre l’acqua lavava via dalle sue membra la tensione di quella giornata’solo il suo scettro potente non aveva ancora ricevuto le cure delle mie mani’avevo atteso a raggiungerlo per paura di procurargli fastidio, toccandolo subito dopo l’orgasmo, scesi a lavarlo con delicatezza, stimolando lievemente l’asta e i testicoli’
-Lavati mentre apparecchio per la cena, sono ansioso di sapere cosa desideri ricevere in regalo’sii brava e rimetti il lucchetto da sola prima di venire di là-
-Si, Alex-
Mi lasciò finalmente sola, libera di picchiare i pugni contro la parete e di dar libero sfogo alle lacrime che mi bruciavano gli occhi, di sussurrare all’acqua e alla parete e ai mobili che lo odiavo’che lo amavo’.

Cenammo in un’atmosfera surreale, assordati da un silenzio glaciale: non feci nulla per alleggerire la tensione e lui neppure. Andammo avanti così per tutto il pasto, sinch&egrave rimasi sola a sistemare i piatti, allora sbattei un bicchiere nel lavello con tanta forza che si infranse, e una scheggia mi colpì appena sopra l’occhio, facendomi sanguinare.
-Cos’&egrave stato?-
-Niente-
-Come niente’Girati. Mio dio, ma cosa ti sei fatta?-
-Si &egrave rotto un bicchiere-
-‘Si &egrave’ rotto?-
-Esatto-
-Fammi vedere’Passami un panno pulito’Così va meglio, non &egrave niente di grave-
-Infatti, ora lasciami fare la lavastoviglie!-
Cercai di scansarlo col gomito, ma lui non si spostò di un passo.
-Vieni di là-
-Ci sono i piatti-
-I piatti aspetteranno domani, vieni!-
Mi trascinò letteralmente in sala, fin sul divano.
-Vieni più vicina’.così. Se non sbaglio abbiamo lasciato un discorso in sospeso-
-Non mi risulta-
-Non dovevi ricevere un regalo?-
-Da te non voglio niente!-
Mi alzai prima che potesse impedirmelo e giuro che me ne sarei andata se non avesse pronunciato le uniche parole che avrebbero potuto trattenermi:
-Come, non hai nulla da dirmi?-
-Forse che sei uno’.. ‘
-Cosa?-
-Scegli tu: uno stronzo, un bastardo..?-
-Uno che ti dà esattamente quello che vuoi?-
Mi sentii avvampare’non avrebbe potuto essere più vero!
-Ti detesto!-
-Ferma, so che hai scelto un regalo quindi siediti e dimmi cosa desideri’.cedi! Preferisci passare la sera a bere bile da sola piuttosto che accoccolarti accanto a me e parlare?-
Lo guardai’con frustrazione, con impotenza’e con rabbia, ma quello che vide dovette piacergli, perché si aprì in un sorriso dolcissimo.
-Vieni..non farti pregare-
Presi la mano che mi porgeva e tornai con lui sul divano, la collera quasi evaporata, il corpo che rispondeva alla vicinanza col suo’
-Allora?-
-C’&egrave un’un paddle molto carino, traforato con un motivo a cuore..-
-Così ogni volta che lo userò per scaldarti il culetto ripenserai alla prima volta che te l’ho aperto..non c’&egrave che dire’molto appropriato’molto da te-
-Pensi questo?-
-Tu no? Del resto dopo l’altro giorno ero, come dire, piuttosto propenso a pensare che il regalo che ti avevo promesso avrebbe potuto essere ‘.qualcosa di questo genere. Allora, &egrave questo il dono che ti renderà felice?-
-Quasi-
-Quasi?-
-Preferirei delle palline cinesi-
-Quelle le hai già-
-Infatti mi accontenterei di poterle usare!-
-Vedo che non sei riuscita a trattenerti a lungo, per quanto hai intenzione di continuare a sputare fiele?-
Mi rivoltai come se mi avesse schiaffeggiata e mi alzai.
-Io vado a dormire-
-Si, mi sembra la cosa migliore!-

Per i successivi due giorni in casa regnò un clima di guerra fredda’.poi un venerdì mattina in cui non avevo lezione mi svegliai da sola nel letto, erano le 11.00 e lui doveva essere uscito da un pezzo, ma c’era il mio regalo ai miei piedi, avvolto da un bellissimo nastro rosso!
Immediatamente lo presi in mano, lo soppesai, ne seguii la forma con le dita, a occhi chiusi, imparando a conoscerlo’era proprio splendido! L’accarezzai, lo osservai, lo rigirai non so per quanto prima di decidermi ad alzarmi, ma quando finalmente mi rotolai giù dal letto la mia euforia fu guastata dalla sua chiamata.
-Piccola, ti ho svegliata?-
-No, stavo’stavo pensando a come potremmo inaugurare il tuo regalo!’E’ bellissimo e.. A che ora torni?-
-Piccola, giura di non uccidermi!-
-Che c’&egrave?-
-Temo che Marco, Valeria e tutta la banda si siano autoinvitati da noi’stasera!-
-Stai scherzando!-
-Ti giuro che ho provato in tutti i modi a liberarmene ma’-
-Ho capito. E a che ora di grazia dovrebbero venire?-
-Verso le 8.00?-
-Ma certo, perché no, io del resto non aspettavo altro!-
-Mi dispiace’-
-Non importa, so come sono fatti’Ciao-
-Ciao-

Così dovetti passare il resto della giornata a pulire’e a cucinare! Puntualmente alle 8.00 la casa fu invasa da gente che non avevo alcuna voglia di vedere, soprattutto perché si era frapposta fra me e i miei desideri’ Tutto questo però avrebbe ancora potuto essere sopportabile, se non si fosse presentata anche quella scema di Chiara, ma vederla tutta la sera appiccicata ad Alex mi mandò letteralmente il sangue alla testa! Da canto suo lui faceva ogni sforzo per sottrarsi ai suoi assalti con cortesia, ma il senso del pudore di Chiara era notoriamente molto labile’sempre ammesso che ne avesse uno!
Purtroppo quella sera gli eventi agirono contro di me, e così mi ritrovai a dover mimare il titolo del film ‘Pretty woman’in squadra con Valeria.
-Vale ci sei? Vado!-
E Valeria:
-Due parole’prima parola’oddio cosa’non capisco’seconda parola’tu’.tu sei’sei una donna!..Donna! La seconda parola &egrave donna’una donna’bella!’Si, bella’donna bella, bella donna ‘ma cosa..?-
Giuro che cercai in tutti i modi di mimare il titolo, ma il tempo stava per scadere’così additai impietosamente Chiara, che neanche a farlo apposta era abbarbicata ad Alex’io e Valeria più volte avevamo parlato di lei in termini non troppo lusinghieri’e così:
-P…Pretty Woman! E’ Pretty woman!-
Ma nell’attimo stesso in cui seppi di aver vinto incontrai lo sguardo di Alex, che prometteva tempesta!
Nessuno parve fare troppo caso a quello che era successo, anche se sapevo che per poco Valeria anziché pretty woman non si era lasciata sfuggire puttana! Chiara però tenne da allora in poi un contegno un po’ più decoroso e io non osai più incrociare il viso di Alex’almeno sinch&egrave non arrivò il momento dei saluti.
Gli ultimi amici stavano ancora attraversando il giardino quando mi rivolse la parola:
-Domani chiami Chiara e ti scusi!-
-Che cosa? Non ci penso nemmeno, di cosa poi?-
-Non farmelo ripetere-
-Altrimenti? Giuro che nemmeno se da questo dipendesse la mia vita chiederei scusa a quella puttana!-
Prima che avessi il tempo di realizzare ciò che stava facendo si infilò la giacca e raggiunse gli altri, per accompagnarli alle macchine.
Ci vollero più di venti minuti perché tornasse, stavo cercando di riassettare la cucina quando lo sentii entrare e lanciare qualcosa sul tavolo del soggiorno.
-Allora piccola, sei ancora convinta di non volerti scusare?-
-Non cercare di manipolarmi Alex, quella stronza &egrave fortunata che non le abbia cavato gli occhi stasera, visto il modo in cui si &egrave comportata!-
-A me importa di te, non di lei!-
-Non provare a dirmi come devo vivere la mia vita!-
-Forse a me non va di stare con qualcuno che non riesce a mantenere il sangue freddo e una parvenza minima di cortesia!-
-Nessuno ti obbliga!-
-Le chiederai scusa mia cara. Non c’&egrave scelta-
-Puoi continuare a ripeterlo fino a che non ti si secca la lingua, che il cielo mi danni se lo farò!-
Venne così vicino che potei cogliere l’impressione del profumo di quella strega sulla sua maglia.
-Per favore, cerca di comportarti con più dignità di lei’. E scusati!-
-Se ti preme così tanto la soddisfazione del suo ego perché non te la scopi! Sono certa che l’apprezzerebbe molto più delle mie scuse!-
Colsi un lampo di rabbia nei suoi occhi un attimo prima che mi sollevasse senza alcun preavviso e mi sbattesse sul divano, cercai di alzarmi ma mi schiacciò col proprio corpo e mi girò di peso sulle sue ginocchia, imprigionandomi con una gamba, apparentemente indifferente alle mie proteste e ai miei tentativi di divincolarmi.
-Vuoi rivedere la tua decisione?-
-Assolutamente no, lasciami! Non hai il diritto di fare questo, lasciami andare!-
-Non appena mi dirai che hai cambiato idea-
Mi abbassò bruscamente i jeans e le mutandine, bloccandomi le cosce, e colpì le natiche così violentemente da farmi urlare.
-Saranno tutti così i colpi, sei sicura di non volerci ripensare?-
-Vaffanculo!-
-Questo non avresti dovuto dirlo, amore-
Cominciò a sculacciarmi con una forza inaudita, la mano che si abbatteva impietosa sulle mie natiche col fragore di un colpo di tamburo, facendomi gridare, piangere e supplicare che smettesse!’ Mi sculacciava con troppo vigore e con troppa frequenza, sentivo la pelle bruciare, gonfia e tesa’.doveva essere livida, io avrei fatto ogni cosa perché si fermasse’tranne quello che mi chiedeva! Non mi ero mai sentita tanto inerme tra le sue braccia, la sua presa era così salda che non riuscivo neppure a spostarmi per cercare un po’ di sollievo, gridavo e singhiozzavo senza tregua mentre mi straziava il culetto’.e il cuore. Alla fine il bruciore si era fatto così incessante, così profondo, che non avevo più neppure la forza di lamentarmi, piangevo solo, il culo in fiamme, e un dolore sordo che saliva ad attagliarmi lo stomaco, annientando la percezione di ogni altra parte del mio corpo’. era intollerabile, sussultavo e tremavo ogni qual volta le sue mani rinnovavano quella tortura con la loro feroce carezza, poi mi quietavo per un istante, sapendo che stavo solo aspettando nuovo dolore’.
-Allora piccola, ancora non sei decisa a chiedere scusa?-
Piangevo in silenzio, terrorizzata all’idea che potesse ricominciare.
-Allora? Ho capito-
Mi scostò con garbo, facendomi stendere sul divano, e per un istante sperai’
-Non pensare che sia finita mia cara, intendo solo far in modo di poter muovere ancora al mano domani! Credo sia meglio che prepari il sedere a ben altri patimenti!-
-Ti prego’-
-Non devi pregare, devi solo dire che sei pronta a scusarti-
Nascosi il viso tra le braccia, sottraendomi al suo sguardo.
Sentivo dei rumori attorno a me, ma non osavo alzare gli occhi dal divano.
-Ora piccola’guardami! In qualsiasi momento puoi decidere di cambiare idea-
Stava preparando un clistere..lo vidi predisporre la sacca, prendere il sale, versare la soluzione’dio ma quant’era?
-Avrei voluto inaugurare il tuo regalo in modo diverso bambina, ma ci sono cose che devi imparare.. e credo che questa lezione resterà impressa nella tua mente a lettere di fuoco. Verrai sculacciata a fondo col paddle mentre trattieni due litri d’acqua gelata nel sederino!-
Aprii le labbra ma non riuscii a emettere un fiato’.non capivo’
-Non sarai tu a dover trattenere il liquido piccola, lo farà il foley che ho comprato stasera e per tutto il tempo che sarà necessario’a farti vedere le cose nella giusta prospettiva!-
-No!-
-Sei ancora in tempo a cambiare idea cucciola, lo sarai in qualunque momento-
-Ti prego Alex, ti scongiuro’-
-Non mi dai scelta, amore-
-No!-
-Ritorna immediatamente sul divano!-
-No! Non ti lascerò farmi questo!-
-O ritorni sul divano da sola e ti sdrai o il clistere lo riceverai in piedi dove sei ora’pensaci bene!-
Nel suo sguardo c’era una determinazione che non conoscevo’sapevo che avrei dovuto cedere ma mi chiedeva di fare qualcosa che non potevo concepire’Non so perché mi mossi, ma tornai a stendermi sul divano senza una parola, il ventre sollevato e la testa sul cuscino.
-Meglio così cucciola, te lo assicuro’apri bene le natiche-
Lo vidi scartare la confezione del catetere e applicarlo alla cannula’tremai.
-Ora cerca di rilassarti..per il tuo bene-
Senza troppe cerimonie lubrificò il beccuccio e lo spinse con forza attraverso il forellino contratto, facendomi urlare. In silenzio prese una siriga piena d’acqua e l’usò per gonfiare il palloncino ‘ sentivo una fastidiosa sensazione di pienezza ‘crescere’ in me, tendendo le pareti del retto’
-Haa, ti prego basta, &egrave troppo teso, mi fa’ male’-
-Tranquilla, &egrave quasi gonfio-
-Haaa-
-Ora preparati perché la temperatura dell’acqua renderà la ritenzione molto spiacevole’sappi che sono due litri –
-Per favore Alex, io’-
-Hai cambiato idea?-
Voltai il viso senza rispondere. Ma quando quell’acqua così fredda iniziò a riversarsi in me non potei impedirmi di gridare di nuovo, di supplicarlo, tentai di alzarmi ma le sue braccia mi schiacciarono contro il divano, irremovibili.
-Non fare sciocchezze piccola, cerca di calmarti e resta ferma!-
-Ti scongiuro, lasciami andare, &egrave atroce Alex, non puoi capire, lasciami!
-Sta’ calma, ti resta ancora un altro litro bambina’-
-No, per favore no! Ho i crampi Alex, fa troppo male!-
-Sai cosa voglio sentire-
Scoppiai a piangere rumorosamente, scossa mio malgrado da violenti singulti che non facevano che accrescere la sofferenza, avrei voluto disperatamente liberarmi ma quel maledetto palloncino lo rendeva impossibile, e consentiva all’acqua di continuare a riversarsi gelida nel mio corpo inerme, premendo dolorosamente contro il ventre.
-Piccola, piccola ascoltami! Il clistere &egrave finito, ora ti lascerò andare ma tu te ne starai ferma e buona mentre stacco la cannula, d’accordo? ‘
Annuii appena, senza guardarlo, mentre mi liberava finalmente i polsi, le mie lacrime oramai avevano inzuppato la fodera del divano’
Quando sentii il paddle fendere l’aria rabbrividii dal terrore.
-Non posso sopportarlo’-
-Cos’hai detto piccola?-
Si chinò su di me, sfiorandomi i capelli.
-Non posso sopportarlo, ti prego, ho i crampi, sto male, ti scongiuro lasciami andare in bagno’-
-Farai quella telefonata domani?-
-Non puoi obbligarmi!-
-No piccola, non posso-
Si rialzò, e senza darmi il tempo di prepararmi colpì con forza facendomi ricadere distesa sulla pancia. Ciò che provai andò ben oltre il dolore: il bruciore terribile al culo si era riacceso con una violenza inaudita e il ventre compresso sotto il mio stesso peso era sembrato sul punto di scoppiare. Gridai come se mi avessero squartata e rimasi stesa, stordita e ansimante, senza riuscire a riemergere ad uno stato cosciente per interminabili momenti’
-Chiederò scusa-
-Si, lo farai, anche se non per il giusto motivo. Rimettiti in posizione perché prima di poterti liberare riceverai un altro colpo-
-No, ti supplico Alex, non farlo, non potrei sopportarlo!-
-Non hai scelta piccola, se tu volessi scusarti’ma non &egrave così, imparerai col tempo’-
Tremai di puro terrore, ma sapevo che non mi avrebbe concesso di evitarlo’.mi sollevai a fatica, scossa da brividi dolore’. quell’attesa fu più tremenda di ogni altra cosa, schegge di puro panico mi attraversano il corpo e la mente sinch&egrave non colpì nuovamente, con fermezza, liberandomi finalmente da quella tortura.
Non sono certa di ciò che successe dopo, so che mi portò in bagno, sgonfiò il palloncino, mi permise di liberarmi’lo so ma non lo ricordo’l’unica percezione indelebile che mi sia rimasta di tutto ciò che avvenne dopo &egrave il profumo familiare e avvolgente della sua pelle, un attimo prima di cadere nel sonno.

La mattina successiva, prim’ancora di alzarmi dal letto, chiamai Chiara le chiesi scusa. Rimasi lì assorta per interi minuti, stesa sulla pancia, il sedere che doleva dannatamente’la sera prima ero stata troppo sconvolta per rendermene conto ma quel paddle era micidiale, largo e potente’mi sollevai in ginocchio e mi specchiai di spalle, le natiche erano viola dove i due colpi si erano sovrapposti all’opera delle sue mani’e un cuore più chiaro campeggiava su ognuna, lì dove il cuoio era traforato’Mi sorprese intenta in quell’esame curioso, ma non disse nulla, si fermò sulla porta’. Non potevo distogliere lo sguardo dal suo, né respirare, ero infinitamente risentita e ”’confusa.
-Ti ho sentita telefonare-
Si avvicinò al letto e io non reagii, non riuscivo a muovere un muscolo.
-La prossima volta so che ti comporterai come una signora-
Lo schiaffeggiai, senza pensarci, con una violenza che mi lasciò stupefatta, lui però non sembrò sorpreso, si avvicinò lentamente e mi baciò con dolcezza, sdraiandomi sul letto’
-Ma dai, non puoi dire sul serio!-
-Sono serissima invece!-
-Figuriamoci! Ma davvero la pensi così?-
-Assolutamente-
-Alex, vieni a sentire cosa dice la tua ragazza!-
-Amore, hai di nuovo suscitato scandalo? Sentiamo, cos’hai detto?-
-Ho solo sostenuto che in un gioco di ruolo &egrave la persona ‘sottomessa’ a detenere tutto il potere, e che la persona ‘dominante’ &egrave esclusivamente tesa alla sua soddisfazione’-
Mi guardò come non aveva mai fatto, con un’intensità ‘e un fervore’.era come se qualcosa l’avesse affascinato’fu solo l’impressione di un attimo, perché sul suo viso calò la solita maschera di imperscrutabilità’..ma sapevo che qualcosa era successo.
La serata trascorse senza sorprese sino a quando non tornammo a casa, lui però mi era sembrato distante anni luce dai discorsi e dalle risate dei nostri amici.
-Sei stanca?-
-Da morire!-
-Non importa, per fortuna domani &egrave domenica’-
-Oh, non c’&egrave bisogno di aspettare domani, non sono mai troppo stanca per te’.-
-***, no!-
Si ritrasse bruscamente, facendo un passo indietro’.che strano! Mi chiamava per nome solo quando voleva mettere una certa distanza tra noi, eppure ero certa che mi desiderasse’.
Non insistetti; mi preparai per andare a letto sperando che mi raggiungesse, ma non successe.
Quando mi svegliai non era già più mattina e il sole irrompeva allegro dalle finestre ‘.
-Sei una tentazione quasi irresistibile, mia cara. Ben svegliata!-
-Ciao-
-Vuoi mangiare?-
-Non ho fame’-
-Perché allora non fai un bagno’-
-Per prepararmi a soddisfare il mio signore e padrone?-
-Perché il tuo signore e padrone possa avere il piacere di lavarti’prima di soddisfare i tuoi desideri!-
-E come mi vuole il mio signore, profumata di lavanda o di sandalo?-
-Mi affiderò alla tua scelta-
-Allora sarà una sorpresa!-
-Aspetta un momento’Ti desidero piccola’.-
-Anch’io-
-Credo che sia arrivato il momento di uccidere la tua verginità’Quando lo vorrai, dovrai solo chiederlo..-
Rimasi lì senza fiato’
-E’ per quello che ho detto ieri sera?-
-Non solo, ma si, anche per quello’-
-Vieni con me’lavami tu’-
Giacevo nuda nell’abbraccio languido dell’acqua profumata, il silenzio rotto solo dallo scroscio dei rivoli che lui mi lasciava scorrere lungo il corpo, per lavarmi’. non so più quante volte lo supplicai di raggiungermi nella vasca, ma non lo fece, continuò a massaggiare il mio corpo con dolcezza, con vigore, senza mai indugiare troppo lì dove avrebbe potuto procurarmi più piacere’fu un tormento dolcissimo e casto’. Poi mi lavò i capelli con lo shampoo alla vaniglia’ come adoro quel profumo che mi solletica le narici impietoso, evocando i piaceri della gola! Quando mi sciacquò lo supplicai a lungo, con insistenza, di continuare a darmi piacere in quel modo, ma sembrava non voler sentire ragioni’mi sollevò tra le braccia, l’acqua che defluiva dai recessi più intimi del mio corpo’.
-Fa l’amore con me, adesso!-
-Cucciola, non vorrai pendere un malanno’-
E così dovetti attendere di essere asciutta’e non ci volle poco’i capelli arrivavano sin sotto ai glutei’lui li adorava sciolti’
-Sei sicura di non voler aspettare ancora? Non c’&egrave bisogno di essere precipitosi bambina’-
-Ti voglio subito, ora!-
Non so come ma eravamo già sul letto, io nuda e lui completamente vestito’
-Se non ti spogli giuro che ti strappo i vestiti di dosso!-
Rise, ma obbedì subito’quanto tempo era passato dalla prima volta che l’avevo visto nudo! ‘Allora avevo quasi avuto paura’ora conoscevo il suo corpo come si conosce un sentiero nascosto nel bosco, che si sia risalito più e più volte’
-Vieni!-
Mi raggiunse, e mi baciò subito’fu un bacio dolce, struggente’mi rapiva la mente, annientando ogni altra percezione’.Mi toccò così intimamente che dovetti supplicarlo di smettere, allora allontanò le dita dalla mia carne tenera e riprese il meraviglioso massaggio che mi aveva concesso nella vasca’stabiliva un contatto intimo, senza suscitare in me un’eccitazione violenta, mi preparava’lo capivo bene’
-Ti prego, non voglio più aspettare!-
-Non ancora cucciola, non ancora’-
Ora alle sue mani si erano sostituite le labbra e la lingua’le sentivo tracciare un percorso bruciante dalla gola all’incavo tra i seni’seguirne la curva sino ai capezzoli’per poi scendere più giù, a baciare l’addome, a solleticare l’ombellico’ e risalire inaspettatamente, per indugiare nuovamente sul mio petto palpitante, donandomi brividi di piacere incontrollati ‘e poi ridiscendere sul ventre e quasi staccarsi da me, quasi’facendomi fremere d’anticipazione mentre il contatto tornava a farsi più intenso e la sua lingua scendeva’scendeva’.sino a lambire l’anellino con dolcezza, facendomi impazzire di piacere, mentre con una mano stimolava piano il clitoride, senza scoprirlo’.ero bagnata e felice, davvero felice’quando le sue dita separarono con delicatezza le labbra quasi gridai’.le sentivo giocare con gli anellini, il lucchetto giaceva da qualche parte in bagno’.il suo respiro mi carezzava il ventre, facendo increspare la pelle, e io ormai non potevo far altro che fremere sotto di lui, travolta da un’onda di benessere e di desiderio’.
-Prendimi’.mio signore, mio dolore, mio amore, ti prego’ti supplico’-
Mi inarcai, offrendomi al suo corpo teso dal desiderio’lo volevo da impazzire’
Lui mi trasse a sé, e mi rigirò fra le sue braccia senza preavviso’la prima sculacciata arrivò inattesa come un fulmine a ciel sereno, facendomi letteralmente sciogliere’andò avanti a colpire per non più di un minuto, colpi forti e cadenzati che si abbattevano sul culetto inerme dandomi un forte piacere’poi tutto cessò. Ansimante strinsi la mano che mi aveva colpita:
-Stavo per’-
-Lo so piccola, pensavo di poter andare avanti più a lungo ma non devi venire, non ora’-
Mi baciò le labbra in una carezza tenera e sensuale..
-Devi dirmi in che posizione vuoi farlo-
So che divenni rossa sino alla radice dei capelli, ma sorridevo’
-Voglio averti sopra di me-
-Sei sicura, forse proveresti più piacere se..-
-Per favore, voglio alzare gli occhi e guardarti’-
Mi sistemò con infinita dolcezza, lasciando scivolare le mani sulle mie natiche per sostenere il bacino nella giusta angolazione’
-Cerca di rilassarti’.-
-Sono rilassata’-
-Bugiarda’non pensare, d’accordo? Non pensare a come ti devi muovere, a come devi usare i muscoli..non pensare a niente-
-Io, vorrei solo’-
-Ti giuro che qualsiasi cosa farai mi darai piacere, e ti giuro che ne proverai tanto da abbandonare la tua coscienza’-
Mi baciò, e senza interrompere il bacio scivolò piano in me, vincendo una lieve resistenza’ gemetti sulle sue labbra’
-Va tutto bene?-
Annuii, ma non ebbi la forza di parlare, avrei voluto piangere’di piacere e di dolore, e per lo sgomento datomi dalla sensazione nettissima che stesse prendendo possesso di me, come non aveva mai fatto…ogni cosa di me gli apparteneva ‘.Lo seppi con certezza mentre si muoveva piano, con cautela, riaccendendo pazientemente la mia eccitazione e il mio desiderio..intercalava parole d’amore a baci gentili, e si spingeva dentro di me, con decisione crescente, con un vigore che mi sopraffaceva’.
-Fermati’-
-Cosa non va?-
-Mi sento come se stessi per spezzarmi, aspetta per favore’-
Chiusi gli occhi e cercai di visualizzarlo dentro di me, poi lo strinsi’strappandogli un gemito’sorrisi ma non tornai a guardarlo, volevo concentrarmi’potevo accarezzarlo, stringerlo, spingerlo sin nel profondo di me o respingerlo’non so quanto tempo passò, ero appagata, e affannata, stanca’dovette capirlo perché mi baciò una guancia e si mosse piano, con una precisione che mi sconvolse’
-Ci sei quasi piccola, non preoccuparti, ti aiuto io’-
E persi completamente il contatto con la realtà’ non ci fu altro che il suo corpo possente che riaffermava il suo diritto sul mio, e l’orgasmo che montava incontenibile, travolgendo ogni cosa.
Quando riaprii gli occhi lo trovai lì ad aspettarmi, sdraiato al mio fianco’
-Stai bene?-
Sorrisi semplicemente, e mi accoccolai contro di lui perché mi scaldasse’restammo così a lungo’
-Se non vuoi farlo ancora amore dovrò andare a correre, non credo che potrei trattenermi restando qui!-
Rotolai sulla schiena, le braccia distese, le gambe aperte’.completamente offerta.
-Fammi quello che vuoi!-

Era pomeriggio inoltrato quando trovò la forza di alzarsi, ma io mi rifiutai categoricamente di lasciare il letto per seguirlo’
-Vorresti trascorrere tutta, tutta la giornata a letto?-
-Ci sono modi peggiori-
-Ma sarai affamata, visto che non tocchi cibo da ieri’-
-Mi sono saziata’.più di una volta-
La sfrontatezza con cui lo dissi gli strappò un sorriso.
-Ti sei saziata di me?-
-Mai! Mai, mai, mai’-
Cercai di ritrascinarlo a letto ma era troppo forte per me.
-Piccola’riguardo a quello che hai detto ieri sera, sappi che non &egrave da tutti vedere le relazioni umane per quello che sono con tanta chiarezza-
-Ma &egrave per questo che sono io la tua donna!-
-Si, &egrave per questo’ ma non lo dire alle altre perché si potrebbero ingelosire!-
-Non prendermi in giro, dimmelo!-
-Che sei mia? Che ti amo?-
-No, dimmelo!-
-Sei la mia donna e io vivo solo per renderti felice!-
E nel dirlo si sdraiò su di me e mi penetrò con un movimento deciso, stringendo il clitoride con tanta forza da farmi urlare.

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