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Valeria e Massimo capitolo 6: la vacanza in Sardegna seconda parte

By 16 Maggio 2024No Comments

Per chi fosse interessato, la prima parte di questo capitolo la può trovare

Valeria e Massimo capitolo 6: la vacanza in Sardegna prima parte


Ci preparammo, io indossai l’unica camicia che mi ero portato, bianca, avevo pensato che avrebbe potuto andar bene con tutto e che avrebbe fatto risaltare l’abbronzatura.
Valeria indossò l’abito di lino che le aveva preso Gaspare. L’abito era lungo, color turchese, con uno spacco che definire assassino sarebbe stato poco, una buona scollatura ma praticamente senza schiena. Pur calzando perfettamente a Valeria da dietro le si vedeva l’attaccatura delle natiche.
“non posso mettere biancheria con questo vestito, perderebbe buona parte della sua bellezza” disse Valeria.
Le risposi che aveva ragione, uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo verso il patio dove c’era la piscina, Gaspare Antoni ed Aurelio stavano sorseggiando del Campari allungato con il seltz.
Appena Valeria spuntò, pur avendola vista nuda e scopata in tutti i buchi, i tre rimasero muti.
Valeria si accorse della cosa ed un po’ ironicamente disse: “ho qualcosa fra i denti?”
Tutti scoppiammo a ridere e la risposta più sincera fu quella di Aurelio: “fra i denti nulla, per ora ma credo che prima che tu vada a letto ti ritroverai parecchi cazzi in bocca”.
Ormai aveva preso confidenza e a parole la trattava come una mignotta. Non aveva nemmeno tutti i torti, se la erano scopata appena arrivata, ci pagavano la vacanza. Io mi sentivo in difficoltà, in pratica ero il mantenuto della mia ragazza ma non avevo idea di cosa poter fare. Decisi che il giorno dopo avrei provveduto a fare almeno le pulizie.
Salimmo in auto, Aurelio ed io davanti, Gaspare ed Antonio dietro, in mezzo, ovviamente Valeria.
Durante il viaggio chiacchierammo e, stranamente, i due dietro non allungarono le mani su Valeria la quale, peraltro, non credo si sarebbe opposta più di tanto.
Arrivammo al ristorante dove avevano prenotato, era ancora mezzo vuoto, l’orario di cena, in quel periodo ed in quel posto, era traslato abbastanza in avanti. Erano le 10 ed i tavoli occupati erano solo 5, da stranieri.
Decidemmo di prendere un aperitivo in attesa che il locale si riempisse un po’. Mentre sorseggiavamo ognuno il suo cominciammo a vedere arrivare un paio di comitive, in una riconobbi un paio di attori e modelle molto note all’epoca. Le ragazze erano stupende ma il vestito di Valeria era sicuramente il più sexy in assoluto. Essendo seduta non era stato molto notato ma quando ci alzammo per entrare in sala, ormai piena per metà, diversi dei presenti si girarono verso Valeria e la seguirono con lo sguardo.
“Hai fatto centro Gaspare, il vestito piace” disse Aurelio.
“Piace perché Valeria lo porta molto bene” rispose galantemente Gaspare.
Non aveva però torto. Valeria con l’impudenza dei 20 anni portava un vestito che la lasciava quasi nuda come se indossasse un tailleur. I tacchi alti poi le davano una oscillazione molto sensuale nella camminata.
Ci sedemmo e dopo 10 minuti arrivò un cameriere con una bottiglia di champagne, mentre la apriva e la metteva nel secchiello ci disse offerta da “……” ed indicò un tavolo al quale un elegante uomo sui 30 anni alzò i l bicchiere a darci un prosit. Riempimmo i nostri flûte e ricambiammo bevendo insieme a distanza.
“Il nostro pulcino è già diventata un cigno, sapete chi è quel signore che ci ha offerto la bottiglia?”
Lo avevamo riconosciuto tutti, era un attore che nell’anno precedente aveva fatto un paio di film campioni di incassi, noto anche per essere uno sciupafemmine, al tavolo con lui una dozzina di persone, tutta bella gente.
Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, la giacca non era male ma la camicia che indossavo si vedeva lontano un miglio che era da grandi magazzini. Mi sentii un po’ depresso per la cosa ma volevo godermi la serata e non ci pensai più.
Quando arrivò il menù impallidii, con il prezzo di una portata io ci mangiavo una settimana in mensa all’università, Valeria invece non fece una piega, si era ormai calata nel ruolo. Gaspare si accorse della mia faccia e mi disse di non preoccuparmi che eravamo ospiti suoi e dei suoi amici come detto prima di partire e di godermi il cibo.
Il cibo era fantastico, non avevo mai mangiato così bene in vita mia; se ne andarono anche 3 bottiglie di Vermentino di Sardegna ed alla fine eravamo su di giri.
Il tavolo con l’attore aveva finito un poco prima di noi ed alla spicciolata se ne stava andando, lui però non seguì gli amici ma ci raggiunse e con un sorriso a 32 denti chiese se poteva sedersi. Gaspare gli rispose di si, lui prese una sedia dal tavolo vicino e si mise di fianco a Valeria. Il tavolo era tondo e bastò che Gaspare si facesse un po’ più in là. Oltre al Vermentino avevamo bevuto anche la bottiglia di Champagne offerta da lui e non c’era più nulla se non un fondo di acqua. Michele (chiamiamolo così per questioni di privacy) non si scompose, fece un cenno al cameriere ed in breve arrivarono altre due bottiglie di champagne della stessa marca ed annata della prima.
Se il cibo costava una fucilata avevo avuto modo di guardare sulla carta dei vini e quel tipo di bottiglia andava vicino allo stipendio mensile di un operaio.
Chiacchierammo amabilmente bevendo tutto lo champagne e chiudendo con del mirto artigianale portato ed “offerto” dal proprietario.
Al momento del conto Michele fece un cenno ed il cameriere tornò indietro.
“Siete miei ospiti a cena e, spero, anche per il dopo cena, i miei amici sono al Sottovento, vi va di raggiungerli insieme a me?”
Dopo una cena offerta la domanda era quasi retorica.
“Noi però non abbiamo spazio in auto” disse Aurelio.
“Non c’è problema, la mia auto con l’autista mi aspetta qui fuori e considerando quanto avete bevuto anche voi forse è meglio che nessuno guidi”.
Uscimmo e trovammo una limousine di quelle lunghe ed americane che da noi non si vedevano se non nei filmati sugli USA.
Salimmo tutti, io fui mandato davanti con l’autista, non mi fecero nemmeno provare a salire dietro dicendo che non c’erano sedili per tutti.
Fra i due posti davanti ed i sedili dietro c’era una barriera rimovibile che era abbassata.
“Giovanni portaci al Sottovento ma fa il giro lungo, a quest’ora c’è traffico sulla strada principale e ci metteremmo troppo”
“Certo signor Michele” quindi schiacciò un pulsante sul cruscotto e la barriera di separazione salì. Era di vetro di quello che permette di guardare in una direzione ma non in quella opposta, ovviamente l’autista non poteva guardare la parte posteriore dell’abitacolo.
Giovanni iniziò a guidare ad una velocità che mi parve esageratamente lenta, nel frattempo da dietro sentivo arrivare solo il rumore della musica, un po’ quello un po’ il tanto, troppo vino ingurgitato, mi fecero abbioccare.
Quando mi svegliai in auto non c’era più nessuno. Eravamo parcheggiati fuori dalla discoteca, l’autista era in piedi che si stava fumando una sigaretta e quando gli chiesi da quanto fossimo lì mi rispose da più di mezz’ora. Guardai l’orologio ed erano le tre. Eravamo partiti dal ristorante a mezzanotte, in pratica avevo dormito tre ore.
“Vivace la vostra amica” disse Giovanni.
Non riuscii a cavargli altro. Intanto dalla discoteca cominciavano ad uscire un po’ di persone, riconobbi giornalisti di fama e starlette di poco conto in cerca di visibilità.
Provai ad entrare ed il buttadentro mi chiese chi fossi riuscii ad entrare solo quando dissi che ero con Michele il quale aveva detto di farmi entrare quando mi fossi svegliato.
Quando entrai mi diressi ad un privé dove mi avevano detto che avrei trovato i miei amici.
L’ennesima bottiglia era stata stappata e probabilmente non era stata nemmeno l’unica.
“Ben svegliato” disse con un pizzico di ironia Michele, Valeria mi sorrise e mi fece l’occhiolino.
“Ti sei divertita” chiesi alla mia ragazza.
“Non sai quanto e cosa ti sei perso, ti racconterò”.
Chiacchierammo ancora un po’ quindi, vero le 4 ci avviammo all’uscita.
Valeria uscì abbracciata a Michele ed un paio di paparazzi scattarono delle fotografie che poi trovammo sui giornali scandalistici dell’epoca con i commenti tipo “ecco la nuova fiamma di Michele”.
La limousine ci riportò al ristorante e salimmo sulla nostra auto dopo aver ringraziato e salutato Michele che ci diede appuntamento per tre giorni dopo visto che aveva impegni inderogabili per i giorni successivi.
Arrivati in camera io ero fresco per le tre ore dormite mentre Valeria era molto stanca e mi disse che mi avrebbe raccontato l’indomani. Alla mia insistenza però mi diede una anticipazione, si sedette sul bordo del letto e, senza mutande come era uscita, estrasse dalla figa un tappo di carta. La mia figa è piena di sborra di Michele, Gaspare, Aurelio ed Antonio mentre nel culo ho ne ho altra ma non so di chi sia. Ti basta come anticipazione? Adesso sono stanca, voglio farmi una doccia, ho scopato con quattro uomini, spompinato anche l’autista, ballato e bevuto come mai in vita mia. Va bene?”.
Restai di sale, ormai Valeria era fuori da ogni controllo, perfino il bocchino all’autista.
Valeria se ne accorse, mi guardò e mi abbracciò baciandomi sulla bocca.
“Tesoro è solo sesso, io amo solo te, ormai lo avrai capito che il cazzo mi piace abbondante e tu non sei in grado di soddisfare le mie voglie”.
Ero frastornato ed eccitato al tempo stesso, Valeria se ne accorse e mi disse ancora “mi sembra che la cosa non ti dispiaccia però” va bene facciamo così, se mi ripulisci ti racconterò tutto subito”.
Mi stava offrendo di pulirla dalla sborra in cambio della storia di come era arrivata lì.
Ormai ero andato, su di giri e mi inginocchiai davanti a lei che prese la mia testa e la guidò verso la sua passera. Vederla da vicino mi fece capire che era slabbrata, i cazzi li aveva presi veramente e forse anche più di uno in contemporanea.
“Leccami mio dolce cornutello. Appena siamo saliti in auto dietro ed il vetro si è alzato, io ero di fianco a Michele che subito mi mise una mano nello spacco e cominciò a risalire. Lo sai che Michele è uno dei miei attori preferiti e che mi piace un sacco come uomo, lo lasciai fare anzi iniziai a slacciargli la camicia ed a baciarlo con la lingua. In breve ero nuda, inginocchiata davanti a lui e lo stavo spompinando.
Gaspare Aurelio ed Antonio mi guardavano ed incitavano a leccarlo dandomi della pompinara succhiacazzi, intanto però avevano estratto anche loro i cazzi ed avevano cominciato a menarseli per farli diventare belli duri. Michele fisicamente è uno shock, la tartaruga anche meglio che al cinema, dura come il marmo ed il suo cazzo … beh l’unico di quelli dei nostri amici che gli sta vicino è quello di Gaspare ma alla lontana. E’ grosso come un mio avambracci, anzi di più. Per quanto mi smascellassi riuscivo a succhiargli solo la cappella.
Io intanto, preso dal racconto, ero sempre più infoiato e leccavo il clitoride di Valeria mordicchiandola strappandole gemiti di piacere. La sborra all’esterno era ormai essiccata ma da dento la vagina cominciò ad uscire un po’ di liquido biancastro.
Mi accorsi che Valeria si stava irrigidendo mentre espelleva la sborra degli uomini che la avevano scopata in auto, sentii la pressione della sua mano sulla mia testa e venne.
Il mio cazzo si stava sbausciando come una lumaca, Valeria si riprese un attimo e ricominciò a raccontare smettendo di schiacciare la mia testa sul suo sesso.
Mentre succhiavo Michele ero bagnatissima per la situazione, mi sentivo una porca matricolata che non aspettava altro che essere scopata. Cominciò Aurelio ad infilarmelo mentre Gaspare ed Antonio continuavano a segarsi lentamente, era come la prima volta al cinema porno quando tutto iniziò, si godevano lo spettacolo in diretta. Dopo 5 minuti buoni che mi pompava Aurelio si ritirò lasciano spazio ad Antonio.
Io continuavo a leccare e succhiare quanto più cazzo di Michele riuscivo ma lo volevo dentro.
Mi interruppi un attimo e dissi che lo volevo dentro.
Michele mi rispose che era troppo grande per metterlo subito dentro, che prima mi avrebbero allargato bene i miei amici e, quando avessi preso anche quello di Gaspare che era abbastanza grande, sarei stata pronta per il suo.
E così andò, dopo 5 minuti di Antonio Gaspare lo sostituì ed infine si ritrasse. Miche mi disse di calarmi sopra di lui così mi sollevai, e dandogli il volto comincia a scendere sulla sua nerchia. Avevano fatto bene ad allargarmi, nonostante fossi io a guidare, il cazzo di Michele era troppo e mi avrebbe squarciato se avessi provato a prenderlo da subito. Invece con un po’ di fatica e anche dolore, almeno inizialmente, riuscii a farne entrare una metà abbondante prima che toccasse il fondo.
Mentre facevo su e giù aumentando il ritmo lui mi mordicchiava e leccava i seni aumentando il piacere. In breve cominciai a godere con un orgasmo che durò moltissimo, sentii che anche lui si irrigidiva e mi scaricò in figa un quantitativo di sborra come non avevo ricevuto mai.
Gaspare intanto si era messo a strofinarmi il cazzo sul volto cercando di infilarmelo in bocca quando la socchiudevo.
Mi accasciai ed il mamba di Michele scivolò fuori, mi misi sdraiata sul sedile di fianco a lui e Gaspare mi infilò tutto il suo cazzo in un colpo solo. Non me lo aspettavo ma nonostante le dimensioni dopo Michele e con la figa piena di sborra non ebbe problemi ad arrivare fino in fondo. Se lo era menato per 10 minuti buoni e credo che la scena del mio impalamento sul cazzo di Michele lo abbia portato parecchio avanti e così, in 5 minuti, sborrò pure lui. Io intanto sentivo qualcosa ma era solo la situazione ad eccitarmi.
Gaspare si ritrasse e rimise il cazzo nei pantaloni. Fu il turno di Antonio ma non lo sentivo così dissi ad Aurelio di avvicinarsi e di sedersi di fianco a me quindi mi calai sopra di lui dando le spalle ad Antonio.
“Antonio metti il tuo cazzo in figa insieme a quello di Aurelio altrimenti dopo i due cazzoni presi prima non sentirei nulla”.
Aiutati da tutto lo sperma dentro la figa riuscirono ad infilarsi entrambi ed a tenere un buon ritmo. Io cominciai a godere ed a bagnarmi. Li sentii venire in rapida successione e mentre il primo veniva iniziò il mio orgasmo che terminò un attimo prima che anche Aurelio scaricasse le palle dentro di me.
Mi abbattei sul sedile dopo che si erano sfilati entrambi. Nel frattempo mi accorsi che era stato abbassato il divisorio e l’autista si era goduto una buona parte della mia performance e se lo stava menando.
Michele mi disse se avevo voglia di succhiarlo all’autista, mi sembrò carino acconsentire, non ci misi molto, il cazzo di Giovanni era di dimensioni normali, più o meno come il tuo, molto bagnato a causa delle scene da film porno viste in diretta. Ci mise tre minuti a venire, in compenso mi scaricò in gola un bel quantitativo di sperma tenendomi bloccata la testa su di lui, quasi soffocavo. Mi ripulii con delle salviettine che c’erano nella portiera e mi rimisi il vestito e le scarpe quindi scendemmo dall’auto per entrare nel locale.
Dopo un giro in sala a braccetto con Michele che firmava autografi ed un paio di reporter gossippari che mi chiedevano chi fossi ed a cui non rivolsi parola come da istruzioni di Michele, entrammo nel privé dove mi hai trovato.
Valeria strinse ancora un po’ la passera ed io infilai un dito ed uscì ancora un po’ di sperma.
“Leccalo caro il mio tesoro cornuto, sei eccitato? Vuoi che ti faccia un pompino o finisco il racconto?”
Bofonchiai di andare avanti, la sua mano spingeva la testa sulla figa perché non mi perdessi nemmeno una goccia della sborra di cui era farcita poi si spostò e si fece leccare il culo.
Anche quello era abbondantemente slabbrato.
Valeria mi incitò a leccarle anche il culo dato che la sborra in figa era finita e doveva scaricarmi in gola anche quella che aveva dietro.
Una volta accomodati nel privé, arrivò il direttore con un cameriere con due bottiglie di Champagne di marca dicendo che era offerto dalla discoteca.
Michele disse al direttore che voleva che il cameriere restasse lì ed il direttore acconsentì.
Il ragazzo aveva poco più di 20 anni ed era molto timido. Era una statua d’ebano, me lo mangiavo con gli occhi e Michele se ne accorse.
“Valeria, il tuo culo è vergine stasera, noi ci hai svuotato fino all’ultima goccia di sborra mi sembra che questo ragazzo ti piaccia, gli daresti il culo?
Il ragazzo deglutì imbarazzato, io, da perfetta troia quale mi sentivo, gli misi la mano sul pacco che era evidente sotto i pantaloni. Lui rimase impietrito e non mosse un muscolo mentre gli slacciavo i pantaloni e prendevo in bocca il suo cazzo. Quando fu completamente eretto mi misi a 90 appoggiata al divanetto mentre Gaspare sputava sul mio buco e ci infilava man mano 3 dita per prepararlo.
Quando fu bello dilatato feci cenno al ragazzo di avvicinarsi, si era un po’ sciolto e non fece resistenza, con le mani allargò le chiappe, il cazzo era bello inumidito così come il culo. Infilò la cappella che scivolò dentro senza troppa fatica. Quindi fui io con un colpo secco ad inghiottire il resto dell’uccello nero.
Era un bel cazzo a metà strada, come dimensioni, fra quello di Aurelio e quello di Gaspare.
Una volta che fu tutto dentro mi fermai un attimo poi cominciai un avanti ed indietro lento ma costante, bastarono 5 minuti, il ragazzo mi inondò il culo di densa sborra aggrappato alle chiappe, io nel frattempo mi masturbavo con una mano e godetti insieme a lui. Ho perso il conto degli orgasmi di questa sera e notte.
Mentre mi diceva queste cose senti che l’ano si contraeva e Valeria espulse la sborra del ragazzo che mi arrivò dritta in faccia.
Valeria si girò e mi guardò negli occhi quindi tirò fuori la lingua, mi ripulì da quanto aveva espulso e quindi me lo passò con un bacio appassionato.
“Lo so che sei eccitato ma sono troppo stanca, per stasera ti dovrai accontentare di un pompino” quindi mi prese il cazzo in bocca, ci misi meno di un minuto a venire. A quel punto Valeria, sorridendomi si alzò e si diresse in bagno per l’agognata doccia. La raggiunsi e le la aiutai a lavarsi togliendole delicatamente i residui di tutte le sborrate ricevute, lei fece lo stesso e restammo alcuni minuti abbracciati baciandoci dolcemente sotto il getto della doccia calda.

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